[Nonviolenza] Telegrammi. 3836
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- Date: Tue, 18 Aug 2020 19:02:48 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3836 del 19 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Ricordando Luce Fabbri, che ci ha lasciato il 19 agosto 2000
2. Alce Nero
3. Brian Aldiss
4. Simin Behbahani
5. Berthe Benichou-Aboulker
6. Ernesto Calzavara
7. Leonard Covello
8. Isaac Deutscher
9. Sergej Pavlovic Djagilev
10. Miriam Dubini
11. Federico Garcia Lorca
12. Hugo Gernsback
13. Luciano Gruppi
14. Groucho Marx
15. Guido Morganti
16. Ines Negri
17. Vilfredo Pareto
18. Linus Pauling
19. Raul Ruiz
20. Pierre Schaeffer
21. Tonino Spazzoli
22. Per sostenere "A. Rivista anarchica", ricordando Paolo Finzi
23. No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
24. Ancora una volta chiediamo
25. "L'Italia aderisca al Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari". Una lettera aperta alla Presidente del Senato e al Presidente della Camera
26. Omero Dellistorti: Volendo diventare scrittore di romanzi gialli
27. Segnalazioni librarie
28. La "Carta" del Movimento Nonviolento
29. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. RICORDANDO LUCE FABBRI, CHE CI HA LASCIATO IL 19 AGOSTO 2000
Una delle nostre maestre piu' grandi
Il 19 agosto 2000 a Montevideo, in Uruguay, moriva Luce Fabbri, che era nata a Roma il 25 luglio 1908 ed e' stata una delle figure piu' luminose dell'anarchia e della nonviolenza; studiosa di leggendaria acutezza e acribia, militante generosa e coraggiosa lungo l'intero arco della sua lunga combattiva vita, autrice di una vasta e profonda opera saggistica (storiografica, politologica, filosofica, memorialistica e di critica letteraria) ancora in grandissima parte da tradurre e pubblicare nel nostro paese.
La ricordiamo come una delle nostre maestre piu' grandi.
*
Una minima notizia su Luce Fabbri
Luce Fabbri, pensatrice e militante anarchica, educatrice profonda e generosa, e' stata e resta un punto di riferimento per tutte le persone amiche della dignita' umana e della nonviolenza. Nata il 25 luglio 1908, figlia di Luigi Fabbri (il grande militante e teorico libertario collaboratore di Errico Malatesta), dal 1929 in esilio dapprima a Parigi, poi a Bruxelles e via Anversa in America Latina, a Montevideo in Uruguay, ove da allora risiedera' (ma ancora sovente molto viaggiando); la morte la coglie il 19 agosto 2000, operosa fino alla fine, sempre attiva, generosa, mite, accogliente; sempre lucida, sempre limpida, per sempre Luce. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la parte biografica della voce a lei dedicata: "Luce Fabbri nasce a Roma il 25 luglio 1908, figlia di Bianca Sbriccoli e di Luigi Fabbri, insegnante e celebre teorico anarchico - libertario, nonche' collaboratore di Errico Malatesta. Dall'eta' di due anni e per i successivi quattro vive con i nonni, durante il periodo in cui il padre e' esule in Svizzera in seguito alla Settimana Rossa. Nel 1926, a causa del consolidarsi del regime fascista, il padre lascia clandestinamente l'Italia per Parigi dove sara' raggiunto dalla moglie nel 1927. Nello stesso anno il fratello minore Vero si trasferisce a Roma per lavoro. Per i successivi due anni Luce rimane dunque sola a Bologna, ospite in ambienti socialisti. In quel periodo e' accolta in casa di Enrico Bassi, socialista turatiano e amico dei fratelli Ugo Guido e Rodolfo Mondolfo; e a Bassi medesimo Rodolfo Mondolfo affidera' poi le proprie carte quando, nel 1939, sara' costretto ad espatriare in Argentina per la legge razziale che gli impedira' di occupare cariche pubbliche poiche' ebreo. Nel 1928 Luce si laurea in Lettere presso l'Universita' di Bologna con il massimo dei voti, discutendo una tesi su Reclus e la Comune di Parigi. Tra i professori della commissione era presente anche lo stesso Rodolfo Mondolfo, "che e' stato quasi un secondo padre per me in quei due anni che ero rimasta sola", che incontrera' nuovamente anni dopo, anch'esso esule antifascista in Sud