[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 126



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 126 del 28 giugno 2021

In questo numero:
1. Scriviamo al Presidente del Parlamento Europeo per chiedere un persuaso e concreto impegno per la liberazione di Leonard Peltier
2. Nel ricordo di Ettore Masina proponiamo di scrivere una lettera per la liberazione di Leonard Peltier
3. Leonard Peltier: Lettera dal carcere per il settantesimo compleanno (2014)
4. Leonard Peltier: Lettera a sostegno della lotta di Standing Rock (2016)
5. Stan Smith: Il Tribunale Internazionale dei Popoli sul caso di Leonard Peltier (2013)
6. "Radio Mugello": La grazia per Leonard Peltier. Un presidio a Firenze (2017)
7. Giorgio Langella e Andrea De Lotto: Liberta' per Leonard Peltier dopo 43 anni di ingiusta prigionia (2019)

1. QUID AGENDUM. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER CHIEDERE UN PERSUASO E CONCRETO IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente

2. REPETITA IUVANT. NEL RICORDO DI ETTORE MASINA PROPONIAMO DI SCRIVERE UNA LETTERA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Ricorrendo oggi il quarto anniversario della scomparsa di Ettore Masina, uomo di pace e costruttore di solidarieta', lo ricordiamo come un amico e un maestro indimenticabile.
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Una minima notizia su Ettore Masina
Ettore Masina (Breno, 4 settembre 1928 - Roma, 27 giugno 2017), giornalista, scrittore, parlamentare, animatore di straordinarie esperienze di solidarieta' concreta, cattolico vicino alle figure piu' rilevanti del Concilio Vaticano II, della chiesa dei poveri e della teologia della liberazione, lascia una luminosa testimonianza e grande un'eredita' di impegno spirituale, culturale, morale, civile e politico. Il suo impegno solidale e' ancor oggi proseguito dalla "Rete Radie' Resch" di cui fu fondatore.
Tra le opere di Ettore Masina: Il Vangelo secondo gli anonimi, Cittadella, Assisi 1972; Le parole sepolte fioriranno, Borla, 1977, 1986; La ragione e gli angeli, Borla 1979; Il Dio in ginocchio, Rusconi, Milano 1982; Il califfo ci manda a dire, Rusconi, Milano 1983; Il ferro e il miele, Rusconi, Milano 1983; El nido de oro. Viaggio all'interno del Terzo Mondo: Brasile, Corno d'Africa e Nicaragua, Marietti, Genova 1989; Un inverno al Sud. Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina, Marietti, Genova 1992; Oscar Romero, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1993, poi col titolo L'Arcivescovo deve morire, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995; Comprare un santo, Camunia, Milano 1994, poi O.G.E., Milano 2006; Il Vincere, San Paolo, Cinisello Balsamo 1994; Il volo del Passero, San Paolo, Cinisello Balsamo 1997; Diario di un cattolico errante. 1992-1997: In viaggio fra santi, burocrati e guerriglieri, Gamberetti, Roma 1997; I gabbiani di Fringen, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999; Il prevalente passato. Un'autobiografia in cammino, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000; La speranza creativa, Monti, 2000; Naufraghi di terra, Edup, 2002; L'airone di Orbetello. Storia e storie di un cattocomunista, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005; Le nostre barche sono rotonde, O.G.E., Milano 2008; Il bufalo e il bambino, Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero 2014.
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E nel ricordo di Ettore Masina ancora una volta vogliamo proporre a tutte le persone di volonta' buona ed a tutte le associazioni democratiche un'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier, difensore dei diritti umani dei nativi americani, dal 1977 detenuto nelle prigioni degli Stati Uniti d'America per reati che non ha mai commesso.
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Una minima notizia su Leonard Peltier
Leonard Peltier e' nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944; attivista dell'American Indian Movement che si batte per i diritti umani dei nativi americani, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze successivamente dimostratesi artefatte, inattendibili, revocate e ritrattate dagli stessi ostensori. Da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai palesemente riconosciuta. Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione di un suo libro edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Opere di Leonard Peltier: La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005.
Opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, 1996.
Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
Alcuni altri libri utili per approfondire: Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993; Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982; Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977; Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977; Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali egli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996; Charles Hamilton (a cura di), Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d'America, Feltrinelli, Milano 1956, 1960; Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977; Philippe Jacquin, Storia degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1977; Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991; Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989; Nando Minnella, Pascoli d'asfalto. Poesia & cultura degli indiani d'America, Rossi e Spera Editori, Roma 1987; Nando Minnella, Michele Morieri, Indiani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze, Gammalibri, Milano 1981; John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977; William W. Newcomb jr., Gli indiani del Nord-America, Il Bagatto, Roma 1985; Scritti e racconti degli indiani americani, raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992; Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.
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Preghiamo quindi chi legge queste righe di scrivere al Presidente del Parlamento Europeo per sollecitare un'iniziativa dell'istituzione da lui presieduta per la liberazione di Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dei nativi americani, perseguitato politico, dal 1977 detenuto nelle carceri statunitensi dopo un processo-farsa che lo ha condannato per crimini che non ha commesso.
Una esplicita, persuasa, energica presa di posizione del Parlamento Europeo che sensibilizzi ed impegni l'intera Unione Europea puo' forse avere una significativa influenza sugli attuali decisori politici americani.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti:
a) indirizzo diretto del Presidente del Parlamento Europeo: president at ep.europa.eu;
b) alcuni indirizzi della segreteria del Presidente del Parlamento Europeo: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Naturalmente sarebbe opportuno inviare copia della lettera anche ai mezzi d'informazione e alle altre persone, associazioni ed istituzioni che riterrete utile informare o invitare a prender parte all'iniziativa.
Ovviamente e' bene che le lettere siano brevi e cortesi.
Un minimo canovaccio potrebbe essere il seguente:
"Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente"
Non c'e' bisogno di aggiungere che ogni altra iniziativa nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier (come di ogni altra persona ingiustamente detenuta) e' opportuna e meritoria.
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E sempre nel ricordo di Ettore Masina ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. PER SAPERNE DI PIU'. LEONARD PELTIER: LETTERA DAL CARCERE PER Il SETTANTESIMO COMPLEANNO (2014)
[Dal sito www.rifondazione.it riprendiamo la seguente traduzione li' apparsa il 12 settembre 2014]

