[Nonviolenza] No. 37



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NO ALL'ANTIPARLAMENTARISMO, NO AL FASCISMO, NO ALLA BARBARIE
No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum del 20-21 settembre votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 37 del 19 settembre 2020

In questo numero:
1. No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
2. Il testo del quesito referendario
3. Siti utili per l'informazione e l'impegno
4. Alcune parole dette in piazza delle erbe e in piazza del teatro a Viterbo il 17 e 18 settembre 2020
5. Luciano Bonfrate: Montesquieu contro Jack lo squartatore. Cinque volte NO alla mutilazione del parlamento
6. Osvaldo Caffianchi: Le ragioni di un tignoso che vota NO
7. Severino Vardacampi: Per tre ragioni votero' NO al referendum del 20-21 settembre 2020
8. "Chi dice che la democrazia costa troppo, preferisce la dittatura". Un discorso il 22 agosto in piazzale Gramsci a Viterbo per il "NO" al referendum del 20-21 settembre
9. Liliana Segre: Per il NO
10. Sandra Gesualdi: Voto NO
11. Alfonso Gianni: Si rafforzano le ragioni del NO
12. Associazione nazionale partigiani d'Italia: Perche' votiamo NO al referendum del 20-21 settembre

1. APPELLI. NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE MUTILA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E MIRA AD IMPORRE UN REGIME TOTALITARIO NEL NOSTRO PAESE

Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza.

2. MATERIALI. IL TESTO DEL QUESITO REFERENDARIO

Il testo del quesito referendario e' il seguente: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente 'Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?".

3. RIFERIMENTI. SITI UTILI PER L'INFORMAZIONE E L'IMPEGNO

- Comitato nazionale per il NO al taglio del parlamento: sito: www.noaltagliodelparlamento.it
- Coordinamento per la democrazia costituzionale, sito: www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it
- Noi per il NO, sito: https://noiperilno.it

4. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE DETTE IN PIAZZA DELLE ERBE E IN PIAZZA DEL TEATRO A VITERBO IL 17 E 18 SETTEMBRE 2020

Nella serata di giovedi' 17 settembre si e' tenuta a Viterbo in piazza delle erbe la manifestazione conclusiva della campagna per il NO al referendum promossa dal "Comitato per il NO al taglio del parlamento" con la partecipazione di associazioni e movimenti impegnati in difesa della democrazia e della Costituzione; all'iniziativa e' intervenuto anche il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini.
Lo stesso responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha tenuto anche una conversazione in piazza del teatro sempre a Viterbo la mattina di venerdi' 18 settembre.
Di seguito una estrema sintesi dei principali temi svolti e argomentati nei due interventi.
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Diciamo NO alla mutilazione del parlamento.
Diciamo NO alla mutilazione della democrazia.
Diciamo NO alla mutilazione dello stato di diritto fondato sulla separazione e sul controllo dei poteri.
Diciamo NO alla mutilazione dell'eguaglianza di diritti di tutte le cittadine e tutti i cittadini.
Diciamo NO alla mutilazione della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.
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Diciamo NO per le ragioni espresse dalle donne che lottano contro la violenza alle donne.
Diciamo NO per le ragioni espresse dall'Associazione nazionale partigiani d'Italia.
Diciamo NO per le ragioni espresse dal Movimento Nonviolento.
Diciamo NO per le ragioni espresse da numerose associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della biosfera.
Diciamo NO per le ragioni espresse da illustri costituzionaliste e costituzionalisti.
Diciamo NO per le ragioni espresse dalla prestigiosa associazione dei magistrati democratici.
Diciamo NO per le ragioni espresse da don Luigi Ciotti, da monsignor Raffaele Nogaro, da padre Bartolomeo Sorge, da padre Alex Zanotelli e da innumerevoli altre personalita' di tutte le tradizioni di fede e di pensiero, della riflessione morale e dell'impegno solidale.
Diciamo NO per le ragioni espresse da Rosy Bindi, da Susanna Camusso, da Nando dalla Chiesa, da Pietro Grasso, da Marisa Rodano, da Nichi Vendola e da migliaia di autorevoli figure dell'impegno culturale, morale, civile, istituzionale.
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Diciamo NO per le stesse ragioni per cui ci opponiamo alla guerra e a tutte le uccisioni.
Diciamo NO per le stesse ragioni per cui ci opponiamo al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Diciamo NO per le stesse ragioni per cui ci opponiamo al maschilismo e a tutte le oppressioni.
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Diciamo NO alla controriforma anticostituzionale, antiparlamentare ed antidemocratica.
Diciamo NO al golpe oligarchico.
Diciamo NO al regime della sopraffazione e della corruzione.
Diciamo NO alla violenza, alla menzogna e alla frode.
Diciamo NO al tentativo d'imporre l'incontrastato dominio dell'abuso e dell'arbitrio dei ricchi e dei potenti.
Diciamo NO all'antiparlamentarismo, al fascismo, alla barbarie.
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Il 20 e 21 settembre votiamo NO.

