[Nonviolenza] Telegrammi. 4366



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4366 del 31 gennaio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Giuliano Bianchini
2. Floriano Franklin Canela
3. Simonetta Salvadori
4. Un incontro in memoria di Gandhi il 30 gennaio 2022 a Vetralla
5. Per Osvaldo Ercoli, in occasione del suo genetliaco
6. Leonard Peltier ha il Covid: sia liberato subito ed abbia cure adeguate
7. Un appello al Parlamento Europeo affinche' dia seguito all'iniziativa del Presidente David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
8. Quattro incontri a Milano e in Lombardia per la liberazione di Leonard Peltier
9. Una conferenza a Viterbo su "L'infamia delle leggi razziste del 1938"
10. Giovanni Battista Sguario: Undici ebrei viterbesi deportati e morti nei lager nazisti...
11. Sezione Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi: 27 gennaio Giorno della Memoria. Continua e si rinnova l'impegno antifascista anche in tempo di pandemia
12. Contrastare la pandemia
13. Tre tesi
14. Ripetiamo ancora una volta...
15. Segnalazioni librarie
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'

1. LUTTI. GIULIANO BIANCHINI

E' deceduto Giuliano Bianchini, militante ed intellettuale internazionalista ed ecologista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. LUTTI. FLORIANO FRANKLIN CANELA

E' deceduto Floriano Franklin Canela, un vecchio e caro amico.
Ai familiari le nostre condoglianze.

3. LUTTI. SIMONETTA SALVADORI

E' deceduta Simonetta Salvadori, insegnante, da tanti, tanti anni una cara amica.
Ai familiari le nostre condoglianze.

4. MEMORIA. UN INCONTRO IN MEMORIA DI GANDHI IL 30 GENNAIO 2022 A VETRALLA

Domenica 30 gennaio 2022 a Cura di Vetralla (Vt) il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha tenuto una commemorazione di Mohandas K. Gandhi nella ricorrenza della morte.
Contiamo di pubblicare prossimamente una sintesi delle riflessioni svolte.
*
Una minima notizia su Mohandas K. Gandhi
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006, 2019.
 
5. MAESTRI E COMPAGNI. PER OSVALDO ERCOLI, IN OCCASIONE DEL SUO GENETLIACO

Compie oggi 92 anni Osvaldo Ercoli, il migliore degli amici, maestro e compagno di tante lotte nonviolente.
Ancora una volta attestiamo a lui ed ai suoi familiari la nostra gratitudine, la nostra vicinanza, il nostro affetto.
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Qui di seguito riproponiamo le parole con cui lo ringraziammo l'anno scorso.
Quest'uomo ha saputo essere l'umanita' come dovrebbe essere.
Oggi che compie novantuno anni lo ringraziamo ancora per tutti i doni che ha recato a chi lo ha conosciuto e all'umanita' intera.
Lo ringraziamo ancora per la sua testimonianza nonviolenta, per il suo costante impegno per il bene comune.
Lo ringraziamo ancora per la sua amicizia, per il suo magistero, per la bonta' con cui ha illuminato la nostra vita.
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Una breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera". Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Citta' di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della citta' tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui e' stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera, la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".

6. L'ORA. LEONARD PELTIER HA IL COVID: SIA LIBERATO SUBITO ED ABBIA CURE ADEGUATE

Leonard Peltier ha il Covid: sia liberato subito ed abbia cure adeguate.
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona di diffondere la notizia della sua malattia e l'appello affinche' sia adeguatamente curato e finalmente liberato.
Non permettiamo che un uomo di 77 anni, un uomo generoso e valoroso, un uomo tenacemente impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, un uomo detenuto da 46 anni pur essendo innocente dei delitti che gli sono stati attribuiti sulla base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, rischi di morire in carcere.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedergli la grazia e liberarlo immediatamente.
Inviamo all'"International Leonard Peltier Defense Committee" (sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info) messaggi di solidarieta' per Leonard Peltier.
Promuoviamo ovunque possibile iniziative pubbliche per la sua liberazione.
Facciamo sentire la voce dell'umanita'.
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Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata. Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'. Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano. Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni. Credo nel bene dell'umanita'. Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto anche: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso. Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni. Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare. Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio. Non cedero' mai. Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita. Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame. Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente. Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita. Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
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Un appello del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli
Il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.
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Alcuni riferimenti utili
Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/

