[Nonviolenza] Telegrammi. 3974



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3974 del 4 gennaio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Sommario di questo numero:
1. Della mitezza (2005)
2. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte nona)
3. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte decima e conclusiva)
4. Campagna One Billion Rising 2021: Coltiviamo la nonviolenza
5. One Billion Rising 2021: Il 14 febbraio partecipa all'evento mondiale contro la violenza sulle donne
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
 
1. REPETITA IUVANT. DELLA MITEZZA (2005)
[Da "Azione nonviolenta" n. 8-9 dell'agosto-settembre 2005 (per contatti: e-mail: azionenonviolenta at sis.it, siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it) riprendiamo il seguente testo della serie di interventi dedicati al tema delle "caratteristiche della personalita' nonviolenta" (testo successivamente ripubblicato ne "La nonviolenza e' in cammino", n. 1022 del 14 agosto 2005)]
 
Alcune forse non inopportune premesse
Cio' su cui di seguito si approssimano alcune interrogative riflessioni richiede altresi' alcuni chiarimenti preliminari.
Mitezza e nonviolenza naturalmente non coincidono, si puo' essere persone amiche della nonviolenza senza essere affatto persone miti (anche tra le piu' note e fin celebrate, pochissime persone amiche della nonviolenza ed impegnate in lotte nonviolente sono state anche miti, sebbene qui si cerchera' di argomentare che solo scegliendo la mitezza si possa essere buoni ed efficaci militanti nonviolenti), e si puo' naturalmente essere persone miti senza per questo aver nulla a che fare con la nonviolenza.
Non solo: vorremmo mettere in guardia anche rispetto all'espressione "personalita' nonviolenta", che e' una formula utile per intendersi e nei suoi limiti felice, ma che a rigore, cioe' se interpretata rigidamente, designa qualcosa che semplicemente non esiste.
Inoltre: chi scrive queste righe non crede che esistano persone nonviolente, ma solo persone amiche della nonviolenza: il termine "nonviolento/a" puo' ben essere - a precise condizioni - un adeguato aggettivo, ma mai un pronome.
Crede anche che la mitezza sia una qualita' morale che si apprende e si affina (o si logora) nell'esercizio, e non una essenza metafisica.
Infine: ritiene che il concetto stesso di nonviolenza sia complesso e pluridimensionale e di assai ardua definizione (la riflessione consapevole sulla nonviolenza, quantunque essa sia "antica come le montagne", e' ancora agli inizi ed in impetuoso creativo svolgimento tale per cui ogni persona che ad essa si accosta ed ogni esperienza che ad essa si richiama apporta nuovi originali preziosi contributi teoretici ed empirici, euristici ed applicativi); qui di seguito lo si utilizzera' nel senso specifico proposto da Aldo Capitini, come equivalente sintetico dei due concetti gandhiani di ahimsa e satyagraha, ovvero - per dirla assai rozzamente - come scelta di non nuocere e come legame con il permanentemente vero che fonda e promuove l'azione buona, cioe' l'azione che si oppone alla violenza, l'azione che salva, l'azione che libera, l'azione che guarisce, l'azione che accomuna.
Ma ancora una cosa va detta, ed e' questa: la nonviolenza e' gestione del conflitto: senza lotta non si da' nonviolenza; senza incontro con l'altro non si da' nonviolenza, senza riconoscimento dell'altro non si da' nonviolenza, senza conflitto con l'altro non si da' nonviolenza, senza comunicazione con l'altro non si da' nonviolenza: la nonviolenza e' sempre relazionale, contestuale e dialogica a un tempo. Parlare di nonviolenza al di fuori della lotta nonviolenta (che beninteso puo' anche essere solo - e sempre e' comunque anche - lotta interiore) e' mera retorica.
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Una minima definizione
Proporremmo la seguente definizione, provvisoria e parziale, complessa e dialettica, di mitezza: una qualita' morale, ovvero un modo di condursi nelle relazioni con le altre persone e con il mondo, che tiene insieme fermezza nel buono e nel vero e umilta' personale, benevolenza non sorda ma anche non cieca, comprensione e carita' ma insieme limpida e intransigente difesa della dignita' altrui e propria, amore per la giustizia ed insieme coscienza del limite e della propria ed altrui fallibilita', un onesto ascoltare e ascoltarsi che si traduca in un operare giusto e misericordioso. Ovvero la mitezza come contrario sia dell'iracondia che dell'accidia, come opposto della presunzione, del pregiudizio e della prepotenza.
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Dieci tesi sul rapporto tra mitezza e nonviolenza
Nell'articolare il rapporto tra mitezza e nonviolenza proporremmo quindi le seguenti tesi.
I. Per resistere al male senza lasciarsene contaminare e' bene esercitare la virtu' della mitezza. Senza mitezza la resistenza e' fragile, la violenza invade la persona.
II. Per agire il conflitto senza esserne travolti e' bene esercitare la virtu' della mitezza. Senza mitezza il conflitto e' lacerante, la violenza disgrega la persona.
III. Solo la mitezza sa essere misericordiosa. E un'azione buona e giusta ma senza misericordia e' gia' meno buona e meno giusta.
IV. Solo nella mitezza si puo' istituire una convivenza tra persone libere ed eguali in dignita' e diritti; una societa' non oppressiva, non autoritaria, non alienante; una comunita' che non omologhi o peggio annienti le preziose diversita' di cui ogni persona consiste ed e' portatrice.
V. La mitezza si fonda sulla coscienza della dimensione tragica della vita. Chi e' frivolo, cosi' come chi e' cinico, non e' adeguato ai compiti dell'ora, non sa essere responsabile, non sa essere solidale.
VI. Non si puo' essere persone amiche della nonviolenza se non ci si esercita nella virtu' della mitezza. Proprio perche' la nonviolenza e' conflitto, a maggior ragione le persone che nella lotta nonviolenta si impegnano hanno il dovere di scegliere la mitezza. Promuovere il conflitto, resistere all'ingiustizia, contrastare il male, e' inane senza mitezza. La mitezza e' la virtù principe del combattente satyagrahi.