5. REPETITA IUVANT. LUCIANO BONFRATE: MONTESQUIEU CONTRO JACK LO SQUARTATORE. CINQUE VOLTE NO ALLA MUTILAZIONE DEL PARLAMENTO

Tengo per ferme queste opinioni.
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Primo: pensaci, Giacomino
Che prima di prendere una decisione e' meglio pensarci.
Che dovendo decidere qualcosa che riguarda tutti, e' meglio pensarci tutti.
Che prima di fare uno sbaglio e' meglio pensarci due volte.
Che tutti possiamo sbagliare, perche' tutti siamo fallibili.
La democrazia e' quella procedura per cui le decisioni che riguardano tutti si prendono tutti insieme dopo averle discusse e ridiscusse.
Piu' tempo si discute, e meglio e'.
Piu' persone partecipano alla discussione, e meglio e'.
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Secondo: grazie, signor Montesquieu
Nel nostro ordinamento giuridico democratico e costituzionale il parlamento e' l'organo che fa le leggi.
Quando il governo si sostituisce al parlamento, usurpa un potere che non gli appartiene: il governo ha il potere esecutivo, non quello legislativo.
Il parlamento e' eletto dall'intera popolazione. Gli organi che esercitano gli altri due poteri dello stato, il potere esecutivo e il potere giudiziario, non li elegge il popolo.
I poteri devono essere separati, e devono essere sottoposti a controllo; altrimenti e' la dittatura.
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Terzo: Jack lo squartatore for President
Chi vuole mutilare il parlamento vuole prostituirlo alla volonta' del governo e dei padroni.
Chi vuole mutilare il parlamento vuole  escludere dalle istituzioni tutte le opposizioni rappresentative delle oppresse e degli oppressi.
Chi vuole mutilare il parlamento vuole continuare ad aggredire la democrazia e procedere lungo la via che porta al totalitarismo.
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Quarto: repetita iuvant
I sostenitori del si' alla mutilazione del parlamento governano dal 2018; hanno dato prova di quale sia la loro politica: persecuzioni razziste, omissione di soccorso, crimini contro l'umanita'.
Ripetiamolo: i sostenitori del si' alla mutilazione del parlamento governano dal 2018; hanno dato prova di quale sia la loro politica: persecuzioni razziste, omissione di soccorso, crimini contro l'umanita'.
E ripetiamolo una volta ancora, e che nessuno lo dimentichi: i sostenitori del si' alla mutilazione del parlamento governano dal 2018; hanno dato prova di quale sia la loro politica: persecuzioni razziste, omissione di soccorso, crimini contro l'umanita'.
*
Quinto: l'inventore in camicia nera
Il piano di mutilare, imbavagliare ed infine annichilire il parlamento non l'hanno inventato i grillini-casaleggiani adesso, ne' Renzi nel 2016, ne' Berlusconi nel 2006; e neppure Licio Gelli con il piano della P2 dai signori riformatori costituzionali "antipolitici" ed "antiparlamentari" attuali scopiazzato a piene mani: lo invento' Mussolini, e lo mise in atto. Conseguenze di quella presa di potere fascista furono le guerre e i campi di sterminio: soltanto tra il 1939 e il 1945 cinquanta milioni di morti.
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Conclusione: cinque volte NO
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votero' NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano lo renderebbe ancor piu' subalterno al governo e ai padroni, procedendo lungo la china che annientando la divisione e il controllo dei poteri porta alla dittatura.
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano lo renderebbe ancora meno rappresentativo del popolo italiano, che vedrebbe cosi' ancor piu' lesa la sua sovranita' sancita dall'art. 1 della Costituzione repubblicana (e' bizzarro che chi vuole mutilare la sovranita' popolare si autoproclami "sovranista": forse fa riferimento a quei "soprani der monno vecchio" di un celebre sonetto del Belli).
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano rende meno democratico, quindi piu' oligarchico, e quindi piu' oppressivo l'ordinamento e il governo del nostro paese.
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano e' un'aggressione alla Costituzione repubblicana, e chi disprezza e aggredisce la Costituzione repubblicana opera per il ritorno del fascismo.
Votero' NO perche' la mutilazione del parlamento italiano e' parte di un'ideologia e di un progetto che alla ragione ed alla convivenza sostituisce l'odio e la demenza, alla civilta' la barbarie, al rispetto per gli esseri umani la violenza razzista.
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In calce allego due appelli tra i molti che circolano e che meritano di essere letti: il nostro "appello nonviolento per il NO" e l'"appello per il NO di 183 costituzionalisti".
(...)

