[Nonviolenza] Telegrammi. 4174



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4174 del 23 luglio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. A Viterbo un incontro in memoria di Paolo Finzi e per la liberazione di Leonard Peltier
2. Segnalazioni librarie
3. La "Carta" del Movimento Nonviolento
4. Per saperne di piu'

1. INCONTRI E INIZIATIVE. A VITERBO UN INCONTRO IN MEMORIA DI PAOLO FINZI E PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

La mattina di giovedi' 22 luglio 2021 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di memoria, di studio e di riflessione dedicato a Paolo Finzi, il profondo intellettuale, il generoso militante libertario, l'indimenticabile amico e compagno di lotte deceduto un anno fa.
Le persone partecipanti all'incontro, anche  nel ricordo di Paolo Finzi, hanno riaffermato l'impegno nell'iniziativa in corso per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
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Un minimo programma per lo studio della testimonianza, l'azione e l'opera di Paolo Finzi
Riproponiamo un testo sintetico di un anno fa che e' servito da traccia per l'incontro odierno.
"Chi scrive queste righe si scusa per la frettolosita' con cui le ha redatte. Molti temi appena accennati meritavano una esposizione piu' distesa; ma scopo di questo intervento e' appunto sollecitare altre persone a sviluppare meglio quello che qui si enuncia solo per titoli in forma di promemoria.
Delle molte dimenticanze e dei possibili errori ci si scusa fin d'ora con le benevole lettrici, con i benevoli lettori.
Il 20 luglio 2020 Paolo Finzi si e' tolto la vita.
Una delle voci piu' significative della riflessione e dell'impegno libertario nel nostro paese ci ha lasciato.
Uno dei militanti e dei testimoni piu' riconosciuti ed autorevoli (ed antiautoritari, che non e' mai cosa ovvia in nessun gruppo umano) del movimento anarchico ha concluso il suo cammino.
Il movimento delle oppresse e delle oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' ha perso una delle sue figure piu' luminose.
La cultura italiana ha perso una delle sue espressioni piu' nitide.
La nonviolenza in cammino ha perso un maestro e un compagno.
Essendo stata incessante la sua azione militante e coscientizzatrice che lo ha portato ovunque per l'Italia in innumerevoli iniziative di testimonianza, di lotta, di solidarieta', di condivisione e di convivialita', di riflessione e dibattito, ed essendo stata intensissima la sua attivita' pubblicistica (svolta soprattutto attraverso "A. Rivista anarchica" lungo cinque decadi; ma anche con collaborazioni ad altri periodici, e con opuscoli, libri, pubblicazioni multimediali), la sua opera e' assai dispersa, e il suo lascito di pensiero e di azione rischia di apparire per un verso tropo vasto e per l'altro troppo legato alle singole occasioni d'impegno.
Noi crediamo invece che nel contributo di Paolo Finzi alla teoria e alla pratica della liberazione dell'umanita' vi siano alcuni nuclei decisivi intorno a cui si organizza coerentemente e concretamente l'insieme delle sue ricerche, delle sue proposte, delle sue esperienze e riflessioni, della sua opera di studioso e di militante.
Crediamo quindi necessario che si proceda al piu' presto alla pubblicazione (o ripubblicazione) in volume di tutti gli scritti, con metodi filologici adeguati e con adeguata contestualizzazione storica e linguistica, insomma con i necessari criteri scientifici, affinche' non solo chi lo conobbe e lo ricorda, e non solo le militanti ed i militanti del plurale movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita', ma anche tutte le studiose e tutti gli studiosi abbiano a disposizione l'insieme della sua opera scritta.
E crediamo che l'esplorazione, lo studio, l'interpretazione e l'esposizione dell'opera teorica e documentaria, etica e politica, storiografica e memorialistica, saggistica e testimoniale di Paolo Finzi sia un compito ineludibile della comunita' delle studiose e degli studiosi, non solo delle sue compagne e dei suoi compagni di lotta e di ideale, ma proprio dell'intera cultura italiana.
Crediamo infatti che Paolo Finzi abbia dato un contributo di cospicuo valore alla cultura - non solo politica - del secondo Novecento e delle due prime decadi del secolo attuale, e che tra gli intellettuali italiani attivi in quest'ultimo mezzo secolo sia stato uno dei preminenti, un maestro segreto e generoso per molti, e per molti prezioso e ortativo un interlocutore, un instancabile impareggiabile promotore e diffusore di conoscenze e di dialogo, un suscitatore di civilta' politica e di investigazioni sia filosofiche che su tutto lo spettro delle scienze umane e sociali, la cui presenza e' stata influente ben oltre i confini di una sola tradizione di pensiero.
Su alcuni ambiti della sua riflessione ed azione sarebbe opportuno che in particolare si concentrassero le ricerche e gli studi, e ne proponiamo di seguito a mero titolo d'esempio un elenco sia pur disordinato e lacunoso.
- La nonviolenza: era uno dei pochi in Italia che sulla nonviolenza rifletteva in modo adeguato, concreto e coerente (collegandosi anche particolarmente sia con la riflessione di Errico Malatesta, di Giusepe Pinelli, di Luce Fabbri, di altre ed altri teorici e militanti anarchici che in forme linguistiche diverse la nonviolenza come premessa, esigenza o aggiunta hanno vigorosamente tematizzato; sia con le esperienze e riflessioni dei classici movimenti nonviolenti - del movimento operaio, della cooperazione sociale, di liberazione dei popoli, antirazzisti, per i diritti civili ed umani, femministi, ecologisti - e delle figure maggiori di questa tradizione di pensiero, da Lev Tolstoj a Mohandas Gandhi, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Martin Luther King ad Aldo Capitini, da Danilo Dolci a tutte le figure piu' vive dei movimenti femministi. E naturalmente anche a confronto con le elaborazioni fin recentissime di compagni che da pochi anni ci hanno lasciato come Alberto L'Abate e Nanni Salio, e con le ricerche promosse da "Azione nonviolenta" e dai "Quaderni satyagraha", il lavoro del Centro Studi "Sereno Regis" di Torino, e molte altre esperienze ancora.