VII. Virtu' relazionale per eccellenza, la mitezza e' terapeutica, socializzante, giuriscostituente. La persona mite mitiga le altre persone, disinquina le relazioni, da' sollievo agli attori coinvolti nel conflitto. Ma non solo: la mitezza e' altresi' virtu' politica e puo' essere finanche principio di organizzazione giuridica.
VIII. La mitezza s'impara, e s'impara passando attraverso le prove del dolore e dello smarrimento. Non si nasce miti, lo si diventa scegliendolo.
IX. "Beati i miti, poiche' erediteranno la terra" (Matteo, V, 4): interpreto cosi': solo la scelta della mitezza puo' salvare un mondo che va insieme trasformato e conservato, difeso e rovesciato, restituito e redento. Solo la nonviolenza nella sua pienezza (non solo insieme di scelte logiche, epistemologiche, assiologiche, esistenziali; non solo insieme di tecniche ermeneutiche, metodologiche, deliberative, operative; non solo azione e progetto politico e sociale: ma insieme di insiemi) puo' salvare l'umanita'.
X. E' nel momento della lotta che si prefigura e quindi si decide l'esito di essa. Una lotta contro l'ingiustizia condotta senza mitezza non e' una lotta contro l'ingiustizia, poiche' ingiustizia riproduce; una lotta per la pace senza mitezza non e' una lotta per la pace, poiche' pace non costruisce. La mitezza e' liberazione dall'oppressione. La nonviolenza e' solo in cammino.
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Due amici
Quando penso alla mitezza subito mi vengono in mente Primo Levi ed Alexander Langer.
Due persone che resistevano, due persone che non opprimevano. Due persone gentili e magnanime.
Due persone che conoscevano la tragedia, ma che la tragedia non aveva reso feroci bensi' ancor più benevole, limpide, rigorose, essenziali.
Quando penso all'umanita' come dovrebbe essere subito mi vengono in mente Primo Levi ed Alexander Langer.
La fragilita' delle persone e del mondo: e tu abbine cura.
La resistenza che e' da opporre al male: e tu resisti.
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Per approfondire
Innanzitutto il dialogo sulla mitezza tra Norberto Bobbio e Giuliano Pontara, dialogo che si puo' leggere in Norberto Bobbio, Elogio della mitezza e altri scritti morali, Linea d'ombra, Milano 1994, alle pp. 11-51; e naturalmente cfr. anche Giuliano Pontara, La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996, particolarmente alle pp. 61-63.
Di Primo Levi occorrerebbe leggere tutto (nell'edizione delle Opere, Einaudi, Torino 1997, in due volumi), ma almeno Se questo e' un uomo e I sommersi e i salvati.
Di Alexander Langer l'antologia degli scritti piu' ampia e rappresentativa e' Il viaggiatore leggero, Sellerio, Palermo 1996.
Come e' noto, nelle grandi tradizioni culturali indiane e cinesi, ma anche nelle grandi tradizioni culturali occidentali - sia quelle religiose in senso stretto: l'ebraismo, il cristianesimo, l'islam; sia quelle piu' late: la grecita', l'umanesimo, la laicita', il pensiero delle donne - vi sono molti fulgidi esempi sia di figure e di condotte miti, sia di riflessioni sulla mitezza dense e complesse.
Volendo proporre qualche testo e figura esemplare: il discorso della montagna in Luca e Matteo, le figure di Averroe', Francesco d'Assisi, Thomas More, Etty Hillesum.
E volendo ricordare qualche persona che vi ha riflettuto con lucidita' e pieta' grandi: Simone Weil e Hannah Arendt, Aldo Capitini ed Emmanuel Levinas.
Somme figure di resistenti miti sono emerse nella lotta contro il totalitarismo e nella resistenza contro il sistema concentrazionario.
Ricordano donne e uomini che seppero difendere l'umanita' di fronte all'estremo due fondamentali libri di Tzvetan Todorov: Face a' l'extreme, Seuil, Paris 1991, 1994 (seconda edizione rivista), e Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001.
Sul versante giuridico cfr. almeno Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene (da leggere nell'edizione curata da Franco Venturi, Einaudi, Torino 1965, 1994), e Gustavo Zagrebelsky, Il diritto mite, Einaudi, Torino 1992; ma soprattutto l'esperienza della Commissione per la verita' e la riconciliazione sudafricana.
Sulle lacerazioni, i drammi e gli scacchi della mitezza hanno scritto pagine terribili e magnifiche Dostoevskij e Tolstoj.
 
2. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE NONA)
[Riproponiamo ancora una volta la seguente dispensa predisposta dall'autore nell'aprile 2004 per il secondo semestre dell'anno accademico 2003/2004 del corso su "Femminismo, studi di genere e letteratura latina" che abbiamo ripreso dal sito www.uniroma2.it]
 
9. La critica letteraria femminista
Contenuto del capitolo
In questo capitolo rivolgeremo la nostra attenzione in particolare alla critica letteraria femminista, citando alcuni dei libri piu' significativi in questo campo. Vedremo in particolare l'opera di Elaine Showalter, che distingue tra "critica femminista" (studiare la letteratura maschile da un punto di vista femminile) e "ginocritica" (studiare la letteratura prodotta da donne), e un libro particolarmente significativo, La pazza in soffitta (1979) di Sandra Gilbert e Susan Gubar. L'insistenza delle femministe sulla questione della parzialita' dei punti di vista portera' come sua conseguenza estrema l'elaborazione della critica della "voce personale", in cui la studiosa di letteratura parla esplicitamente in prima persona e legge i testi alla luce della propria esperienza autobiografica.
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9. 1. La critica letteraria femminista: studi sulla letteratura angloamericana e studi sul linguaggio
La critica letteraria femminista nasce nei primi anni Settanta negli "English Departments" delle universita' inglesi e statunitensi.
Il 1970 e' una data importante per il femminismo "letterario", perche' in quell'anno la poetessa Adrienne Rich (parr. 3. 5, 4. 2) e' incaricata dalla "Modern Language Association" (Mla), un potente organo accademico, di stendere un contributo per il forum sullo "status delle donne nelle professioni". Il saggio di Rich, "When We Dead Awaken: Writing as Re-vision" ("Quando noi morte ci destiamo: la scrittura come re-visione", 1971, trad. it. in A. Rich, Segreti, silenzi, bugie: il mondo comune delle donne, La Tartaruga, Milano 1989) introduce il concetto di re-visione nei confronti di un testo: in sostanza; si tratta di accostarsi a un vecchio testo, prodotto della societa' degli uomini, con occhi nuovi, quelli delle donne. E' la nascita di una nuova prospettiva nella critica letteraria, che trovera' il suo pieno sviluppo nel corso degli anni Settanta con il duplice intento di svelare i luoghi comuni sulle donne da parte dei grandi autori uomini del passato, e di rivalutare la cultura e la scrittura delle donne.