6. REPETITA IUVANT. OSVALDO CAFFIANCHI: LE RAGIONI DI UN TIGNOSO CHE VOTA NO

Sono un vecchio di tenace concetto, e dalle parti mie uno come me lo chiamano "tignoso".
Votero' NO al referendum.
Votero' NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
Ed ecco le mie ragioni.
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La prima ragione del NO
Ho votato NO nel 2006 quando a voler manomettere la Costituzione e strozzare il parlamento era Berlusconi.
Ho votato NO nel 2016 quando a voler manomettere la Costituzione e strozzare il parlamento era Renzi.
Votero' NO nel 2020 quando a voler manomettere la Costituzione e strozzare il parlamento e' il trio Conte-Di Maio-Salvini.
Nel referendum del 2006 col nostro NO abbiamo sconfitto le mire golpiste di Berlusconi.
Nel referendum del 2016 col nostro NO abbiamo sconfitto le mire oligarchiche di Renzi.
Nel referendum del 2020 col nostro NO possiamo e dobbiamo sconfiggere le mire totalitarie di un coacervo di razzisti e fascisti.
Mi pare che questo sia parlar chiaro, no?
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La seconda ragione del NO
Ci sono cose su cui non si deve risparmiare: la salute, la liberta', la giustizia, il diritto alla vita di ogni essere umano.
I messeri razzisti e assassini che saccheggiano il pubblico erario pretendono di sconciare la Costituzione repubblicana, di mutilare il parlamento, di ghigliottinare la rappresentanza democratica, per perseverare nei loro crimini con un ostacolo di meno.
Lasciarli fare? No, grazie.
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La terza ragione del NO
Tutti i tromboni sfiatati del mondo si riempiono la bocca della retorica secondo cui occorre favorire la "governabilita'", ovvero che le leggi siano fatte in fretta e furia in qualche stanza segreta dai signori padroni e tutti gli altri zitti e mosca.
E non ricordano che c'e' un nome per questo, e quel nome e': fascismo.
Tornare al fascismo? No, grazie.
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La quarta ragione del NO
E tutti i tromboni sfiatati del mondo si riempiono la bocca della retorica secondo cui occorre fare in modo che i signori padroni non trovino ostacoli quando hanno preso le loro decisioni.
Invece questi ostacoli e' necessario porli.
E' necessario porre questi ostacoli all'arbitrio dei potenti, all'idiozia dei potenti, alla ferocia dei potenti, alla barbarie dei potenti.
Porre questi ostacoli si chiama democrazia, si chiama sovranita' popolare, si chiama separazione e controllo dei poteri, si chiama rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani: e' la sola garanzia che puo' evitare molti errori e molti orrori.
Solo chi non ha mai dovuto decidere niente, perche' ha sempre delegato il signor padrone a decidere per lui, ignora che nel prendere le decisioni piu' si partecipa, piu' si discute, e meglio e'.
Solo chi vive nell'eterna narcosi ignora che essendo tutti fallibili e' meglio avere procedure che consentano di ridiscutere tutte le scelte.
Solo chi non ha mai subito abusi, e se ne e' sempre infischiato del dolore degli altri, pensa che il fascismo sia meglio della democrazia.
Rinunciare a lottare per la dignita' e i diritti di tutte e tutti? No, grazie.
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La quinta ragione del NO
I parlamentari che attualmente gremiscono il parlamento sono nella loro stragrande maggioranza persone insipienti e irresponsabili? Si'.
I parlamentari che attualmente gremiscono il parlamento nella loro stragrande maggioranza hanno avallato infami crimini razzisti? Si'.
I parlamentari che attualmente gremiscono il parlamento nella loro stragrande maggioranza hanno sostenuto governi dalle mani sporche di sangue? Si'.
Bisogna per questo abolire il parlamento? No.
Occorre piuttosto smetterla di votare per degli emeriti imbecilli e conclamati criminali.
Ed occorre difendere il parlamento, la Costituzione, la democrazia, la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Occorre opporsi all'antiparlamentarismo, occorre opporsi al fascismo, occorre opporsi alla barbarie.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 occorre votare NO, come nel 2006, come nel 2016.
*
In calce a questa dichiarazione si allega ancora una volta l'"appello nonviolento per il NO" promosso dalla struttura nonviolenta viterbese, e si allega anche il recentissimo appello del Comitato donne per il NO al referendum: "E invece NO".
(...)

7. REPETITA IUVANT. SEVERINO VARDACAMPI: PER TRE RAGIONI VOTERO' NO AL REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE 2020

In questi giorni un numero crescente di persone, e di prestigiose associazioni, stanno prendendo posizione per il NO al referendum che si terra' fra tre settimane. Da don Luigi Ciotti a padre Alex Zanotelli, da Romano Prodi a Massimo Cacciari, dalle Acli all'Arci, dall'Associazione nazionale partigiani d'Italia fino a 183 illustri costituzionalisti che hanno sottoscritto un appello la cui lettura convincerebbe a votare NO chiunque abbia il dono della ragione.
Ovviamente tutte queste persone condividono alcuni motivi comuni, poi ciascuna ne propone anche altri, diversi e fin peculiari.
Anche io votero' NO alla mutilazione del parlamento italiano imposta da Conte, Di Maio e Salvini, per le stesse ragioni per cui votai NO alla mutilazione del parlamento italiano imposta da Berlusconi nel 2006, e per le stesse ragioni per cui votai NO alla mutilazione del parlamento italiano imposta da Renzi nel 2016. Contro l'aggressione alla Costituzione e alla democrazia rappresentativa da parte di Berlusconi prima, e di Renzi poi, vincemmo. Possiamo, dobbiamo vincere anche contro l'aggressione alla Costituzione e alla democrazia rappresentativa da parte di Conte, Di Maio e Salvini.
Da semplice "quidam de popolo" enuncio qui di seguito le tre ragioni che ritengo decisive per votare NO.
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La prima ragione: perche' preferisco la democrazia alla dittatura; perche' preferisco il Parlamento allo squadrismo; perche' preferisco la separazione (e quindi il bilanciamento e il reciproco controllo) dei poteri al fascismo.
Chi vuole mutilare il parlamento preferisce invece l'arbitrio del piu' forte, del piu' selvaggio, del piu' brutale.
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La seconda ragione: perche' preferisco che le leggi siano fatte attraverso una pubblica discussione ascoltando tutte le opinioni e tutte le critiche con tutto il tempo che ci vuole, e in un luogo in cui sia rappresentata la maggior parte possibile della popolazione con criterio proporzionale e quindi senza esclusione delle minoranze, poiche' la democrazia in questo consiste: nel conflitto civilmente espresso e nella mediazione razionalmente raggiunta nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti gli esseri umani garantiti per legge.
Chi vuole mutilare il parlamento preferisce invece che decidano tutto quattro criminali razzisti nelle segrete stanze dei bottoni nel disprezzo e a danno dell'intera umanita'.
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La terza ragione: perche' provo disgusto ed orrore di ogni violenza e soprattutto della violenza dei potenti, e preferisco vivere in un paese in cui la legalita' salvi le vite, in cui ogni essere umano bisognoso di aiuto sia aiutato, in cui ogni persona abbia il diritto di far valere il suo voto, in cui si possano correggere gli errori prima che abbiano conseguenze nefaste e irreversibili.
Chi vuole mutilare il parlamento preferisce invece risparmiarsi la fatica del pensiero, della comprensione, del dialogo, del riconoscimento e del rispetto delle altre persone, ed imporre la barbarie che e' sempre distruttiva, che e' sempre assassina.
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Per queste tre ragioni votero' NO al referendum del 20-21 settembre 2020.
NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
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In calce a questa dichiarazione allego l'"appello nonviolento per il NO" promosso dalla struttura nonviolenta viterbese e il testo integrale dell'appello dei 183 costituzionalisti, materiali che mi sembrano utili per l'autonoma riflessione di chi vorra' leggere queste righe.
(...)

