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[Nonviolenza] Telegrammi. 4157
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4157
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Mon, 5 Jul 2021 18:08:13 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4157 del 6 luglio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Augusto Cavadi, Daniele Lugli, Sandro Mezzadra, Anna Puglisi, Antonia Sani, Umberto Santino, Gianni Tamino e tante altre persone per la liberazione di Leonard Peltier
2. La pesca antimiracolosa
3. Ripetiamo ancora una volta...
4. Dopo gli orrori di Santa Maria Capua Vetere
5. Ancora per una legge che finalmente preveda la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
6. Raffaella Carra'
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. AUGUSTO CAVADI, DANIELE LUGLI, SANDRO MEZZADRA, ANNA PUGLISI, ANTONIA SANI, UMBERTO SANTINO, GIANNI TAMINO E TANTE ALTRE PERSONE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
E' in aumento ogni giorno il numero delle personalita' della cultura, delle istituzioni, dell'impegno morale e civile, della solidarieta', che stanno scrivendo al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, per chiedere un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Tra le adesioni delle ultime ore segnaliamo quelle di: Emanuela Baliva, Reti di Pace; Valentina Bruno, associazione "Erinna", Viterbo;Giorgio Carpi, Centro nuovo modello di sviluppo, Vecchiano (Pisa); Maria Luigia Casieri, preside, Viterbo; Augusto Cavadi, direttore della Casa dell'equita' e della bellezza, Palermo; Paolo D'Arpini, testimone dell'ecologia profonda, della spiritualita' laica, del bioregionalismo; Giorgio Grimaldi, docente universitario, Genova; Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista; Pierpaolo Loi, Cagliari; Daniele Lugli, gia' Difensore civico della Regione Emilia-Romagna; Mirko Mazzali, avvocato; Sadro Mezzadra, docente universitario; Maria Luisa Paroni, della Comunita' "Laudato si'" di Viadana e Marcaria (Mn); Anna Puglisi, Centro Impastato, Palermo; Antonia Sani, WILPF Italia; Umberto Santino, Centro Impastato, Palermo; Gianni Tamino, biologo, gia' parlamentare europeo.
*
Tra le altre prime adesioni all'iniziativa ricordiamo in particolare anche quelle di: Maurizio Acerbo, gia' deputato e attuale segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea; Vittorio Agnoletto, medico e attivista, gia' parlamentare europeo; Mario Agostinelli, presidente dell’"Associazione Laudato si', un'Alleanza per il clima, la cura della Terra, la giustizia sociale"; Alessandra Algostino, professoressa ordinaria di Diritto costituzionale; Daniele Barbieri, giornalista e saggista; Cristina Bassi, Dosolo (Mn); Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS - Confederazione dei comitati di base; Norma Bertullacelli, figura di riferimento del movimento pacifista a Genova; Giovanni Bianco, giurista, professore universitario; Antonio Bruno, gia' consigliere comunale di Genova; Emanuela Bussolati, autrice di libri per l'infanzia; Augusto Cacopardo, antropologo; Francesco Domenico Capizzi, presidente dell'organizzazione di volontariato "Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa'"; Elisabetta Caroti, Roma; Pilar Castel, autrice e attrice No War; Antonio Catozzi, insegnante; Alessandra Ceresa, Corbetta; Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo; Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita; Valerio Colombaroli, Bussoleno (To); Renato Corsetti, linguista ed esperantista; Ottavio D’Alessio Grassi, attivista e scrittore; Giuseppe Deiana, scrittore; don Vitaliano Della Sala, parrocchia Santi Pietro e Paolo, Mercogliano (Av); Andrea De Lotto, insegnante e storico animatore del comitato italiano di solidarieta' con Leonard Peltier; Carla Dentella, coop. Dar casa, Milano; Nunzio D'Erme, Osservatorio Repressione; Tommaso Di Francesco, condirettore de "Il manifesto"; Mario Di Marco, referente Servizio Civile della Caritas diocesana di Viterbo; Franco Dinelli, ricercatore CNR, consigliere nazionale di Pax Christi; Italo Di Sabato, Osservatorio Repressione; Nicoletta Dosio, insegnante in pensione, storica militante per la giustizia sociale e la difesa della natura, per i diritti umani ed i beni comuni, Bussoleno (To); fratel Guido Dotti, Monastero di Bose, Magnano (Biella); Luigi Fasce, presidente del Circolo Giustizia e liberta' "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova; Paolo Ferrero, vicepresidente del partito della Sinistra Europea, gia' Ministro della Repubblica italiana; Rosanna Garavaglia, gruppo ecumenico diocesi di Milano; Maria Gerli, Milano; Francuccio Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo; Sergio Giovagnoli, Arci; Gianpiero Grulla, socio banca etica, Milano; Paolo Grulla, Gruppo Acquisto Solidale, Milano; Liliana e Giuseppe Lastella, associazione La tenda, Milano; Pietro Lazagna, figura storica dell'impegno educativo e civile; Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente; Eugenio Longoni; Francesco Lucat, segretario regionale di Rifondazione Comunista, Valle d'Aosta; Romualdo Luzi, bibliotecario e storico; Ettore Macchieraldo, falegname, Roppolo (Biella); Gigi Malabarba, gia' senatore; Nicoletta Manuzzato, giornalista; Fausto Marchesi, Milano; Gian Marco Martignoni, CGIL Varese; Francesco Martone, gia' senatore; Alfonso Marzocchi; Tomasina Massa, Sassari; Giansandro Merli, giornalista; Vincenzo Miliucci, Cobas; Matilde Mirabella, traduttrice, giornalista e attivista; Cristina Mirra, Milano; Gianfranco Monaca, scrittore, sociologo e animatore sociale; Gabriella Montalto, Milano; Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo; Carmelo Musumeci, ergastolano scrittore; Francesca Nava, giornalista; Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni, Coordinamento Nord Sud del mondo; Nicoletta Negri, insegnante; Raffaella Noseda, Mazzo di Rho; Graziella Osellame, Milano; Moni Ovadia, attore, cantante, musicista e scrittore; Paola Parisi; Rita Pelusio, attrice; Maria Speranza Perna, docente in pensione, Napoli; Emanuela Petrolati, insegnante; Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher; Anna Polo, impegnata da decenni per la pace e la nonviolenza; Giuliano Pontara, filosofo, uno dei massimi studiosi della nonviolenza, Stoccolma; Pasquale Pugliese, docente, saggista, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento; Giannozzo Pucci, ecologista nonviolento, editore, Firenze; Stefania Quadri Huber, Zurigo; Maria Teresa Rigamonti, Milano; Valentina Ripa, ricercatrice universitaria, attivista per i diritti umani; Alberto Risi, Milano; Rodrigo Andrea Rivas, economista, gia' direttore di "Radio Popolare" di Milano; Annamaria Rivera, antropologa; Basilio Rizzo, storico consigliere comunale di Milano; Lucia Rojas, dell'associazione italo-cilena ALPIANDES; padre Filippo Rota Martir, Brescia; Giovanni Russo Spena, gia' deputato e senatore; Marina Salvadori, Milano; Giuseppina Sangalli, Marta (Vt); Carlo Sansonetti, presidente dell'associazione "Sulla strada" che ha progetti di promozione per popolazioni native in Guatemala; Alfredo Scardina, docente; Peppe Sini, Viterbo; Marco Sioli, americanista; Gianni Sofri, gia' Professore di storia all'Universita' di Bologna; Piero Soldini, CGIL nazionale; Alfredo Somoza, presidente dell'ICEI; Anna Grazia Stammati, presidente del CESP (Centro studi scuola pubblica); Giovanna Taglialatela, docente; Veronica Tarozzi, docente e giornalista; Gianni Tognoni, segretario del Tribunale permanente dei diritti dei popoli; Fiorella Turci, insegnante; Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"; Laura Tussi, giornalista e scrittrice; Milena Valli, Sondrio; Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento; Tiziana Valpiana, gia' deputata e senatrice; Shendi Veli, attivista e giornalista; Guido Viale, sociologo e saggista; Giulio Vittorangeli, figura storica della solidarieta' internazionale; Javi Xavi; Francesco Zanchini, gia' ordinario di diritto canonico nella facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Teramo; Mauro Zanella, "Mani Rosse Antirazziste"; padre Alex Zanotelli, missionario comboniano; Silvia Zaru, musicista e insegnante.
Tra le prime adesioni di esperienze associative ed informative segnaliamo: "associazione italo-cilena ALPIANDES", "Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli" di Milano; Circolo Vegetariano VV. TT.; Cobas - Confederazione dei Comitati di Base; il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; Il "Coro di Micene" di Milano; l'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo; la redazione de "Il giornaletto di Saul"; la redazione de "La nonviolenza e' in cammino"; "Mani Rosse Antirazziste"; "Notiziario dell'Accademia apuana della pace"; "Osservatorio Repressione"; "Parallelo Palestina"; la redazione di "Pressenza"; l'associazione "Respirare" di Viterbo; "Reti di Pace".
