[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 311



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 311 del 31 dicembre 2021

In questo numero:
1. Scriviamo all'"International Leonard Peltier Defense Committee", facciamo sentire alle sorelle e ai fratelli nativi americani impegnati per la liberazione di Leonard Peltier la nostra solidarieta'
2. Scriviamo al Ministro degli Esteri, chiediamogli di adoperarsi per la liberazione di Leonard Peltier
3. Papa Francesco: Messaggio per la LV Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2022
4. Mao Valpiana: Lettera dal Movimento Nonviolento
5. Sosteniamo il Movimento Nonviolento

1. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'"INTERNATIONAL LEONARD PELTIER DEFENSE COMMITTEE", FACCIAMO SENTIRE ALLE SORELLE E AI FRATELLI NATIVI AMERICANI IMPEGNATI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER LA NOSTRA SOLIDARIETA'

Alle persone che ci leggono chiediamo di scrivere una e-mail di sostegno all'"International Leonard Peltier Defense Committee", per far sentire alle sorelle e ai fratelli nativi americani impegnati per la liberazione di Leonard Peltier la nostra solidarieta' con lui, con loro, con la lotta dei nativi americani e di tutti i popoli oppressi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra.
Anche poche righe, anche una riga sola, per far sentire la nostra presenza, il nostro impegno, il nostro aiuto.
L'indirizzo cui inviare le e-mail e': contact at whoisleonardpeltier.info,
Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" e' wwww.whoisleonardpeltier.info
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Copia della lettera puo' essere inviata per conoscenza anche alle associazioni promotrici della piu' recente iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier: bigoni.gastone at gmail.com, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com,
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Ed ovviamente copia della lettera puo' essere inviata per conoscenza anche al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli: president at ep.europa.eu, lorenzo.mannelli at ep.europa.eu, armelle.douaud at ep.europa.eu, barbara.assi at ep.europa.eu, helene.aubeneau at ep.europa.eu, marco.canaparo at ep.europa.eu, fabrizia.panzetti at ep.europa.eu, michael.weiss at ep.europa.eu, luca.nitiffi at ep.europa.eu, matea.juretic at ep.europa.eu, francesco.miatto at ep.europa.eu, barbara.hostens at ep.europa.eu, monica.rawlinson at ep.europa.eu, beate.rambow at ep.europa.eu, laetitia.paquet at ep.europa.eu, nicola.censini at ep.europa.eu, arnaud.rehm at europarl.europa.eu, julien.rohaert at europarl.europa.eu, jose.roza at ep.europa.eu, roberto.cuillo at ep.europa.eu, silvia.cagnazzo at ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu, iva.palmieri at europarl.europa.eu, tim.allan at ep.europa.eu, andrea.maceirascastro at ep.europa.eu, angelika.pentsi at ep.europa.eu,
Come e' noto il Presidente del Parlamento Europeo il 23 agosto 2021 ha annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.
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Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
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E' stato scritto sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier:
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.
Oppresse e oppresse di tutti i paesi unitevi nell'impegno per la liberazione comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la salvezza dell'umanita' intera, per la difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Liberta' per Leonard Peltier.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.

2. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CHIEDIAMOGLI DI ADOPERARSI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Carissime e carissimi,
proponiamo a chi ci legge di inviare al Ministro degli Affari Esteri la seguente lettera (o un testo analogo):
Al Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana
e per opportuna conoscenza:
al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana
al Presidente del Parlamento Europeo

"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra
e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato
fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato,
una sola persona sara' costretta a morire in guerra,
un solo innocente languira' in prigione
e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno.
Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio"
(Leonard Peltier)

