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[Nonviolenza] Telegrammi. 4103
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4103
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 12 May 2021 17:10:24 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4103 del 13 maggio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. A Viterbo un incontro di digiuno e di testimonianza per tutte le vittime dell'oppressione e delle violenze in Medio Oriente
2. Ripetiamo ancora una volta...
3. Nicole Janigro: Elena Pulcini, cura e giustizia
4. Pietro Abbo
5. Adelaida Avagyan
6. Gabrio Avanzati
7. Antonio Candido
8. Jacinto Convit
9. Virgilia D'Andrea
10. Jean Dubuffet
11. Clifford Durr
12. Erik Erikson
13. Irene M. Giblin
14. Arturo Carlo Jemolo
15. Camille Lepage
16. Amy Lowell
17. Giuseppe Maiani
18. Giuseppe Maras
19. Frances Marion
20. Ralph Miliband
21. Alicia Moreau de Justo
22. Giulio Pantoli
23. Emilia Pardo Bazan
24. Michel Piccoli
25. Robert Rauschenberg
26. Francesco Renda
27. Nelly Sachs
28. Irena Sendler
29. Leopold Socha
30. Saul Steinberg
31. Erich von Stroheim
32. Maria Elizabeth Zakrzewska
33. Arcilesbica: "Ddl Zan contiene errori, va emendato e poi approvato"
34. Un appello: "Omotransfobia: al senato e' necessario cambiare il ddl Zan"
35. Alcuni riferimenti utili
36. Umberto Santino: Le derive della memoria e un percorso di Liberazione
37. Segnalazioni librarie
38. La "Carta" del Movimento Nonviolento
39. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. A VITERBO UN INCONTRO DI DIGIUNO E DI TESTIMONIANZA PER TUTTE LE VITTIME DELL'OPPRESSIONE E DELLE VIOLENZE IN MEDIO ORIENTE
L'11 maggio 2021 a Viterbo dalla mattina fino alla sera presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' tenuto un incontro di digiuno e di testimonianza per tutte le vittime delle violenze in Medio Oriente.
Sono stati letti e meditati alcuni brevi estratti da scritti di Suad Amiry, di Hannah Arendt, di Hanan Ashrawi, di Uri Avnery, di Martin Buber, di Mahmoud Darwish, di Manuela Dviri, di David Grossman, di Rania Hammad, di Primo Levi, di Luisa Morgantini, di Amos Oz, di Edward Said, di Salwa Salem.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Cessate di uccidere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Tacciano immediatamente le armi.
Cessino immediatamente gli sgomberi.
Cessi l'occupazione militare.
Cessi ogni razzismo, ogni segregazione, ogni sopraffazione.
Cessi ogni minaccia contro l'esistenza di ogni popolo e di ogni persona.
Sia finalmente pienamente definitivamente da tutti riconosciuta e rispettata l'esistenza di due stati, Israele e Palestina, per due popoli che possano finalmente vivere in liberta', in pace e in fraternita'.
Democrazia e diritti umani per tutte e tutti.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso un appello all'Onu, all'Unione Europea, al governo italiano ad un impegno concreto diplomatico ed umanitario affinche' cessino immediatamente le violenze in corso.
Pace, disarmo, riconoscimento, rispetto e difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Troppo sangue e' gia' stato versato.
Chi salva una vita salva il mondo.
2. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. MAESTRE. NICOLE JANIGRO: ELENA PULCINI, CURA E GIUSTIZIA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo il seguente ricordo originariamente apparso su "Doppiozero"]
"La pandemia ci ha fermati, un fermarsi che puo' dimostrarsi produttivo e fecondo. La pandemia e' un effetto della crisi ecologica, ci invoca in questo agire dissennato e predatorio, in questa hybris onnipotente, e ci riconsegna alla necessita' del limite". A fine gennaio, in uno degli incontri che radio tre ha dedicato al tema della cura, Elena Pulcini intrecciava parole sorelle e concetti fratelli per descrivere l'esperienza globale di vulnerabilita' e offuscamento, per sottolineare, ancora una volta, la sua idea di cura come disposizione affettiva e pratica, capacita' quotidiana dell'impegno.
Una tematica che, insieme a quelle delle passioni e del dono, ha nutrito un percorso intellettuale di grande rilievo, anche sulla scena internazionale, condiviso nello scambio con allievi e colleghi, punteggiato da testi seguiti da un ampio pubblico di lettori, mosso da un'idea di spiritualita' legata a una visione della comunita' e a un sentimento religioso vicino in modo non formale all'insegnamento cristiano. Nella prospettiva di un mondo nuovo che azzarda l'utopico dove pratiche collettive e solidali non si danno senza un'esposizione personale.
Il nove di aprile il Covid si e' portato via Elena Pulcini. Era nata a L'Aquila il 10 marzo 1950. Tutti quelli che hanno potuto hanno partecipato alla cerimonia funebre in suo ricordo che si e' svolta a Firenze nella chiesa di San Miniato al Monte. E gia' in tanti torniamo alle riflessioni che la filosofa aveva sviluppato e, nell'ultimo anno, incessantemente puntualizzato.
Per la studiosa la cura e' una parola matassa dalla quale sfilare temi che intersecano discipline diverse per perseguire una rifondazione dell'idea di soggetto. In un superamento di gerarchie valoriali, in una prospettiva che si propone di rovesciare il tradizionale dualismo tra ragione e passione, le emozioni diventano il vettore di un orientamento capace di trasformare l'isolamento sovrano dell'homo oeconomicus, la cui logica riduzionista ha messo in pericolo non solo l'ambiente naturale, ma la vita stessa dell'essere umano.
"Perche' ci prendiamo cura anche quando non siamo legati da legami personali? Perche' lottiamo per la giustizia anche quando non ci riguarda direttamente?" sono gli interrogativi che aprono Tra cura e giustizia. Le passioni come risorsa sociale (Bollati Boringhieri, 2020), il suo testo piu' recente che sviluppa e approfondisce le considerazioni di La cura del mondo. Paura e responsabilita' nell'eta' globale (Bollati Boringhieri, 2009). Elena Pulcini sceglie un punto di vista originale, quello di una psicologia morale, per "affrontare il problema delle motivazioni affettive che stanno a fondamento sia della domanda di giustizia sia della disposizione alla cura". Il distinguere le molteplici declinazioni della vita emotiva la conduce a sottolineare la potenzialita' etica delle emozioni che qui usa spesso come sinonimo di passioni. E' un'etica della cura che, sovvertendo il codice egemonico degli ultimi secoli, mette al centro la vulnerabilita' della condizione umana, indissolubile da una ferita che nutre anche le passioni, sia quelle positive che negative. In particolare all'invidia ha dedicato diversi testi, tra cui Invidia. La passione triste (il Mulino, 2011).
L'affettivita' della cura riparte dal pensiero delle donne, dalla costanza e continuita' della pratica femminile: una forma di vita che puo' diventare scelta di vita (una sintesi molto efficace di questo aspetto decisivo del suo pensiero e' Soggette alla cura o soggetti di cura? in Dare corpo prendere corpo: donne che creano, rivista di psicologia analitica, n. 87, 2013).
Questa cura, per non essere svalutata, come storicamente e' avvenuto, richiede una teoria capace di integrare i diritti formali, liberta' e uguaglianza, con il bisogno di un soggetto, sempre diverso, scosso dalla paura e dall'incertezza. Una condizione segnata inesorabilmente dal peso emotivo della dipendenza e dall'insormontabile del corpo. Nella quale non siamo soli. E che non si ferma, pero', per l'autrice, alla metafora materna, all'immagine archetipica di un grande e di un piccolo. L'attenzione alla postura del soggetto proteso verso qualcosa che si trova fuori di se', l'immagine di un soggetto inclinato, nella prospettiva di Adriana Cavarero nel suo Inclinazioni. Critica della rettitudine (Cortina, 2014). Per Elena Pulcini il "quadro" madre-figlio "rischia di congelare le due parti della relazione nei ruoli fissi del soggetto (inclinato) e dell'altro (vulnerabile)".
In Tra cura e giustizia propone una rappresentazione dove "la cura non e' altruismo, ma un'attivita' cooperativa in cui gli interessi del caregiver e del care receiver sono interdipendenti". Difficile non pensare al modo in cui il virus ha inciso nel rapporto tra medico e paziente – anche chi cura puo' essere contagiato – l'esigenza della protezione in simultanea di se stessi e dell'altro. Un comportamento imposto, eppure capace di prefigurare la "nuova etica" delineata da Elena Pulcini. Dove diventa costitutiva la relazione tra cura e giustizia – e anche qui difficile non pensare al criterio di scelta della precedenza nelle vaccinazioni. L'autrice cerca di indicare una via per superare l'unilateralita' di pubblico e privato, di un criterio astratto (maschile) e di un criterio attento al bisogno (femminile). Il paradigma razionalistico, che immagina i soggetti tutti uguali, liberi e indipendenti, non riconosce la realta' del bisogno. Il soggetto unico oggi non si basta piu', rischia di autodistruggersi per gli effetti divenuti disfunzionali del modello liberale e contrattualistico.
E' una pratica sociale che puo' rendere possibile l'integrazione di "un valore rimosso o comunque marginalizzato", come la cura, con una giustizia destituita dalla sua posizione dominante. Il punto di congiunzione tra le due etiche sta tutto e ancora nel concetto di vulnerabilita': condiviso dai filosofi dell'alterita' (Levinas, Ricoeur, Jonas) e da voci anche molto diverse del pensiero femminista, "sembra assumere un ruolo fondativo nel proporre percorsi alternativi ai paradigmi mainstream della modernita', opponendo a un'ontologia individualista un'ontologia relazionale".
Interessante la vicinanza con diverse riflessioni della psicoanalisi contemporanea che invitano a un pensiero critico sulla condizione dell'individuo, mettendoci di fronte a una situazione di pericolo per l'Io-mondo, a partire dal concetto freudiano di Hilflosigkeit, l'esperienza originaria di impotenza che richiede l'intervento di un altro "essere prossimo". Christopher Bollas parla di soggetticidio, arriva a prefigurare il rischio della scomparsa della specie, Anna Ferruta parla di una cura per "la sopravvivenza e lo sviluppo del vivente".
Elena Pulcini non condanna l'individualismo, e non parla di narcisismo, ma mette in guardia dal dilagare della passione dell'egoismo illimitato, dal desiderio "immunitario", illusorio in un mondo globalizzato. Che puo' diventare "una societa' decente" se riuscira' a essere "civile" progredendo attraverso la cooperazione di un "soggetto emozionale che approda alla metamorfosi in quanto si lascia decentrare dalla dinamica relazionale delle passioni". Allora non a caso, pur ripercorrendo la storia novecentesca del concetto di empatia fino ai suoi approdi piu' attuali come quello dei neuroni specchio, l'autrice fa un passo indietro.