*
Invitiamo ogni persona di volonta' buona ed ogni associazione democratica a scrivere al Presidente del Parlamento Europeo.
Qui di seguito un possibile canovaccio di lettera, con alcuni indirizzi di posta elettronica utili per l'invio:
Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente
Naturalmente vi saremmo grati se inviaste in copia le vostre lettere o dichiarazioni di solidarieta' per Leonard Peltier anche al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com , cosi' come ai mezzi d'informazione ed alle altre interlocutrici ed agli altri interlocutori che riterrete opportuno informare o esortare a partecipare.
*
Di seguito una minima notizia su Leonard Peltier e l'indicazione del sito internet di riferimento per la solidarieta' a livello internazionale
Leonard Peltier e' nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944; attivista dell'American Indian Movement che si batte per i diritti umani dei nativi americani, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze successivamente dimostratesi artefatte, inattendibili, revocate e ritrattate dagli stessi ostensori. Da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai palesemente riconosciuta. Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione di un suo libro edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Opere di Leonard Peltier: La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005.
Opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, 1996.
Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
Alcuni altri libri utili per approfondire: Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993; Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982; Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977; Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977; Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali egli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996; Charles Hamilton (a cura di), Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d'America, Feltrinelli, Milano 1956, 1960; Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977; Philippe Jacquin, Storia degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1977; Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991; Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989; Nando Minnella, Pascoli d'asfalto. Poesia & cultura degli indiani d'America, Rossi e Spera Editori, Roma 1987; Nando Minnella, Michele Morieri, Indiani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze, Gammalibri, Milano 1981; John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977; William W. Newcomb jr., Gli indiani del Nord-America, Il Bagatto, Roma 1985; Scritti e racconti degli indiani americani, raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992; Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.
2. L'ORA. LA PESCA ANTIMIRACOLOSA
Affiorano gonfi di aria e di lebbra
carni che ormai sono legno bruciato
i cadaveri dei naufraghi
Giungono infine disfatti alle spiagge
ci recano notizie
Che l'orco li ha uccisi nel cuore del mare
dopo la fuga attraverso i deserti
Che li ha raggiunti la freccia avvelenata
scagliata dal dittatore Nembrotte
Che sarebbero ancora vivi
se noi non li avessimo abbandonati
3. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. L'ORA. DOPO GLI ORRORI DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
Occorre riprendere l'iniziativa per "liberarsi dalla necessita' del carcere" (cosi' s'intitolava un appello promosso alcuni decenni fada Franca Ongaro Basaglia, Mario Tommasini ed altre persone di volonta' buona, cui anche noi aderimmo).
Occorre riprendere l'iniziativa per una gestione nonviolenta del diritto penale (proseguendo lungo la via della storica esperienza della "Commissione per la verita' e la riconciliazione" sudafricana).
Occorre formare tutti gli agenti di polizia alla nonviolenza.
La violenza sta portando l'umanita' alla catastrofe.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
5. REPETITA IUVANT. ANCORA PER UNA LEGGE CHE FINALMENTE PREVEDA LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DELLE RISORSE DELLA NONVIOLENZA
Riproponiamo una volta ancora alcuni materiali per un'iniziativa necessaria che da oltre vent'anni attende ancora positivo esito.
*
Alcuni materiali a sostegno della proposta della formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
1. Un appello ai parlamentari per la discussione in Commissione dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine (2016)
2-4. (...)
5. Alcuni elementi di informazione essenziali per la contestualizzazione (2001)
6. Estratti da tre documenti a vari soggetti istituzionali (2000-2001)
7-8 (...)
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1. Un appello ai parlamentari per la discussione in Commissione dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine (2016)
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
come gia' saprete, dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe.
Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.
Ricorderete anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.
Vi segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
con questa lettera vorremmo sollecitare il vostro personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.
Restando a disposizione per ogni opportuno chiarimento ed approfondimento, e per ogni esigenza di documentazione, vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 28 aprile 2016
*
2-4. (...)
*
5. Alcuni elementi di informazione essenziali per la contestualizzazione (2001)
A. La nonviolenza nella legislazione e nella storia d'Italia
La nonviolenza nel corpus legislativo italiano
Nella legislazione italiana il termine, ed il concetto, di "nonviolenza" e' entrato relativamente tardi: con la legge 8 luglio 1998, n. 230, che all'art. 8, comma 2, lettera e) attribuisce all'Ufficio nazionale per il servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di "predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta".
In realta' gia' da molti anni erano stati effettualmente accolti termini ed esperienze sovente fortemente connessi alla teoria e prassi della nonviolenza, come ad esempio attesta la legislazione che dal 1972 con la legge n. 772 riconosceva e recepiva l'obiezione di coscienza al servizio militare e disponeva il servizio civile alternativo; inoltre gia' nel dettato costituzionale, come hanno rilevato autorevoli commentatori, vi sono le fondamenta di un orientamento tendenzialmente nonviolento e comunque una legittimazione piena di tale prospettiva.
E del resto analogo orientamento e' possibile leggere in autorevoli documenti internazionali: come la Carta delle Nazioni Unite, e la Dichiarazione universale dei diritti umani.
La nonviolenza nella ricerca accademica e nelle agenzie formative
Nella ricerca accademica e nelle agenzie formative ormai da decenni la nonviolenza e' un tema rilevante. E' cosi' a livello internazionale (a partire dalle attivita' di peace research promosse dall'Onu), ed e' cosi' anche in Italia, in cui lo studio della nonviolenza e la formazione ai valori, alle tecniche e alle strategie della nonviolenza costituiscono esperienze consolidate sia in ambito accademico che in ambito piu' generalmente istituzionale che nell'alveo delle esperienze dell'associazionismo democratico, delle agenzie formative, delle variegate formazioni in cui si articola la societa' civile e particolarmente l'impegno sociale e civile.
*
La nonviolenza nella cultura e nella storia d'Italia
Del resto nella cultura e nella storia d'Italia la nonviolenza e' radicata in esperienze e riflessioni che risalgono ad esempio fino alla proposta di vita e di pensiero di Francesco d'Assisi.
E nel Novecento un illustre filosofo e pedagogista italiano, Aldo Capitini, ha dato un contributo di riflessione e di proposta di enorme rilevanza a livello internazionale; cosi' come Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (che di Gandhi fu direttamente discepolo); cosi' come Danilo Dolci: personalita' italiane che a livello internazionale sono tra le figure piu' note e piu' luminose della nonviolenza. Ad Aldo Capitini risale altresi' la coniazione del termine stesso "nonviolenza".
Peraltro in Italia anche la figura di Gandhi fu conosciuta con relativa tempestivita': anche grazie alla sua visita nel nostro paese nel 1931, ed alla pubblicazione nello stesso anno dell'edizione italiana della sua autobiografia con prefazione di Giovanni Gentile; ed alla nonviolenza si ispirarono alcune delle figure piu' nobili e delle attivita' piu' profonde e luminose dell'opposizione alla dittatura fascista.
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Per una definizione critica e pluridimensionale della nonviolenza
I. Il termine "nonviolenza", distinto dalla locuzione "non violenza"
La parola "nonviolenza" e' stata coniata dal filosofo ed educatore italiano Aldo Capitini (1899-1968) e traduce i due termini creati da Mohandas Gandhi (1869-1948) per definire la sua proposta teorico-pratica: "ahimsa" e "satyagraha".
La parola "nonviolenza" designa un concetto del tutto distinto dalla semplice locuzione "non violenza" o "non-violenza"; la locuzione "non violenza" infatti indica la mera astensione dalla violenza (ed in quanto tale puo' comprendere anche la passivita', la fuga, la rassegnazione, la vilta', l'indifferenza, la complicita', l'omissione di soccorso); il concetto di "nonviolenza" afferma invece l'opposizione alla violenza come impegno attivo e affermazione di responsabilita'.
Infatti i due termini usati da Gandhi, che il termine capitiniano di "nonviolenza" unifica e traduce, hanno un campo semantico ampio ma molto forte e ben caratterizzato: "ahimsa" significa "contrario della violenza", "negazione assoluta della violenza", quindi "opposizione alla violenza fino alla radice di essa"; "satyagraha" significa "adesione al vero, contatto con il bene, forza della verita', vicinanza all'essere, coesione essenziale".
II. La nonviolenza non e' un'ideologia
La "nonviolenza" quindi e' un concetto che indica la scelta e l'mpegno di un intervento attivo contro la violenza, la sopraffazione, l'ingiustizia (non solo quella dispiegata e flagrante, ma anche quella cristallizzata e camuffata, quella acuta e quella cronica, quella immediata e quella strutturale).
La nonviolenza non e' un'ideologia ne' una fede: ci si puo' accostare alla nonviolenza a partire da diverse ideologie e da diverse fedi religiose e naturalmente mantenendo quei convincimenti. Ad esempio nel corso dello scorso secolo vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla nonviolenza aderendo a fedi diverse: induista, cristiana, buddhista, islamica, ebraica, altre ancora, o anche non aderendo ad alcuna fede. Ugualmente vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla nonviolenza aderendo a ideologie diverse: liberali, socialiste (nelle varie articolazioni di questo concetto teorico e movimento storico), patriottiche, internazionaliste, democratiche in senso lato.