Oggetto: Proposta di un passo del governo italiano per la concessione della grazia a Leonard Peltier
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Egregio Ministro degli Affari Esteri,
sara' forse gia' al corrente della recente, rilevante iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo che alcuni mesi fa ha annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani e la difesa della Madre Terra nativo americano da 45 anni detenuto innocente, condannato per crimini che non ha mai commesso.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.
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Egregio Ministro degli Affari Esteri,
forse ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta piu' volte gia' nel corso degli scorsi decenni non solo da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International e Human Rights Watch, ma anche da autorevolissume personalita' - benemerite dell'umanita' intera - come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Shirin Ebadi, Rigoberta Menchu', Desmond Tutu, ed altri illustri Premi Nobel per la Pace.
Un appello di Nelson Mandela, un appello di madre Teresa di Calcutta, dovrebbe essere ascoltato da ogni persona di volonta' buona come da ogni istituzione preposta al bene comune.
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Egregio Ministro degli Affari Esteri,
forse sapra' anche che la medesima richiesta di liberazione di Leonard Peltier e' stata espressa gia' da decenni dal Parlamento Europeo con due risoluzioni del 1994 e del 1999.
Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
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Egregio Ministro degli Affari Esteri,
sapra' forse anche che in occasione del recente incontro del G20 a Roma alcuni movimenti democratici, e con essi molte cittadine e molti cittadini, hanno sollecitato il Presidente del Consiglio dei Ministri del nostro paese a rappresentare personalmente al Presidente statunitense l'opportunita' di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Ignoriamo ovviamente se nei colloqui riservati intercorsi tra il capo di governo italiano ed il presidente americano tale tema sia stato posto, ma ragione e sentimento ci inducono a ritenere che cosi' possa essere stato e che comunque nella sua pur breve permanenza in Italia il Presidente Biden sia stato informato dalla stessa rappresentanza diplomatica del suo paese del vasto e crescente movimento di solidarieta' che nel nostro paese si e' espresso per la concessione della grazia a Leonard Peltier.
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Egregio Ministro degli Affari Esteri,
la vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
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Egregio Ministro degli Affari Esteri,
il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, corroborato dagli impegni assunti con la partecipazione all'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) e all'Unione Europea (Ue), impegna il nostro paese alla difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani: orbene, non vi e' dubbio che una detenzione di 45 anni imposta a un uomo innocente, a un difensore dei diritti umani e del mondo vivente, sia una flagrante violazione dei diritti umani.
Ergo: la stessa legge fondamentale del nostro paese ci chiede di adoperarci per la sua liberazione, cosi' come per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
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Egregio Ministro degli Affari Esteri,
vorremmo pertanto sollecitare una sua iniziativa, un passo del governo italiano per la concessione della grazia a Leonard Peltier.
Come ha scritto il Presidente del Parlamento Europeo, "Human rights must be defended always, everywhere", "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
Confidando nella sua attenzione e nel suo impegno, augurandole ogni bene,
firma, luogo e data
Recapiti postale, telefonico ed email del mittente
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Gli indirizzi cui inviare la lettera sono i seguenti:
- al Ministro degli Esteri: gabinetto at esteri.it, sg.segreteria at esteri.it, SGUDC at esteri.it,
- al Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente at pec.governo.it, segrcd at governo.it, chigicomunicazione at governo.it, uscm at palazzochigi.it, segrgen at governo.it,
- al Presidente del Parlamento Europeo: president at ep.europa.eu, lorenzo.mannelli at ep.europa.eu, armelle.douaud at ep.europa.eu, barbara.assi at ep.europa.eu, helene.aubeneau at ep.europa.eu, marco.canaparo at ep.europa.eu, fabrizia.panzetti at ep.europa.eu, michael.weiss at ep.europa.eu, luca.nitiffi at ep.europa.eu, matea.juretic at ep.europa.eu, francesco.miatto at ep.europa.eu, barbara.hostens at ep.europa.eu, monica.rawlinson at ep.europa.eu, beate.rambow at ep.europa.eu, laetitia.paquet at ep.europa.eu, nicola.censini at ep.europa.eu, arnaud.rehm at europarl.europa.eu, julien.rohaert at europarl.europa.eu, jose.roza at ep.europa.eu, roberto.cuillo at ep.europa.eu, silvia.cagnazzo at ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu, iva.palmieri at europarl.europa.eu, tim.allan at ep.europa.eu, andrea.maceirascastro at ep.europa.eu, angelika.pentsi at ep.europa.eu,
- per conoscenza al Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: contact at whoisleonardpeltier.info,
- per conoscenza alle associazioni democratiche promotrici di questa iniziativa: bigoni.gastone at gmail.com, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com,
* * *
Grazie per quanto vorrete fare.

