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[Nonviolenza] Archivi. 425
- Subject: [Nonviolenza] Archivi. 425
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 22 Jan 2021 09:55:50 +0100
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Numero 425 del 22 gennaio 2021
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di agosto 2020 (parte quinta e conclusiva)
2. L'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum. Un incontro di studio a Viterbo
3. Adesione al digiuno del 28 agosto 2020 promosso dall'appello "E se fossimo noi ad affogare? Adesso basta!"
4. Un incontro di studio a Viterbo sul prezioso saggio di Alessandra Algostino che argomenta le inconfutabili ragioni del NO al referendum
5. Ebru Timtik
6. Una conversazione il 29 agosto in via della Verita' a Viterbo per il NO al referendum del 20-21 settembre
7. Severino Vardacampi: Per tre ragioni votero' NO al referendum del 20-21 settembre 2020
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2020 (PARTE QUINTA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2020.
2. L'APPELLO DI 183 COSTITUZIONALISTI PER IL NO AL REFERENDUM. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Un incontro di studio a Viterbo per il NO al referendum
La mattina del 26 agosto 2020 si e' svolto a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", un incontro di studio sul testo del recentissimo appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum.
L'incontro e' iniziato con la lettura integrale dell'appello sottoscritto da molti dei piu' illustri giuristi italiani.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sottolineato l'importanza delle argomentazioni dei costituzionalisti; ovviamente esse non esauriscono le ragioni del NO al referendum (altre ve ne sono, e non meno decisive), ma certo rappresentano un qualificato ed importantissimo contributo alla riflessione.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso condivisione e sostegno al documento, ed invitano a promuovere ovunque iniziative di lettura, commento e diffusione dello stesso.
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Un minimo riassunto dell'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum
L'appello evidenzia particolarmente alcune decisive questioni, che di seguito riassumiamo.
1) "La riforma svilisce, innanzitutto, il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentativita', senza offrire vantaggi apprezzabili ne' sul piano dell'efficienza delle istituzioni democratiche ne' su quello del risparmio della spesa pubblica".
2) "La riforma presuppone che la rappresentanza nazionale possa essere assorbita nella rappresentanza di altri organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, Consigli comunali, ecc.), contro ogni evidenza storica e contro la giurisprudenza della Corte costituzionale".
3) "La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza di interi territori".
4) "La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto".
5) "La riforma appare ispirata da una logica "punitiva" nei confronti dei parlamentari, confondendo la qualita' dei rappresentanti con il ruolo stesso dell'istituzione rappresentativa".
"E' illusorio, in conclusione, pensare alle riforme costituzionali come ad azioni dirette a causare shock a un sistema politico-partitico incapace di autoriformarsi, nella speranza che l'evento traumatico possa innescare reazioni benefiche. Una cattiva riforma non e' meglio di nessuna riforma. Semmai e' vero il contrario".
"Per queste ragioni i sottoscritti voteranno convintamente NO".
Il testo integrale dell'appello e' riprodotto in calce al presente comunicato.
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Anche un appello nonviolento per il NO al referendum
A sostegno del medesimo impegno degli illustri giuristi per il NO al referendum, la struttura nonviolenta viterbese ha anch'essa promosso alcune settimane fa un appello il cui testo integrale di seguito si riproduce:
"No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza".
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Anche un quotidiano telematico per il NO al referendum
A sostegno del medesimo impegno degli illustri giuristi per il NO al referendum, la struttura nonviolenta viterbese sta anche quotidianamente pubblicando un supplemento del suo notiziario "La nonviolenza e' in cammino", supplemento che presenta via via i contributi di riflessione di grandi organizzazioni democratiche e di prestigiose personalita' della cultura, della riflessione morale e dell'impegno civile schierate per il NO al referendum.
La testata del supplemento ad hoc e' "No all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie"; ed e' possibile sia leggerlo nel sito www.peacelink.it, sia riceverlo gratuitamente per e-mail (per richieste: centropacevt at gmail.com).
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Altre iniziative e materiali informativi disponibili per il NO al referendum
A sostegno del medesimo impegno degli illustri giuristi per il NO al referendum, la struttura nonviolenta viterbese sta anche promuovendo iniziative di informazione, documentazione e coscientizzazione a Viterbo e nei centri della provincia, e diffondendo materiali utili.
