[Nonviolenza] Archivi. 420



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Numero 420 del 17 gennaio 2021
 
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di luglio 2020 (parte tredicesima e conclusiva)
2. Benito D'Ippolito: Un ricordo di Paolo Finzi
3. Benito D'Ippolito: Ieri con Angelo ragionavamo
4. Maurizio Calvesi
5. Benito D'Ippolito: Nosco
6. Con la scomparsa di Paolo Finzi la nonviolenza ha perso un maestro e un compagno
7. Insorgere nonviolentemente contro l'orrore razzista, schiavista e stragista
8. Gianrico Tedeschi
9. Un incontro in ricordo di Paolo Finzi a Viterbo
10. La strage e i mandanti. Ed ancora un appello all'insurrezione nonviolenta per la legalita' che salva le vite
11. Una fucilazione
12. Omero Dellistorti: Percussionista
13. Omero Dellistorti: Nella locanda il giorno dopo
14. Il Senato autorizzi la magistratura a processare chi ha promosso, organizzato ed imposto la violenza razzista e commesso crimini contro l'umanita'
15. Ancora una volta chiediamo
 
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2020 (PARTE TREDICESIMA E CONCLUSIVA)
 
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2020.
 
2. BENITO D'IPPOLITO: UN RICORDO DI PAOLO FINZI
 
I.
 
Trovo nella cassetta delle lettere
l'ultimo numero di "A. Rivista anarchica"
nell'ultima rubrica dell'ultima pagina
leggo dell'ultimo dono di Aurora e Paolo insieme.
 
Paolo e' morto lunedi'.
Non e' giusto che le persone muoiano.
Nessuno dovrebbe mai morire.
 
II.
 
Per me avra' sempre l'aspetto di quando
forse quarant'anni fa Paolo ed Aurora
vennero a trovarmi nella citta' da cui non esco mai
erano giovani e belli
per me avra' sempre quel volto.
 
III.
 
Lo so che se una persona buona
decide di lasciarci
ha meditato a lungo la sua scelta.
Eppure tutte le persone buone che ho conosciuto
che quella decisione hanno preso
come vorrei avere potuto trattenerle.
 
Il buio del mondo si fa sempre piu' buio
ci manca la loro luce.
 
IV.
 
Fedele alle vittime
intransigente nel vero e nel giusto
volle essere quello che condivide il pane
che si oppone a tutte le violenze
a tutte le menzogne e le oppressioni.
 
V.
 
Leggo gia' sulla stampa in poche ore come si cristallizza lo stereotipo
il giornalista anarchico amico di De Andre'.
 
Ma Socrate fu solo l'ateniese maestro di Platone?
Diderot fu soltanto
quel tale dei famosi illuministi
che si ricorda di solito per terzo?
Primo Levi nient'altro che uno
che era tornato dall'inferno
che poi scrisse certi libri che se ne legge qualche pezzo a scuola?
 
VI.
 
Conosco quella stanchezza e quella solitudine
e la pena di sentire che non si fa mai abbastanza per le persone che amiamo
e che la nostra lotta sovente piu' dolori che gioie alle persone piu' vicine arreca.
 
E che il mondo delle cose fluttuanti e della gabbia di ferro
incessante smentisce e divora e distrugge
i pochi buoni frutti della fatica nostra.
 
VII.
 
So perche' chi decide di morire va a farlo in un posto lontano
so che anche questo e' un gesto d'amore.
 
Ma lessi una volta un argomento conclusivo
che si oppone alla scelta che estingue la vita
e avrei voluto poterlo dire a Paolo
ad Alex alle altre persone che ho perso con cui camminavo.
Lo trovai nella Nuova Eloisa
finche' puoi fare ancora del bene
non rinunciare alla vita.
 
VIII.
 
Non posso capirlo non posso accettarlo
che un compagno ci lasci per sempre
in questa notte di strida e di tenebre
sotto questo diluvio di schegge di vetro
in questo deserto di ruggine e sale
che per sempre ci lasci un compagno
non posso accettarlo non posso capirlo.
 
IX.
 
E' morto lunedi'
e' gia' venerdi' e ancora non riesco
a crederci.
 
So che dovrei concludere dicendo
che resta di lui cio' che non muore
che dovremo essere degni
dei doni che ha lasciato e dell'esempio
che dovremo continuare la lotta
anche per lui.
 
So che dovrei concludere pensando a chi resta
con parole che diano forza e speranza
che dovrei dire della gratitudine che non si estingue
e dell'impegno che continua.
 
Lo so ma adesso non ci riesco
adesso penso solo che sono piu' solo
che sono troppo stanco
che non doveva morire.
 
Lasciatemi respirare ancora un minuto
poi tentero'.
 
X.
 
Compagne e compagni, il nostro compagno
Paolo Finzi ci ha lasciato
ma non ci ha solo lasciato
ci ha anche lasciato la sua testimonianza
ci ha lasciato le cose che ha fatto e che ha detto e che ha pensato
ci ha lasciato il compito grande
di opporci ancora e sempre ad ogni oppressione
il compito grande di continuare la lotta
per la liberazione dell'umanita' intera
dell'intero mondo vivente.
 
Compagne e compagni,
che possa aver pensato nell'ultima sua ora
che non ci saremmo arresi
che avremmo continuato
portandolo con noi nel cuore e nel futuro.
 
Compagne e compagni,
che quel suo pensiero
che il senso dell'impegno di tutta la sua vita
noi si sappia inverarlo.
 
Anche nel suo ricordo e sul suo esempio
continua la lotta per la giustizia la liberta' la misericordia
che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene.
 
Anche nel grato suo ricordo e sul suo esempio
continua solidale il cammino dell'umanita'
verso la pace la liberazione
la condivisione fra tutte e tutti
di tutti i beni di tutto il bene.
 
3. BENITO D'IPPOLITO: IERI CON ANGELO RAGIONAVAMO
 
Ieri con Angelo ragionavamo
di quanto insensate siano le guerre
che esseri umani esseri umani uccidano
quando e' cosi' chiaro cosi' evidente
l'eguaglianza sostanziale di tutte le persone
il dovere comune di recarsi aiuto
il bisogno che ogni persona ha del sostegno di tutte le altre
il fatto che siamo una sola famiglia.
 