3. DOCUMENTAZIONE. PAPA FRANCESCO: MESSAGGIO PER LA LV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE DEL PRIMO GENNAIO 2022
[Dal sito www.vatican.va riprendiamo e diffondiamo]

Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura
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1. "Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace" (Is 52,7).
Le parole del profeta Isaia esprimono la consolazione, il sospiro di sollievo di un popolo esiliato, sfinito dalle violenze e dai soprusi, esposto all'indegnita' e alla morte. Su di esso il profeta Baruc si interrogava: "Perche' ti trovi in terra nemica e sei diventato vecchio in terra straniera? Perche' ti sei contaminato con i morti e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi?" (3,10-11). Per questa gente, l'avvento del messaggero di pace significava la speranza di una rinascita dalle macerie della storia, l'inizio di un futuro luminoso.
Ancora oggi, il cammino della pace, che San Paolo VI ha chiamato col nuovo nome di sviluppo integrale [1], rimane purtroppo lontano dalla vita reale di tanti uomini e donne e, dunque, della famiglia umana, che e' ormai del tutto interconnessa. Nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l'assordante rumore di guerre e conflitti, mentre avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si aggrava il dramma della fame e della sete e continua a dominare un modello economico basato sull'individualismo piu' che sulla condivisione solidale. Come ai tempi degli antichi profeti, anche oggi il grido dei poveri e della terra [2] non cessa di levarsi per implorare giustizia e pace.
In ogni epoca, la pace e' insieme dono dall'alto e frutto di un impegno condiviso. C'e', infatti, una "architettura" della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della societa', e c'e' un "artigianato" della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona [3]. Tutti possono collaborare a edificare un mondo piu' pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella societa' e con l'ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati.
Vorrei qui proporre tre vie per la costruzione di una pace duratura. Anzitutto, il dialogo tra le generazioni, quale base per la realizzazione di progetti condivisi. In secondo luogo, l'educazione, come fattore di liberta', responsabilita' e sviluppo. Infine, il lavoro per una piena realizzazione della dignita' umana. Si tratta di tre elementi imprescindibili per "dare vita ad un patto sociale" [4], senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente.
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2. Dialogare fra generazioni per edificare la pace
In un mondo ancora stretto dalla morsa della pandemia, che troppi problemi ha causato, "alcuni provano a fuggire dalla realta' rifugiandosi in mondi privati e altri la affrontano con violenza distruttiva, ma tra l'indifferenza egoista e la protesta violenta c'e' un'opzione sempre possibile: il dialogo. Il dialogo tra le generazioni" [5].
Ogni dialogo sincero, pur non privo di una giusta e positiva dialettica, esige sempre una fiducia di base tra gli interlocutori. Di questa fiducia reciproca dobbiamo tornare a riappropriarci! L’attuale crisi sanitaria ha amplificato per tutti il senso della solitudine e il ripiegarsi su se' stessi. Alle solitudini degli anziani si accompagna nei giovani il senso di impotenza e la mancanza di un'idea condivisa di futuro. Tale crisi e' certamente dolorosa. In essa, pero', puo' esprimersi anche il meglio delle persone. Infatti, proprio durante la pandemia abbiamo riscontrato, in ogni parte del mondo, testimonianze generose di compassione, di condivisione, di solidarieta'.
Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme. Favorire tutto questo tra le generazioni vuol dire dissodare il terreno duro e sterile del conflitto e dello scarto per coltivarvi i semi di una pace duratura e condivisa.
Mentre lo sviluppo tecnologico ed economico ha spesso diviso le generazioni, le crisi contemporanee rivelano l'urgenza della loro alleanza. Da un lato, i giovani hanno bisogno dell'esperienza esistenziale, sapienziale e spirituale degli anziani; dall'altro, gli anziani necessitano del sostegno, dell'affetto, della creativita' e del dinamismo dei giovani.
Le grandi sfide sociali e i processi di pacificazione non possono fare a meno del dialogo tra i custodi della memoria – gli anziani – e quelli che portano avanti la storia – i giovani –; e neanche della disponibilita' di ognuno a fare spazio all'altro, a non pretendere di occupare tutta la scena perseguendo i propri interessi immediati come se non ci fossero passato e futuro. La crisi globale che stiamo vivendo ci indica nell'incontro e nel dialogo fra le generazioni la forza motrice di una politica sana, che non si accontenta di amministrare l'esistente "con rattoppi o soluzioni veloci" [6], ma che si offre come forma eminente di amore per l'altro [7], nella ricerca di progetti condivisi e sostenibili.
