[Nonviolenza] Archivi. 426



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Numero 426 del 23 gennaio 2021
 
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di settembre 2020 (parte prima)
2. Osvaldo Caffianchi: Le ragioni di un tignoso che vota NO
3. Una richiesta ad alcune persone amiche
4. Luciano Bonfrate: Montesquieu contro Jack lo squartatore. Cinque volte NO alla mutilazione del parlamento
5. Il solito errore. Un minimo commento al testo che precede [Il testo cui ci si riferisce e' qui omesso]
6. Un appello di donne per il NO al referendum. Un incontro di studio a Viterbo
7. "Non e' una questione di soldi, e' una questione di liberta'". Un dialoghetto all'osteria
 
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2020 (PARTE PRIMA)
 
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2020.
 
2. OSVALDO CAFFIANCHI: LE RAGIONI DI UN TIGNOSO CHE VOTA NO
 
Sono un vecchio di tenace concetto, e dalle parti mie uno come me lo chiamano "tignoso".
Votero' NO al referendum.
Votero' NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
Ed ecco le mie ragioni.
*
La prima ragione del NO
Ho votato NO nel 2006 quando a voler manomettere la Costituzione e strozzare il parlamento era Berlusconi.
Ho votato NO nel 2016 quando a voler manomettere la Costituzione e strozzare il parlamento era Renzi.
Votero' NO nel 2020 quando a voler manomettere la Costituzione e strozzare il parlamento e' il trio Conte-Di Maio-Salvini.
Nel referendum del 2006 col nostro NO abbiamo sconfitto le mire golpiste di Berlusconi.
Nel referendum del 2016 col nostro NO abbiamo sconfitto le mire oligarchiche di Renzi.
Nel referendum del 2020 col nostro NO possiamo e dobbiamo sconfiggere le mire totalitarie di un coacervo di razzisti e fascisti.
Mi pare che questo sia parlar chiaro, no?
*
La seconda ragione del NO
Ci sono cose su cui non si deve risparmiare: la salute, la liberta', la giustizia, il diritto alla vita di ogni essere umano.
I messeri razzisti e assassini che saccheggiano il pubblico erario pretendono di sconciare la Costituzione repubblicana, di mutilare il parlamento, di ghigliottinare la rappresentanza democratica, per perseverare nei loro crimini con un ostacolo di meno.
Lasciarli fare? No, grazie.
*
La terza ragione del NO
Tutti i tromboni sfiatati del mondo si riempiono la bocca della retorica secondo cui occorre favorire la "governabilita'", ovvero che le leggi siano fatte in fretta e furia in qualche stanza segreta dai signori padroni e tutti gli altri zitti e mosca.
E non ricordano che c'e' un nome per questo, e quel nome e': fascismo.
Tornare al fascismo? No, grazie.
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La quarta ragione del NO
E tutti i tromboni sfiatati del mondo si riempiono la bocca della retorica secondo cui occorre fare in modo che i signori padroni non trovino ostacoli quando hanno preso le loro decisioni.
Invece questi ostacoli e' necessario porli.
E' necessario porre questi ostacoli all'arbitrio dei potenti, all'idiozia dei potenti, alla ferocia dei potenti, alla barbarie dei potenti.
Porre questi ostacoli si chiama democrazia, si chiama sovranita' popolare, si chiama separazione e controllo dei poteri, si chiama rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani: e' la sola garanzia che puo' evitare molti errori e molti orrori.
Solo chi non ha mai dovuto decidere niente, perche' ha sempre delegato il signor padrone a decidere per lui, ignora che nel prendere le decisioni piu' si partecipa, piu' si discute, e meglio e'.
Solo chi vive nell'eterna narcosi ignora che essendo tutti fallibili e' meglio avere procedure che consentano di ridiscutere tutte le scelte.
Solo chi non ha mai subito abusi, e se ne e' sempre infischiato del dolore degli altri, pensa che il fascismo sia meglio della democrazia.
Rinunciare a lottare per la dignita' e i diritti di tutte e tutti? No, grazie.
*
La quinta ragione del NO
I parlamentari che attualmente gremiscono il parlamento sono nella loro stragrande maggioranza persone insipienti e irresponsabili? Si'.
I parlamentari che attualmente gremiscono il parlamento nella loro stragrande maggioranza hanno avallato infami crimini razzisti? Si'.
I parlamentari che attualmente gremiscono il parlamento nella loro stragrande maggioranza hanno sostenuto governi dalle mani sporche di sangue? Si'.
Bisogna per questo abolire il parlamento? No.
Occorre piuttosto smetterla di votare per degli emeriti imbecilli e conclamati criminali.
Ed occorre difendere il parlamento, la Costituzione, la democrazia, la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Occorre opporsi all'antiparlamentarismo, occorre opporsi al fascismo, occorre opporsi alla barbarie.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 occorre votare NO, come nel 2006, come nel 2016.
*
In calce a questa dichiarazione si allega ancora una volta l'"appello nonviolento per il NO" promosso dalla struttura nonviolenta viterbese, e si allega anche il recentissimo appello del Comitato donne per il NO al referendum: "E invece NO".
* * *
Allegato primo: Un appello nonviolento per il NO al referendum
No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza".
* * *
Allegato secondo: L'appello del Comitato donne per il NO al referendum: "E invece NO"
Il referendum sul taglio dei parlamentari prevede una riduzione dei seggi in entrambe le Camere, andando a modificare gli artt. 56, 57 e 59 della Costituzione.
Si passerebbe cosi' da 630 a 400 seggi alla Camera e da 315 a 200 seggi al Senato, con un taglio complessivo di 345 parlamentari, pari al 36,5%. Tra questi, verrebbero ridotti i parlamentari eletti all'estero (18 a 12).
Con il taglio dei seggi, aumenta il numero di abitanti per parlamentare. Per ciascun deputat* si passa da 96.006 a 151.210 abitanti* e per ciascun senator* da 188.424 a 302.420 abitanti*. Di conseguenza, nel caso di approvazione, sara' necessario ridefinire i collegi elettorali tramite una nuova legge che richiedera' ulteriore tempo per l'approvazione.
Dunque la riforma costituzionale, in assenza di una contestuale riforma elettorale e dei partiti, e' un salto nel buio che compromette la rappresentanza parlamentare e il ruolo stesso del Parlamento.
I vari comitati del No e il documento dei 183 costituzionalisti e costituzionaliste hanno evidenziato in via generale i rischi della riforma che qui sintetizziamo:
- La riforma svilisce il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentativita', senza offrire vantaggi apprezzabili ne' sul piano dell'efficienza delle istituzioni democratiche ne' su quello del risparmio della spesa pubblica sia perche' si tratta di risparmi irrisori sia perche' la democrazia ha un valore che non puo' essere sacrificato per esigenze di risparmio.