Il 12 settembre Leonard Peltier ha compiuto 70 anni, 38 dei quali passati nelle prigioni americane.
Leonard Peltier e' un esponente del movimento indiano americano (AIM) contro il quale – come nel caso delle Pantere Nere – l'Fbi scateno' una strategia di scientifica persecuzione giudiziaria e repressione violenta.
Leonard Peltier e' un prigioniero politico, un combattente per la liberta', un innocente a cui Obama avrebbe il dovere di concedere la grazia come molti chiedono.
Questa e' la traduzione della lettera che ha indirizzato dal carcere ai suoi sostenitori.
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Saluti ai miei amici, parenti e sostenitori,
voglio inviare a tutti voi questo messaggio personale durante quello che e' ormai il mio settantesimo compleanno. Voglio davvero ringraziare tutti voi per i vostri anni e anni di sostegno e di amore, non avrei mai fatto questo lungo percorso senza il vostro amore e sostegno. Come si puo' immaginare, e' stato un percorso davvero lungo. Talvolta piu' difficile di quanto avrei mai potuto immaginare. Non mi pento di tutto questo neanche per un minuto.
E' stato un onore  battermi per i miei fratelli e sorelle nativi e tutte le brave persone del mondo. Sono molto orgoglioso di aver combattuto quella che noi chiamiamo "la buona battaglia" per le generazioni future. Per me non c'e' nessun altra via. Purtroppo non abbiamo vinto la lotta per la liberta' e oggi viviamo in uno stato di polizia ancora piu' forte.
voglio condividere con voi come e' andata la nostra recente raccolta fondi.
Nel corso degli anni molti dei miei avvocati hanno lavorato gratuitamente ("pro bono"). Naturalmente ho apprezzato il tempo che essi hanno speso per me, e sono loro molto grato per aver cercato di aiutarmi.
La dura realta' e' che quando qualcuno lavora pro bono spesso non puo' mettere abbastanza del proprio tempo in un caso. Proprio come chiunque altro gli avvocati devono occuparsi dei clienti che pagano per guadagnarsi da vivere.
Ho chiesto al mio team di aiutarmi a raccogliere i fondi per assumere il miglior team legale che avremmo potuto ottenere. Io voglio/ho bisogno di gente con saggezza stagionata e che abbia le competenze per aiutare me con quella che e' una situazione davvero unica, io sono stato oggetto di un'attenzione particolare e la mia strada verso la liberta' e' stata pavimentata con buche e blocchi stradali dal primo giorno ad oggi quasi quarant'anni dopo.
Chiunque abbia esaminato il mio caso sa che e' scandaloso a un livello assurdo; spesso la gente semplicemente non riesce a credere all'enorme quantita' di violazioni costituzionali e ingiustizie. A volte le persone semplicemente onestamente non possono credere che queste cose accadano. Le ingiustizie accadono. 39 anni della mia vita sono la prova vivente (finora) di questo. Io sono una prova fisica.
Parlando di 40 anni, sapete che l'ultima volta che sono stato nel mondo vivente erano gli inizia degli anni settanta, e l'essere umano, per quello che ho potuto sentire, e' cambiato cosi' tanto. Non ho idea di come siano le cose ne' di quanto costino. Per esempio, non ho idea di quanto oggi gli avvocati prendano a ora.
Ho sentito che una pagnotta di pane costa dai 5 ai 7 dollari. Questo e' un sacco di pane! E che una macchina puo' costare come una casa. Io ho 70 anni oggi. Fuori tutto e' cambiato, ma qui dentro e' rimasto tutto uguale, compreso il mio desiderio di tornare a casa. In ogni caso, immagino di essere un vecchio di 70 anni che sta divagando un po'. Ho sempre saputo che il mio appoggio veniva dalla gente che sta in basso, il sale della terra, il mio popolo.
Non ho mai avuto grandi donazioni – si', alcune persone meravigliose sono state dalla mia parte, ma io sono qui dentro da cosi' tanto tempo che loro sono morte nel frattempo. Ho perso gran parte dei miei amici e della mia famiglia, so anche che le cause sono molte, e alle celebrita' viene chiesto di fare donazioni ogni giorno.