Torna alla simpatia, che presuppone la reciprocita' e il benessere dell'altro, a partire dal pensiero illuminista di Hume e Smith e dalle scienze biologiche ed etologiche. Siamo cosi' piu' vicini all'idea di sentimento morale, indispensabile per la rifondazione di una teoria della soggettivita' etica, che chiede azione e impegno per essere capaci di "coerenza tra la nostra vita emotiva e la nostra vita activa". Per appartenere a una comunita'.
E' la responsabilita' che tutti abbiamo nei confronti dell'altro inteso, in questa paideia delle emozioni, come l'Altro distante nello spazio (ovvio i migranti, ma non solo, tutti quelli che verrebbe da definire "loro"), e nel tempo, il non-ancora delle generazioni future. Per Elena Pulcini e' una promessa: per affrontare l'incertezza del futuro, per renderlo possibile.
4. MEMORIA. PIETRO ABBO
Il 12 maggio 1974 moriva Pietro Abbo, partigiano e militante del movimento operaio econtadino.
Con gratitudine lo ricordiamo.
5. MEMORIA. ADELAIDA AVAGYAN
Il 12 maggio 2000 moriva Adelaida Avagyan, medica e ricercatrice.
Con gratitudine la ricordiamo.
6. MEMORIA. GABRIO AVANZATI
Il 12 maggio 2002 moriva Gabrio Avanzati, docente e militante del movimento operaio.
Con gratitudine lo ricordiamo.
7. MEMORIA. ANTONIO CANDIDO
Il 12 maggio 2017 moriva Antonio Candido, poeta e saggista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
8. MEMORIA. JACINTO CONVIT
Il 12 maggio 2014 moriva Jacinto Convit, il medico che scopri' il primo vaccino contro la lebbra.
Con gratitudine lo ricordiamo.
9. MEMORIA. VIRGILIA D'ANDREA
Il 12 maggio 1933 moriva Virgilia D'Andrea, scrittrice e militante anarchica illustre.
Con gratitudine la ricordiamo.
10. MEMORIA. JEAN DUBUFFET
Il 12 maggio 1985 moriva Jean Dubuffet, artista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
11. MEMORIA. CLIFFORD DURR
Il 12 maggio 1975 moriva Clifford Durr, avvocato e militante per i diritti civili.
Con gratitudine lo ricordiamo.
12. MEMORIA. ERIK ERIKSON
Il 12 maggio 1994 moriva Erik Erikson, psicoanalista e saggista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
13. MEMORIA. IRENE M. GIBLIN
Il 12 maggio 1974 moriva Irene M. Giblin, musicista.
Con gratitudine la ricordiamo.
14. MEMORIA. ARTURO CARLO JEMOLO
Il 12 maggio 1981 moriva Arturo Carlo Jemolo, maestro di dirittura morale e di impegno civile, giusto tra le nazioni.
Con gratitudine lo ricordiamo.
15. MEMORIA. CAMILLE LEPAGE
Il 12 maggio 2014 moriva assassinata Camille Lepage, fotoreporter.
Con gratitudine la ricordiamo.
16. MEMORIA. AMY LOWELL
Il 12 maggio 1925 moriva Amy Lowell, poetessa.
Con gratitudine la ricordiamo.
17. MEMORIA. GIUSEPPE MAIANI
Il 12 maggio 2016 moriva Giuseppe maiani, partigiano e militante del movimento operaio.
Con gratitudine lo ricordiamo.
18. MEMORIA. GIUSEPPE MARAS
Il 12 maggio 2002 moriva Giuseppe Maras, partigiano.
Con gratitudine lo ricordiamo.
19. MEMORIA. FRANCES MARION
Il 12 maggio 1973 moriva Frances Marion, giornalista, soggettista e sceneggiatrice cinematografica.
Con gratitudine la ricordiamo.
20. MEMORIA. RALPH MILIBAND
Il 12 maggio 1994 moriva Ralph Miliband, sociologo.
Con gratitudine lo ricordiamo.
21. MEMORIA. ALICIA MOREAU DE JUSTO
Il 12 maggio 1986 moriva Alicia Moreau de Justo, medica e militante socialista e femminista.
Con gratitudine la ricordiamo.
22. MEMORIA. GIULIO PANTOLI
Il 12 maggio 2018 moriva Giulio Pantoli, partigiano e floricoltore.
Con gratitudine lo ricordiamo.
23. MEMORIA. EMILIA PARDO BAZAN
Il 12 maggio 1921 moriva Emilia Pardo Bazan, scrittrice illustre.
Con gratitudine la ricordiamo.
24. MEMORIA. MICHEL PICCOLI
Il 12 maggio 2020 moriva Michel Piccoli, attore.
Con gratitudine lo ricordiamo.
25. MEMORIA. ROBERT RAUSCHENBERG
Il 12 maggio 2008 moriva Robert Rauschenberg, artista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
26. MEMORIA. FRANCESCO RENDA
Il 12 maggio 2013 moriva Francesco Renda, storico illustre e militante del movimento operaio.
Con gratitudine lo ricordiamo.
27. MEMORIA. NELLY SACHS
Il 12 maggio 1970 moriva Nelly Sachs, illustre poetessa.
Con gratitudine lo ricordiamo.
28. MEMORIA. IRENA SENDLER
Il 12 maggio 2008 moriva Irena Sendler, resistente e giusta tra la nazioni.
Con gratitudine la ricordiamo.
29. MEMORIA. LEOPOLD SOCHA
Il 12 maggio 1946 moriva Leopold Socha, giusto tra le nazioni.
Con gratitudine lo ricordiamo.
30. MEMORIA. SAUL STEINBERG
Il 12 maggio 1999 moriva Saul Steinberg, illustratore illustre e finissimo umorista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
31. MEMORIA. ERICH VON STROHEIM
Il 12 maggio 1957 moriva Erich von Stroheim, cineasta immenso.
Con gratitudine lo ricordiamo.
32. MEMORIA. MARIA ELIZABETH ZAKRZEWSKA
Il 12 maggio 1902 moriva Maria Elizabeth Zakrzewska, medica e militante femminista e antirazzista.
Con gratitudine la ricordiamo.
33. RIFLESSIONE. ARCILESBICA: "DDL ZAN CONTIENE ERRORI, VA EMENDATO E POI APPROVATO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo la seguente notizia d'agenzia originariamente apparsa su "www.dire.it" il 31 marzo 2021. Il documento completo e' pubblicato sulla pagina fb di Arcilesbica Modena]
"Noi non vogliamo bloccare il ddl Zan, ma eliminare gli errori che contiene. La legge serve, ma senza questi emendamenti si rischiano gravi guasti". Cosi' in un comunicato stampa Arcilesbica che ha scritto alla Commissione Giustizia del Senato, solo ai componenti di centrosinistra e del M5S, chiedendo di "modificare il ddl Zan e fornendo una documentazione molto argomentata".
Nella nota stampa Arcilesbica chiede di:
- nelle definizioni all'art. 1, usare i termini chiari di "sesso, stereotipi di genere, orientamento sessuale, transessualita'", invece che le attuali ambiguita';
- rendere esplicito che il ddl e' coerente con il divieto vigente di affitto dell'utero. Essere contro la gpa non e' omofobia;
- rendere esplicito che il ddl e' coerente con la legge vigente 164/82 e con la sentenza Corte Cost. 180/2017 che afferma che per il cambio di sesso "va escluso che il solo elemento volontaristico possa rivestire prioritario o esclusivo rilievo". Essere contrari/e all'autocertififcazione di genere non e' transfobia.
"Le persone lgbt hanno diritto al rispetto, chiediamo ai partiti progressisti di correggere gli errori del ddl Zan e poi – conclude Arcilesbica – di approvare la legge che la comunita' lgbt aspetta da tanto tempo".
34. INIZIATIVE. UN APPELLO: "OMOTRANSFOBIA: AL SENATO E' NECESSARIO CAMBIARE IL DDL ZAN"
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo il seguente appello originariamente apparso su www.facebook.com/cambiareddlomofobia/ il 12 aprile 2021]
Siamo donne e uomini che fanno riferimento all'area politica del centro-sinistra, ispirati ai valori di estrazione democratica e progressista, proveniamo da esperienze sociali e culturali differenti, da sempre schierati in battaglie contro ogni discriminazione, per la difesa dei diritti e la libertà delle donne.
Da tempo ci interroghiamo sul come la politica e le istituzioni affrontano questioni legate alle parita' e alle differenze, alle discriminazioni, alla sessualita', ai nuovi modi di nascere e crescere, alla tutela della maternità, all’integrità dei bambini.
Per brevita' elenchiamo alcune delle tante riflessioni che andrebbero promosse nei partiti, nei gruppi parlamentari, nelle reti associative, tra le persone per rispondere alle inquietudini e domande sempre più complesse che investono la vita di ogni persona...
Ci schieriamo a sostegno di ogni azione e provvedimento che promuova l'ottenimento di diritti sociali e civili, che tuteli le persone e le comunita' piu' esposte all'odio, alla discriminazione, alla persecuzione criminale e violenta, in ragione del sesso, dell’orientamento sessuale, o qualsivoglia altro motivo.
Pensiamo che il riconoscimento sociale e legislativo della differenza sessuale sia una conquista che oggi e' messa in discussione da visioni culturali e sostenute da campagne mediatiche, che colpiscono la libertà delle donne; si intende accreditare il commercio dei corpi, proponendone addirittura una normalizzazione, in particolare con la volontà di introdurre anche in Italia la pratica della maternità surrogata oggi vietata, oppure l’esaltazione della prostituzione come libera scelta lavorativa.
Queste idee, che si sono diffuse anche nel nostro campo, concepiscono il corpo e l'essere umano come un oggetto, un bene alienabile e disponibile che entra nel mercato come qualunque altra merce: dal business della maternità surrogata alla compravendita di prestazioni sessuali. Idee propugnate come espressione di modernità, libertà e di progresso, ma che invece nascondono un’inaccettabile e arretrata visione discriminatoria e di restaurazione che relega le donne a minoranza.
Sono temi che attraversano tutte le classi sociali, che interrogano il mondo, la civilta' delle democrazie; per questo come per il bando planetario della pena di morte, è necessario impegnarsi nelle istituzioni internazionali e nei propri paesi, per il superamento di ogni forma di sopraffazione e schiavitù sessuale, e per il divieto assoluto della compravendita dei bambini.
Possiamo far molto agendo innanzitutto in Italia, costruendo alleanze tra le donne e gli uomini, a partire dagli ambiti in cui operiamo, con una particolare attenzione alla scuola, all’università alla ricerca scientifica, affinché prenda forma e forza un punto di vista autenticamente progressista.