Se, nelle difficolta', sapremo praticare questo dialogo intergenerazionale "potremo essere ben radicati nel presente e, da questa posizione, frequentare il passato e il futuro: frequentare il passato, per imparare dalla storia e per guarire le ferite che a volte ci condizionano; frequentare il futuro, per alimentare l'entusiasmo, far germogliare i sogni, suscitare profezie, far fiorire le speranze. In questo modo, uniti, potremo imparare gli uni dagli altri" [8]. Senza le radici, come potrebbero gli alberi crescere e produrre frutti?
Basti pensare al tema della cura della nostra casa comune. L'ambiente stesso, infatti, "e' un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successiva" [9]. Vanno percio' apprezzati e incoraggiati i tanti giovani che si stanno impegnando per un mondo piu' giusto e attento a salvaguardare il creato, affidato alla nostra custodia. Lo fanno con inquietudine e con entusiasmo, soprattutto con senso di responsabilita' di fronte all'urgente cambio di rotta [10], che ci impongono le difficolta' emerse dall'odierna crisi etica e socio-ambientale [11].
D'altronde, l'opportunita' di costruire assieme percorsi di pace non puo' prescindere dall'educazione e dal lavoro, luoghi e contesti privilegiati del dialogo intergenerazionale. E' l'educazione a fornire la grammatica del dialogo tra le generazioni ed e' nell'esperienza del lavoro che uomini e donne di generazioni diverse si ritrovano a collaborare, scambiando conoscenze, esperienze e competenze in vista del bene comune.
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3. L'istruzione e l'educazione come motori della pace
Negli ultimi anni e' sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l'istruzione e l'educazione, considerate spese piuttosto che investimenti. Eppure, esse costituiscono i vettori primari di uno sviluppo umano integrale: rendono la persona piu' libera e responsabile e sono indispensabili per la difesa e la promozione della pace. In altri termini, istruzione ed educazione sono le fondamenta di una societa' coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso.
Le spese militari, invece, sono aumentate, superando il livello registrato al termine della "guerra fredda", e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante [12].
E' dunque opportuno e urgente che quanti hanno responsabilita' di governo elaborino politiche economiche che prevedano un'inversione del rapporto tra gli investimenti pubblici nell'educazione e i fondi destinati agli armamenti. D'altronde, il perseguimento di un reale processo di disarmo internazionale non puo' che arrecare grandi benefici allo sviluppo di popoli e nazioni, liberando risorse finanziarie da impiegare in maniera piu' appropriata per la salute, la scuola, le infrastrutture, la cura del territorio e cosi' via.
Auspico che all'investimento sull'educazione si accompagni un piu' consistente impegno per promuovere la cultura della cura [13]. Essa, di fronte alle fratture della societa' e all'inerzia delle istituzioni, puo' diventare il linguaggio comune che abbatte le barriere e costruisce ponti. "Un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze culturali: la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei media" [14]. E' dunque necessario forgiare un nuovo paradigma culturale, attraverso "un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunita', le scuole e le universita', le istituzioni, le religioni, i governanti, l'umanita' intera, nel formare persone mature" [15]. Un patto che promuova l'educazione all'ecologia integrale, secondo un modello culturale di pace, di sviluppo e di sostenibilita', incentrato sulla fraternita' e sull'alleanza tra l'essere umano e l'ambiente [16].
Investire sull'istruzione e sull'educazione delle giovani generazioni e' la strada maestra che le conduce, attraverso una specifica preparazione, a occupare con profitto un giusto posto nel mondo del lavoro [17].
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4. Promuovere e assicurare il lavoro costruisce la pace
Il lavoro e' un fattore indispensabile per costruire e preservare la pace. Esso e' espressione di se' e dei propri doni, ma anche impegno, fatica, collaborazione con altri, perche' si lavora sempre con o per qualcuno. In questa prospettiva marcatamente sociale, il lavoro e' il luogo dove impariamo a dare il nostro contributo per un mondo piu' vivibile e bello.
La pandemia da Covid-19 ha aggravato la situazione del mondo del lavoro, che stava gia' affrontando molteplici sfide. Milioni di attivita' economiche e produttive sono fallite; i lavoratori precari sono sempre piu' vulnerabili; molti di coloro che svolgono servizi essenziali sono ancor piu' nascosti alla coscienza pubblica e politica; l'istruzione a distanza ha in molti casi generato una regressione nell'apprendimento e nei percorsi scolastici. Inoltre, i giovani che si affacciano al mercato professionale e gli adulti caduti nella disoccupazione affrontano oggi prospettive drammatiche.