In calce a questa nota si allega il testo integrale dell'appello dei 183 costituzionalisti per il NO al referendum, con l'invito a chi legge a diffonderlo ulteriormente.
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Allegato. L'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum
Le ragioni del nostro NO al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari
In risposta all'appello del Direttore della testata online "Huffington Post" Mattia Feltri, pubblicato lo scorso 8 agosto, le sottoscritte e i sottoscritti, docenti, studiose e studiosi di diritto costituzionale, intendono spiegare le ragioni tecniche per le quali si oppongono alla riforma sulla riduzione del numero dei parlamentari, illustrando i rischi per i principi fondamentali della Costituzione che la revisione comporta.
Si precisa che il presente documento scaturisce da un'iniziativa autonoma e totalmente indipendente sia dal Coordinamento per la democrazia costituzionale (CDC), sia dal Comitato nazionale per il No al taglio del Parlamento, cosi' come da ogni altro ente, organismo e associazione, esprimendo considerazioni frutto esclusivamente dell'elaborazione collettiva dei sottoscrittori.
Il testo di legge costituzionale sottoposto alla consultazione referendaria, introducendo una riduzione drastica del numero dei parlamentari (da 945 componenti elettivi delle due Camere si passerebbe a 600), avrebbe un impatto notevole sulla forma di Stato e sulla forma di governo del nostro ordinamento. Tanti motivi inducono a un giudizio negativo sulla riforma: qui si illustrano i principali.
1) La riforma svilisce, innanzitutto, il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentativita', senza offrire vantaggi apprezzabili ne' sul piano dell'efficienza delle istituzioni democratiche ne' su quello del risparmio della spesa pubblica.
I fautori della riforma adducono, a sostegno del "SI'" al referendum, la riduzione di spesa che la modifica della composizione delle Camere determinerebbe. Si tratta, pero', di un argomento inaccettabile non soltanto per l'entita' irrisoria dei tagli di cui si parla, ma anche perche' gli strumenti democratici basilari (come appunto l'istituzione parlamentare) non possono essere sacrificati o depotenziati in base a mere esigenze di risparmio.
La riduzione del numero dei parlamentari non deriverebbe, inoltre, da una riforma ragionata del bicameralismo perfetto (il vigente assetto parlamentare in base al quale le due Camere si trovano nella stessa posizione e svolgono le medesime funzioni). Tale sistema non sarebbe toccato dalla legge costituzionale oggetto del referendum.
Spesso si fa riferimento agli esempi di altri Stati ma non puo' correttamente compararsi il numero dei componenti delle Camere italiane con quello di altre assemblee parlamentari in termini astratti, senza tenere conto del numero degli elettori (e, dunque, del rapporto eletti/elettori). Si trascura, inoltre, che in molti degli ordinamenti assunti come termini di paragone si riscontrano forme di governo e tipi di Stato diversi dai nostri.
2) La riforma presuppone che la rappresentanza nazionale possa essere assorbita nella rappresentanza di altri organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, Consigli comunali, ecc.), contro ogni evidenza storica e contro la giurisprudenza della Corte costituzionale.
I fautori della riforma sostengono ancora che la riduzione del numero dei parlamentari non arrecherebbe alcun danno alle esigenze della rappresentativita' perche' sarebbero gia' tanti gli organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, consigli comunali, ecc.) la cui formazione dipenderebbe dal voto dei cittadini. La rappresentanza nazionale, secondo questa tesi, potrebbe trovare un'espressione parcellizzata in altri luoghi istituzionali. A prescindere, pero', da ogni altra considerazione sul ruolo e sulle competenze degli organi elettivi richiamati (ad esempio, i Consigli regionali italiani non sono paragonabili ai parlamenti degli Stati membri di una federazione), si puo' ricordare che la Corte costituzionale ha chiarito che "solo il Parlamento e' sede della rappresentanza politica nazionale, la quale imprime alle sue funzioni una caratterizzazione tipica ed infungibile".
Basta leggere, del resto, le materie attribuite dalla Costituzione alla competenza esclusiva del legislatore statale (e considerare l'interpretazione estensiva che di molte di queste materie ha dato la stessa Corte costituzionale nella sua giurisprudenza) per avere un'idea dell'importanza delle Camere.
3) La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza di interi territori.