III. La nonviolenza e' una teoria-prassi sperimentale e aperta
La nonviolenza infatti e' una teoria-prassi, ovvero un insieme di riflessioni ed esperienze, creativa, sperimentale, aperta. Non dogmatica, non autoritaria, ma che invita alla responsabilita' personale nel riflettere e nell'agire.
IV. La nonviolenza e' un concetto pluridimensionale
Molti equivoci intorno alla nonviolenza nascono dal fatto che essa e' un concetto a molte dimensioni, cosicche' talvolta chi si appropria di una sola di queste dimensioni qualifica la sua collocazione e il suo agire come "nonviolenti", in realta' commettendo un errore e una mistificazione, poiche' si da' nonviolenza solo nella compresenza delle varie sue dimensioni (ovviamente, e' comunque positivo che soggetti diversi conoscano e accolgano anche soltanto alcuni aspetti della nonviolenza, ma questo non li autorizza a dichiarare di praticare la nonviolenza).
Proviamo a indicare alcune delle dimensioni fondamentali della nonviolenza:
- la nonviolenza e' un insieme di ragionamenti e valori morali;
- la nonviolenza e' un insieme di tecniche comunicative, relazionali, deliberative, organizzative e di azione;
- la nonviolenza e' un insieme di strategie di intervento sociale e di gestione dei conflitti;
- la nonviolenza e' un progetto sociale di convivenza affermatrice della dignita' di tutti gli esseri umani;
- la nonviolenza e' un insieme di analisi e proposte logiche, psicologiche, sociologiche, economiche, politiche ed antropologiche.
Come si vede, lo studio della nonviolenza implica la coscienza della pluridimensionalita' di essa, delle sue articolazioni, delle sue implicazioni.
Ed anche del fatto che essa implica saldezza sui principi ed insieme un atteggamento ricettivo, critico, sperimentale, aperto; che non ha soluzioni preconfezionate ma richiede ogni volta nella situazione concreta un riflettere e un agire contestuale, critico e creativo.
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B. Formazione del personale delle forze dell'ordine e ordinamento giuridico
- I percorsi formativi del personale delle forze dell'ordine
Attualmente le forze dell'ordine in Italia sono articolate in diversi corpi, con statuti specifici ed organizzazioni interne peculiari. Tale situazione si riflette anche sui percorsi formativi ed addestrativi.
- La Costituzione come fondamento dell'ordinamento giuridico
Ma fondamento unitario di tutti i percorsi formativi e' e deve essere il riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana su cui si incardina tutto il sistema legislativo ed istituzionale italiano e si basa il nostro ordinamento giuridico.
- Ordine pubblico, legalita', democrazia
E quindi in uno stato di diritto, in un paese democratico come l'Italia, la funzione dello Stato preposta all'ordine pubblico e' vincolata all'affermazione della legalita', alla difesa della democrazia, alla promozione della sicurezza, dell'incolumita' e dei diritti delle persone che nel territorio italiano si trovino.
- Pubblica sicurezza, diritti umani
Sempre piu' la riflessione giuridica contemporanea ha evidenziato il nesso inscindibile tra sicurezza pubblica e diritti umani, diritti che sono propri di ogni essere umano e che per essere inverati abbisognano di un impegno positivo delle funzioni pubbliche.
- Necessita' di una piu' adeguata formazione delle forze dell'ordine
Si evince pertanto la necessita' di una sempre piu' adeguata formazione del personale delle forze dell'ordine ordinata all'espletamento piu' coerente ed efficace dei compiti che inverino le finalita' dalla Costituzione enunciate nell'ambito delle specifiche funzioni, modalita' ed aree di intervento. A tal fine la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza si dimostra di estrema utilita'.
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C. Esperienze di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo
- Esperienze di formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine gia' svolte ed in corso in Italia
Anche in Italia da anni in vari luoghi e contesti si sperimentano gia' percorsi formativi alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie dalla nonviolenza di personale preposto alla sicurezza pubblica.
- Riflessioni ed esperienze in altri paesi europei
In altri paesi europei la riflessione e le esperienze in tal senso sono sovente assai rilevanti, come si evince dal dibattito in merito.
- Esperienze internazionali di riferimento
Infine si consideri come a livello internazionale vi siano ormai molteplici e qualificatissime esperienze storiche, di grande rilievo anche sul piano giuridico, con particolar riferimento a situazioni di partenza decisamente assai critiche.
Si pensi ad esempio al caso del Nicaragua in cui dopo la fine della dittatura somozista si pose il problema di rieducare il personale dei corpi speciali della dittatura (spesso bambini che erano stati ridotti a feroci bruti); o al caso straordinario del Sud Africa, in cui la "Commissione nazionale per la verita' e la riconciliazione", presieduta dal Premio Nobel Desmond Tutu, ha indicato una via di grande interesse e profonda originalita' per uscire da una situazione tremenda come quella ereditata dal regime dell'apartheid.
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D. Ambiti formativi in cui si fa gia' ampio uso dei valori e delle tecniche della nonviolenza
Segnaliamo infine, come mera elencazione, alcuni ambiti in cui da molti anni esiste ormai una lunga ed ampia tradizione di studi e di esperienze formative e addestrative alla conoscenza e all'uso della nonviolenza.
Questa tradizione ha diverse esplicazioni: in sede di istituzioni sovranazionali; in sede di istituzioni nazionali; in sede di istituzioni locali; in sede universitaria; in sede scolastica; in sede di altre agenzie formative; in sede di enti assistenziali, sociali, sanitari, di protezione civile; in sede di enti di servizio civile; in sede di associazionismo democratico; in sede di formazione ed aggiornamento nel management; in sede di agenzie informative; in sede di intervento psicoterapeutico; in sede di training sportivo; in sede di facilitazione in consessi deliberativi; in sede di promozione e coordinamento di campagne sociali.
Gli esempi sono infiniti: si va dalla formazione ad altissima qualificazione del personale specializzato in interventi di peace-keeping a livello internazionale (in primo luogo dell'Onu); alle cattedre e ai dipartimenti universitari di peace-research; fino alla formazione dei giovani in servizio civile.
Analogamente esempi attuativi e fonti normative e regolamentari di riferimento gia' esistono a tutti i livelli, sia in campo internazionale che per quel che concerne specificamente l'Italia.
Esistono anche ricognizioni di istituti di ricerca specializzati in ambito istituzionale e accademico; una pregevole raccolta di dati e' stata recentemente pubblicata dal Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir) di Padova, ed e' disponibile sulla rete telematica pacifista Peacelink.
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6. Estratti da tre documenti a vari soggetti istituzionali (2000-2001)
Documento 1. Da una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo a vari parlamentari del 24 luglio 2000:
Gia' mesi addietro, in una lettera inviata ad alcune figure istituzionali locali, proponevamo ad esse "di voler promuovere un corso di formazione ai valori ed alle tecniche della nonviolenza per tutto il personale preposto alla pubblica sicurezza".
E gia' cola' chiarivamo che "la nonviolenza non e' passivita', ma contrasto efficace ed opposizione integrale alla violenza; e le sue specifiche tecniche comunicative, di accostamento psicologico, di interpretazione sociologica e di intervento sociale, costituiscono strumenti sia di formazione morale e intellettuale di se stessi, sia di interazione adeguata e costruttiva con gli altri; particolarmente in situazioni di conflitto, di tensione e di crisi le tecniche della nonviolenza sono di grandissima utilita', e pressoche' insostituibili.
E' evidente la necessita' che particolarmente coloro che svolgono il delicatissimo e difficilissimo compito di contrastare crimine e violenza, di promuovere e difendere con la legalita' la serenita' e il benessere di tutti, devono avere conoscenze e capacita' tali da saper intervenire adeguatamente in primo luogo in aiuto di chi e' in difficolta'.
Conoscere le tecniche della nonviolenza, ed essere addestrati al loro uso, significa avere a disposizione una strumentazione interpretativa ed operativa di grande valore ed efficacia.
Contrastare la violenza significa contrastare effettivamente ed efficacemente il crimine (che sulla violenza si fonda), significa altresi' garantire autentica sicurezza, che solo puo' nascere dal rispetto piu' scrupoloso dei diritti della persona, di ogni persona, dal rispetto e dalla promozione della dignita' umana, dall'aiuto a chi di aiuto ha bisogno".
E' nostra ferma convinzione che la conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori, delle sue tecniche, delle sue strategie di intervento comunicativo, sociale, solidale e umanizzante, sia indispensabile per ogni operatore pubblico e soprattutto per quelli addetti alla sicurezza ed alla protezione dei diritti.