Questi anni vedono la pubblicazione di vari lavori significativi, tra cui sono da ricordare almeno Patricia Meyer Spacks, The Female Imagination, Knopf, New York 1975; Ellen Moers, Literary Women: The Great Writers, Doubleday, New York 1976 (trad. it. Grandi scrittrici, grandi letterate, Milano, Edizioni di Comunita' 1979); Elaine Showalter, A Literature of Their Own: British Women Novelists from Bronte to Lessing, Princeton University Press, Princeton 1977 (2a ed. rivista e ampliata Virago, London 1999; trad. it. Una letteratura tutta per se', Milano, La Salamandra 1984); Sandra Gilbert e Susan Gubar, The Madwoman in the Attic. The Woman Writer in the Nineteenth Century Imagination, Yale University Press, New Haven 1979; Toril Moi, Sexual/Textual Politics: Feminist Literary Theory, Routledge, New York - London 1985.
Importante e' il libro di Judith Fetterley The Resisting Reader: A Feminist Approach to American Fiction, Bloomington, Indiana, Indiana University Press, 1978, che analizza i modi in cui la lettrice donna, nella tradizione americana, e' costretta dalla pragmatica testuale ad assumere identificazioni profondamente antifemminili.
Uno dei temi che si iniziano ad affrontare alla fine degli anni Settanta e' la comunicazione dal punto di vista femminile: in particolare la raccolta curata da Deborah Cameron, The Feminist Critique of Language: A Reader, London-New York, Routledge 1990, concentra l'attenzione sull'interesse per il "silenzio" delle donne, la loro esclusione dalla voce del potere, la differenza di genere nei modi dell'espressione linguistica, la ricerca di una vera "voce femminile".
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9. 2. Elaine Showalter e la "gynocritics"
Significativa, sempre in questi anni, e' la nascita della rivista femminista americana "Signs", e l'inizio di un dibattito tra pensiero femminista e mondo accademico, ad opera di Elaine Showalter con l'articolo "Women and the Literary Curriculum", nella rivista "College English" (1970). Il contributo di Showalter ha particolare valore perche' inaugura un nuovo modello di critica letteraria, quello della "gynocritics". Showalter opera una distinzione tra feminist critic, "critica femminista", che si concentra sulla donna come lettrice e si propone di analizzare e decostruire i presupposti ideologici patriarcali nella letteratura maschile, e, appunto, quella che chiama "ginocritica", cioe' la critica che si occupa della donna in quanto scrittrice.
Se il critico decostruzionista della "Yale School" Geoffrey Hartman aveva usato la metafora del "criticism in the wilderness" (titolo di un suo libro del 1980), Showalter la riprende per la critica femminista, nell'articolo "Feminist Criticism in the Wilderness", "Critical Inquiry" 8 (1981) pp. 179-205, anche nel volume da lei curato The New Feminist Criticism: Essays on Women, Literature, and Theory, Pantheon Books, New York 1985, pp. 243-70.
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9. 3. Sandra Gilbert e Susan Gubar: la "pazza in soffitta"
L'approccio di Showalter non condivide il separatismo femminista, e punta invece al confronto e al dialogo con la tradizione maschile. Questo atteggiamento e' sostanzialmente fatto proprio anche da Gilbert e Gubar in The Madwoman in the Attic (1979), che pongono al centro dell'attenzione il duro processo che la donna scrittrice deve affrontare: all'"anxiety of influence" (Harold Bloom) propria di ogni scrittore, che deve fare i conti con la tradizione preesistente, si aggiunge per la donna l'"anxiety of authorship", l'"angoscia di essere autrice" in un mondo condizionato da una prospettiva maschile, che le impone inevitabilmente complicita' e compromessi frustranti.
La "pazza in soffitta" del titolo di Gilbert e Gubar si riferisce al personaggio di Bertha Mason in Jane Eyre (di Charlotte Bronte, 1847), la moglie del signore di Rochester che, diventata pazza, viene tenuta segregata da tutti nella soffitta del castello. Questa figura, vista come una sorta di "doppio" della scrittrice, viene assunta dalle autrici come metafora dell'irriducibile alterita' della condizione femminile. (Abbiamo visto sopra come il tema della "pazzia" sia caratteristico anche del lavoro di Juliet Mitchell: par. 9. 1).
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9. 4. L'influenza del femminismo francese sulla critica americana
Le teorizzazioni di Cixous sull'ecriture feminine (par. 6. 3) e di Luce Irigaray sul parler femme (par. 6. 2), nonche' l'opera di Kristeva (par. 6. 4; Kristeva, ricordiamo, e' invece scettica nei riguardi della "scrittura femminile"), hanno esercitato notevole influenza non solo sulla riflessione teorico-filosofica del femminismo americano, ma anche sulla critica letteraria.
Tra i nomi che si possono accostare a questa tendenza, ricordiamo quelli di Mary Jacobus, Alice Jardine, Jane Gallop, Nancy K. Miller, tutte variamente impegnate nell'analisi delle relazioni esistenti tra genere, identita' e linguaggio, e della loro influenza sulla scrittura femminile.
Alice A. Jardine. Esemplare di questo orientamento "francesizzante" della critica statunitense e' Alice A. Jardine (Professor of Romance Languages and Literatures, Harvard University), Gynesis: Configurations of Woman and Modernity, Cornell University Press, Ithaca NY, 1985. "Gynesis" e' un altro neologismo, formato da "donna" (in greco gyne) + "genesi", cioe' "il mettere 'la donna' nel discorso ("the putting into discourse of 'woman'") come quel processo diagnosticato in Francia come la condizione della modernita'; anzi, la valorizzazione del femminile, della donna, e le sue connotazioni obbligatorie, cioe' storiche, come qualcosa di intriseco a nuovi e necessari modi di pensare, di scrivere, di parlare" (p. 25). "Gynesis", in altri termini, sta ad indicare il ruolo fondamentale svolto dal femminile nella filosofia moderna da Nietzsche fino a Lacan, Derrida, Deleuze, in cui "donna" e' diventato "un nuovo spazio retorico... inseparabile dai mementi piu' radicali di gran parte delle discipline contemporanee", sinonimo di "quei processi che sconvolgono le strutture simboliche dell'Occidente" (pp. 38, 42).