- La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza dei territori con il rischio che alcune Regioni finirebbero con l'essere sottorappresentate rispetto ad altre. Un Senato composto da 200 membri non puo' rappresentare tutte le identita' politiche, sociali, culturali ed economiche se ogni eletto dovra' rappresentare circa 300mila abitanti.
- La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto perche' non introduce alcuna differenziazione tra le due Camere ma si limita semplicemente a ridurne i componenti, il cui numero costituisce una caratteristica del Parlamento e non del bicameralismo perfetto.
- La riforma confonde la qualita' dei rappresentanti con il ruolo stesso dell'istituzione rappresentativa. Non c'e' nessuna evidenza che diminuendo il numero dei parlamentari se ne innalzi il livello qualitativo. L'unico effetto che sicuramente produce e' una penalizzazione delle minoranze e un abbassamento del pluralismo politico.
- La riforma non prevede che sia garantito un corretto ed essenziale lavoro delle Commissioni al Senato anche per dare l'opportunita' alle minoranze di rappresentare le proprie ragioni. L'eventualita' di accorpare fra loro le Commissioni esistenti non garantisce che le minoranze possano influire proficuamente sui processi decisionali del Parlamento.
- Con il taglio dei parlamentari la selezione delle candidature da parte delle dirigenze dei partiti o degli stessi leader (gia' oggi fortemente guidata non sempre da criteri di competenza ma piuttosto da quelli di fedelta') sarebbe ancor piu' determinata da considerazioni non valoriali.
- Infine se non si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, si verrebbe a creare uno squilibrio circa la  rappresentativita' delle Camere tale da non permettere un'agevole formazione di una maggioranza stabile di governo.
A questi argomenti si aggiungono le perplessita' sugli effetti negativi che si avrebbero sulla rappresentanza politica delle donne.
- Mancanza di riforma elettorale e di una legge sulla democrazia interna dei partiti: in assenza di questi interventi – necessariamente correlati – si accentua il potere dei capipartito e l'importanza dei finanziamenti delle lobbies. Le donne sono ancora marginalizzate nei luoghi decisionali politici ed economici, quindi avranno minori chances di essere elette.
- Muta il rapporto con l'elettorato, e dunque con i territori: l'eliminazione di 230 deputati e 115 senatori muta il rapporto di rappresentanza e affievolisce il legame con i territori, penalizzando ad esempio le esperienze delle donne come amministratrici locali. I dati sulle competizioni elettorali mostrano minore visibilita' delle donne nei media e nelle tribune politiche. Risultera' ancora piu' esigua la possibilita' di accesso ai media (che e' decisa dai capipartito) e quindi di essere elette.
- Leadership maschile nei partiti e nei movimenti: l'entrata in Parlamento e' nominalmente aperta a tutti, ma di fatto risulta rigidamente controllata dai partiti. Questo dato mostra di avere un effetto relativamente negativo sulle chances di carriera politica delle donne. La misura prevista nella legge elettorale volta all'incremento della rappresentanza femminile non ha consentito il raggiungimento del 40% di donne elette.
- Ruoli centrali negli organi parlamentari: i dati tendono a confinare la rappresentanza femminile in aree settoriali e a ricostruire situazioni di marginalita' all'interno del Parlamento: e' significativo il fatto che le donne siano assenti in dicasteri importanti quali quelli economici e che siano prevalentemente presenti nelle commissioni parlamentari che trattano questioni tradizionalmente considerate come di pertinenza delle donne.
- Distorsioni sulla rappresentanza territoriale: minore rappresentanza delle regioni piu' piccole e dei partiti minori – se non vi e' un mutamento profondo nei partiti - concentrera' la scelta sui soli candidati uomini, come dimostrano i principali report nazionali e internazionali.
- Mancanza di una campagna informativa e uso di un linguaggio demagogico dell'antipolitica che offende la democrazia parlamentare. E' molto grave che la riforma costituzionale sia priva di un adeguato dibattito pubblico, anche all'interno dei partiti, e comunque si fondi su un linguaggio proprio dell'antipolitica. L'assunto di fondo della riforma si basa sul discredito del ruolo dei parlamentari e dell'Istituzione, ma non si preoccupa affatto di migliorare il processo di formazione delle leggi. La gran parte dei movimenti femministi che hanno promosso norme di garanzia sono mosse dalla convinzione che la democrazia parlamentare e la democrazia paritaria siano strettamente connesse.
Per queste ragioni di fatto la riforma penalizzera' l'elezione delle donne perche' meno rappresentanti significa competizione piu' dura e piu' cooptazione e piu' difficolta' per le donne di essere elette.
Anche per questo come donne e come cittadine voteremo NO al referendum del 20 e 21 settembre!
Prime firmatarie
Antonella Anselmo, Fulvia Astolfi, Paola Manfroni, Laura Onofri, Mia Caielli, Marina Calamo Specchia, Paola Bocci, Michela Marzano, Daniela Colombo, Marcella Corsi, Giovanna Badalassi, Francesca Romana Guarnieri, Carla Marina Lendaro, Stefania Cavagnoli, Giorgia Serughetti, Giovanna Martelli, Lella Palladino, Maura Cossutta, Norma De Piccoli, Anna Maria Buzzetti, Anna Lisa Maccari, Paola d'Orsi , Paola Mereu, Marina Gennari, Orsa Pellion di Persano, Francesca Ricardi, Annalisa Ricardi, Marina Cosi, Michela Quagliano, Cinzia Ballesio, Manuela Ghinaglia, Nadia Mazzardis, Concetta Contini, Simonetta Luciani, Paola Alessandri, Ilaria Boiano, Silvana Appiano, Mirella Ferlazzo, Anna Ruocco, Fernanda Penasso, Beatrice Pizzini, Giusi Fasano, Paola Guazzo, Daniela Aragno, Stefania Graziani, Eleonora Data, Rosanna Paradiso, Maria Luisa Dall'Armi, Micaela Cappellini, Manuela Manera, Marina Ponzetto, Roberta Giangrande, Anna Santarello, Maria Luisa Dodero, Claudia Apostolo, Donatella Caione, Paola Berzano, Sonia Martino, Enrica Guglielmotti, Sofia Massia, Stefanella Campana, Enrica Baricco, Maria Elvira Renzetti, Mariangela Marengo, Vilma Nicolini, Luisella Zanin, Carmen Belloni, Giuliana Brega, Patrizia de Michelis, Maria Letizia Spasari, Patrizia Soldini, Gabriella Anselmi, Susanna Panzieri, Anna Sburlati, Sandra Basaglia, Paola Ferrero...
Per aderire scrivere a: einveceNO.alreferendum at gmail.com
 
