[Nonviolenza] Telegrammi. 4385



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4385 del 19 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Un messaggio di saluto al congresso provinciale dell'Anpi di Viterbo
2. Manlio Dinucci: Nel Donbass la miccia e' accesa
3. Non consentiamo con il nostro silenzio che Leonard Peltier muoia di covid in carcere
4. L'appello urgente di Amnesty International al Presidente Biden per la liberazione immediata di Leonard Peltier, ora anche malato di covid
5. Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid. Un appello per la sua liberazione
6. Una lettera ai parlamentari europei
7. Un appello su Change.org
8. David Brooks: Lider indigena y preso politico Leonard Peltier da positivo a covid
9. Jack Caudill: Rally for freedom for Leonard Peltier
10. Contrastare la pandemia
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. UN MESSAGGIO DI SALUTO AL CONGRESSO PROVINCIALE DELL'ANPI DI VITERBO

Carissimo Enrico,
carissime compagne e carissimi compagni delle sezioni dell'Anpi della provincia di Viterbo,
ho ricevuto il vostro gentilissimo e graditissimo invito a partecipare al congresso provinciale dell'Anpi che si svolgera' il 19 febbraio a Viterbo, congresso al quale ovviamente rivolgo i piu' fervidi auguri di un proficuo lavoro e di un'approfondita riflessione che ulteriormente rafforzino la vostra gia' rilevante presenza ed azione a Viterbo e nel viterbese, presenza ed azione di cui vi e' grande bisogno.
Per impegni ineludibili non potro' essere presente a questo vostro importante incontro, ma valgano queste poche righe ad attestarvi ancora una volta la mia vicinanza, e la stima, l'affetto, la gratitudine per il vostro impegno.
E se un minimo contributo alla comune riflessione un breve messaggio di saluto come questo puo' dare, che esso sia il seguente.
Dinanzi alla protervia e alla follia di poteri oppressivi e dissennati che ancora una volta minacciano lo scatenamento di una nuova guerra, esprimiamo la nostra corale, nitida e intransigente opposizione a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
La guerra sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
La guerra porta il fascismo, la guerra e' gia' il fascismo.
Opporsi alla guerra e' diritto e dovere di tutte le persone, di tutti i popoli, di tutte le istituzioni democratiche.
Solo la pace salva le vite.
Nel ricordo e alla scuola dei martiri della Resistenza difendiamo la pace e la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone e di tutti i popoli.
Nel ricordo e alla scuola dei martiri della Resistenza difendiamo i diritti umani di tutti gli esseri umani e l'intero mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Un forte abbraccio e vivissimi auguri di buon lavoro dal tuo e vostro
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

2. RIFLESSIONE. MANLIO DINUCCI: NEL DONBASS LA MICCIA E' ACCESA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 febbraio 2022 riprendiamo il seguente articolo dal titolo "Nel Donbass la miccia e' accesa" e il sommario "Il conflitto militare nel cuore dell'Europa andrebbe a vantaggio degli Stati Uniti"]