*
E' attualmente in discussione al Senato della Repubblica, il ddl Zan gia' approvato alla Camera dei Deputati, che dovrebbe combattere l'omotransfobia.
Riteniamo che sia essenziale e non procrastinabile l'estensione alle persone omosessuali e transessuali delle tutele previste dalla vigente legge Mancino, che contrasta il razzismo e l’antisemitismo criminali, in coerenza con la Costituzione e le Risoluzioni UE.
Vogliamo presto un provvedimento che combatta in maniera severa l'omotransfobia, ma con amarezza rileviamo che questo disegno di legge si e' trasformato in un manifesto ideologico, che rischia di mettere in secondo piano l’obiettivo principale e di ridurre pesantemente diritti e gli interessi delle donne e la libertà di espressione.
E' un testo che va emendato prima di essere approvato, perche' una legge scritta male porta a delle interpretazioni e applicazioni controverse che riducono i diritti e non ne consentono la piena tutela.
Il ddl Zan facendo leva su un tecnicismo che appare secondario e terminologico introdurrebbe, se non emendato, una pericolosa sovrapposizione della parola "sesso" con quella di “genere” con conseguenze contrarie all’art. 3 della Costituzione per cui i diritti vengono riconosciuti in base al sesso e non al genere e non in armonia con la normativa vigente, legge n. 164/82 (e successive sentenze della Corte Costituzionale), che ammette e consente la transizione da un sesso a un altro sulla base non di una semplice auto-dichiarazione. La definizione di “genere” contenuta nel ddl Zan, che non è accettata dagli altri Paesi, crea una forma di indeterminatezza che non è ammessa dal diritto, che invece ha il dovere di dare certezza alle relazioni giuridiche e di individuare le varie fattispecie.
Una legge attesa da decenni e' stata, quindi, trasformata, in una proposta pasticciata, incerta sul tema della liberta' d'espressione, offensiva perche' introduce l'"identità di genere”, termine divenuto il programma politico di chi intende cancellare la differenza sessuale per accreditare una indistinzione dei generi. Un articolato che mischia questioni assai diverse fra loro e introduce una confusione antropologica che preoccupa. Fra le conseguenze vi sono la propaganda di parte, nelle scuole, a favore della maternità surrogata e l’esclusione di ogni visione plurale nei modelli educativi.
La violenza e la discriminazione che in particolar modo colpiscono le persone transessuali e i/le giovani gay e lesbiche, sono state strumentalizzate a tal punto, che c’è il concreto rischio prevalgano visioni che, anche in altre parti del mondo, hanno aperto un conflitto rispetto all’autonomia delle donne. Per tutte queste ragioni, crediamo che la legge vada modificata, assolvendo così al compito che si prefigge: tutelare le persone lgbt.
Ci appelliamo, a tutte le persone che condividono le nostre riflessioni, affinche' aderiscano a questo documento, che si prefigge il compito di costituire un'area di pensiero, azione e discussione nel campo del riformismo italiano, sui temi sopraelencati.
Per aderire appelloddlomofobia at libero.it
*
Prime firme:
Federico Albano Leoni, docente universitario – Roma
Annalisa Amadori, insegnante Castel San Pietro – Bologna
Elisabetta Andreis, giornalista – Milano
Alessandra Angeli, make up artisti – Milano
Marisa Antonacci, docente – Roma
Alice Arienta, guida turistica, consigliera comunale Pd – Milano
Teresa Armato – gia' parlamentare – Napoli
Ana Arruabarrena, policy advisor – Milano
Annamaria Bardellotto, insegnante – San Dona' di Piave
Lina Bardellotto, insegnante – San Dona' di Piave
Livio Barnabo', consulente – Roma
Giorgio Benvenuto, presidente Fondazione Buozzi – Roma
Maria Chiara Bertinotti, pensionata, gia' responsabile Servizi all'infanzia Comune di Milano - Milano
Romana Bianchi, gia' parlamentare – Pavia
Merj Bigaran, impiegata – San Dona' di Piave
Francesco Binato, impiegato in pensione – San Dona' di Piave
Alessandra Bocchetti, saggista – Roma
Luisa Bordiga – bancaria e attivista ArciLesbica – Milano
Federica Borelli – Funzionaria R.L. – Roma
Giuseppe Boschini, formatore gia' consigliere regionale ER Pd – Modena
Cecilia Brighi, segretaria Italia Birmania insieme
Riccardo Brun, docente – San Dona' di Piave
Alessandra Brusatto, assistente sociale specialista – Roma
Antonella Buccaro, collaboratrice ai testi Tv – Roma
Samantha Buzzi, impiegata – Milano
Neviana Calzolari, sociologa – Modena
Daniela Canali, insegnante in pensione Pd – Milano
Andrea Canevazzi, architetto Italia Viva – Milano
Daniela Cardia, funzionaria pubblica amministrazione – Roma
Maura Carrer, operatrice scolastica – San Dona' di Piave
Iris Carulli, esperta d'arte – Roma
Giulio Cascino, gia' dirigente d'azienda - Roma
Andrea Catizone, avvocata – Roma
Rita Cavallari, architetta SnoqLibere - Roma
Renata Cibin – Venezia
Silvana Chiari, Italia Viva – Rozzano
Rosi Anna Clemente – volontariato sociale – Roma
Cristina Comencini, scrittrice, regista SnoqLibere – Roma
Licia Conte, giornalista SnoqLibere – Roma
Luisa Conti – Venezia
Annalisa Cordella, Italia Viva – Milano
Silvia Costa, gia' europarlamentare – Roma
Cristina Costantini, docente – Roma
Gloria Crema, insegnante – Asola
Antonella Crescenzi, economista SnoqLibere – Roma
Claudia Cuzziol – San Dona' di Piave
Laura De Barbieri, restauratrice di libri – Genova
Marcella De Carli Ferrari, insegnante – Milano
Marina De Palo, docente universitaria – Roma
Alessandra De Perini – Venezia
Maria Gabriella Di Giacomo insegnante – Roma
Daniela Dioguardi, gia' parlamentare Udipalermo – Palermo
Paola Fanton, libera professionista – San Dona' di Piave
Emma Fattorini, docente universitaria – Roma
Maria Giuseppina Faruffini, architetta - Genova
Cristina Favati, insegnante, Senonoraquando, Italia Viva – Genova
Debora Fiorentino, impiegata – San Dona' di Piave
Manuela Fiorini de Rensis, amministratrice SnoqLibere – Roma
Flavia Franceschini, artista e attivista ArciLesbica – Milano
Lucia Franci, direttrice creativa/regista – Milano
Giovanni Garbin, impiegato – San Dona' di Piave
Fabrizia Garroni, giornalista – Roma
Luisa Genevini, insegnante – Asola
Lucia Giansiracusa, impiegata e attivista ArciLesbica – Milano
Francesca Girace, gia' presidente Commissione Pari Opportunita' Campania – Napoli
Milena Girardi, casalinga – San Dona' di Piave
Silvana Giraldo – Venezia
Fabrizia Giuliani, docente universitaria gia' parlamentare SnoqLibere – Roma
Cristina Gramolini, insegnante presidente ArciLesbica nazionale
Bice Grillo, biblioteca delle donne e centro di consulenza legale Udipalermo – Palermo
Donika Hamati – casalinga – San Dona' di Piave
Gemma Infurnari, insegnante Udipalermo – Palermo
Francesca Izzo, docente universitaria SnoqLibere – Roma
Ida La Porta, biblioteca delle donne e centro di consulenza legale Udipalermo – Palermo
Marina Leopizzi, Udipalermo – Palermo
Lia Lepri – sindacalista – Roma
Maria Paola Leuci, coordinatrice Italia Viva – Lecce
Piergiorgio Licciardello, ingegnere consigliere comunale Pd – Bologna
Nadia Lucchesi – Venezia
Marcella Lucidi, avvocata, gia' parlamentare – Roma
Ignazio Malocco, architetto – San Dona' di Piave
Franca Mammoliti, Pd – Milano
Americo Mancini, giornalista – Roma
Aurelio Mancuso, presidente Equality Italia, del Direttivo Pd I Municipio – Roma
Cristina Maranesi, direzione regionale PD Lombardia
Andrea Marastoni, funzionario pubblico – Asola
Valentina Marcon, graphic designer – Milano
Franca Marcomin – Venezia
Francesca Marinaro, gia' parlamentare SnoqLibere – Roma
Maddalena Marino, psicologa-psicoterapeuta – Palermo
Giovanna Martelli, esperta programmi di cooperazione e sviluppo – Roma
Ferdinando Masullo, giornalista – Roma
Flaviana Meda, dirigente scolastica – San Dona' di Piave
Maria Luisa Mello, regista – Milano
Maria Teresa Menotto, direzione nazionale Pd – Venezia
Mauro Mercatanti, pubblicitario – Milano
Michele Mezza, giornalista – Roma
Giovanna Minardi, docente universitaria – Palermo
Caterina Misiti del Direttivo Circolo Pd Bellezza-Vigentino – Milano
Gisella Modica, scrittrice Udipalermo – Palermo
Sandra Morano, ginecologa – Genova
Raffaele Morese, presidente Associazione Koine' – Roma
Enrico Moreschi, ingegnere informatico – San Dona' di Piave
Filippo Moreschi, insegnante – San Dona' di Piave
Pina Nuzzo, Laboratorio Donnae – Roma
Andrea Paganello, perito – San Dona' di Piave
Paola Panerai, docente – Roma
Patrizia Pappalardo, religiosa – Roma
Giuseppe Paruolo, consigliere regionale Pd Emilia Romagna – Bologna
Beppe Pavan, Uomini in cammino – Pinerolo
Claudia Pedrotti, avvocata centro consulenza giuridica Udipalermo – Palermo
Adelaide Pelizzon, ragioniera – San Dona' di Piave
Chiara Pelizzon, impiegata Ulss – San Dona' di Piave
Donatella Persichetti funzionaria pubblica amministrazione SnoqLibere – Roma
Pesenti Rosangela, scrittrice – Bergamo
Rosa Petagna, insegnante – Roma
Gabriele Petrolito, medico, assessore politiche sociali PD – Mirano
Simona Pianese, dirigente scolastica – Roma
Laura Peretti, gia' docente universitaria Udi Nazionale – Modena
Maria Concetta Petrollo, direttrice Biblioteca Elio Pagliarani – Roma
Silvia Pizzoli, impiegata SnoqLibere – Roma
Fabio Pizzul, giornalista, consigliere regionale Pd Lombardia – Milano
Anna Maria Pizzuti – pensionata – Roma
Giuseppe Pizzutoli, poliziotto – Bari
Michele Pizzutoli, guardia giurata – Bari
Francesca Polo, editrice, Milano
Monica Ricci Sargentini, giornalista – Roma
Renato Righi, giornalista – Roma
Sara Rinaudo, impiegata – Bergamo
Emanuela Risso, libera professionista – Genova
Annamaria Riviello, insegnante – Potenza
Graziella Rizzetto, casalinga – San Dona' di Piave
Simonetta Robiony, giornalista Snoq Libere – Roma
Maddalena Robustelli, blogger – Sala Consilina
Cecilia Sabelli, esperta di comunicazione SnoqLibere – Roma
Michele Santantonio, studente – Roma
Raffaella Santi Casali, consigliera comunale Pd – Bologna
Renata Secco – San Dona' di Piave
Serena Sapegno, docente universitaria SnoqLibere – Roma
Celestino Spada, vice direttore rivista Economia e Cultura – Roma
Elena Staropoli, project manager – Milano
Pilar Savaria, sindacalista – Roma
Lella Stefania, manager sportiva – Roma
Costanza Silbernagl, psicologa consigliera comunale Pd di Daverio – Varese
Paola Tavella, giornalista, scrittrice – Roma
Vittoria Tola, segreteria nazionale UDI – Roma
Andrea Tomasetto regista documentarista – Torino
Fausto Tortora, vicepresidente Fondazione Basso – Roma
Maria Cristina Treu, architetto – Milano
Roberta Trucco, professione casalinga e scrittrice – Genova
Antonio Tursilli, ingegnere – Roma
Desiree Urizio – Venezia
Giuseppe Vacca, filosofo, storico – Roma
Roberta Vannucci, impiegata e attivista ArciLesbica – Firenze
Suny Vecchi – operatrice cav – Ancona
Sara Ventroni, assegnista di ricerca SnoqLibere – Roma
Giuliana Vogel, giornalista in pensione – Milano
Francesca Zaltieri, docente, coordinatrice Italia Viva – Mantova
Stella Zaltieri Pirola, attrice e attivista ArciLesbica – Milano
Rita Zanutel, insegnante in pensione – San Dona' di Piave
Irene Zappala', assessora Pd Nova Milanese – Milano
Agnese Zappala', giornalista – Milano
Sabina Zenobi, insegnante e attivista ArciLesbica – Milano
Alessandra Zoccante, impiegata – San Dona' di Piave
35. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
36. RIFLESSIONE. UMBERTO SANTINO: LE DERIVE DELLA MEMORIA E UN PERCORSO DI LIBERAZIONE
[Dal sito del Centro Impastato di Palermo riprendiamo il seguente testo estratto dalla prefazione di Umberto Santino al libro di Dino Paternostro, La strage piu' lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia. 1893-1966, Edizioni La Zisa, Palermo 2020.