Per quanto riguarda la nuova composizione del Senato, alcune Regioni finirebbero con l'essere sottorappresentate rispetto ad altre. Cosi', ad esempio, l'Abruzzo, con un milione e trecentomila abitanti, avrebbe diritto a quattro senatori, mentre il Trentino-Alto Adige, con le sue due province autonome e con una popolazione complessiva di un milione di abitanti, avrebbe in tutto sei senatori; e ancora la Liguria, con cinque seggi, avrebbe una rappresentanza al Senato, in sostanza, della sola area genovese.
4) La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto (anche se e' spesso presentata dai suoi sostenitori come un intervento volto a raggiungere gli stessi obiettivi di precedenti progetti di riforma, diretti a rendere piu' efficiente l'istituzione parlamentare).
Come si e' gia' detto, l'attuale riforma non introduce alcuna differenziazione tra le due Camere ma si limita semplicemente a ridurne i componenti, il cui elevato numero costituisce una caratteristica del Parlamento e non del bicameralismo perfetto. Tale assetto, in teoria, potrebbe anche essere modificato senza alterare in modo cosi' incisivo il numero dei parlamentari, anche solo per il tramite di una contestuale riforma dei regolamenti parlamentari di Camera e Senato. Al contrario, se si considerano i problemi di rappresentanza di alcuni territori regionali che la riforma comporterebbe, risulta che paradossalmente la legge in questione finirebbe con l'aggravare, anziche' ridurre, i problemi del bicameralismo perfetto.
5) La riforma appare ispirata da una logica "punitiva" nei confronti dei parlamentari, confondendo la qualita' dei rappresentanti con il ruolo stesso dell'istituzione rappresentativa. La revisione costituzionale sembra essere espressione di un intento "punitivo" nei confronti dei parlamentari – visti come esponenti di una "casta" parassitaria da combattere con ogni mezzo – ed e' il segno di una diffusa confusione del problema della qualita' dei rappresentanti con il ruolo dell'organo parlamentare. Non e' dato riscontrare, tuttavia, un rapporto inversamente proporzionale tra il numero dei parlamentari e il livello qualitativo degli stessi. Una simile riduzione dei componenti delle Camere penalizzerebbe soltanto la rappresentanza delle minoranze e il pluralismo politico e potrebbe paradossalmente produrre un potenziamento della capacita' di controllo dei parlamentari da parte dei leader dei partiti di riferimento, facilitato dal numero ridotto degli stessi componenti delle Camere.
Non puo' trascurarsi, inoltre, lo squilibrio che si verrebbe a determinare qualora, entrata in vigore la modifica costituzionale, non si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, con essa coerente, tale da assicurare – nei limiti del possibile – la rappresentativita' delle Camere e, allo stesso tempo, agevolare la formazione di una maggioranza (sia pur relativamente) stabile di governo.
E' illusorio, in conclusione, pensare alle riforme costituzionali come ad azioni dirette a causare shock a un sistema politico-partitico incapace di autoriformarsi, nella speranza che l'evento traumatico possa innescare reazioni benefiche. Una cattiva riforma non e' meglio di nessuna riforma. Semmai e' vero il contrario. Respingendo questa riforma perche' monca e destabilizzante, ci sarebbe spazio per proposte equilibrate che mantengano intatti i principi fondanti del nostro ordinamento costituzionale; al contrario sarebbe piu' difficile mettere in discussione una riforma appena avallata dal corpo elettorale. Occorrono, in definitiva, interventi idonei ad apportare miglioramenti al sistema nel rispetto della democraticita' e della rappresentativita' delle istituzioni.
Per queste ragioni i sottoscritti voteranno convintamente "NO"!
*
Promotori: Alessandro Morelli, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Messina; Fiammetta Salmoni, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Universita' Telematica degli Studi di Roma Guglielmo Marconi; Michele Della Morte, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi del Molise; Marina Calamo Specchia, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale comparato, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro; Vincenzo Casamassima, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' del Sannio di Benevento.
Firmano (in ordine alfabetico):
(...)
3. ADESIONE AL DIGIUNO DEL 28 AGOSTO 2020 PROMOSSO DALL'APPELLO "E SE FOSSIMO NOI AD AFFOGARE? ADESSO BASTA!"
Il 28 agosto prendero' parte al digiuno contro la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Aderisco infatti all'appello "E se fossimo noi ad affogare? Adesso basta!" promosso da numerosi movimenti ed esperienze di solidarieta', appello che allego in calce a questa dichiarazione.
