[Nonviolenza] Telegrammi. 3914



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3914 del 5 novembre 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Robert Fisk
2. Contro tutte le uccisioni. Un 4 novembre nonviolento a Viterbo
3. Un libro (da non perdere) per i settant'anni di Augusto Cavadi
4. Omero Dellistorti: Veridica soluzione ed autentico disvelamento dell'abominevole segreto e fin qui impenetrabile mistero di Augusto Cavadi
5. Omero Dellistorti: La strega
6. Omero Dellistorti: Sporco e pulito
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. LUTTI. ROBERT FISK

E' deceduto Robert Fisk, giornalista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. ANNIVERSARI. CONTRO TUTTE LE UCCISIONI. UN 4 NOVEMBRE NONVIOLENTO A VITERBO

Nella giornata del 4 novembre 2020 una delegazione del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha reso omaggio alle vittime di tutte le guerre compiendo un periplo della citta', toccando alcuni luoghi significativi della memoria condivisa, sostando in reverente silenzio dinanzi ai monumenti e alle lapidi che ricordano alcune delle innumerevoli vittime della violenza assassina.
Dal cimitero di Viterbo alla lapide in piazzale Gramsci, dai monumenti e le lapidi in piazza del Sacrario alle pietre d'inciampo in via della Verita', alla lapide che ricorda Mariano Buratti all'ingresso del liceo, la delegazione ha sostato in raccoglimento in memoria di tutte le vittime di tutte le guerre, di tutte le dittature, di tutti i poteri criminali, di tutte le stragi e le uccisioni.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Abolire le guerre e le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Sconfiggere la violenza con la forza della nonviolenza.
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.
Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Difendere l'intero mondo vivente, unica casa comune dell'umanita' intera.
Condividere il bene ed i beni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
Di seguito riproponiamo ancora una volta il testo integrale dell'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" promosso dal Movimento Nonviolento, da Peacelink, da altre esperienze nonviolente.
4 novembre 2020: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele
Meno armi piu' salute, ridurre drasticamente le spese militari e devolvere i fondi a sanita', assistenza, ricerca e servizi pubblici
Proponiamo che il 4 novembre (nel rispetto delle norme per il contenimento della pandemia) si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'inutile strage della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017 entrato in vigore dopo la cinquantesima ratifica nei giorni scorsi.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano per l'enorme importo di decine e decine di milioni di euro al giorno. Riteniamo essenziale l'avvio di una politica di disarmo, poiche' le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani. I fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente. La pandemia ha dimostrato quanto sia importante, preziosa e vitale la sanita' pubblica, la tutela e la salubrita' dell'ambiente, la difesa e il sostegno dei piu' fragili e indifesi, dei piu' sfruttati e impoveriti, dei piu' emarginati ed oppressi della societa', ovvero il riconoscimento dell'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani. Abolire le guerre e garantire piu' salute e diritti per tutte e tutti. Meno armi – strumenti di morte – e piu' risorse per sanita' e assistenza, previdenza e protezione sociale, servizi pubblici per tutte e tutti. Siano drasticamente ridotte le spese militari, e i fondi pubblici cosi' risparmiati siano utilizzati per la sanita', l'assistenza, la ricerca scientifica orientata al bene comune dell'umanita', la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutte e tutti, la condivisione del bene e dei beni. Per questo sosteniamo la Campagna "Un'altra difesa e' possibile", che prevede l'istituzione di un Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Tutela della salute di tutte e tutti.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite e' il primo dovere.
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, abruzzo at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com  web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nel corso e al termine del periplo e' stata diffusa una breve raccolta di testi di autrici e di autori vari che di seguito si trascrive.

Ingeborg Bachmann: Tutti i giorni

La guerra non viene piu' dichiarata,
ma proseguita. L'inaudito
e' divenuto quotidiano. L'eroe
resta lontano dai combattimenti. Il debole
e' trasferito nelle zone del fuoco.
La divisa di oggi e' la pazienza,
medaglia la misera stella
della speranza, appuntata sul cuore.

Viene conferita
quando non accade piu' nulla,
quando il fuoco tambureggiante ammutolisce,
quando il nemico e' divenuto invisibile
e l'ombra d'eterno riarmo
ricopre il cielo.

Viene conferita
per la diserzione dalle bandiere,
per il valore di fronte all'amico,
per il tradimento di segreti obbrobriosi
e l'inosservanza
di tutti gli ordini.

*

Primo Levi: La bambina di Pompei

Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.

*

Salvatore Quasimodo: Uomo del mio tempo

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
e' giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

*

Wislawa Szymborska: La fine e l'inizio

Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.

C'e' chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.

C'e' chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.

C'e' chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.

Non e' fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.

Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.

C'e' chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com'era.
C'e' chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li' si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po' noioso.