Ieri con Angelo ragionavamo
quanto bisogna essere ciechi
per non riconoscere l'altra persona
che ti viene incontro e chiede il tuo aiuto
se aprissi gli occhi lo vedresti subito
che e' tua sorella che e' tuo fratello.
 
Ieri con Angelo ragionavamo
dell'urgentissima necessita' della nonviolenza
per poter ancora salvare dalla catastrofe
l'umanita' che e' una
e quest'unico mondo vivente che e' la nostra sola casa comune
di cui siamo insieme parte e custodi.
 
Mi ha fatto vedere le fotografie di sua figlia
gli si illuminano gli occhi quando ne parla.
 
*
 
Silenziosa e' in cammino la nonviolenza
e' il cammino della carovana umana
che non abbandona nessuno al male e alla morte
che ogni sorso d'acqua ogni mollica di pane condivide
che sa che l'umanita' deve essere umana
se non vuole perdersi nel nulla
che ogni persona va rispettata soccorsa salvata
se non vogliamo perire tutte e tutti.
 
Il mondo non merita di essere distrutto
l'umanita' non merita l'orrore e l'estinzione
sii tu la nonviolenza in cammino
sii tu il messaggero e il soccorritore.
 
Oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi.
 
Chi salva una vita salva il mondo.
 
4. MAURIZIO CALVESI
 
E' deceduto Maurizio Calvesi
illustre critico e storico dell'arte
con gratitudine lo ricordiamo
 
5. BENITO D'IPPOLITO: NOSCO
 
I.
 
Io so chi finanzia i gestori del grande lager libico coi soldi dei contribuenti italiani
io so chi e' "magna pars" del sistema che organizza ed esegue la strage degli innocenti nel Mediterraneo
io so come i poteri dominanti nel nostro paese e nel nostro continente
costruiscono a tavolino l'odio verso i superstiti
colpevoli di non essere morti colpevoli di essere persone
preparano eseguono i pogrom
strappano mangiano i cuori delle vittime.
 
Io vedo l'ordine hitleriano
dai governi europei resuscitato
io vedo la complicita' di massa
di chi non insorge nonviolentemente
per far cessare lo sterminio dei migranti
io vedo l'orrore sistematico istituzionale capillare
del regime razzista della schiavitu' delle persecuzioni dell'apartheid
dei lager e dei naufragi voluti dai governi europei
nel complice silenzio della popolazione europea
divisa tra vittime terrorizzate
e volenterosi carnefici ansiosi di iscriversi al partito nazista.
 
II.
 
Basterebbe decidere che a tutti gli esseri umani fosse riconosciuto
lo stesso diritto riconosciuto agli europei di muoversi liberamente nel mondo
con mezzi di trasporto legali e sicuri
e le mafie schiaviste dei trafficanti sarebbero annientate
e i lager in Libia sparirebbero
e la strage degli innocenti nel Mediterraneo cesserebbe.
 
Basterebbe riconoscere che siamo
una sola umanita'
in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
 
Basterebbe ricordarsi di quel conclusivo monito
di Albert Einstein e di Bertrand Russell
e ricordarci tutte e tutti della nostra umanita'.
 
III.
 
Delle barricate e' l'ora
di liberare gli schiavi e soccorrere i naufraghi
di colmare le piazze e cacciare i razzisti dal governo e dal parlamento
di tornare al rispetto della legalita' che salva le vite
di tornare al rispetto della Costituzione repubblicana
di tornare al rispetto dei martiri della Resistenza
di tornare al rispetto delle nostre stesse anime.
 
Dell'insurrezione nonviolenta e' l'ora
per riaffermare l'umanita' dell'umanita'
che salvare le vite e' il primo dovere
che vivere insieme in pace e rispetto
in mutuo soccorso reciproca responsabilita'
e condivisione fra tutte e tutti del bene e dei beni
e' il primo diritto.
 
Ogni vittima ha il volto di Abele
ogni essere umano ha diritto alla vita alla dignita' alla solidarieta'
soccorrere accogliere assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
 
IV.
 
Non attendere che altri faccia la cosa giusta
falla tu adesso la cosa giusta
non aspettare che altri chieda aiuto
recalo adesso tu l'aiuto necessario
non esitare a compiere l'azione buona che salva le vite
non indugiare a contrastare il male che perseguita e uccide
insorgi tu per sconfiggere la violenza
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
sii tu l'erede della Rosa rossa e della Rosa bianca
sii tu a proseguire la lotta di Gandhi di King di Mandela
di Hannah Arendt di Simone Weil di Virginia Woolf
di Berta Caceres di Marielle Franco d'Isabel Cabanillas
delle innumerevoli donne che insorgono contro la violenza
e degli uomini che si pongono alla loro scuola
per far cessare quest'orgia di sangue
per far cessare questo putrescente immane banchetto di carne umana.
 
Sii tu a proseguire la lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita'
di Danilo e di Hedi di Piero e di Nanni di Alberto e di Alex
e di Renato e d'innumerevoli altre ed altri.
 
Sii tu a proseguire la lotta
di Paolo Finzi che anche lui ci ha lasciato
ed io non so come colmare questo vuoto.
 