8. REPETITA IUVANT. "CHI DICE CHE LA DEMOCRAZIA COSTA TROPPO, PREFERISCE LA DITTATURA". UN DISCORSO IL 22 AGOSTO IN PIAZZALE GRAMSCI A VITERBO PER IL "NO" AL REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE

La mattina di sabato 22 agosto 2020 in piazzale Gramsci a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto un discorso argomentando le ragioni del "NO" al referendum del 20-21 settembre.
Di seguito, ricostruita a memoria poche ore dopo, una sintesi dei ragionamenti espressi.
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1. Chi dice che la democrazia costa troppo, preferisce la dittatura.
La democrazia rappresentativa e' una forma di governo che ha molti limiti e puo' presentare non pochi difetti, ma come disse una volta uno statista inglese, tutte le altre sono peggiori.
In Italia la sovranita' appartiene al popolo che la esercita votando le proprie istituzioni elettive: e l'unica istituzione elettiva per cui vota l'intero popolo e' il parlamento.
Il parlamento e' quindi l'istituzione in cui concretamente si realizza la sovranita' del popolo nell'ordinamento giuridico italiano.
Mutilare il parlamento significa mutilare la sovranita' popolare.
E' costosa la democrazia? Certo. E' costoso il parlamento? Certo. Vi sono degli abusi? Certo. Sono possibili dei risparmi? Certo. Ma l'alternativa alla democrazia e al parlamento e' la dittatura, che apparentemente costa di meno: solo la liberta' di tutte e tutti noi. L'ultima dittatura che il nostro paese ha conosciuto e' costata tra altri orrori decine di milioni di morti provocati dalle guerre fasciste.
Noi preferiamo la democrazia. Noi preferiamo il parlamento. Noi preferiamo salvare le vite umane. Noi preferiamo la rappresentanza e la sovranita' popolare.
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.
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2. Chi ieri diceva che i governanti fanno tutti schifo, ora governa da anni, ha imposto antileggi naziste, e con la sua irresponsabilita' ed improntitudine ha contribuito a provocare la morte di decine di migliaia di persone innocenti nel corso dell'epidemia.
La cosiddetta "antipolitica" che tanto consensi ha ricevuto nelle ultime elezioni politiche e regionali e' gia' intimamente fascista e disumana.
I signori giunti al potere con l'"antipolitica" hanno imposto le antileggi razziste e antiumane fino ad arrivare al tentativo di impedire di soccorrere i naufraghi in pericolo di morte. Se non e' fascismo questo, non sappiamo cosa sia fascismo. Se non e' barbarie questa, non sappiamo cosa sia barbarie.
Successivamente, dinanzi all'epidemia, l'insipienza e l'irresponsabilita' dei governanti "antipolitici" centrali e regionali hanno avuto come esito una lunga sottovalutazione, un ritardo negli interventi, un cumulo di errori e carenze tali che decine di migliaia di persone sono morte, moltissime delle quali potevano essere salvate da interventi tempestivi e adeguati, gli interventi che i signori antipolitici del governo centrale e dei governi regionali razzisti non hanno saputo o voluto realizzare in tempo e nella misura necessaria.
Non solo: con il delirante narcisismo e il grottesco egotismo tipico dei dittatori nel corso dell'epidemia il governo centrale ha esautorato il parlamento abusando ripetutamente dello strumento del Decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm): da mesi e mesi sono in corso in Italia prove tecniche di deriva verso la dittatura, mentre si continua a morire per primaria responsabilita' di chi ci governa.
La riforma voluta da partiti razzisti, golpisti e stragisti e' l'ennesimo passo verso il baratro del regime dell'anomia e della violenza.
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.
*
3. Mutilare il Parlamento significa indebolirlo fino a prostituirlo al governo (ed ai palesi ed occulti burattinai che il governo manovrano in quanto padroni delle forze politiche antidemocratiche che lo compongono): cosi' violando la divisione, l'equilibrio e il controllo dei poteri.
Nell'ordinamento giuridico italiano, nel nostro stato di diritto, nella Costituzione democratica e antifascista, la chiave di volta e' la separazione dei poteri: il parlamento fa le leggi, il governo ha il potere esecutivo, la magistratura esercita la funzione giudiziaria; questi tre poteri sono separati, devono essere in equilibrio, devono essere sottoposti a reciproci controlli, altrimenti e' la dittatura.
Inoltre il Parlamento e' l'unico di questi tre poteri eletto direttamente dal popolo sovrano.
Mutilando il parlamento (gia' enormemente indebolito dalle leggi elettorali imposte in questi ultimi decenni che sempre piu' lo hanno ridotto a bivacco di manipoli) si accresce il potere dell'esecutivo, che gia' ne ha enormemente abusato, e si prepara la dittatura.
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.
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4. La riforma e' un'aggressione alla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.
E quindi la riforma costituzionale imposta dagli ultimi due governi (la cui continuita' e' dimostrata dall'essere rappresentati dal medesimo presidente del consiglio dei ministri) e' anche un'ennesima aggressione alla Costituzione, cosi' come le analoghe riforme costituzionali che volevano imporre prima Berlusconi e poi Renzi.
Cosi' come furono respinte con il referendum sia la riforma Berlusconi nel 2006, sia la riforma Renzi del 2016, occorre adesso respingere la riforma Conte-Salvini-Di Maio.
Diciamo NO all'antiparlamentarismo.
Diciamo NO al fascismo.
Diciamo NO alla barbarie.
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.
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5. Last, but not least, alcuni appelli degni di lettura e meditazione.
Alcuni appelli diffusi in questi mesi hanno evidenziato molte ragioni di dettaglio che non abbiamo riassunto in questo nostro ragionamento.
Vorremmo pero' almeno fare cenno a questi appelli, invitando a consultarne i testi integrali ripubblicati anche nel nostro notiziario telematico quotidiano dedicato appunto a sostenere le ragioni del "NO" al referendum.
L'appello dalla societa' civile, "Referendum costituzionale: No alla grande menzogna"; appello sostenuto da autorevoli personalita' laiche e religiose tra cui mons. Luigi Bettazzi, Sandra Bonsanti, don Luigi Ciotti, don Pierluigi Di Piazza, Anna Falcone, Domenico Gallo, Raniero La Valle, mons. Raffaele Nogaro, don Alessandro Santoro, padre Alberto Simoni, Armando Spataro, Nadia Urbinati, Massimo Villone, padre Alex Zanotelli (per adesioni inviare una e-mail a adesione.nograndemenzogna at gmail.com).
L'appello dell'"Associazione nazionale partigiani d'Italia", "Perche' votiamo "NO" al referendum del 20-21 settembre".
L'appello del "Comitato per il No": "Per la Costituzione fare vincere il NO nel prossimo referendum costituzionale".
Infine vorremmo ricordare anche l'appello nonviolento per il "NO" promosso il 13 agosto scorso, dal titolo "No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese" di cui di seguito riproponiamo ancora una volta il testo integrale.
"Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza".
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.