Il mio team ha organizzato una raccolta di fondi per sostenere le spese legali. Per essere sincero, spero che la gente comune venga di nuovo in mio aiuto. Dato che il nostro nuovo sito web sta contattando supporter per diventare volontari e per aiutarci sappiamo che se una piccola percentuale rispondesse donando una somma, noi saremmo in grado di sostenere le spese.
Ho saputo che entrando nella seconda e nella terza settimana di raccolta fondi la campagna non sta avendo il successo che speravamo. Ho sentito quanto e' difficile vivere oggi con il solo salario, e che quelli con il salario minimo sono in poverta' e spesso senza casa. Dobbiamo anche affrontare il fatto che se anche raggiungessimo la somma prevista, ci sarebbero ancora dei costi mensili significativi.
Ma non ero pronto a fermarmi, Non ho speso tutto questo tempo solo per rimanermene qui rinchiuso a causa della mancanza di denaro. Dovevamo unire i nostri sforzi e sono lieto di potervi dire che siamo riusciti a raccogliere abbastanza fondi per poter iniziare, e tutti gli avvocati che io volevo avere nel mio team sono stati d'accordo ad abbassare i propri introiti e i propri ruoli per aiutarmi a riacquistare la liberta'. Non posso entrare nei dettagli e rivelare il mio team e la strategia perche' queste cose, come in tutti i procedimenti legali, sono riservate, ma tutto dovrebbe essere a breve definitivo e fortunatamente possiamo procedere col cercare di farmi uscire di qui.
Sono cosi' grato a quelli che hanno voluto e sono stati in grado di aiutarmi, e anche nei confronti di quelli che mi hanno aiutato in altre maniere oltre al denaro. il tempo che avete dedicato a rendere pubblica la mia situazione e quello per combattere per gli indiani, e' e sara' sempre vicino al mio cuore, e qui ho un sacco di tempo da dedicare alla gratitudine. Avro' bisogno del vostro continuo supporto in tutti i modi in cui potrete aiutarmi, in quella che sembra essere la mia ultima camminata verso la liberta'.
Il mio team vi terra' aggiornati su quello che sta accadendo e sul come potete aiutare, ma voglio assicurarvi che ho degli standards molto alti per coloro che lavorano nel mio team e che questi standards sono rispettati. Io non accetto cattive condotte. Sono troppi gli anni che ho trascorso pagando sulla mia pelle per lasciare che qualcuno sfrutti me o la nostra lotta. La mia causa e' anche la causa del mio popolo, e' la vostra causa, e io non sono l'unico che ha pagato un caro prezzo nel tentativo di realizzare la liberta', la giustizia e la verita'. Ho una responsabilita' nei confronti di coloro che c'erano prima di me e di quelli che verranno dopo.
Vi incoraggio a lavorare col mio team attraverso il mio sito web, dal momento che so che ci sono degli impostori che si presentano in mio nome e dicono di fare parte della mia famiglia, raccogliendo soldi contro i miei desideri.
Io posso solo dire, seduto qui, in questo inferno, che spero che i miei anni non siano passati invano. Voglio che il mio tempo sia come un esempio per tutti voi, che possiate trovare la strada per fare qualcosa da soli, per un fratello, una sorella, i nostri bambini e la nostra terra. Trovare qualcosa per cui combattere, fate qualcosa, aiutate qualcuno, non accettate l'ingiustizia, non accettate l'intolleranza. Non accettate che siano fatti ancora piu' danni alla nostra terra per l'avidita' e per avere piu' beni materiali. Dobbiamo essere in grado di mantenere degli elevati principi e obiettivi, cosi' come di ispirarli negli altri.
Il mio desiderio per il mio compleanno e' che voi prendiate qualcosa da me. Prendete gli anni che io ho dato qui dentro e siate ispirati per dare vita a quel cambiamento che sapete deve essere fatto, prima che sia troppo tardi. Prendete il tempo che io ho dato qui dentro e usatelo per dare forma al futuro dei nostri bambini.
Io spero davvero di vedervi presto, di assaporare delle torte e di passeggiare nei boschi.
Ho cosi' tanti abbracci da dare, cosi' tante persone da ringraziare.
Mi mancate.
Nello Spirito di Cavallo Pazzo
Leonard Peltier
Mitakuye Oyasin

