[Nonviolenza] Telegrammi. 4367



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4367 del primo febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Maria Virgini
2. Alle donne e agli uomini di volonta' buona che siedono nel Parlamento italiano e nel Parlamento europeo. Un appello ad impegnarsi per la liberazione immediata di Leonard Peltier ammalato di Covid
3. Quattro incontri a Milano e in Lombardia per la liberazione di Leonard Peltier
4. Il Movimento Nonviolento scrive al Presidente della Repubblica
5. Contrastare la pandemia
6. Tre tesi
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. "Citta' Vicine": Chi ha paura della liberta' delle donne? Sciogliere i nodi della violenza maschile. Un invito a un convegno
9. Enrico Peyretti presenta "Prima che gridino le pietre. Manifesto contro il nuovo razzismo" di Alex Zanotelli
10. Segnalazione editoriale di "Diario di un obiettore. Strapparsi le stellette nel '68" di Enzo Bellettato
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. LUTTI. MARIA VIRGINI

E' deceduta Maria Virgini, docente, volontaria, persona buona.
Con gratitudine che non si estingue la ricordiamo.
Ai familiari affranti le nostre condoglianze.

2. APPELLI. ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI VOLONTA' BUONA CHE SIEDONO NEL PARLAMENTO ITALIANO E NEL PARLAMENTO EUROPEO. UN APPELLO AD IMPEGNARSI PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI LEONARD PELTIER AMMALATO DI COVID

Gentilissime parlamentari italiane e gentilissimi parlamentari italiani,
gentilissime parlamentari europee e gentilissimi parlamentari europei,
come forse gia' saprete, Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e nella difesa della Madre Terra, ormai settantasettenne, da 46 anni ingiustamente ed assurdamente detenuto nelle carceri statunitensi dopo essere stato condannato per delitti che non ha mai commesso, ha contratto il covid.
La sua eta' avanzata e le sue gia' precarie condizioni di salute richiedono che riceva cure adeguate: la sua vita e' in grave pericolo.
Nessuna persona senziente e pensante puo' accettare che Leonard Peltier muoia in carcere: la sua iniquissima e scandalosissima prigionia (come e' universalmente noto fu condannato sulla base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, ed i suoi stessi accusatori e giudici hanno successivamente riconosciuto che non commise quei delitti ma fu vittima di una persecuzione) deve cessare adesso, la sua doverosa liberazione deve avvenire adesso, prima che sia troppo tardi.
Come e' noto, essendogli stato negato a suo tempo l'accesso a un ulteriore grado di giudizio che ne riconoscesse l'evidente innocenza, ora solo il Presidente degli Stati Uniti d'America puo' restituirgli la liberta', concedendogli la grazia: sarebbe un atto non di mera clemenza (come tecnicamente sarebbe definito), ma di riparazione - sia pur parziale e tardiva - di un torto, un atto di verita' e di giustizia.
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Gentilissime parlamentari italiane e gentilissimi parlamentari italiani,
gentilissime parlamentari europee e gentilissimi parlamentari europei,
vi chiediamo di unire le vostre voci a quelle di tante persone, di tante associazioni, di tante istituzioni democratiche nel chiedere pubblicamente al Presidente Biden di liberare Leonard Peltier, di liberarlo adesso, di liberarlo subito, di liberarlo prima che non sia piu' possibile.
Nelson Mandela chiese la liberazione di Leonard Peltier, Madre Teresa di Calcutta chiese la liberazione di Leonard Peltier, Desmond Tutu chiese la liberazione di Leonard Peltier, e con loro Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, il Dalai Lama, e con loro la chiedono innumerevoli donne ed uomini di tutto il mondo, personalita' prestigiosissime e persone comuni.
Anche in Europa e in Italia in questi ultimi mesi tante persone si sono ancora una volta impegnate per la liberazione di Leonard Peltier, e tra esse il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
E' quindi anche nel ricordo e all'ascolto di David Sassoli che vi chiediamo di unirvi al corale appello affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' ora.
Grazie per quanto vorrete fare.
Un cordiale saluto,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 31 gennaio 2022
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".
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Allegati:
1. Una minima notizia su Leonard Peltier
2. Un appello del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli
3. la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999
4. Alcuni riferimenti utili
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1. Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994); Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata. Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'. Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano. Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni. Credo nel bene dell'umanita'. Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto anche: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso. Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni. Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare. Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio. Non cedero' mai. Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita. Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame. Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente. Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita. Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
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2. Un appello del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli
Il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Roberta De Monticelli, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.
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3. la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999
Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America.
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4. Alcuni riferimenti utili
Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/