7. REPETITA IUVANT. UN APPELLO AL PARLAMENTO EUROPEO AFFINCHE' DIA SEGUITO ALL'INIZIATIVA DEL PRESIDENTE DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

A tutte le parlamentari europee e a tutti i parlamentari europei
Oggetto: Un invito al Parlamento Europeo affinche' dia seguito all'iniziativa del Presidente David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
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Gentilissime parlamentari europee,
gentilissimi parlamentari europei,
forse saprete gia' che il Presidente David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.
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Gentilissime parlamentari europee,
gentilissimi parlamentari europei,
forse ricorderete anche che gia' in passato - nel 1994 e nel 1999 - il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
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Gentilissime parlamentari europee,
gentilissimi parlamentari europei,
ora che il Presidente Sassoli ci ha lasciato, crediamo che sarebbe un modo adeguato di rendergli omaggio proseguirne l'impegno.
Pertanto con questa lettera vi chiediamo di dare seguito all'iniziativa del Presidente David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier, confermando peraltro l'impegno gia' deliberato nel 1994 e nel 1999.
Una richiesta del Parlamento Europeo al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, costituirebbe certamente un atto coerente con l'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani che fu proprio di David Sassoli, cosi' come con le risoluzioni gia' in passato adottate dal Parlamento Europeo.
Confidando nel vostro impegno e ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 17 gennaio 2022
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Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/

8. INCONTRI. QUATTRO INCONTRI A MILANO E IN LOMBARDIA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Venerdi' 4 febbraio 2022 a Osnago (provinca di Lecco) presso il circolo Arci "La Loco" in via Trieste 23 con inizio alle ore 18,30.
Sabato 5 febbraio 2022 a Novate Milanese presso il circolo "Sempre avanti" in via Bertola 11 con inizio alle ore 18,30.
Domenica 6 febbraio 2022 a Milano in piazza Duomo presidio musicale con inizio alle ore 17.
Venerdi' 11 febbraio 2022 a MIlano presso il C.O.A. T28 in via dei Transiti 28 con inizio alle ore 19,30.
Partecipa Andrea De Lotto del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano.
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Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info

9. INCONTRI. UNA CONFERENZA A VITERBO SU "L'INFAMIA DELLE LEGGI RAZZISTE DEL 1938"

Sabato 29 gennaio 2022 a Viterbo, presso la Sala Aselmi in via Saffi, per iniziativa de "L'altro circolo" nell'ambito delle iniziative per il "Giorno della memoria" si e' svolto un incontro di riflessione su "L'infamia delle leggi razziste del 1938 e il nostro dovere ora e sempre di contrastare il razzismo e tutte le persecuzioni".
All'incontro hanno preso parte come relatori il presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo, Enrico Mezzetti, il rappresentante dell'Unicef, Mauro Sarnari, e il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini.
Contiamo di pubblicare prossimamente una sintesi delle riflessioni svolte.

10. MEMORIA. GIOVANNI BATTISTA SGUARIO: UNDICI EBREI VITERBESI DEPORTATI E MORTI NEI LAGER NAZISTI...
[Dal quotidiano on-line "Tusciaweb" riprendiamo questo intervento li' pubblicato il 29 gennaio 2022]