C'e' chi talvolta
dissotterrera' da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.

Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.

Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'e' chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.

*
Come ogni anno da decenni a questa parte anche questo 4 novembre la struttura nonviolenta viterbese rinnova l'impegno e l'invito a ricordare che ogni giorno e' il giorno giusto per ricordarsi di tutte le vittime innocenti ed adoperarsi per far cessare le stragi; che ogni giorno e' il giorno giusto per impegnarsi contro tutte le uccisioni, le ingiustizie, le violenze; che ogni giorno e' il giorno giusto per riconoscere l'umanita' propria e di tutti; che ogni giorno e' il giorno giusto per abbracciare la nonviolenza, che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le violenze e le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

3. MAESTRI E COMPAGNI. UN LIBRO (DA NOn PERDERE) PER I SETTANT'ANNI DI AUGUSTO CAVADI

La casa editrice Il pozzo di Giacobbe del benemerito editore Crispino Di Girolamo ha pubblicato un volume di scritti in onore di Augusto Cavadi in occasione del settantesimo suo genetliaco.
Alla Festschrift hanno contribuito molte persone amiche del filosofo militante palermitano, e tra esse figure di primissimo piano della lotta contro la mafia, della riflessione teologica e filosofica, dell'impegno morale e civile, della cultura e dell'azione nonviolenta.
Il volume, di autori vari, s'intitola "Chi cerca... cerca. Un profilo a tutto tondo di Augusto Cavadi", Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2020, pp. 224, euro 20. E' curato da Crispino Di Girolamo e da Sylwia Proniewicz, e reca scritti di Crispino Di Girolamo, Maria D’Asaro, Maria Di Carlo, Francesco Dipalo, Tina e Salvatore Fricano, Giorgio Gagliano, Pietro e Anna Spalla, Elio Rindone, Umberto Santino ed Anna Puglisi, Bruno Vergani, Cosimo Scordato, Andrea Cozzo, Alberto Giovanni Biuso, Anna Carfora e Sergio Tanzarella, Valerio Gigante e Luca Kocci, Francesco Cortimiglia, Fabrizio Mandreoli, Davide Miccione, Mario Trombino, Neri Pollastri, Orlando Franceschelli, Maurizio Pancaldi, Giuseppe Ventimiglia, tutti assai degni di lettura, taluni fin commoventi nel rievocare vicende di amicizia e d'impegno comune, altri ricostruttivi dell'opera teorica e pratica di Augusto Cavadi, altri ancora a lui dedicati e volti ad approfondire temi teologici e filosofici sui quali lo stesso Cavadi ha dato contributi egregi.
Duole dirlo, vi e anche uno scrittarello del nostro collaboratore Omero Dellistorti che non perde occasione per dare una volta di piu' il peggio di se'; e proprio il suo contributo al collettaneo volume piu' sotto proponiamo.
E' un libro che consigliamo vivamente a chi ci legge, vi si trovano questioni e persone, esperienze e riflessioni, memorie e visioni, che ci stanno molto a cuore.
Di Augusto Cavadi che dire? Che e' una figura di molti meriti e di una generosita' che assomiglia alle cascate del Niagara (all'immagine eidetica delle cascate del Niagara: un gigantesco e incessante dono di acque che al nostro deserto recano a un tempo refrigerio e soccorso, meraviglia e vitalita'). Chi non lo conoscesse, visiti il suo sito www.augustocavadi.com, vi trovera' cose che illuminano e riscaldano, preziose e nutrienti.
Per richiedere il libro scrivere o telefonare all'editore, l'infaticabile, ammirevole Crispino Di Girolamo: Cortile San Teodoro 3, 91100 Trapani, tel. 0923873942, fax: 0923540339, e-mail: info at ilpozzodigiacobbe.it, sito: www.ilpozzodigiacobbe.it

4. ESTRATTI. OMERO DELLISTORTI: VERIDICA SOLUZIONE ED AUTENTICO DISVELAMENTO DELL'ABOMINEVOLE SEGRETO E FIN QUI IMPENETRABILE MISTERO DI AUGUSTO CAVADI
[Da AA. VV., Chi cerca... cerca. Un profilo a tutto tondo di Augusto Cavadi, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2020, pp. 224]