- L'intreccio tra pensiero libertario (nel nesso con le tradizioni liberale, socialista, democratico-radicale), le concrete plurime pratiche antiautoritarie (di cui "A. Rivista anarchica" lungo mezzo secolo ha dato ricchissima documentazione e densissime testimonianze ed interpretazioni), il progetto di organizzazione sociale anarchica (ovviamente ricollegandosi a un vastissimo campo di ricerche ed esperienze, da Petr Kropotkin a Ivan Illich, da Pierre Clastres a Murray Bookchin, da Albert Camus a Colin Ward, da Margarete Buber-Neumann a Germaine Tillion, da Ginetta Sagan a Franca Ongaro Basaglia, da Luce Irigaray a Donna Haraway, ai femminismi tutti degli ultimi cinquant'anni).
- L'attitudine dialogica e maieutica e la vera e propria azione pedagogica (e qui sono palesi gli incontri e gli intrecci con tanta parte del pensiero educativo e delle pratiche pedagogiche novecentesche: da Lamberto Borghi a Guido Calogero, da Francisco Ferrer a John Dewey, dall'Mce a Summerhill, da Paulo Freire a Barbiana, da Ivan Illich a Danilo Dolci; ma anche la decisiva riflessione di Martin Buber su "Ich und Du").
- La riflessione sulla politica come pluralita', intersoggettivita', relazionalita': e pensiamo, e' evidente, in primo luogo ad una rilettura dell'opera e dell'azione di Paolo Finzi alla luce di decisive categorie di Hannah Arendt.
- Il nesso tra etica e politica (e conseguentemente tutta la serie di nessi tra personale e politico, mezzi e fini, etica dei principi ed etica della responsabilita', morale personale e morale sociale, fino alle sfide della bioetica e alla necessita' di contrastare la violenza della biopolitica (e il pensiero corre spontaneamente al lascito di Simone Weil, di Emmanuel Levinas, di Pierre Bourdieu, di Michel Foucault, di tante e tanti altri ancora).
- La riflessione su complessita' e contestualita' (in dialogo con l'epistemologia contemporanea - da Popper a Kuhn a Feyerabend - ma anche ovviamente Niklas Luhmann, e le correnti filosofiche strutturaliste, decostruzioniste, etc.).
- La critica dello sfruttamento e dell'alienazione (dalla riflessione marxiana dei Manoscritti economico-filosofici del 1844, alla grande ricognizione di Gramsci nei Quaderni del carcere, all'opera di Franco Basaglia e alla lotta contro tutte le istituzioni totali).
- Ma anche piu' radicalmente la critica del lavoro e dell'ideologia lavorista (ricordando l'opuscolo di Paul Lafargue e quella linea di riflessione sull'"otium" che va da alcuni testi di Seneca ad alcuni di Russell).
- Il lavoro sulla memoria e la storiografia (e qui sarebbero utili confronti sia di contenuto che metodologici con il lavoro di Anna Bravo, con quello di Sandro Portelli, con i "cultural studies", con tanta parte della storiografia contemporanea dalle "Annales" in poi).
- L'impegno critico sul linguaggio e sulla vita quotidiana (anche mettendo a confronto la sua riflessione con Kurt Vonnegut, Henri Lefebvre, l'esperienza situazionista, Agnes Heller...).
- La denuncia delle implicazioni totalitarie delle nuove tecnologie e delle ideologie, dei dispositivi di dominio e delle strategie di potere in esse implicite.
- L'attenzione costante alla dimensione esistenziale dell'impegno sociale e politico per la liberazione dell'umanita': il nesso tra solidarieta', accudimento, condivisione, convivialita'.
- La lotta contro il totalitarismo, il razzismo, il colonialismo, il nazionalismo, l'imperialismo (ed ovviamente in questo ambito sarebbero da mettere a confronto i suoi scritti con le opere classiche di Hannah Arendt, Elias Canetti, Tzvetan Todorov, con le grandi testimonianze dei superstiti dei lager e dei gulag...).
- Le cruciali questioni dei diritti degli animali non umani e della cura per la biosfera (valorizzando il confronto con figure come Hans Jonas, Alexander Langer, Laura Conti, Giorgio Nebbia, ovviamente Murray Bookchin, e Barry Commoner, l'ecosocialismo di James O'Connor, ed ovviamente il lavoro di Vandana Shiva; ma anche, ancora una volta, Lev Tolstoj, Mohandas Gandhi e Aldo Capitini).
- Il decisivo porsi all'ascolto e alla scuola del pensiero delle donne e del movimento di liberazione delle donne; e quindi il decisivo impegno contro la violenza maschile (che di ogni violenza e' la prima radice e il primo paradigma).
Cosi' come sarebbe opportuno che ricerche e studi si dedicassero al suo contributo storiografico, analitico ed interpretativo su alcuni decisivi snodi otto-novecenteschi, su alcune esperienze ed alcune figure cui Paolo Finzi ha dedicato un lavoro accurato e aggettante. Ci limitiamo anche qui a un mero caotico elenco ancor piu' rastremato.