Umberto Santino e' con Anna Puglisi il fondamentale animatore del "Centro Impastato" di Palermo, che come tutti sanno e' la testa pensante e il cuore pulsante del movimento antimafia. Tra le opere di Umberto Santino: (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000, 2010; La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000; Dalla mafia alle mafie, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; Mafie e globalizzazione, Di Girolamo Editore, Trapani 2007; (a cura di), Chi ha ucciso Peppino Impastato, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 2008; Breve storia della mafia e dell'antimafia, Di Girolamo Editore, Trapani 2008; Le colombe sulla rocca, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; L'altra Sicilia, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; Don Vito a Gomorra, Editori Riuniti, Roma 2011; La mafia come soggetto politico, Di Girolamo Editore, Trapani 2013; Dalla parte di Pollicino, Di Girolamo Editore, Trapani 2015. Su Umberto Santino cfr. la bibliografia ragionata "Contro la mafia. Una breve rassegna di alcuni lavori di Umberto Santino" apparsa su "La nonviolenza e' in cammino", da ultimo nel supplemento "Coi piedi per terra" nei nn. 421-425 del novembre 2010. Il sito del Centro Impastato e' www.centroimpastato.com]
Primo Levi, nel suo I sommersi e i salvati, parla di "derive della memoria", una reazione difensiva, da parte dei superstiti dell'Olocausto, per rendere meno intollerabile il ricordo di "un'offesa insanabile". Ma piu' che una "deriva" forse si dovrebbe parlare di una vera e propria rimozione, se si pensa che tanti sopravvissuti si sono decisi a raccontare quello che avevano vissuto soltanto dopo moltissimi anni. E non c'e' solo l'Olocausto, una realta' tanto inaccettabile, al limite dell'incredibile, da doverla rimuovere. Gennaro Jovine, il protagonista di Napoli milionaria, di Eduardo De Filippo, tenta di raccontare gli orrori della guerra, ma i familiari non vogliono ascoltarlo. "La guerra e' 'fernuta'", gli dicono, aggrappati come sono alla ragnatela dei contrabbandi, ma per lui la guerra non e' "fernuta", poiche' per chi l'ha vissuta la guerra e' un'esperienza incancellabile.
Questa rimozione della memoria e' avvenuta anche per i protagonisti di questo libro, che finalmente ricostruisce, nome per nome, vita per vita, una storia che e' stata in gran parte cancellata o rievocata per frammenti e con imprecisioni o fraintendimenti. E bisogna chiedersi perche' e come e' potuto accadere. La memoria non e' un automatismo, ha bisogno di chi se ne assume l'impegno, sia una persona o un'organizzazione, un partito, un sindacato, un comitato, un'associazione che la considerano essenziale per la loro storia e la loro identita'.
Facciamo qualche esempio. La memoria dei Fasci siciliani, che pure destarono interesse a livello internazionale, suscitarono consensi entusiastici e stroncature implacabili, e' stata sotterrata perche' il Partito socialista, che ne resse le fila, almeno per buona parte, e' andato per altre vie, fino a naufragare nel pantano di Tangentopoli. Ma questo e' accaduto anche per molti dei sindacalisti, militanti e dirigenti del movimento contadino caduti nel corso del Novecento. Non ne hanno mantenuto viva la memoria i familiari, tranne alcune eccezioni, perche' non se la sono sentita, perche' sono stati lasciati soli, perche' sono andati via e, anno dopo anno, giorno dopo giorno, e' sopravvissuto solo un ricordo sempre piu' sbiadito. Come la fotografia, spesso una fototessera, che mostrano a chi cerca di ridestare quel ricordo. Ma e' un ricordo lontano, il fantasma di un'altra epoca, perche' la storia e' andata per altri percorsi, con i flussi migratori che spopolavano i paesi che avevano visto maturare quelle lotte, che erano stati insanguinati da quelle stragi e da quegli assassinii. Dei primi anni del Novecento si sono salvati i nomi di alcuni dirigenti sindacali o di partito che hanno lasciato tracce del loro operato, ma il nome di Giovanni Orcel, che ebbe un ruolo significativo come segretario della FIOM e tessitore di rapporti con il movimento contadino, non figura nei libri piu' noti su mafia e antimafia.
Quanti sono i sindacalisti e i manifestanti uccisi nel secondo dopoguerra? Si parla di 39 vittime, compresi i caduti di Portella, dal 1944 al 1955; sarebbero 52 i dirigenti politici e sindacali morti per mano mafiosa dal 1944 al 1960, secondo l'elenco contenuto nella legge regionale n. 20 del 13 settembre 1999; 60 dal 1944 al 1968; 150 se si considerano anche le vittime della banda Giuliano e di altre bande e i caduti ad opera delle forze dell'ordine durante manifestazioni popolari, come la "strage del pane" del 19 ottobre 1944 a Palermo. Ma in questi elenchi figura anche qualche personaggio vittima di scontri all'interno del mondo mafioso, come se la morte avesse azzerato conflitti e prese di posizione che hanno segnato un confine tra mafia e antimafia.
Questo libro e' il frutto piu' maturo della strategia di recupero della memoria che ha visto la CGIL negli ultimi anni colmare un vuoto, con segni materiali, lapidi, targhe stradali che possono essere i primi passi per rinnovare una toponomastica ferma al mito monarchico e risorgimentale, con pesanti risvolti sicilianisti: a Palermo, sul piedistallo del monumento a Francesco Crispi, il massacratore dei Fasci, c'e' scritto: "La monarchia ci unisce..." e le scuole sono intitolate a re e regine sabaudi, tra cui Vittorio Emanuele III, che apri' le porte al fascismo e firmo' le leggi razziali. Sono questi gli esempi che offriamo ai nostri studenti. Le commemorazioni di figure dimenticate, considerate non come eventi rituali, ma parte integrante dell'azione sindacale, hanno tracciato un nuovo cammino e un buon tratto di strada e' stato percorso con il Centro Impastato. Alla luce di queste esperienze si spiega l'adesione della Camera del lavoro di Palermo come partner del Centro nel progetto del Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia.
Il sottotitolo del libro e' "Calendario della memoria", ma questo libro e' piu' che un calendario, non e' solo una sorta di santorale laico. Ricostruisce biografie individuali e le inserisce in un contesto. Riscopre una storia. La storia di un percorso di Liberazione che puo' considerarsi la Resistenza della Sicilia in lotta, a mani nude, contro un nemico che fa uso delle armi e considera la violenza come risorsa e strategia. Troppo spesso vincente. E la memoria, che ripercorre questa storia, come viene sottolineato nella citazione che apre il libro, e' "una memoria d'amore", come quella del soldato Mizushima del film di Kon Ichikawa, "L'arpa birmana", ma la Spoon River siciliana piu' che un cimitero abbandonato e' un luogo d'incontro in cui ognuno ha il suo volto e il suo nome e racconta la sua vita.
37. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Niccolo' Ammaniti, Che la festa cominci, Einaudi, Torino 2009, 2015, Gedi, Roma 2021, pp. 304, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
*
Maestre
- Frances A. Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, Roma-Bari 1969, 1992, pp. 522 (+ 16 illustrazioni fuori testo).
- Frances A. Yates, Giordano Bruno e la cultura europea del Rinascimento, Laterza, Roma-Bari 1988, 1995, pp. XX + 292 (+ 16 illustrazioni fuori testo).
- Frances A. Yates, L'arte della memoria, Einaudi, Torino 1972, 1993, 1996, pp. XXXII + 380 (+ 35 illustrazioni fuori testo).
- Frances A. Yates, Astrea. L'idea di Impero nel Cinquecento, Einaudi, Torino 1978, 2001, pp. XXVIII + 272 (+ 96 illustrazioni fuori testo).
- Frances A. Yates, Cabbala e occultismo nell'eta' elisabettiana, Einaudi, Torino 1982, 2002, pp. XII + 242 (+ 16 pp. di illustrazioni fuori testo).
38. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
39. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4103 del 13 maggio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
Numero 4103 del 13 maggio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. A Viterbo un incontro di digiuno e di testimonianza per tutte le vittime dell'oppressione e delle violenze in Medio Oriente
2. Ripetiamo ancora una volta...
3. Nicole Janigro: Elena Pulcini, cura e giustizia
4. Pietro Abbo
5. Adelaida Avagyan
6. Gabrio Avanzati
7. Antonio Candido
8. Jacinto Convit
9. Virgilia D'Andrea
10. Jean Dubuffet
11. Clifford Durr
12. Erik Erikson
13. Irene M. Giblin
14. Arturo Carlo Jemolo
15. Camille Lepage
16. Amy Lowell
17. Giuseppe Maiani
18. Giuseppe Maras
19. Frances Marion
20. Ralph Miliband
21. Alicia Moreau de Justo
22. Giulio Pantoli
23. Emilia Pardo Bazan
24. Michel Piccoli
25. Robert Rauschenberg
26. Francesco Renda
27. Nelly Sachs
28. Irena Sendler
29. Leopold Socha
30. Saul Steinberg
31. Erich von Stroheim
32. Maria Elizabeth Zakrzewska
33. Arcilesbica: "Ddl Zan contiene errori, va emendato e poi approvato"
34. Un appello: "Omotransfobia: al senato e' necessario cambiare il ddl Zan"
35. Alcuni riferimenti utili
36. Umberto Santino: Le derive della memoria e un percorso di Liberazione
37. Segnalazioni librarie
38. La "Carta" del Movimento Nonviolento
39. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. A VITERBO UN INCONTRO DI DIGIUNO E DI TESTIMONIANZA PER TUTTE LE VITTIME DELL'OPPRESSIONE E DELLE VIOLENZE IN MEDIO ORIENTE
L'11 maggio 2021 a Viterbo dalla mattina fino alla sera presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' tenuto un incontro di digiuno e di testimonianza per tutte le vittime delle violenze in Medio Oriente.
Sono stati letti e meditati alcuni brevi estratti da scritti di Suad Amiry, di Hannah Arendt, di Hanan Ashrawi, di Uri Avnery, di Martin Buber, di Mahmoud Darwish, di Manuela Dviri, di David Grossman, di Rania Hammad, di Primo Levi, di Luisa Morgantini, di Amos Oz, di Edward Said, di Salwa Salem.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Cessate di uccidere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Tacciano immediatamente le armi.
Cessino immediatamente gli sgomberi.
Cessi l'occupazione militare.
Cessi ogni razzismo, ogni segregazione, ogni sopraffazione.
Cessi ogni minaccia contro l'esistenza di ogni popolo e di ogni persona.
Sia finalmente pienamente definitivamente da tutti riconosciuta e rispettata l'esistenza di due stati, Israele e Palestina, per due popoli che possano finalmente vivere in liberta', in pace e in fraternita'.
Democrazia e diritti umani per tutte e tutti.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso un appello all'Onu, all'Unione Europea, al governo italiano ad un impegno concreto diplomatico ed umanitario affinche' cessino immediatamente le violenze in corso.
Pace, disarmo, riconoscimento, rispetto e difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Troppo sangue e' gia' stato versato.
Chi salva una vita salva il mondo.
2. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. MAESTRE. NICOLE JANIGRO: ELENA PULCINI, CURA E GIUSTIZIA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo il seguente ricordo originariamente apparso su "Doppiozero"]
"La pandemia ci ha fermati, un fermarsi che puo' dimostrarsi produttivo e fecondo. La pandemia e' un effetto della crisi ecologica, ci invoca in questo agire dissennato e predatorio, in questa hybris onnipotente, e ci riconsegna alla necessita' del limite". A fine gennaio, in uno degli incontri che radio tre ha dedicato al tema della cura, Elena Pulcini intrecciava parole sorelle e concetti fratelli per descrivere l'esperienza globale di vulnerabilita' e offuscamento, per sottolineare, ancora una volta, la sua idea di cura come disposizione affettiva e pratica, capacita' quotidiana dell'impegno.
Una tematica che, insieme a quelle delle passioni e del dono, ha nutrito un percorso intellettuale di grande rilievo, anche sulla scena internazionale, condiviso nello scambio con allievi e colleghi, punteggiato da testi seguiti da un ampio pubblico di lettori, mosso da un'idea di spiritualita' legata a una visione della comunita' e a un sentimento religioso vicino in modo non formale all'insegnamento cristiano. Nella prospettiva di un mondo nuovo che azzarda l'utopico dove pratiche collettive e solidali non si danno senza un'esposizione personale.
Il nove di aprile il Covid si e' portato via Elena Pulcini. Era nata a L'Aquila il 10 marzo 1950. Tutti quelli che hanno potuto hanno partecipato alla cerimonia funebre in suo ricordo che si e' svolta a Firenze nella chiesa di San Miniato al Monte. E gia' in tanti torniamo alle riflessioni che la filosofa aveva sviluppato e, nell'ultimo anno, incessantemente puntualizzato.
Per la studiosa la cura e' una parola matassa dalla quale sfilare temi che intersecano discipline diverse per perseguire una rifondazione dell'idea di soggetto. In un superamento di gerarchie valoriali, in una prospettiva che si propone di rovesciare il tradizionale dualismo tra ragione e passione, le emozioni diventano il vettore di un orientamento capace di trasformare l'isolamento sovrano dell'homo oeconomicus, la cui logica riduzionista ha messo in pericolo non solo l'ambiente naturale, ma la vita stessa dell'essere umano.
"Perche' ci prendiamo cura anche quando non siamo legati da legami personali? Perche' lottiamo per la giustizia anche quando non ci riguarda direttamente?" sono gli interrogativi che aprono Tra cura e giustizia. Le passioni come risorsa sociale (Bollati Boringhieri, 2020), il suo testo piu' recente che sviluppa e approfondisce le considerazioni di La cura del mondo. Paura e responsabilita' nell'eta' globale (Bollati Boringhieri, 2009). Elena Pulcini sceglie un punto di vista originale, quello di una psicologia morale, per "affrontare il problema delle motivazioni affettive che stanno a fondamento sia della domanda di giustizia sia della disposizione alla cura". Il distinguere le molteplici declinazioni della vita emotiva la conduce a sottolineare la potenzialita' etica delle emozioni che qui usa spesso come sinonimo di passioni. E' un'etica della cura che, sovvertendo il codice egemonico degli ultimi secoli, mette al centro la vulnerabilita' della condizione umana, indissolubile da una ferita che nutre anche le passioni, sia quelle positive che negative. In particolare all'invidia ha dedicato diversi testi, tra cui Invidia. La passione triste (il Mulino, 2011).
L'affettivita' della cura riparte dal pensiero delle donne, dalla costanza e continuita' della pratica femminile: una forma di vita che puo' diventare scelta di vita (una sintesi molto efficace di questo aspetto decisivo del suo pensiero e' Soggette alla cura o soggetti di cura? in Dare corpo prendere corpo: donne che creano, rivista di psicologia analitica, n. 87, 2013).
Questa cura, per non essere svalutata, come storicamente e' avvenuto, richiede una teoria capace di integrare i diritti formali, liberta' e uguaglianza, con il bisogno di un soggetto, sempre diverso, scosso dalla paura e dall'incertezza. Una condizione segnata inesorabilmente dal peso emotivo della dipendenza e dall'insormontabile del corpo. Nella quale non siamo soli. E che non si ferma, pero', per l'autrice, alla metafora materna, all'immagine archetipica di un grande e di un piccolo. L'attenzione alla postura del soggetto proteso verso qualcosa che si trova fuori di se', l'immagine di un soggetto inclinato, nella prospettiva di Adriana Cavarero nel suo Inclinazioni. Critica della rettitudine (Cortina, 2014). Per Elena Pulcini il "quadro" madre-figlio "rischia di congelare le due parti della relazione nei ruoli fissi del soggetto (inclinato) e dell'altro (vulnerabile)".
In Tra cura e giustizia propone una rappresentazione dove "la cura non e' altruismo, ma un'attivita' cooperativa in cui gli interessi del caregiver e del care receiver sono interdipendenti". Difficile non pensare al modo in cui il virus ha inciso nel rapporto tra medico e paziente – anche chi cura puo' essere contagiato – l'esigenza della protezione in simultanea di se stessi e dell'altro. Un comportamento imposto, eppure capace di prefigurare la "nuova etica" delineata da Elena Pulcini. Dove diventa costitutiva la relazione tra cura e giustizia – e anche qui difficile non pensare al criterio di scelta della precedenza nelle vaccinazioni. L'autrice cerca di indicare una via per superare l'unilateralita' di pubblico e privato, di un criterio astratto (maschile) e di un criterio attento al bisogno (femminile). Il paradigma razionalistico, che immagina i soggetti tutti uguali, liberi e indipendenti, non riconosce la realta' del bisogno. Il soggetto unico oggi non si basta piu', rischia di autodistruggersi per gli effetti divenuti disfunzionali del modello liberale e contrattualistico.
E' una pratica sociale che puo' rendere possibile l'integrazione di "un valore rimosso o comunque marginalizzato", come la cura, con una giustizia destituita dalla sua posizione dominante. Il punto di congiunzione tra le due etiche sta tutto e ancora nel concetto di vulnerabilita': condiviso dai filosofi dell'alterita' (Levinas, Ricoeur, Jonas) e da voci anche molto diverse del pensiero femminista, "sembra assumere un ruolo fondativo nel proporre percorsi alternativi ai paradigmi mainstream della modernita', opponendo a un'ontologia individualista un'ontologia relazionale".
Interessante la vicinanza con diverse riflessioni della psicoanalisi contemporanea che invitano a un pensiero critico sulla condizione dell'individuo, mettendoci di fronte a una situazione di pericolo per l'Io-mondo, a partire dal concetto freudiano di Hilflosigkeit, l'esperienza originaria di impotenza che richiede l'intervento di un altro "essere prossimo". Christopher Bollas parla di soggetticidio, arriva a prefigurare il rischio della scomparsa della specie, Anna Ferruta parla di una cura per "la sopravvivenza e lo sviluppo del vivente".
Elena Pulcini non condanna l'individualismo, e non parla di narcisismo, ma mette in guardia dal dilagare della passione dell'egoismo illimitato, dal desiderio "immunitario", illusorio in un mondo globalizzato. Che puo' diventare "una societa' decente" se riuscira' a essere "civile" progredendo attraverso la cooperazione di un "soggetto emozionale che approda alla metamorfosi in quanto si lascia decentrare dalla dinamica relazionale delle passioni". Allora non a caso, pur ripercorrendo la storia novecentesca del concetto di empatia fino ai suoi approdi piu' attuali come quello dei neuroni specchio, l'autrice fa un passo indietro.