Non so se sono autorizzato a rivelare quest'orribile segreto, a sciogliere questo enigma metuendo, ma la verita' innanzitutto (amicus Plato, sed magis veritas) e poi sia quel che sia, un patriota non puo' esimersi dai suoi doveri, e tra i suoi doveri il primo e' quello di denunciare i complotti cattocomunisti, le congiure bolsceviche, le mene libertine e volterriane: Augusto Cavadi sono otto gemelli che fingono di essere una sola persona.
L'ho sempre sospettato, ma la conferma l'ho avuta navigando (navigare necesse est) nel sito www.augustocavadi.com
C'e' un Augusto Cavadi che fa il professore (povere le giovani menti dei suoi sventurati allievi), il pubblicista (che limacciosamente annerendo ogni immacolata superficie fluvialmente scrive sui quaderni e sui registri scolastici, sulle buste della spesa, sui fogli dei giornali, sulle riviste e sui bollettini, sui libelli e le dispense, sui siti internet e magari anche sui muri dei servizi igienici delle stazioni), il volontario (partecipera' ad almeno otto miliardi di associazioni di disturbatori della quiete pubblica), il militante antimafia (e ti pareva: non finira' dunque mai questa eterna diffamazione nei confronti di chi fa girare l'economia, garantisce la mobilita' sociale dei meritevoli, tiene in riga il popolo basso e sopperisce a tutte le deficienze dello stato ladrone e pelandrone?). E gia' questo basterebbe e avanzerebbe per porsi una domandina semplice semplice: come puo' riuscire una sola persona a giocare tante parti in commedia, neanche fosse Fantomas, neanche fosse Fregoli: dove lo trova il tempo? Non ce l'ha anche una vita normale? Non si deve tagliare le unghie, andare dal barbiere, lucidarsi le scarpe, giocare la schedina? Non la guarda la televisione? Non li segue il calcio e i varieta'? Non ci va in vacanza o al bar? Non ci gioca a dama e a bocce? Andiamo, qui c'e' sotto qualcosa di strano, di inquietante, di barbarico ed antipatriottico; lo vedrebbe anche un cieco, figurarsi un occhio attento.
Ma poi c'e' anche un Augusto Cavadi che fa il filosofo, il teologo, il pedagogista, il moralista, il politologo, il signor So-tutto-io: e chi si crede di essere, Tommaso d'Aquino? Archimede Pitagorico? Mike Bongiorno? Quello svevo fissato con l'Aufhebung?
Poi c'e' un altro Augusto Cavadi che dopo averne combinate piu' di Carlo in Francia, dopo aver fatto piu' danni di Campanella e Babeuf messi insieme, organizza ogni par di settimane certe "cenette filosofiche", come le chiama lui: me le immagino, magari con Anthelme Brillat-Savarin, Pellegrino Artusi e Gianni Brera. Che stanno ancora all'antipasto e gia' sono ciucchi che bisogna chiamare la buoncostume per farli smettere di stonare a squarciagola "Quindici uomini sulla cassa del morto", "La societa' dei magnaccioni", "Sciuri sciuri", "An die Freude" e "L'Internazionale".
Poi c'e' un certo Augusto Cavadi che una volta al mese conciona alla "Casa dell'equita' e della bellezza", che non so che posto sia ma suggerirei al bargello di tenerlo d'occhio, dal nome pare uno di quei posti frequentati da Maupassant e da Dostoevskij, non so se mi spiego.
E non vogliamo dir niente dell'Augusto Cavadi che sempre una volta al mese a casa sua conversa di "teologia critica" dopo il pasto serale e relative libagioni fin verso mezzanotte? Che vorrei proprio sapere quale sia il tasso alcolemico dei membri del colto cenacolo, e una vocina mi dice che se tanto mi da' tanto il nume tutelare di tale inclita congrega altri non e' che quel tal poeta francese dalla parrucca azzurra esperto in paradisi artificiali, o quel tedesco che abbracciava le statue o quell'altro tedesco che si sbaciucchiava i cavalli a Torino, e si e' visto che fine hanno fatto. "Teologia critica", ma dico, una volta la legge umana e divina non le puniva certe cose? Si comincia con la teologia critica (e magari dialettica) e si finisce con Victor Eremita, Gregorio Samsa, Meursault, col nudismo, il libero amore e la socializzazione dei mezzi di produzione.
Infine, sempre una volta al mese, ora di qua ora di la' (evidentemente per far perdere le tracce a chi in pro del pubblico bene, dell'ordine e della morale ha il dovere d'ufficio di sorvegliare lui e i suoi sodali), c'e' un Augusto Cavadi che discetta di "spiritualita' laica", che gia' solo l'ossimorica denominazione fa capire l'intento sovversivo (come quel Capitini e quel Dolci che al casellario centrale non bastavano piu’ i faldoni) e i relativi profili psichiatrici e criminologici che avrebbero fatto la gioia di Lombroso.
E poi, non vorrei dimenticarlo, c'e' l'Augusto Cavadi socio fondatore della Scuola di formazione etico-politica "Giovanni Falcone", intitolata a un notorio persecutore di onorati galantuomini che si facevano solo gli affari loro e che aspiravano come ogni persona dabbene a progredire in societa' senza falsi buonismi e sciocche ipocrisie.
E ancora, last but not least, l'Augusto Cavadi socio di una fantomatica Associazione italiana per la consulenza filosofica, che non solo ha un nome impronunciabile che comincia per "Fro" (ma lo scrivono "Phro", che le sanno tutte le callide trovate i mestatori internazionalisti e incendiari) che come minimo sara' una parolaccia sconcia in turcomanno o in ostrogoto, ma che ha anche per ragione sociale - a voler parlar pulito e senza offesa per nessuno - un binomio a cui nessuna persona assennata saprebbe dare un senso decente, un ragionevole significato: "consulenza filosofica"; e da quando in qua una roba da perdigiorno acchiappanuvole (a voler essere ingenui come educande, che' gia' Aristofane - dico: Aristofane, mica l'ultima delle comparse dell'Ambra-Jovinelli - dimostro' essere attivita' fraudolenta e truffaldina) potrebbe esser atta a consigliare o consolare qualcuno? Ma queste sono parole in liberta', raggiri belli e buoni, soperchierie da lestofanti, ciarpame di un gabbamondo epigono di Majakovskij e Duchamp con cent'anni di ritardo a voler essere benevoli (e non vedo proprio perche' si dovrebbe essere benevoli con certa gente).