4. PER SAPERNE DI PIU'. LEONARD PELTIER: LETTERA A SOSTEGNO DELLA LOTTA DI STANDING ROCK (2016)
[Dal sito anarcoantropologo.altervista.org (cle la riprende dal sito contromaelstrom.com) riprendiamo la seguente traduzione li' apparsa il 29 novembre 2016]

Saluti, miei cari,
eccoci di nuovo qui. Questa volta siamo nel 2016. E' da piu' di 41 anni che io non cammino libero e posso vedere il sole sorgere e tramontare e sentire la terra sotto i miei piedi. Io so che ci sono stati piu' cambiamenti di quelli che mi posso immaginare, la fuori. Ma so anche che c'e' una lotta che fa si' che questo Paese si stia muovendo verso una forma piu' sostenibile di vita. Questo e' qualcosa che noi volevamo accadesse gia' negli anni '70.
Io osservo gli eventi di Standing Rock con orgoglio e dolore. Orgoglio che le nostre genti e i loro alleati si stanno alzando e mettendo le loro vite in gioco per le generazioni future, non perche' lo vogliano, ma perche' devono farlo. Hanno ragione a sollevarsi in modo pacifico. E' il piu' grande raduno del nostro popolo nella storia e ci ha unito piu' di qualsiasi altra cosa come mai era avvenuto. Noi abbiamo bisogno del supporto reciproco nel fare questo cammino in questi tempi.
L'acqua e’ vita e non possiamo abbandonare questa questione perche' la trattino i nostri nipoti e pronipoti quando le cose andranno avanti e la situazione della nostra natura sara' peggiore di come stia adesso. E la nostra Madre Terra sta gia' soffrendo. E sento dolore per coloro che proteggono l'acqua a Standing Rock perche' in questi ultimi giorni hanno ricevuto la piu' dura risposta dalle agenzie che impongono le leggi, e le nostre genti stanno soffrendo.
Finalmente stanno ricevendo l'attenzione dei media nazionali.
La mia casa e' in North Dakota. La gente di Standing Rock e' la mia gente. Toro Seduto giace nella sua tomba li'. La mia casa a Turtle Mountain e' appena a poche ore a nord di Standing Rock, giusto a sud di Manitoba, Canada.
Io non vedo casa mia da quando ero ragazzo, ma ho sempre la speranza di tornare la' per il tempo che mi puo' rimanere da vivere. E' la terra di mio padre e mi piacerebbe poter vivere ancora li'. E li' morire.
Ho diversi sentimenti quest'anno. L'ultima volta che mi sentii cosi' era 16 anni fa, quando ebbi davvero una chance di essere libero. Non e' un sentimento facile da definire, e' qualcosa di agitato. E' una cosa difficile  permettere alla speranza di insinuarsi nel mio cuore e nel mio spirito, qui in questo freddo edificio di cemento e acciaio. Da una parte avere speranza e' un sentimento piacevole, meraviglioso, ma dall'altra parte puo' essere crudele e amaro. Ma oggi scelgo la speranza.
Io prego perche' voi stiate bene di salute e con buoni sentimenti e vi ringrazio dal fondo del mio cuore per tutto quello che avete fatto e continuate a fare per me e per la Madre Terra. Per favore mantenetemi nelle vostre preghiere e pensieri in questi ultimi giorni del 2016 che scivolano via. Vi mando il mio amore e il mio rispetto per tutti coloro che si sono riuniti nel nome della Madre Terra e delle nostre future generazioni. Io sono li' con voi nello spirito.
Doksha.

5. PER SAPERNE DI PIU'. STAN SMITH: IL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DEI POPOLI SUL CASO DI LEONARD PELTIER (2013)
[Dal sito znetitaly.altervista.org riprendiamo la seguente traduzione del 16 novembre 2013]

"Quella del 'Destino manifesto' e' stata una dottrina terribile che e' costata milioni di vite dei nostri popoli nativi"
"Siamo l'oggetto della piu' lunga guerra non dichiarata della storia degli Stati Uniti"
(Dennis Banks)

"L'FBI e' la prosecuzione della politica storica statunitense, la cavalleria dei tempi moderni"
(Bill Means)

