[Nonviolenza] Telegrammi. 4381



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4381 del 15 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Due cose che so della Nato
2. Il Movimento Nonviolento al Governo: L'Italia parli la lingua della pace, l'Unione Europea abbia una sola voce
3. Il presidente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana scrive al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinche' interceda per la liberazione di Leonard Peltier
4. Non consentiamo con il nostro silenzio che Leonard Peltier muoia di covid in carcere
5. L'appello urgente di Amnesty International al Presidente Biden per la liberazione immediata di Leonard Peltier, ora anche malato di covid
6. Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid. Un appello per la sua liberazione
7. Una lettera ai parlamentari europei
8. Lexi McMenamin: Leonard Peltier, Native American Political Prisoner, Tests Positive for Covid-19. Calls for clemency from legislators and longtime Peltier advocates have increased
9. Levi Rickert: Pressure Mounts for Release of Political Prisoner Leonard Peltier
10. Contrastare la pandemia
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Serenino Scorticati: Indiebusillis
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. L'ORA. DUE COSE CHE SO DELLA NATO

La prima: che e' un'organizzazione terrorista e stragista, braccio armato dell'imperialismo rapinatore e devastatore, colonialista e razzista.
La seconda: che il complesso militare-industriale statunitense la sta usando contro l'Unione Europea, che avrebbe tutto l'interesse a una politica di pace e cooperazione con la Russia.
Una sola cosa buona si puo' fare della Nato: abolirla prima che scateni la terza guerra mondiale.
*
E per ripetere ancora una volta quel che chi scrive queste righe pensa: contro la guerra occorre il disarmo; occorre la smilitarizzazione; occorre la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e comprenda e congiunga e difenda; occorre la nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
*
Ergo: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

2. HIC ET NUNC. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO AL GOVERNO: L'ITALIA PARLI LA LINGUA DELLA PACE, L'UNIONE EUROPEA ABBIA UNA SOLA VOCE
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo. Per interviste a Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento: cell. 3482863190]

Al Presidente del Consiglio prof. Mario Draghi
Al Ministro degli Esteri oOn. Luigi Di Maio
Al Ministro della Difesa on. Lorenzo Guerini
La crisi ucraina rischia di sfociare in guerra aperta. La corda, tirata da una parte e dell'altra, puo' spezzarsi in ogni momento. Poi nessuno riuscira' piu' a controllare e contenere la degenerazione bellica quando la violenza delle armi prendera' il sopravvento sulla ragione umana.
Fino a che c'e' ancora speranza di poter risolvere la crisi con la diplomazia, il dialogo, la politica, bisogna tentare l'impossibile. Non c'e' un minuto da perdere.
Per questo ci rivolgiamo a voi, che avete il mandato di rappresentare il nostro Paese nel teatro internazionale.
Il confronto diretto, pericolosissimo, tra Stati Uniti e Russia, sul territorio dell'Ucraina (soprattutto dopo il nulla di fatto dei contatti diretti tra il Presidente americano Joe Biden e il Presidente russo Vladimir Putin) deve lasciare la voce alla mediazione europea. E' un grave errore che singoli stati membri dell'Unione prendano iniziative unilaterali, con iniziative di parte, cosi' come e' un errore affidarsi in questo momento all'alleanza militare atlantica, che a' parte in causa.
Cio' che serve e' la voce unica dell'Unione Europea, a fare da ponte di dialogo da posizione di neutralita' attiva "per ottenere una de-escalation immediata della tensione e avviare la ricerca di un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte", come chiede il documento di Rete italiana Pace e Disarmo nel quale ci riconosciamo.
A Voi, signor Presidente e signori Ministri, chiediamo di farvi immediatamente parte attiva in sede europea per ottenere che l'Unione abbia una sola voce e parli la lingua della pace. L'Italia ha l'autorevolezza per farlo, in base all'articolo 11 della nostra Costituzione, e alle parole del nostro Presidente della Repubblica che agli ambasciatori italiani disse: "Vivere in pace e' diritto di ogni persona, di ogni popolo. La collaborazione rappresenta lo strumento che la consolida". 
Questo e' cio' che ci aspettiamo dal nostro Governo: non l'invio di truppe nel teatro della prossima guerra, ma l'avvio di una politica europea di pace.
L'Internazionale dei Resistenti alla Guerra (la centenaria War Resisters' International, nata dopo la tragedia della Prima guerra mondiale, il cui statuto dice "La guerra e' il piu' grande crimine contro l'umanita'"), ha scritto: "Non c'e' alternativa ai negoziati, per quanto difficili possano sembrare.
Come resistenti alla guerra, ci opponiamo fermamente agli attuali preparativi di guerra, ai massicci movimenti di armi e soldati nella regione e nelle zone limitrofe, cosi' come alla manipolazione dei media intorno alla crisi ucraina, sia da parte della Russia che della Nato".
Oggi il futuro di pace dell'Europa, e del mondo intero, e' nelle nostre mani, e' nelle vostre mani. 
Avete una grande responsabilita', ma non siete soli, poiche' ognuno deve fare la propria parte.
Noi facciamo la nostra, poiche' sappiamo che rifiutarsi di partecipare alla guerra e ai preparativi di guerra e' un diritto umano fondamentale, che intendiamo esercitare.
Vogliate ricevere, signor Presidente e signori Ministri, i nostri piu' rispettosi saluti.
Mao Valpiana
presidente del Movimento Nonviolento
Verona, 14 febbraio 2022