*
Ed insieme credo che sia necessario riproporre quattro cose che e' indispensabile fare, per ottenere le quali occorre adesso una vera e propria insurrezione nonviolenta di ogni persona di volonta' buona, di tutte le istituzioni democratiche, dell'intera Italia civile impegnata per la legalita' che salva le vite, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
L'Italia torni alla legalita', alla civilta', all'umanita'.
L'Italia torni al rispetto della vita umana, al rispetto della Costituzione, al rispetto del diritto internazionale, al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Cessi la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Cessino il razzismo, la schiavitu' e l'apartheid nel nostro paese.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 27 agosto 2020
* * *
Allegato: Il testo integrale dell'appello: "E se fossimo noi ad affogare? Adesso basta!"
Gridare tutta la nostra indignazione, metterci il nostro corpo e non solo la faccia, esigere un cambio di rotta dell'Italia e dell'Europa, complici delle stragi dei migranti, di fronte agli ennesimi crimini di omissione di soccorso! Non ci resta che questo, dopo le ultime tragedie del Mare Nostrum.
Secondo quanto ricostruito da Alarm Phone, il servizio telefonico di Watch The Med dedicato ai migranti in difficolta', la notte tra il 14 e il 15 agosto e' partito dalla Libia un gommone con a bordo 81 persone (inizialmente la notizia parlava di 65). Stando alle telefonate ricevute dai volontari, l'imbarcazione avrebbe cominciato ad avere dei problemi da subito tanto da chiamare in maniera concitata per avere soccorso.
"Eravamo alla deriva quando siamo stati raggiunti da una motovedetta libica con cinque uomini armati a bordo. I miliziani ci hanno detto che ci avrebbero salvati e riportati in Libia se gli davamo i cellulari e i soldi, ma noi non avevamo soldi. E' cominciata una discussione e alla fine loro hanno sparato sul gommone, hanno colpito il motore e alcune taniche di benzina. Ci siamo gettati in acqua, ma molti di noi sono morti".
Nel naufragio, hanno dichiarato alcuni dei 36 superstiti, sono morte 45 persone tra cui cinque bambini, secondo quanto ricostruito dall'Organizzazione internazionale per le migrazione. Ai morti si aggiunge la sorte dei sopravvissuti che, recuperati da un peschereccio, una volta portati sulla terraferma, sono stati trasferiti in un centro di detenzione libico, uno di quelli gestiti dal governo di Tripoli. Si tratterebbe, secondo le prime informazioni, di cittadini provenienti da Senegal, Mali, Ciad e Ghana.
Subito dopo quella strage, in meno di una settimana, ne sono avvenute altre tre: il bilancio totale e' di 100 morti e altre 160 persone sparite dopo aver preso il largo! Non posiamo restare a guardare e a contare senza muoverci!
E' gravissimo che sia proprio l'Italia a finanziare la guardia costiera libica. Il governo italiano continua nei fatti le politiche di respingimento dei migranti violando il diritto internazionale che prevede l'obbligo di accoglienza dei profughi che scappano da guerre e da violazioni di diritti umani. Inoltre l'Italia tiene ancora bloccate nei porti ben quattro navi che potrebbero salvare altri migranti. "Le vostre mani grondano sangue" tuonava il profeta Isaia ai capi responsabili dei crimini contro i piu' indifesi (Is 1,15).
Noi diciamo basta! Con papa Francesco, che domenica scorsa nell'Angelus ha detto con emozione che "Dio ci chiedera' conto di tutte le vittime dei viaggi della speranza", abbiamo a cuore la vita di questi fratelli e sorelle in pericolo e sentiamo piu' che mai il dovere di muoverci per evitare la prossima strage! "I ritardi registrati nei mesi recenti e l'omissione di assistenza, sono inaccettabili e mettono vite umane in situazioni di rischio evitabili" hanno dichiarato giovedi' scorso Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Migranti) e l'Oim. Se continua cosi' tra diversi allarmi inascoltati e mancati interventi delle avremo presto altri morti.