Bill Means ha presieduto e aperto il Tribunale Internazionale dei Popoli su Leonard Peltier, tenutosi il 2-4 ottobre nel territorio Oneida, vicino a Green Bay. "Questo e' un tribunale popolare sul caso di Leonard Peltier. Usiamo l'aggettivo 'popolare' nel senso politico di movimento di base, di quelli che non sono al potere e che fanno giustizia quando quelli al potere sono incapaci o non disponibili a fare giustizia". Ha aggiunto che il caso di Leonard Peltier puo' avviare un processo di riconciliazione tra i popoli indiani e gli Stati Uniti d'America.
Ha passato in esame la storia predatrice degli Stati Uniti nei confronti degli indiani americani: 38 tribu' sono state cacciate dalle loro terre e costrette a stabilirsi in Oklahoma. Ognuno dei 371 trattati tra gli USA e i popoli indiani e' stato violato, anche se l'articolo 6 della Costituzione statunitense afferma chiaramente che i trattati sono legge suprema del paese.
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Il caso di Leonard Peltier
Il 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge due agenti dell'FBI – e un membro Lakota dell'AIM [Movimento degli indiani americani] – furono uccisi. Gli agenti dell'FBI uccisi a colpi d'arma da fuoco stavano inseguendo un'auto al fine di eseguire un arresto per il furto di un paio di stivali da cow-boy. Come ha segnalato Dennis Banks in chiusura del Tribunale, da quando in qua l'FBI si occupa di mandati per furti in negozi?
Dell'omicidio degli agenti dell'FBI fu  dichiarato colpevole Leonard Peltier, fu condannato a due ergastoli ed e' oggi in carcere da 38 anni. Nessuno sforzo fu compiuto per accusare qualcuno dell'omicidio del membro dell'AIM.
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Contesto dell'uccisione dei due agenti dell'FBI
Numerosi membri dell'AIM partecipi degli eventi di Wounded Knee hanno partecipato al Tribunale, offrendo informazioni sul contesto. Larry Leventhal, avvocato insieme a Bill Kunstler nel processo a Dennis Banks e Russell Means, e altri avvocati che hanno lavorato al caso hanno offerto un compendio delle tematiche legali.
Le uccisioni degli agenti dell'FBI ebbero luogo dopo una lunga lotta per i diritti degli indiani nella riserva Lakota di Pine Ridge, una delle aree piu' povere degli Stati Uniti. Il Movimento degli Indiani Americani era nato alla fine degli anni '60 e tra i suoi leader vi erano Dennis Banks, Russell Means e Leonard Peltier. Nel Tribunale Dennis Banks ha affermato: "Quando fu creato l'AIM era chiaro che eravamo in rotta di collisione con il governo statunitense". I fondatori delle Pantere Nere probabilmente dissero la stessa cosa.
Pine Ridge risulto' un magnete naturale per il sorgente movimento per i diritti dei nativi americani, poiche' la', a Wounded Knee, il 29 dicembre del 1890 la cavalleria statunitense scateno' il suo ultimo e non provocato massacro di nativi americani. Trecento uomini, donne e bambini indifesi furono assassinati per il delitto di aver svolto una cerimonia religiosa, la danza degli spettri.
Nel 1972 l'AIM avvio' una serie di dimostrazioni con altre organizzazioni di nativi che culmino' in una marcia su Washington, intitolata "Il sentiero dei trattati infranti". Nella citta' occuparono l'Ufficio degli Affari Indiani (BIA), l'immediato reggente coloniale dei popoli delle Prime Nazioni. Presentarono una serie di rivendicazioni: http://www.aimovement.org/ggc/trailofbrokentreaties.html
Quando l'occupazione termino', l'AIM torno' a Pine Ridge per festeggiare. Comincio' a organizzare una serie di dimostrazioni contro il razzismo nei confronti degli indiani nelle cittadine confinanti con la riserva. Nel 1973 l'AIM, con trecento sostenitori, occupo' Wounded Knee, nella riserva di Pine Ridge.
Cio' pose il movimento in conflitto con l'amministrazione tribale neocoloniale della riserva del BIA, guidata da Dick Wilson. Wounded Knee fu circondato da 300 agenti dell'FBI, 90 sceriffi statunitensi, polizia del BIA, veicoli blindati e velivoli militari sorvolarono la zona. Wilson creo' la squadra dei Goon (Guardians Of the Oglala Nation – Guardiani della Nazione Oglala ['goon' significa anche, e certo non per caso, 'teppista, picchiatore' – n.d.t.]), armata dall'FBI e dagli sceriffi. L'occupazione di Wounded Knee duro' 71 giorni.
Poi comincio' la controffensiva di Wilson: un regno del terrore a Pine Ridge, durato tre anni, dal 1973 al 1976. Furono vietate le riunioni pubbliche. Gli indiani tradizionalisti, piu' inclini ad appoggiare l'AIM, furono picchiati, minacciati, fatti oggetto di colpi d'arma da fuoco, spesso da auto in movimento, in larga misura nello stile delle squadre della morte latinoamericane. Il popolo della riserva si organizzo' per difendersi e chiamo' l'AIM a offrire ulteriore autodifesa. James Thomas, presente all'epoca, ha testimoniato: "Nella riserva non si osava andare da nessuna parte da soli o privi di armi". Pine Ridge all'epoca aveva la piu' alta percentuale di omicidi pro capite di tutti gli Stati Uniti.
L'AIM proteggeva gli indiani che si recavano in citta', che andavano all'ufficio postale o nei negozi, poiche' non era sicuro uscire, con cosi' tanti omicidi. La riserva era diventata una zona di guerra con funerali ogni settimana degli uccisi a colpi d'arma da fuoco, picchiati a morte o gettati fuori strada. Ci furono piu' di settanta casi di omicidi di indiani non risolti durante il regno del terrore e cio' mentre l'FBI e gli sceriffi statunitensi erano presenti, fornendo armi alle squadre dei Goon.