9. RIFLESSIONE. LILIANA SEGRE: PER IL NO
[Dal sito noiperilno.it]

Mi sono orientata per il NO soprattutto in coerenza con il mio atteggiamento generale verso il Parlamento. Sono entrata come si entra in un tempio perche' il Parlamento e' l'espressione piu' alta della democrazia. Quindi sentir parlare di questa istituzione che fa parte della mia religione civile come se tutto si riducesse a costi e poltrone, e' qualcosa che proprio non mi appartiene.

10. DOCUMENTAZIONE. SANDRA GESUALDI: VOTO NO
[Dal sito noiperilno.it]

Domenica avremo in mano due schede: una per rinnovare il governo della Toscana o della propria Regione, l'altra referendaria per approvare o respingere la legge di riforma costituzionale dal titolo: "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari".
Parto dalla scelta piu' facile. Al referendum voto NO, senza indugi.
La Costituzione e' la nostra democrazia e la democrazia e' espressione del popolo che elegge i propri rappresentanti.
Un Parlamento rimpicciolito risultera' non soltanto piu' inefficiente, ma anche meno rappresentativo, soprattutto delle aree periferiche e meno popolate del Paese.
E a rimetterci saranno le minoranze politiche e probabilmente la parita' di genere.
Non ne voglio di meno, ne voglio di migliori.
Tagliamo i privilegi, le indennita', non la rappresentanza.
Ho aderito convintamente all'appello per il NO di Rosy Bindi con la quale mi sento molto in sintonia quando dichiara: "Oggi io sono senza patria partitica, ma faccio le mie battaglie. Rivendico che la difesa della Carta Costituzionale e' nel dna dei cattolico-democratici. Cosi' come la richiesta di politiche migratorie giuste e umane e la lotta alle disuguaglianze sociali".
Informati qui https://noiperilno.it/
Niente e' pericoloso come il non sapere.