Li avete contati? Sono otto. E ditemi voi se e' possibile che una persona (e non dico certo una persona perbene) possa condurre non dico tre, ma neppure due, ma neppure una di queste esistenze, o possa svolgere contemporaneamente piu' d'una di tali funamboliche allucinate dissennate scellerate attivita'. A meno di avere una grave, gravissima patologia mentale, e non fatemi dire altro.
Adesso non vorrei rischiare una querela per diffamazione (che la protervia di certi mascalzoni eversori e loici astarotti e' immensa come la loro sfacciataggine), ma questi otto messeri che tutti si firmano Augusto Cavadi le pagano tutti le tasse, o fingono di essere una sola persona e quindi ci sono ben sette evasori? Eh? Lo vogliamo fare un controllino? Dorme la Finanza? E' appisolata la Benemerita? Dormicchia la Squadra Mobile? La piantassero di dare fastidio a chi fa girare l'economia e garantisce urbi et orbi l'approvvigionamento delle sostanze che rendono felice l'infelice umanita', e si occupassero piuttosto dei sovversivi come il clan degli Augusti Cavadi o come quell'immigrato clandestino figlio di emigrati clandestini che siede nientepopodimenoche' sul soglio di Pietro e che ne dice certe, ma certe, che neanche Mazzini, Marx e Bakunin in combutta tra loro quando fanno a chi le spara piu' grosse, e vorrei vedere se ce li ha i documenti in regola, lo vogliamo fare un controllino anche li'? Eh? C'e' o non c'e' lo stato di diritto? Sara' ora o no di ripristinare lo stato etico?
Non solo: ma vi e' mai capitato di sfogliarli i libelli di questi messeri che abusano dell'omonimia augustea-cavadiana? Perche' l'orda grafomane degli Augusti Cavadi di libracci ereticali e anarchici ne spaccia piu' delle presunte tipografie di Amsterdam ai tempi del nipote di Rameau; e se appena appena ne scorrete gli argomenti o i titoli vi accorgete subito subito che questi Augusti Cavadi, via, come minimo sono degli sporcaccioni, dei pervertiti, degli assatanati senza rispetto per niente e nessuno, come tutti i sovversivi del resto, come quel tafano alopecense, come quel Barucco di professione tagliavetri e per diletto eretico in tutte le religioni, come quel Foierbacco che il padre era tanto una brava persona, come quell'Anna con un'acca all'inizio e una alla fine del nome che calunniava i solerti funzionari e insolentiva fulgide idee e luminose virtu' come il totalitarismo, il razzismo, l'imperialismo, il colonialismo e il nazionalismo. Roba dell'altro mondo. Ma torniamo agli Augusti Cavadi, sentite un po' qua.
Un libro e' intitolato "Strappare una generazione alla mafia". E non e' violenza questa? Si vuole negare alla mafia il diritto umano e universale a crescere e moltiplicarsi? E' parlare da cristiani, questo?
Un altro libro e' intitolato "Filosofare in carcere": che dimostra ad abundantiam come l'autore lo sappia fin troppo bene quale sia il posto giusto per gente come lui.
Un altro libro ancora ha per sottotitolo "La gabbia del patriarcato": e da quando in qua si possono insultare impunemente i patriarchi? Non ce lo sanno gli Augusti Cavadi riuniti che il fondamento del diritto e' il diritto romano, e il fondamento del diritto romano e' il potere di vita e di morte da parte del pater familias? Ecco che succede a non coltivare le patrie lettere e le gesta imperiali. E le pubbliche autorita' fanno finta di niente?
Non voglio aggiungere altro, ma il Cavadi, ovvero i Cavadi riuniti e nascosti l'un dietro l'altro, questo signor uno-nessuno-e-centomila, questa one-man-band, questa sinagoga di gioachimiti e durrutiani, se la prende sempre con la mafia, come se non lo sapesse che alla mafia l'economia italiana deve tutto; se la prende con i preti pedofili, che ci avranno diritto pure loro a torturare qualcuno o devono solo e sempre fare i bravi? E che sono, Superman? Se la prende con i patrioti della Lega che portano il fardello dell'uomo bianco, difendono il nostro paese e l'italica stirpe dalle razze inferiori nonche' schiave di Roma per natura, e garantiscono nutrimento pregiato al pesce azzurro proibendo di soccorrere i naufraghi nel Mediterraneo.
E mentre gli Augusti Cavadi, questa balzacchiana trista e proliferante congrega, spargono il loro veleno contro la civilta' dell'Urbe e le glorie littorie, contro tutti i poteri costituiti ufficiali e ufficiosi, contro la societa' fondata sull'onore e l'obbedienza, contro le liturgie sacrificali che tanta parte sono di ogni cultura superiore, il Provveditorato agli studi ronfa? la Questura se la dorme? la Prefettura non si accorge di niente? la Diocesi volge lo sguardo da un'altra parte? La Pro loco, la Procura, la Forestale, l'Asl, l'Inps, la Filarmonica, il Circolo di cucito e quello di scacchi, l'Universitas studiorum nonche' Alma Mater e le Accademie tutte, il Coni, le associazioni dell'industria, dell'artigianato e del commercio, gli ordini professionali, le Forze armate, i cavalieri del lavoro e i commendatori della repubblica, le associazioni di combattenti e reduci, fino al Quirinale, alla Presidente della Commissione europea e al Segretario dell'Onu, tutti in catalessi? Il Comune, la Regione, i competenti Ministeri tutti distratti dagli spogliarelli in tivu'? Ma fatemi il santo piacere. O tempora, o mores.
Avro' gia' mandato alla pubbliche autorita' almeno 490 lettere accorate (che non firmo per modestia), scritte versando lacrime di sangue, affinche' facciano finire questo sconcio. Il risultato? Il clan degli Augusti Cavadi continua ad attoscarci con i suoi proclami e le sue concioni come se niente fosse. Poi ditemi voi se qui non ci vorrebbe il duce, o almeno quel bravo ragazzo dei porti chiusi e le ruspe in azione.

5. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: LA STREGA

Come m'e' venuta l'idea? Guardavo la televisione che io la guardo sempre tutta la notte perche' fo il guardiano notturno qui al cantiere e bisogna che resto sveglio tutta la notte e ogni tanto dovrei pure fare un giro d'ispezione ma io il giro non lo fo che fa freddo e tanto c'e' il cane che se succede qualche cosa abbaia e il malandrino scappa. Cosi' io mi guardo la televisione in santa pace. La volete sapere la verita'? Non c'e' un cavolo di niente da vedere la notte in televisione. Le partite sono quelle di prima dell'anno del cucco, i film tutti in bianco e nero, e gli spogliarelli sono certe trucide che se le incontri scappi. Pero' l'altra notte c'era un film di streghe, cioe' di una che uno diceva che era una strega perche' non c'era stata con lui e alla fine la bruciavano viva.
Ma pensa, mi sono detto.
*
Cosi' il giorno dopo prima dell'ora di pranzo sono andato alla posta con la scusa di comprare un francobollo per spedire una cartolina. Allo sportello c'era la Ninetta che lavora li' e che a me m'e' sempre piaciuta e che invece lei non mi puo' vedere non lo so perche', magari per quella volta che eravamo ragazzi e le feci quello scherzo. Se una non sa stare agli scherzi, dico io. M'avvicino alo sportello e le dico che vorrei un francobollo per spedire una cartolina, e sottovoce aggiungo: ti devo parlare, Nine'. E lei: E di che? E io: Adesso qui non te lo posso dire, ma se alle due ci vediamo al casaletto vedi che e' una cosa che t'interessa. Te lo sogni che ci vediamo al casaletto, dice lei. Vigliacca. Vigliacca e cagna. E m'era costata pure un francobollo.
Io di pomeriggio di solito dormo che poi devo fare la notte al cantiere, ma quel pomeriggio ho aspettato che la posta chiudesse e quando lei e' uscita mentre andava a casa sua che abita li' vicino l'ho affiancata per strada e mentre camminavamo e le ho detto quello che le dovevo dire.
- Ah, Nine', guarda che sei in pericolo.
- E di che?
- Rischi che fai una finaccia, per fortuna che ci sono qua io.
- Ma che ti sei bevuto? Vedi di andartene prima che ti denuncio.
- Si tratta proprio di questo, lo vedi? E' che c'e' uno che ti vuole denunciare.
- A me?
- A te, si'.
- E che avrei fatto?
- Eh, e' una cosa delicata, mica ne possiamo perlare qui per strada. Magari ci potremmo vedere tra mezz'ora al casaletto.
- Ancora intigni? ma vedi di andartene.
- Io sto cercando di aiutarti, certo che tu non me lo rendi facile di fare questa buona azione, eh.
- Ma chi ti conosce, ma chi lo vuole l'aiuto tuo, ma vedi di andartene.
- Guarda che stai per passare un guaio, eh, io t'ho avvisata.
- Ma sparisci, che mo' chiamo le guardie.
- Ti volevo fare una cortesia perche' io t'ho sempre voluto bene.
- Si', come quella volta.
- Ancora? Ancora fai l'offesa? ma se era uno scherzo. E poi, via, magari t'e' pure piaciuto, eh?
- Guarda che se non la smetti stavolta ti denuncio, che lo dovevo aver fatto gia' allora.
- E denunciavi che? Per fare la figura della svergognata? Ah Nine', basta mo', eh.
- Ma te ne vai o no? Guarda che mo' strillo.
- E che strilli? Che strilli? E piantala di fare la matta, piantala, che ti sto facendo un favore a dirti che ti stanno per denunciare, e invece di dirmi grazie ecco come sei fatta. Ci hanno ragione quelli che dicono quello che dicono.
- E che dicono?
- Ah, adesso lo vorresti sapere, eh? Qui e' gia' pronta la denuncia penale, Ninetta bella, la denuncia penale e ti si bevono con tutte le scarpe. Io ti volevo aiutare, ti voglio aiutare, ma tu non vuoi.
- Ma quale denuncia penale? Ma vedi di farla finita e di levarti di torno.
- Ah, la metti cosi', eh?
- Si', la metto cosi'.
- E non ci hai paura della condanna? Perche' ce lo dovresti sapere che e' condanna sicura.