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9. 5. Problemi della critica femminista
Il livello sempre crescente di astrazione e sottigliezza della teorizzazione femminista sulla letteratura, ha portato recentemente a forme di disagio nei confronti della "teoria" all'interno dello stesso ambito femminista.
Da un lato, varie studiose hanno sentito il bisogno di ammonire le colleghe circa i potenziali rischi di impoverimento e stereotipizzazione dell'analisi insiti nell'adozione talora superficiale di metodologie intepretative precostituite. E' il caso di Sally Minogue, curatrice della raccolta Problems for Feminist Criticism, Routledge, London-New York 1990. Similmente, Janet Todd in Gender, Art and Death, Polity Press, Cambridge 1993, rivendica il proprio ruolo di critico letterario femminista di "prima generazione", quella che univa l'ottica di genere all'attenzione "tradizionale" al contesto socio-culturale delle opere letterarie.
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9. 6. La critica della "voce personale"
D'altro canto, sempre come espressione di un certo scetticismo nei confronti della teoria, altre studiose hanno sviluppato un approccio alla pratica della critica letteraria di tipo "autobiografistico", preoccupate dall'apparente insorgere di quello che e' stato definito un "femminismo senza donne" (vedi Tania Modleski, Feminism without Women: Culture and Criticism in a "Postfeminist" Age, Routledge, New York-London 1991). La pratica del cosiddetto personal criticism o autobiographical criticism, o "critica della voce personale", e' stata presentata e sostenuta da Nancy K. Miller nel suo libro Getting Personal: Feminist Occasions and Other Autobiographical Acts, Columbia University Press, New York 1992, e nella raccolta di saggi curata da Gayle Greene e Coppelia Kahn, Changing Subjects: The Making of Feminist Literary, Routledge, London-New York 1993.
La "critica personale" mette in primo piano la dimensione individuale, autobiografica, della singola studiosa, in una sorta di tentativo di recuperare le esperienze legate al vissuto della prima critica femminista. Tuttavia, questo tipo di critica non e' solo legato allo scetticismo nei confronti degli eccessi personalizzanti e alla fine desessualizzanti della teorizzazione. Infatti, essa ha una sua propria motivazione teorica che consiste nel portare avanti, fino alle estreme conseguenze, la sottolineatura delle "differenze" e della particolarizzazione etnica, politica e sociale che era un elemento essenziale della riflessione femminista sull'identita' e sulla soggettivita'.
(Parte nona - segue)
 
3. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE DECIMA E CONCLUSIVA)
 
Abbreviazioni bibliografiche
- Baccolini, Raffaella - Maria Giulia Fabi - Vita Fortunati - Rita Monticelli (edd.). 1997. Critiche femministe e teorie letterarie, Clueb, Bologna (con antologia di testi).
- Biagini, Enza - Augusta Brettoni - Paolo Orvieto (edd.). 2001. Teorie critiche del Novecento. Con antologia di testi, Roma, Carocci.
- Cavarero, Adriana - Franco Restaino (edd.). 2002. Le filosofie femministe. Due secoli di battaglie teoriche e pratiche, Bruno Mondadori, Milano (con antologia di testi).
- Ceserani, Remo. 1999. Guida allo studio della letteratura, Laterza, Roma-Bari.
- Di Cori, Paola - Donatella Barazzetti (edd.). 2001. Gli studi delle donne in Italia. Una guida critica, Carocci, Roma.
- Izzo, Donatella (ed.). 1996. Teoria della letteratura. Prospettive dagli Stati Uniti, La Nuova Italia Scientifica [ora Carocci], Roma.
- Chialant, Maria Teresa - Eleonora Rao (edd.). 2000. Letteratura e femminismi. Teorie della critica in area inglese e americana, Liguori, Napoli (con antologia di testi).
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Approfondimenti bibliografici e internet
Tra i migliori siti internet italiani per un'introduzione al femminismo e agli studi di genere segnaliamo "Donne e conoscenza storica" (www.url.it/donnestoria), con molti saggi e documenti (solo alcuni dei quali verranno segnalati nelle brevi indicazioni seguenti); e www.storiadelledonne.it, a cura dell'Unione femminile nazionale (www.unionefemminile.it) con la Societa' italiana delle storiche. Utile anche "Il sito delle streghe"(www.geocities.com/~tesorino/Il_sito_delle_streghe/index1.html).
Un'ottima introduzione storica allo sviluppo del pensiero femminista e' quella di Franco Restaino, "Il pensiero femminista. Una storia possibile", in Cavarero-Restaino (2002) pp. 3-77. Il cap. 1 ("The Contemporary Women's Movement"), di Linda Nicholson, Gender and History (Columbia University Press 1986), molto utile per un inquadramento storico del movimento femminista, si puo' leggere a: www.marxists.org/reference/subject/philosophy/works/us/nichols2.htm
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1. La "Dichiarazione" di Olympe de Gouges si trova a www.url.it/donnestoria/testi/percorso_900/dichiarazione.htm
Moltissimi sono gli studi su Mary Wollstonecraft; sul web, per esempio, www.edgehill.ac.uk/acadepts/humarts/english/subject/mw.htm Il testo di A Vindication of the Rights of Women si puo' leggere on line a: www.orst.edu/instruct/phl302/texts/wollstonecraft/woman-contents.html Brani in Cavarero-Restaino (2002) pp. 119-22. Possiamo anche ricordare che la scrittrice italiana Elisabetta Rasy ha dedicato a Mary Wollestonecraft il recente romanzo biografico L'ombra della luna (Rizzoli).