Dobbiamo muoverci anche e soprattutto se e' ancora per molti tempo di vacanza. Anche e soprattutto perche', mentre come ogni agosto, si riaffollano le spiagge italiane (e il Covid ne approfitta), la notizia di questa strage e di questa ennesima detenzione sta passando tranquilla senza clamori. Ne' da parte della politica ne' da parte della Conferenza Episcopale italiana. E siamo molto indignati riguardo le esternazioni del governatore Musumeci che usa i migranti per scopi elettorali.
In tempi difficili per ritrovarci fisicamente proponiamo, a tutti e tutte coloro che hanno a cuore questa causa:
- un digiuno il giorno venerdi' 28 agosto, come segno di protesta contro l'indifferenza e di solidarieta' con i migranti, secondo le modalita' possibili ad ognuno/a.
- una foto da inviare sui social venerdi' 28 agosto con il proprio volto e un cartello con scritto #esefossimonoiadaffogare?Adessobasta!
Nella speranza di poter presto tornare a ritrovarci dal vivo per dire basta a questi crimini con molti altri gesti, restiamo umani, vigilanti e appassionati della giustizia e della dignita' di ogni vita umana.
I primi firmatari: Associazione Casa Amadou, Associazione Laudato si' – Un'alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale, Centro Astalli, Ciac (Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione), Cimi (Conferenza degli Istituti Missionari italiani), Comitato 3 ottobre, Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani, Comunita' comboniana di Castelvolturno (Ce), Emmaus Italia, Fondazione Casa della carita' (Angelo Abriani), Gim (Giovani Impegno Missionario), Gruppo Abele, Libera, Nigrizia, ResQ - People Saving People, Suam (Segretariato unitario animazione missionaria degli Istituti missionari)
Per adesioni (personali e di gruppi, associazioni, etc.) scrivere a: redazione at nigrizia.it
4. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO SUL PREZIOSO SAGGIO DI ALESSANDRA ALGOSTINO CHE ARGOMENTA LE INCONFUTABILI RAGIONI DEL NO AL REFERENDUM
Nella serata di giovedi' 27 agosto 2020 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di studio sul saggio dell'illustre giurista Alessandra Algostino, docente di diritto costituzionale all'Universita' di Torino, che argomenta le inconfutabili ragioni del NO al referendum, dal titolo "Contro la riduzione del numero dei parlamentari, in nome del pluralismo e del conflitto".
Nel corso dell'incontro e' stato letto e commentato integralmente il saggio, il cui testo si riproduce in calce al presente comunicato.
*
L'introduzione all'incontro
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che oggi partecipa al digiuno promosso dall'appello ""E se fossimo noi ad affogare? Adesso basta!" contro la strage degli innocenti nel Mediterraneo, ha aperto l'incontro sottolineando che occorre il massimo impegno affinche' il NO prevalga nel referendum.
"Nessuno si rassegni alle menzogne e alle mene delle camarille antidemocratiche, nessuno si arrenda alla deriva verso la barbarie, nessuno rinunci alla propria dignita' di essere umano: ogni persona di volonta' buona si decida all'impegno. Con l'impegno di tutte e tutti e' possibile - oltre che necessario - che il NO vinca il 20-21 settembre; cosi' come il NO vinse nel 2006 contro un'analoga riforma antidemocratica imposta dall'oligarca Berlusconi; cosi' come il NO vinse nel 2016 contro un'analoga riforma antidemocratica imposta dall'oligarca Renzi. Ogni persona di volonta' buona, ogni movimento, ogni associazione, ogni esperienza civile si impegni: votiamo NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie".
Peppe Sini ha anche ricordato che il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo sta accompagnando l'iniziativa di informazione, documentazione e coscientizzazione per il NO al referendum con la pubblicazione di un notiziario telematico quotidiano ad hoc gia' da alcune settimane e fino all'imminenza del voto. Analogamente ogni persona ed ogni associazione impegnate per il NO si adoperino a raccogliere, studiare e diffondere i materiali informativi e documentari che dimostrano inoppugnabilmente la necessita' di votare NO (tra gli altri materiali disponibili: l'appello di 183 costituzionalisti; l'appello dell'"Associazione nazionale partigiani d'Italia"; la sintesi dei "dieci motivi per dire NO"; i materiali prodotti dal "Comitato nazionale per il NO al taglio del Parlamento" e dal "Coordinamento per la democrazia costituzionale"; le prese di posizione di molte autorevoli personalita' della vita culturale, morale e civile del nostro paese). "Diffondiamo la conoscenza, facciamo crescere la consapevolezza: e' valorizzando le ragioni della ragione e le ragioni del cuore di tutte e tutti i cittadini che il 20-21 settembre possiamo far vincere il NO all'antiparlamentarismo, il NO al fascismo, il NO alla barbarie".