3. UNA RICHIESTA AD ALCUNE PERSONE AMICHE
 
Carissime e carissimi,
vi scrivo per farvi una richiesta.
Se come me ritenete che la manomissione della Costituzione, la mutilazione del parlamento, l'estromissione delle minoranze dalle istituzioni rappresentative, la negazione della separazione e del controllo dei poteri, lo svuotamento della democrazia al fine d'imporre un regime razzista e fascista siano un male, ebbene, vorrei chiedervi di voler contribuire all'impegno per il NO al referendum del 20-21 settembre.
In particolare vorrei chiedervi di fare cinque cose che mi sembrano necessarie ed urgenti per contrastare la disinformazione e la manipolazione che probabilmente determinerebbero l'esito del referendum in assenza di un'azione di informazione, documentazione, coscientizzazione e discussione adeguate all'importanza dell'argomento in questione.
La prima cosa che vorrei chiedervi e' di prendere pubblicamente posizione per il NO, e di diffondere "urbi et orbi" questa vostra presa di posizione.
La seconda cosa che vorrei chiedervi e' di sollecitare le esperienze collettive di cui fate parte o cui riconoscete un'importanza o un valore di prendere anch'esse posizione per il NO, e di diffondere questa loro presa di posizione.
La terza cosa che vorrei chiedervi e' di intervenire sui mass-media e sui social media affinche' si impegnino per una corretta informazione.
La quarta cosa e' promuovere ovunque possibile comitati locali per il NO al taglio del parlamento, collegandovi anche con il Comitato nazionale: sito: www.noaltagliodelparlamento.it , e-mail: info at noaltagliodelparlamento.it , ed anche con il Coordinamento per la democrazia costituzionale, sito: coordinamentodemocraziacostituzionale.it
La quinta cosa e' promuovere ovunque possibile ulteriori iniziative di informazione, documentazione, coscientizzazione, riflessione, dibattito.
Non e' necessario aggiungere che il tempo di qui al voto e' poco, quindi chi vuole impegnarsi deve farlo subito.
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Propongo di seguito una bozza di dichiarazione che potrete utilizzare, modificandola come meglio crederete.
"Al referendum del 20-21 settembre voteremo NO.
Voteremo NO al taglio del Parlamento, alla strozzatura della rappresentanza democratica, all'estromissione delle minoranze dalle Camere, al compiuto asservimento dell'organo legislativo all'esecutivo e a centri di potere extraistituzionali ed antidemocratici.
Voteremo NO alla manomissione della Costituzione e alla compressione ed imprigionamento della sovranita' popolare.
Voteremo NO alla negazione del principio su cui si fonda lo stato di diritto: la separazione, l'equilibrio ed il controllo dei poteri.
Voteremo NO al disegno di sostituire alla democrazia rappresentativa un potere oligarchico e opaco, abusivo e tracotante, effettualmente violento e tendenzialmente totalitario.
Voteremo NO condividendo l'appello degli illustri docenti di diritto costituzionale che hanno denunciato i guasti gravissimi della riforma costituzionale sottoposta a referendum.
Voteremo NO perche' la democrazia, la liberta', la giustizia, il diritto alla vita, alla salute e alla dignita' sono beni troppo preziosi per permettere che siano "tagliati per risparmiare".
Voteremo NO perche' in quanto esseri umani preferiamo essere cittadini anziche' sudditi".
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Concludo con tre note di metodo.
La prima: in questo tipo di referendum non c'e' quorum per la sua validita', ogni voto ha quindi un'importanza enorme.
La seconda: il fine del nostro impegno e' impedire la manomissione della Costituzione, impedire la mutilazione del parlamento, impedire che dalla democrazia si passi a un regime sempre piu' oligarchico, autoritario, ed infine totalitario. La violenza razzista dispiegata dal governo dal 2018 e l'incapacita', l'irresponsabilita', l'intempestivita', alcune decisioni catastrofiche e la folle tracotanza dagli esiti stragisti del governo centrale mezzo-razzista e dei governi regionali razzisti in questi mesi di epidemia, dimostrano l'urgente necessita' di contrastare la deriva razzista e fascista in corso.
La terza: ogni voto per il NO e' quindi benedetto, e non serve stare a sottilizzare sulle differenze anche profonde che possono esserci - ed effettivamente ci sono - tra coloro che votano NO. Io per esempio sono un estimatore e difensore (fossi anche l'ultimo restato sulla faccia della terra) dell'oggi tanto vituperato "bicameralismo perfetto", e lo sono perche' sapendo quanto facile sia sbagliare, preferisco che nel fare le leggi ci siano due camere che entrambe si impegnino nella loro stesura e discussione, e sostengo che piu' approfonditamente si discute e meglio sia, e che gli errori per vari motivi commessi nel dibattito e presenti nel testo licenziato da una Camera possano e debbano essere corretti dal dibattito dell'altra); ma non mi interessa se altri che voteranno NO avranno un punto di vista anche radicalmente diverso dal mio su questo o su altri temi, poiche' lo scopo di questo referendum e' sottoporre a giudizio non cio' che vorremmo fare o non fare in astratto, ma cio' che concretamente i poteri dominanti nell'attuale legislatura qui e oggi vogliono imporci con la loro sciagurata riforma costituzionale che hanno gia' approvato, e che solo con il referendum possiamo adesso impedire.
Nel nostro impegno restiamo quindi concentrati sull'oggetto della consultazione referendaria, poi ognuno la pensi come vuole su tutto il resto.
*
Allego in calce, a titolo di repertorio di riflessioni, quattro dei molti appelli che stanno circolando in questi giorni: il nostro "appello nonviolento per il NO" viterbese; l'appello per il NO di 183 costituzionalisti; l'appello per il NO del "Comitato donne per il NO al referendum"; l'appello per il NO dell'ANPI. Vari altri materiali utili, lo sapete gia', veniamo pubblicando tutti i giorni da qualche settimana nel nostro notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" e particolarmente nel supplemento ad hoc "NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie".
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Grazie per quanto vorrete fare. Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo settembre 2020
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Allegato primo: Un appello nonviolento per il NO al referendum
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Allegato secondo: L'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum
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Allegato terzo: L'appello del Comitato donne per il NO al referendum: "E invece NO"
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Allegato quarto: L'appello dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia: "Perche' votiamo NO"
(...)
 