Recentemente e' stata pubblicata in italiano la raccolta di scritti di John Stuart Mill e Harriett Taylor, Sull'eguaglianza e l'emancipazione femminile, a cura di Nadia Urbinati, Einaudi, Torino 2001. Brani in Cavarero-Restaino (2002) pp. 123-6.
Il testo della Dichiarazione di Seneca Falls e' pubblicato, insieme al resoconto della successiva "Convenzione di Rochester", in un volume curato da Raffaella Baritono, Il sentimento delle liberta', La Rosa Editrice, Torino 2002. La Dichiarazione e' anche leggibile a www.url.it/donnestoria/testi/percorso_900/seneca.htm
Brani dall'Autobiografia di Aleksandra M. Kollontai (Feltrinelli, Milano 1975) in Cavarero-Restaino (2002) pp. 127-30.
Sul movimento delle donne nel Novecento italiano, vedi Il Novecento delle italiane: una storia ancora da raccontare, a cura del gruppo "Controparola", Editori Riuniti, Roma 2001.
Biografia di Anna Kuliscioff a www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie%20antifascisti17.html
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2. Sterminata la bibliografia e sitografia su Virginia Woolf e Simone de Beauvoir. Si puo' partire da: www.depts.drew.edu/wmst/corecourses/wmst111/timeline_bios/VaWoolf.htm , www.depts.drew.edu/wmst/corecourses/wmst111/timeline_bios/SdeBeauvoir.htm
Brani da Tre ghinee di V. Woolf, dal Secondo sesso di de Beauvoir, e da La mistica della femminilita' di Betty Friedan (trad. it. Edizioni di Comunita', Milano 1964) in Cavarero-Restaino (2002) pp. 131-42. Il libro piu' recente di Friedan in trad. it. e' L'eta' da inventare: la seconda meta' della vita, Frassinelli 1994 (2a ed. 2000).
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3. Una raccolta di slogan e "frasi celebri" del femminismo radicale a http://feminism.marhost.com/f/radfemquotes.html
Su Firestone cfr. Sarah Franklin, "The Dialectic of Sex: Shulamith Firestone Revisited" pubblicato dal Department of Sociology, Lancaster University a www.comp.lancs.ac.uk/sociology/soc050sf.html Il primo capitolo di Dialectic of Sex e' leggibile a www.marxists.org/reference/subject/philosophy/works/us/fireston.htm Brani dalla trad. it. La dialettica dei sessi: autorita' maschile e societa' tardo-capitalistica, a cura di L. Personemi, Guaraldi, Firenze 1971, in Cavarero-Restaino (2002) pp. 147-50.
Kate Millett: brani da Sexual Politics (trad. it. La politica del sesso, Rizzoli, Milano 1971) in Cavarero-Restaino (2002) pp. 143-6.
L'eunuco femmina di Germaine Greer e' ristampato negli "Oscar" Mondadori.
Cronologia degli eventi principali relativi al femminismo lesbico a www.womens-studies.ohio-state.edu/araw/chrono1.htm
Trad. it. di "The Traffic in Women" di Gayle Rubin in dwf 1 (ottobre-dicembre 1976) pp. 23-65; brani in Cavarero-Restaino (2002) pp. 160-4. L'articolo di Rubin "Thinking Sex" si trova in C. Vance (ed.), Pleasure and Danger: Exploring Female Sexuality, Routledge, Boston 1984 = H. Abelove, M. A. Barale, D. M. Halperin (edd.), The Lesbian and Gay Studies Reader, Routledge, New York and London, 1993, pp. 3-44.
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4. Sulla psicologa femminista Phyllis Chesler, vedi www.phyllis-chesler.com Il suo libro piu' recente e' Mad Men and Medusas: Reclaiming Hysteria and the Effect of Sibling Relations on the Human Condition, The Penguin Press, London 2000.
Su Adrienne Rich, vedi www.depts.drew.edu/wmst/corecourses/wmst111/timeline_bios/ARich.htm
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5. S. Brownmiller ha un suo sito: www.susanbrownmiller.com A www.susanbrownmiller.com/html/antiporno.html si puo' leggere il suo articolo "Lets Put Pornography Back in the Closet" ("Rimettiamo la pornografia nel ripostiglio"), scritto per il giornale "Newsday" nel 1979 mentre l'autrice stava organizzando il gruppo "Women Against Pornography".
Una semplice ricerca in Internet mostrera' quanto vivace sia ancora oggi il dibattito sulla pornografia nel mondo americano. Una selezione di scritti di Andrea Dworkin si puo' leggere a www.nostatusquo.com/ACLU/dworkin/OnlineLibrary.html Su Katherine MacKinnon: www.cddc.vt.edu/feminism/MacKinnon.html
Il punto sulla questione e' fatto in Drucilla Cornell (ed.), Feminism and Pornography, Oxford University Press, Oxford 2000, che contiene tra l'altro vari interventi di A. Dworkin e C. MacKinnon (anche di Judith Butler, bell hooks, Audre Lorde, e molte altre), nonche' un "Manifesto italiano" sulla prostituzione, e una sezione su quello che si suole chiamare "turismo sessuale" nell'ottica degli studi postcoloniali.
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6. Per un'introduzione alla critica decostruzionista, vedi Stefano Rosso in Izzo (1996) pp. 31-56, con ampia bibliografia; Ceserani (1999) 116-9, pp. 492-5; Biagini in Biagini-Brettoni-Orvieto (2001) pp. 253-61, e Jonathan Culler, Sulla decostruzione, Bompiani, Milano 1988 (ed. orig. 1982).
Sul concetto di differenza sessuale vedi anche Francesca Di Donato, "Per una critica della differenza sessuale. Domande e risposte sulla riflessione femminista attuale", lgxserver.uniba.it/lei/personali/didonato/index.html
In italiano di Helene Cixous si puo' vedere Scritture del corpo. Variazioni su un tema, a cura di Paola Bono, Sossella ed., 2000.
Su Julia Kristeva: www.cddc.vt.edu/feminism/Kristeva.html
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7. Non sorprendentemente, Haraway e' molto popolare nel web. Il suo "Manifesto Cyborg" si puo' leggere, per esempio, a www.stanford.edu/dept/HPS/Haraway/CyborgManifesto.html Punti di partenza su Haraway: www.anotherscene.com/outthere/dhwy.htm , o www.asahi-net.or.jp/~RF6T-TYFK/haraway.html
In italiano: Testimone_Modesta@FemaleMan©_incontra_OncoTopo. Femminismo e tecnoscienza, Feltrinelli, Milano 1999; Manifesto cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo, Feltrinelli, Milano 1995.
