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[Nonviolenza] Telegrammi. 4380
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4380
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 13 Feb 2022 18:04:56 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4380 del 14 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Contro la guerra
2. Il presidente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana scrive al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinche' interceda per la liberazione di Leonard Peltier
3. Non consentiamo con il nostro silenzio che Leonard Peltier muoia di covid in carcere
4. L'appello urgente di Amnesty International al Presidente Biden per la liberazione immediata di Leonard Peltier, ora anche malato di covid
5. Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid. Un appello per la sua liberazione
6. Una lettera ai parlamentari europei
7. International Leonard Peltier Defense Committee: Press conference to demand immediate hospitalization and Covid release from prison for Native political prisoner Leonard Peltier
8. International Indian Treaty Council: Letter to Biden Administration
9. Jennifer Bendery: Leonard Peltier Tests Positive For Covid-19
10. Giorgio Langella: Leonard Peltier deve vivere
11. Ripetiamo ancora una volta...
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'
1. L'ORA. CONTRO LA GUERRA
Contro la guerra occorre il disarmo.
Occorre la smilitarizzazione.
Occorre la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e comprenda e congiunga e difenda.
Occorre la nonviolenza.
*
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
*
Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
2. APPELLI. IL PRESIDENTE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO MAO VALPIANA SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA AFFINCHE' INTERCEDA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Egregio Presidente Sergio Mattarella,
nel Suo discorso di insediamento per il secondo mandato, davanti alle Camere riunite, Lei ha voluto richiamare con forza la parola "dignita'", facendone un concetto chiave del programma del settennato.
Mi permetto quindi di appellarmi proprio al valore della "dignita'" per chiedere un Suo autorevole intervento a favore di una persona, detenuta ingiustamente negli Stati Uniti: Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 46 anni in carcere innocente, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, attualmente malato di covid e bisognoso di cure adeguate impossibili in carcere. So bene del doveroso rispetto tra Stati dell'autonomia giudiziaria e della consuetudine di non ingerenza negli affari interni. Tuttavia, qui si tratta appunto del rispetto della dignita' umana, concetto universale, che travalica ogni confine. Non un intervento di giustizia, ma la grazia presidenziale per la dignita' umana.
Le chiedo percio', signor Presidente, di intercedere presso il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, affinche' voglia concedere la grazia a Leonard Peltier, come l'opinione pubblica mondiale chiede da tempo: un gesto che dara' dignita' a chi lo compie e a chi lo riceve.
Voglia ricevere, signor Presidente, i miei piu' rispettosi saluti.
Mao Valpiana
presidente del Movimento Nonviolento
Verona, 13 febbraio 2022
3. HIC ET NUNC. NON CONSENTIAMO CON IL NOSTRO SILENZIO CHE LEONARD PELTIER MUOIA DI COVID IN CARCERE
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona di far sentire la sua voce per la vita e la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 46 anni in carcere innocente, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, attualmente malato di codiv e bisognoso di cure adeguate impossibili in carcere.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca a Leonard Peltier la liberta' e gli consenta cure adeguate.
*
Diffondete questo appello, grazie.
Scrivete al Presidente Biden: https://www.whitehouse.gov/contact/
Scrivete all'"International Leonard Peltier Defense Committee": e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
4. INIZIATIVE. L'APPELLO URGENTE DI AMNESTY INTERNATIONAL AL PRESIDENTE BIDEN PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI LEONARD PELTIER, ORA ANCHE MALATO DI COVID
[Dal sito di Amnesty International USA: www.amnestyusa.org]
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500, USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform: https://www.whitehouse.gov/contact/
Dear Mr. President,
The news that 77-year-old Native American activist Leonard Peltier has contracted COVID-19 in federal prison has greatly heightened concern for his well-being given his age and his serious medical conditions, including diabetes, kidney disease and a heart ailment.
Pending before you is Leonard Peltier's clemency petition in which he seeks commutation of his sentence. Many have called for his release over the years on humanitarian grounds, including the National Congress of American Indians and several Nobel laureates, including the late Archbishop Desmond Tutu. Most recently, the Chairperson of the Senate Indian Affairs Committee, Senator Brian Schatz, has urged you to grant clemency, in line with your administration's commitment to "righting past wrongs" in the criminal justice system.
