[Nonviolenza] Alcune iniziative realizzate nel "Giorno della memoria" il 27 gennaio 2022 a Viterbo e a Vetralla



ALCUNE INIZIATIVE REALIZZATE NEL "GIORNO DELLA MEMORIA" IL 27 GENNAIO 2022 A VITERBO E A VETRALLA

Il 27 gennaio 2022, nella ricorrenza del "Giorno della memoria", il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha preso parte ad alcune iniziative commemorative delle vittime della Shoah.

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La mattina in via della verita'
La mattina il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, e' intervenuto all'iniziativa commemorativa svoltasi in via della Verita' dinanzi all'abitazione che fu di Vittorio Emanuele Anticoli, Letizia Anticoli ed Angelo Di Porto, una famiglia di ebrei viterbesi deportati ad Auschwitz.
All'iniziativa hanno preso parte rappresentanze dell'Anpi, de L'Altro Circolo, dell'Unicef, dell'Usb, dei Giovani Democratici, di altri movimenti della societa' civile, delle scuole e delle istituzioni, alcune personalita' impegnate nella ricerca storica, nella riflessione morale, nella solidarieta' concreta, cittadine e cittadini.
Sono stati deposti omaggi floreali sotto la lapide e nei pressi delle "pietre d'inciampo" che ricordano le vittime della Shoah.
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Una minima sintesi di alcune delle riflessioni svolte nell'intervento del responsabile della struttura nonviolenta viterbese
Non possiamo resuscitare le vittime, ma possiamo impedire una loro seconda morte. Nei piani dei nazisti vi era infatti la volonta' di annientare anche la memoria delle vittime della Shoah. Col nostro ricordo noi le teniamo vive nella memoria dell'umanita'.
Non possiamo salvare le vittime assassinate allora, ma ponendoci all'ascolto della loro testimonianza possiamo e dobbiamo adoperarci per salvare le persone che oggi sono minacciate di morte dalle guerre e dal razzismo, che ancora oggi in tante parti del mondo sono imprigionate nei lager o ridotte in schiavitu', che oggi hanno bisogno del nostro aiuto per difendere le loro vite, la loro umana dignita', i loro inalienabili diritti.
Nel ricordo delle vittime della Shoah possiamo e dobbiamo opporci a tutte le guerre e a tutte le uccisioni.
Nel ricordo delle vittime della Shoah possiamo e dobbiamo opporci al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Nel ricordo delle vittime della Shoah possiamo e dobbiamo opporci al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Nel ricordo delle vittime della Shoah possiamo e dobbiamo opporci alla rapina e allo sperpero dei beni necessari alla vita, opporci allo sfruttamento schiavista, opporci all'avvelenamento ed alla devastazione del mondo vivente.
Nel ricordo delle vittime della Shoah possiamo e dobbiamo difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo delle vittime della Shoah possiamo e dobbiamo difendere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Ogni giorno e' il giorno della memoria.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere tutto il bene e tutti i beni fra tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

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Una mostra "Per non dimenticare nessuno" nella Sala Anselmi
In tarda mattinata il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha preso parte all'apertura della mostra "Per non dimenticare nessuno" allestita da "L'Altro Circolo. Centro culturale di iniziativa omosessuale" nella Sala Anselmi in via Saffi a Viterbo.
La mostra proseguira' fino al primo febbraio.
Nella sala della mostra sabato 29 gennaio 2022, con inizio alle ore 17,30, si svolgera' una conferenza sull'infamia delle leggi razziste del 1938, con la partecipazione di varie relatrici e vari relatori.