Tra i libri in inglese di Teresa de Lauretis ricordiamo Alice Doesn't: Feminism, Semiotics, Cinema (1984), Technologies of Gender (1987), The Practice of Love (1994). Ha curato tre raccolte di saggi: Feminist Studies/Critical Studies (1986), The Cinematic Apparatus (1980), e The Technological Imagination (1980). Ha curato inoltre il numero dedicato alla "Queer Theory" del giornale differences: A Journal of Feminist Cultural Studies (1990). Tra i libri in italiano: La sintassi del desiderio: struttura e forme del romanzo sveviano (Ravenna, Longo 1976), Umberto Eco (Firenze, La Nuova Italia 1981), Differenza e indifferenza sessuale. Per l'elaborazione del pensiero lesbico (Firenze, Estro 1989), Sui generis. Scritti di teoria femminista (Milano, Feltrinelli 1996), Pratica d'amore. Percorsi del desiderio perverso (Milano, La Tartaruga 1997) e Soggetti eccentrici (Milano, Feltrinelli 1999).
Su "Gay" e "Queer Theory", vedi Marco Pustianaz, "Teoria gay e lesbica", in Izzo (1996) pp. 109-29, e, per gli sviluppi in Italia, Id., "Studi gay e lesbici", in Di Cori-Barazzetti (2001) pp. 241-58.
Su Rosi Braidotti, vedi la recensione di S. Colella di Soggetto nomade e Dissonanze (da "L'Indice" 1995, n. 7) a www.internetbookshop.it
In Cavarero-Restaino (2002) pp. 209-12 e' antologizzata parte di un'intervista di Judith Butler a Braidotti apparsa in dwf 26-7 (1995).
Studi sul "corpo": in italiano, vedi tra i libri piu' recenti Ugo Volli, Figure del desiderio. Corpo, testo, mancanza, Raffaello Cortina editore, Milano 2002; Umberto Galimberti, Il corpo, Feltrinelli, Milano 2002. Un'antologia di saggi in inglese: Londa Schiebinger, Edwin E. Sparks (edd.), Feminism and the Body, Oxford University Press 2000.
Su Judith Butler, vedi anche Francesca Di Donato a lgxserver.uniba.it/lei/personali/didonato/butler.html
Un saggio di Gayatri Spivak e' in Baccolini et al. (1997) pp. 105-33. Qualche passo di Elogio del margine di bell hooks si puo' leggere a: www.url.it/donnestoria/testi/percorso_900/bell.htm ; sul suo ultimo libro, Feminism is for Everybody: Passionate Politics, South End Press, Cambridge, MA, 2000, vedi p. es. www.reconstruction.ws/BReviews/revFeminism.htm
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8. Il "Manifesto" di Rivolta Femminile si puo' leggere a: www.url.it/donnestoria/testi/percorso_900/lonzi.htm
Per la "Libreria delle donne" di Milano vedi www.libreriadelledonne.it
Su Luisa Muraro: www.ereditareilfemminismo.com
Sommario della annate di "dwf" (fino al 1997) a www.racine.ra.it/udi/bibliografie/storia/storia02.htm
Il celebre articolo di Anna Koedt "The Myth of the Vaginal Orgasm" (1970) si puo' leggere, tra i molti siti, per esempio a www.cwluherstory.com/CWLUArchive/vaginalmyth.html
Oltre al citato Il pensiero della differenza sessuale (1987), Diotima ha pubblicato, presso La Tartaruga di Milano, Mettere al mondo il mondo (1990), Il cielo stellato dentro di noi (1992) e, presso Liguori di Napoli, Oltre l'uguaglianza. Le radici femminili dell'autorita' (1995), La sapienza di partire da se' (1996), Il profumo della maestra (1999), Approfittare dell'assenza. Punti di avvistamento sulla tradizione (2002).
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9. Due preziose introduzioni alla critica letteraria femminista (entrambe con antologia di saggi in traduzione italiana) sono Baccolini et al. (1997), e Chialant-Rao (2000).
Rassegna bibliografica di opere in italiano di e sulla critica letteraria femminista dal 1975 al 1996, a cura di Laura De Nicola, a rmcisadu.let.uniroma1.it/crilet/mostra900/zancan.htm
Bibliografia e links su Elaine Showalter: virtual.clemson.edu/groups/womenstudies/flc436/showalter.html La traduzione italiana dell'articolo di Showalter del 1981 ("La critica femminista nel deserto") si puo' leggere in Chialant-Rao (2000) pp. 49-65).
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Indice della presente dispensa
1. Le origini del pensiero femminista
1. 1. Alle radici del femminismo: Olympe de Gouges e Mary Wollstonecraft
1. 2. Il primo femminismo (1848-1918): la lotta per l'uguaglianza nelle correnti liberale e socialista
1. 3. L'orientamento liberale: Harriett Hardy Taylor e John Stuart Mill
1. 4. Le suffragette americane e la "Dichiarazione di Seneca Falls"
1. 5. Friedrich Engels e il pensiero socialista
1. 6. Il femminismo in Italia tra Otto e Novecento
2. Uguaglianza vs differenza nel periodo di riflusso (1918-1968)
2. 1. Uguaglianza e differenza: Virginia Woolf
2. 2. Simone de Beauvoir: "Donna non si nasce, lo si diventa"
2. 3. Betty Friedan: la "mistica della femminilita'"
2. 4. Juliet Mitchell: "Donne: la rivoluzione piu' lunga"
3. Il femminismo radicale americano e la nascita della critica letteraria femminista (fine anni Sessanta - meta' anni Settanta)
3. 1. Il femminismo radicale: "il personale e' politico"
3. 2. Il Redstockings Manifesto
3. 3. Shulamith Firestone.