In particolare, l'impatto della crisi sull'economia informale, che spesso coinvolge i lavoratori migranti, e' stato devastante. Molti di loro non sono riconosciuti dalle leggi nazionali, come se non esistessero; vivono in condizioni molto precarie per se' e per le loro famiglie, esposti a varie forme di schiavitu' e privi di un sistema di welfare che li protegga. A cio' si aggiunga che attualmente solo un terzo della popolazione mondiale in eta' lavorativa gode di un sistema di protezione sociale, o puo' usufruirne solo in forme limitate. In molti Paesi crescono la violenza e la criminalita' organizzata, soffocando la liberta' e la dignita' delle persone, avvelenando l'economia e impedendo che si sviluppi il bene comune. La risposta a questa situazione non puo' che passare attraverso un ampliamento delle opportunita' di lavoro dignitoso.
Il lavoro infatti e' la base su cui costruire la giustizia e la solidarieta' in ogni comunita'. Per questo, "non si deve cercare di sostituire sempre piu' il lavoro umano con il progresso tecnologico: cosi' facendo l'umanita' danneggerebbe se' stessa. Il lavoro e' una necessita', e' parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale" [18]. Dobbiamo unire le idee e gli sforzi per creare le condizioni e inventare soluzioni, affinche' ogni essere umano in eta' lavorativa abbia la possibilita', con il proprio lavoro, di contribuire alla vita della famiglia e della societa'.
E' piu' che mai urgente promuovere in tutto il mondo condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene comune e alla salvaguardia del creato. Occorre assicurare e sostenere la liberta' delle iniziative imprenditoriali e, nello stesso tempo, far crescere una rinnovata responsabilita' sociale, perche' il profitto non sia l'unico criterio-guida.
In questa prospettiva vanno stimolate, accolte e sostenute le iniziative che, a tutti i livelli, sollecitano le imprese al rispetto dei diritti umani fondamentali di lavoratrici e lavoratori, sensibilizzando in tal senso non solo le istituzioni, ma anche i consumatori, la societa' civile e le realta' imprenditoriali. Queste ultime, quanto piu' sono consapevoli del loro ruolo sociale, tanto piu' diventano luoghi in cui si esercita la dignita' umana, partecipando cosi' a loro volta alla costruzione della pace. Su questo aspetto la politica e' chiamata a svolgere un ruolo attivo, promuovendo un giusto equilibrio tra liberta' economica e giustizia sociale. E tutti coloro che operano in questo campo, a partire dai lavoratori e dagli imprenditori cattolici, possono trovare sicuri orientamenti nella dottrina sociale della Chiesa.
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Cari fratelli e sorelle! Mentre cerchiamo di unire gli sforzi per uscire dalla pandemia, vorrei rinnovare il mio ringraziamento a quanti si sono impegnati e continuano a dedicarsi con generosita' e responsabilita' per garantire l'istruzione, la sicurezza e la tutela dei diritti, per fornire le cure mediche, per agevolare l'incontro tra familiari e ammalati, per garantire sostegno economico alle persone indigenti o che hanno perso il lavoro. E assicuro il mio ricordo nella preghiera per tutte le vittime e le loro famiglie.
Ai governanti e a quanti hanno responsabilita' politiche e sociali, ai pastori e agli animatori delle comunita' ecclesiali, come pure a tutti gli uomini e le donne di buona volonta', faccio appello affinche' insieme camminiamo su queste tre strade: il dialogo tra le generazioni, l'educazione e il lavoro. Con coraggio e creativita'. E che siano sempre piu' numerosi coloro che, senza far rumore, con umilta' e tenacia, si fanno giorno per giorno artigiani di pace. E che sempre li preceda e li accompagni la benedizione del Dio della pace!
Dal Vaticano, 8 dicembre 2021
Francesco
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Note
1. Cfr Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 76ss.
2. Cfr Lett. enc. Laudato si' (24 maggio 2015), 49.
3. Cfr Lett. enc. Fratelli tutti (3 ottobre 2020), 231.
4. Ibid., 218.
5. Ibid., 199.
6. Ibid., 179.
7. Cfr ibid., 180.
8. Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 199.
9. Lett. enc. Laudato si' (24 maggio 2015), 159.
10. Cfr ibid., 163; 202.
11. Cfr ibid., 139.
12. Cfr Messaggio ai partecipanti al IV Forum di Parigi sulla pace, 11-13 novembre 2021.
13. Cfr Lett. enc. Laudato si' (24 maggio 2015), 231; Messaggio per la LIV Giornata Mondiale della Pace. La cultura della cura come percorso di pace (8 dicembre 2020).
14. Lett. enc. Fratelli tutti (3 ottobre 2020), 199.
15. Videomessaggio per il Global Compact on Education. Together to Look Beyond (15 ottobre 2020).
16. Cfr Videomessaggio per l'High Level Virtual Climate Ambition Summit (13 dicembre 2020).
17. Cfr S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens (14 settembre 1981), 18.
18. Lett. enc. Laudato si' (24 maggio 2015), 128.