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Conquiste dei nativi americani in seguito all'occupazione di Wounded Knee
Clyde Bellecourt ha testimoniato che i tre nemici storici dei popoli delle Prime Nazioni furono l'istruzione dell'uomo bianco, la religione dell'uomo bianco e l'Ufficio degli Affari Indiani. Don Cuny ha ricordato che gli insegnanti facevano mangiar loro sapone se parlavano la loro lingua. Le scuole e le missioni delle chiese erano strumenti utilizzati dall'uomo bianco per sradicare il linguaggio, le tradizioni, la cultura, la religione e il rispetto di se' dei nativi. Cuny ha detto di ricordare "di aver parlato con mio nonno e mia nonna di com'era prima che il grande mostro venisse a muoversi sulla nostra terra... Diversamente da prima [con i nostri avi] non si limitano a venire a spararci, ma invece ci rinchiudono per sempre".
Tom Poor Bear [Tom Orso Povero] ha affermato che l'occupazione di Wounded Knee contribui' a introdurre la cultura indiana nelle loro scuole, fu creata una stazione radio indiana indipendente e la gente comincio' a essere fiera della sua cultura, delle sue credenze religiose e della sua stirpe. Dennis Banks ha ricordato, nel documentario 'In the Spirit of Crazy Horse' [Nello spirito di Cavallo Pazzo], a Wounded Knee "per una volta ci fu per noi un senso di liberta', di essere liberi davvero". Emerse un nuovo orgoglio indiano.
Tuttavia gli indiani di oggi, cosi' come i neri, sono sottoposti a un sistema di "giustizia" basato su un doppio metro. Gli indiani subiscono, per gli stessi reati, condanne piu' lunghe dei bianchi. Facendo eco a Malcolm X, Tom Poor Bear ha affermato: "Noi indiani siamo nati in carcere”.
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L'arresto e il processo di Leonard Peltier
Dopo l'occupazione di Wounded Knee, il governo statunitense ha lanciato un attacco contro l'AIM usando come arma i tribunali, con 185 processi a carico di piu' di 500 membri dell'AIM. Piu' del 90 per cento di essi fu archiviato. Dennis Banks, prosciolto in uno di essi, ha riferito al Tribunale che il giudice aveva rimproverato l'FBI e gli sceriffi statunitensi: "Avete inquinato il Dipartimento della Giustizia".
Nel processo a Peltier il giudice limito' le prove che la difesa poteva produrre. L'FBI celo' le prove che dimostravano che le pallottole rinvenute nei corpi degli agenti dell'FBI non potevano venire dal suo fucile. Peltier fu estradato dal Canada per subire il processo e nell'udienza per l'estradizione gli Stati Uniti presentarono consapevolmente "prove" inventate alle autorita' e ai tribunali canadesi, tutte sottoscritte dal Procuratore Generale statunitense. Secondo la legge internazionale, pertanto, Peltier dovrebbe essere restituito al Canada per un'udienza di estradizione corretta.
Le "prove" inventate utilizzate presso il tribunale canadese per ottenere l'estradizione di Peltier non furono poi utilizzate nel suo processo.
Il giudice del processo a Peltier vieto' le informazioni sul regno del terrore contro l'AIM e gli indiani tradizionalisti a Pine Ridge e sul ruolo dell'FBI al riguardo. Nel precedente processo a Bod Robideau e a Dino Butler per lo stesso assassinio dei due agenti dell'FBI tali informazioni furono permesse con la conseguenza che i due furono ritenuti non colpevoli per legittima difesa. A Peltier tale difesa non fu permessa, la predeterminazione del verdetto di condanna del tribunale.
Presso il Tribunale della Florida Centrale il Comitato di Difesa di Leonard Peltier presento' testimonianze su un totale di otto violazioni giudiziarie nel caso di Leonard. Tuttavia a Peltier non e' mai stato concesso un nuovo processo e la Corte Suprema non ha voluto prendere in considerazione il suo appello.
Nell'ultimo giorno del Tribunale, Manny Pino, professore del Pueblo Acoma, ha testimoniato sul genocidio operato dalle miniere di uranio durante la guerra fredda nella Nazione Navajo in Arizona, nelle terre Lakota nel Dakota meridionale e nelle terre della Prima Nazione in Canada. Pino ha descritto come il governo statunitense abbia preso di mira le terre indiane come "zone sacrificali" lasciando una scia di sangue tra i minatori dell'uranio nativi americani ai quali non fu fornito abbigliamento protettivo e che inconsapevolmente si cibarono di alimenti radioattivi.
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Conclusioni dei giudici del Tribunale
I giudici del Tribunale hanno richiesto che l'FBI sia ritenuto responsabile delle proprie aggressioni e dei propri omicidi inflitti ai nativi americani a Pine Ridge. Osservando che l'FBI aveva presentato "prove" inventate della colpevolezza di Peltier e celato prove reali della sua innocenza, hanno chiesto il suo rilascio immediato o in seguito a un nuovo e onesto processo, o attraverso la grazia del Presidente o per motivi umanitari.
"Leonard Peltier e' diventato un'icona dell'oppressione e delle ingiustizie praticate storicamente e persistentemente dagli Stati Uniti contro i popoli indigeni. La giustizia per Leonard Peltier puo' avviare un processo di riconciliazione da molto tempo in ritardo tra i popoli indigeni e gli Stati Uniti d'America".
Il Tribunale ha anche chiesto il riconoscimento statunitense della sovranita' dei nativi sulle loro terre indiane e la fine dell'ingiustizia ambientale che prende di mira le terre indiane ed e' basata sul razzismo. Ha raccomandato che le proprie conclusioni siano sottoposte al Congresso Nazionale degli Indiani Americani. Vedere http://www.whoisleonardpeltier.info/download/IPT_Executive_Summary.pdf