3. 4. Kate Millett: la "politica del sesso"
3. 4. Germaine Greer: L'eunuco femmina
3. 5. Il femminismo lesbico e la nascita dei "Lesbian Studies"
3. 6. Gayle S. Rubin e il sistema "sesso-genere"
4. Temi femministi degli anni Settanta e Ottanta (I): la critica della psicoanalisi, la riflessione sulla maternita' e l'"etica della cura"
4. 1. Psicoanalisi e femminismo: Juliet Mitchell
4. 2. La riflessione su donna e maternita' negli Stati Uniti: Adrienne Rich
4. 3. Nancy Chodorow e Dorothy Dinnerstein
4. 4. L'"etica della cura": Carol Gilligan e Virginia Held
5. Temi femministi degli anni Settanta e Ottanta (II): la questione della violenza sessuale e della pornografia
5. 1. Il problema della violenza sessuale: Susan Brownmiller
5. 2. Il dibattito sulla pornografia: Andrea Dworkin e Catherine MacKinnon
6. La teoria della differenza nel femminismo francese (dal 1968 a oggi)
6. 1. Il movimento delle donne in Francia
6. 2. Luce Irigaray: teoria della differenza e critica del "fallogocentrismo"
6. 3. Helene Cixous: la "scrittura femminile"
6. 4. Julia Kristeva
7. Il femminismo nell'universita': la questione del soggetto e dell'identita' (dalla meta' degli anni Ottanta a oggi)
7. 1. L'"accademizzazione" del femminismo
7. 2. Donna Haraway e il cyber-femminismo
7. 3. Teresa de Lauretis
7. 4. "Queer Theory"
7. 5. Rosi Braidotti
7. 6. Judith Butler e la riflessione sul concetto di "corpo"
7. 7. Il femminismo nero ed etnico
8. La teoria della differenza nel femminismo italiano (dal 1968 a oggi)
8. 1. Il movimento delle donne in Italia
8. 2. Carla Lonzi
8. 3. Il gruppo "Diotima": Luisa Muraro e Adriana Cavarero
9. La critica letteraria femminista
9. 1. La critica letteraria femminista: studi sulla letteratura angloamericana e studi sul linguaggio
9. 2. Elaine Showalter e la "gynocritics"
9. 3. Sandra Gilbert e Susan Gubar: la "pazza in soffitta"
9. 4. L'influenza del femminismo francese sulla critica americana
9. 5. Problemi della critica femminista
9. 6. La critica della "voce personale"
Abbreviazioni bibliografiche
Approfondimenti bibliografici e internet
 
4. REPETITA IUVANT. CAMPAGNA ONE BILLION RISING 2021: COLTIVIAMO LA NONVIOLENZA
[Dal coordinamento One Billion Rising Italia (per contatti: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
 
Carissime attiviste e carissimi attivisti,
vi giriamo  il comunicato che annuncia la campagna One Billion Rising 2020-2021. In streaming o in presenza, in base alle evoluzioni della pandemia, vogliamo esserci per continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla necessita' di diffondere una cultura della nonviolenza.
Quest'anno il messaggio di One Billion Rising e' quello di manifestare e far sentire la nostra voce per affermare la liberta' delle donne, per condannare ogni forma di violenza, per diffondere una cultura del rispetto, della cura per tutte le donne abusate, discriminate, oppresse e per la terra che ci da' la vita.
Speriamo che anche quest'anno vi faccia piacere essere parte di questa famiglia globale che vede coinvolti 200 paesi e un miliardo di persone uniti nel lottare per un mondo equo, giusto, solidale.
Stiamo lavorando alla pianificazione di un evento, online o in presenza, e vi manderemo presto tutti i dettagli, ma, come sempre siamo aperti a vostre idee, contributi, che potrebbero essere importanti e utili per tutti. Per questo ci piacerebbe conoscerci meglio, via zoom, come abbiamo gia' fatto con alcuni di voi o al telefono, e costruire insieme gli eventi 2021. Scrivete a questa mail se vi fa piacere sentirci e confrontarci cosi' da poter organizzare presto una chiamata.
A seguire il comunicato stampa della campagna 2021 e il link alla nuova presentazione di One Billion Rising.
Grazie sempre per la vostra presenza e vicinanza
Un saluto affettuoso
Nicoletta, Luisa, Silvia (coordinamento OBR Italia)
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Campagna One Billion Rising 2021: #ColtiviamoLaNonViolenza
La pandemia di Covid-19 ha rivelato una volta di piu' la violenza di un sistema di disuguaglianze sociali profonde, che ci viene imposto da troppo tempo. In tutto il pianeta, la maggior parte dei lavoratori in prima linea in questa emergenza, dagli operatori sanitari agli assistenti domiciliari, dai lavoratori domestici ai braccianti, sono donne. E, come la Terra, sono le meno valorizzate e protette. Ogni tre giorni una donna e' vittima di femminicidio e il 78% degli omicidi avviene tra le mura domestiche. I dati sono allarmanti, troppo, e in netto aumento dall'inizio del periodo pandemico. Per questo motivo One Billion Rising 2021 lancia un appello per un tempo nuovo che celebri e onori le donne e la nostra Madre Terra.
Vogliamo coltivare un futuro per questa Terra, che insieme alle donne e' essenziale per la vita di tutti. Un futuro di amore, non di violenza; di speranza, non di cinismo; di gioia, non di desolazione; di vita, non di distruzione. Come ogni anno, il 14 febbraio 2021, in presenza o in streaming, in oltre 200 paesi in tutto il mondo, faremo sentire la nostra e la vostra voce per chiedere un nuovo modello di societa', libera dalla violenza e rispettosa del nostro pianeta. Le stesse elezioni negli Stati Uniti e la nuova coppia presidenziale confermano la fiducia nelle possibilita' di un futuro sostenibile e in una politica globale che abbia come priorita' il ruolo sociale e i diritti delle donne, ma anche l'attenzione nei confronti della Terra. Questa attenzione e' oggi un atto di resistenza perche' e' l'opposto di quello che impone la macchina neoliberista: mette in contatto le persone e le comunita' con la Terra.
"Seminate, curate giardini, fisicamente o metaforicamente", ha esortato V (Eve Ensler) fondatrice di OBR, "fatelo per far nascere, crescere e coltivare qualcosa di migliore. Questo puo' essere il sogno in cui crediamo. Il momento e' ora". In un'epoca di isolamento forzato, causato dall'emergenza sanitaria, coltivare un giardino un orto, interiore o collettivo, significa far crescere la bellezza e la vita, diventando un gesto rivoluzionario, una direzione concreta in tempi di collasso ecologico, sociale e spirituale.