Naturalmente non si tratta di "convertire" delle persone, bensi':
- in primo luogo, di mettere a disposizione strumenti interpretativi ed operativi adeguati per agire in modo costantemente legale, efficace e rispettoso della dignita' umana nello svolgimento delle proprie mansioni;
- in secondo luogo, di fornire agli operatori addetti al controllo del territorio ed alla protezione dei diritti, un quadro di riferimento categoriale ed applicativo coerente con la Costituzione, e quindi con la fonte stessa della legalita' nel nostro paese; e con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che costituisce un comune orizzonte di riferimento per le codificazioni giuridiche e le prassi amministrative dei paesi democratici;
- in terzo luogo, di offrire un'occasione di riflessione sulle dinamiche relazionali e sulle strategie operative e cooperative nel rapporto interpersonale e particolarmente nel conflitto con la persona o le persone nei cui confronti si interviene e con cui quindi si interagisce;
- in quarto luogo di mettere a disposizione indicazioni utili ad un approfondimento delle problematiche non solo giuridiche, procedurali, amministrative e tecniche, ma anche psicologiche, sociologiche, comunicative e antropologico-culturali connesse ed implicate dall'attivita' che si svolge.
I valori teoretici, le strategie d'intervento e le tecniche operative della nonviolenza, e quindi l'educazione e l'addestramento ad essi ed esse, costituiscono una opportunita' formativa che a nostro parere sarebbe necessario ed urgente che entrasse nel bagaglio di conoscenze, nei curricula studiorum e nell'addestramento di tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.
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Documento 2. Da una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo al Ministro dell'Interno del 25 luglio 2000:
- La nonviolenza, intervento attivo per promuovere diritti e dignita' di tutti
La nonviolenza e' il portato delle scelte assiologiche e giuriscostituenti inscritte nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
La nonviolenza e' l'applicazione dei princìpi etici e giuridici promulgati dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
La nonviolenza e' proposta operativa fondamentale e fondante per la civile convivenza in un'epoca, come quella attuale, di grandi conflitti, di grandi opportunita' evolutive come di immani pericoli di regresso e catastrofe.
La nonviolenza ovviamente non e' passivita', ma opposizione alla violenza la piu' nitida, intransigente ed efficace; non e' un sottrarsi ai conflitti ed alle situazioni di crisi, ma un farvi fronte e gestirli con chiaroveggenza ed energia affinche' essi producano acclaramento e ricomposizione, evolvano in esiti di maggiore giustizia, di maggiore umanizzazione; la nonviolenza non e' contemplazione atterrita o inerme ritrarsi, ma presenza viva e operante per affermare sempre ed ovunque, e quindi in primo luogo ove piu' occorra, la dignita' della persona e i diritti umani; la nonviolenza e' il dispiegarsi del principio di legalita' in quanto esso fonda la convivenza e difende e promuove i diritti di tutti.
- Una proposta pratica: formare e addestrare tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza ai valori, le strategie e le tecniche della nonviolenza
E' necessario che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza conosca e sia in grado di utilizzare nello svolgimento delle sue mansioni le tecniche, le strategie, i valori, e dunque le acquisizioni e gli strumenti conoscitivi, ermeneutici ed operativi della nonviolenza.
E' infatti assai penoso che proprio le persone che, per il lavoro di altissima responsabilita' che svolgono, piu' hanno bisogno di disporre di una formazione, un addestramento ed una strumentazione (teorica ed applicativa) adeguati a difendere e promuovere sicurezza, convivenza, rispetto dei diritti delle persone tutte, proprio queste persone siano private di una opportunita' formativa massimamente adeguata all'incombenza che la legge e le istituzioni loro attribuiscono.
E' assurdo che proprio quegli operatori dei pubblici servizi che devono intervenire in situazioni di massima crisi ed emergenza, non abbiano a disposizione gli strumenti piu' adatti alla bisogna: le tecniche operative, le strategie comunicative, gli strumenti interpretativi, i valori di riferimento che la nonviolenza propone.
E', quello qui segnalato, un paradosso gravido di conseguenze pericolose: e' un paradosso che deve cessare. Si ponga rimedio istituendo al piu' presto la prassi e l'obbligatorieta' della formazione e dell'addestramento alla nonviolenza per tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.
Beninteso: questa non e' una panacea, ma senza ombra di dubbio costituirebbe un contributo di grande valore e di sicura utilita'.
- Benefiche ricadute
Non vi e' dubbio, infatti, che la formazione e l'addestramento alla nonviolenza per il personale addetto alla difesa e promozione della sicurezza e dei diritti di tutti avrebbe immediati effetti benefici sia per i lavoratori destinatari di tale formazione e addestramento, sia per gli utenti tutti del loro intervento, includendo tra gli utenti anche le persone oggetto dei loro interventi: persone che anche quando commettono crimini e pertanto debbono essere perseguite e punite ai sensi di legge, restano comunque esseri umani ed in quanto tali non possono essere fatti oggetto di trattamenti degradanti, di minacce, di violenze e lesioni.
La Costituzione e' chiara: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (art. 2); non sono ammessi "trattamenti contrari al senso di umanita'" (art. 27, comma secondo); e naturamente "non e' ammessa la pena di morte" (art. 27, comma quarto).
La nonviolenza, e' una constatazione empirica e non un'asserzione ideologica o fideistica, degnifica le parsone che vengono in contatto con essa; la conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori e concetti, come delle sue strategie comunicative e delle sue tecniche relazionali, umanizza le persone e i rapporti, adegua l'agire a valori e fini che sono quelli fondanti la civilta' giuridica, che sono quelli sanciti dalla Costituzione, che sono i valori ed i fini che rendono degna la vita e civile la convivenza.
A tutti andrebbe garantita, fin dalle scuole di base, la conoscenza e la formazione alla nonviolenza; ebbene, che si cominci intanto a mettere questo patrimonio di risorse a disposizione almeno di chi, per il lavoro che svolge, piu' ne ha bisogno.
Che le istituzioni democratiche si adoperino affinche' proprio nelle situazioni in cui di contrastare la violenza si tratta, si abbia a disposizione la ricchezza di strumenti teorici e pratici che la nonviolenza offre.
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Documento 3. Da una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo al Presidente della Repubblica del 24 luglio 2001:
Che tutti gli operatori delle forze dell'ordine, cui incombe il gravoso ed importantissimo impegno di difendere la sicurezza pubblica, l'incolumita' delle persone, la legalita', siano specificamente formati e addestrati alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie di comunicazione e di intervento della nonviolenza.
Data la delicatezza del servizio pubblico dalle forze dell'ordine prestato, e dato che esse per funzione istituzionale si trovano sovente ad agire in situazioni fortemente critiche e d'emergenza, e' assolutamente necessario che la formazione e l'addestramento del personale in esse impiegato prevedano anche questa grande risorsa che e' la conoscenza e la capacita' di applicazione di tecniche comunicative e relazionali, di strategie di intervento e di interpretazione, di solido radicamento in fondamentali valori giuridici e morali, tecniche, strategie e valori che la teoria-prassi della nonviolenza nel corso della storia ha esplorato, elaborato, tematizzato, sperimentato e che mette a disposizione di tutti gli operatori sociali, come di tutti gli esseri umani.
In Italia esistono esperienze formative alla nonviolenza, tradizioni culturali della nonviolenza, illustri studiosi ed educatori alla nonviolenza (sia in ambito accademico che nel servizio sociale), che possono essere adeguatamente valorizzati a tal fine.
Tra le esperienze formative vi sono prestigiose ed ormai consolidate tradizioni di corsi tenuti in universita', in scuole, in istituzioni, in enti di servizio sociale e di servizio civile, in tante sedi dell'associazionismo democratico e della societa' civile.
Tra le tradizioni culturali della nonviolenza in Italia bastera' ricordare la riflessione e la proposta di Aldo Capitini, con il suo richiamo a Francesco d'Assisi, a Giuseppe Mazzini, a Mohandas Gandhi; le esperienze e riflessioni di Danilo Dolci ed il suo straordinario intervento sociale e lavoro maieutico; ed ancora le cospicue ricerche di Guido Calogero e Norberto Bobbio; l'esperienza di don Lorenzo Milani; l'elaborazione di Ernesto Balducci, e molte altre figure esemplari si potrebbero citare tra quanti nel nostro paese hanno dato un grande contributo alla promozione della teoria e della pratica della nonviolenza.
Tra gli studiosi, formatori ed educatori oggi attivi in Italia vi sono prestigiose figure accademiche come Alberto L'Abate, Antonino Drago, Giuliana Martirani, Giuliano Pontara, Giovanni Salio, Giovanni Scotto e molti, molti altri illustri docenti e ricercatori, riconosciuti ed apprezzati a livello internazionale.
Ebbene, poiche' queste risorse esistono e sono dunque a disposizione, che siano valorizzate al fine indicato.
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7-8. (...)
6. LUTTI. RAFFAELLA CARRA'
E' deceduta Raffaella Carra'.
Credevo fosse immortale.