6. CON LA SCOMPARSA DI PAOLO FINZI LA NONVIOLENZA HA PERSO UN MAESTRO E UN COMPAGNO
 
Con la scomparsa di Paolo Finzi, illustre studioso, perspicuo saggista e generoso militante anarchico, la nonviolenza in cammino ha perso un maestro e un compagno.
Un maestro sapiente e accudente, capace di ascolto, di comprensione e di consiglio, di porre le giuste ineludibili domande e di donare una parola saggia e schiudente, di vedere sempre le persone oltre le idee e i fatti, di cogliere, interpretare, preservare e liberare cio' che di umano vi e' nella storia e nelle storie.
Un compagno mite e generoso, fedele alla verita', sempre disposto a soccorrere chiunque di aiuto avesse bisogno, sempre disposto a condividere il bene ed i beni, un oppositore nitido e intransigente di tutti i poteri violenti, un resistente contro tutti i fascismi comunque camuffati, una persona che salvava le vite.
Ma non solo la nonviolenza perde un maestro e un compagno: la cultura e la vita civile italiana hanno perso un intellettuale e un militante che sempre di piu' negli anni futuri sara' riconosciuto come una delle figure maggiori dell'impegno morale e civile di questi tragici e cruciali decenni.
Ma soprattutto hanno perso un fratello tutte le oppresse e tutti gli oppressi che in Paolo Finzi hanno avuto un compagno di lotte, un difensore dei diritti inerenti ad ogni persona e del bene comune, un organizzatore infaticabile, un chiarificatore delle ragioni della lotta, un educatore al vero e al giusto, alla liberta' e alla comprensione, alla misericordia che insorge contro ogni oppressione, contro ogni menzogna, contro ogni violenza.
*
Paolo Finzi non e' stato soltanto un grande intellettuale libertario, un esemplare militante anarchico, e un testimone, uno studioso, uno storico, un pubblicista e un conferenziere sempre attento, sempre acuto, sempre rigoroso sotto il profilo intellettuale, morale, politico. Un umanista e un combattente per la liberazione dell'umanita' consapevole sempre del nesso che unisce i mezzi e i fini.
E' stato un punto di riferimento per persone ed esperienze assai diverse tra loro, che in lui, nel suo riflettere ed agire costantemente dialogici,  trovavano le ragioni dell'unita' sostanziale delle loro lotte e delle loro speranze.
Di "A. Rivista anarchica", la rivista di cui era fondamentale animatore, ha fatto una delle migliori riviste mensili italiane ed internazionali di politica e cultura, di ricerca teorica ed esperienziale, di riflessione etica e politica, di indagine antropologica e sociale, di documentazione e di dibattito non solo per l'area libertaria, ma per tutte le persone di volonta' buona, tutte.
Fu giovanissimo tra gli anarchici perseguitati nei giorni della strage di stato, serbo' viva memoria di Pino Pinelli e ne continuo' la lotta; scrisse libri fondamentali su illustri figure del movimento anarchico come Errico Malatesta e Alfonso Failla (padre della sua compagna Aurora), pubblico' molti studi e contribui' intensamente a promuovere una vasta e sempre piu' estesa opera storiografica sul pensiero libertario e sul movimento anarchico che costituisce una fonte e un apporto imprescindibili per l'intera storiografia contemporanea e per gli studi filosofici, politici e sociali.
Preziose fra tante altre pubblicazioni - anche multimediali - il volume sulla luminosa figura della madre Matilde Bassani Finzi partigiana, i lavori sulla cultura e i diritti del popolo rom, sull'amico Fabrizio De Andre', su altre figure ed esperienze antifasciste e libertarie.
Innumerevoli le iniziative di solidarieta' in cui fu impegnato, sempre in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, sempre opponendosi ad ogni potere oppressivo, a tutti gli abusi, ad ogni struttura che nega la liberta' e la verita' umana.
*
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo proseguire nella lotta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo proseguire nella lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo proseguire nel contrasto a tutte le strutture che negano l'eguale dignita' e la costitutiva liberta' di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo proseguire nella solidarieta' con tutte le vittime di tutte le oppressioni, di tutte le menzogne, di tutte le violenze.
Nel ricordo di Paolo Finzi, alla scuola di Paolo Finzi, dobbiamo perseverare nella condivisione del bene e dei beni, nella costruire di una societa' di persone libere ed eguali in cui da ciascuna sia donato secondo le sue capacita' ed a ciascuna sia donato secondo i suoi bisogni.
Paolo Finzi volle e seppe essere l'umanita' come dovrebbe essere. Che l'esempio della sua intera vita ci ispiri e ci sostenga.
Possa la grata memoria dei tanti doni che ci ha lasciato temperare in questi giorni di lutto il dolore lancinante della perdita.
Alla compagna di tutta la vita Aurora, ai figli, ai familiari tutti, alle compagne e ai compagni di "A. Rivista anarchica" e delle tante altre imprese da lui promosse e condivise vada in queste ore anche la nostra affettuosa vicinanza.
 
7. INSORGERE NONVIOLENTEMENTE CONTRO L'ORRORE RAZZISTA, SCHIAVISTA E STRAGISTA
 
La strage degli innocenti nel Mediterraneo.
I lager e gli squadroni della morte libici finanziati dall'Italia.
La schiavitu' e l'apartheid nel nostro paese.
*
Occorre insorgere nonviolentemente per far cessare questo orrore.
Occorre insorgere nonviolentemente per far cessare la violenza razzista, schiavista e stragista.
Occorre insorgere nonviolentemente per salvare tutte le vite umane in pericolo.
*
L'Italia torni alla legalita' che salva le vite.
L'Italia torni alla Costituzione repubblicana.
L'Italia torni al rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
L'Italia torni alla civilta', torni all'umanita'.
 
8. GIANRICO TEDESCHI
 
E' deceduto Gianrico Tedeschi
attore e uomo saggio
dopo l'8 settembre fu deportato in lager
serbo' memoria
resto' fedele all'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo
 