- Ma condanna di che?
- Come di che, ce lo sai di che.
- Io non so niente.
- Per questo sono venuto a dirtelo, per aiutarti, ma tu l'aiuto dell'unico amico che ti vuole aiutare non lo vuoi, e poi succede quello che succede.
- E che succede?
- Ce lo sai che succede. Il gabbio. E fosse solo il gabbio. No, c'e' pure tutto quello che succede a una bella ragazza come te quando sta al gabbio. Lo sai che succede.
- Io proprio non ti capisco.
- E invece dovresti capirmi. Ti sto offrendo la salvezza e tu la rifiuti.
- Insomma, se mi devi dire qualche cosa dimmela qui e poi smamma.
- Qui in mezzo alla strada? Sono cose delicate, stiamo parlando di penale, di condanna sicura. Sarebbe meglio al casaletto.
- Te lo scordi il casaletto.
- Allora magari stanotte nella baracca mia giu' al cantiere?
- Ma tu sei fuori di testa.
- Allora dimmelo tu un posto sicuro, che a me mi sta bene qualunque posto dove si possa parlare tranquilli che e' cosa delicata, delicatissima, te l'ho detto.
- Guarda che se e' un trucco...
- Ma che trucco, ti sto salvando la pelle e tu m'insulti pure. Vuoi scommettere che dopo che abbiamo parlato mi ringrazi? Che dopo mi ci dai pure un bacetto, eh?
- Tu sei malato.
- Malato? Malato, si'. Malato d'amore per te.
- Cerca di essere malato d'amore per la moglie tua.
- E che ho detto che a lei non le voglio bene? Pero' lo sai che sono pure innamorato di te, lo sai.
- Infatti ancora me lo ricordo da quella volta.
- Ma se era uno scherzo. E poi tu sei troppo permalosa, eh. E comunque ti sto facendo un favore che dopo mi ringrazi, mi straringrazi, fidati.
- Va bene, basta che la fai finita. Tra un'ora ai giardinetti.
- Davanti a tutti?
- Ah, io da sola con te non ci resto.
- Ma come te lo devo dire. C'e' la denuncia gia' pronta. Io potrei ancora fermare tutto, ma se tu non mi permetti di aiutarti come faccio?
- Ma dici davvero?
- Davvero si'.
- Una denuncia contro di me?
- Proprio.
- E che avrei fatto?
- Te l'ho detto che non te lo posso dire qui per strada, ma e' una cosa brutta, e pericolosa, pericolosa parecchio.
- Io non ho fatto niente.
- Ma ci sono i testimoni.
- I testimoni di che?
- Come di che? Del delitto.
- Io avrei fatto un delitto?
- Se parte la denuncia, ma se io fermo la denuncia, niente denuncia, niente processo, niente condanna e quindi niente delitto.
- E tu come faresti a fermare 'sta denuncia.
- Posso, posso.
- Non ci credo.
- Faresti bene a crederci, il tempo e' poco.
- Il tempo e' poco?
- E' poco si', la denuncia e' gia' pronta, domani o al massimo dopodomani parte, e poi non c'e' piu' salvezza. E' condanna sicura.
- Non e' vero niente.
- Se ci pensi lo sai che e' vero.
- Non e' vero niente.
- Ma perche' ti vuoi rovinare, solo per ripicca di quella storia di vent'anni fa? Qui ti rovini la vita, dammi retta.
- Non e' vero niente.
- E tre. S'e' rotto il disco?
- Se c'e' qualche cosa me lo puoi dire qui.
- No, qui per strada non te lo posso dire.
- E allora dove?
- Finalmente. Al casaletto tra mezz'ora.
- Al casaletto no.
- Al casaletto si'.
- Allora a casa mia.
- Ma scherzi? Davanti a tua madre.
- Tanto e' sorda.
- Lo dice lei che e' sorda, secondo me non e' sorda per niente.
- Allora al negozio di mia sorella.
- Nel negozio? Ma dico, ti sei bevuta il cervello?
- Non nel negozio, nel magazzino dietro.
- Ah, nel magazzino.
- Si', nel magazzino.
- Nel magazzino dietro.
- Si'.
- E allora va bene, giusto perche' ti voglio bene.
- Tra un'ora.
- Non si potrebbe fare prima?
- Tra un'ora.
- Va bene, giusto perche' ti voglio bene.
- Smettila di dirlo o chiamo le guardie.
- Ma tu sei proprio fissata.
- Tra un'ora.
- Tra un'ora, si', si'.
*
- Eccoti. Entra.
- Entro, entro. Mica ci sara' pure la Franca?