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Philip Zimbardo, L'effetto Lucifero, Cortina, Milano 2008, 2020, pp. XXXVI + 738, euro 39.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4157 del 6 luglio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
Numero 4157 del 6 luglio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Augusto Cavadi, Daniele Lugli, Sandro Mezzadra, Anna Puglisi, Antonia Sani, Umberto Santino, Gianni Tamino e tante altre persone per la liberazione di Leonard Peltier
2. La pesca antimiracolosa
3. Ripetiamo ancora una volta...
4. Dopo gli orrori di Santa Maria Capua Vetere
5. Ancora per una legge che finalmente preveda la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
6. Raffaella Carra'
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. AUGUSTO CAVADI, DANIELE LUGLI, SANDRO MEZZADRA, ANNA PUGLISI, ANTONIA SANI, UMBERTO SANTINO, GIANNI TAMINO E TANTE ALTRE PERSONE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
E' in aumento ogni giorno il numero delle personalita' della cultura, delle istituzioni, dell'impegno morale e civile, della solidarieta', che stanno scrivendo al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, per chiedere un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Tra le adesioni delle ultime ore segnaliamo quelle di: Emanuela Baliva, Reti di Pace; Valentina Bruno, associazione "Erinna", Viterbo;Giorgio Carpi, Centro nuovo modello di sviluppo, Vecchiano (Pisa); Maria Luigia Casieri, preside, Viterbo; Augusto Cavadi, direttore della Casa dell'equita' e della bellezza, Palermo; Paolo D'Arpini, testimone dell'ecologia profonda, della spiritualita' laica, del bioregionalismo; Giorgio Grimaldi, docente universitario, Genova; Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista; Pierpaolo Loi, Cagliari; Daniele Lugli, gia' Difensore civico della Regione Emilia-Romagna; Mirko Mazzali, avvocato; Sadro Mezzadra, docente universitario; Maria Luisa Paroni, della Comunita' "Laudato si'" di Viadana e Marcaria (Mn); Anna Puglisi, Centro Impastato, Palermo; Antonia Sani, WILPF Italia; Umberto Santino, Centro Impastato, Palermo; Gianni Tamino, biologo, gia' parlamentare europeo.
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Tra le altre prime adesioni all'iniziativa ricordiamo in particolare anche quelle di: Maurizio Acerbo, gia' deputato e attuale segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea; Vittorio Agnoletto, medico e attivista, gia' parlamentare europeo; Mario Agostinelli, presidente dell’"Associazione Laudato si', un'Alleanza per il clima, la cura della Terra, la giustizia sociale"; Alessandra Algostino, professoressa ordinaria di Diritto costituzionale; Daniele Barbieri, giornalista e saggista; Cristina Bassi, Dosolo (Mn); Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS - Confederazione dei comitati di base; Norma Bertullacelli, figura di riferimento del movimento pacifista a Genova; Giovanni Bianco, giurista, professore universitario; Antonio Bruno, gia' consigliere comunale di Genova; Emanuela Bussolati, autrice di libri per l'infanzia; Augusto Cacopardo, antropologo; Francesco Domenico Capizzi, presidente dell'organizzazione di volontariato "Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa'"; Elisabetta Caroti, Roma; Pilar Castel, autrice e attrice No War; Antonio Catozzi, insegnante; Alessandra Ceresa, Corbetta; Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo; Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita; Valerio Colombaroli, Bussoleno (To); Renato Corsetti, linguista ed esperantista; Ottavio D’Alessio Grassi, attivista e scrittore; Giuseppe Deiana, scrittore; don Vitaliano Della Sala, parrocchia Santi Pietro e Paolo, Mercogliano (Av); Andrea De Lotto, insegnante e storico animatore del comitato italiano di solidarieta' con Leonard Peltier; Carla Dentella, coop. Dar casa, Milano; Nunzio D'Erme, Osservatorio Repressione; Tommaso Di Francesco, condirettore de "Il manifesto"; Mario Di Marco, referente Servizio Civile della Caritas diocesana di Viterbo; Franco Dinelli, ricercatore CNR, consigliere nazionale di Pax Christi; Italo Di Sabato, Osservatorio Repressione; Nicoletta Dosio, insegnante in pensione, storica militante per la giustizia sociale e la difesa della natura, per i diritti umani ed i beni comuni, Bussoleno (To); fratel Guido Dotti, Monastero di Bose, Magnano (Biella); Luigi Fasce, presidente del Circolo Giustizia e liberta' "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova; Paolo Ferrero, vicepresidente del partito della Sinistra Europea, gia' Ministro della Repubblica italiana; Rosanna Garavaglia, gruppo ecumenico diocesi di Milano; Maria Gerli, Milano; Francuccio Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo; Sergio Giovagnoli, Arci; Gianpiero Grulla, socio banca etica, Milano; Paolo Grulla, Gruppo Acquisto Solidale, Milano; Liliana e Giuseppe Lastella, associazione La tenda, Milano; Pietro Lazagna, figura storica dell'impegno educativo e civile; Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente; Eugenio Longoni; Francesco Lucat, segretario regionale di Rifondazione Comunista, Valle d'Aosta; Romualdo Luzi, bibliotecario e storico; Ettore Macchieraldo, falegname, Roppolo (Biella); Gigi Malabarba, gia' senatore; Nicoletta Manuzzato, giornalista; Fausto Marchesi, Milano; Gian Marco Martignoni, CGIL Varese; Francesco Martone, gia' senatore; Alfonso Marzocchi; Tomasina Massa, Sassari; Giansandro Merli, giornalista; Vincenzo Miliucci, Cobas; Matilde Mirabella, traduttrice, giornalista e attivista; Cristina Mirra, Milano; Gianfranco Monaca, scrittore, sociologo e animatore sociale; Gabriella Montalto, Milano; Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo; Carmelo Musumeci, ergastolano scrittore; Francesca Nava, giornalista; Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni, Coordinamento Nord Sud del mondo; Nicoletta Negri, insegnante; Raffaella Noseda, Mazzo di Rho; Graziella Osellame, Milano; Moni Ovadia, attore, cantante, musicista e scrittore; Paola Parisi; Rita Pelusio, attrice; Maria Speranza Perna, docente in pensione, Napoli; Emanuela Petrolati, insegnante; Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher; Anna Polo, impegnata da decenni per la pace e la nonviolenza; Giuliano Pontara, filosofo, uno dei massimi studiosi della nonviolenza, Stoccolma; Pasquale Pugliese, docente, saggista, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento; Giannozzo Pucci, ecologista nonviolento, editore, Firenze; Stefania Quadri Huber, Zurigo; Maria Teresa Rigamonti, Milano; Valentina Ripa, ricercatrice universitaria, attivista per i diritti umani; Alberto Risi, Milano; Rodrigo Andrea Rivas, economista, gia' direttore di "Radio Popolare" di Milano; Annamaria Rivera, antropologa; Basilio Rizzo, storico consigliere comunale di Milano; Lucia Rojas, dell'associazione italo-cilena ALPIANDES; padre Filippo Rota Martir, Brescia; Giovanni Russo Spena, gia' deputato e senatore; Marina Salvadori, Milano; Giuseppina Sangalli, Marta (Vt); Carlo Sansonetti, presidente dell'associazione "Sulla strada" che ha progetti di promozione per popolazioni native in Guatemala; Alfredo Scardina, docente; Peppe Sini, Viterbo; Marco Sioli, americanista; Gianni Sofri, gia' Professore di storia all'Universita' di Bologna; Piero Soldini, CGIL nazionale; Alfredo Somoza, presidente dell'ICEI; Anna Grazia Stammati, presidente del CESP (Centro studi scuola pubblica); Giovanna Taglialatela, docente; Veronica Tarozzi, docente e giornalista; Gianni Tognoni, segretario del Tribunale permanente dei diritti dei popoli; Fiorella Turci, insegnante; Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"; Laura Tussi, giornalista e scrittrice; Milena Valli, Sondrio; Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento; Tiziana Valpiana, gia' deputata e senatrice; Shendi Veli, attivista e giornalista; Guido Viale, sociologo e saggista; Giulio Vittorangeli, figura storica della solidarieta' internazionale; Javi Xavi; Francesco Zanchini, gia' ordinario di diritto canonico nella facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Teramo; Mauro Zanella, "Mani Rosse Antirazziste"; padre Alex Zanotelli, missionario comboniano; Silvia Zaru, musicista e insegnante.
Tra le prime adesioni di esperienze associative ed informative segnaliamo: "associazione italo-cilena ALPIANDES", "Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli" di Milano; Circolo Vegetariano VV. TT.; Cobas - Confederazione dei Comitati di Base; il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; Il "Coro di Micene" di Milano; l'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo; la redazione de "Il giornaletto di Saul"; la redazione de "La nonviolenza e' in cammino"; "Mani Rosse Antirazziste"; "Notiziario dell'Accademia apuana della pace"; "Osservatorio Repressione"; "Parallelo Palestina"; la redazione di "Pressenza"; l'associazione "Respirare" di Viterbo; "Reti di Pace".