Leonard Peltier has always maintained his innocence of the murder of two FBI agents during a confrontation with members of the American Indian Movement on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota in 1975. There are serious concerns about the fairness and reliability of proceedings leading to his trial and conviction in 1977. These concerns have led the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial to call for clemency.
Even without the serious additional serious factor of COVID-19, there remain deep concerns about Leonard Peltier's deteriorating health.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
5. APPELLI. LEONARD PELTIER RISCHIA DI MORIRE IN CARCERE DI COVID. UN APPELLO PER LA SUA LIBERAZIONE
Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid.
Leonard Peltier e' detenuto da 46 anni pur essendo del tutto innocente dei delitti che gli sono stati attribuiti sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettanto false.
Leonard Peltier e' un nativo americano perseguitato per aver sempre lottato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra.
Leonard Peltier e' un testimone della dignita' umana la cui liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da Madre Teresa di Calcutta, da Desmond Tutu, da Rigoberta Menchu', dal Dalai Lama, da innumerevoli donne e uomini di volonta' buona.
Leonard Peltier alcuni giorni fa ha contratto il covid, e nel carcere di massima sicurezza in cui si trova non puo' ricevere cure adeguate.
Facciamo sentire la voce dell'umanita' per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America che attraverso l'istituto della grazia presidenziale gli restituisca la liberta' e gli consenta cure adeguate.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
*
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffondere questo appello.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
*
Le persone partecipanti all'incontro di Viterbo del 7 febbraio 2022 (a quarantasei anni e un giorno dall'arresto di Leonard Peltier il 6 febbraio 1976)
6. APPELLI. UNA LETTERA AI PARLAMENTARI EUROPEI
Oggetto: preghiera di un intervento affinche' a Leonard Peltier, detenuto innocente da 46 anni ed ora malato di covid, sia restituita la liberta' e possa ricevere cure adeguate.
Egregio parlamentare europeo,
forse sapra' gia' che Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da sempre impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente, e' da alcuni giorni malato di covid.
Nel penitenziario di massima sicurezza in cui e' detenuto non puo' ricevere un'assistenza sanitaria adeguata; peraltro e' una persona di eta' avanzata - 77 anni - e gia' sofferente di gravi patologie.
Le saremmo assai grati se volesse esprimere pubblicamente - nella forma che riterra' piu' opportuna - anche il suo impegno per la vita e la liberazione di Leonard Peltier, impegno gia' espresso fin dagli anni '90 dal Parlamento Europeo e nuovamente espresso alcuni mesi fa dal compianto Presidente Sassoli.
*
Le segnaliamo infatti che alcuni mesi fa il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, recentemente scomparso, espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.
*
Le segnaliamo anche che che gia' in passato - nel 1994 e nel 1999 - il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
*
In calce alleghiamo una minima notizia su Leonard Peltier.
*
Segnaliamo infine qui di seguito alcuni riferimenti utili per ulteriori informazioni:
- in Italia: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios), siti: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
- negli Usa: "International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info,
*
Sperando in un suo sollecito impegno e ringraziandola fin d'ora per la cortese attenzione, voglia gradire distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 4 febbraio 2022
* * *
Allegato: Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994); Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
*
Un estratto dall'autobiografia di Leonard Peltier
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
*
Un altro estratto dall'autobiografia di Leonard Peltier
"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
7. VOCI DAL MONDO. INTERNATIONAL LEONARD PELTIER DEFENSE COMMITTEE: PRESS CONFERENCE TO DEMAND IMMEDIATE HOSPITALIZATION AND COVID RELEASE FROM PRISON FOR NATIVE POLITICAL PRISONER LEONARD PELTIER
[Dal sito https://indiancountrytoday.com riprendiamo e diffondiamo il seguente comunicato del 31 gennaio 2022]
Native political prisoner Leonard Peltier, who has been in U.S. federal prison for 46 years despite worldwide calls for his freedom, tested positive for Covid on Friday, Jan. 28.