4. LUCIANO BONFRATE: MONTESQUIEU CONTRO JACK LO SQUARTATORE. CINQUE VOLTE NO ALLA MUTILAZIONE DEL PARLAMENTO
 
Tengo per ferme queste opinioni.
*
Primo: pensaci, Giacomino
Che prima di prendere una decisione e' meglio pensarci.
Che dovendo decidere qualcosa che riguarda tutti, e' meglio pensarci tutti.
Che prima di fare uno sbaglio e' meglio pensarci due volte.
Che tutti possiamo sbagliare, perche' tutti siamo fallibili.
La democrazia e' quella procedura per cui le decisioni che riguardano tutti si prendono tutti insieme dopo averle discusse e ridiscusse.
Piu' tempo si discute, e meglio e'.
Piu' persone partecipano alla discussione, e meglio e'.
*
Secondo: grazie, signor Montesquieu
Nel nostro ordinamento giuridico democratico e costituzionale il parlamento e' l'organo che fa le leggi.
Quando il governo si sostituisce al parlamento, usurpa un potere che non gli appartiene: il governo ha il potere esecutivo, non quello legislativo.
Il parlamento e' eletto dall'intera popolazione. Gli organi che esercitano gli altri due poteri dello stato, il potere esecutivo e il potere giudiziario, non li elegge il popolo.
I poteri devono essere separati, e devono essere sottoposti a controllo; altrimenti e' la dittatura.
*
Terzo: Jack lo squartatore for President
Chi vuole mutilare il parlamento vuole prostituirlo alla volonta' del governo e dei padroni.
Chi vuole mutilare il parlamento vuole  escludere dalle istituzioni tutte le opposizioni rappresentative delle oppresse e degli oppressi.
Chi vuole mutilare il parlamento vuole continuare ad aggredire la democrazia e procedere lungo la via che porta al totalitarismo.
*
Quarto: repetita iuvant
I sostenitori del si' alla mutilazione del parlamento governano dal 2018; hanno dato prova di quale sia la loro politica: persecuzioni razziste, omissione di soccorso, crimini contro l'umanita'.
Ripetiamolo: i sostenitori del si' alla mutilazione del parlamento governano dal 2018; hanno dato prova di quale sia la loro politica: persecuzioni razziste, omissione di soccorso, crimini contro l'umanita'.
E ripetiamolo una volta ancora, e che nessuno lo dimentichi: i sostenitori del si' alla mutilazione del parlamento governano dal 2018; hanno dato prova di quale sia la loro politica: persecuzioni razziste, omissione di soccorso, crimini contro l'umanita'.
*
Quinto: l'inventore in camicia nera
Il piano di mutilare, imbavagliare ed infine annichilire il parlamento non l'hanno inventato i grillini-casaleggiani adesso, ne' Renzi nel 2016, ne' Berlusconi nel 2006; e neppure Licio Gelli con il piano della P2 dai signori riformatori costituzionali "antipolitici" ed "antiparlamentari" attuali scopiazzato a piene mani: lo invento' Mussolini, e lo mise in atto. Conseguenze di quella presa di potere fascista furono le guerre e i campi di sterminio: soltanto tra il 1939 e il 1945 cinquanta milioni di morti.
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Conclusione: cinque volte NO
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votero' NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano lo renderebbe ancor piu' subalterno al governo e ai padroni, procedendo lungo la china che annientando la divisione e il controllo dei poteri porta alla dittatura.
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano lo renderebbe ancora meno rappresentativo del popolo italiano, che vedrebbe cosi' ancor piu' lesa la sua sovranita' sancita dall'art. 1 della Costituzione repubblicana (e' bizzarro che chi vuole mutilare la sovranita' popolare si autoproclami "sovranista": forse fa riferimento a quei "soprani der monno vecchio" di un celebre sonetto del Belli).
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano rende meno democratico, quindi piu' oligarchico, e quindi piu' oppressivo l'ordinamento e il governo del nostro paese.
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano e' un'aggressione alla Costituzione repubblicana, e chi disprezza e aggredisce la Costituzione repubblicana opera per il ritorno del fascismo.
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano e' parte di un'ideologia e di un progetto che alla ragione ed alla convivenza sostituisce l'odio e la demenza, alla civilta' la barbarie, al rispetto per gli esseri umani la violenza razzista.
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In calce allego due appelli tra i molti che circolano e che meritano di essere letti: il nostro "appello nonviolento per il NO" e l'"appello per il NO di 183 costituzionalisti".
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Allegato primo: Un appello nonviolento per il NO al referendum
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Allegato secondo: L'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum
(...)
 
5. IL SOLITO ERRORE. UN MINIMO COMMENTO AL TESTO CHE PRECEDE
[Il testo cui ci si riferisce e' qui omesso]
 
L'intervento che precede tra molte cose giuste e ragionevoli ne dice una che piu' sbagliata non potrebbe essere. Continua a interpretare e rappresentare il fenomeno grillino come un movimento democratico, mentre invece si tratta di un partito razzista e totalitario.
Se prima dell'ingresso in parlamento si poteva pensare che l'ideologia razzista e fascista di cui erano palesemente impregnati il suo linguaggio e le sue manifestazioni fosse solo un espediente retorico atto ad accumulare consensi da destra per poi fare una politica - diciamo cosi' - pragmatica, la condotta degli eletti dimostro' subito quanto il culto del capo carismatico e tutto cio' che ne consegue fosse invece elemento forte d'identita' e d'irreggimentazione autoritaria; poi l'esperienza di governo grilino-leghista del 2018-2019 dovrebbe aver aperto gli occhi anche ai piu' sonnolenti: quel governo ha imposto scellerate decisioni razziste, fasciste e assassine.
Ed il governo attuale grillino-pd-renziano e spiccioli non solo non ha ancora revocato le abominevoli misure razziste del governo precedente, ma ha dimostrato tutto l'autoritarismo antidemocratico ed antiparlamentare grillino col pervicace abuso dei Dpcm da parte di quel Conte grillino che oggi governa col Pd come ieri con la Lega, e che dei crimini per cui il razzista Salvini andra' presto a processo e' stato complice primo.
Nulla aggiungiamo sul fatto che il partito grillino ha colmato prima il parlamento e quindi successivamente il governo di personaggi la cui improntitudine, irresponsabilita', insipienza e tracotanza hanno dato cosi' tragica prova dinanzi all'emergenza dell'epidemia: se non ci fossero stati un governo centrale mezzo-razzista (e delle giunte regionali del tutto razziste) molte vite umane sarebbero state salvate, che invece sono state perse per l'intempestivita' e l'inadeguatezza delle misure adottate da governanti che di questa strage un giorno dovranno pur rispondere.
Cosicche' dal profonde del cuore preghiamo ogni brava persona di farla finita col raccontarsi favole sui grillini che erano tanto bravi e chissa' perche' sono cambiati; non sono cambiati: erano e sono un'organizzazione razzista e totalitaria, quindi ovviamente antiparlamentare, quindi ovviamente antidemocratica.
Poi, ovviamente, nel sacco grillino ci sono finite (per ingenuita', per sventatezza, per risentimento o per altri motivi) anche persone che invece fasciste e razziste non erano e non sono, ne conosco qualcuna anch'io e con alcune di esse ho anche un forte legame d'amicizia; ma il nocciolo della questione e' che la politica, l'ideologia, il linguaggio stesso del partito-azienda grillino-casaleggiano sono costitutivamente razzisti e fascisti. Altro che democrazia diretta: omissione di soccorso dei naufraghi, persecuzioni razziste e deportazioni sono crimini contro l'umanita'.
 