Torna alla simpatia, che presuppone la reciprocita' e il benessere dell'altro, a partire dal pensiero illuminista di Hume e Smith e dalle scienze biologiche ed etologiche. Siamo cosi' piu' vicini all'idea di sentimento morale, indispensabile per la rifondazione di una teoria della soggettivita' etica, che chiede azione e impegno per essere capaci di "coerenza tra la nostra vita emotiva e la nostra vita activa". Per appartenere a una comunita'.
E' la responsabilita' che tutti abbiamo nei confronti dell'altro inteso, in questa paideia delle emozioni, come l'Altro distante nello spazio (ovvio i migranti, ma non solo, tutti quelli che verrebbe da definire "loro"), e nel tempo, il non-ancora delle generazioni future. Per Elena Pulcini e' una promessa: per affrontare l'incertezza del futuro, per renderlo possibile.
4. MEMORIA. PIETRO ABBO
Il 12 maggio 1974 moriva Pietro Abbo, partigiano e militante del movimento operaio econtadino.
Con gratitudine lo ricordiamo.
5. MEMORIA. ADELAIDA AVAGYAN
Il 12 maggio 2000 moriva Adelaida Avagyan, medica e ricercatrice.
Con gratitudine la ricordiamo.
6. MEMORIA. GABRIO AVANZATI
Il 12 maggio 2002 moriva Gabrio Avanzati, docente e militante del movimento operaio.
Con gratitudine lo ricordiamo.
7. MEMORIA. ANTONIO CANDIDO
Il 12 maggio 2017 moriva Antonio Candido, poeta e saggista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
8. MEMORIA. JACINTO CONVIT
Il 12 maggio 2014 moriva Jacinto Convit, il medico che scopri' il primo vaccino contro la lebbra.
Con gratitudine lo ricordiamo.
9. MEMORIA. VIRGILIA D'ANDREA
Il 12 maggio 1933 moriva Virgilia D'Andrea, scrittrice e militante anarchica illustre.
Con gratitudine la ricordiamo.
10. MEMORIA. JEAN DUBUFFET
Il 12 maggio 1985 moriva Jean Dubuffet, artista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
11. MEMORIA. CLIFFORD DURR
Il 12 maggio 1975 moriva Clifford Durr, avvocato e militante per i diritti civili.
Con gratitudine lo ricordiamo.
12. MEMORIA. ERIK ERIKSON
Il 12 maggio 1994 moriva Erik Erikson, psicoanalista e saggista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
13. MEMORIA. IRENE M. GIBLIN
Il 12 maggio 1974 moriva Irene M. Giblin, musicista.
Con gratitudine la ricordiamo.
14. MEMORIA. ARTURO CARLO JEMOLO
Il 12 maggio 1981 moriva Arturo Carlo Jemolo, maestro di dirittura morale e di impegno civile, giusto tra le nazioni.
Con gratitudine lo ricordiamo.
15. MEMORIA. CAMILLE LEPAGE
Il 12 maggio 2014 moriva assassinata Camille Lepage, fotoreporter.
Con gratitudine la ricordiamo.
16. MEMORIA. AMY LOWELL
Il 12 maggio 1925 moriva Amy Lowell, poetessa.
Con gratitudine la ricordiamo.
17. MEMORIA. GIUSEPPE MAIANI
Il 12 maggio 2016 moriva Giuseppe maiani, partigiano e militante del movimento operaio.
Con gratitudine lo ricordiamo.
18. MEMORIA. GIUSEPPE MARAS
Il 12 maggio 2002 moriva Giuseppe Maras, partigiano.
Con gratitudine lo ricordiamo.
19. MEMORIA. FRANCES MARION
Il 12 maggio 1973 moriva Frances Marion, giornalista, soggettista e sceneggiatrice cinematografica.
Con gratitudine la ricordiamo.
20. MEMORIA. RALPH MILIBAND
Il 12 maggio 1994 moriva Ralph Miliband, sociologo.
Con gratitudine lo ricordiamo.
21. MEMORIA. ALICIA MOREAU DE JUSTO
Il 12 maggio 1986 moriva Alicia Moreau de Justo, medica e militante socialista e femminista.
Con gratitudine la ricordiamo.
22. MEMORIA. GIULIO PANTOLI
Il 12 maggio 2018 moriva Giulio Pantoli, partigiano e floricoltore.
Con gratitudine lo ricordiamo.
23. MEMORIA. EMILIA PARDO BAZAN
Il 12 maggio 1921 moriva Emilia Pardo Bazan, scrittrice illustre.
Con gratitudine la ricordiamo.
24. MEMORIA. MICHEL PICCOLI
Il 12 maggio 2020 moriva Michel Piccoli, attore.
Con gratitudine lo ricordiamo.
25. MEMORIA. ROBERT RAUSCHENBERG
Il 12 maggio 2008 moriva Robert Rauschenberg, artista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
26. MEMORIA. FRANCESCO RENDA
Il 12 maggio 2013 moriva Francesco Renda, storico illustre e militante del movimento operaio.
Con gratitudine lo ricordiamo.
27. MEMORIA. NELLY SACHS
Il 12 maggio 1970 moriva Nelly Sachs, illustre poetessa.
Con gratitudine lo ricordiamo.
28. MEMORIA. IRENA SENDLER
Il 12 maggio 2008 moriva Irena Sendler, resistente e giusta tra la nazioni.
Con gratitudine la ricordiamo.
29. MEMORIA. LEOPOLD SOCHA
Il 12 maggio 1946 moriva Leopold Socha, giusto tra le nazioni.
Con gratitudine lo ricordiamo.
30. MEMORIA. SAUL STEINBERG
Il 12 maggio 1999 moriva Saul Steinberg, illustratore illustre e finissimo umorista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
31. MEMORIA. ERICH VON STROHEIM
Il 12 maggio 1957 moriva Erich von Stroheim, cineasta immenso.
Con gratitudine lo ricordiamo.
32. MEMORIA. MARIA ELIZABETH ZAKRZEWSKA
Il 12 maggio 1902 moriva Maria Elizabeth Zakrzewska, medica e militante femminista e antirazzista.
Con gratitudine la ricordiamo.
33. RIFLESSIONE. ARCILESBICA: "DDL ZAN CONTIENE ERRORI, VA EMENDATO E POI APPROVATO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo la seguente notizia d'agenzia originariamente apparsa su "www.dire.it" il 31 marzo 2021. Il documento completo e' pubblicato sulla pagina fb di Arcilesbica Modena]
"Noi non vogliamo bloccare il ddl Zan, ma eliminare gli errori che contiene. La legge serve, ma senza questi emendamenti si rischiano gravi guasti". Cosi' in un comunicato stampa Arcilesbica che ha scritto alla Commissione Giustizia del Senato, solo ai componenti di centrosinistra e del M5S, chiedendo di "modificare il ddl Zan e fornendo una documentazione molto argomentata".
Nella nota stampa Arcilesbica chiede di:
- nelle definizioni all'art. 1, usare i termini chiari di "sesso, stereotipi di genere, orientamento sessuale, transessualita'", invece che le attuali ambiguita';
- rendere esplicito che il ddl e' coerente con il divieto vigente di affitto dell'utero. Essere contro la gpa non e' omofobia;
- rendere esplicito che il ddl e' coerente con la legge vigente 164/82 e con la sentenza Corte Cost. 180/2017 che afferma che per il cambio di sesso "va escluso che il solo elemento volontaristico possa rivestire prioritario o esclusivo rilievo". Essere contrari/e all'autocertififcazione di genere non e' transfobia.
"Le persone lgbt hanno diritto al rispetto, chiediamo ai partiti progressisti di correggere gli errori del ddl Zan e poi – conclude Arcilesbica – di approvare la legge che la comunita' lgbt aspetta da tanto tempo".
34. INIZIATIVE. UN APPELLO: "OMOTRANSFOBIA: AL SENATO E' NECESSARIO CAMBIARE IL DDL ZAN"
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo il seguente appello originariamente apparso su www.facebook.com/cambiareddlomofobia/ il 12 aprile 2021]
Siamo donne e uomini che fanno riferimento all'area politica del centro-sinistra, ispirati ai valori di estrazione democratica e progressista, proveniamo da esperienze sociali e culturali differenti, da sempre schierati in battaglie contro ogni discriminazione, per la difesa dei diritti e la libertà delle donne.
Da tempo ci interroghiamo sul come la politica e le istituzioni affrontano questioni legate alle parita' e alle differenze, alle discriminazioni, alla sessualita', ai nuovi modi di nascere e crescere, alla tutela della maternità, all’integrità dei bambini.
Per brevita' elenchiamo alcune delle tante riflessioni che andrebbero promosse nei partiti, nei gruppi parlamentari, nelle reti associative, tra le persone per rispondere alle inquietudini e domande sempre più complesse che investono la vita di ogni persona...
Ci schieriamo a sostegno di ogni azione e provvedimento che promuova l'ottenimento di diritti sociali e civili, che tuteli le persone e le comunita' piu' esposte all'odio, alla discriminazione, alla persecuzione criminale e violenta, in ragione del sesso, dell’orientamento sessuale, o qualsivoglia altro motivo.
Pensiamo che il riconoscimento sociale e legislativo della differenza sessuale sia una conquista che oggi e' messa in discussione da visioni culturali e sostenute da campagne mediatiche, che colpiscono la libertà delle donne; si intende accreditare il commercio dei corpi, proponendone addirittura una normalizzazione, in particolare con la volontà di introdurre anche in Italia la pratica della maternità surrogata oggi vietata, oppure l’esaltazione della prostituzione come libera scelta lavorativa.
Queste idee, che si sono diffuse anche nel nostro campo, concepiscono il corpo e l'essere umano come un oggetto, un bene alienabile e disponibile che entra nel mercato come qualunque altra merce: dal business della maternità surrogata alla compravendita di prestazioni sessuali. Idee propugnate come espressione di modernità, libertà e di progresso, ma che invece nascondono un’inaccettabile e arretrata visione discriminatoria e di restaurazione che relega le donne a minoranza.
Sono temi che attraversano tutte le classi sociali, che interrogano il mondo, la civilta' delle democrazie; per questo come per il bando planetario della pena di morte, è necessario impegnarsi nelle istituzioni internazionali e nei propri paesi, per il superamento di ogni forma di sopraffazione e schiavitù sessuale, e per il divieto assoluto della compravendita dei bambini.
Possiamo far molto agendo innanzitutto in Italia, costruendo alleanze tra le donne e gli uomini, a partire dagli ambiti in cui operiamo, con una particolare attenzione alla scuola, all’università alla ricerca scientifica, affinché prenda forma e forza un punto di vista autenticamente progressista.