Carol Gokee and Jean Roach, co-directors of the International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) are hosting a press conference on Monday, Jan. 31 at 1:00 p.m. in Tampa to expose the failure of the Bureau of Prisons (BOP) to follow Centers for Disease Control and Prevention (CDC) guidelines and Covid guidelines issued by former Attorney General William Barr.
At 77 years old with severe health problems, Leonard Peltier is at great risk. Supporters are demanding his immediate transfer to a hospital to prevent complications that could endanger his life. He has diabetes, an aortic aneurysm, untreated kidney disease and high blood pressure. He also had open heart surgery recently.
Despite the extremely high transmissibility of the Omicron variant, the BOP had not provided booster shots to the prisoners at the Coleman I penitentiary, particularly to the Elders Unit, where Mr. Peltier is imprisoned.
"We are calling for Leonard to be transferred to a hospital immediately. He waited all day from 8:00 a.m. on Friday when he told the authorities he was sick. He was not tested for hours. It was only at 7:00 p.m. that he was told the test result was positive", says Gokee.
Roach says, "It is unconscionable that Leonard Peltier and the other prisoners were not given the booster shot. We demand that he be provided hospitalization to assure a higher chance of survival and recovery. Despite his eligibility for Covid release due to the pandemic, we are alarmed that he could face a death sentence by the BOP's negligence. Leonard Peltier needs to be hospitalized, not just isolated in the prison":
There is a growing chorus of voices calling on President Biden to free Mr. Peltier. On January 26, Brian Schatz, (D-Hawaii) Chair of the Senate Indian Affairs Committee, wrote to President Biden, saying in part, "I write to urge you to grant a commutation of Leonard Peltier's sentence".
James H. Reynolds, who was the prosecutor at Mr. Peltier's trial, wrote Biden on July 9, 2021, "I write today from a position rare for a former prosecutor: to beseech you to commute the sentence of a man who I helped put behind bars. ... I have realized that the prosecution and continued incarceration of Mr. Peltier was and is unjust".
A national Change.org petition is calling for Leonard Peltier's hospitalization and freedom: Chng.it/xChWLc5vT6
The press conference will be livestreamed on the International Leonard Peltier Defense Committee Facebook page. Please join us at 1:00 p.m. on January 31st at the link below: ttps://www.facebook.com/1525759891020315/posts/3055748038021485/
8. VOCI DAL MONDO. INTERNATIONAL INDIAN TREATY COUNCIL: LETTER TO BIDEN ADMINISTRATION
[Dal sito www.iitc.org riprendiamo e diffondiamo questa lettera del 2 febbraio 2022]
February 2, 2022
*
The Honorable Joe Biden
President of the United States
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
*
Respectful Greetings,
The International Indian Treaty Council (IITC) has learned that Leonard Peltier has tested positive for COVID-19 (Jan. 28, 2022), and in light of this terrible news, we are writing you today to renew our urgent request to grant our colleague and relative executive clemency and additionally request for compassionate release and COVID-19 release. Many other human rights organizations, Tribal Nations, and Tribal organizations, including the National Congress of American Indians have made the same request. Mr. Peltier is Anishinaabe, an enrolled member of the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians, and an Indigenous Human Rights Defender.
The IITC is extremely concerned with Mr. Peltier's health condition and fear that it will worsen drastically, and even result in his death due to COVID-19. Mr. Peltier has several compounding health conditions, including kidney disease, diabetes, and high blood pressure. COVID-19 is a deadly virus in and of itself and the likelihood of long-COVID disabilities or death increase drastically with pre-existing conditions. A person that contracts COVID-19 with pre-existing kidney disease is twice as likely to succumb to the virus. A person that is over the age of 65 (Mr. Peltier is 77) is 80 times more likely to succumb to the virus. Diabetes and high blood pressure also drastically increase the probability that severe COVID symptoms will develop. Moreover, these statistics come from hospitals accessible to the public – prison hospitals are notoriously underfunded, understaffed, and pose dangers to people in prison.
The IITC, and others, have been concerned about Mr. Peltier's health for years and have requested redress on Mr. Peltier's behalf, and have increased coordinated efforts due to the deadly COVID-19 pandemic.