6. PER SAPERNE DI PIU'. "RADIO MUGELLO": LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER. UN PRESIDIO A FIRENZE (2017)
[Dal sito www.radiomugello.it riprendiamo - con minime necessarie integrazioni - il seguente articolo del 17 gennaio 2017]

Il rilascio di Peltier dal carcere ora dipende dalla clemenza del Presidente Obama, che lascera' il suo incarico il 20 gennaio.
In tutto il mondo in questi giorni e' stata rilanciata la campagna per la richiesta di grazia al presidente Obama.
L'associazione Il Cerchio ha ufficialmente appoggiato l'iniziativa nella speranza che il presidente possa intervenire in questa direzione e ha indetto per giovedi' 19 gennaio 2017 dale ore 17,30 alle ore 19 un presidio di testimonianza in prossimita' del consolato USA a Firenze.
Altre iniziative analoghe si stanno svolgendo in tutto il mondo e in varie citta' italiane (Milano, Genova, Roma...).
Inoltre potete firmare la petizione online di Amnesty International al sito http://act.amnestyusa.org/ea-action/action?ea.client.id=1839&ea.campaign.id=27118
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Chi e' Leonard Peltier
Leonard Peltier e' un nativo americano in carcere da 40 anni. Nasce il 12 settembre 1944 e gia' dalla sua infanzia capisce che la vita per i nativi d'America e' dura, tra miseria, razzismo, emarginazione.
Negli anni '70 la comunita' indiana comincia ad alzare la testa e si organizza. Nasce l'AIM, American Indian Movement, di cui dopo poco Peltier entra a far parte. Nel 1973 oltre trecento indiani d'America tengono testa agli uomini del corrotto Dick Wilson, che con una sorta di polizia privata mieteva terrore nella comunita' indigena con pestaggi ed omicidi. E' un periodo durissimo, per due anni quella regione vede una presenza spropositata di agenti dell'FBI, e i morti tra i nativi sono almeno 60. Nel giugno del 1975 dalla comunita' di Oglala viene lanciato un appello all'AIM perche' qualcuno vada ad aiutarli, la tensione e' altissima. Arrivano 17 membri dell'AIM, di questi solo 6 sono uomini, tra loro c'e' Leonard Peltier.
Il 26 giugno 1975 nei pressi della comunita' indiana si presentano in auto due agenti dell'FBI: la scusa e' la ricerca di un uomo che ha rubato degli stivali. E' probabilmente una trappola, tanto che nel giro di poco tempo si scatena una sparatoria tremenda con centinaia di agenti e militari. Gli Oglala Lakota si difendono, rispondono al fuoco e alla fine sul terreno restano tre corpi: due agenti dell'FBI e un indigeno. Tutta la comunita' riesce a scappare e a nascondersi, si scatena una caccia all'uomo di dimensioni impressionanti. Per l'indiano americano morto non fu aperta alcuna indagine, mentre per i due agenti vennero imputate tre persone. I primi due arrestati vengono processati ed assolti sulla base della legittima difesa, rimane il terzo accusato, Leonard Peltier, il quale nel frattempo e' scappato in Canada. Su di lui si riversa tutta la rabbia dell'FBI, e' il capro espiatorio. Viene arrestato in Canada il 6 febbraio 1976 e dopo pochi mesi estradato sulla base di false testimonianze.
Questa volta il processo viene organizzato diversamente: si svolge nella citta' di Fargo, storicamente anti-indiana, la giuria e' formata da soli bianchi e il giudice e' noto per il suo razzismo. Il processo prende ben altra piega e Peltier viene condannato a due ergastoli consecutivi. Durante il processo non si tiene conto delle prove a suo favore, ma solo di testimonianze manipolate, vaghe e contraddittorie [di cui fu agevole dimostrare l'assoluta falsita', cosi' come fu agevole dimostrare la falsita' delle pretese "prove" presentate dall'FBI; l'innocenza di Leonard Peltier era certa fin da allora. Va anche segnalato che successivamente la persona che aveva ucciso i due agenti nel conflitto a fuoco lo dichiaro' e la sua testimonianza fu resa pubblica; ma ciononostante Leonard Peltier ancora non e' stato liberato - ndr].
Dopo cinque anni, accurati esami balistici riescono a provare che i proiettili che uccisero i due agenti non appartenevano neppure all'arma [che l'FBI dichiarava essere] di Leonard Peltier, e i testimoni che lo avevano accusato ritrattarono le loro dichiarazioni, confessando di essere stati minacciati dall'FBI. A Leonard e' stata negata la possibilita' di avere una revisione del processo, nonostante le prove che dimostrano la sua innocenza.
Non gli e' stato nemmeno permesso di presenziare ai funerali di suo padre, di sua madre, dei suoi zii, e nel dicembre 2016 di suo figlio, che si trovava a Washington per la campagna di liberazione del padre, quando ha avuto un attacco di cuore.
In questo momento e' in corso un appello al presidente degli Stati Uniti Obama perche' gli conceda la grazia, dal momento che si era impegnato durante la campagna elettorale a intervenire a favore di Peltier. Che mantenga la sua promessa, che renda finalmente giustizia e chiuda la persecuzione, la vendetta dell'FBI.
In carcere Leonard e' diventato un bravo pittore autodidatta, cercando di fare qualcos'altro che non fissare le quattro pareti che ne imprigionano il corpo. I volti del suo popolo, gli animali sacri e la riscoperta delle sue radici ancestrali gli danno una fede e una forza interiore che gli permettono di resistere, di aprire varchi di colori attraverso il muro, di guardare oltre il loculo di cemento in cui e' costretto ad abitare. Operato ad una mascella solo grazie alle pressioni popolari, quasi cieco da un occhio, malato di diabete e alla prostata, ma Leonard Peltier resiste e non rinnega nulla della sua lotta. Anche recentemente, dal carcere Leonard si e' pronunciato a sostegno dei protettori dell'acqua in South Dakota. A settembre Leonard ha compiuto 72 anni.