Non possiamo mantenere l'estrazione continua del lavoro delle donne e dei prodotti della Terra senza restituire loro la gratitudine e il rispetto che meritano. Dobbiamo onorare e proteggere la Terra e le donne affinche' ci sia un futuro. E sia migliore del passato.
Tra le prime adesioni alla campagna 2021 ci sono Amref, Differenza Donna Ong, Assist Associazione Nazionale Atlete, Rebel Network
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Per contatti:
obritalia at gmail.com
https://www.facebook.com/obritalia
https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
www.onebillionrising.org
 
5. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING 2021: IL 14 FEBBRAIO PARTECIPA ALL'EVENTO MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
[Dal Coordinamento One Billion Rising Italia (per contatti: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
 
Carissime e carissimi attivisti,
siamo quasi arrivati alla conclusione di questo anno cosi' doloroso e difficile per tutti e ci fa piacere, prima di tutto, mandarvi i nostri auguri di buone feste. Da sempre quello che caratterizza il movimento One Billion Rising e' la tenacia e la speranza di cambiamento e miglioramento ed e' quello che ci auguriamo per tutti noi nel 2021.
#ColtiviamoLaNonViolenza: e' questo il messaggio che quest'anno vogliamo lanciare. Facciamo sentire la nostra voce per affermare una cultura del rispetto delle donne e della Terra che ci ospita e che ci dona la vita. E per farlo quest'anno vogliamo coinvolgere gli uomini, chiedendo proprio a loro di seminare e diffondere un messaggio di nonviolenza. Inoltre stiamo definendo una collaborazione con Emergency che vedra' alcuni dei loro volontari disponibili a partecipare agli eventi OBR in streaming e in presenza per raccontarci alcuni progetti ed esperienze di aiuto e cura per e con le donne che hanno portato avanti e che oltre al reale sostegno hanno determinato un cambiamento culturale, di mentalita' e comportamento. Proprio quel cambiamento per cui ci battiamo e che e' necessario per il futuro.
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Come di consueto alcune prime indicazioni per la campagna di sensibilizzazione e l'evento 2021, torneremo a scrivervi a gennaio:
Scarica i loghi ufficiali OBR 2021, la cover facebook 2021 per pubblicarli sui tuoi social: https://www.dropbox.com/sh/8mkvk4bk9zue3gg/AACMRPuHI150g7kRsugdC7OUa?dl=0
Scarica alcuni testi da poter leggere o recitare durante gli eventi: https://www.dropbox.com/sh/if2zmljvlm0b4np/AABCYtlm5pJFdVdNMkHuNVi9a?dl=0
Invita gli uomini a partecipare alla campagna 2021 diventando "testimonial di un messaggio di nonviolenza". In che modo? Attraverso foto o video, interventi/letture durante l'evento che esprimano la loro volonta' di opposizione e denuncia ad ogni forma di violenza, da condividere sui social utilizzando gli hashtag ufficiali: #1BillionRising #ColtiviamoLaNonViolenza
Organizza un evento domenica 14 febbraio, in streaming o, dove sara' possibile, in presenza, mantenendo le norme di sicurezza, per manifestare insieme a un miliardo di persone in tutto il mondo.
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Evento in streaming  domenica 14 febbraio dalle 11 alle 13
- Utilizza una piattaforma web che consenta di organizzare videoconferenze, come ad esempio zoom.
- Crea un link dove poter seguire l'evento, mandalo a tutti i tuoi contatti (associazioni, gruppi, persone) per invitarli a partecipare, piu' siamo, meglio e'!
- Iscriviti al sito per segnalare il tuo evento a questo link http://bit.ly/Registra_il_t uo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e scrivi a obritalia at gmail.com per comunicarci quando sara' il tuo evento
- Pianifica una scaletta dell'evento*, come ad esempio:
- introduzione di un moderatore
- interventi degli attivisti
- letture di testi, performance, ecc.
- flashmob online
- Pubblica l'evento in streaming sui social, usa gli hashtag #1BillionRising #ColtiviamoLaNonViolenza
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Evento in presenza domenica 14 febbraio o nei giorni della settimana di San Valentino
- Scegli una location dove vengano rispettate le norme di sicurezza
- Pianifica una scaletta dell'evento, come ad esempio:
- introduzione di un moderatore
- interventi degli attivisti
- letture di testi, performance, ecc.
- flashmob online
- Invita tutti i tuoi contatti a partecipare e durante l'evento registra video e scatta foto e pubblicale sui tuoi social utilizzando gli hashtag ufficiali #1BillionRising #ColtiviamoLaNonViolenza
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Per quanto riguarda i permessi e le autorizzazioni sul copyright ve li gireremo i primi di gennaio.
Rimaniamo sempre siamo aperti a vostre idee, contributi, che potrebbero essere importanti e utili per tutti e siamo qui per rispondere alle vostre richieste. Grazie a chi ci ha scritto, chiamato e a chi si e' confrontato con noi. Se vi fa piacere, scrivete a questa mail cosi' da poter organizzare presto una chiamata online.
Grazie sempre per la vostra presenza
Tanti affettuosi auguri
Nicoletta, Luisa, Silvia (coordinamento OBR Italia)
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Sito ufficiale  https://www.onebillionrising.org
Facebook https://www.facebook.com/obritalia
Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Email obritalia at gmail.com
hashtag ufficiali #1BillionRising #ColtiviamoLaNonViolenza
 
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Biancamaria Frabotta (a cura di), Femminismo e lotta di classe in Italia (1970-1973), Savelli, Roma 1973, 1975, pp. 256.
- Nadia Fusini, Mariella Gramaglia (a cura di), La poesia femminista, Savelli, Roma 1974, pp. 304.
- Rosalba Spagnoletti (a cura di), I movimenti femministi in Italia, Savelli, Roma 1971, 1978, pp. 176.
*
Riedizioni
- Gianrico Carofiglio, La manomissione delle parole, Rcs, Milano 2010, 2020, pp. 204, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
 
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
8. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3974 del 4 gennaio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com