Mentre la situazione nel Donbass diviene sempre piu' incandescente, Biden, alla vigilia del colloquio con Putin, ha convocato l'11 febbraio quello che di fatto e' il consiglio di guerra della Nato e dell'Unione Europea: il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il primo ministro britannico Boris Johnson, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro italiano Mario Draghi, il presidente polacco Andrzej Duda, il presidente rumeno Klaus Iohannis, il primo ministro canadese Justin Trudeau, affiancati dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Il consiglio di guerra Nato-UE ha chiarito che "se la Russia effettua una ulteriore invasione dell'Ucraina, gli Stati Uniti, insieme con i loro Alleati e partner, risponderanno con decisione e imporranno immediati e pesanti costi alla Russia".
Questo ha detto il giorno dopo Biden a Putin, a nome non solo degli Stati uniti ma della Nato e dell'Unione Europea. Rifiuto totale di ogni trattativa, di fatto una dichiarazione di guerra, sottoscritta dall'Italia per mano di Mario Draghi sotto gli occhi di un Parlamento silente e consenziente. Ogni giorno di piu' si intensificano i segnali di guerra imminente. Il Dipartimento di Stato sta evacuando l'Ambasciata a Kiev, lasciandovi solo pochi diplomatici e una squadra di Marines, e avverte i cittadini statunitensi di lasciare l'Ucraina perche' "non sarebbe in grado di proteggerli dall'attacco russo". Lo stesso ha fatto la Farnesina. Il Pentagono sta ritirando dall'Ucraina 160 istruttori militari, che hanno addestrato le forze di Kiev. Restano però consiglieri e istruttori militari appartenenti alle Forze Speciali Usa e Nato, che hanno di fatto la direzione dell'Esercito e della Guardia nazionale di Kiev. In prima fila il battaglione neonazista Azov, gia' distintosi per la sua ferocia contro le popolazioni russe del Donbass, promosso per i suoi meriti a reggimento meccanizzato di forze speciali, armato e addestrato dalla Nato.
Ha la stessa insegna della Divisione Panzer SS Das Reich, una delle 200 divisioni hitleriane che nel 1941 invasero l'Unione Sovietica. Furono sconfitte, ma il prezzo pagato dall'Unione Sovietica fu altissimo: circa 27 milioni di morti, per oltre la meta' civili, corrispondenti al 15% della popolazione (in rapporto allo 0,3% degli Usa in tutta la seconda guerra mondiale); circa 5 milioni di deportati in Germania; oltre 1.700 citta' e grossi abitati, 70mila piccoli villaggi, 30mila fabbriche distrutti. Tutto questo viene pericolosamente dimenticato, mentre la Russia continua a ripetere, parlando al vento, che non intende attaccare l'Ucraina e denuncia la crescente concentrazione di truppe di Kiev di fronte all'area del Donbass abitata dalle popolazioni russe.
Qui Kiev ha schierato oltre 150 mila soldati. Sono dotati di veicoli lanciarazzi Grad, ciascuno capace di lanciare fino a 40 km, in una salva di 20 secondi, 40 razzi da 122 mm con testate ad alto esplosivo che, deflagrando, investono una vasta area con migliaia di taglienti frammenti metallici o piccole bombe a scoppio ritardato. Un attacco su vasta scala con armi di questo tipo, contro gli abitanti russi delle regioni di Donetsk e Lugansk, provocherebbe una strage e non potrebbe essere arrestato dalle forze locali costituite da circa 35mila uomini.
La guerra potrebbe esplodere con una operazione false flag. Mosca denuncia la presenza in Donbass di mercenari Usa con armi chimiche. La miccia potrebbe essere una provocazione, tipo un attacco a un abitato ucraino, attribuito ai russi del Donbass che verrebbero attaccati dalle soverchianti forze di Kiev. La Federazione russa ha avvertito che, in tale situazione, non resterebbe a guardare, ma interverrebbe a difesa dei russi del Donbass, distruggendo le forze attaccanti.
Esploderebbe cosi', nel cuore d'Europa, una guerra a tutto vantaggio degli Usa che, attraverso la Nato a cui appartengono 21 dei 27 paesi Ue, e con la collaborazione della stessa Unione Europea, riportano l'Europa a una situazione simile, ma piu' pericolosa, di quella della guerra fredda, rafforzando l'influenza e la presenza statunitensi nella regione europea.

3. REPETITA IUVANT. NON CONSENTIAMO CON IL NOSTRO SILENZIO CHE LEONARD PELTIER MUOIA DI COVID IN CARCERE

Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona di far sentire la sua voce per la vita e la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 46 anni in carcere innocente, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, attualmente malato di codiv e bisognoso di cure adeguate impossibili in carcere.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca a Leonard Peltier la liberta' e gli consenta cure adeguate.
*
Diffondete questo appello, grazie.
Scrivete al Presidente Biden: https://www.whitehouse.gov/contact/
Scrivete all'"International Leonard Peltier Defense Committee": e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

4. REPETITA IUVANT. L'APPELLO URGENTE DI AMNESTY INTERNATIONAL AL PRESIDENTE BIDEN PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI LEONARD PELTIER, ORA ANCHE MALATO DI COVID
[Dal sito di Amnesty International USA: www.amnestyusa.org]

President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500, USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform: https://www.whitehouse.gov/contact/
Dear Mr. President,
The news that 77-year-old Native American activist Leonard Peltier has contracted COVID-19 in federal prison has greatly heightened concern for his well-being given his age and his serious medical conditions, including diabetes, kidney disease and a heart ailment.
Pending before you is Leonard Peltier's clemency petition in which he seeks commutation of his sentence. Many have called for his release over the years on humanitarian grounds, including the National Congress of American Indians and several Nobel laureates, including the late Archbishop Desmond Tutu. Most recently, the Chairperson of the Senate Indian Affairs Committee, Senator Brian Schatz, has urged you to grant clemency, in line with your administration's commitment to "righting past wrongs" in the criminal justice system.
Leonard Peltier has always maintained his innocence of the murder of two FBI agents during a confrontation with members of the American Indian Movement on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota in 1975. There are serious concerns about the fairness and reliability of proceedings leading to his trial and conviction in 1977. These concerns have led the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial to call for clemency.
Even without the serious additional serious factor of COVID-19, there remain deep concerns about Leonard Peltier's deteriorating health.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.