3. INCONTRI. QUATTRO INCONTRI A MILANO E IN LOMBARDIA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Venerdi' 4 febbraio 2022 a Osnago (provinca di Lecco) presso il circolo Arci "La Loco" in via Trieste 23 con inizio alle ore 18,30.
Sabato 5 febbraio 2022 a Novate Milanese presso il circolo "Sempre avanti" in via Bertola 11 con inizio alle ore 18,30.
Domenica 6 febbraio 2022 a Milano in piazza Duomo presidio musicale con inizio alle ore 17.
Venerdi' 11 febbraio 2022 a MIlano presso il C.O.A. T28 in via dei Transiti 28 con inizio alle ore 19,30.
Partecipa Andrea De Lotto del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano.
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Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info

4. APPELLI. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo]

Egregio Presidente Mattarella,
Le scrivo a nome e per conto del Movimento Nonviolento, che ho l'onore di rappresentare.
In occasione della Sua nuova elezione alla Presidenza della Repubblica, desideriamo presentarLe le nostre felicitazioni e il ringraziamento per la Sua disponibilita' al servizio delle istituzioni, della democrazia, del popolo italiano.
La Costituzione Le affida, tra gli altri, i compiti di rappresentare l'unita' nazionale, ratificare i trattati internazionali, comandare le Forze armate. Lei ha gia' svolto queste funzioni nel precedente mandato con disciplina e onore e siamo certi che cio' avverra' anche nel futuro. Desideriamo pero' richiamare la Sua attenzione su un tema che a noi sta molto a cuore, quello della difesa della Patria, alla luce degli articoli 11 e 52 della nostra Carta costituzionale.
Come Lei ben sa il riconoscimento giuridico e la parificazione tra difesa armata e difesa nonviolenta e' gia' stato fatto proprio dal nostro ordinamento (due sentenze della Corte costituzionale, la n. 164/1985 e 470/1989, la legge del 230 del 1998 di riforma dell'obiezione di coscienza e la legge 64 del 2001 istitutiva del servizio civile nazionale, e con il Decreto Legislativo n. 40 del 6 marzo 2017 sul Servizio Civile Universale); negli ultimi anni l'intera comunita' nazionale ha difeso, con costi e impegno altissimi, la salute individuale e la sanita' pubblica. Non c'e' bene superiore del diritto alla vita, tutto il resto viene dopo; eppure il bilancio della difesa e' assorbito esclusivamente dalla spesa militare complessiva, che nel 2022 arrivera' a sfiorare i 26 miliardi di euro, mentre alla difesa civile non armata e nonviolenta non arrivano nemmeno le briciole.
In Europa ci collochiamo ai primi posti come potenza militare, mentre siamo agli ultimi posti per la spesa pubblica nell'istruzione. Condividiamo quanto Lei stesso ebbe a dire nel precedente mandato: "la guerra, ogni guerra, e' un moltiplicatore di lutti e di sofferenze; e' stata la pace, non la guerra, ad assicurare stabilita' e progresso. E' stato il dialogo, non lo scontro, a permettere le grandi conquiste civili, economiche e sociali di questi settanta anni. Sono state le intese, le alleanze non aggressive, le unioni a livello sovranazionale, e non le chiusure e le barriere, a garantire al nostro Paese, e agli altri, la liberta', la democrazia, il benessere, lo sviluppo".
Per questo auspichiamo che dal Quirinale possa venire un riequilibrio dei poteri della difesa.
Noi sosteniamo la Campagna "Un'altra difesa e' possibile", promossa da un coordinamento di movimenti, reti, associazioni pacifiste (Rete Italiana Pace e Disarmo, Tavolo interventi civili di pace, Conferenza nazionale degli Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Sbilanciamoci!). Con una Petizione a Camera e Senato, abbiamo depositato una proposta di Legge – gia' all'attenzione delle competenti Commissioni Affari costituzionali e Difesa – che istituisce il Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta, strumento istituzionale necessario per il riconoscimento della difesa civile non armata e nonviolenta (protezione civile, servizio civile, corpi civili di pace) da finanziare con fondi sottratti alle armi. La difesa della Patria, cioe' l'integrita' della nostra comunita' – oggi minacciata dalla pandemia, dalla crisi climatica e dalle armi nucleari - e' affidata dalla Costituzione ai cittadini ed e' un sacro dovere che riguarda ciascuno di noi.