*
E' attualmente in discussione al Senato della Repubblica, il ddl Zan gia' approvato alla Camera dei Deputati, che dovrebbe combattere l'omotransfobia.
Riteniamo che sia essenziale e non procrastinabile l'estensione alle persone omosessuali e transessuali delle tutele previste dalla vigente legge Mancino, che contrasta il razzismo e l’antisemitismo criminali, in coerenza con la Costituzione e le Risoluzioni UE.
Vogliamo presto un provvedimento che combatta in maniera severa l'omotransfobia, ma con amarezza rileviamo che questo disegno di legge si e' trasformato in un manifesto ideologico, che rischia di mettere in secondo piano l’obiettivo principale e di ridurre pesantemente diritti e gli interessi delle donne e la libertà di espressione.
E' un testo che va emendato prima di essere approvato, perche' una legge scritta male porta a delle interpretazioni e applicazioni controverse che riducono i diritti e non ne consentono la piena tutela.
Il ddl Zan facendo leva su un tecnicismo che appare secondario e terminologico introdurrebbe, se non emendato, una pericolosa sovrapposizione della parola "sesso" con quella di “genere” con conseguenze contrarie all’art. 3 della Costituzione per cui i diritti vengono riconosciuti in base al sesso e non al genere e non in armonia con la normativa vigente, legge n. 164/82 (e successive sentenze della Corte Costituzionale), che ammette e consente la transizione da un sesso a un altro sulla base non di una semplice auto-dichiarazione. La definizione di “genere” contenuta nel ddl Zan, che non è accettata dagli altri Paesi, crea una forma di indeterminatezza che non è ammessa dal diritto, che invece ha il dovere di dare certezza alle relazioni giuridiche e di individuare le varie fattispecie.
Una legge attesa da decenni e' stata, quindi, trasformata, in una proposta pasticciata, incerta sul tema della liberta' d'espressione, offensiva perche' introduce l'"identità di genere”, termine divenuto il programma politico di chi intende cancellare la differenza sessuale per accreditare una indistinzione dei generi. Un articolato che mischia questioni assai diverse fra loro e introduce una confusione antropologica che preoccupa. Fra le conseguenze vi sono la propaganda di parte, nelle scuole, a favore della maternità surrogata e l’esclusione di ogni visione plurale nei modelli educativi.
La violenza e la discriminazione che in particolar modo colpiscono le persone transessuali e i/le giovani gay e lesbiche, sono state strumentalizzate a tal punto, che c’è il concreto rischio prevalgano visioni che, anche in altre parti del mondo, hanno aperto un conflitto rispetto all’autonomia delle donne. Per tutte queste ragioni, crediamo che la legge vada modificata, assolvendo così al compito che si prefigge: tutelare le persone lgbt.
Ci appelliamo, a tutte le persone che condividono le nostre riflessioni, affinche' aderiscano a questo documento, che si prefigge il compito di costituire un'area di pensiero, azione e discussione nel campo del riformismo italiano, sui temi sopraelencati.
Per aderire appelloddlomofobia at libero.it
*
Prime firme:
Federico Albano Leoni, docente universitario – Roma
Annalisa Amadori, insegnante Castel San Pietro – Bologna
Elisabetta Andreis, giornalista – Milano
Alessandra Angeli, make up artisti – Milano
Marisa Antonacci, docente – Roma
Alice Arienta, guida turistica, consigliera comunale Pd – Milano
Teresa Armato – gia' parlamentare – Napoli
Ana Arruabarrena, policy advisor – Milano
Annamaria Bardellotto, insegnante – San Dona' di Piave
Lina Bardellotto, insegnante – San Dona' di Piave
Livio Barnabo', consulente – Roma
Giorgio Benvenuto, presidente Fondazione Buozzi – Roma
Maria Chiara Bertinotti, pensionata, gia' responsabile Servizi all'infanzia Comune di Milano - Milano
Romana Bianchi, gia' parlamentare – Pavia
Merj Bigaran, impiegata – San Dona' di Piave
Francesco Binato, impiegato in pensione – San Dona' di Piave
Alessandra Bocchetti, saggista – Roma
Luisa Bordiga – bancaria e attivista ArciLesbica – Milano
Federica Borelli – Funzionaria R.L. – Roma
Giuseppe Boschini, formatore gia' consigliere regionale ER Pd – Modena
Cecilia Brighi, segretaria Italia Birmania insieme
Riccardo Brun, docente – San Dona' di Piave
Alessandra Brusatto, assistente sociale specialista – Roma
Antonella Buccaro, collaboratrice ai testi Tv – Roma
Samantha Buzzi, impiegata – Milano
Neviana Calzolari, sociologa – Modena
Daniela Canali, insegnante in pensione Pd – Milano
Andrea Canevazzi, architetto Italia Viva – Milano
Daniela Cardia, funzionaria pubblica amministrazione – Roma
Maura Carrer, operatrice scolastica – San Dona' di Piave
Iris Carulli, esperta d'arte – Roma
Giulio Cascino, gia' dirigente d'azienda - Roma
Andrea Catizone, avvocata – Roma
Rita Cavallari, architetta SnoqLibere - Roma
Renata Cibin – Venezia
Silvana Chiari, Italia Viva – Rozzano
Rosi Anna Clemente – volontariato sociale – Roma
Cristina Comencini, scrittrice, regista SnoqLibere – Roma
Licia Conte, giornalista SnoqLibere – Roma
Luisa Conti – Venezia
Annalisa Cordella, Italia Viva – Milano
Silvia Costa, gia' europarlamentare – Roma
Cristina Costantini, docente – Roma
Gloria Crema, insegnante – Asola
Antonella Crescenzi, economista SnoqLibere – Roma
Claudia Cuzziol – San Dona' di Piave
Laura De Barbieri, restauratrice di libri – Genova
Marcella De Carli Ferrari, insegnante – Milano
Marina De Palo, docente universitaria – Roma
Alessandra De Perini – Venezia
Maria Gabriella Di Giacomo insegnante – Roma
Daniela Dioguardi, gia' parlamentare Udipalermo – Palermo
Paola Fanton, libera professionista – San Dona' di Piave
Emma Fattorini, docente universitaria – Roma
Maria Giuseppina Faruffini, architetta - Genova
Cristina Favati, insegnante, Senonoraquando, Italia Viva – Genova
Debora Fiorentino, impiegata – San Dona' di Piave
Manuela Fiorini de Rensis, amministratrice SnoqLibere – Roma
Flavia Franceschini, artista e attivista ArciLesbica – Milano
Lucia Franci, direttrice creativa/regista – Milano
Giovanni Garbin, impiegato – San Dona' di Piave
Fabrizia Garroni, giornalista – Roma
Luisa Genevini, insegnante – Asola
Lucia Giansiracusa, impiegata e attivista ArciLesbica – Milano
Francesca Girace, gia' presidente Commissione Pari Opportunita' Campania – Napoli
Milena Girardi, casalinga – San Dona' di Piave
Silvana Giraldo – Venezia
Fabrizia Giuliani, docente universitaria gia' parlamentare SnoqLibere – Roma
Cristina Gramolini, insegnante presidente ArciLesbica nazionale
Bice Grillo, biblioteca delle donne e centro di consulenza legale Udipalermo – Palermo
Donika Hamati – casalinga – San Dona' di Piave
Gemma Infurnari, insegnante Udipalermo – Palermo
Francesca Izzo, docente universitaria SnoqLibere – Roma
Ida La Porta, biblioteca delle donne e centro di consulenza legale Udipalermo – Palermo
Marina Leopizzi, Udipalermo – Palermo
Lia Lepri – sindacalista – Roma
Maria Paola Leuci, coordinatrice Italia Viva – Lecce
Piergiorgio Licciardello, ingegnere consigliere comunale Pd – Bologna
Nadia Lucchesi – Venezia
Marcella Lucidi, avvocata, gia' parlamentare – Roma
Ignazio Malocco, architetto – San Dona' di Piave
Franca Mammoliti, Pd – Milano
Americo Mancini, giornalista – Roma
Aurelio Mancuso, presidente Equality Italia, del Direttivo Pd I Municipio – Roma
Cristina Maranesi, direzione regionale PD Lombardia
Andrea Marastoni, funzionario pubblico – Asola
Valentina Marcon, graphic designer – Milano
Franca Marcomin – Venezia
Francesca Marinaro, gia' parlamentare SnoqLibere – Roma
Maddalena Marino, psicologa-psicoterapeuta – Palermo
Giovanna Martelli, esperta programmi di cooperazione e sviluppo – Roma
Ferdinando Masullo, giornalista – Roma
Flaviana Meda, dirigente scolastica – San Dona' di Piave
Maria Luisa Mello, regista – Milano
Maria Teresa Menotto, direzione nazionale Pd – Venezia
Mauro Mercatanti, pubblicitario – Milano
Michele Mezza, giornalista – Roma
Giovanna Minardi, docente universitaria – Palermo
Caterina Misiti del Direttivo Circolo Pd Bellezza-Vigentino – Milano
Gisella Modica, scrittrice Udipalermo – Palermo
Sandra Morano, ginecologa – Genova
Raffaele Morese, presidente Associazione Koine' – Roma
Enrico Moreschi, ingegnere informatico – San Dona' di Piave
Filippo Moreschi, insegnante – San Dona' di Piave
Pina Nuzzo, Laboratorio Donnae – Roma
Andrea Paganello, perito – San Dona' di Piave
Paola Panerai, docente – Roma
Patrizia Pappalardo, religiosa – Roma
Giuseppe Paruolo, consigliere regionale Pd Emilia Romagna – Bologna
Beppe Pavan, Uomini in cammino – Pinerolo
Claudia Pedrotti, avvocata centro consulenza giuridica Udipalermo – Palermo
Adelaide Pelizzon, ragioniera – San Dona' di Piave
Chiara Pelizzon, impiegata Ulss – San Dona' di Piave
Donatella Persichetti funzionaria pubblica amministrazione SnoqLibere – Roma
Pesenti Rosangela, scrittrice – Bergamo
Rosa Petagna, insegnante – Roma
Gabriele Petrolito, medico, assessore politiche sociali PD – Mirano
Simona Pianese, dirigente scolastica – Roma
Laura Peretti, gia' docente universitaria Udi Nazionale – Modena
Maria Concetta Petrollo, direttrice Biblioteca Elio Pagliarani – Roma
Silvia Pizzoli, impiegata SnoqLibere – Roma
Fabio Pizzul, giornalista, consigliere regionale Pd Lombardia – Milano
Anna Maria Pizzuti – pensionata – Roma
Giuseppe Pizzutoli, poliziotto – Bari
Michele Pizzutoli, guardia giurata – Bari
Francesca Polo, editrice, Milano
Monica Ricci Sargentini, giornalista – Roma
Renato Righi, giornalista – Roma
Sara Rinaudo, impiegata – Bergamo
Emanuela Risso, libera professionista – Genova
Annamaria Riviello, insegnante – Potenza
Graziella Rizzetto, casalinga – San Dona' di Piave
Simonetta Robiony, giornalista Snoq Libere – Roma
Maddalena Robustelli, blogger – Sala Consilina
Cecilia Sabelli, esperta di comunicazione SnoqLibere – Roma
Michele Santantonio, studente – Roma
Raffaella Santi Casali, consigliera comunale Pd – Bologna
Renata Secco – San Dona' di Piave
Serena Sapegno, docente universitaria SnoqLibere – Roma
Celestino Spada, vice direttore rivista Economia e Cultura – Roma
Elena Staropoli, project manager – Milano
Pilar Savaria, sindacalista – Roma
Lella Stefania, manager sportiva – Roma
Costanza Silbernagl, psicologa consigliera comunale Pd di Daverio – Varese
Paola Tavella, giornalista, scrittrice – Roma
Vittoria Tola, segreteria nazionale UDI – Roma
Andrea Tomasetto regista documentarista – Torino
Fausto Tortora, vicepresidente Fondazione Basso – Roma
Maria Cristina Treu, architetto – Milano
Roberta Trucco, professione casalinga e scrittrice – Genova
Antonio Tursilli, ingegnere – Roma
Desiree Urizio – Venezia
Giuseppe Vacca, filosofo, storico – Roma
Roberta Vannucci, impiegata e attivista ArciLesbica – Firenze
Suny Vecchi – operatrice cav – Ancona
Sara Ventroni, assegnista di ricerca SnoqLibere – Roma
Giuliana Vogel, giornalista in pensione – Milano
Francesca Zaltieri, docente, coordinatrice Italia Viva – Mantova
Stella Zaltieri Pirola, attrice e attivista ArciLesbica – Milano
Rita Zanutel, insegnante in pensione – San Dona' di Piave
Irene Zappala', assessora Pd Nova Milanese – Milano
Agnese Zappala', giornalista – Milano
Sabina Zenobi, insegnante e attivista ArciLesbica – Milano
Alessandra Zoccante, impiegata – San Dona' di Piave
35. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
36. RIFLESSIONE. UMBERTO SANTINO: LE DERIVE DELLA MEMORIA E UN PERCORSO DI LIBERAZIONE
[Dal sito del Centro Impastato di Palermo riprendiamo il seguente testo estratto dalla prefazione di Umberto Santino al libro di Dino Paternostro, La strage piu' lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia. 1893-1966, Edizioni La Zisa, Palermo 2020.