5. REPETITA IUVANT. LEONARD PELTIER RISCHIA DI MORIRE IN CARCERE DI COVID. UN APPELLO PER LA SUA LIBERAZIONE

Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid.
Leonard Peltier e' detenuto da 46 anni pur essendo del tutto innocente dei delitti che gli sono stati attribuiti sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettanto false.
Leonard Peltier e' un nativo americano perseguitato per aver sempre lottato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra.
Leonard Peltier e' un testimone della dignita' umana la cui liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da Madre Teresa di Calcutta, da Desmond Tutu, da Rigoberta Menchu', dal Dalai Lama, da innumerevoli donne e uomini di volonta' buona.
Leonard Peltier alcuni giorni fa ha contratto il covid, e nel carcere di massima sicurezza in cui si trova non puo' ricevere cure adeguate.
Facciamo sentire la voce dell'umanita' per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America che attraverso l'istituto della grazia presidenziale gli restituisca la liberta' e gli consenta cure adeguate.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
*
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffondere questo appello.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
*
Le persone partecipanti all'incontro di Viterbo del 7 febbraio 2022 (a quarantasei anni e un giorno dall'arresto di Leonard Peltier il 6 febbraio 1976)

6. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA AI PARLAMENTARI EUROPEI

Oggetto: preghiera di un intervento affinche' a Leonard Peltier, detenuto innocente da 46 anni ed ora malato di covid, sia restituita la liberta' e possa ricevere cure adeguate.
Egregio parlamentare europeo,
forse sapra' gia' che Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da sempre impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente, e' da alcuni giorni malato di covid.
Nel penitenziario di massima sicurezza in cui e' detenuto non puo' ricevere un'assistenza sanitaria adeguata; peraltro e' una persona di eta' avanzata - 77 anni - e gia' sofferente di gravi patologie.
Le saremmo assai grati se volesse esprimere pubblicamente - nella forma che riterra' piu' opportuna - anche il suo impegno per la vita e la liberazione di Leonard Peltier, impegno gia' espresso fin dagli anni '90 dal Parlamento Europeo e nuovamente espresso alcuni mesi fa dal compianto Presidente Sassoli.
*
Le segnaliamo infatti che alcuni mesi fa il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, recentemente scomparso, espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.
*
Le segnaliamo anche che che gia' in passato - nel 1994 e nel 1999 - il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
*
In calce alleghiamo una minima notizia su Leonard Peltier.
*
Segnaliamo infine qui di seguito alcuni riferimenti utili per ulteriori informazioni:
- in Italia: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios), siti: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
- negli Usa: "International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
*
Sperando in un suo sollecito impegno e ringraziandola fin d'ora per la cortese attenzione, voglia gradire distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 4 febbraio 2022
* * *
Allegato: Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994); Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
*
Un estratto dall'autobiografia di Leonard Peltier
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
*
Un altro estratto dall'autobiografia di Leonard Peltier
"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".