9. UN INCONTRO IN RICORDO DI PAOLO FINZI A VITERBO
 
Alcune persone amiche della nonviolenza si sono incontrate il 28 luglio 2020 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" per ricordare Paolo Finzi, l'intellettuale libertario e militante anarchico deceduto una settimana fa.
Per l'esperienza nonviolenta viterbese Paolo Finzi era fin dagli anni Settanta un amico molto ascoltato, un maestro di rigore e gentilezza, un compagno di lotte, un punto di riferimento nelle riflessioni piu' fondamentali, nelle analisi piu' complesse, nelle scelte piu' ardue.
Di seguito una sintesi delle parole dette in suo ricordo nel corso dell'incontro e allegati in calce due testi di Benito D'Ippolito apparsi nei giorni scorsi sul notiziario "La nonviolenza e' in cammino".
*
Paolo Finzi e' stato un intellettuale e un militante anarchico di immensa cultura e di profonda solidarieta' che ha dedicato l'intera sua vita all'impegno comune in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la liberazione dei popoli e delle classi oppresse, nella cura per l'intero mondo vivente, per la civilta' come impegno e percorso comune dell'umanita' intera che alla violenza e alla menzogna si oppone per realizzare la societa' giusta in cui vivere sia per tutte e tutti un'esperienza degna, colma di senso e valore, felice.
La vicinanza umana a tutte le vittime di violenza e oppressione fu il suo atteggiamento costante, la cifra dei suoi giorni.
L'ascolto rispettoso delle altrui voci, il dubbio metodico che giova alla comprensione, la mitezza che nitida e intransigente resiste al male, la fiducia nel saper essere e voler restare umano, l'amore per l'umanita' e per la vita, erano la sostanza della sua disposizione dialogica e maieutica, del suo agire solidale e libertario.
Era un uomo integro, generoso e coraggioso, un antifascista e un amico della nonviolenza, un anarchico nel senso autentico e forte del termine: che ad ogni potere oppressivo si opponeva per affermare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla condivisione del bene e dei beni, alla responsabilita' per l'altra persona e per il mondo; per affermare l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani fondata proprio sull'infinita preziosa diversita' di ogni persona; per affermare la liberta' come sostanza dell'esistenza individuale e collettiva, come legame della societa' responsabile e solidale da inverare gia' nell'opera quotidiana, come principio e motore dello svolgimento della storia, come valore intimo e universale senza del quale non si da' ne' giustizia ne' misericordia, non si da' empatia ne' fratellanza e sororita'. La liberta' come infinito altruismo, come infinito riconoscimento di dignita', come benevolenza irraggiante e schiudente.
Suo principale strumento d'azione fu la parola sempre franca e leale, sempre lungamente meditata e sempre dialogica; la parola che nasce dall'ascolto, la parola aperta e ricettiva alla voce e all'opinione altrui; il vivo discorso che e' fatto di presenza e di condivisione, di ricerca comune della verita' che libera. E ancor piu' la viva impegnata tenace presenza dalla parte delle vittime, la condivisione della vita, delle lotte e delle speranze di tutte le oppresse e gli oppressi. Parresia e koinonia.
La sua tragica scomparsa convoca ogni persona che lo abbia conosciuto a proseguirne l'impegno morale e civile, sociale e politico, culturale ed esistenziale.
Convoca a serbarne la memoria ed a comunicarla, a fare della sua testimonianza un appello e un esempio.
Convoca a continuare ad opporsi ad ogni oppressione, ad ogni abuso, ad ogni violenza.
Contro la guerra e tutte le uccisioni.
Contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Per la difesa dell'intero mondo vivente.
Per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni.
Per una societa' giusta di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali.
*
Le persone amiche della nonviolenza partecipanti all'incontro viterbese hanno ancora una volta condiviso l'impegno per quattro cose da fare subito contro il razzismo, la schiavitu', l'apartheid.
1. far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;
2. abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di premere nonviolentemente affinche' finalmente almeno nel nostro paese siano riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di insorgere nonviolentemente in difesa della legalita' che salva le vite; in difesa della democrazia che ogni essere umano riconosce e rispetta e conforta e sostiene; in difesa della Costituzione antifascista che nessun essere umano abbandona tra gli artigli della violenza, dell'ingiustizia, della sofferenza e della morte; in difesa di ogni essere umano e dell'umanita' tutta.
Tutte e tutti siamo esseri umani in cammino. Tutte e tutti abbiamo bisogno di aiuto. Tutte e tutti siamo esposti al male e alla morte. Tutte e tutti possiamo e dobbiamo recarci reciproco aiuto.
Sconfiggere il male facendo il bene.
Abolire la violenza con la forza della nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
*
Allegato primo: Benito D'Ippolito: Un ricordo di Paolo Finzi
 
I.
 
Trovo nella cassetta delle lettere
l'ultimo numero di "A. Rivista anarchica"
nell'ultima rubrica dell'ultima pagina
leggo dell'ultimo dono di Aurora e Paolo insieme.
 
Paolo e' morto lunedi'.
Non e' giusto che le persone muoiano.
Nessuno dovrebbe mai morire.
 
II.
 
Per me avra' sempre l'aspetto di quando
forse quarant'anni fa Paolo ed Aurora
vennero a trovarmi nella citta' da cui non esco mai
erano giovani e belli
per me avra' sempre quel volto.
 
III.
 
Lo so che se una persona buona
decide di lasciarci
ha meditato a lungo la sua scelta.
Eppure tutte le persone buone che ho conosciuto
che quella decisione hanno preso
come vorrei avere potuto trattenerle.
 
Il buio del mondo si fa sempre piu' buio
ci manca la loro luce.
 
IV.
 
Fedele alle vittime
intransigente nel vero e nel giusto
volle essere quello che condivide il pane
che si oppone a tutte le violenze
a tutte le menzogne e le oppressioni.
 
V.
 
Leggo gia' sulla stampa in poche ore come si cristallizza lo stereotipo
il giornalista anarchico amico di De Andre'.
 
Ma Socrate fu solo l'ateniese maestro di Platone?
Diderot fu soltanto
quel tale dei famosi illuministi
che si ricorda di solito per terzo?
Primo Levi nient'altro che uno
che era tornato dall'inferno
che poi scrisse certi libri che se ne legge qualche pezzo a scuola?
 
VI.
 
Conosco quella stanchezza e quella solitudine
e la pena di sentire che non si fa mai abbastanza per le persone che amiamo
e che la nostra lotta sovente piu' dolori che gioie alle persone piu' vicine arreca.
 
E che il mondo delle cose fluttuanti e della gabbia di ferro
incessante smentisce e divora e distrugge
i pochi buoni frutti della fatica nostra.
 
VII.
 
So perche' chi decide di morire va a farlo in un posto lontano
so che anche questo e' un gesto d'amore.
 
Ma lessi una volta un argomento conclusivo
che si oppone alla scelta che estingue la vita
e avrei voluto poterlo dire a Paolo
ad Alex alle altre persone che ho perso con cui camminavo.
Lo trovai nella Nuova Eloisa
finche' puoi fare ancora del bene
non rinunciare alla vita.
 
VIII.
 
Non posso capirlo non posso accettarlo
che un compagno ci lasci per sempre
in questa notte di strida e di tenebre
sotto questo diluvio di schegge di vetro
in questo deserto di ruggine e sale
che per sempre ci lasci un compagno
non posso accettarlo non posso capirlo.
 
IX.
 