6. UN APPELLO DI DONNE PER IL NO AL REFERENDUM. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
 
La mattina di giovedi' 3 settembre 2020 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio in vista del referendum del 20-21 settembre.
Nel corso dell'incontro e' stato letto e meditato con vivo consentimento l'appello del "Comitato donne per il NO al referendum" dal titolo "E invece NO", appello che si riproduce integralmente di seguito.
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Il testo integrale dell'appello del Comitato donne per il NO al referendum: "E invece NO"
(...)
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Una riflessione a Viterbo
L'incontro di studio e' stato aperto dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha evidenziato come ancora una volta siano voci di donne a dire le parole di verita' necessarie, confermando come il pensiero delle donne e il movimento di liberazione delle donne siano il cuore pulsante, la corrente calda e il maggior inveramento storico della nonviolenza in cammino, del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' intera e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Questo appello di donne per il NO al referendum coglie questioni decisive su cui occorre esprimersi: non si tratta solo di contrastare l'ideologia e la prassi che sussumono la sfera politica al potere economico, si tratta anche di difendere la Costituzione, la democrazia, il diritto di tutto il popolo ad essere rappresentato nell'organo legislativo; si tratta di difendere la separazione e il controllo dei poteri; si tratta di opporsi alla deriva antiparlamentare ed antidemocratica che porta verso l'oligarchia, l'autoritarismo, il totalitarismo.
Da questo appello emerge anche con assoluta chiarezza il legame che c'e' tra difesa della democrazia ed opposizione alla guerra, al razzismo, al maschilismo, alla violenza. Votare NO al referendum e' coerente con il NO alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
E' anche evidente che nel campo del NO all'antiparlamentarismo, del NO al fascismo, del NO alla barbarie, si riconoscono una varieta' di soggetti portatori di varie e diverse opinioni e posizioni: e questo e' la ricchezza preziosa della democrazia, il sale della civile convivenza.
Anche se i potenti e i padroni vorrebbero costringerci al silenzio e alla resa, possiamo e dobbiamo impegnarci per far vincere il NO al referendum, per resistere al razzismo e al militarismo, per costruire l'alternativa nonviolenta alla stoltezza e alla violenza dei potenti.
*
Una profonda condivisione
Le persone partecipanti all'incontro hanno analizzato, apprezzato e condiviso l'appello del "Comitato donne per il NO al referendum", s'impegnano a diffonderlo nei prossimi giorni, ed invitano interlocutori ed interlocutrici a meditarlo e ridiffonderlo ancora.
Occorre un impegno corale per far si' che il referendum sia espressione dell'autentica volonta' popolare: perche' cio' accada e' necessario che ogni persona sia adeguatamente informata, documentata, consapevole.
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Quid agendum
Occorre fare cinque cose per contrastare la disinformazione e la manipolazione.
1. che ogni persona di volonta' buona, che ogni associazione democratica prendano pubblicamente posizione per il NO, e diffondano "urbi et orbi" questa presa di posizione.
2. che ogni persona di volonta' buona, che ogni associazione democratica sollecitino altre persone ed altre associazione a prendere anch'esse posizione per il NO, e a diffondere questa loro presa di posizione.
3. che ogni persona di volonta' buona, che ogni associazione democratica intervengano sui mass-media e sui social media affinche' si impegnino per una corretta informazione.
4. che ogni persona di volonta' buona, che ogni associazione democratica promuovano ovunque possibile comitati locali per il NO al taglio del parlamento, collegandosi anche con il Comitato nazionale: sito: www.noaltagliodelparlamento.it , e-mail: info at noaltagliodelparlamento.it , ed anche con il Coordinamento per la democrazia costituzionale, sito: www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it
5. che ogni persona di volonta' buona, che ogni associazione democratica promuovano ovunque possibile ulteriori iniziative di informazione, documentazione, coscientizzazione, riflessione, dibattito.
Il tempo e' poco, occorre impegnarsi subito.
A titolo di esempio di seguito presentiamo una bozza di dichiarazione utilizzabile (ovviamente modificandola se lo si riterra' opportuno).
"Al referendum del 20-21 settembre voteremo NO.
Voteremo NO al taglio del Parlamento, alla strozzatura della rappresentanza democratica, all'estromissione delle minoranze dalle Camere, al compiuto asservimento dell'organo legislativo all'esecutivo e a centri di potere extraistituzionali ed antidemocratici.
Voteremo NO alla manomissione della Costituzione e alla compressione ed imprigionamento della sovranita' popolare.
Voteremo NO alla negazione del principio su cui si fonda lo stato di diritto: la separazione, l'equilibrio ed il controllo dei poteri.
Voteremo NO al disegno di sostituire alla democrazia rappresentativa un potere oligarchico e opaco, abusivo e tracotante, effettualmente violento e tendenzialmente totalitario.
Voteremo NO condividendo l'appello degli illustri docenti di diritto costituzionale che hanno denunciato i guasti gravissimi della riforma costituzionale sottoposta a referendum.
Voteremo NO perche' la democrazia, la liberta', la giustizia, il diritto alla vita, alla salute e alla dignita' sono beni troppo preziosi per permettere che siano "tagliati per risparmiare".
Voteremo NO perche' in quanto esseri umani preferiamo essere cittadini anziche' sudditi".
*
In calce alleghiamo anche quattro altri appelli che recano anch'essi utili elementi di riflessione.
NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
* * *
Allegato primo: Un appello nonviolento per il NO al referendum
(...)
* * *
Allegato secondo: L'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum
(...)
* * *
Allegato terzo: L'appello dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia: "Perche' votiamo NO"
(...)
* * *
Allegato quarto: L'appello dalla societa' civile: "Referendum costituzionale: No alla grande menzogna"
(...)
 