Umberto Santino e' con Anna Puglisi il fondamentale animatore del "Centro Impastato" di Palermo, che come tutti sanno e' la testa pensante e il cuore pulsante del movimento antimafia. Tra le opere di Umberto Santino: (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000, 2010; La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000; Dalla mafia alle mafie, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; Mafie e globalizzazione, Di Girolamo Editore, Trapani 2007; (a cura di), Chi ha ucciso Peppino Impastato, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 2008; Breve storia della mafia e dell'antimafia, Di Girolamo Editore, Trapani 2008; Le colombe sulla rocca, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; L'altra Sicilia, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; Don Vito a Gomorra, Editori Riuniti, Roma 2011; La mafia come soggetto politico, Di Girolamo Editore, Trapani 2013; Dalla parte di Pollicino, Di Girolamo Editore, Trapani 2015. Su Umberto Santino cfr. la bibliografia ragionata "Contro la mafia. Una breve rassegna di alcuni lavori di Umberto Santino" apparsa su "La nonviolenza e' in cammino", da ultimo nel supplemento "Coi piedi per terra" nei nn. 421-425 del novembre 2010. Il sito del Centro Impastato e' www.centroimpastato.com]
Primo Levi, nel suo I sommersi e i salvati, parla di "derive della memoria", una reazione difensiva, da parte dei superstiti dell'Olocausto, per rendere meno intollerabile il ricordo di "un'offesa insanabile". Ma piu' che una "deriva" forse si dovrebbe parlare di una vera e propria rimozione, se si pensa che tanti sopravvissuti si sono decisi a raccontare quello che avevano vissuto soltanto dopo moltissimi anni. E non c'e' solo l'Olocausto, una realta' tanto inaccettabile, al limite dell'incredibile, da doverla rimuovere. Gennaro Jovine, il protagonista di Napoli milionaria, di Eduardo De Filippo, tenta di raccontare gli orrori della guerra, ma i familiari non vogliono ascoltarlo. "La guerra e' 'fernuta'", gli dicono, aggrappati come sono alla ragnatela dei contrabbandi, ma per lui la guerra non e' "fernuta", poiche' per chi l'ha vissuta la guerra e' un'esperienza incancellabile.
Questa rimozione della memoria e' avvenuta anche per i protagonisti di questo libro, che finalmente ricostruisce, nome per nome, vita per vita, una storia che e' stata in gran parte cancellata o rievocata per frammenti e con imprecisioni o fraintendimenti. E bisogna chiedersi perche' e come e' potuto accadere. La memoria non e' un automatismo, ha bisogno di chi se ne assume l'impegno, sia una persona o un'organizzazione, un partito, un sindacato, un comitato, un'associazione che la considerano essenziale per la loro storia e la loro identita'.
Facciamo qualche esempio. La memoria dei Fasci siciliani, che pure destarono interesse a livello internazionale, suscitarono consensi entusiastici e stroncature implacabili, e' stata sotterrata perche' il Partito socialista, che ne resse le fila, almeno per buona parte, e' andato per altre vie, fino a naufragare nel pantano di Tangentopoli. Ma questo e' accaduto anche per molti dei sindacalisti, militanti e dirigenti del movimento contadino caduti nel corso del Novecento. Non ne hanno mantenuto viva la memoria i familiari, tranne alcune eccezioni, perche' non se la sono sentita, perche' sono stati lasciati soli, perche' sono andati via e, anno dopo anno, giorno dopo giorno, e' sopravvissuto solo un ricordo sempre piu' sbiadito. Come la fotografia, spesso una fototessera, che mostrano a chi cerca di ridestare quel ricordo. Ma e' un ricordo lontano, il fantasma di un'altra epoca, perche' la storia e' andata per altri percorsi, con i flussi migratori che spopolavano i paesi che avevano visto maturare quelle lotte, che erano stati insanguinati da quelle stragi e da quegli assassinii. Dei primi anni del Novecento si sono salvati i nomi di alcuni dirigenti sindacali o di partito che hanno lasciato tracce del loro operato, ma il nome di Giovanni Orcel, che ebbe un ruolo significativo come segretario della FIOM e tessitore di rapporti con il movimento contadino, non figura nei libri piu' noti su mafia e antimafia.
Quanti sono i sindacalisti e i manifestanti uccisi nel secondo dopoguerra? Si parla di 39 vittime, compresi i caduti di Portella, dal 1944 al 1955; sarebbero 52 i dirigenti politici e sindacali morti per mano mafiosa dal 1944 al 1960, secondo l'elenco contenuto nella legge regionale n. 20 del 13 settembre 1999; 60 dal 1944 al 1968; 150 se si considerano anche le vittime della banda Giuliano e di altre bande e i caduti ad opera delle forze dell'ordine durante manifestazioni popolari, come la "strage del pane" del 19 ottobre 1944 a Palermo. Ma in questi elenchi figura anche qualche personaggio vittima di scontri all'interno del mondo mafioso, come se la morte avesse azzerato conflitti e prese di posizione che hanno segnato un confine tra mafia e antimafia.
Questo libro e' il frutto piu' maturo della strategia di recupero della memoria che ha visto la CGIL negli ultimi anni colmare un vuoto, con segni materiali, lapidi, targhe stradali che possono essere i primi passi per rinnovare una toponomastica ferma al mito monarchico e risorgimentale, con pesanti risvolti sicilianisti: a Palermo, sul piedistallo del monumento a Francesco Crispi, il massacratore dei Fasci, c'e' scritto: "La monarchia ci unisce..." e le scuole sono intitolate a re e regine sabaudi, tra cui Vittorio Emanuele III, che apri' le porte al fascismo e firmo' le leggi razziali. Sono questi gli esempi che offriamo ai nostri studenti. Le commemorazioni di figure dimenticate, considerate non come eventi rituali, ma parte integrante dell'azione sindacale, hanno tracciato un nuovo cammino e un buon tratto di strada e' stato percorso con il Centro Impastato. Alla luce di queste esperienze si spiega l'adesione della Camera del lavoro di Palermo come partner del Centro nel progetto del Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia.
Il sottotitolo del libro e' "Calendario della memoria", ma questo libro e' piu' che un calendario, non e' solo una sorta di santorale laico. Ricostruisce biografie individuali e le inserisce in un contesto. Riscopre una storia. La storia di un percorso di Liberazione che puo' considerarsi la Resistenza della Sicilia in lotta, a mani nude, contro un nemico che fa uso delle armi e considera la violenza come risorsa e strategia. Troppo spesso vincente. E la memoria, che ripercorre questa storia, come viene sottolineato nella citazione che apre il libro, e' "una memoria d'amore", come quella del soldato Mizushima del film di Kon Ichikawa, "L'arpa birmana", ma la Spoon River siciliana piu' che un cimitero abbandonato e' un luogo d'incontro in cui ognuno ha il suo volto e il suo nome e racconta la sua vita.
37. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Niccolo' Ammaniti, Che la festa cominci, Einaudi, Torino 2009, 2015, Gedi, Roma 2021, pp. 304, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
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Maestre
- Frances A. Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, Roma-Bari 1969, 1992, pp. 522 (+ 16 illustrazioni fuori testo).
- Frances A. Yates, Giordano Bruno e la cultura europea del Rinascimento, Laterza, Roma-Bari 1988, 1995, pp. XX + 292 (+ 16 illustrazioni fuori testo).
- Frances A. Yates, L'arte della memoria, Einaudi, Torino 1972, 1993, 1996, pp. XXXII + 380 (+ 35 illustrazioni fuori testo).
- Frances A. Yates, Astrea. L'idea di Impero nel Cinquecento, Einaudi, Torino 1978, 2001, pp. XXVIII + 272 (+ 96 illustrazioni fuori testo).
- Frances A. Yates, Cabbala e occultismo nell'eta' elisabettiana, Einaudi, Torino 1982, 2002, pp. XII + 242 (+ 16 pp. di illustrazioni fuori testo).
38. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
39. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4103 del 13 maggio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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