E' morto lunedi'
e' gia' venerdi' e ancora non riesco
a crederci.
 
So che dovrei concludere dicendo
che resta di lui cio' che non muore
che dovremo essere degni
dei doni che ha lasciato e dell'esempio
che dovremo continuare la lotta
anche per lui.
 
So che dovrei concludere pensando a chi resta
con parole che diano forza e speranza
che dovrei dire della gratitudine che non si estingue
e dell'impegno che continua.
 
Lo so ma adesso non ci riesco
adesso penso solo che sono piu' solo
che sono troppo stanco
che non doveva morire.
 
Lasciatemi respirare ancora un minuto
poi tentero'.
 
X.
 
Compagne e compagni, il nostro compagno
Paolo Finzi ci ha lasciato
ma non ci ha solo lasciato
ci ha anche lasciato la sua testimonianza
ci ha lasciato le cose che ha fatto e che ha detto e che ha pensato
ci ha lasciato il compito grande
di opporci ancora e sempre ad ogni oppressione
il compito grande di continuare la lotta
per la liberazione dell'umanita' intera
dell'intero mondo vivente.
 
Compagne e compagni,
che possa aver pensato nell'ultima sua ora
che non ci saremmo arresi
che avremmo continuato
portandolo con noi nel cuore e nel futuro.
 
Compagne e compagni,
che quel suo pensiero
che il senso dell'impegno di tutta la sua vita
noi si sappia inverarlo.
 
Anche nel suo ricordo e sul suo esempio
continua la lotta per la giustizia la liberta' la misericordia
che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene.
 
Anche nel grato suo ricordo e sul suo esempio
continua solidale il cammino dell'umanita'
verso la pace la liberazione
la condivisione fra tutte e tutti
di tutti i beni di tutto il bene.
 
*
 
Allegato secondo: Benito D'Ippolito: Nosco
 
I.
 
Io so chi finanzia i gestori del grande lager libico coi soldi dei contribuenti italiani
io so chi e' "magna pars" del sistema che organizza ed esegue la strage degli innocenti nel Mediterraneo
io so come i poteri dominanti nel nostro paese e nel nostro continente
costruiscono a tavolino l'odio verso i superstiti
colpevoli di non essere morti colpevoli di essere persone
preparano eseguono i pogrom
strappano mangiano i cuori delle vittime.
 
Io vedo l'ordine hitleriano
dai governi europei resuscitato
io vedo la complicita' di massa
di chi non insorge nonviolentemente
per far cessare lo sterminio dei migranti
io vedo l'orrore sistematico istituzionale capillare
del regime razzista della schiavitu' delle persecuzioni dell'apartheid
dei lager e dei naufragi voluti dai governi europei
nel complice silenzio della popolazione europea
divisa tra vittime terrorizzate
e volenterosi carnefici ansiosi di iscriversi al partito nazista.
 
II.
 
Basterebbe decidere che a tutti gli esseri umani fosse riconosciuto
lo stesso diritto riconosciuto agli europei di muoversi liberamente nel mondo
con mezzi di trasporto legali e sicuri
e le mafie schiaviste dei trafficanti sarebbero annientate
e i lager in Libia sparirebbero
e la strage degli innocenti nel Mediterraneo cesserebbe.
 
Basterebbe riconoscere che siamo
una sola umanita'
in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
 
Basterebbe ricordarsi di quel conclusivo monito
di Albert Einstein e di Bertrand Russell
e ricordarci tutte e tutti della nostra umanita'.
 
III.
 
Delle barricate e' l'ora
di liberare gli schiavi e soccorrere i naufraghi
di colmare le piazze e cacciare i razzisti dal governo e dal parlamento
di tornare al rispetto della legalita' che salva le vite
di tornare al rispetto della Costituzione repubblicana
di tornare al rispetto dei martiri della Resistenza
di tornare al rispetto delle nostre stesse anime.
 
Dell'insurrezione nonviolenta e' l'ora
per riaffermare l'umanita' dell'umanita'
che salvare le vite e' il primo dovere
che vivere insieme in pace e rispetto
in mutuo soccorso reciproca responsabilita'
e condivisione fra tutte e tutti del bene e dei beni
e' il primo diritto.
 
Ogni vittima ha il volto di Abele
ogni essere umano ha diritto alla vita alla dignita' alla solidarieta'
soccorrere accogliere assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
 
IV.
 
Non attendere che altri faccia la cosa giusta
falla tu adesso la cosa giusta
non aspettare che altri chieda aiuto
recalo adesso tu l'aiuto necessario
non esitare a compiere l'azione buona che salva le vite
non indugiare a contrastare il male che perseguita e uccide
insorgi tu per sconfiggere la violenza
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
sii tu l'erede della Rosa rossa e della Rosa bianca
sii tu a proseguire la lotta di Gandhi di King di Mandela
di Hannah Arendt di Simone Weil di Virginia Woolf
di Berta Caceres di Marielle Franco d'Isabel Cabanillas
delle innumerevoli donne che insorgono contro la violenza
e degli uomini che si pongono alla loro scuola
per far cessare quest'orgia di sangue
per far cessare questo putrescente immane banchetto di carne umana.
 
Sii tu a proseguire la lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita'
di Danilo e di Hedi di Piero e di Nanni di Alberto e di Alex
e di Renato e d'innumerevoli altre ed altri.
 
Sii tu a proseguire la lotta
di Paolo Finzi che anche lui ci ha lasciato
ed io non so come colmare questo vuoto.
 
10. LA STRAGE E I MANDANTI. ED ANCORA UN APPELLO ALL'INSURREZIONE NONVIOLENTA PER LA LEGALITA' CHE SALVA LE VITE
 
Riferiscono i mezzi d'informazione
e autorevoli strutture dell'Onu
che la guardia costiera libica
ha costretto alcuni superstiti dei lager
che stavano attraversando il Mediterraneo
per trovare salvezza in Europa
a tornare indietro
a tornare nei lager
e coloro che hanno cercato di fuggire ancora
li ha fucilati sul posto.
 
E' la guardia costiera libica
che lo stato italiano finanzia
per fare il lavoro sporco il lavoro fascista
d'impedire ai fuggiaschi dai lager
di giungere in salvo in Europa.
 