Il 27 gennaio di ventuno anni fa fui invitato a tenere, a Via della Verita', un ricordo degli ebrei viterbesi deportati nei lager nazisti.
La cerimonia si svolse, veramente, venerdi' 26 gennaio perche' il 27 era shabbat, festa del riposo per gli ebrei. Tocco' a me, perche' alcuni anni prima avevo pubblicato un saggio sulla deportazione degli ebrei della provincia di Viterbo, recuperando per primo dall'oblio una triste vicenda di cui si era perso quasi completamente il ricordo. La lapide fu posta in alto, se non ricordo male, per evitare che fosse danneggiata.
Mi permetto infine di suggerire, a studiosi e amministratori, di ricordare il 27 gennaio anche Marta Coen ed il marito Jader Spizzichino, arrestati a Bolsena e morti lei ad Auschwitz e lui a Bergen Belsen. Di ricordare anche Letizia Di Veroli, suo figlio Angelo Moscati e sua sorella Lalla Di Veroli, arrestati a Viterbo in Via Saffi, a cento metri dall'allora sede della Questura. Morirono tutti ad Auschwitz. Bisognerebbe ricordare anche Matilde Levy, nata ad Amburgo, e suo marito Martino Wolff, originario di Lipsia. Arrestati a San Lorenzo Nuovo, morirono entrambi ad Auschwitz al loro arrivo al lager. Arrestato a Faleria fu Umberto Pace, nato a Roma; morto anche lui ad Auschwitz al suo arrivo.
Mi rincresce ricordare con profonda amarezza che ad arrestare nel dicembre 1943 gli undici ebrei (a quelli ricordati vanno aggiunti Letizia Anticoli, l'unica nata a Viterbo, ed il marito Angelo Di Porto, romano) furono militari viterbesi della Guardia Nazionale Repubblicana. Furono sempre militari viterbesi, il 24 marzo 1944, a caricarli sul camion, fuori Porta Romana davanti al cancello del carcere di Santa Maria in Gradi, e ad accompagnarli a Fossoli. Da Fossoli poi furono i tedeschi a stiparli sui treni con destinazione Auschwitz, dove arrivarono il 10 aprile del 1944. Arrivati al lager la sera, furono "scaricati" la mattina dopo: otto entrarono nel campo, tre furono avviati alle camere a gas.

11. MEMORIA. SEZIONE ANPI "EMILIO SUGONI" DI NEPI: 27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA. CONTINUA E SI RINNOVA L'IMPEGNO ANTIFASCISTA ANCHE IN TEMPO DI PANDEMIA
[Riceviamo e diffondiamo]