3. REPETITA IUVANT. IL PRESIDENTE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO MAO VALPIANA SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA AFFINCHE' INTERCEDA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Egregio Presidente Sergio Mattarella,
nel Suo discorso di insediamento per il secondo mandato, davanti alle Camere riunite, Lei ha voluto richiamare con forza la parola "dignita'", facendone un concetto chiave del programma del settennato.
Mi permetto quindi di appellarmi proprio al valore della "dignita'" per chiedere un Suo autorevole intervento a favore di una persona, detenuta ingiustamente negli Stati Uniti: Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 46 anni in carcere innocente, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, attualmente malato di covid e bisognoso di cure adeguate impossibili in carcere. So bene del doveroso rispetto tra Stati dell'autonomia giudiziaria e della consuetudine di non ingerenza negli affari interni. Tuttavia, qui si tratta appunto del rispetto della dignita' umana, concetto universale, che travalica ogni confine. Non un intervento di giustizia, ma la grazia presidenziale per la dignita' umana.
Le chiedo percio', signor Presidente, di intercedere presso il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, affinche' voglia concedere la grazia a Leonard Peltier, come l'opinione pubblica mondiale chiede da tempo: un gesto che dara' dignita' a chi lo compie e a chi lo riceve.
Voglia ricevere, signor Presidente, i miei piu' rispettosi saluti.
Mao Valpiana
presidente del Movimento Nonviolento
Verona, 13 febbraio 2022

4. REPETITA IUVANT. NON CONSENTIAMO CON IL NOSTRO SILENZIO CHE LEONARD PELTIER MUOIA DI COVID IN CARCERE

Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona di far sentire la sua voce per la vita e la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 46 anni in carcere innocente, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, attualmente malato di codiv e bisognoso di cure adeguate impossibili in carcere.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca a Leonard Peltier la liberta' e gli consenta cure adeguate.
*
Diffondete questo appello, grazie.
Scrivete al Presidente Biden: https://www.whitehouse.gov/contact/
Scrivete all'"International Leonard Peltier Defense Committee": e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

5. REPETITA IUVANT. L'APPELLO URGENTE DI AMNESTY INTERNATIONAL AL PRESIDENTE BIDEN PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI LEONARD PELTIER, ORA ANCHE MALATO DI COVID
[Dal sito di Amnesty International USA: www.amnestyusa.org]

President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500, USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Dear Mr. President,
The news that 77-year-old Native American activist Leonard Peltier has contracted COVID-19 in federal prison has greatly heightened concern for his well-being given his age and his serious medical conditions, including diabetes, kidney disease and a heart ailment.
Pending before you is Leonard Peltier's clemency petition in which he seeks commutation of his sentence. Many have called for his release over the years on humanitarian grounds, including the National Congress of American Indians and several Nobel laureates, including the late Archbishop Desmond Tutu. Most recently, the Chairperson of the Senate Indian Affairs Committee, Senator Brian Schatz, has urged you to grant clemency, in line with your administration's commitment to "righting past wrongs" in the criminal justice system.
Leonard Peltier has always maintained his innocence of the murder of two FBI agents during a confrontation with members of the American Indian Movement on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota in 1975. There are serious concerns about the fairness and reliability of proceedings leading to his trial and conviction in 1977. These concerns have led the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial to call for clemency.
Even without the serious additional serious factor of COVID-19, there remain deep concerns about Leonard Peltier's deteriorating health.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.