- il nocciolo duro della frattura della I Internazionale;
- il recupero e la rilettura delle parti non caduche del lascito di Proudhon e di Bakunin;
- la denuncia degli equivoci soreliani;
- la tempestiva critica luxemburghiana al leninismo;
- il fascismo nella sua dimensione italiana ed internazionale ("l'autobiografia della nazione" di cui scrisse Gobetti, ma anche "il fascismo eterno" di cui scrisse Eco);
- l'analisi del totalitarismo (Arendt, ma anche Mosse, etc.);
- la riflessione e l'azione di Andrea Caffi;
- la riflessione e l'azione di Victor Serge;
- Spagna '36-'39, la Cnt, Durruti, Berneri, Orwell;
- La Shoah e il Porrajmos;
- la Resistenza (e particolarmente il contributo anarchico, anche nel suo vivissimo intreccio con la tradizione antifascista liberalsocialista, da Carlo Rosselli e Leone Ginzburg, etc.);
- l'eta' atomica (e la riflessione di Guenther Anders, in primis);
- la strage di Stato e le persistenti pulsioni golpiste;
-  l'impegno contro la guerra, antimilitarista e disarmista;
- il razzismo e l'antisemitismo (e la riflessione di Sartre, ma anche i testi introduttivi e di sintesi di Memmi, Wieviorka, Taguieff, Siebert...);
- l'analisi e la denuncia della presenza di tratti totalitari anche nei movimenti di liberazione e nei paesi usciti dall'orrore del colonialismo;
- la difesa dei diritti umani e delle condizioni minime essenziali necessarie per la civile convivenza;
- la critica e la lotta contro le istituzioni totali e la vicinanza umana e solidarieta' concreta con le persone private della liberta';
- la riflessione sui temi della democrazia, dello stato di diritto, la specificita' delle questioni giuridiche, la distinzione tra diritto e politica (cosi' come tra morale e politica, cosi' come tra politica e pubblica amministrazione), e sarebbe opportuno un confronto con le elaborazioni di Bobbio e di Habermas, di Zolo e di Ferrajoli, ma anche di Kelsen, etc.;
- ovviamente l'intero arco della storia del movimento anarchico e del pensiero libertario, con particolar riferimento alle vicende italiane di cui fu testimone e protagonista;
- Errico Malatesta;
- Alfonso Failla;
- Giuseppe Pinelli;
- Luce Fabbri;
- la cultura e le vicende storiche delle popolazioni, delle comunita' e delle persone rom e sinte;
- la canzone d'autore e Fabrizio De Andre';
- le esperienze delle culture di denuncia, di protesta, di alternativa (dal Living Theatre a Fernanda Pivano...).
Se si sfogliano le annate di "A" si trova un autentico tesoro di esperienze e riflessioni, e Paolo Finzi di questa sorta di enciclopedia libertaria era il Diderot.
In queste prime settimane dalla sua scomparsa ovviamente non sono ancora state pubblicate - a nostra conoscenza - ricerche approfondite che richiederanno una lunga lena; e - sempre per quanto a nostra conoscenza - le testimonianze di chi lo conosceva e apprezzava sono state fin qui scritte soprattutto nel registro degli affetti, e sotto il duro colpo del lutto.
Ma sarebbe bene che almeno le persone che meglio lo hanno conosciuto, che hanno lungamente collaborato con lui, o che hanno seguito la sua attivita' e lo svolgimento delle sue ricerche e del suo meditare, dei suoi "esperimenti di verita'" per usare la formula gandhiana, si apprestino ad intraprendere l'impegno di rammemorazione, di rimeditazione, di rilettura e di scrittura atto ad offrirne un ricordo e un ritratto piu' ampio e piu' approfondito. Il ritratto adeguato di un maestro e un compagno esemplare. Ve ne e' reale bisogno.
Ci sembra infatti ad esempio che nelle pagine culturali (quelle degli elzeviri di una volta) dei grandi quotidiani o dei settimanali a larga diffusione (ma non meramente consumistici) fin qui non siano comparsi ricordi, testimonianze e studi adeguatamente approfonditi, interpretazioni dell'opera e dell'azione che diano conto della sua viva e vivace presenza nella cultura, nella vita civile e nella lotta politica del'ultimo mezzo secolo, ed indichino percorsi di ricerca su cui indirizzare il lavoro delle studiose e degli studiosi.
Delle riviste di cultura ovviamente tutti sanno che i tempi sono assai dilatati ed e' probabile che solo alcune a settembre pubblicheranno gia' qualcosa di rilevante (pensiamo ovviamente in primo luogo ad "A" e ad altre pubblicazioni sia anarchiche che nonviolente).
Istituti di ricerca, ad esempio le Universita', potrebbero - e a nostro modesto avviso dovrebbero - avviare attivita' alla sua figura e alla sua opera dedicate (convegni, corsi e borse di studio, progetti di ricerca, assegnazione di tesi di laurea), e sara' lavoro da svolgere negli anni a venire.
E confidando che la cosa non suoni alle orecchie di taluno eretica o bizzarra, crediamo che la citta' di Milano potrebbe e dovrebbe dedicare al suo ricordo almeno una giornata di studi, ed altre iniziative ancora - anche toponomastiche -, per il tanto bene che Paolo Finzi milanese ha donato anche alla sua citta', per come con la sua opera e la sua militanza le ha dato lustro.
E vorremmo poter dare per scontato l'impegno degli istituti di cultura e delle pubblicazioni internazionali che hanno beneficiato lungo cinque decadi del lavoro di Paolo Finzi e di "A"; e crediamo siano un gran numero.
Delle esperienze militanti non occorre dire: bastera' segnalare - si parva licet componere magnis - come anche il nostro centro nonviolento viterbese lungo molti anni abbia beneficiato dell'attenzione accudente e solidale di Paolo Finzi, ed in queste settimane abbia raccolto e ridiffuso attraverso il suo notiziario telematico quotidiano i materiali in suo ricordo che e' riuscito a reperire nel web.
Non occorre una conclusione parenetica. Quando muore un amico e un compagno si usa dire che altri sorgeranno a prendere il suo posto. Sappiamo che questo e' falso e vero insieme: nessuna perosna puo' sostituirne un'altra, ma nessuna persona buona resta senza eredi che ne raccolgano la testimonianza e la lotta contro l'ingiustizia e l'oppressione, che ne proseguano l'impegno per la liberazione ed il bene comune dell'umanita'.
Queste note, ça va sans dire, sono state stese currenti calamo senza preliminarmente andare a sfogliare le annate di "A": ma e' proprio quel lavoro di certosino spoglio archivistico che qui si suggerisce di svolgere a chi volesse intraprendere con adeguato rigore intellettuale e morale lo studio che queste righe sollecitano".