The IITC affirms the widely held view that Mr. Peltier's conviction was an egregious miscarriage of justice and, among other things, a violation of his due process rights. He was sentenced in 1977 to two consecutive life terms in connection with the June 26, 1975, shooting and deaths of two agents of the Federal Bureau of Investigation (FBI) on the Pine Ridge Reservation, SD, after a trial which has been widely criticized over the blatant FBI and U.S. General Attorney misconduct. The incident occurred during a time of considerable violence and extreme tension on Pine Ridge, and members of the American Indian Movement such as Mr. Peltier were targeted for persecution by federal law enforcement. We are certain that had he gone to trial with his co-defendants, who were acquitted on grounds of self-defense; had he been allowed to present all of the evidence in his defense, including instances of FBI intimidation of witnesses and suborned perjury; had a racist juror exposed during trial not been allowed to remain on the panel; and had critical ballistics evidence reflecting his innocence not been withheld from defense counsel and the jury, Leonard Peltier would be a free man today.
As a signatory to the International Convention on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination (ICERD), the United States of America must undertake to prohibit and eliminate racial discrimination in all its forms and to guarantee the right of everyone, including Indigenous Peoples, to equality before the law. Prohibitions against discrimination are also contained in the United Nations (UN) Declaration on the Rights of Indigenous Peoples and the International Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR).
In paragraph 91 of the report on his official country visit to the United States issued on August 30, 2012, United Nations Special Rapporteur on the Rights of Indigenous Peoples, Professor James Anaya, made a similar recommendation: "Other measures of reconciliation should include efforts to identify and heal particular sources of open wounds. And hence, for example, promised reparations should be provided to the descendants of the Sands Creek massacre, and new or renewed consideration should be given to clemency for Leonard Peltier".
Leonard Peltier is now 77 years old and a great-grandfather. He has fulfilled his federal sentencing guideline requirements but has been repeatedly denied parole. Leonard Peltier now has tested positive for COVID-19 and his very life is at stake.
We have seen and felt the commitment the Biden Administration has shown to Indian Country and Indigenous communities. We need to see that same commitment to repair the relationship between the U.S. and Indigenous Peoples of this land in Mr. Peltier's case. This is an open wound for us all and it is clear now that the Biden Administration is the last presidential administration that can remedy this situation. The time to provide remedy in Leonard Peltier's case is dwindling. We request that you remedy this wound that reverberates in Indian Country before it is too late and grant executive clemency, COVID-19 release, or compassionate release immediately or release into a hospital that can provide effective care for Leonard Peltier.
Respectfully,
Ron Lameman, President International Indian Treaty Council
Andrea Carmen, Executive Director International Indian Treaty Council
*
For more information, please contact Summer Blaze Aubrey, IITC Staff Attorney for Human Rights at (509) 823-6951, or via email: summer at treatycouncil.org
9. DOCUMENTAZIONE. JENNIFER BENDERY: LEONARD PELTIER TESTS POSITIVE FOR COVID-19
[Dal sito dell'"Huffington Post" (www.huffpost.com) riprendiamo e diffondiamo questo articolo del 28 gennaio 2022]
Leonard Peltier, the ailing 77-year-old Native American rights activist who has been pleading for help from prison amid coronavirus lockdowns and still hasn't received a booster shot, has tested positive for COVID-19.
*
"Today, Leonard tested positive for COVID", Peltier's attorney Kevin Sharp told HuffPost late Friday. "We are all very concerned, as is Leonard. He wanted people to know that he sends his love and appreciation for the years everyone has fought for him. And should he make it through this, he intends to continue speaking out for Native rights".
Peltier began feeling "like shit" on Thursday and had a "rough night" of painful and persistent coughing, Sharp said. "He told me, 'I hope this is just a bad cold, but I have never had a cold like this before'".
Peltier has now been placed in quarantine for 10 days.
Peltier has been in prison for 45 years without any evidence that he committed a crime. The FBI and U.S. Attorney Office charged him with the 1975 murders of two FBI agents during a shootout on a Native American reservation - something he has long said he didn't do, even when it meant he could have been paroled if he'd said he did. His trial was riddled with misconduct, and even the U.S. attorney who helped put Peltier in prison decades ago is now pleading with President Joe Biden to grant him clemency because, he says, federal officials never had evidence that he committed a crime.