7. PER SAPERNE DI PIU'. GIORGIO LANGELLA E ANDREA DE LOTTO: LIBERTA' PER LEONARD PELTIER DOPO 43 ANNI DI INGIUSTA PRIGIONIA (2019)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org (che lo riprende per estratto da pressenza.it) riprendiamo il seguente articolo del 13 luglio 2019]

"Lottero' ancora un po'... per sempre"
(Leonard Peltier)

6 febbraio 2019: oggi si compiono 43 anni di ingiusta prigionia per Leonard Peltier. Ci permettiamo di ricordare ancora una volta la sua storia. Chi la conosce gia' la faccia girare, chi non la conoscesse scopra questa vergogna. E rendiamogli omaggio. Grazie Leonard di resistere.
Il 6 febbraio del 1976 Leonard Peltier, nativo americano, attivista per i diritti del suo popolo con l'American Indian Movement, entro' in carcere con l'accusa [del tutto falsa - ndr] di aver partecipato all'uccisione di due agenti FBI. Fu condannato, dopo un processo nel quale irregolarita' e discriminazioni furono all'ordine del giorno, da una giuria formata da soli bianchi, a Fargo, citta' nota per i sentimenti anti-indiani, e da un giudice noto per il suo razzismo. Furono utilizzate testimonianze discordanti e palesemente pilotate. Gli fu sempre negata la revisione del processo, nonostante nuove testimonianze e prove lo scagionassero.
Oggi, dopo quarantatre' anni di carcere duro e lunghi periodi di isolamento, Leonard Peltier continua a subire l'ingiustizia di vedersi negata la liberta' a causa del suo essere nativo americano, di aver lottato per i diritti del popolo al quale appartiene, di non aver rinnegato le sue lotte. Un popolo fiero che e' stato massacrato, brutalizzato, umiliato e ridotto dal "progresso" del quale erano portatori i "bianchi" e la loro societa' capitalista a sopravvivere in assenza di diritti e senza un futuro degno di questo nome.
Leonard Peltier e' il simbolo della discriminazione e del razzismo che ancora oggi sono caratteristiche radicate nella societa' statunitense. E' la prova che i diritti umani non vengono rispettati in quel paese che pure e' considerato esempio della democrazia e della civilta' occidentale e che vuole imporre il proprio modello a tutto il mondo. L'ingiustizia che ha subito e continua a subire Leonard Peltier e' figlia della mentalita' che e' propria di chi si crede "padrone del mondo", di quella crudele superiorita' che porta gli Stati Uniti (e i loro vassalli) a "esportare la democrazia” con guerre imperiali che servono a sottomettere chi non segue il loro modello e creano milioni di morti.
Leonard Peltier oggi e' un uomo di quasi 75 anni che ha vissuto 43 anni in prigione, perche' ha avuto il torto di nascere nella parte sbagliata del mondo e l'ardire di lottare per il riscatto del suo popolo. Questa e' la sua vera colpa, non altre. Ed e' per questo che ogni sincero democratico dovrebbe alzare la voce e chiedere, anzi pretendere, la sua liberazione immediata. La deve pretendere abbattendo il muro di indifferenza, silenzio e omerta' che avvolge la sua storia, per non perdere quel residuo di umanita' e di giustizia che ancora esistono e per le quali e' necessario lottare sempre.
Leonard Peltier non e' stato fiaccato da quel potere spaventoso che gli ha rubato la liberta' perche' voleva vivere a testa alta. Leonard Peltier e' rimasto un uomo libero perche' non si e' mai piegato, e anche se hanno tentato in ogni maniera di umiliarlo, ha mantenuto gli ideali di quando era giovane. E' un uomo libero perche' ha ancora l'invincibile volonta' di lottare per i diritti del suo popolo nonostante tutto quello che ha dovuto subire e che ancora subisce. E' un uomo libero perche' non e' mai stato sconfitto.
Leonard Peltier ha vissuto sempre con dignita' e senza sottomettersi a chi lo voleva annientare. E' l'esempio vivente che non ci si deve mai arrendere alle ingiustizie. Di fronte alla sua lotta non possiamo restare indifferenti.
E proprio perche' hanno tentato di cancellare la sua intelligenza e la sua integrita' rubandogli la liberta', noi possiamo e dobbiamo stringerci al suo fianco e gridare forte "Liberta' per Leonard Peltier".
Per maggiori informazioni www.whoisleonardpeltier.info

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 126 del 28 giugno 2021
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