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Una minima notizia su Paolo Finzi
Rproponiamo la seguente breve notizia.
Paolo Finzi, figlio di resistenti antifascisti, giunto giovanissimo all'ideale anarchico, compagno di lotta di Pino Pinelli, fu il piu' giovane degli anarchici perseguitati dopo la strage di piazza Fontana; fondo' ed e' stato lungo cinque decadi lo "spiritus rector" di "A. Rivista anarchica", che e' una delle piu' belle riviste di politica e cultura che esistono in Italia; impegnato in tutte le riflessioni e ricerche libertarie, in tutte le lotte anarchiche e nonviolente, ha scritto libri (e poi anche altre pubblicazioni multimediali) su due figure luminose dell'anarchia: Errico Malatesta e Alfonso Failla, sulla Resistenza di Matilde Bassani Finzi sua madre; sul popolo rom e sul suo sterminio da parte dei nazisti; su Fabrizio De Andre' di cui fu amico ed esegeta; e sia su "A" sia in dossier e altri testi specifici molto ha scritto sul contributo anarchico alla Resistenza, su Pino Pinelli e sulla strage di Stato, su molti temi e molte figure che insieme costituiscono una costellazione di studi e ricerche di vastita' e profondita' tali da meravigliare chi non immagina che si possa essere insieme uno strenuo militante nel vivo delle lotte ed uno studioso e un suscitatore di studi cosi' aperto, ad un tempo rigoroso e poliedrico, capace di dare sensibile ascolto - e restituire fedele rappresentazione ed aggettante interpretazione - ad ogni esperienza e riflessione che arricchisse la teoria e le pratiche libertarie, solidali, di difesa nitida e intransigente - e di comprensione accurata e accudente - della dignita' umana e del mondo vivente.
Scrivemmo all'indomani della morte: "Con la scomparsa di Paolo Finzi, illustre studioso, perspicuo saggista e generoso militante anarchico, la nonviolenza in cammino ha perso un maestro e un compagno.
Un maestro sapiente e accudente, capace di ascolto, di comprensione e di consiglio, di porre le giuste ineludibili domande e di donare una parola saggia e schiudente, di vedere sempre le persone oltre le idee e i fatti, di cogliere, interpretare, preservare e liberare cio' che di umano vi e' nella storia e nelle storie.
Un compagno mite e generoso, fedele alla verita', sempre disposto a soccorrere chiunque di aiuto avesse bisogno, sempre disposto a condividere il bene ed i beni, un oppositore nitido e intransigente di tutti i poteri violenti, un resistente contro tutti i fascismi comunque camuffati, una persona che salvava le vite.
Ma non solo la nonviolenza perde un maestro e un compagno: la cultura e la vita civile italiana hanno perso un intellettuale e un militante che sempre di piu' negli anni futuri sara' riconosciuto come una delle figure maggiori dell'impegno morale e civile di questi tragici e cruciali decenni.
Ma soprattutto hanno perso un fratello tutte le oppresse e tutti gli oppressi che in Paolo Finzi hanno avuto un compagno di lotte, un difensore dei diritti inerenti ad ogni persona e del bene comune, un organizzatore infaticabile, un chiarificatore delle ragioni della lotta, un educatore al vero e al giusto, alla liberta' e alla comprensione, alla misericordia che insorge contro ogni oppressione, contro ogni menzogna, contro ogni violenza.
Paolo Finzi non e' stato soltanto un grande intellettuale libertario, un esemplare militante anarchico, e un testimone, uno studioso, uno storico, un pubblicista e un conferenziere sempre attento, sempre acuto, sempre rigoroso sotto il profilo intellettuale, morale, politico. Un umanista e un combattente per la liberazione dell'umanita' consapevole sempre del nesso che unisce i mezzi e i fini.
E' stato un punto di riferimento per persone ed esperienze assai diverse tra loro, che in lui, nel suo riflettere ed agire costantemente dialogici,  trovavano le ragioni dell'unita' sostanziale delle loro lotte e delle loro speranze.
Di "A. Rivista anarchica", la rivista di cui era fondamentale animatore, ha fatto una delle migliori riviste mensili italiane ed internazionali di politica e cultura, di ricerca teorica ed esperienziale, di riflessione etica e politica, di indagine antropologica e sociale, di documentazione e di dibattito non solo per l'area libertaria, ma per tutte le persone di volonta' buona, tutte.
Fu giovanissimo tra gli anarchici perseguitati nei giorni della strage di stato, serbo' viva memoria di Pino Pinelli e ne continuo' la lotta; scrisse libri fondamentali su illustri figure del movimento anarchico come Errico Malatesta e Alfonso Failla (padre della sua compagna Aurora), pubblico' molti studi e contribui' intensamente a promuovere una vasta e sempre piu' estesa opera storiografica sul pensiero libertario e sul movimento anarchico che costituisce una fonte e un apporto imprescindibili per l'intera storiografia contemporanea e per gli studi filosofici, politici e sociali.
Preziose fra tante altre pubblicazioni - anche multimediali - il volume sulla luminosa figura della madre Matilde Bassani Finzi partigiana, i lavori sulla cultura e i diritti del popolo rom, sull'amico Fabrizio De Andre', su altre figure ed esperienze antifasciste e libertarie.
Innumerevoli le iniziative di solidarieta' in cui fu impegnato, sempre in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, sempre opponendosi ad ogni potere oppressivo, a tutti gli abusi, ad ogni struttura che nega la liberta' e la verita' umana.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo proseguire nella lotta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo proseguire nella lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo proseguire nel contrasto a tutte le strutture che negano l'eguale dignita' e la costitutiva liberta' di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo proseguire nella solidarieta' con tutte le vittime di tutte le oppressioni, di tutte le menzogne, di tutte le violenze.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo perseverare nella condivisione del bene e dei beni, nella costruire di una societa' di persone libere ed eguali in cui da ciascuna sia donato secondo le sue capacita' ed a ciascuna sia donato secondo i suoi bisogni.