La proposta di legge ha lo scopo di dotare il nostro Paese dei mezzi e degli strumenti idonei e alternativi alla guerra per promuovere "il dialogo, le intese e le alleanze" tra i popoli – come Lei giustamente ricorda - capaci di intervenire nei conflitti prima che essi degenerino in guerre con attivita' di prevenzione, durante i conflitti con strumenti di mediazione e interposizione, e dopo i conflitti con capacita' di promuovere la riconciliazione.
Per queste ragioni auspichiamo che – al piu' presto – la proposta di legge possa essere calendarizzata, votata in Parlamento e giungere alla Sua attenzione per la firma definitiva.
E' per noi un grande conforto sapere che non siamo soli a sostenere questi obiettivi. Il recente appello di 50 premi Nobel e accademici "Una semplice concreta proposta per l'umanita'", va nella stessa direzione con la volonta' di mettere al centro dell'agenda politica globale la necessita' della riduzione delle spese militari. L'obiettivo e' ragionevole e possibile: un negoziato comune tra tutti gli Stati membri dell'ONU per ridurre del 2% ogni anno, per 5 anni, le spese belliche di ciascun paese, liberando cosi' un "dividendo di pace" di 1000 miliardi di dollari entro il 2030.
Proprio per rafforzare e iniziare a praticare l'appello dei Nobel, del Papa, e delle Campagne disarmiste sostenute dall'opinione pubblica, bisogna che qualcuno faccia un primo passo, che sara' seguito da passi altrui. L'Italia puo' dare un esempio virtuoso, senza mettere in discussione la sua politica di difesa e sicurezza garantita dall'articolo 52 della Costituzione, ma ottemperando al dettame di ripudio della guerra dell'articolo 11: applicare una "moratoria" sulle spese aggiuntive dei programmi per nuovi sistemi d'arma, un taglio di 5/6 miliardi da spostare subito su capitoli di spesa per politiche di pace e cooperazione.
Sappiamo bene, signor Presidente, che queste decisioni non dipendono direttamente dalla Sua volonta', anche se il Suo ruolo di "capo delle Forze Armate" e di "presidente del Consiglio supremo di difesa" renderebbe particolarmente opportuno un Suo autorevole pronunciamento su queste specifiche questioni.
Il Suo primo atto istituzionale dopo il giuramento davanti alle Camere riunite, sara' rendere omaggio al Milite ignoto che da quest'anno, finalmente, rappresenta anche quei soldati disertori fucilati e giustamente riabilitati perche', come Lei stesso ha detto, "La memoria di quei mille e piu' italiani uccisi dai plotoni di esecuzione interpella oggi la nostra coscienza di uomini liberi e il nostro senso di umanita'".
Il fondatore del nostro Movimento, il filosofo antifascista Aldo Capitini, diceva che il fascismo cammina su due gambe: la violenza e il militarismo. Dunque l'antidoto e' fatto di nonviolenza e antimilitarismo. Queste sono le nostre fondamentali direttrici d'azione.
E' anche in base a queste riflessioni che il Movimento Nonviolento da oltre 60 anni si impegna per l'opposizione integrale alla guerra e la preparazione delle condizioni di pace, con un lavoro culturale ed educativo per la nonviolenza.
Ricordando il motto che fu proprio di un Suo predecessore, amato Presidente del passato, "Svuotare gli arsenali, riempire i granai", La salutiamo con cordialita'.
Voglia, signor Presidente, accogliere la nostra stima e i nostri auguri per il prossimo settennato.
per il Movimento Nonviolento: Massimo Valpiana, presidente

5. REPETITA IUVANT. CONTRASTARE LA PANDEMIA

Vaccinazione obbligatoria e gratuita per l'umanita' intera.
Troppi esseri umani sono gia' morti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. INCONTRI. "CITTA' VICINE": CHI HA PAURA DELLA LIBERTA' DELLE DONNE? SCIOGLIERE I NODI DELLA VIOLENZA MASCHILE. UN INVITO A UN CONVEGNO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo]