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Invitiamo ogni persona di volonta' buona ed ogni associazione democratica a scrivere al Presidente del Parlamento Europeo.
Qui di seguito un possibile canovaccio di lettera, con alcuni indirizzi di posta elettronica utili per l'invio:
Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente
Naturalmente vi saremmo grati se inviaste in copia le vostre lettere o dichiarazioni di solidarieta' per Leonard Peltier anche al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com , cosi' come ai mezzi d'informazione ed alle altre interlocutrici ed agli altri interlocutori che riterrete opportuno informare o esortare a partecipare.
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Di seguito una minima notizia su Leonard Peltier e l'indicazione del sito internet di riferimento per la solidarieta' a livello internazionale
Leonard Peltier e' nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944; attivista dell'American Indian Movement che si batte per i diritti umani dei nativi americani, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze successivamente dimostratesi artefatte, inattendibili, revocate e ritrattate dagli stessi ostensori. Da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai palesemente riconosciuta. Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione di un suo libro edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Opere di Leonard Peltier: La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005.
Opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, 1996.
Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
Alcuni altri libri utili per approfondire: Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993; Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982; Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977; Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977; Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali egli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996; Charles Hamilton (a cura di), Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d'America, Feltrinelli, Milano 1956, 1960; Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977; Philippe Jacquin, Storia degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1977; Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991; Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989; Nando Minnella, Pascoli d'asfalto. Poesia & cultura degli indiani d'America, Rossi e Spera Editori, Roma 1987; Nando Minnella, Michele Morieri, Indiani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze, Gammalibri, Milano 1981; John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977; William W. Newcomb jr., Gli indiani del Nord-America, Il Bagatto, Roma 1985; Scritti e racconti degli indiani americani, raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992; Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.
2. L'ORA. LA PESCA ANTIMIRACOLOSA
Affiorano gonfi di aria e di lebbra
carni che ormai sono legno bruciato
i cadaveri dei naufraghi
Giungono infine disfatti alle spiagge
ci recano notizie
Che l'orco li ha uccisi nel cuore del mare
dopo la fuga attraverso i deserti
Che li ha raggiunti la freccia avvelenata
scagliata dal dittatore Nembrotte
Che sarebbero ancora vivi
se noi non li avessimo abbandonati
3. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. L'ORA. DOPO GLI ORRORI DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
Occorre riprendere l'iniziativa per "liberarsi dalla necessita' del carcere" (cosi' s'intitolava un appello promosso alcuni decenni fada Franca Ongaro Basaglia, Mario Tommasini ed altre persone di volonta' buona, cui anche noi aderimmo).
Occorre riprendere l'iniziativa per una gestione nonviolenta del diritto penale (proseguendo lungo la via della storica esperienza della "Commissione per la verita' e la riconciliazione" sudafricana).
Occorre formare tutti gli agenti di polizia alla nonviolenza.
La violenza sta portando l'umanita' alla catastrofe.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
5. REPETITA IUVANT. ANCORA PER UNA LEGGE CHE FINALMENTE PREVEDA LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DELLE RISORSE DELLA NONVIOLENZA
Riproponiamo una volta ancora alcuni materiali per un'iniziativa necessaria che da oltre vent'anni attende ancora positivo esito.
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Alcuni materiali a sostegno della proposta della formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
1. Un appello ai parlamentari per la discussione in Commissione dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine (2016)
2-4. (...)
5. Alcuni elementi di informazione essenziali per la contestualizzazione (2001)
6. Estratti da tre documenti a vari soggetti istituzionali (2000-2001)
7-8 (...)
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1. Un appello ai parlamentari per la discussione in Commissione dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine (2016)
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
come gia' saprete, dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe.
Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.
Ricorderete anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.
Vi segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
con questa lettera vorremmo sollecitare il vostro personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.
Restando a disposizione per ogni opportuno chiarimento ed approfondimento, e per ogni esigenza di documentazione, vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 28 aprile 2016
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2-4. (...)
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5. Alcuni elementi di informazione essenziali per la contestualizzazione (2001)
A. La nonviolenza nella legislazione e nella storia d'Italia
La nonviolenza nel corpus legislativo italiano
Nella legislazione italiana il termine, ed il concetto, di "nonviolenza" e' entrato relativamente tardi: con la legge 8 luglio 1998, n. 230, che all'art. 8, comma 2, lettera e) attribuisce all'Ufficio nazionale per il servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di "predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta".
In realta' gia' da molti anni erano stati effettualmente accolti termini ed esperienze sovente fortemente connessi alla teoria e prassi della nonviolenza, come ad esempio attesta la legislazione che dal 1972 con la legge n. 772 riconosceva e recepiva l'obiezione di coscienza al servizio militare e disponeva il servizio civile alternativo; inoltre gia' nel dettato costituzionale, come hanno rilevato autorevoli commentatori, vi sono le fondamenta di un orientamento tendenzialmente nonviolento e comunque una legittimazione piena di tale prospettiva.
E del resto analogo orientamento e' possibile leggere in autorevoli documenti internazionali: come la Carta delle Nazioni Unite, e la Dichiarazione universale dei diritti umani.
La nonviolenza nella ricerca accademica e nelle agenzie formative
Nella ricerca accademica e nelle agenzie formative ormai da decenni la nonviolenza e' un tema rilevante. E' cosi' a livello internazionale (a partire dalle attivita' di peace research promosse dall'Onu), ed e' cosi' anche in Italia, in cui lo studio della nonviolenza e la formazione ai valori, alle tecniche e alle strategie della nonviolenza costituiscono esperienze consolidate sia in ambito accademico che in ambito piu' generalmente istituzionale che nell'alveo delle esperienze dell'associazionismo democratico, delle agenzie formative, delle variegate formazioni in cui si articola la societa' civile e particolarmente l'impegno sociale e civile.
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La nonviolenza nella cultura e nella storia d'Italia
Del resto nella cultura e nella storia d'Italia la nonviolenza e' radicata in esperienze e riflessioni che risalgono ad esempio fino alla proposta di vita e di pensiero di Francesco d'Assisi.
E nel Novecento un illustre filosofo e pedagogista italiano, Aldo Capitini, ha dato un contributo di riflessione e di proposta di enorme rilevanza a livello internazionale; cosi' come Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (che di Gandhi fu direttamente discepolo); cosi' come Danilo Dolci: personalita' italiane che a livello internazionale sono tra le figure piu' note e piu' luminose della nonviolenza. Ad Aldo Capitini risale altresi' la coniazione del termine stesso "nonviolenza".
Peraltro in Italia anche la figura di Gandhi fu conosciuta con relativa tempestivita': anche grazie alla sua visita nel nostro paese nel 1931, ed alla pubblicazione nello stesso anno dell'edizione italiana della sua autobiografia con prefazione di Giovanni Gentile; ed alla nonviolenza si ispirarono alcune delle figure piu' nobili e delle attivita' piu' profonde e luminose dell'opposizione alla dittatura fascista.
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Per una definizione critica e pluridimensionale della nonviolenza
I. Il termine "nonviolenza", distinto dalla locuzione "non violenza"
La parola "nonviolenza" e' stata coniata dal filosofo ed educatore italiano Aldo Capitini (1899-1968) e traduce i due termini creati da Mohandas Gandhi (1869-1948) per definire la sua proposta teorico-pratica: "ahimsa" e "satyagraha".
La parola "nonviolenza" designa un concetto del tutto distinto dalla semplice locuzione "non violenza" o "non-violenza"; la locuzione "non violenza" infatti indica la mera astensione dalla violenza (ed in quanto tale puo' comprendere anche la passivita', la fuga, la rassegnazione, la vilta', l'indifferenza, la complicita', l'omissione di soccorso); il concetto di "nonviolenza" afferma invece l'opposizione alla violenza come impegno attivo e affermazione di responsabilita'.
Infatti i due termini usati da Gandhi, che il termine capitiniano di "nonviolenza" unifica e traduce, hanno un campo semantico ampio ma molto forte e ben caratterizzato: "ahimsa" significa "contrario della violenza", "negazione assoluta della violenza", quindi "opposizione alla violenza fino alla radice di essa"; "satyagraha" significa "adesione al vero, contatto con il bene, forza della verita', vicinanza all'essere, coesione essenziale".
II. La nonviolenza non e' un'ideologia
La "nonviolenza" quindi e' un concetto che indica la scelta e l'mpegno di un intervento attivo contro la violenza, la sopraffazione, l'ingiustizia (non solo quella dispiegata e flagrante, ma anche quella cristallizzata e camuffata, quella acuta e quella cronica, quella immediata e quella strutturale).
La nonviolenza non e' un'ideologia ne' una fede: ci si puo' accostare alla nonviolenza a partire da diverse ideologie e da diverse fedi religiose e naturalmente mantenendo quei convincimenti. Ad esempio nel corso dello scorso secolo vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla nonviolenza aderendo a fedi diverse: induista, cristiana, buddhista, islamica, ebraica, altre ancora, o anche non aderendo ad alcuna fede. Ugualmente vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla nonviolenza aderendo a ideologie diverse: liberali, socialiste (nelle varie articolazioni di questo concetto teorico e movimento storico), patriottiche, internazionaliste, democratiche in senso lato.