Paolo Finzi volle e seppe essere l'umanita' come dovrebbe essere. Che l'esempio della sua intera vita ci ispiri e ci sostenga.
Possa la grata memoria dei tanti doni che ci ha lasciato temperare in questi giorni di lutto il dolore lancinante della perdita.
Alla compagna di tutta la vita Aurora, ai figli, ai familiari tutti, alle compagne e ai compagni di "A. Rivista anarchica" e delle tante altre imprese da lui promosse e condivise vada in queste ore anche la nostra affettuosa vicinanza".
Ed in un incontro commemorativo di pochi giorni dopo dicevamo: "Paolo Finzi e' stato un intellettuale e un militante anarchico di immensa cultura e di profonda solidarieta' che ha dedicato l'intera sua vita all'impegno comune in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la liberazione dei popoli e delle classi oppresse, nella cura per l'intero mondo vivente, per la civilta' come impegno e percorso comune dell'umanita' intera che alla violenza e alla menzogna si oppone per realizzare la societa' giusta in cui vivere sia per tutte e tutti un'esperienza degna, colma di senso e valore, felice.
La vicinanza umana a tutte le vittime di violenza e oppressione fu il suo atteggiamento costante, la cifra dei suoi giorni.
L'ascolto rispettoso delle altrui voci, il dubbio metodico che giova alla comprensione, la mitezza che nitida e intransigente resiste al male, la fiducia nel saper essere e voler restare umano, l'amore per l'umanita' e per la vita, erano la sostanza della sua disposizione dialogica e maieutica, del suo agire solidale e libertario.
Era un uomo integro, generoso e coraggioso, un antifascista e un amico della nonviolenza, un anarchico nel senso autentico e forte del termine: che ad ogni potere oppressivo si opponeva per affermare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla condivisione del bene e dei beni, alla responsabilita' per l'altra persona e per il mondo; per affermare l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani fondata proprio sull'infinita preziosa diversita' di ogni persona; per affermare la liberta' come sostanza dell'esistenza individuale e collettiva, come legame della societa' responsabile e solidale da inverare gia' nell'opera quotidiana, come principio e motore dello svolgimento della storia, come valore intimo e universale senza del quale non si da' ne' giustizia ne' misericordia, non si da' empatia ne' fratellanza e sororita'. La liberta' come infinito altruismo, come infinito riconoscimento di dignita', come benevolenza irraggiante e schiudente.
Suo principale strumento d'azione fu la parola sempre franca e leale, sempre lungamente meditata e sempre dialogica; la parola che nasce dall'ascolto, la parola aperta e ricettiva alla voce e all'opinione altrui; il vivo discorso che e' fatto di presenza e di condivisione, di ricerca comune della verita' che libera. E ancor piu' la viva impegnata tenace presenza dalla parte delle vittime, la condivisione della vita, delle lotte e delle speranze di tutte le oppresse e gli oppressi. Parresia e koinonia.
La sua tragica scomparsa convoca ogni persona che lo abbia conosciuto a proseguirne l'impegno morale e civile, sociale e politico, culturale ed esistenziale.
Convoca a serbarne la memoria ed a comunicarla, a fare della sua testimonianza un appello e un esempio.
Convoca a continuare ad opporsi ad ogni oppressione, ad ogni abuso, ad ogni violenza.
Contro la guerra e tutte le uccisioni.
Contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Per la difesa dell'intero mondo vivente.
Per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni.
Per una societa' giusta di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali".
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Una iniziativa in corso per la liberazione di Leonard Peltier cui invitiamo a prendere parte
Tra le iniziative possibili e necessarie per la liberazione di Leonard Peltier segnaliamo una volta ancora quella che richiede un impegno dell'Europa nelle sue stesse rappresentanze in grado di interloquire efficacemente con chi ha il potere di restituirgli la liberta'.
Rinnoviamo la richiesta al Parlamento Europeo e all'Unione Europea di un impegno per la liberazione di Leonard Peltier.
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Crescono le adesioni all'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier promossa da personalita' come don Luigi Ciotti, Nando dalla Chiesa, Luisa Morgantini, padre Alex Zanotelli
Cresce ogni giorno il numero delle personalita' della cultura, delle istituzioni, dell'impegno morale e civile, della solidarieta', che stanno scrivendo al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, per chiedere un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier.
Tra le adesioni al'appello per la liberazione di Leonard Peltier delle ultime ore segnaliamo anche quelle di: Roberto Antonio Tomaello, ex-attore di prosa, ex-insegnante di linguaggio teatrale, ex-organizzatore culturale, Genova; Lina  Ventura, Casalecchio di Reno (Bo).