Cercare, riconoscere, valorizzare i segni della liberta' femminile.
La' dove e' solo un germoglio ancora fragile, o una piantina da far crescere con cura, o un albero ben radicato che gia' offre ombra e riparo alle altre donne.
Creare occasioni di incontro e di scambio, di confronto e di crescita per dare e darsi coraggio, riflessioni, pensiero.
Continuare il lavoro di creazione di ordine simbolico e di rappresentazione del sesso femminile che scardini la cultura patriarcale alle radici in tutte le sue manifestazioni, dalle piu' evidenti alle piu' sottili, dalle piu' vistose da cronaca nera a quelle della microfisica del quotidiano, da quelle dei singoli uomini a quelle istituzionali, altrettanto violente e opprimenti.
Questa liberta' che le donne si sono date e si danno disorienta l'uomo, ne agita i peggiori fantasmi e fa paura. Il disordine patriarcale colpisce alla ricerca di nuove strategie, di nuove vie di fuga. Ne sono esempi l'attacco alla differenza sessuale in nome dell'ideologia di genere nelle sue varie espressioni, dall'ormonizzazione delle e degli adolescenti alla neutralizzazione del linguaggio, il macabro ritmo dei femminicidi (uno ogni tre giorni), l'attacco alla legge 194 con il 70% dei medici obiettori, l'aggressione alle madri e l'allontanamento dei loro figli e figlie attraverso un uso spregiudicato della cosiddetta PAS (sindrome da alienazione parentale), l'invidia maschile della generativita' femminile che si vorrebbe ridurre alla gestazione di un "prodotto", commerciabile e scambiabile.
Le donne sono in cammino: la liberta' femminile esiste, e' necessario l'avvento di una nuova civilta'.
Questo ha espresso il femminismo fin dalla sua nascita, questo hanno ribadito molte piazze il 27 novembre scorso, questo ha riaffermato il convegno di Catania del 25 novembre contro "Il filo nero della violenza".
Parliamone insieme e confrontiamoci al Convegno delle Citta' Vicine, il 19 febbraio 2022 dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 16 tramite la piattaforma zoom al seguente link https: us06web.zoom.us/j/
Per qualsiasi indicazione rivolgersi a: Segreteria Casa Comune Mag, Giulia Pravato tel. 0458100279, info at magverona.it

9. LIBRI. ENRICO PEYRETTI PRESENTA "PRIMA CHE GRIDINO LE PIETRE. MANIFESTO CONTRO IL NUOVO RAZZISMO" DI ALEX ZANOTELLI
[Dal sito del Centro Studi "Sereno Regis" (www.serenoregis.org).
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.
Padre Alex Zanotelli e' una delle figure piu' vive dell'impegno nonviolento]