E' la guardia costiera libica
che lo stato italiano finanzia
che fa il suo lavoro solerte
cattura e ricaccia nei lager i fuggiaschi
tortura e assassina gli innocenti.
 
E' la guardia costiera libica
pagata coi soldi dei contribuenti italiani
che esegue la volonta' dello stato italiano
del governo italiano
del parlamento italiano
su cui pennoni garriscono ormai le croci uncinate.
 
Nel parlamento bivaccano i manipoli
dei partiti razzisti e squadristi
per cui il sangue sparso non e' mai abbastanza.
 
Un ministro pomposamente latra
chiedendo piu' deportazioni.
 
Il presidente del consiglio dei ministri
e mezzo governo e' lo stesso che ha imposto
gli infami mortiferi ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza".
 
L'altro mezzo governo e' l'erede
di chi gia' fece gli accordi con la Libia
dei lager e delle esecuzioni sommarie dei fuggiaschi.
 
Forse solo una ministra non e' parte
delle forze che promuovono l'orrore
dei mandanti degli armigeri che scuciono le carni
che dispensano la sferza e il vetriolo
che erigono il vallo di filo spinato e di ossa
l'alto sale colmando di cadaveri.
 
Alla ministra dell'interno chiediamo
di far cessare l'orrore
e quindi di liberare e portare in salvo in Italia
tutte le persone recluse nei lager libici.
 
Alla ministra dell'interno chiediamo
di far cessare l'orrore
e quindi di disporre di soccorrere tutte
le persone in pericolo di morte.
 
Alla ministra dell'interno chiediamo
di far cessare l'orrore
e quindi di riconoscere a tutte le persone in fuga da fame guerre dittature
il diritto di giungere in Italia in modo legale e sicuro.
 
Alla ministra dell'interno chiediamo
di far cessare l'orrore
e quindi di far cessare il razzismo la schiavitu' l'apartheid nel nostro paese
di far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo
di far cessare l'orrore dei lager in Libia finanziati coi soldi italiani.
 
Alla ministra dell'interno chiediamo
di far cessare l'orrore
e quindi di far tornare l'Italia al rispetto
della legalita' che salva le vite
della Costituzione repubblicana
del diritto internazionale
dei diritti umani di tutti gli esseri umani
della civilta'.
 
Si adoperi la ministra dell'interno
per far cessare il golpe razzista nel nostro paese
che da anni e anni fa strage di vittime innocenti
qui e in mare e in Libia.
 
Si adoperi la ministra dell'interno
per far prevalere l'autentica legalita'
per far prevalere l'umanita'
per far prevalere la ragione e il diritto.
 
Ed insorga nonviolentemente
l'intero popolo italiano
affinche' cessi la strage
affinche' finisca il regime razzista.
 
Insorga nonviolentemente
l'intero popolo italiano
in difesa delle vite minacciate
in difesa della repubblica democratica
in difesa del diritto e della morale
in difesa dell'umanita'.
 
Salvare le vite e' il primo dovere.
 
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
 
Ogni vittima ha il volto di Abele.
 
11. UNA FUCILAZIONE
 
Della fucilazione di innocenti commessa ieri dalla Guardia costiera libica devono rispondere anche il governo e il parlamento italiani che hanno reiterato la decisione che lo stato italiano finanzi la Guardia costiera libica affinche' impedisca agli innocenti sopravvissuti ai lager di giungere in salvo in Italia e in Europa.
Ieri la Guardia costiera libica ha eseguito con scellerata fascistica determinazione e con disumana abissale obbedienza al mandato ricevuto l'effettiva mostruosa volonta' dei suoi mandanti e finanziatori: ha catturato degli innocenti inermi fuggiaschi in mare e li ha costretti a tornare nei lager, e chi ha cercato ancora di fuggire e' stato fucilato sul posto.
Il governo italiano dovrebbe dimettersi.
E  dovrebbero dimettersi i parlamentari italiani che hanno votato il finanziamento ai pretoriani libici garanti del regime dei lager e delle stragi.
Il popolo italiano dovrebbe insorgere nonviolentemente per far cessare questo cumulo di orrori.
Il popolo italiano dovrebbe insorgere nonviolentemente per imporre a governanti e legislatori il ritorno alla legalita' che salva le vite, alla Costituzione repubblicana democratica antifascista, al diritto internazionale, al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, alla civilta'.
*
La strage degli innocenti nel Mediterraneo.
I lager, le torture e gli omicidi dei migranti in Libia.
La schiavitu' e l'apartheid in Italia.
L'abominevole sistematica violazione dei piu' fondamentali principi giuridici e morali che riconoscono e difendono la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Il popolo italiano dovrebbe insorgere nonviolentemente per far cessare questo cumulo di orrori.
Il popolo italiano dovrebbe insorgere nonviolentemente per imporre a governanti e legislatori il ritorno alla legalita' che salva le vite, alla Costituzione repubblicana democratica antifascista, al diritto internazionale, al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, alla civilta'.
*
Ancora una volta chiediamo che  si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
 
12. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: PERCUSSIONISTA
 
Mi e' sempre piaciuto fare quello che faccio. Il percussionista. A voi non vi piace la musica?
Il ritmo, non lo so, me lo sento dentro, ce l'ho nel sangue. Il ritmo e' tutto. Che fa il cuore? Batte. E quel ritmo e' la vita. Nessuno lo sa meglio dei percussionisti. Il ritmo e' la vita.
Come si dice? Battere il tempo. Non ci si pensa mai alle cose che diciamo, ci avete fatto caso? Battere il tempo, ecco una frase tosta, io ci passerei le ore a pensarci sopra.
Hai voglia a dire i violini, le fisarmoniche, le trombe, i corni e le conchiglie. Le percussioni, quelle si' che sono musica. Tu levi le percussioni e che resta? Non marcia niente.
Anche la poesia. Che e' la poesia? Sono gli accenti, e' tutto li'. E che sono gli accenti? Percussioni. Eh? Non mi ci facevate pure poeta, eh? Le so tutte, io.
Sono le percussioni che tengono insieme il mondo. Altro che la ruota, il fuoco, il lucchetto, l'ombrello, la televisione; il martello coi chiodi ci vuole. La civilta' umana, la societa' bene ordinata, che altro sono? Il martello coi chiodi. Percussioni.
E io sono un percussionista. Lo so che sotto sotto siete invidiosi, che vorreste essere tutti come me. Bravi furbi, prima, prima dovevate pensarci.
Senza un percussionista non funziona niente. La verita' e' che la gente da' retta solo a chi percuote. E adesso lasciatemi fare il lavoro mio che abbiamo chiacchierato pure troppo.
 
13. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: NELLA LOCANDA IL GIORNO DOPO
 
- Che brav'uomo, eh? Chi se lo sarebbe immaginato...
- Eh gia'.
- Che poi dicono tanto male di quelli come lui...
- Quelli come lui chi?
- Andiamo, che non lo sapete quello che dicono di quelli che vengono dal paese suo?
- Ah, quello.
- Si', quello. Invece un galantuomo, un galantuomo coi controfiocchi.
- Eh si'.
- Io gia' m'ero visto a restarci li' per terra a dissanguarmi, eh, dico la verita', gia' mi pareva di essere piu' di la' che di qua.
- Per essere, vi avevano conciato proprio male.
- Da me non mi rialzavo di sicuro, mi sentivo, mi sentivo, insomma, come se stessi per morire.
- Eh, sono esperienze brutte.
- Brutte? Bruttissime.
- Come no? Bruttissime.
- E poi ero disperato.
- Pero' non si deve mai perdere la speranza, infatti avete visto.
- E' vero, pero' io l'avevo persa la speranza, dico la verita', che mi possa prendere un colpo qui dove mi trovo se non e' vero che avevo perso la speranza.
- Certe cose non si devono dire neanche per scherzo.
- E' vero, pero' io mi sentivo proprio cosi'.
- E invece...
- E invece e' passato quello, che non gli avresti dato un soldo di fiducia.
- E perche'? Bisogna fidarsi della gente. Io, se non mi fidassi, non potrei fare il lavoro che faccio.
- Certamente, certamente. Infatti il locandiere e' un lavoro che ci vuole fiducia nelle persone. Magari aiuta pure averci il cannemozze dietro il banco, no?
- Aiuta, aiuta.
- Certo che aiuta, la fiducia e il canemozze. Io invece m'ero messo per via senza cannemozze. E quando sei per strada da solo senza canemozze hai voglia ad avere fiducia, sei in balia del destino.
- Del destino.
- Del destino e dei briganti.
- Certo, se uno dice il destino, dice pure i briganti.
- La vuole sapere la cosa che mi ha fatto piu' male?
- Dica, dica.
- Quelli che non si sono fermati.
- Ah.
- Perche' prima del salvatore mio non e' che non era passato nessuno mentre che io stavo sdraiato tutto pesto a dissanguarmi. E proprio sulla linea di mezzeria, che era impossibile non vedermi.
- Eh, sulla linea di mezzeria e come si fa a non notarlo uno, oltretutto ridotto come uno straccio che cola sangue da tutte le parti?
- Infatti.
- Infatti.
- Invece...
- Invece?
- Invece passa uno, uno importante che l'avro' visto cento volte in televisione.
- In televisione?
- In televisione, si'. E si ferma ad aiutarmi?
- Non lo so, si ferma?
- Neanche per sogno. Mi da' uno sguardaccio schifato e tira via.
- Ma pensa.
- Uno della televisione, dico.
- Eh, non c'e' piu' religione.
- Ha detto bene, non c'e' piu' religione.
- Per fortuna che poi e' passato...
- No, no, prima ne e' passato un altro.
- Un altro?
- Un altro. E lo sa che ha fatto?
- No, che ha fatto?
- Io ero li' disteso, quello s'avvicina e penso che mi vuole aiutare. Invece mette le mani in tutte le saccocce mie per cercare di rubarmi quello che mi restava. Che gli ha detto male perche' non mi era restato niente. Mi avevano portato via pure il piercing.
- Il piercing?
- Si', e' per seguire la moda, a una certa eta' bisogna scendere a qualche compromesso per restare giovani, no?
- Ah, non me lo dica a me, io ho messo pure il juke-box nella sala da pranzo.
- Insomma, quello invece di aiutarmi cerca di derubarmi per la seconda volta. E mi ha pure rifilato un calcione prima di andarsene.
- I giovani d'oggi non hanno rispetto di niente.
- Ma che giovane, era uno in giacca e cravatta, un professionista affermato, il primario del reparto di *** dell'ospedale di ***.
- Il primario del reparto di *** dell'ospedale di ***? Il luminare?
- Quello.
- Ma tu pensa.
- Per fortuna che poi e' arrivata quella gran brava persona.
- Una bella fortuna.
- Non vorrei sembrare sentimentale, ma, lo sa, ho pensato che e' stato come se fossi morto e poi fossi resuscitato.
- Beh, adesso non esageriamo.
- No, no, e' per modo di dire.
- Se e' per modo di dire allora va bene.
- Si ferma, mi medica, mi carica sull'asino e mi porta qui, in questa locanda bella confortevole.
- Per essere bella e confortevole non posso dire di no, io mi ci dedico alla locanda mia.
- Infatti e' una bella locanda.
- E' una bella locanda, si'.
- E l'ho sentito stamattina quando prima di partire vi ha detto di curarmi come un principe che quando ripassava vi pagava tutte le spese, e vi ha pure dato un bell'anticipo.
- Non dico di no.
- Una brava persona, dico io.
- Un'ottima persona.
- Una persona egregia.
- Ecco, egregia e' proprio la parola giusta.
- Adesso vorrei riposarmi un pochino, col vostro permesso. Ancora non mi sento tanto bene.
- E ci credo, con quella ripassata.
- Insomma, essere malmenato e rapinato da una banda di briganti io non la chiamerei una ripassata.
- Non era per offendere, era una constatazione amichevole.
- No, non e' che mi sono offeso.
- Lo sapevo che eravate un uomo di mondo. Anzi, questo m'induce ad una confidenza.
- Dite, dite, mi riposero' piu' tardi.
- E' che quei briganti, quelli che vi hanno assalito e rapinato...
- E lasciato mezzo morto.
- Ecco, di questo volevo parlarvi: e' che di solito non lasciano la gente mezza morta, di solito la stendono proprio.
- Ah, la stendono proprio?
- Eh si', per non lasciare testimoni.
- Ma erano mascherati.
- Si', si', pero' si sa che la prudenza non e' mai troppa.
- In effetti se io facessi il brigante non vorrei correre il rischio che qualcuno mi riconosce e poi mi fanno ballare la rumba appeso a un canapo.
- Lo vede? Lo vede? E' proprio cosi'. Io lo sapevo che mi potevo confidare. Lei e' una persona che certe cose le capisce.
- Insomma, si', sono un uomo di mondo.
- Vede? tra uomini di mondo ci si capisce sempre.
- Ci si capisce si'. Adesso, se volesse scusarmi, vorrei schiacciare un pisolino.
- Resti sveglio ancora un attimo, vedra' che se ne trovera' contento.
- Va bene.
- Una domandina, se permette.
- Quei briganti, non e' che mentre le facevano il servizietto, qualcuno ha chiamato per nome qualcun altro?
- Adesso che mi ci fa pensare, si', si'. Ma guarda, mi ero scordato. Invece si'. ma lei legge nel pensiero? Dica la verita', e' uno psicologo, eh? Uno di queli che fanno le ricerche per le agenzie pubblicitarie, eh?
- Qualcosa del genere, direi.
- Eh, un locandiere deve saperle tutte.
- In effetti, non e' che faccio solo il locandiere.
- Ah no? Ha anche quajche altra attivita' secondaria?
- No, non secondaria, primaria direi.
- Ah, adesso lei m'incuriosisce proprio, lo sa?
- Prima pero' me la tolga lei una curiosita'.
- Prego.
- Se lo ricorda quel nome che uno di quei briganti ebbe l'improntitudine di pronunciare?
- Me lo ricordo si' che me lo ricordo. Mi pare che fosse Riccardone, Riccardone, si'.
- Che buona memoria, complimenti.
- Grazie.
- Adesso, mi scusi sa, ma adesso c'e' la parte piu' spiacevole di questa bella chiacchierata.
- Perche' spiacevole?
- E' che mi dispiace di doverle dare un'informazione, anzi due.
- Dopo quello che m'e' successo cosa ci puo' essere di spiacevole? Sono stato aggredito e lasciato per morto per strada, un brav'uomo m'ha salvato la pelle, adesso sono qui affidato alle sue cure...
- Ecco, forse sara' il caso che adesso ci presentiamo.
- Ma pensa, ancora non ci siamo presentati. Ma rimediamo subito. Pietro Trapassi, geometra al catasto, fortunatissimo. E lei e' il signor?
 