6. REPETITA IUVANT. LEONARD PELTIER RISCHIA DI MORIRE IN CARCERE DI COVID. UN APPELLO PER LA SUA LIBERAZIONE

Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid.
Leonard Peltier e' detenuto da 46 anni pur essendo del tutto innocente dei delitti che gli sono stati attribuiti sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettanto false.
Leonard Peltier e' un nativo americano perseguitato per aver sempre lottato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra.
Leonard Peltier e' un testimone della dignita' umana la cui liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da Madre Teresa di Calcutta, da Desmond Tutu, da Rigoberta Menchu', dal Dalai Lama, da innumerevoli donne e uomini di volonta' buona.
Leonard Peltier alcuni giorni fa ha contratto il covid, e nel carcere di massima sicurezza in cui si trova non puo' ricevere cure adeguate.
Facciamo sentire la voce dell'umanita' per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America che attraverso l'istituto della grazia presidenziale gli restituisca la liberta' e gli consenta cure adeguate.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
*
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffondere questo appello.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
*
Le persone partecipanti all'incontro di Viterbo del 7 febbraio 2022 (a quarantasei anni e un giorno dall'arresto di Leonard Peltier il 6 febbraio 1976)

7. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA AI PARLAMENTARI EUROPEI

Oggetto: preghiera di un intervento affinche' a Leonard Peltier, detenuto innocente da 46 anni ed ora malato di covid, sia restituita la liberta' e possa ricevere cure adeguate.
Egregio parlamentare europeo,
forse sapra' gia' che Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da sempre impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente, e' da alcuni giorni malato di covid.
Nel penitenziario di massima sicurezza in cui e' detenuto non puo' ricevere un'assistenza sanitaria adeguata; peraltro e' una persona di eta' avanzata - 77 anni - e gia' sofferente di gravi patologie.
Le saremmo assai grati se volesse esprimere pubblicamente - nella forma che riterra' piu' opportuna - anche il suo impegno per la vita e la liberazione di Leonard Peltier, impegno gia' espresso fin dagli anni '90 dal Parlamento Europeo e nuovamente espresso alcuni mesi fa dal compianto Presidente Sassoli.
*
Le segnaliamo infatti che alcuni mesi fa il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, recentemente scomparso, espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.
*
Le segnaliamo anche che che gia' in passato - nel 1994 e nel 1999 - il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
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In calce alleghiamo una minima notizia su Leonard Peltier.
*
Segnaliamo infine qui di seguito alcuni riferimenti utili per ulteriori informazioni:
- in Italia: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios), siti: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
- negli Usa: "International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
*
Sperando in un suo sollecito impegno e ringraziandola fin d'ora per la cortese attenzione, voglia gradire distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 4 febbraio 2022
* * *
Allegato: Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994); Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
*
Un estratto dall'autobiografia di Leonard Peltier
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
*
Un altro estratto dall'autobiografia di Leonard Peltier
"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".

8. DOCUMENTAZIONE. LEXI MCMENAMIN: LEONARD PELTIER, NATIVE AMERICAN POLITICAL PRISONER, TESTS POSITIVE FOR COVID-19. CALLS FOR CLEMENCY FROM LEGISLATORS AND LONGTIME PELTIER ADVOCATES HAVE INCREASED
[Dal sito www.teenvogue.com riprendiamo e diffondiamo questo articolo del 2 febbraio 2022]