7. "NON E' UNA QUESTIONE DI SOLDI, E' UNA QUESTIONE DI LIBERTA'". UN DIALOGHETTO ALL'OSTERIA
 
I.
- A: E allora, t'ho visto ieri in piazza a rompere le scatole alla gente col solito comizio che tanto non ti da' retta nessuno. Ma quando la pianti?
- B: E' un vecchio vizio, lo sai.
- A: E stavolta con chi ce l'hai?
- B: E' per il referendum.
- A: Quello che fa risparmiare tagliando le poltrone alla casta?
- B: Un corno. La smettessero quei birbaccioni di prendere per i fondelli la gente. Il referendum e' per difendere la democrazia e la Costituzione dai fascisti al governo. Il referendum serve per dire NO al fascismo.
- A: Ecco qua. Hanno proprio ragione quelli che dicono che tu vedi fascisti dappertutto.
- B: Il fatto e' che sono veramente dappertutto. Io tengo solo gli occhi aperti e dico quel che vedo.
- A: Figurarsi. E allora, come si deve votare al referendum?
- B: Si deve votare NO. Come nel 2006 quando sconfiggemmo Berlusconi. Come nel 2016 quando sconfiggemmo Renzi.
- A: E che c'entrano i referendum del 2006 e del 2016 con questo di adesso?
- B: Le riforme costituzionali che respingemmo votando NO allora avevano lo stesso scopo di questa di oggi: volevano diminuire le rappresentanze parlamentari, indebolire il parlamento, far saltare la separazione e il controllo dei poteri, imporre una svolta oligarchica e autoritaria.
- A: Nientemeno, 'sti puzzoni.
- B: Nientemeno. Ed e' per questo che come allora anche oggi votiamo NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
- A: Addirittura.
- B. Addirittura.
- A: Ma sei proprio sicuro che e' su questo il referendum? A me me l'hanno raccontata diversa.
- B: E come te l'hanno raccontata?
- A: Che la riforma e' per diminuire i magnaccioni di Roma ladrona.
- B: La raccontano cosi', ma la verita' e' un'altra.
- A: A dar retta a te la verita' e' sempre un'altra.
- B: E' un'altra rispetto alle frescacce che raccontano i potenti e i padroni, e i manutengoli loro.
- A: Che per te sono tutti mascalzoni.
- B: Adesso l'hai detta proprio giusta.
- A: Ormai ci hai la zucca pelata, assomigli a Babbo Natale, cammini tutto stortignaccolo che ti ci vuole il bastone, e ancora fai il contestatore.
- B: Perche', c'e' qualcosa di male ad opporsi alla schiavitu', al razzismo e al fascismo?
- A: No, e' che un contestatore da vecchio fa ridere.
- B: Pazienza, vorra' dire che faro' ridere mentre a me mi viene da piangere.
- A: E perche' ti viene da piangere?
- B: Per lo schifo che c'e' intorno a noi, non lo vedi? Per la strage degli innocenti nel Mediterraneo, per la schiavitu' nelle campagne, per la persecuzione hitleriana dei migranti, per il regime di apartheid imposto nel nostro paese in cui un decimo della popolazione reale e' privato del diritto di voto. Ti pare poco?
- A: Non e' poco, no.
- B: E non e' neppure tutto: le decine di migliaia di persone morte di Covid perche' il governo mezzo-razzista e le giunte regionali del tutto razziste le hanno fatte morire con la loro irresponsabilita', intempestivita' e inadeguatezza: avessimo avuto governanti ragionevoli e non insipienti, solleciti del bene comune e non solo rimiratori del proprio ombelico, rispettosi della Costituzione e non golpisti, insomma antifascisti invece che fascisti, tante vite umane sarebbero state salvate.
- A: Gia', tante vite umane sarebbero state salvate.
- B: E la catastrofe ambientale prodotta dal modello di sviluppo imposto dal capitalismo finanziario predatore e onnicida? La politica, le istituzioni democratiche, le leggi della repubblica, dovrebbero servire innanzitutto a contrastare la violenza dei potenti che stanno provocando il disastro per tutti, no?
- A: Dovrebbero.
- B: Invece il ceto politico di barbari caudatari che ha occupato le istituzioni e' pressoche' totalmente subalterno e funzionale al comando del capitale astratto che fa scempio dell'umanita' concreta e dell'intero mondo vivente.
- A: In effetti.
- B: E allora non ho ragione a contestare, ad oppormi, a resistere a questo comitato d'affari degli sfruttatori, a questo regime razzista e devastatore? Non ho ragione ad oppormi al suo tentativo di fiaccare le istituzioni democratiche per imporre la dittatura degli sfruttatori, la dittatura dei massacratori? Non ho ragione a votare NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie?
- A: Ci avrai pure ragione, ma certo la vedi proprio nera.
- B: La vedro' proprio nera, ma certo ci ho pure ragione.
- A: Intanto beviamoci un cicchetto, che ne dici?
- B: Questa e' una bella idea.
*
II.
- A: Ci voleva proprio, eh?
- B: Ci vuole sempre un goccio.
- A: Quando ci vuole ci vuole.
- B: Questo e' parlare da uomini.
- A: Facciamo il bis?
- B: E perche' no?
*
III.
- A: E mo' spiegami bene che e' 'sta storia.
- B: Quale storia?
- A: Del referendum, no?
- B: Ah, ma e' semplice. Con la scusa di spendere di meno segano un terzo del parlamento.
- A: E sarebbe un male spendere di meno?
- B: E' un male segare la possibilita' che in parlamento siano rappresentati anche le oppresse e gli oppressi.
- A: E che c'entra?
- B: Con meno parlamentari non ci sara' piu' nessuna possibilita' per il movimento delle oppresse e degli oppressi di eleggere qualcuno in parlamento.
- A: Perche', oggi ci sono?
- B: Sulle punte delle dita di una mano, ma qualcuno forse c'e'.
- A: E contano quanto il due di coppe quando briscola e' spade.
- B: Comunque preferisco che ci siano.
- A: Se e' per questo, lo preferisco pure io.
- B: Se passa la riforma non ci potranno essere piu'. Ci saranno solo i servi dei padroni. E gia' si sa che politica faranno, quella che fanno sempre: razzista, schiavista, assassina.
- A: Allora non e' solo una questione di risparmiare un po' di soldi, come dicono.
- B: No, non e' una questione di risparmiare un po' di soldi, e' una questione di liberta'. La liberta' di tutte e tutti. La nostra liberta' di esistere e di lottare contro lo sfruttamento e la violenza. La liberta' sancita dalla Costituzione repubblicana scritta col sangue dei martiri della Resistenza.
- A: Con tutto cio', che quegli zozzoni del governo esagerano a rubare e sprecare i soldacci nostri pero' e' vero.
- B: E' vero si', e infatti bisognerebbe tagliargli gli artigli a loro, non segare il parlamento.
- A: Per esempio?
- B: Per esempio smetterla di buttare via i soldacci di tutti per comprare le armi assassine; smetterla di buttare via i soldacci di tutti per le spese militari; hai voglia quante spese ci sono che si potrebbero e dovrebbero tagliare. E tra le spese da tagliare gli emolumenti e le prebende dei signori parlamentari e dei signori ministri che ci costano piu' di vent'anni di grandine seguiti da vent'anni di siccita'.
- A: E coi soldoni risparmiati cosi'?
- B: Salute, casa, lavoro, istruzione, assistenza e da bere per tutti, per esempio.
- A: Questa non e' una cattiva idea, specialmente da bere per tutti. Magari potremmo cominciare col dare il buon esempio adesso.
- B: E vai col buon esempio.
*
IV.
- A: Mi piace proprio dare il buon esempio.
- B: A chi lo dici.
- A: Ancora un buon esempio?
- B: Prosit.
*
V.
- A: E allora bisogna votare NO, dico bene?
- B: Benissimo dici.