Infine ancora una volta, come ogni giorno da anni, il responsabile della storica struttura nonviolenta viterbese ha riaffermato la necessita' di "abolire il razzismo, la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia".
*
Un "appello nonviolento per il NO"
La struttura nonviolenta viterbese ha anche promosso un "appello nonviolento per il NO" di cui di seguito riproduciamo ancora una volta il testo integrale:
"No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza".
*
Il 20-21 settembre votiamo NO.
Difendiamo la Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.
Che prevalga la democrazia, la civilta', l'umanita'.
* * *
Allegato. Alessandra Algostino: Contro la riduzione del numero dei parlamentari, in nome del pluralismo e del conflitto
(...)
5. EBRU TIMTIK
In un carcere turco
dopo mesi di sciopero della fame
e' morta la nostra sorella Ebru Timtik
che difendeva i diritti umani di tutti gli esseri umani
e per questo e' stata perseguitata dal regime fascista
che l'ha incarcerata con accuse insensate
che le ha negato un processo equo
che l'ha tratta a morte.
Si svegli l'umanita'
nessuna donna nessun uomo debba piu' morire
sotto il tallone di ferro delle dittature.
Insorga l'umanita'
contro tutti i poteri assassini
contro tutte le violenze e le ingiustizie
per salvare tutte le vite
per sconfiggere la violenza
con la forza della verita'
con la lotta nonviolenta
con la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e libera e salva.
Condividere il bene ed i beni
oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi nella lotta per la liberazione comune.
6. UNA CONVERSAZIONE IL 29 AGOSTO IN VIA DELLA VERITA' A VITERBO PER IL NO AL REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE
Nella mattinata di sabato 29 agosto 2020 in via della Verita' a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione illustrando le ragioni del "NO" al referendum del 20-21 settembre.
Il ragionamento ha preso le mosse da alcune riflessioni di Primo Levi, Bertrand Russell, Hannah Arendt, Simone Weil, Rosa Luxemburg.
Una riflessione di Primo Levi: "L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e' estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre piu' estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni (...). Per noi, parlare con i giovani e' sempre piu' difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perche' inaspettato, non previsto da nessuno. E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa; incredibilmente, e' avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler e' stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo: questo e' il nocciolo di quanto abbiamo da dire".
Una riflessione di Bertrand Russell: "Pezzo per pezzo, un passo dopo l'altro, il mondo ha marciato verso l'attuazione degli incubi di Orwell; ma poiche' la marcia e' stata graduale, la gente non si e' resa conto di quanto cammino abbia gia' fatto su questa strada fatale".
Una riflessione di Hannah Arendt: "La politica si fonda sul dato di fatto della pluralita' degli esseri umani".
Una riflessione di Simone Weil: "... nulla al mondo puo' impedire all'essere umano di sentirsi nato per la liberta'. Mai, qualsiasi cosa accada, potra' accettare la servitu'; perche' egli pensa".
Una riflessione di Rosa Luxemburg: "La liberta' e' sempre e unicamente la liberta' di chi la pensa diversamente".
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato - riassumendone anche le principali argomentazioni - alcuni qualificatissimi appelli per il NO al referendum: come quello promosso da 182 illustri costituzionalisti; come quello sottoscritto da prestigiose figure dell'impegno solidale come - tra varie altre - mons. Luigi Bettazzi, don Luigi Ciotti, mons. Raffaele Nogaro e padre Alex Zanotelli; come quello che reca l'autorevolissima firma dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha anche ovviamente illustrato l'"appello nonviolento per il NO al referendum" che di seguito si trascrive.
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Un appello nonviolento per il NO al referendum
No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza".
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Un notiziario telematico quotidiano
In vista del referendum costituzionale del 20-21 settembre 2020 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo gia' da due settimane sta diffondendo ogni giorno un supplemento speciale del suo notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", supplemento nel quale pubblica vari materiali di informazione, di documentazione e di studio.
La testata di questo supplemento monografico quotidiano e': "No all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie".