4. REPETITA IUVANT. MAO VALPIANA: LETTERA DAL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: sede nazionale via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail: mao at sis.it, azionenonviolenta at sis.it, siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it) riceviamo e diffondiamo]

Natale 2021 – Capodanno 2022
Cara amica e caro amico,
inviamo questa mail a tutti coloro che nel corso dell'anno sono entrati in contatto con il Movimento Nonviolento. Vogliamo innanzitutto rinnovare la nostra amicizia e nell'occasione porgere gli auguri per le prossime festivita', il Natale e l'inizio d'anno nuovo.
Il Movimento Nonviolento vive solo grazie a chi decide di assumersi la responsabilita', iscrivendosi, di renderlo strumento utile alla crescita della nonviolenza organizzata.
La pandemia ancora in corso ha molto penalizzato negli ultimi due anni le entrate legate alle attivita' pubbliche del Movimento. Per la prima volta il nostro bilancio e' in sofferenza.
Per questo ti proponiamo di fare una scelta, sottoscrivendo l'adesione al Movimento, con una quota che comprende anche l'abbonamento alla rivista "Azione nonviolenta".
Sappiamo bene che sono crescenti, per tutti, le difficolta' economiche, ma sappiamo anche che ognuno di noi paga, per le spese militari, piu' di 1 euro al giorno (400 euro all'anno, la cifra annuale di 25 miliardi, divisa per i cittadini italiani). La nonviolenza costa molto meno delle armi, ma ci sono comunque dei costi da sostenere. Le attivita' ordinarie del Movimento, pur considerando l'enorme impegno su base volontaria e gratuita, hanno dei costi fissi cui dobbiamo quotidianamente fare fronte: gestione della sede nazionale (tasse, bollette, telefono, ecc.), lavoro di segreteria, mantenimento straordinario delle sedi, contributi alle attivita' delle reti nazionali ed internazionali (Rete Pace e Disarmo, Beoc, War Resisters International, ecc.), sostegno a campagne e iniziative, spese di viaggi per riunioni e lavori di segreteria, costi per la comunicazione, siti e social, e soprattutto le uscite per la redazione della rivista cartacea (spese tipografia, spedizioni, ecc.).
Contiamo quindi su uno sforzo straordinario di ciascuno, la collaborazione e il contributo di tutti, a partire dalla quota di adesione per il 2022 da 50,00 euro, con Iban IT 35 U 07601 11700 000018745455 intestato al Movimento Nonviolento, o tramite il nostro e-shop, a cui si puo' aggiungere l'abbonamento alla rivista "Azione nonviolenta", in formato cartaceo a 32,00 euro, o digitale a 20,00 euro.
Per i liberi contributi (fiscalmente detraibili) oltre che l'Iban e' possibile utilizzare anche paypal
Ricordiamo anche l'importanza di destinare il 5x1000 al nostro Movimento, e di consigliarlo agli amici. Basta una firma e il nostro codice fiscale 93100500235.
Se desideri ricevere regolarmente le nostre comunicazioni, mandaci la tua mail per l'indirizzario informatico. Invia a: amministrazione at nonviolenti.org , con oggetto "per lista iscritti MN".
Grazie e auguri di pace per te e i tuoi cari.
Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento

5. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

... occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
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Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT 35 U 07601 11700 0000 18745455

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 311 del 31 dicembre 2021
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