III. La nonviolenza e' una teoria-prassi sperimentale e aperta
La nonviolenza infatti e' una teoria-prassi, ovvero un insieme di riflessioni ed esperienze, creativa, sperimentale, aperta. Non dogmatica, non autoritaria, ma che invita alla responsabilita' personale nel riflettere e nell'agire.
IV. La nonviolenza e' un concetto pluridimensionale
Molti equivoci intorno alla nonviolenza nascono dal fatto che essa e' un concetto a molte dimensioni, cosicche' talvolta chi si appropria di una sola di queste dimensioni qualifica la sua collocazione e il suo agire come "nonviolenti", in realta' commettendo un errore e una mistificazione, poiche' si da' nonviolenza solo nella compresenza delle varie sue dimensioni (ovviamente, e' comunque positivo che soggetti diversi conoscano e accolgano anche soltanto alcuni aspetti della nonviolenza, ma questo non li autorizza a dichiarare di praticare la nonviolenza).
Proviamo a indicare alcune delle dimensioni fondamentali della nonviolenza:
- la nonviolenza e' un insieme di ragionamenti e valori morali;
- la nonviolenza e' un insieme di tecniche comunicative, relazionali, deliberative, organizzative e di azione;
- la nonviolenza e' un insieme di strategie di intervento sociale e di gestione dei conflitti;
- la nonviolenza e' un progetto sociale di convivenza affermatrice della dignita' di tutti gli esseri umani;
- la nonviolenza e' un insieme di analisi e proposte logiche, psicologiche, sociologiche, economiche, politiche ed antropologiche.
Come si vede, lo studio della nonviolenza implica la coscienza della pluridimensionalita' di essa, delle sue articolazioni, delle sue implicazioni.
Ed anche del fatto che essa implica saldezza sui principi ed insieme un atteggamento ricettivo, critico, sperimentale, aperto; che non ha soluzioni preconfezionate ma richiede ogni volta nella situazione concreta un riflettere e un agire contestuale, critico e creativo.
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B. Formazione del personale delle forze dell'ordine e ordinamento giuridico
- I percorsi formativi del personale delle forze dell'ordine
Attualmente le forze dell'ordine in Italia sono articolate in diversi corpi, con statuti specifici ed organizzazioni interne peculiari. Tale situazione si riflette anche sui percorsi formativi ed addestrativi.
- La Costituzione come fondamento dell'ordinamento giuridico
Ma fondamento unitario di tutti i percorsi formativi e' e deve essere il riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana su cui si incardina tutto il sistema legislativo ed istituzionale italiano e si basa il nostro ordinamento giuridico.
- Ordine pubblico, legalita', democrazia
E quindi in uno stato di diritto, in un paese democratico come l'Italia, la funzione dello Stato preposta all'ordine pubblico e' vincolata all'affermazione della legalita', alla difesa della democrazia, alla promozione della sicurezza, dell'incolumita' e dei diritti delle persone che nel territorio italiano si trovino.
- Pubblica sicurezza, diritti umani
Sempre piu' la riflessione giuridica contemporanea ha evidenziato il nesso inscindibile tra sicurezza pubblica e diritti umani, diritti che sono propri di ogni essere umano e che per essere inverati abbisognano di un impegno positivo delle funzioni pubbliche.
- Necessita' di una piu' adeguata formazione delle forze dell'ordine
Si evince pertanto la necessita' di una sempre piu' adeguata formazione del personale delle forze dell'ordine ordinata all'espletamento piu' coerente ed efficace dei compiti che inverino le finalita' dalla Costituzione enunciate nell'ambito delle specifiche funzioni, modalita' ed aree di intervento. A tal fine la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza si dimostra di estrema utilita'.
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C. Esperienze di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo
- Esperienze di formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine gia' svolte ed in corso in Italia
Anche in Italia da anni in vari luoghi e contesti si sperimentano gia' percorsi formativi alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie dalla nonviolenza di personale preposto alla sicurezza pubblica.
- Riflessioni ed esperienze in altri paesi europei
In altri paesi europei la riflessione e le esperienze in tal senso sono sovente assai rilevanti, come si evince dal dibattito in merito.
- Esperienze internazionali di riferimento
Infine si consideri come a livello internazionale vi siano ormai molteplici e qualificatissime esperienze storiche, di grande rilievo anche sul piano giuridico, con particolar riferimento a situazioni di partenza decisamente assai critiche.
Si pensi ad esempio al caso del Nicaragua in cui dopo la fine della dittatura somozista si pose il problema di rieducare il personale dei corpi speciali della dittatura (spesso bambini che erano stati ridotti a feroci bruti); o al caso straordinario del Sud Africa, in cui la "Commissione nazionale per la verita' e la riconciliazione", presieduta dal Premio Nobel Desmond Tutu, ha indicato una via di grande interesse e profonda originalita' per uscire da una situazione tremenda come quella ereditata dal regime dell'apartheid.
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D. Ambiti formativi in cui si fa gia' ampio uso dei valori e delle tecniche della nonviolenza
Segnaliamo infine, come mera elencazione, alcuni ambiti in cui da molti anni esiste ormai una lunga ed ampia tradizione di studi e di esperienze formative e addestrative alla conoscenza e all'uso della nonviolenza.
Questa tradizione ha diverse esplicazioni: in sede di istituzioni sovranazionali; in sede di istituzioni nazionali; in sede di istituzioni locali; in sede universitaria; in sede scolastica; in sede di altre agenzie formative; in sede di enti assistenziali, sociali, sanitari, di protezione civile; in sede di enti di servizio civile; in sede di associazionismo democratico; in sede di formazione ed aggiornamento nel management; in sede di agenzie informative; in sede di intervento psicoterapeutico; in sede di training sportivo; in sede di facilitazione in consessi deliberativi; in sede di promozione e coordinamento di campagne sociali.
Gli esempi sono infiniti: si va dalla formazione ad altissima qualificazione del personale specializzato in interventi di peace-keeping a livello internazionale (in primo luogo dell'Onu); alle cattedre e ai dipartimenti universitari di peace-research; fino alla formazione dei giovani in servizio civile.
Analogamente esempi attuativi e fonti normative e regolamentari di riferimento gia' esistono a tutti i livelli, sia in campo internazionale che per quel che concerne specificamente l'Italia.
Esistono anche ricognizioni di istituti di ricerca specializzati in ambito istituzionale e accademico; una pregevole raccolta di dati e' stata recentemente pubblicata dal Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir) di Padova, ed e' disponibile sulla rete telematica pacifista Peacelink.
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6. Estratti da tre documenti a vari soggetti istituzionali (2000-2001)
Documento 1. Da una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo a vari parlamentari del 24 luglio 2000:
Gia' mesi addietro, in una lettera inviata ad alcune figure istituzionali locali, proponevamo ad esse "di voler promuovere un corso di formazione ai valori ed alle tecniche della nonviolenza per tutto il personale preposto alla pubblica sicurezza".
E gia' cola' chiarivamo che "la nonviolenza non e' passivita', ma contrasto efficace ed opposizione integrale alla violenza; e le sue specifiche tecniche comunicative, di accostamento psicologico, di interpretazione sociologica e di intervento sociale, costituiscono strumenti sia di formazione morale e intellettuale di se stessi, sia di interazione adeguata e costruttiva con gli altri; particolarmente in situazioni di conflitto, di tensione e di crisi le tecniche della nonviolenza sono di grandissima utilita', e pressoche' insostituibili.
E' evidente la necessita' che particolarmente coloro che svolgono il delicatissimo e difficilissimo compito di contrastare crimine e violenza, di promuovere e difendere con la legalita' la serenita' e il benessere di tutti, devono avere conoscenze e capacita' tali da saper intervenire adeguatamente in primo luogo in aiuto di chi e' in difficolta'.
Conoscere le tecniche della nonviolenza, ed essere addestrati al loro uso, significa avere a disposizione una strumentazione interpretativa ed operativa di grande valore ed efficacia.
Contrastare la violenza significa contrastare effettivamente ed efficacemente il crimine (che sulla violenza si fonda), significa altresi' garantire autentica sicurezza, che solo puo' nascere dal rispetto piu' scrupoloso dei diritti della persona, di ogni persona, dal rispetto e dalla promozione della dignita' umana, dall'aiuto a chi di aiuto ha bisogno".
E' nostra ferma convinzione che la conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori, delle sue tecniche, delle sue strategie di intervento comunicativo, sociale, solidale e umanizzante, sia indispensabile per ogni operatore pubblico e soprattutto per quelli addetti alla sicurezza ed alla protezione dei diritti.