11. DOCUMENTAZIONE. ALFONSO GIANNI: SI RAFFORZANO LE RAGIONI DEL NO
[Dal sito www.noaltagliodelparlamento.it che lo riprende da "L'Huffington Post"]

Siamo arrivati alle ultime battute di una campagna referendaria quantomeno anomala. La prima ragione risiede nell'avere voluto a tutti i costi da parte del governo abbinare il voto referendario con quello politico-amministrativo – l'election day -, dando prova di scarsa sensibilita' verso la materia oggetto del quesito referendario.
Si tratta di due voti di rango ben diverso ed era opportuno mantenerli distinti nei tempi della loro effettuazione. Si sarebbe evitato di oscurare la discussione sulla Costituzione  con le logiche  e le modalita' della contesa per regioni e comuni, come invece e' puntualmente avvenuto in quelle parti del paese direttamente interessate al voto amministrativo.
La seconda ragione e' che il Si' e' stato praticamente assente nella discussione. Non solo a livello territoriale, ma persino sui mass-media. I rappresentanti di 5Stelle e del Pd non si sono spesso presentati neppure agli appuntamenti canonici dei confronti in Rai, regolati dalle puntuali norme della par condicio su cui ha vigilato l'apposita commissione parlamentare.
Un eccesso di sicurezza sull'esito del referendum o mancanza di argomenti? Direi piuttosto quest'ultima, visto che i pezzi forti della propaganda del Si', sono stati frantumati dall'evidenza dei dati e dalla stessa logica. Che il taglio dei parlamentari rappresenti una grande occasione di risparmio non puo' crederlo davvero nessuno, dopo i calcoli puntuali fatti dall'Osservatorio diretto da Cottarelli: lo 0.007% della spesa statale.
Meno di un euro, la famosa tazzina di caffe' per italiano all'anno. Che la rappresentanza non venga colpita e' peggio che ingenuo pensarlo. Lo stesso dossier preparato dagli uffici studi del Parlamento e che ha accompagnato i lavori sulla legge, gia' chiariva che si sarebbe passati da 1 deputato ogni 96.006 abitanti a 151.210 e da 1 senatore ogni 188.424 abitanti a 302.420.
Conseguentemente paragonando le Camere "basse" – unica comparazione possibile – l'Italia con il taglio lineare dei deputati occuperebbe l'ultimo posto nella classifica dei paesi Ue. I tentativi di contestare aritmeticamente questi calcoli sono stati poco piu' che patetici.
L'argomentazione per cui "in meno si lavora meglio" e' contraddetta dal modo con cui e' organizzato il processo legislativo. Dove sono decisive le commissioni, 14, quelle di merito, per ognuna delle due camere, cui vanno sommate le giunte e le commissioni speciali e bicamerali. Poiche' ogni parlamentare deve essere membro di una e non piu' di una commissione, ne consegue che le stesse saranno formate da pochi membri e i partiti minori ne saranno esclusi.
Poiche' le commissioni possono lavorare anche in sede legislativa, ossia decidendo di fare nuove leggi senza passare dal voto d'Aula, questo vuole dire consegnare la funzione legislativa in mano a poche persone rappresentative solo delle maggiori forze politiche.
Alcuni hanno detto: cio' che manca lo faremo poi, a cominciare dalla legge elettorale. Ma come si sa queste sono spesso promesse da marinaio e converrebbe non fidarsi. Anche i decreti Salvini sulla "sicurezza" dovevano essere subito cambiati. Sono ancora li'. Se certe cose si volevano fare c'era il tempo di farlo, per esempio tra la prima e la seconda deliberazione sulla legge costituzionale. In realta' non c'e' alcun accordo e anche la legge elettorale che secondo il Pd doveva almeno essere incardinata nella discussione prima del referendum, e' rimandata al dopo.
Una legge, il cosiddetto Brescellum, che prevede una soglia di sbarramento elevata (5%) e le liste bloccate in modo che la decisione su chi deve essere eletto sia sottratta all'elettore e rimanga nelle mani delle dei potentati di partito.
Da ultimo ha fatto una comparsa una curiosa motivazione: sarebbe il No a volere umiliare il Parlamento dal momento che nell'ultima votazione la modifica costituzionale e' stata votata quasi all'unanimita'. Ricordate la favola del lupo e dell'agnello? Si finge di dimenticare che nelle altre tre votazioni Pd e Leu avevano votato contro e hanno "cambiato parere" nell'ultima votazione – sullo stesso identico testo – solo per opportunita' politiche legate agli accordi del nuovo governo. Ancora una volta la Costituzione viene messa sotto i piedi di un accordo politico.
Questo grave errore mette a dura prova la tenuta interna dei partiti che dovrebbero votare Si'. In particolare il fenomeno riguarda il Pd ove non c'e' giorno che autorevoli esponenti o elettori manifestino la loro scelta per il No. Ecco quindi scattare l'antico meccanismo del ricatto. Non si dovrebbe votare No perche' in questo modo il governo potrebbe cadere.
In realta' tutti sanno che le sorti del governo sono piu' legate all'esito delle elezioni regionali che non a quelle del referendum. D'altro canto, a giudicare dal comportamento dei mercati finanziari e dagli stessi report delle maggiori societa' operanti nel settore, a cominciare da J.P. Morgan, nessuno prevede la caduta del governo, comunque certamente non a causa dell'esito referendario.
Quindi il voto referendario deve e puo' essere libero, motivato solo da ragioni costituzionali e non da contingenze politiche. Per questo scelgo il No.