Puo' essere richiesto gratuitamente all'indirizzo e-mail: centropacevt at gmail.com
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Altre iniziative nel viterbese per il NO al referendum
Per il NO al referendum la struttura nonviolenta viterbese sta promuovendo ulteriori iniziative di informazione, documentazione e coscientizzazione a Viterbo e nei centri della provincia; sta diffondendo materiali utili a chiunque ne faccia richiesta; invita ogni persona di volonta' buona ed ogni associazione democratica all'impegno.
Il 20-21 settembre votiamo NO.
Difendiamo la Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.
Difendiamo la democrazia, la civilta', l'umanita'.
NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
7. SEVERINO VARDACAMPI: PER TRE RAGIONI VOTERO' NO AL REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE 2020
In questi giorni un numero crescente di persone, e di prestigiose associazioni, stanno prendendo posizione per il NO al referendum che si terra' fra tre settimane. Da don Luigi Ciotti a padre Alex Zanotelli, da Romano Prodi a Massimo Cacciari, dalle Acli all'Arci, dall'Associazione nazionale partigiani d'Italia fino a 183 illustri costituzionalisti che hanno sottoscritto un appello la cui lettura convincerebbe a votare NO chiunque abbia il dono della ragione.
Ovviamente tutte queste persone condividono alcuni motivi comuni, poi ciascuna ne propone anche altri, diversi e fin peculiari.
Anche io votero' NO alla mutilazione del parlamento italiano imposta da Conte, Di Maio e Salvini, per le stesse ragioni per cui votai NO alla mutilazione del parlamento italiano imposta da Berlusconi nel 2006, e per le stesse ragioni per cui votai NO alla mutilazione del parlamento italiano imposta da Renzi nel 2016. Contro l'aggressione alla Costituzione e alla democrazia rappresentativa da parte di Berlusconi prima, e di Renzi poi, vincemmo. Possiamo, dobbiamo vincere anche contro l'aggressione alla Costituzione e alla democrazia rappresentativa da parte di Conte, Di Maio e Salvini.
Da semplice "quidam de popolo" enuncio qui di seguito le tre ragioni che ritengo decisive per votare NO.
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La prima ragione: perche' preferisco la democrazia alla dittatura; perche' preferisco il Parlamento allo squadrismo; perche' preferisco la separazione (e quindi il bilanciamento e il reciproco controllo) dei poteri al fascismo.
Chi vuole mutilare il parlamento preferisce invece l'arbitrio del piu' forte, del piu' selvaggio, del piu' brutale.
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La seconda ragione: perche' preferisco che le leggi siano fatte attraverso una pubblica discussione ascoltando tutte le opinioni e tutte le critiche con tutto il tempo che ci vuole, e in un luogo in cui sia rappresentata la maggior parte possibile della popolazione con criterio proporzionale e quindi senza esclusione delle minoranze, poiche' la democrazia in questo consiste: nel conflitto civilmente espresso e nella mediazione razionalmente raggiunta nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti gli esseri umani garantiti per legge.
Chi vuole mutilare il parlamento preferisce invece che decidano tutto quattro criminali razzisti nelle segrete stanze dei bottoni nel disprezzo e a danno dell'intera umanita'.
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La terza ragione: perche' provo disgusto ed orrore di ogni violenza e soprattutto della violenza dei potenti, e preferisco vivere in un paese in cui la legalita' salvi le vite, in cui ogni essere umano bisognoso di aiuto sia aiutato, in cui ogni persona abbia il diritto di far valere il suo voto, in cui si possano correggere gli errori prima che abbiano conseguenze nefaste e irreversibili.
Chi vuole mutilare il parlamento preferisce invece risparmiarsi la fatica del pensiero, della comprensione, del dialogo, del riconoscimento e del rispetto delle altre persone, ed imporre la barbarie che e' sempre distruttiva, che e' sempre assassina.
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Per queste tre ragioni votero' NO al referendum del 20-21 settembre 2020.
NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
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In calce a questa dichiarazione allego l'"appello nonviolento per il NO" promosso dalla struttura nonviolenta viterbese e il testo integrale dell'appello dei 183 costituzionalisti, materiali che mi sembrano utili per l'autonoma riflessione di chi vorra' leggere queste righe.
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Allegato primo: Un appello nonviolento per il NO al referendum
(...)
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Allegato secondo: L'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum
(...)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 425 del 22 gennaio 2021
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