In questi ultimi due anni, gravati dalla dura esperienza della pandemia da Covid-19 che ha rivelato tutta la fragilita' e precarieta' sanitaria, economica e sociale anche del nostro paese, e' necessario che la celebrazione del Giorno della Memoria sia occasione di una piu' profonda ed articolata riflessione.
Una riflessione sulla necessita' urgente di riconoscere che esiste una sola umanita' e che ogni discriminazione tra le persone che hanno diversa provenienza, credo religioso, cultura, orientamento politico e sessuale, diverse disponibilita' economiche, deve essere sempre respinta e contrastata se si vuole celebrare nel concreto e degnamente il Giorno della Memoria.
E' l'indifferenza il tacito lasciapassare che continua ad uccidere e che ha permesso e permette guerre, violenze, soprusi, sfruttamento delle persone e delle risorse del pianeta. E' l'indifferenza che ha permesso le atrocita' inumane di cui si fa memoria il 27 gennaio di ogni anno ricordando l'abisso piu' profondo ed oscuro della storia recente, raggiunto dal cuore e dalla mente umana.
Per questo la legge 211/2000 ha istituito il 27 gennaio - data della liberazione dei sopravvissuti dal campo di sterminio di Auschwitz - Giorno della Memoria, perche' non si dimentichi lo sterminio del popolo ebraico, la deportazione politica e militare, le leggi razziali fasciste, i peggiori crimini commessi da nazisti e fascisti nella seconda guerra mondiale, e perche' si ricordino anche quanti ebbero il coraggio di opporsi alle persecuzioni, alla barbarie, allo sterminio degli innocenti tutti.
Perche' siano ricordati a perenne memoria quanti non rimasero indifferenti ma scelsero di stare dalla parte del bene, dalla parte della dignita' e della liberta', per tutte le persone.
Persone che scelsero di essere di parte e divennero quindi partigiani di fatto.
Richiamare il testo e lo spirito della legge 211/2000 e' quindi una necessita' vitale e un dovere storico e morale.
Non c'e' memoria senza rispetto della storia e la storia ribadisce in primo luogo la tragica unicita' della Shoah, dello sterminio razziale, della macchina di morte che fu messa in atto non solo per volonta' di Hitler e dei suoi criminali collaboratori, ma anche perche' schiere innumerevoli di obbedienti e indifferenti esecutori di ordini schedarono gli ebrei, li catturarono e manovrarono i convogli verso i lager.
Altri preferirono girare la testa, non vedere e lasciar fare.
Il Giorno della Memoria ci impone di ricordare anche tutte le vittime della persecuzione politica e razziale, gli oppositori antifascisti, i partigiani deportati e assassinati, i civili razziati e ridotti in schiavitu', gli zingari e gli omosessuali portati alla morte, i bambini, gli handicappati. Ricordiamo anche i militari italiani assassinati (massacro di Cefalonia) o fatti prigionieri e costretti nei lager ai lavori forzati per aver rifiutato l'adesione alla Repubblica di Salo' e la collaborazione con i nazisti.
Il Giorno della Memoria ci deve far riflettere poi sulla storia dell'Italia di quegli anni e sulle troppe rimozioni che tentano di cancellare dalla memoria collettiva la responsabilita' di governi e istituzioni. La monarchia e il regime fascista, con le leggi razziali del 1938, volute dal dittatore Mussolini, di fatto privarono di ogni diritto gli ebrei e favorirono la loro discriminazione e la successiva deportazione nei campi di sterminio in piena ed efficace collaborazione con i nazisti. Sono responsabilita' che non riguardarono solo la Germania nazista, ma anche l'Italia fascista. Sono responsabilita' che ancora vengono negate e con le quali una parte di italiani si rifiuta di fare i conti e ancora non condanna in maniera forte e chiara. E' anche questo l'humus che permette nel nostro paese a vari gruppi e associazioni di continuare a professare aberranti idee e comportamenti che si richiamano e inneggiano al nazifascismo.
E' tempo dunque che questi gruppi ed associazioni siano sciolti definitivamente, per onorare nel concreto la nostra Costituzione e Il Giorno della Memoria.
Oggi le nuove deportazioni, i nuovi genocidi che si consumano sotto i nostri occhi, spesso in una indifferenza sempre piu' diffusa e complice, sono razzismo, ingiustizia, diritti umani negati, popoli interi annientati dalle guerre nascoste e dalla fame, dal mancato accesso alle cure e i migranti respinti e che muoiono in mare o nei lager sovvenzionati con i soldi dell'Europa.
Celebrare realmente Il Giorno della Memoria significa quindi impegno per la giustizia, la pace, il disarmo nucleare, il rispetto dei diritti umani per tutti gli esseri umani, la salvaguardia della salute e dell'ambiente.
E' questo oggi il rinnovato impegno antifascista nel Giorno della Memoria.
Sezione Anpi "Emilio Sugoni"
Nepi, 26 gennaio 2022

12. REPETITA IUVANT. CONTRASTARE LA PANDEMIA

Vaccinazione obbligatoria e gratuita per l'umanita' intera.
Troppi esseri umani sono gia' morti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

14. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

15. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Hugo Blanco, Noi, gli indios. Le lotte per la terra in Peru', Nova Delphi Libri, Roma 2015, pp. 240, euro 14.
*
Fantascienza
- Harlan Ellison, Visioni. I racconti, Mondadori, Milano 2021, pp. VIII + 808, euro 25.
*
Classici
- Bruno Snell, La cultura greca e le origini del pensiero europeo, Einaudi, Torino 1963, pp. 438.

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

17. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4366 del 31 gennaio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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