- Sta al negozio.
- Pero' il negozio e' attaccato, magari ci sente.
- No che non ci sente, e poi in mezzo c'e' la porta.
- E' meglio che la chiudiamo a chiave.
- Te lo sogni.
- Guarda che lo dico per te.
- Te lo sogni.
- E vabbe'. Bisogna fare sempre come dici tu.
- Ah si'?
- Eh si'.
- Ma pensa.
- E gia'.
- E allora?
- E allora che?
- Come che? quello che mi dovevi dire.
- Ah, ecco. Ti stanno per denunciare. Anzi, la denuncia e' gia' pronta, scritta e tutto. Manca solo che la portano ai carabinieri. Pero' io posso ancora fermare tutto.
- Ah si'?
- Eh si'.
- E chi sarebbe che mi denuncia.
- Questo non te lo posso dire.
- E che avrei fatto, questo me lo puoi dire?
- Questo si'.
- E allora dimmelo.
- E' una denuncia per stregoneria.
- Che?
- Una denuncia per stregoneria.
- Lo dicevo che era uno scherzo.
- Ma quale scherzo, e' una cosa seria. Ci finisci al gabbio, Nine'.
- Io?
- Tu, si'.
- Perche' sarei una strega?
- La denuncia e' per stregoneria, si'.
- Vabbe', mo' basta.
- Guarda che e' una cosa seria, Nine'. E ti posso salvare solo io.
- E perche' potresti salvarmi solo tu?
- Perche' la denuncia ce l'ho io, quello che ti denuncia l'ha data a me e m'ha detto di decidere io se andare avanti o no.
- Adesso ho capito, e' tutta un'invenzione tua.
- No, no, io sono quello che ti puo' salvare dalla gente che ti vuole male.
- E perche' mi vorresti salvare?
- Perche' ti voglio bene, Nine'.
- Ma io non ci ho bisogno di essere salvata, perche' le stregonerie non le ho mai fatte.
- E no, Nine', non mi dire cosi', che allora si vede che non hai capito niente. Qui c'e' la denuncia, ci sono i testimoni, c'e' il processo e c'e' la condanna sicura come una messa.
- Ti stai inventando tutto tu.
- No. Io sto cercando di salvarti.
- Perche' mi vuoi bene.
- Precisamente, perche' ti voglio bene.
- Vabbe', se mo' non te ne vai vedi tu se non ti do' due pizze.
- Allora preferisci la galera.
- Ma piantala.
- Guarda che e' galera sicura, io l'ho letta la denuncia.
- Ma quale denuncia.
- per stregoneria.
- Vabbe', allora fammela vedere.
- Non ce l'ho mica qui, mica me la posso portare dietro, e' un documento che scotta.
- E dove ce l'hai?
- Non te lo posso dire, lo capisci.
- Io non capisco un bel niente, pero' se veramente c'e' una denuncia e se veramente ce l'hai tu e se veramente devi decidere tu che farci, allora e' meglio che la bruci.
- Lo potrei pure fare, per te lo potrei pure fare.
- E allora fallo e piantala di scocciarmi.
- Tu dammi un segno di gratitudine e io lo fo.
- Come?
- Se stanotte vieni alla baracca al cantiere vedrai che ci divertiamo.
- Come?
- Come ci divertiamo? Lo sai come. Come quella volta, meglio di quella volta.
- Ma tu sei fuori di testa, brutto maiale schifoso.
- E adesso che parole sarebbero queste?
- Ma io ti cavo gli occhi.
- Al tuo salvatore? Non ti conviene. Ti conviene essere carina, invece.
- Adesso chiamo mia sorella e le racconto tutto.
- Io non lo farei. Proprio non lo farei se fossi in te. Pure per tua sorella c'e' la denuncia pronta. Pero' lei a letto non ce la voglio, a me mi piaci tu, Ninetta bella.
- Va' via. Va' via prima che faccio uno sproposito.
- Vado, vado, ma tu ricordati: stanotte alla baracca. Perche' senno' domattina parte la denuncia eh. Se avessi studiato la storia lo sapresti che le streghe fanno una brutta fine.
*
Come e' andata a finire? Lo sapevo che me lo chiedevate.
Lei s'impicco' in galera.
La sorella la gente del paese, che e' brava gente, le brucio' il negozio che da noi le streghe non ce le vogliamo. Le brucio' il negozio con lei dentro. Della sorella a me non me ne fregava niente, ma che la Ninetta s'e' ammazzata m'e' dispiaciuto che a me m'era sempre piaciuta e magari quando usciva di galera era piu' remissiva, no?

6. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: SPORCO E PULITO

Dicono tutti cosi', che e' uno sporco lavoro.
E perche' sporco? Io dico che e' un lavoro pulito.
E lo sapro' meglio di loro, no? Io 'sto lavoro lo fo.
*
Intendiamoci, neppure a me mi piace che c'e' quello che sta li' a casa sua con la piscina e tutto e lui decide a chi fare la pelle e pero' a fargli la pelle ci devo andare io. Sarebbe giusto che ci andasse lui, no? Ma siccome a lui i soldi gli escono dalle orecchie allora ci devo andare io. Io dico che non e' giusto, pero' e' cosi' che va.
Dice: e allora perche' lo fai se non e' giusto?
Bravo: e me lo passi tu lo stipendiuccio? me li paghi tu gli sfizietti? no? e allora stattene zitto.
*
No, a me non me ne frega niente delle patacche, i nastrini, gli encomi. Sono tutte fesserie. A me non me ne frega niente di niente. Io fo il lavoro mio e basta. Per i soldi e basta, si'.
La patria, la civilta', il petrolio, ma che me ne frega a me? Io penso ai soldi e a essere quello dal lato giusto del mirino.
Ci ho pensato un sacco di volte: le divise, i gradi, gli elicotteri, le ricetrasmittenti, le televisioni, sono solo fumo negli occhi, per non vedere quello che veramente si fa. E quello che veramente si fa e' semplice: ammazzare cristiani. Cristiani, cristiani, che pure i mussulmani che altro sono? cristiani pure loro, pure i comunisti, pure i negri e i cinesi. Tutti sono cristiani. Finche' li ammazzi, poi sono solo carcasse.
*
A me di ammazzare la gente non e' che mi piace, mica sono un mostro.
Pero' neppure mi dispiace, visto che mi pagano.
Mi paga lo stato: come gli uscieri, i maestri, gli scopini e tutti quelli che li paga lo stato. Se mi capita che mi chiedono che mestiere fo io rispondo sempre che sto nel pubblico impiego. Che non e' vero?
*
La cosa bella e' che quando qualcuno lo ammazzo io non e' reato.
E' reato se lo ammazzi tu. E perche'? Perche' non ci hai la divisa.
A pensarci bene, non e' una scemenza? Decide un pezzo di stoffa.
*
Una volta ho sentito di uno che diceva che la guerra e' la sola igienizzazione del mondo.
Ecco, quello si' che aveva capito tutto.
Ci vorrebbe una bella guerra mondiale con un miliardo di bombe atomiche tutte insieme cosi' si disinfetta tutto e la facciamo finita con tutto questo schifo.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Mariana Mazzucato, Non sprechiamo questa crisi, Laterza-Gedi, Roma-Bari - Roma 2020, pp. VI + 154, euro 11,90 (in supplemento a "La Repubblica").
*
Riletture
- Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Cristiani in armi. Da Sant'Agostino a papa Wojtyla, Laterza, Roma-Bari 2006, 2007, pp. XIV + 212.
- Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Introduzione a Abelardo, Laterza, Roma-Bari 1974, 1988, pp. 160.
- Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Le bugie di Isotta. Immagini della mente medievale, Laterza, Roma-Bari 1987, 2002, pp. VIII + 216.
- Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri e Massimo Parodi, Storia della filosofia medievale, Laterza, Roma-Bari 1989, 1996, pp. XX + 506.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3914 del 5 novembre 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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