Naturalmente non si tratta di "convertire" delle persone, bensi':
- in primo luogo, di mettere a disposizione strumenti interpretativi ed operativi adeguati per agire in modo costantemente legale, efficace e rispettoso della dignita' umana nello svolgimento delle proprie mansioni;
- in secondo luogo, di fornire agli operatori addetti al controllo del territorio ed alla protezione dei diritti, un quadro di riferimento categoriale ed applicativo coerente con la Costituzione, e quindi con la fonte stessa della legalita' nel nostro paese; e con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che costituisce un comune orizzonte di riferimento per le codificazioni giuridiche e le prassi amministrative dei paesi democratici;
- in terzo luogo, di offrire un'occasione di riflessione sulle dinamiche relazionali e sulle strategie operative e cooperative nel rapporto interpersonale e particolarmente nel conflitto con la persona o le persone nei cui confronti si interviene e con cui quindi si interagisce;
- in quarto luogo di mettere a disposizione indicazioni utili ad un approfondimento delle problematiche non solo giuridiche, procedurali, amministrative e tecniche, ma anche psicologiche, sociologiche, comunicative e antropologico-culturali connesse ed implicate dall'attivita' che si svolge.
I valori teoretici, le strategie d'intervento e le tecniche operative della nonviolenza, e quindi l'educazione e l'addestramento ad essi ed esse, costituiscono una opportunita' formativa che a nostro parere sarebbe necessario ed urgente che entrasse nel bagaglio di conoscenze, nei curricula studiorum e nell'addestramento di tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.
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Documento 2. Da una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo al Ministro dell'Interno del 25 luglio 2000:
- La nonviolenza, intervento attivo per promuovere diritti e dignita' di tutti
La nonviolenza e' il portato delle scelte assiologiche e giuriscostituenti inscritte nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
La nonviolenza e' l'applicazione dei princìpi etici e giuridici promulgati dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
La nonviolenza e' proposta operativa fondamentale e fondante per la civile convivenza in un'epoca, come quella attuale, di grandi conflitti, di grandi opportunita' evolutive come di immani pericoli di regresso e catastrofe.
La nonviolenza ovviamente non e' passivita', ma opposizione alla violenza la piu' nitida, intransigente ed efficace; non e' un sottrarsi ai conflitti ed alle situazioni di crisi, ma un farvi fronte e gestirli con chiaroveggenza ed energia affinche' essi producano acclaramento e ricomposizione, evolvano in esiti di maggiore giustizia, di maggiore umanizzazione; la nonviolenza non e' contemplazione atterrita o inerme ritrarsi, ma presenza viva e operante per affermare sempre ed ovunque, e quindi in primo luogo ove piu' occorra, la dignita' della persona e i diritti umani; la nonviolenza e' il dispiegarsi del principio di legalita' in quanto esso fonda la convivenza e difende e promuove i diritti di tutti.
- Una proposta pratica: formare e addestrare tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza ai valori, le strategie e le tecniche della nonviolenza
E' necessario che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza conosca e sia in grado di utilizzare nello svolgimento delle sue mansioni le tecniche, le strategie, i valori, e dunque le acquisizioni e gli strumenti conoscitivi, ermeneutici ed operativi della nonviolenza.
E' infatti assai penoso che proprio le persone che, per il lavoro di altissima responsabilita' che svolgono, piu' hanno bisogno di disporre di una formazione, un addestramento ed una strumentazione (teorica ed applicativa) adeguati a difendere e promuovere sicurezza, convivenza, rispetto dei diritti delle persone tutte, proprio queste persone siano private di una opportunita' formativa massimamente adeguata all'incombenza che la legge e le istituzioni loro attribuiscono.
E' assurdo che proprio quegli operatori dei pubblici servizi che devono intervenire in situazioni di massima crisi ed emergenza, non abbiano a disposizione gli strumenti piu' adatti alla bisogna: le tecniche operative, le strategie comunicative, gli strumenti interpretativi, i valori di riferimento che la nonviolenza propone.
E', quello qui segnalato, un paradosso gravido di conseguenze pericolose: e' un paradosso che deve cessare. Si ponga rimedio istituendo al piu' presto la prassi e l'obbligatorieta' della formazione e dell'addestramento alla nonviolenza per tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.
Beninteso: questa non e' una panacea, ma senza ombra di dubbio costituirebbe un contributo di grande valore e di sicura utilita'.
- Benefiche ricadute
Non vi e' dubbio, infatti, che la formazione e l'addestramento alla nonviolenza per il personale addetto alla difesa e promozione della sicurezza e dei diritti di tutti avrebbe immediati effetti benefici sia per i lavoratori destinatari di tale formazione e addestramento, sia per gli utenti tutti del loro intervento, includendo tra gli utenti anche le persone oggetto dei loro interventi: persone che anche quando commettono crimini e pertanto debbono essere perseguite e punite ai sensi di legge, restano comunque esseri umani ed in quanto tali non possono essere fatti oggetto di trattamenti degradanti, di minacce, di violenze e lesioni.
La Costituzione e' chiara: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (art. 2); non sono ammessi "trattamenti contrari al senso di umanita'" (art. 27, comma secondo); e naturamente "non e' ammessa la pena di morte" (art. 27, comma quarto).
La nonviolenza, e' una constatazione empirica e non un'asserzione ideologica o fideistica, degnifica le parsone che vengono in contatto con essa; la conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori e concetti, come delle sue strategie comunicative e delle sue tecniche relazionali, umanizza le persone e i rapporti, adegua l'agire a valori e fini che sono quelli fondanti la civilta' giuridica, che sono quelli sanciti dalla Costituzione, che sono i valori ed i fini che rendono degna la vita e civile la convivenza.
A tutti andrebbe garantita, fin dalle scuole di base, la conoscenza e la formazione alla nonviolenza; ebbene, che si cominci intanto a mettere questo patrimonio di risorse a disposizione almeno di chi, per il lavoro che svolge, piu' ne ha bisogno.
Che le istituzioni democratiche si adoperino affinche' proprio nelle situazioni in cui di contrastare la violenza si tratta, si abbia a disposizione la ricchezza di strumenti teorici e pratici che la nonviolenza offre.
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Documento 3. Da una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo al Presidente della Repubblica del 24 luglio 2001:
Che tutti gli operatori delle forze dell'ordine, cui incombe il gravoso ed importantissimo impegno di difendere la sicurezza pubblica, l'incolumita' delle persone, la legalita', siano specificamente formati e addestrati alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie di comunicazione e di intervento della nonviolenza.
Data la delicatezza del servizio pubblico dalle forze dell'ordine prestato, e dato che esse per funzione istituzionale si trovano sovente ad agire in situazioni fortemente critiche e d'emergenza, e' assolutamente necessario che la formazione e l'addestramento del personale in esse impiegato prevedano anche questa grande risorsa che e' la conoscenza e la capacita' di applicazione di tecniche comunicative e relazionali, di strategie di intervento e di interpretazione, di solido radicamento in fondamentali valori giuridici e morali, tecniche, strategie e valori che la teoria-prassi della nonviolenza nel corso della storia ha esplorato, elaborato, tematizzato, sperimentato e che mette a disposizione di tutti gli operatori sociali, come di tutti gli esseri umani.
In Italia esistono esperienze formative alla nonviolenza, tradizioni culturali della nonviolenza, illustri studiosi ed educatori alla nonviolenza (sia in ambito accademico che nel servizio sociale), che possono essere adeguatamente valorizzati a tal fine.
Tra le esperienze formative vi sono prestigiose ed ormai consolidate tradizioni di corsi tenuti in universita', in scuole, in istituzioni, in enti di servizio sociale e di servizio civile, in tante sedi dell'associazionismo democratico e della societa' civile.
Tra le tradizioni culturali della nonviolenza in Italia bastera' ricordare la riflessione e la proposta di Aldo Capitini, con il suo richiamo a Francesco d'Assisi, a Giuseppe Mazzini, a Mohandas Gandhi; le esperienze e riflessioni di Danilo Dolci ed il suo straordinario intervento sociale e lavoro maieutico; ed ancora le cospicue ricerche di Guido Calogero e Norberto Bobbio; l'esperienza di don Lorenzo Milani; l'elaborazione di Ernesto Balducci, e molte altre figure esemplari si potrebbero citare tra quanti nel nostro paese hanno dato un grande contributo alla promozione della teoria e della pratica della nonviolenza.
Tra gli studiosi, formatori ed educatori oggi attivi in Italia vi sono prestigiose figure accademiche come Alberto L'Abate, Antonino Drago, Giuliana Martirani, Giuliano Pontara, Giovanni Salio, Giovanni Scotto e molti, molti altri illustri docenti e ricercatori, riconosciuti ed apprezzati a livello internazionale.
Ebbene, poiche' queste risorse esistono e sono dunque a disposizione, che siano valorizzate al fine indicato.
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7-8. (...)
6. LUTTI. RAFFAELLA CARRA'
E' deceduta Raffaella Carra'.
Credevo fosse immortale.
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Philip Zimbardo, L'effetto Lucifero, Cortina, Milano 2008, 2020, pp. XXXVI + 738, euro 39.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4157 del 6 luglio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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