12. REPETITA IUVANT. ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA: PERCHE' VOTIAMO NO AL REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE
[Dal sito dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (www.anpi.it) riprendiamo il seguente vademecum per il referendum del 20-21 settembre 2020]

Associazione Nazionale Partigiani d'Italia: Perche' votiamo NO
Vademecum per il referendum del 20-21 settembre 2020
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Il 20 e 21 settembre si vota per il referendum confermativo della riforma costituzionale che riduce il numero di parlamentari; contemporaneamente si vota in sette Regioni, in piu' di mille Comuni per la tornata elettorale delle amministrative, per le elezioni suppletive nei collegi Sardegna 03 e Veneto 09 del Senato.
Con la riforma costituzionale il Parlamento passera' dagli attuali 630 deputati a 400 e dagli attuali 315 senatori a 200. E' un taglio di piu' del 36%.
La scelta di accorpare il referendum e il voto in una unica data per di piu' cosi' ravvicinata, immediatamente dopo il periodo festivo, rendera' impossibile fornire ai cittadini in campagna elettorale una adeguata informazione sul tema referendario, che e' molto importante perche' comporta una rilevante modifica della Costituzione.
Inevitabilmente tanti elettori, portati alle urne dalle contemporanee elezioni amministrative e regionali, saranno costretti a votare in modo frettoloso e superficiale, non avendo su fficienti elementi di conoscenza per giudicare se il taglio dei parlamentari proposto sia una scelta giusta, opportuna e ponderata, o meno.
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Dicono che in Europa l'Italia ha il numero piu' alto di parlamentari: non e' vero.
Dicono che si risparmieranno 500 milioni di euro a legislatura: non e' vero.
Dicono che ci sara' una maggiore efficienza del Parlamento: non e' vero.
Serve un Parlamento rappresentativo, forte e autorevole: e' una riforma scritta male.
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Dicono che in Europa l'Italia ha il numero piu' alto di parlamentari: non e' vero.
Fra i Paesi dell'Unione Europea l'Italia, rispetto al numero di abitanti, ha un numero di deputati molto basso, poco piu' di Francia, Olanda, Spagna e Germania, e meno, spesso molto meno di tutti gli altri Paesi.
[Per insormontabili difficolta' grafiche abbiamo qui omesso la riproduzione della tabella che puo' essere consultata nel sito www.anpi.it - ndr] Dal Dossier degli uffi ci studi di Camera e Senato. Con la riforma in Italia si avrebbe un deputato ogni 151.210 abitanti; diventerebbe il Paese Ue col minor numero di deputati per abitante (0.7 per 100.000). In altre parole diminuisce la rappresentanza.
In parole povere, con la riforma un deputato non rappresenterebbe piu' come prima in media 96.006 elettori, ma ben 151.210. Percio' per il deputato sara' molto piu' diffi cile rappresentare concretamente un numero cosi' elevato di cittadini. Questo e' il limite piu' grande della riforma, perche' colpisce la funzione piu' importante che dovrebbe avere il parlamento: la rappresentanza. Sara' poi piu' diffi cile, ed in alcuni casi impossibile, rappresentare adeguatamente le minoranze linguistiche e i partiti piu' piccoli. Inoltre tagliando cosi' i parlamentari potra' essere che in questa o quella regione siano eletti solo i candidati della maggioranza. Per questo la riforma e' l'ennesimo colpo ad un parlamento gia' duramente sminuito.
Nel corso degli ultimi decenni ci hanno raccontano che andava migliorata la governabilita' e per questo hanno umiliato la rappresentanza. Che vuol dire rappresentanza? Vuol dire agire su un mandato consapevole di altri, in loro nome. In questo caso, su mandato degli elettori. Che vuol dire governabilita'? Vuol dire garantire che il governo possa fare il suo lavoro a lungo e senza intoppi. In realta' per una presunta governabilita', hanno trascurato la rappresentanza. Infatti tanta gente non si sente rappresentata e non va piu' a votare. Con l'attuale legge elettorale di fatto l'elettore non decide chi eleggere, ma lo decide il capopartito o il capocorrente. E non e' vero che e' migliorata la governabilita'. Basti pensare alla crisi dell'ultimo governo ad agosto dell'anno scorso, quando il ministro dell'Interno ha deciso di far cadere il suo stesso governo. Che c'entra il parlamento?
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Dicono che si risparmieranno 500 milioni di euro a legislatura: non e' vero.
I tecnici aff ermano che la cifra esatta e' circa la meta', per l'esattezza 285 milioni di euro per legislatura, pari a 57 milioni all'anno. Si tratta dello 0,007 per cento della spesa pubblica. Una cifra insignificante.
Peraltro la riduzione dei costi come conseguenza della riduzione del numero di parlamentari e' un fatto del tutto marginale, perche' i costi di Camera e Senato sono determinati da moltissime voci e variano enormemente a parita' di numero dei parlamentari. Per esempio la Camera del Regno Unito costa molto meno di quella italiana a parita' di numero, mentre quella degli Stati Uniti costa di piu', nonostante il numero di rappresentanti (parlamentari) sia di 435, cioe' molto inferiore al numero attuale di deputati nel parlamento italiano.