Alex Zanotelli, Prima che gridino le pietre. Manifesto contro il nuovo razzismo, Chiarelettere, 2018, pp. 150, euro 15.
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Le pietre non ebbero bisogno di gridare, quando la folla esultante gridava pace, osanna e lode – col disappunto dei farisei – al profeta umile che veniva su un asinello (Luca 19, 37-40; cfr. Zaccaria 9,9). Quando poi la folla mutevole ha gridato "crucifige!" e il Giusto e' stato inchiodato al patibolo e trafitto, la terra intera ha tremato e le rocce si sono squarciate.
Ora Alex Zanotelli chiede che gli amanti sinceri della giustizia gridino, contro il nuovo razzismo. E grida lui stesso, prima che la terra gridi, come gia' grido' nel bere il sangue di Abele.
L'appello e' rivolto a credenti e laici. L'invasione l'abbiamo fatta noi colonialisti, nei paesi da cui ora vengono i profughi. "Le chiese devono diventare luoghi di rifugio", e avrebbero dovuto smarcarsi prima dal razzismo della Lega. Zanotelli parla soprattutto dell'Africa, che conosce bene, per lunga esperienza, e come sempre fornisce dati e numeri precisi.
Mentre la beneficenza per il nero lontano ci faceva sentire buoni, il "nero a km zero" manifesta il nostro razzismo latente, che i molti cinesi o altri bianchi tra noi non fanno reagire. Col governo giallo-nero il razzismo verbale e' stato sdoganato. Alla politica razzista va opposta obiezione di coscienza, disobbedienza civile. Zanotelli non teme l'accusa di fare politica, con questo appello. Papa Francesco a Lesbo ha parlato di "bancarotta dell'umanita'".
L'Autore elenca 25 fatti di cronaca italiana a carattere razzista, anche violento; oltre a una decina di simili comportamenti istituzionali, per cui parla di "un razzismo diffuso avallato da un razzismo di Stato". La disumanizzazione dell'Europa si e' dimostrata negli accordi anti-migranti con Turchia, Libia, in Italia col Migration compact di Renzi, su cui non si e' neppure sentito il Parlamento. "Salvini ha solo portato a compimento il lavoro iniziato da Minniti" (p. 39). L'Europa ha concepito solo crescita economica illimitata e monetaria, ne' una Costituzione ne' una politica umana. Diseguaglianze enormi, globalizzazione senza regole ne' scopi umani, generano confusione e rabbia nei popoli, usate dai demagoghi, in un pericoloso clima da anni Trenta.
La Chiesa in Italia qualcosa ha fatto, ma poteva fare ben di piu'. In Europa orientale e' prevalso un cattolicesimo medievale, nazionalista, chiuso in una religione rituale: il rosario come un muro sui confini polacchi, e cose simili.
"Nessuno fermera' i poveri", dimostra con dati attuali e storici Zanotelli. O inclusione o rifiuto: ma con quali effetti? L'informazione volgare semina paura e disprezzo. Nel rione Sanita' di Napoli, dove Zanotelli vive, tutte le case sono sintonizzate sulle tv Mediaset. La scuola non educa a ragionare con la propria testa, ma si riduce, anche con la politica della sinistra, a diploma per una mansione: funzionale, non formativa.
Certamente, l'accoglienza insincera diventa anche un affare, e sfruttamento dei migranti nelle campagne, vero schiavismo, e nella prostituzione. La crisi e' di umanita' e di civilta'.
Concludendo la prima parte del libro, l'Autore osserva che "l'opinione pubblica e' infastidita da chi rappresenta un'autorita', di qualsiasi tipo". La caduta dell'autorità dipende, secondo lui, sia dal popolo – il principio democratico degenerato in saccenteria universale e populismo volgare, alimentato dai demagoghi – sia da chi incarna l'autorita', senza essere all'altezza della vocazione e della responsabilita': politici, intellettuali, docenti, anche preti. "La colpa e' anche nostra".
"Una lunga storia di sopraffazione", che nessuno ricorda, e' quella del colonialismo europeo sull'Africa, preceduto dallo schiavismo – che ha instillato negli africani "un  profondo rifiuto di se stessi" – e seguito dal neocolonialismo. "Noi italiani ed europei non capiamo quanto e' stata devastante per le popolazioni africane la nostra presenza". L'accumulazione originaria del capitale, all'inizio dell'era industriale in Inghilterra, viene dalla tratta degli schiavi africani, dal 1500 al 1800. E per decine di pagine Zanotelli riassume questa lunga storia fino all'Africa di oggi: la Ue, con l'accaparramento di terre (land grabbing) e l'imposizione di accordi di partenariato (Ape), strangola e affama l'Africa, che vive al 70% di agricoltura. Sempre piu' africani impoveriti verranno sulle nostre coste. Italia ed Europa portano via ricchezza dall'Africa, non l'aiutano. E passa in rassegna molti paesi: Repubblica Centrafricana, Ciad e Mali, Congo, Niger, Nigeria, Etiopia ed Eritrea, Somalia, Libia, Sudan e Sud Sudan.
Per ogni Paese un quadro drammatico: guerre, poverta', terrorismo "religioso", malattie, crisi ambientali, sfruttamento del lavoro anche minorile per 3-4 dollari al giorno, ricchezze minerarie uniche al mondo prelevate da "signori della guerra" e dalle multinazionali, depauperamento conseguente, speranza di vita sui 50 anni. I governi locali non sono sempre innocenti di queste iniquita'. "L'uranio del Niger illumina una lampadina su tre in Francia, mentre in Niger l'80% della popolazione non ha accesso alla corrente elettrica".
Buona notizia la pace tra Etiopia ed Eritrea nel luglio 2018; ma si vedano i seri problemi interni nei due Paesi, con interferenze gravi italiane di parte berlusconiana e leghista. La Somalia e' in testa all'indice di corruzione: si legga come vi influi' la cooperazione italiana negli anni di Craxi: "Che fine hanno fatto i 1500 miliardi della cooperazione in Somalia?" e' scritto su un quaderno di Ilaria Alpi, ivi uccisa nel 1994. In Libia, la Francia per proteggere la Total e l'Italia per l'Eni, hanno ridotto il Paese allo sfascio, in mano ai clan violenti.
Dei 65 milioni di rifugiati nel mondo, l'86% e' ospitato nei paesi poveri. Solo il 14% nell'Occidente ricco e sviluppato. L'Europa "civile" oppone paura, ostilita', discriminazione. Il 16 agosto 1893, a Aigues-Mortes, in Francia, in un clima di xenofobia – ci tolgono lavoro, portano malattie, sono accoltellatori, minacciano l'identita' francese – ci fu un massacro, causato da false notizie, di immigrati italiani, operai nella salina: ufficialmente 8 morti, probabilmente 17. L'abbe' Mauger, et la boulangere Adelaïde nascosero i migranti, gli italiani, e li difesero dalla furia della folla. C'e' sempre qualcuno che dice no: occorre anche oggi, qui da noi.