Seventy-seven-year-old Leonard Peltier, considered by many to be the United States's longest-serving political prisoner, has tested positive for Covid-19 after campaigning to be released due to unsafe conditions in prisons. Peltier has been incarcerated since 1977 for a crime he maintains he did not commit: the killing of two FBI agents during a shoot-out on South Dakota's Pine Ridge Reservation.
Peltier tested positive on January 28, according to HuffPost. "We are all very concerned, as is Leonard", Peltier's attorney Kevin Sharp told HuffPost. "He wanted people to know that he sends his love and appreciation for the years everyone has fought for him. And should he make it through this, he intends to continue speaking out for Native rights". Sharp told HuffPost's Jennifer Bendery that Peltier was experiencing "painful" symptoms and had been placed in isolation for 10 days.
Peltier publicly pleaded for release just a few days before the announcement of his positive test result, citing health conditions including diabetes and an abdominal aortic aneurysm, as well as "fear and stress" caused by constant prison lockdowns. "[Being] left alone and without attention is like a torture chamber for the sick and old", Peltier shared in a statement provided to HuffPost. "They are turning an already harsh environment into an asylum".
The facility in which Peltier is incarcerated is at the highest level of Covid lockdowns for federal prisons (among 97 others): "For the facility's 1,335 inmates, this translates to no contact with other people within the facility and no visitation from anyone externally", wrote HuffPost's Bendery.
A number of public figures, including (most recently) Senator Brian Schatz (D-HI), chair of the Senate Indian Affairs Committee, Pope Francis, the Dalai Lama, and civil rights figures such as Nelson Mandela and Coretta Scott King have all called for clemency for Peltier. On January 31, leaders of the National Caucus of Native American State Legislators, which represents 89 Native American state legislators from 21 states, wrote to President Joe Biden on behalf of Peltier, saying he deserves "to live his final years among his people in dignity".
Many had expected former president Bill Clinton to give Peltier clemency; if President Biden does not, many think it's likely Peltier will die in prison, given his age and health conditions.
"A long time ago, they killed our leaders Sitting Bull, Crazy Horse, and also put them in prison", Jean Roach, co-director of the International Leonard Peltier Defense Committee, who was also present during the 1975 shoot-out, said during a January 31 press conference calling for compassionate release. "They're doing the same thing to Leonard Peltier".

9. DOCUMENTAZIONE. LEVI RICKERT: PRESSURE MOUNTS FOR RELEASE OF POLITICAL PRISONER LEONARD PELTER
[Dal sito nativenewsonline.net riprendiamo e diffondiamo questo articolo del 12 febbraio 2022]

Pressure for President Joe Biden to grant clemency to Leonard Peltier (Turtle Mountain Chippewa Nation) is increasing after it was announced two weeks ago the 77-year-old prisoner contracted COVID-19. Peltier, who tested positive for COVID-19 on January 28, 2022, is incarcerated at the United States Penitentiary at Coleman, Fla. (USP Coleman 1).
Peltier was convicted of killing two FBI agents in a shootout at Oglala on the Pine Ridge Indian Reservation in June 1975. Since many legal experts have maintained the federal case against Peltier was flawed. Native Americans across Indian Country consider him a political prisoner.
Since Peltier was diagnosed with COVID-19, the International Indian Treaty Council, based in Tucson, Ariz. has called on President Biden to release him from prison. In a letter dated Feb. 2, 2022, the IITC tells the president Peltier's health condition necessitates his release: "Mr. Peltier has several compounding health conditions, including kidney disease, diabetes, and high blood pressure. COVID-19 is a deadly virus in and of itself and the likelihood of long-COVID disabilities or death increase drastically with pre-existing conditions. A person that contracts COVID-19 with pre-existing kidney disease is twice as likely to succumb to the virus. A person that is over the age of 65 (Mr. Peltier is 77) is 80 times more likely to succumb to the virus".
The IITC concludes the letter to with a compliment to the Biden administration for its work in Indian Country but emphasizes the need for action on the Peltier case.
"We have seen and felt the commitment the Biden Administration has shown to Indian Country and Indigenous communities. We need to see that same commitment to repair the relationship between the U.S. and Indigenous Peoples of this land in Mr. Peltier's case", the letter said.
On Feb. 4, Sen. Patrick Leahy (D-VT), the longest serving U.S. senator and the president pro tempore of the United States Senate, called on President Biden to release Peltier.
In a statement, Leahy writes: "I urge President Biden to commute Leonard Peltier's prison sentence and release him from federal prison. Peltier, a prominent Native American activist, was imprisoned for crimes he and many other legal experts and advocates maintain he never committed. His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted. Peltier, now 77 years old and ailing with multiple health problems, has served more than 44 years in federal prison".
Leahy concludes his statement by saying: "I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do".
Biden and Leahy spent 36 years serving in the U.S. Senate before Biden became vice president under President Barack Obama.
On Friday, Feb. 10, nine members of Congress, led by Rep. Raul M. Grijalva (D-AZ),  sent a letter to President Biden, United States Attorney General Merrick Garland, Director of Federal Bureau of Prisons Michael Carvajal, and Southeast Regional Director of Federal Bureau of Prisons William Lothrop, Jr. requesting the expedited release of and clemency for Leonard Peltier.
In the letter, the members of Congress write: "In the federal government's national response to the COVID-19 pandemic, the Department of Justice (DOJ) authorized the Federal Bureau of Prisons (BOP) to release elderly inmates and those with underlying health conditions from federal prisons. Since Mr. Peltier is 77 years old and suffers from diabetes and an abdominal aortic aneurysm, we urged you to release him from federal custody and grant him clemency immediately. Unfortunately, Mr. Peltier has contracted COVID-19 and is now at risk for additional medical complications.
Given Mr. Peltier's new COVID-19 diagnosis and to avoid further risks to his health and safety, we urge you to approve his pending petition for clemency on humanitarian grounds".