He is still serving out two life sentences. Sharp said Friday that it's obvious Peltier needs care that a Federal Bureau of Prisons medical unit can't provide.
"Enough is enough. It's time to send Leonard Peltier home to the care of an appropriate medical facility and the love and support of his family on the Turtle Mountain Reservation", he said. "His unconstitutional conviction should not turn into a de facto death sentence".
Peltier told HuffPost last week that his prison facility's prolonged COVID-19 lockdowns and failure to provide him and other inmates with booster shots has left him - and likely others - unbearably isolated and preparing for death. He is particularly vulnerable to COVID given his serious health problems, which include diabetes and an abdominal aortic aneurysm.
"I'm in hell", he told HuffPost. "Left alone and without attention is like a torture chamber for the sick and old".
Sen. Brian Schatz (D-Hawaii), the chair of the Senate Indian Affairs Committee, on Wednesday urged Biden to commute Peltier's sentence and send him home, given his age, illness and time served.
"I commend your administration's commitment to righting past wrongs in our criminal justice system", Schatz wrote to Biden. "In continuing that work as you consider recommendations for individuals to receive clemency, I write to urge you to grant a commutation of Leonard Peltier's sentence".
Sen. Patrick Leahy (D-Vt.), the former longtime chair of the Senate Judiciary Committee and the longest-serving member of the Senate, has also called on Biden to send Peltier home.
A spokesperson for the Federal Bureau of Prisons did not respond to a request for comment earlier Friday on why Peltier had not been transferred to in-home confinement given his age, declining health and time served.
10. VOCI. GIORGIO LANGELLA: LEONARD PELTIER DEVE VIVERE
[Dal sito lunitadeilavoratorionline.wordpress.com riprendiamo e diffondiamo]
Ormai e' la "normalita'".
Per poter leggere alcune notizie bisogna affidarsi alla "piccola" informazione o a quella che proviene dall'estero. Mi riferisco a fatti che qualche decennio fa suscitavano indignazione da parte della "grande stampa" e di quella "classe politica" (e anche di quella intellettuale molto attenta all'apparire e al far spettacolo) che oggi e' assolutamente assente, attenta ad altro, fondamentalmente prevenuta e tifosa di cause insostenibili, basta che avvengano in paesi nostri alleati. Tifo, insomma, e non verita'.
Alcuni esempi.
Si guardi a quello che sta passando Julian Assange rinchiuso in un carcere di massima sicurezza britannico, il famigerato Belmarsh, senza accuse se non quelle statunitensi, colpevole di aver diffuso notizie vere che rivelavano soprattutto le responsabilita' delle grandi democrazie occidentali nelle torture verso i dissidenti, nei massacri, nelle guerre da esse scatenate in varie parti del mondo.
Assange, pochi giorni fa, e' stato candidato al Nobel per la pace ma da noi, in Italia, poco e' trapelato. Non fa notizia, evidentemente, se una persona viene perseguitata non da una di quelle "dittature" definite tali da chi conduce l'informazione, ma da una di quelle "grandi democrazie" affini alla nostra.
E poi c'e' in ballo la vita, che evidentemente interessa solo a pochi, del piu' "longevo" prigioniero politico statunitense: Leonard Peltier, che da 46 anni e' in carcere, spesso in isolamento, condannato a due ergastoli per un crimine che (e oggi e' sempre piu' evidente) non ha commesso. Dichiarato colpevole con un processo portato avanti con una giustizia ostile, con prove e testimonianze risultate false, estorte, costruite. Leonard Peltier aveva e ha una "colpa" che il potere statunitense non puo' perdonare: e' un indiano d'America e, soprattutto, e' un attivista politico per i diritti del suo popolo. Inoltre ha un'altra "colpa" che lo rende "nemico del potere", e' un lottatore, una persona che pensa, che non si inchina, che non accetta passivamente di subire le ingiustizie che soffre il suo popolo.