Tra le altre prime adesioni all'iniziativa ricordiamo in particolare anche quelle di: Maurizio Acerbo, gia' deputato e attuale segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea; Vittorio Agnoletto, medico e attivista, gia' parlamentare europeo; Mario Agostinelli, presidente dell’"Associazione Laudato si', un'Alleanza per il clima, la cura della Terra, la giustizia sociale"; Fabio Alberti, fondatore di "Un ponte per..."; Giacomo Alessandroni, docente e attivista di Peacelink, Pesaro; Alessandra Algostino, professoressa ordinaria di Diritto costituzionale; Rocco Altieri, docente, saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha"; Francesco Andreini, Siena; Francesco Baicchi, del comitato esecutivo del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale; Emanuela Baliva, Reti di Pace; Angelo Baracca, professore di Fisica, Universita' di Firenze; Daniele Barbieri, giornalista e saggista; Rosanna Barzan, presidente del Centro Documentazione Pace di Ivrea (To); Cristina Bassi, Dosolo (Mn); Emanuele Bellato (direttore) e la redazione de "Il Popolo Veneto" (giornale italiano antifascista fondato nel 1921); Giuliana Beltrame, sociologa e attivista, Padova; Fausto Benuzzi, Bologna; Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS - Confederazione dei comitati di base; Silvia Berruto, giornalista di pace, da sempre impegnata in iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza; Carla Bertolotti, anche come portavoce del Comitato "vivere bene la macchia" di S. Stefano Magra; Norma Bertullacelli, figura di riferimento del movimento pacifista a Genova; Moreno Biagioni, Firenze; Elisa Bianchini, delegata sindacale USB - Unione Sindacale di Base, Viterbo; Giovanni Bianco, giurista, professore universitario; Mauro Biani, vignettista de La Repubblica, L'Espresso, Azione Nonviolenta; Marco Boato, sociologo e saggista, gia' deputato e senatore; Michele Boato, ecologista, gia' deputato e consigliere regionale, Venezia-Mestre; Laura Boella, illustre filosofa e docente universitaria, Milano; Sista Bramini, Roma; Antonio Bruno, gia' consigliere comunale di Genova; Valentina Bruno, associazione "Erinna", Viterbo; Emanuela Bussolati, autrice di libri per l'infanzia; Augusto Cacopardo, antropologo; Elena Camino, docente, ricercatrice, saggista; Antonella Cammarota, professoressa ordinaria di Sociologia Politica, Dipartimento Cospecs Universita' di Messina; Mariella Cao, insegnante, pacifista, animatrice del comitato "Gettiamo le basi"; Francesco Domenico Capizzi, presidente dell'organizzazione di volontariato "Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa'"; Alessandro Capuzzo, "Comitato pace, convivenza e solidarieta' Danilo Dolci" di Trieste; Elisabetta Caroti, Roma; Giorgio Carpi, Centro nuovo modello di sviluppo, Vecchiano (Pisa); Maria Luigia Casieri, preside, Viterbo; Pilar Castel, autrice e attrice No War; Antonio Catozzi, insegnante; Augusto Cavadi, direttore della Casa dell'equita' e della bellezza, Palermo; Alessandra Ceresa, Corbetta; Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo; don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, una delle figure piu' illustri della cultura e della prassi della pace e della solidarieta'; Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita; Valerio Colombaroli, Bussoleno (To); Marinella Correggia, giornalista e saggista; Renato Corsetti, linguista ed esperantista; Ottavio D’Alessio Grassi, attivista e scrittore; Nando Dalla Chiesa, sociologo, scrittore, gia' sottosegretario, senatore e deputato, una delle figure piu' illustri della lotta contro i poteri criminali; Paolo D'Arpini, testimone dell'ecologia profonda, della spiritualita' laica, del bioregionalismo; Claudia Dauru', Firenze; Giuseppe Deiana, scrittore; don Vitaliano Della Sala, parrocchia Santi Pietro e Paolo, Mercogliano (Av); Andrea De Lotto, insegnante e storico animatore del comitato italiano di solidarieta' con Leonard Peltier; Carla Dentella, coop. Dar casa, Milano; Nunzio D'Erme, Osservatorio Repressione; Heinz Dieterich, coordinatore CTS-UAM-WARP; Tommaso Di Francesco, condirettore de "Il manifesto"; Mario Di Marco, referente Servizio Civile della Caritas diocesana di Viterbo; Franco Dinelli, ricercatore CNR, consigliere nazionale di Pax Christi; Italo Di Sabato, Osservatorio Repressione; Nicoletta Dosio, insegnante in pensione, storica militante per la giustizia sociale e la difesa della natura, per i diritti umani ed i beni comuni, Bussoleno (To); Luciano Dottarelli, gia' sindaco di Bolsena, docente, saggista, promotore del Club per l'UNESCO Viterbo Tuscia; fratel Guido Dotti, Monastero di Bose, Magnano (Biella); Gabriella Falcicchio, researcher Dip. Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell'Universita' degli Studi di Bari "Aldo Moro"; Sergio Falcone, poeta; Luigi Fasce, presidente del Circolo Giustizia e liberta' "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova; Vito Ferrante, presidente dell'"Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia" (Afesopsit); Paolo Ferrero, vicepresidente del partito della Sinistra Europea, gia' Ministro della Repubblica italiana; Antonio Filippi, gia' sindacalista Cgil in pensione, Canepina (VT); Pierina Folci, Milano; Gabriele Gabrieli, Mantova; Angelo Gaccione, scrittore, direttore di "Odissea", Milano; Rosanna Garavaglia, gruppo ecumenico diocesi di Milano; Maria Gerli, Milano; Francuccio Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo; Luigi Giario, scrittore e volontario, dell’associazione culturale Amici di Adriana Zarri, Torino; Sergio Giovagnoli, Arci; Sergio Golinelli, coordinatore di Sinistra Italiana della provincia di Ferrara; Franca Grasselli, Reggio Emilia; Gabriella Grasso, Milano; Giorgio Grimaldi, docente universitario, Genova; Gianpiero Grulla, socio banca etica, Milano; Paolo Grulla, Gruppo Acquisto Solidale, Milano; Maurizio Gubbiotti, Legambiente; Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista; Salvatore Izzo, direttore di "Faro di Roma" e presidente dell'associazione Padre Virginio Rotondi per un giornalismo di pace; Monica Lanfranco, giornalista; Liliana e Giuseppe Lastella, associazione La tenda, Milano; Raniero La Valle, giornalista e saggista, gia' deputato e senatore, una delle figure piu' autorevoli della cultura della pace; Pietro Lazagna, figura storica dell'impegno educativo e civile; Gad Lerner, giornalista e saggista; Franco Limardi, scrittore