7. APPELLI. UN APPELLO SU CHANGE.ORG
[Riprendiamo e diffondiamo questo appello]

Leonard Peltier has COVID, 46 years in prison! Hospitalize and free him now!
International Leonard Peltier Defense Committee ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Joseph R. Biden (President) e a 1 altro/altra
On Friday, January 28, Leonard Peltier tested positive for COVID-19 at Coleman I U.S. Federal Penitentiary. Leonard's life is in danger due to his age and health conditions! His supporters and family urgently ask you to sign our petition calling for his immediate transfer to a medical hospital properly equipped for COVID treatment. We also call on President Joe Biden to grant Leonard Peltier clemency immediately.
Join us to save Leonard Peltier's life - please sign the petition:
Transfer Leonard Peltier without delay to a hospital to receive treatment for COVID!
President Joe Biden, Listen to the people, grant Leonard Peltier clemency today!
Every day that passes without Leonard treated in a hospital endangers his life.
We are calling for Leonard's transfer to a hospital immediately. Prison isolation is not care! It is subjecting him to a possible death sentence without proper medical intervention!
Leonard is 77 years old. He has serious health problems that gravely complicate someone his age with COVID: diabetes, an abdominal aortic aneurysm, kidney disease, high blood pressure, and he has had open heart surgery.
The Bureau of Prisons failed to protect Leonard from COVID.
The BOP must act immediately to save his life!
It is unconscionable that he was not afforded the booster shot in time to avoid COVID contagion. A booster shot assures a much higher chance of survival. The Bureau of Prisons' failure to give a third shot to the prisoners on time means that they are now obligated to get Leonard Peltier hospitalized immediately. He must be granted the most aggressive treatment available to assure a higher rate of survival, such as monoclonal antibodies, and certainly oxygen to prevent stress and injury to his body.
Organizations and prominent individuals in the U.S. and around the world, are urgently calling for his freedom. 46 years in prison is not justice, it is an outrageous punishment for a man who is innocent. Even his trial prosecutor James H. Reynolds, now says, "I have realized that the prosecution and continued incarceration of Mr. Peltier was and is unjust." Read the full text of the letter here.
Leonard Peltier is a renowned political prisoner, wrongly imprisoned for 46 years. He is Anishnaabe and Lakota, an enrolled member of the Turtle Mountain Reservation in North Dakota. From an early age, Leonard actively advocated for his people against brutal racism and poverty.
Leonard Peltier's case is one of the most egregious and wrongful convictions in modern U.S. history. The U.S. railroading of Leonard into prison for 46 years is another example of the government's continued genocidal policies towards the Native Nations and denial of their sovereignty. As a member of the American Indian Movement, he was one of the young men who came to help protect the embattled community of Elders and Youth on Pine Ridge Reservation in June of 1975, where over 60 members of the Oglala Lakota Nation had been murdered over a period of three years. As traditional people they were singled out and brutalized for opposing an extremely corrupt tribal leader, Dick Wilson.
During the terrible violence against innocent residents on Pine Ridge, in an incident completely provoked by the FBI, two plainclothes agents raided the encampment over a supposed warrant. In the shoot-out that followed, the two agents and one Native man were killed.
Three men were indicted on charges of murder of the FBI agents. Two of the defendants, Bob Robideau and Dino Butler, were exonerated by an all-white jury on the grounds of self defense. But the third person accused, Leonard Peltier, had sought refuge in Canada and wasn't tried at the same time. The FBI then decided he would pay the price for all three men, despite his innocence.
People around the world have demanded Leonard Peltier’s freedom for decades, including Nelson Mandela, Archbishop Desmond Tutu, 96 members of U.S. Congress, the National Congress of American Indians, Secretary of the Interior Deb Haaland.
And in an important new development, on January 26, Senator Brian Schatz (D-Hawaii) Chair of the Senate Indian Affairs Committee, urged President Joe Biden, "I write to urge you to grant a commutation of Leonard Peltier's sentence."
To learn more about Leonard Peltier and his case, visit www.whoisleonardpeltier.info/home/about-us/

8. DOCUMENTAZIONE. DAVID BROOKS: LIDER INDIGENA Y PRESO POLITICO LEONARD ELTIER DA POSITIVO A COVID
[Dal sito de "La Jornada" (www.jornada.com.mx) riprendiamo e diffondiamo questo articolo del 30 gennaio 2022]