14. IL SENATO AUTORIZZI LA MAGISTRATURA A PROCESSARE CHI HA PROMOSSO, ORGANIZZATO ED IMPOSTO LA VIOLENZA RAZZISTA E COMMESSO CRIMINI CONTRO L'UMANITA'
 
Oggi il Senato dovra' decidere se consentire alla magistratura di procedere nei confronti dell'allora ministro Salvini per i reati di sequestro di persona plurimo aggravato e rifiuto di atti d'ufficio in relazione al tentativo di impedire lo sbarco a terra (e quindi il compimento dell'azione di soccorso) dei naufraghi salvati da una nave di volontari nel Mediterraneo.
Come e' noto non e' stata l'unica iniziativa dell'allora ministro Salvini contro i naufraghi e contro chi salvava le loro vite.
Nei famigerati "decreti sicurezza della razza" si e' giunti al feroce criminale delirio di colpire selvaggiamente chi salva vite umane in mare.
E l'intera azione di governo dell'allora ministro Salvini nel 2018-2019 si e' caratterizzata per la violenza razzista e il disprezzo della vita, della dignita' e dei diritti di esseri umani innocenti in gravissimo pericolo e assolutamente bisognosi di aiuto.
Se il Senato oggi vorra' rispettare le buone leggi ed i buoni costumi, se vorra' essere fedele alla Costituzione repubblicana e all'umanita', se sapra' affermare che la legge e' la difesa del debole dall'abuso del forte, se riconoscera' che il razzismo e' un crimine contro l'umanita', se confermera' che salvare le vite e' il primo dovere, allora non vi e' dubbio che concedera' l'autorizzazione a procedere affinche' la magistratura processi l'allora ministro.
*
Vero e' anche che l'allora ministro Salvini non fu solo nell'imporre e attuare una scellerata antipolitica razzista nel 2018-2019; non fu solo nella commissione di flagranti crimini contro l'umanita'; non fu solo nella sistematica violazione della Costituzione della Repubblica italiana, del diritto internazionale, dei diritti umani afferenti a tutti gli esseri umani.
Insieme all'allora ministro Savini nella commissione di questi infami delitti ci fu l'intero governo e l'intera maggioranza parlamentare che quel governo razzista e golpista sosteneva.
Governo razzista e golpista in cui era presidente del consiglio dei ministri la medesima persona che lo e' anche oggi; in cui erano ministri persone che sono ministri ancora oggi; e uno dei due partiti che sosteneva quel governo razzista, barbaro e obbrobrioso, sostiene ed esprime in larga misura anche l'esecutivo attuale, e dispone tuttora di preponderanti gruppi parlamentari in grado di condizionare pesantemente l'azione dell'organo legislativo del nostro ordinamento giuridico.
Cosicche' non solo occorre che l'allora ministro Salvini sia processato, ma che anche i suoi complici rispondano delle nefandezze loro.
*
Lo ripetiamo una volta ancora: il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Lo ripetiamo una volta ancora: salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ed una volta ancora ripetiamo quattro cose che occorre fare al piu' presto per farla finita nel nostro paese col razzismo, la schiavitu', l'apartheid, i campi di concentramento e le deportazioni, la complicita' dello stato italiano con le stragi degli innocenti, la complicita' dello stato italiano con i lager libici e con le mafie schiaviste (fino all'orrore di finanziare la cosiddetta Guardia costiera libica che assassina gli innocenti che fuggono dai lager). Quattro semplici e indispensabili cose occorre fare subito:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
L'Italia torni alla legalita' che salva le vite.
 
15. ANCORA UNA VOLTA CHIEDIAMO
 
Ancora una volta chiediamo che  si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
 
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 420 del 17 gennaio 2021
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