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Nel pomeriggio a Viterbo un incontro di testimonianza e di riflessione
Nel pomeriggio un incontro di testimonianza e di riflessione si e' svolto presso la sede della struttura nonviolenta viterbese.
Vi sono intervenuti Paolo Arena e Peppe Sini.
Nel corso dell'incontro si e' riflettuto ancora una volta e particolarmente anche sulla testimonianza di Primo Levi, alla cui memoria di resistente e di testimone, ed al cui magistero intellettuale, morale e civile, la struttura nonviolenta viterbese e' particolarmente legata.
Nel corso dell'incontro e' stato anche condiviso un aggiornamento dell'iniziativa in corso per la liberazione di Leonard Peltier.
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Una minima notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it
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Una minima notizia su Peppe Sini
Tra i fondatori della struttura nonviolenta viterbese negli anni Settanta, ne e' tuttora il principale animatore.
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Una minima notizia su Primo Levi
Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo Levi: fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico, La ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti presso Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora incerta; sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di Conversazioni e interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La chiave a stella, Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il fabbricante di specchi, edito da "La Stampa". Ora l'intera opera di Primo Levi (e una vastissima selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due volumi delle Opere, Einaudi, Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti, cui si e' aggiunto un terzo volume, Opere complete III, Einaudi, Torino 2018, sempre a cura di Marco Belpoliti, che raccoglie conversazioni, interviste, dichiarazioni, bibliografia e indici. Tra le opere su Primo Levi: AA. VV., Lezioni Primo Levi, a cura di Fabio Levi e Domenico Scarpa, Mondadori, Milano 2019; AA. VV., Primo Levi: il presente del passato, Angeli, Milano 1991; AA. VV., Primo Levi: la dignita' dell'uomo, Cittadella, Assisi 1994; Myriam Anissimov, Primo Levi o la tragedia di un ottimista, Baldini & Castoldi, Milano 1999; Gian Luigi Beccaria, I "mestieri" di Primo Levi, Sellerio, Palermo 2020; Marco Belpoliti, Primo Levi, Bruno Mondadori, Milano 1998; Marco Belpoliti, Primo Levi di fronte e di profilo, Guanda, Milano 2015, 2016; Anna Bravo, Raccontare per la storia, Einaudi, Torino 2014; Françoise Carasso, Primo Levi. La scelta della chiarezza, Einaudi, Torino 2009; Gino Cervi con la collaborazione di Piero Leodi, Primo Levi, Centauria, Milano 2017; Massimo Dini, Stefano Jesurum, Primo Levi: le opere e i giorni, Rizzoli, Milano 1992; Ernesto Ferrero (a cura di), Primo Levi: un'antologia della critica, Einaudi, Torino 1997; Ernesto Ferrero, Primo Levi. La vita, le opere, Einaudi, Torino 2007; Massimo Giuliani, Per un'etica della resistenza. Rileggere Primo Levi, Quodlibet, Macerata 2015; Robert S. C. Gordon, Primo Levi: le virtu' dell'uomo normale, Carocci, Roma 2003, 2004; Giuseppe Grassano, Primo Levi, La Nuova Italia, Firenze 1981; Fabio Magro (a cura di), Primo Levi, Rcs, Milano 2018; Enrico Mattioda, Levi, Salerno, Roma 2011, Rcs, Milano 2016; Pier Vincenzo Mengaldo, Per Primo Levi, Einaudi, Torino 2019; Fabio Moliterni, Roberto Ciccarelli, Alessandro Lattanzio, Primo Levi, Liguori, Napoli 2000; Sophie Nezri-Dufour, Primo Levi: una memoria ebraica del Novecento, Giuntina, Firenze 2002; Gabriella Poli, Giorgio Calcagno, Echi di una voce perduta, Mursia, Milano 1992; Mario Porro, Primo Levi, Il Mulino, Bologna 2017; Ian Thomson, Primo Levi. Una vita, Utet, Torino 2017; Claudio Toscani, Come leggere "Se questo e' un uomo" di Primo Levi, Mursia, Milano 1990; Fiora Vincenti, Invito alla lettura di Primo Levi, Mursia, Milano 1973, 1976. Cfr. anche il sito del Centro Internazionale di Studi Primo Levi (www.primolevi.it).
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Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore. Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it). Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata. Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier). Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'. Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano. Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni. Credo nel bene dell'umanita'. Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".

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La sera a Cura di Vetralla (Vt) un'ulteriore commemorazione
Nella serata il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha tenuto una conversazione a Cura di Vetralla, in provincia di Viterbo.
Nel corso della conversazione sono state anche ricordate le figure, le opere e le riflessioni di testimoni e studiosi come Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Andre' Chouraqui, Norbert Elias, Etty Hillesum, Max Horkheimer, Vladimir Jankelevith, Hans Jonas, Primo Levi, Emmanuel Levinas, Edith Stein, Tzvetan Todorov.
Al termine della conversazione il responsabile dell struttura nonviolenta viterbese ha ancora una volta espresso la persuasione che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

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Il testo della legge istitutiva del Giorno della memoria delle vittime della Shoah
Il testo della Legge 20 luglio 2000, n. 211: "Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti"
Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonche' coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto e' accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinche' simili eventi non possano mai piu' accadere.

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Un impegno che continua
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
La memoria delle vittime della Shoah ci guidi nell'adempimento dei nostri ineludibili doveri di esseri umani.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 28 gennaio 2022

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".

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