Risparmiare e' giustissimo, e il primo a dare l'esempio dev'essere lo Stato. Ma un conto e' risparmiare, un altro conto e' tagliare a casaccio, senza criterio, solo per mettersi il fiore all'occhiello e dire "Abbiamo tagliato la casta!". Tutti i Paesi hanno dei costi per far funzionare le istituzioni. Ma i costi per far funzionare la democrazia sono degli investimenti perche' siano garantiti diritti e liberta'.
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Dicono che ci sara' una maggiore efficienza del Parlamento: non e' vero.
Dove sta scritto che avere meno parlamentari aumenti l'e fficienza? Ma in primo luogo che vuol dire e fficienza del Parlamento? Vuol dire maggiore capacita' di realizzare i suoi compiti. I compiti stabiliti con chiarezza dalla Costituzione sono tre: rappresentare i cittadini ("Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione"), legiferare ("La funzione legislativa e' esercitata collettivamente dalle due Camere"), controllare l'operato del governo in base a un rapporto fiduciario ("Il governo deve avere la fiducia delle due Camere"). Abbiamo gia' visto che la funzione di rappresentanza sara' fortemente svuotata. La funzione legislativa e' del tutto indipendente dal numero di parlamentari. Il controllo sull'operato del governo sara' presumibilmente meno e fficace, perche' un gruppo di parlamentari molto piu' ridotto sara' meno pluralista e piu' facilmente prono alle indicazioni del capogruppo.
Per di piu' diminuendo drasticamente il loro numero, in Aula e nelle Commissioni vi saranno meno parlamentari con competenze specifiche. Bisognera' comunque riscrivere i regolamenti delle Commissioni e dei gruppi parlamentari.
In sostanza a ffermare che con meno parlamentari aumentera' l'effi cienza e' un'aff ermazione non dimostrata in alcun modo, e percio' puramente propagandistica.
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Legge elettorale e elezione del Presidente della Repubblica: Scilla e Cariddi.
La riduzione del numero di parlamentari comporta necessariamente la modifica della legge elettorale.
Per salvaguardare in qualche modo la rappresentanza, ci vorrebbe una legge elettorale proporzionale che tuteli i piccoli partiti. Non c'e' ancora nulla.
Non solo: bisognera' cambiare ancora la Costituzione per l'elezione del Presidente della Repubblica. Infatti la Costituzione aff erma che "Il Presidente della Repubblica e' eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze". Ma se diminuisce di piu' di un terzo il numero dei parlamentari e si mantiene lo stesso numero di delegati regionali, si da' a questi ultimi un soverchiante potere di elezione a discapito di quello dei parlamentari. D'altra parte diminuendo il numero dei rappresentanti regionali, come necessario, c'e' il rischio di non assicurare la rappresentanza delle minoranze.
Un vero pasticcio che richiede una riformulazione dell'articolo della Costituzione per salvaguardare il potere del Parlamento senza punire le minoranze regionali.
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Chi non paga le tasse, chi ha sede fiscale all'estero: la vera casta.
La polemica contro i rappresentanti delle istituzioni come "la casta" e' inquietante. Ci sono i ricchissimi, che spesso le tasse non le pagano, o che hanno la sede fiscale all'estero. Ci sono grandi patrimoni che sembrano intoccabili. La vera casta. Ma su di loro, un muro di silenzio.
Diciamoci la verita': oggi, proprio quando i ricchi sono sempre piu' ricchi e i poveri sono sempre piu' poveri – basti pensare al dramma del virus – si difende un sistema che mantiene e aumenta le diseguaglianze, si difende una casta, quella vera. E si off ende e si umilia il parlamento, cioe' il cuore della rappresentanza politica, invece di restituirgli la sua funzione costituzionale.
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Serve un Parlamento rappresentativo, forte e autorevole: e' una riforma scritta male.
Questa riduzione del numero di parlamentari e' scritta male, senza alcuna seria motivazione e senza alcuna considerazione sulle conseguenze istituzionali. Non sembra progettata per migliorare il lavoro del Parlamento, ma per ridurne ancora le funzioni trasformandolo in uno strumento marginale della democrazia. Tanto minore e' il potere del Parlamento, tanto maggiore e' il potere del governo, cioe' dell'esecutivo. Ma oggi all'Italia serve proprio il contrario: una democrazia forte e' una democrazia che rappresenta fortemente i cittadini attraverso organismi autorevoli e riconosciuti a cui i cittadini rivolgono la loro fiducia. E' invece sulla sfiducia e sul qualunquismo che punta questa riforma: i continui attacchi al Parlamento – la "casta", le "poltrone" – rivelano un'avversione verso la democrazia rappresentativa molto pericolosa perche' puo' portare al successo dell'idea dell'uomo forte, idea che ha gia' portato una volta il Paese nel baratro.
Addio diritti!
Addio democrazia!
Non sprechiamo le conquiste di liberta' e democrazia donateci dalla Resistenza!
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Tagliare cosi' il numero dei parlamentari vuol dire tagliare il diritto di scegliere i nostri rappresentanti.
Noi votiamo NO.
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
www.anpi.it - www.patriaindipendente.it

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NO ALL'ANTIPARLAMENTARISMO, NO AL FASCISMO, NO ALLA BARBARIE
No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum del 20-21 settembre votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 37 del 19 settembre 2020
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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