10. REPETITA IUVANT. CONTRASTARE LA PANDEMIA

Vaccinazione obbligatoria e gratuita per l'umanita' intera.
Troppi esseri umani sono gia' morti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. CRONACHE DAL CRONICARIO. SERENINO SCORTICATI: INDIEBUSILLIS

A quel tempo ero campione di tango ci avevo gli stivali lustri col ferro
dormivo su un'amaca fatta di corde d'oro ci avevo un brigantino
andavo a cavallo sulle giraffe verniciavo le zebre cacciavo con la fiocina
domavo i tori col fazzoletto rosso da partigiano che ero pure ultra'
suonavo l'organo nella cattedrale e intanto bestemmiavo come un turco
giocavo a pallone coi blocchetti di tufo pure di testa gli davo di testa di testa
sapevo parlare tutte le lingue e in cucina ero un drago un dio un sicomoro
(che significhera' sicomoro poi lo sa solo domineddio che oltretutto neppure esiste)
la gente mi cercava e io nisba che rispondevo al telefono nisba che mi giravo per strada
nisba che gli facevo la carita' tutti me li scolavo io solo i dobloni i talleri i rubli
facevo buffi in tutte le botteghe dove passavo ero peggio della grandine
correvo il panno verde e le settanta volte sette leghe in ottanta giorni a Le Mans
avro' ammazzato almeno almeno trecento cristiani tra coltellate e sganassoni e mozzichi
senza contare i messicani e gli indigenti che mica sono uomini gli indigenti
ci avevo sempre fame e sempre sonno e ciucco che piu' ciucco non si poteva
ma quella si' che era vita mica adesso

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Gianguido Dall'Agata, Fabio Zwirner, L'unificazione delle forze, Rcs, Milano 2021, pp. 160, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Nicola Ludwig, L'energia, Rcs, Milano 2021, pp. 160, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Giuliana Fiorillo, Nicolao Fornengo, La materia oscura e l'energia oscura, Rcs, Milano 2022, pp. 160, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Theodor W. Adorno, Introduzione alla sociologia della musica, Einaudi, Torino 1971, pp. XXII + 272.
- Dino Formaggio, L'arte come idea e come esperienza, Isedi, Milano 1973, Mondadori, Milano 1981, 1990, pp. II + 268.
- Giulio Girardi, Gli esclusi costruiranno la nuova storia?, Borla, Roma 1994, pp. 288.
*
Fantascienza
- Isaac Asimov, Abissi d'acciaio, Mondadori, Milano 1986, 2022, pp. 240, euro 6,90.
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Gialli
- Georges Simenon, Il porto delle nebbie, Adelphi, Milano 1994, Gedi, Torino 2022, pp. 192, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4381 del 15 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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