e insegnante, Viterbo;  Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente; Pierpaolo Loi, insegnante, Cagliari; Eugenio Longoni, Milano; Francesco Lucat, segretario regionale di Rifondazione Comunista, Valle d'Aosta; Daniele Lugli, gia' Difensore civico della Regione Emilia-Romagna; Romualdo Luzi, bibliotecario e storico; Ettore Macchieraldo, falegname, Roppolo (Biella); Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria; Gigi Malabarba, gia' senatore; Giovanni Mandorino, Pisa; Nicoletta Manuzzato, giornalista; Fausto Marchesi, Milano; Flavio Marcolini, insegnante, tra gli animatori del Centro di ricerca nonviolenta di Brescia; Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, Taranto; Gian Marco Martignoni, CGIL Varese; Mariateresa Martini, educatrice e scrittrice, Moniga del Garda (Bs); Francesco Martone, gia' senatore; Alfonso Marzocchi; Tomasina Massa, Sassari; Mirko Mazzali, avvocato, consigliere comunale di Milano; Vittorio Mazzone, presidente sezione ANPI di Afragola e Casoria; Dario Mencagli, docente, cooperante internazionale; Giansandro Merli, giornalista; Sandro Mezzadra, docente universitario; Carlo Mezzetti, avvocato, Viterbo; Enrico Mezzetti, presidente Anpi Viterbo; Alessandro Michelucci, direttore della rivista "La causa dei popoli"; Sara Michieletto, primo violino dell'orchestra del teatro "La Fenice" di Venezia, impegnata da sempre nella solidarieta'; Vincenzo Miliucci, Cobas; Matilde Mirabella, traduttrice, giornalista e attivista; Cristina Mirra, Milano; Pino Missori, Barbarano Romano (Vt); Giampiero Monaca, maestro elementare; Gianfranco Monaca, scrittore, sociologo e animatore sociale; Gabriella Montalto, Milano; Pierangelo Monti, presidente del MIR - Movimento Internazionale della Riconciliazione; Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo; Luciano Muhlbauer, gia' consigliere regionale della Lombardia; Carmelo Musumeci, ergastolano scrittore; Francesca Nava, giornalista; Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni, Coordinamento Nord Sud del mondo; Nicoletta Negri, insegnante; Franca Niccolini, del Mir-Movimento Nonviolento di Torino; Alfio Nicotra, presidente nazionale di "Un Ponte Per"; Raffaella Noseda, Mazzo di Rho; don Gianni Novelli, una delle piu' luminose figure dell'impegno per la pace, anche a nome del Cipax; Mufutau Abiola Oguntimirin, figura storica dell'impegno di pace e di solidarieta' a Viterbo; Riccardo Orioles, giornalista e militante antimafia; Graziella Osellame, Milano; Moni Ovadia, attore, cantante, musicista e scrittore; Daniela Padoan, scrittrice, presidente dell'associazione "Laudato si’ - Un'alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale", socia fondatrice dell'Associazione Diritti e Frontiere (ADIF), Milano; Vittorio Pallotti, presidente onorario del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale - CDMPI; Marco Palombo, attivista della "Rete No War" di Roma; Luca Paolocci, responsabile legale USB - Unione Sindacale di Base, Viterbo; Pancho Pardi, docente universitario, gia' senatore; Paola Parisi; Maria Luisa Paroni, della Comunita' "Laudato si'" di Viadana e Marcaria (Mn); Beppe Pavan, animatore del gruppo Uomini in cammino, Pinerolo (To); Rita Pelusio, attrice; Gianni Penazzi, Mir-Movimento Nonviolento, Lugo (Ra); Maria Speranza Perna, docente in pensione, Napoli; Marcello Pesarini, coordinamento provinciale di Sinistra Italiana, Ancona; Emanuela Petrolati, insegnante; Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher; Giorgio Piacentini, gia' dirigente Bankitalia e presidente Cipax - centro interconfessionale per la pace, Roma; Anita Pirovano, consigliera comunale di Milano; Francesco Pistolato, cofondatore del Centro Interdipartimentale di Ricerca "Irene" dell'Universita' di Udine; Bianca Pitzorno, scrittrice; Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo; Lorenzo Poli, redattore di "Pressenza"; Anna Polo, impegnata da decenni per la pace e la nonviolenza; Giuliano Pontara, filosofo, uno dei massimi studiosi della nonviolenza, Stoccolma; Roberto Porfiri, Roma; Graziella Proto, giornalista e militante antimafia, direttrice di "Le Siciliane – Casablanca"; Giannozzo Pucci, ecologista nonviolento, editore, Firenze; Pasquale Pugliese, docente, saggista, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento; Anna Puglisi, Centro Impastato, Palermo; Stefania Quadri Huber, Zurigo; Piercarlo Racca, figura storica del Movimento Nonviolento; Fabio Ragaini, Poggio San Marcello (Ancona); Rosa Riboldi, Associazione Coordinamento Pace Cinisello Balsamo; Maria Teresa Rigamonti, Milano; Valentina Ripa, ricercatrice universitaria, attivista per i diritti umani; Alberto Risi, Milano; Rodrigo Andrea Rivas, economista, gia' direttore di "Radio Popolare" di Milano; Annamaria Rivera, antropologa; Basilio Rizzo, storico consigliere comunale di Milano; Lucia Rojas, dell'associazione italo-cilena ALPIANDES; Guido Rossi, Usmate Velate (MB); padre Filippo Rota Martir, Brescia; Angelita Russo, dottoressa; Giovanni Russo Spena, gia' deputato e senatore; Marina Salvadori, Milano; Brunetto Salvarani, teologo, Carpi; Giuseppina Sangalli, Marta (Vt); Antonia Sani, WILPF Italia; Carlo Sansonetti, presidente dell'associazione "Sulla strada" che ha progetti di promozione per popolazioni native in Guatemala; Umberto Santino, Centro Impastato, Palermo; Romolo Santoni, Centro Studi Americanistici "Circolo Amerindiano", Perugia; Mauro Sarnari, docente, impegnato nell'Anpi, nell'Unicef, nei movimenti di pace e di solidarieta', Viterbo; Roberto Savio, prestigioso giornalista e attivista per la giustizia sociale e climatica, animatore di "OtherNews"; Alfredo Scardina, docente; Gino Scarsi, artigiano e artista di forte impegno morale e civile, pacifista ed ecologista; Manlio Schiavo, docente a riposo, Bagheria; Maurizio Sgarzi, Percorsi di pace - Casa per la pace La Filanda, Casalecchio di Reno (Bo); Chiara Silva, Reggio Emilia; Peppe Sini, Viterbo; Marco Sioli, americanista; Matteo Soccio, vicepresidente del Forum per la Pace e i Diritti Umani, Vicenza; Gianni Sofri, gia' Professore di storia all'Universita' di Bologna; Piero Soldini, CGIL nazionale; Alfredo Somoza, presidente dell'ICEI; Francesca Spurio, attrice, animatrice culturale, attivista; Anna Grazia Stammati, presidente del CESP (Centro studi scuola pubblica); Patrizia Sterpetti, antropologa, a nome di tutta la sezione italiana di WILPF; Giovanna