- A: Via, cominciamo a fare un po' di propaganda qui all'osteria.
- B: Mica solo qui all'osteria, bisogna fare propaganda dappertutto.
- A: Io pero' non e' che me la cavo granche' a fare i discorsi, magari se mi dici le cose piu' importanti quelle me le ricordo se sono poche.
- B: Allora: bisogna votare NO.
- A: E questa e' facile. E poi a me di dire no mi riesce naturale. Sara' che sono sempre stato un poveraccio, ma non e' mi e' mai piaciuto di dire signorsi'.
- B: Bravo, bisogna sempre dire di NO.
- A: E fino a qui ci siamo, E poi?
- B: Poi bisogna dire a che diciamo NO.
- A: Diciamo NO al fascismo.
- B: E' chiaro.
- A: E pure questa me la ricordo. A me il fascismo mi fa schifo.
- B: E poi bisogna dire perche' diciamo NO.
- A: E perche' diciamo NO?
- B: Perche' vogliamo difendere la democrazia e la liberta'.
- A: E per difendere la democrazia e la liberta' votiamo NO.
- B: E' logico.
- A: E' logico. E adesso non sara' il caso di farci un altro biccherino di quello buono?
- B: E' sempre il caso.
- A: E cosi' sia.
- B: Amen.
*
VI.
- A: Che c'e' di meglio di un bicchiere di spremuta di uve pregiate, come diceva il buon Sauro Sorbini?
- B: Due bicchieri di spremuta di uve pregiate.
- A: Questa e' la pura verita'.
- B: E la verita' sia fatta.
*
VII.
- A: Adesso si' che mi sento bene.
- B: E adesso a fare la propaganda per il NO.
- A: Vediamo se mi ricordo tutto: al referendum noi votiamo NO, contro il fascismo, per difendere la democrazia e la liberta'.
- B: Neppure Pertini avrebbe detto meglio.
- A: E magari c'e' pure qualche volantino da dare in giro, cosi' la gente si ricorda meglio?
- B: Ci avrei 'sti volantini qui.
- A: E dammene qualcuno.
- B: Tieni, tieni. Sono due diversi. Pero' prima di darli ricordati di dargli una letta pure tu.
- A: E perche'? Io gia' ce lo so come si deve votare, si deve votare NO.
- B: E' che magari qualcuno dopo che glielo hai dato ti chiede che c'e' scritto.
- A: E che c'e' scritto? Che si deve votare NO.
- B: C'e' scritto pure perche' si deve votare NO.
- A: E ce lo so gia': contro il fascismo, per difendere la democrazia e la liberta'.
- B: Facciamo cosi', mo' te li leggo io.
- A: E facciamo cosi'. E mentre leggi, mentre leggi, che ne dici se per bagnarsi l'ugola...
- B: E  c'e' bisogno di chiederlo?
- A: E allora forza, oste della malora, ancora due gotti del solito!
- B: Meglio che leggo finche' distinguo le parole. Comincio, eh?
Al referendum del 20-21 settembre voteremo NO.
Voteremo NO al taglio del Parlamento, alla strozzatura della rappresentanza democratica, all'estromissione delle minoranze dalle Camere, al compiuto asservimento dell'organo legislativo all'esecutivo e a centri di potere extraistituzionali ed antidemocratici.
Voteremo NO alla manomissione della Costituzione e alla compressione ed imprigionamento della sovranita' popolare.
Voteremo NO alla negazione del principio su cui si fonda lo stato di diritto: la separazione, l'equilibrio ed il controllo dei poteri.
Voteremo NO al disegno di sostituire alla democrazia rappresentativa un potere oligarchico e opaco, abusivo e tracotante, effettualmente violento e tendenzialmente totalitario.
Voteremo NO condividendo l'appello degli illustri docenti di diritto costituzionale che hanno denunciato i guasti gravissimi della riforma costituzionale sottoposta a referendum.
Voteremo NO perche' la democrazia, la liberta', la giustizia, il diritto alla vita, alla salute e alla dignita' sono beni troppo preziosi per permettere che siano "tagliati per risparmiare".
Voteremo NO perche' in quanto esseri umani preferiamo essere cittadini anziche' sudditi.
*
VIII.
- A: Questo e' parlare. Non e' che ho capito proprio tutto, ma che si deve votare NO questo si capisce bene. Ancora una sciacquata al gargarozzo?
- B: E' sempre l'ora di una bella sciacquata al gargarozzo.
*
IX.
- A: Ah, non c'e' niente di meglio che una bella sciacquata al gargarozzo. E visto che ci siamo, leggi pure quell'altro di volantino.
- B: E certamente. Eccolo qua.
NO alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo NO.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
NO all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
NO al fascismo, crimine contro l'umanita'.
NO alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza.
*
X.
- A: Pure in questo c'era qualche parola un po' difficile, ma che si deve votare NO si capisce bene. E a proposito, ma chi sarebbero quei docenti di diritto costituzionale che dicevi prima?
- B: Sarebbero un par di cento professori e professoresse che hanno passato la vita a studiare la Costituzione nostra e che dicono che bisogna votare NO. Se ti va, ti leggo quel che dicono che giusto giusto l'ho copiato su un quadernetto che ci ho in tasca che ci segno le cose da ricordare.
- A: Come no? Mentre tracanniamo un po' di elisir di lunga vita fa piacere l'accompagnamento musicale.
- B: E allora forza con l'elisir, ed eccolo qua pure l'appello dei 183 costituzionalisti. Senti bene, eh.
Le sottoscritte e i sottoscritti, docenti, studiose e studiosi di diritto costituzionale, intendono spiegare le ragioni tecniche per le quali si oppongono alla riforma sulla riduzione del numero dei parlamentari, illustrando i rischi per i principi fondamentali della Costituzione che la revisione comporta.
Si precisa che il presente documento scaturisce da un'iniziativa autonoma e totalmente indipendente sia dal Coordinamento per la democrazia costituzionale (CDC), sia dal Comitato nazionale per il No al taglio del Parlamento, cosi' come da ogni altro ente, organismo e associazione, esprimendo considerazioni frutto esclusivamente dell'elaborazione collettiva dei sottoscrittori.
Il testo di legge costituzionale sottoposto alla consultazione referendaria, introducendo una riduzione drastica del numero dei parlamentari (da 945 componenti elettivi delle due Camere si passerebbe a 600), avrebbe un impatto notevole sulla forma di Stato e sulla forma di governo del nostro ordinamento. Tanti motivi inducono a un giudizio negativo sulla riforma: qui si illustrano i principali.
1) La riforma svilisce, innanzitutto, il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentativita', senza offrire vantaggi apprezzabili ne' sul piano dell'efficienza delle istituzioni democratiche ne' su quello del risparmio della spesa pubblica.
I fautori della riforma adducono, a sostegno del "SI'" al referendum, la riduzione di spesa che la modifica della composizione delle Camere determinerebbe. Si tratta, pero', di un argomento inaccettabile non soltanto per l'entita' irrisoria dei tagli di cui si parla, ma anche perche' gli strumenti democratici basilari (come appunto l'istituzione parlamentare) non possono essere sacrificati o depotenziati in base a mere esigenze di risparmio.
La riduzione del numero dei parlamentari non deriverebbe, inoltre, da una riforma ragionata del bicameralismo perfetto (il vigente assetto parlamentare in base al quale le due Camere si trovano nella stessa posizione e svolgono le medesime funzioni). Tale sistema non sarebbe toccato dalla legge costituzionale oggetto del referendum.