Si sappia che Peltier e' ancora in carcere perche' gli e' stata rifiutata la revisione del processo nonostante molte nuove prove lo scagionassero. E' ancora recluso perche' i vari presidenti statunitensi, sia quelli repubblicani sia i democratici (tra i quali si annovera anche Obama premio Nobel "preventivo" per la pace), non gli hanno concesso la grazia in quanto lui non si e' mai pentito di qualcosa che non aveva commesso e non ha mai chiesto scusa.
Oggi Leonard Peltier ha 77 anni ed e' malato non solo degli acciacchi dell'eta'. Peltier, pochi giorni fa, ha contratto il covid e sta vivendo una situazione insostenibile. Ma di questo la nostra "grande informazione" ha detto pochissimo. Anzi, niente.
Pochi giorni prima del contagio, il 21 gennaio 2022, Peltier ha scritto alcune frasi che fanno pensare ed e' giusto leggere:
"I prigionieri chiedono attenzione al Covid e non alla tortura della reclusione.
Il Covid ha riportato la prigione di Coleman nel Medioevo. Ricordo una volta che alla Marion USP, dove sono stato confinato in una cella di isolamento per tanto tempo, dopo 72 ore potevano farti iniziare a dimenticare chi eri. Una volta ho scritto il mio nome sul pavimento di cemento sotto il mio letto in maniera che, se ne lo fossi dimenticato, avrei potuto leggerlo da solo. Ho scambiato la mia ultima sigaretta con una matita. Correvo alla porta quando una guardia posava un piatto di cibo scarso, solo per intravedere un altro essere umano e anche se era qualcuno che mi odiava, era comunque un altro essere umano e questo era un bene per la mia mente anche se durava un minuto.
Sono all'inferno e non c'e' modo di affrontarlo se non di resistere il piu' a lungo possibile. Mi aggrappo a credere che le persone, fuori, stiano facendo il possibile per cambiare la nostra situazione qui dentro. La paura e lo stress colpiscono tutti, compreso il personale. Lo puoi vedere nei loro volti e sentire nelle loro voci. L'intera istituzione e' in totale reclusione.
Sono stato dentro e fuori dall'isolamento. L'anno scorso potevo almeno farmi una doccia a giorni alterni, e mi davano un po' di cibo oltre a un panino bagnato con del burro di arachidi, ma ora, con la scusa del Covid, non c'e' niente. Sono senza telefono, senza finestra, senza aria fresca, senza umani da incontrare, senza poter sentire la voce di una persona cara. Senza nessun sollievo. Per i malati e gli anziani, essere lasciati soli e incustoditi e' come una camera di tortura.
Dove sono i nostri attivisti per i diritti umani? Ascoltatemi, e con me, ascoltate molti uomini e donne disperati! Stanno trasformando un ambiente gia' duro in un totale isolamento e per molti che non hanno ricevuto la pena di morte, adesso la stiamo vedendo in faccia!
Aiutatemi, fratelli e sorelle, aiutatemi, miei buoni amici".
Un grido di aiuto per se' e per i suoi compagni rivolto a ognuno di noi, a chiunque abbia coscienza.
Non dobbiamo restare inermi, non possiamo guardare in basso cercando qualche scusa. E' necessario qualcosa, anche un piccolo gesto. Facciamo sentire la nostra vicinanza, a Leonard, stringiamolo in un abbraccio virtuale. Parliamo di quello che gli stanno facendo, gridiamo. Uniamo le nostre voci e le nostre intelligenze alla sua disperazione.
Esigiamo che il parlamento Europeo si esprima per la sua liberazione dando seguito a quello che aveva preannunciato David Sassoli poco prima di morire.
Leonard Peltier e tutti i perseguitati dall'ingiustizia ne hanno bisogno.
Sono affamati della nostra solidarieta'.
Sara' poco quello che possiamo fare, ma e' pur qualcosa.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Angela Ales Bello, Introduzione alla fenomenologia, Aracne, Roma 2009, pp. 80.
- Renate Siebert, Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003, pp. 172.
*
Classici
- Rainer Maria Rilke, Liriche e prose, Sansoni, Firenze 1984, pp. XX + 958.
- Testi taoisti, Utet, Torino 1977, 2002, Mondadori, Milano 2009, pp. 684.
13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
14. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4380 del 14 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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