Nueva York. El lider indigena y prisionero político estadunidense Leonard Peltier se contagio' de covid-19 a fines de la semana pasada generando temores sobre su estado de salud a sus 77 anos y multiplicando las demandas de defensores de derechos civiles y humanos de que el gobierno de Joe Biden lo exonere despues de casi 45 anos de carcel.
Peltier, quien se considera junto con miles de sus defensores como un prisionero politico, y cuyo caso Amnistia Internacional senala fue influido por intereses politicos, siempre ha mantenido su inocencia de que asesino' a dos agentes de la Agencia Federal de Invetsigacion (FBI) en 1975 durante un enfrentamiento en la reservacion indigena de Pine Ridge, en Dakota del Sur.
Peltier, un lider del Movimiento Indigena Americano (AIM), estaba presente y se sospecha que la FBI necesitaba responsabilizar a alguien por la muerte de sus agentes.
Sus defensores senalan que su juicio en 1977 fue parcial y contaminado de problemas incluyendo falta de pruebas contundentes, manipulacion y ocultamiento de documentos por los fiscales, la coercion de testigos por la FBI e integrantes del jurado que admitieron ser anti-indígenas.
De hecho, uno de los fiscales federales en el caso, James Reynolds, envio una carta personal al presidente el ano pasado donde expresa como se dio cuenta de que el juicio fue injusto en la cual escribe "le ruego conmutar la condena de un hombre que yo ayude poner detras de las barras".
Un elenco distinguido de figuras estadunidenses e internacionales se han expresado a favor de la liberacion de Peltier durante anos, entre ellos el papa Francisco, Nelson Mandela, la ex presidenta de Irlanda y ex alta comisionada de Derechos Humanos de la Organizacion de Naciones Unidas, Mary Robinson, el recien difunto y Premio Nobel arzobispo Desmond Tutu, el reverendo Jesse Jackson, Robert Redford, Gloria Steinem, Harry Belafonte, Willie Nelson, y el cineasta Michael Moore entre cientos de miles mas.
Mas recientemente se ha multiplicado los llamados para la clemencia ejecutiva y liberación de Peltier impulsadas por el Congreso Nacional de Indígenas Americanos, lideres y legisladores estatales de varias naciones indígenas y legisladores federales incluyendo Raul Grijalva, Jesus "Chuy" Garcia, Pramila Jayapal, y el senador con mayor antiguedad Patrick Leahy.
Segun sus abogados, los encargados de su caso en Amnistia Internacional y otros, en varias ocasiones se pensaba que lograrían convencer a un presidente a conmutar la condena, y se ilusionaron con esa posibilidad con Bill Clinton, y mucho despues con Barack Obama, y hasta con Donald Trump, solo para ser decepcionados - nunca se les explico' la razon.
Todos sospechan que el obstaculo hasta hoy dia es la FBI, primero porque el caso tiene que ver con dos de sus agentes, pero segundo porque implicaria algun tipo de admision sobre problemas con el caso desde su inicio hace 44 anos.
El actual abogado de Peltier, Kevin Sharpe, es un ex juez federal quien al enterarse del caso, gracias a la ex esposa de Willie Nelson, se enfurecio' tanto por el manejo del caso por las autoridades que decidio' representarlo pro bono desde hace unos tres anos.
En una entrevista con HuffPost en noviembre del ano pasado, Sharpe informa que entre los documentos que ha descubierto hay un memorandum interno de la FBI de los setenta que detallaba la estrategia de suprimir al movimiento de derechos civiles indígenas AIM - del cual Peltier era integrante - incluyendo hostigamientos y arrestos constantes. "Parte de lo que estaba ocurriendo era una politica de exterminacion. Estamos tomando tus tierras, tus minerales y nos vamos a deshacer completamente de ustedes... eso es lo que detono todo" en este caso.
Esta semana pasada, Sharpe reitero' que es hora de que el presidente asegure que Peltier salga, y que "su condena inconstitucional no se vuelva en una condena de muerte".

9. DOCUMENTAZIONE. JACK CAUDILL: RALLY FR FREEDOM FOR LEONARD PELTIER
[Dal sito www.kotatv.com riprendiamo e diffondiamo questo articolo dell'8 febbraio 2022]

It's been 46 years since Leonard Peltier went into federal prison after being given two life sentences, convicted in the shooting deaths of FBI agents Ronald Williams and Jack Coler on the Pine Ridge Reservation back in 1975. Monday in Rapid City, a group of Peltier's supporters rallied for clemency and for Peltier's release.
Monday's rally started at the bandshell at Memorial Park, with the group then marching from there to the Rapid City Federal Courthouse. The group considers Peltier to be a political prisoner who was wrongly convicted. They say the 77-year old Peltier has health problems and say they now believe he has COVID-19... meeting the guidelines for the COVID Release to Home Confinement program for elderly inmates or inmates who are at health risk...
Carol Gokee of the International Leonard Peltier Defense Committee says, "We will fight. On this day, we will fight forward. We will always remember the old warriors that fought before us. Leonard Peltier, being the number one right now in prison. 46 years yesterday, 46 years and we will not allow it to happen anymore". Jean Roach of the International Leonard Peltier Defense Committee says, "We've been suffering abuse from these guys. they put a lot of our people in prison inside and off the reservation. They lie, they make their own game up. We need to tell them to stop because they do not represent human rights of the world when they treat us like we're less than human". Peltier is currently in United States Prison Coleman in Florida. They're calling for President Joe Biden to grant Peltier's immediate release. The F-B-I declined to comment on the push for Peltier's freedom.

10. REPETITA IUVANT. CONTRASTARE LA PANDEMIA

Vaccinazione obbligatoria e gratuita per l'umanita' intera.
Troppi esseri umani sono gia' morti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Ward Churchill, Since Predator Came: Notes from the Struggle for American Indian Liberation, Aigis Publishing, 1995, AK Press, Oakland 2005, pp. VIII + 426.
- Kenneth S. Stern, Loud Hawk: The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002, pp. X + 374.
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Riedizioni
- Dalai Lama, La felicita' al di la' della religione. Una nuova etica per il mondo, Sperling & Kupfer, Milano 2012, Mondadori, Milano 2018, 2022, pp. 192, euro 7,99.
- Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, Einaudi, Torino 1952, 2015, Rcs, Milano 2022, pp. 432, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4385 del 19 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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