10. LIBRI. SEGNALAZIONE EDITORIALE DI "DIARIO DI UN OBIETTORE. STRAPPARSI LE STELLETTE NEL '68" DI ENZO BELLETTATO
[Dal sito del Centro Studi "Sereno Regis" (www.serenoregis.org)]

Enzo Bellettato, Diario di un obiettore. Strapparsi le stellette nel '68, Emi, Bologna 2012, pp. 256, euro 14.
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Dalla Prefazione di Mao Valpiana: "Un racconto che ci immerge a fondo nello spirito di un anno spartiacque, il mitico '68... l'anno della guerra in Vietnam... del maggio francese e della primavera di Praga, ... dell'assassinio di Martin Luther King e di Robert Kennedy; ... in Italia e' l'anno degli scontri all'Universita' di Roma..., delle proteste alla Scala di Milano...; nella Chiesa cattolica soffia il vento del Concilio Vaticano II, dei preti operai, delle comunita' di base, della scuola di Barbiana; e' l'anno in cui muore Aldo Capitini" (p. 10).
28 maggio 1968. Il Tribunale militare di Torino condanna un carrista per essersi strappato dalla divisa mostrine e stellette.
"Ho rifiutato di proseguire il servizio militare dopo aver inutilmente cercato di sostituirlo con un servizio civile in Italia o all'estero" – spiega il caporale Bellettato. "A tale rifiuto mi spinge la mia coscienza di cattolico. Anche come maestro devo esprimere il mio dissenso dalla vita militare, che e' violenza legalizzata e istituzionalizzata".
Questo libro e' il diario che il "disobbediente" ha tenuto dal primo giorno di naia al congedo, passando per il carcere di Peschiera.
Il caso Bellettato avra' anche un'inattesa ripercussione: la sentenza della Corte costituzionale del 1970 per la quale la propaganda all'obiezione non e' piu' "istigazione a delinquere". La legge per l'obiezione di coscienza verra' promulgata nel 1972.
Il manoscritto e' conservato nell'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. L'Archivio raccoglie oltre seimila scritti autobiografici, pagine di persone comuni che pur raccontando storie individuali racchiudono stralci della storia d'Italia. L'originale del libro e' stato inserito nella lista dionore della XXV edizione (2009) del Premio Pieve.
Enzo Bellettato, dopo un periodo come insegnante e dirigente scolastico nel Polesine, si e' dedicato alla divulgazione dell'astronomia, con l'istituzione del Planetario civico di Rovigo. Collabora con associazioni di storia locale. Membro del Movimento Nonviolento di Aldo Capitini all'epoca della sua obiezione di coscienza, ha poi partecipato alle campagne di obiezione alle spese militari. Negli anni Novanta ha contribuito alla formazione della Consulta per la pace del Comune di Rovigo. E' nato e vive a Rovigo.

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Barbara Nixon, Mi' Taku'ye-Oyasin. The Native American Holocaust. Letters from Wounded Knee, written by Barbara Nixon, as told by Marlette Thunder Horse, Xlibris, 2012, 2 voll., pp. 636 (vol. I) + 530 (vol. II).
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Riedizioni
- Marco Damilano, Il Presidente, La nave di Teseo, Milano 2021, Gedi, Torino 2022,pp. 352, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").
- Conchita De Gregorio, Nella notte. Una storia di potere, Feltrinelli, Milano 2019, Gedi, Torino 2022, pp. 254, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
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Classici
- Italo Mancini, Bonhoeffer, Vallecchi, 1969, Morcelliana, Brescia 1995, pp. 486.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4367 del primo febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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