Taglialatela, docente; Gianni Tamino, biologo, gia' parlamentare europeo; Veronica Tarozzi, docente e giornalista; Gianni Tognoni, segretario del Tribunale permanente dei diritti dei popoli; Ada Tomasello, impegnata nei movimenti per la pace, i diritti delle donne, la solidarieta' concreta e nel sindacalismo di base; Walter Tosches, psicologo; Marco Trulli, curatore e operatore culturale, Arci Viterbo; Michelangelo Tumini, coordinatore di Sinistra Italiana, circolo di Osimo, Offagna, Castelfidardi, Loreto; Fiorella Turci, insegnante; Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"; Laura Tussi, giornalista e scrittrice; Milena Valli, Sondrio; Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento; Tiziana Valpiana, gia' deputata e senatrice; Leonardo Varvaro, docente universitario, Viterbo; Shendi Veli, attivista e giornalista; Antonio Vermigli, direttore della rivista della Rete Radie' Resch "In dialogo"; Guido Viale, sociologo e saggista; Antonio Vigilante, docente, pedagogista, scrittore, studioso della nonviolenza; Giulio Vittorangeli, figura storica della solidarieta' internazionale; Javi Xavi; Francesco Zanchini, gia' ordinario di diritto canonico nella facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Teramo; Mauro Zanella, "Mani Rosse Antirazziste"; padre Alex Zanotelli, missionario comboniano; Luisa Zanotelli, del coordinamento delle associazioni pacifiste roveretane; Rina Zardetto, Correggio (RE); Silvia Zaru, musicista e insegnante; Franco Zunino, presidente ARCI provinciale Savona.
Tra le prime adesioni di esperienze associative ed informative segnaliamo: "Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia" (Afesopsit); l'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo; l'"Associazione italo-cilena ALPIANDES", l'"Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli" di Milano; la Casa per la Pace di Vicenza; "Centro Gandhi", Pisa; Cipax - Centro interconfessionale per la pace, Roma; Centro Studi Americanistici "Circolo Amerindiano", Perugia; Circolo Vegetariano VV. TT.; "Comitato pace, convivenza e solidarieta' Danilo Dolci" di Trieste; Cobas - Confederazione dei Comitati di Base; il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; il Comitato "Nepi per la pace"; il Comitato "Vivere bene la macchia" di S. Stefano Magra; Il "Coro di Micene" di Milano; la redazione de "Il giornaletto di Saul"; la redazione de "Il Popolo Veneto” (giornale italiano antifascista fondato nel 1921); la redazione de "La nonviolenza e' in cammino"; "Linea indipendente", gruppo ecologista, nonviolento e libertario, Calcinato (Bs); "Mani Rosse Antirazziste"; "Notiziario dell'Accademia apuana della pace"; "Osservatorio Repressione"; "Parallelo Palestina"; la redazione di "Pressenza"; l'associazione "Respirare" di Viterbo; "Reti di Pace", "Teatro in Natura"; USB - Unione Sindacale di Base, Viterbo; WILPF Italia.
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Un invito ad ogni persona di volonta' buona e ad ogni associazione democratica
Invitiamo ogni persona di volonta' buona ed ogni associazione democratica a scrivere al Presidente del Parlamento Europeo.
Qui di seguito un possibile canovaccio di lettera, con alcuni indirizzi di posta elettronica utili per l'invio:
Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente
Naturalmente vi saremmo grati se inviaste in copia le vostre lettere o dichiarazioni di solidarieta' per Leonard Peltier anche al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com , cosi' come ai mezzi d'informazione ed alle altre interlocutrici ed agli altri interlocutori che riterrete opportuno informare o esortare a partecipare.
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Una minima notizia su Leonard Peltier
Di seguito una minima notizia su Leonard Peltier e l'indicazione del sito internet di riferimento per la solidarieta' a livello internazionale
Leonard Peltier e' nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944; attivista dell'American Indian Movement che si batte per i diritti umani dei nativi americani, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze successivamente dimostratesi artefatte, inattendibili, revocate e ritrattate dagli stessi ostensori. Da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai palesemente riconosciuta. Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione di un suo libro edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Opere di Leonard Peltier: La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005.
Opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, 1996.
Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
Alcuni altri libri utili per approfondire: Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993; Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982; Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977; Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977; Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali egli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996; Charles Hamilton (a cura di), Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d'America, Feltrinelli, Milano 1956, 1960; Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977; Philippe Jacquin, Storia degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1977; Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991; Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989; Nando Minnella, Pascoli d'asfalto. Poesia & cultura degli indiani d'America, Rossi e Spera Editori, Roma 1987; Nando Minnella, Michele Morieri, Indiani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze, Gammalibri, Milano 1981; John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977; William W. Newcomb jr., Gli indiani del Nord-America, Il Bagatto, Roma 1985; Scritti e racconti degli indiani americani, raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992; Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.

2. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- James Joyce, Finnegans Wake. Libro III, capitoli 1-2, Mondadori, Milano 2017, pp. LXVI + 350.
- James Joyce, Finnegans Wake. Libro III, capitoli 3-4. Libro IV, Mondadori, Milano 2019, pp. LXXII + 688.

3. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

4. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4174 del 23 luglio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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