Spesso si fa riferimento agli esempi di altri Stati ma non puo' correttamente compararsi il numero dei componenti delle Camere italiane con quello di altre assemblee parlamentari in termini astratti, senza tenere conto del numero degli elettori (e, dunque, del rapporto eletti/elettori). Si trascura, inoltre, che in molti degli ordinamenti assunti come termini di paragone si riscontrano forme di governo e tipi di Stato diversi dai nostri.
2) La riforma presuppone che la rappresentanza nazionale possa essere assorbita nella rappresentanza di altri organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, Consigli comunali, ecc.), contro ogni evidenza storica e contro la giurisprudenza della Corte costituzionale.
I fautori della riforma sostengono ancora che la riduzione del numero dei parlamentari non arrecherebbe alcun danno alle esigenze della rappresentativita' perche' sarebbero gia' tanti gli organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, consigli comunali, ecc.) la cui formazione dipenderebbe dal voto dei cittadini. La rappresentanza nazionale, secondo questa tesi, potrebbe trovare un'espressione parcellizzata in altri luoghi istituzionali. A prescindere, pero', da ogni altra considerazione sul ruolo e sulle competenze degli organi elettivi richiamati (ad esempio, i Consigli regionali italiani non sono paragonabili ai parlamenti degli Stati membri di una federazione), si puo' ricordare che la Corte costituzionale ha chiarito che "solo il Parlamento e' sede della rappresentanza politica nazionale, la quale imprime alle sue funzioni una caratterizzazione tipica ed infungibile".
Basta leggere, del resto, le materie attribuite dalla Costituzione alla competenza esclusiva del legislatore statale (e considerare l'interpretazione estensiva che di molte di queste materie ha dato la stessa Corte costituzionale nella sua giurisprudenza) per avere un'idea dell'importanza delle Camere.
3) La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza di interi territori.
Per quanto riguarda la nuova composizione del Senato, alcune Regioni finirebbero con l'essere sottorappresentate rispetto ad altre. Cosi', ad esempio, l'Abruzzo, con un milione e trecentomila abitanti, avrebbe diritto a quattro senatori, mentre il Trentino-Alto Adige, con le sue due province autonome e con una popolazione complessiva di un milione di abitanti, avrebbe in tutto sei senatori; e ancora la Liguria, con cinque seggi, avrebbe una rappresentanza al Senato, in sostanza, della sola area genovese.
4) La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto (anche se e' spesso presentata dai suoi sostenitori come un intervento volto a raggiungere gli stessi obiettivi di precedenti progetti di riforma, diretti a rendere piu' efficiente l'istituzione parlamentare).
Come si e' gia' detto, l'attuale riforma non introduce alcuna differenziazione tra le due Camere ma si limita semplicemente a ridurne i componenti, il cui elevato numero costituisce una caratteristica del Parlamento e non del bicameralismo perfetto. Tale assetto, in teoria, potrebbe anche essere modificato senza alterare in modo cosi' incisivo il numero dei parlamentari, anche solo per il tramite di una contestuale riforma dei regolamenti parlamentari di Camera e Senato. Al contrario, se si considerano i problemi di rappresentanza di alcuni territori regionali che la riforma comporterebbe, risulta che paradossalmente la legge in questione finirebbe con l'aggravare, anziche' ridurre, i problemi del bicameralismo perfetto.
5) La riforma appare ispirata da una logica "punitiva" nei confronti dei parlamentari, confondendo la qualita' dei rappresentanti con il ruolo stesso dell'istituzione rappresentativa. La revisione costituzionale sembra essere espressione di un intento "punitivo" nei confronti dei parlamentari – visti come esponenti di una "casta" parassitaria da combattere con ogni mezzo – ed e' il segno di una diffusa confusione del problema della qualita' dei rappresentanti con il ruolo dell'organo parlamentare. Non e' dato riscontrare, tuttavia, un rapporto inversamente proporzionale tra il numero dei parlamentari e il livello qualitativo degli stessi. Una simile riduzione dei componenti delle Camere penalizzerebbe soltanto la rappresentanza delle minoranze e il pluralismo politico e potrebbe paradossalmente produrre un potenziamento della capacita' di controllo dei parlamentari da parte dei leader dei partiti di riferimento, facilitato dal numero ridotto degli stessi componenti delle Camere.
Non puo' trascurarsi, inoltre, lo squilibrio che si verrebbe a determinare qualora, entrata in vigore la modifica costituzionale, non si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, con essa coerente, tale da assicurare – nei limiti del possibile – la rappresentativita' delle Camere e, allo stesso tempo, agevolare la formazione di una maggioranza (sia pur relativamente) stabile di governo.
E' illusorio, in conclusione, pensare alle riforme costituzionali come ad azioni dirette a causare shock a un sistema politico-partitico incapace di autoriformarsi, nella speranza che l'evento traumatico possa innescare reazioni benefiche. Una cattiva riforma non e' meglio di nessuna riforma. Semmai e' vero il contrario. Respingendo questa riforma perche' monca e destabilizzante, ci sarebbe spazio per proposte equilibrate che mantengano intatti i principi fondanti del nostro ordinamento costituzionale; al contrario sarebbe piu' difficile mettere in discussione una riforma appena avallata dal corpo elettorale. Occorrono, in definitiva, interventi idonei ad apportare miglioramenti al sistema nel rispetto della democraticita' e della rappresentativita' delle istituzioni.
Per queste ragioni i sottoscritti voteranno convintamente "NO"!
*
XI.
- A: Gagliardo e tosto. Non finiva piu', c'era qualche parolone difficile, pero' e' gagliardo e tosto. E una volta tanto i sori professori si capisce quel che dicono. E adesso per esprimere il nostro vivo apprezzamento agli esimi professori ed alle esimie professoresse, e soprattutto alla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, lo sai che si fa?
- B: Che si fa?
- A: Lo sai che si fa: un brindisi.
- B: E un brindisi sia.
*
XII.
- A: Cosi' mi piace, che a stare a sentire i comizi in piazza m'annoio, ma qui all'osteria si ragiona proprio bene, eh?
- B: Si ragiona bene, si ragiona bene.
- A: E quando si ragiona bene si vota NO.
- B: Cosi' si fa. E adesso andiamo a fare un po' di propaganda. Il bicchiere della staffa prima di andare?
- A: E come si fa a rifiutare il bicchiere della staffa?
- B: Oste, qui c'e' gente che ha sete!
- A: E dopo aver riempito i bicchieri lasciaci pure tutta la bottiglia che ci pensiamo noi a portare a compimento l'opera, che quando eravamo piccoli la mamma ci ha insegnato che quando ci si alza dal tavolino non si devono lasciare avanzi!
- B: Mi sa che vinciamo pure questo di referendum. Non so perche' ma gia' mi sento tutto allegro, e' un buon presentimento.
 
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 426 del 23 gennaio 2021
*
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