America. Dopo un breve soggiorno di venti giorni a Roma a meta' novembre del 1928 parte avventurosamente per la Francia, per raggiungere i genitori a Parigi; lo fa aiutata dal ferroviere Giuseppe Peretti, di Bellinzona, che le fa passare la frontiera Svizzera registrandola sul passaporto come sua moglie. Dalla Francia si sposta presto in Belgio, a causa di un decreto di espulsione contro il padre emesso dal governo francese; e dopo breve tempo, nel 1930, emigra con i genitori a Montevideo in Uruguay, dove per un mese sono ospiti in casa del fiorentino Moscallegra, pseudonimo di Aratari. A Montevideo Luce fa i primi passi in quella che sara' la sua professione, inizia infatti a dare lezioni private di italiano, latino e greco. In seguito vincera' un concorso per l'insegnamento della storia nelle scuole secondarie, poi sara' lettrice di italiano presso la Facolta' di Lettere appena istituita e in seguito, nel '49, otterra' la docenza di Letteratura italiana, "per me l'insegnamento era parte del mio lavoro militante, l'ho sempre considerato come un momento del mio lavoro di anarchica". Qui con la sua collaborazione il padre Luigi si dedica alla rivista "Studi Sociali", curando inoltre la pagina in lingua italiana della rivista "La Protesta" e pubblicando anche, fino al settembre del 1930, alcuni articoli su altre riviste tra cui "La Pluma". Il colpo di Stato militare di Uriburu del 1930 in Argentina ha come conseguenza un esodo di rifugiati politici argentini in Uruguay. In questo primo periodo a Montevideo Luce, poco piu' che ventenne, frequenta le organizzazioni sindacali, collabora con il Comitato contro la dittatura in America, con un Gruppo anarchico femminile per il sostegno dei detenuti politici e con un Gruppo studentesco giovanile libertario. Con questo partecipa ad un congresso antimilitarista, indetto dai comunisti, contro la Guerra del Chaco. In questo congresso stringe amicizia con Simon Radowitzky da poco sbarcato a Montevideo dopo esser stato espulso dal suolo argentino. L'intensa attivita' d'insegnamento non le impedisce di dedicarsi alla militanza e alla cura di "Studi Sociali" che pubblichera' fino al 1946. Verso la seconda meta' degli anni Sessanta, mentre in Uruguay si delinea un periodo di forte tensione interna, caratterizzata dalla lotta armata dei Tupamaros e dalla conseguente dura reazione della classe dirigente che avrebbe portato alla dittatura militare protrattasi dal 1974 al 1986, Luce dedica le proprie attivita' alla militanza nel movimento locale, pur non trascurando contatti con gli ambienti italiani e internazionali. In particolare s'impegna in un movimento pedagogico per la riforma autonomistica della scuola secondaria; Luce vive questa sua attivita' come parte integrante e del suo concreto impegno politico in senso libertario, un impegno che la vede critica nei confronti della scelta della lotta armata: "Conoscevo degli studenti che si erano arruolati nei Tupamaros, volevo loro bene e sapevo che erano la parte migliore della gioventu' uruguayana e che si sarebbe bruciata in quell'esperienza. Secondo me si sbagliavano, pero' e' andata cosi'". Una posizione la sua che riflette il clima di quel periodo, agitato dalle diverse posizioni prese nell'ambito del movimento nei confronti dei Tupamaros e della rivoluzione cubana. Fino al giorno della morte, avvenuta il 19 agosto del 2000, vive a Montevideo in via J.-J. Rousseau 3659, nella casa costruita dal suo compagno friulano, Ermacora Cressatti, muratore anarchico anch'egli esule dal fascismo".
Opere di Luce Fabbri: per un primo avvio segnaliamo l'ampia e preziosa intervista a cura di Cristina Valenti: Luce Fabbri, vivendo la mia vita, apparsa su "A. rivista anarchica" dell'estate 1998 (disponibile anche nella rete telematica nel sito: www.arivista.org). Tra le sue opere in volume ed in opuscolo segnaliamo: a) scritti politici: Camisas negras, Ediciones Nervio, Buenos Aires 1935; (con lo pseudonimo Luz D. Alba), 19 de julio. Antologia de la revolucion espanola, Coleccion Esfuerzo, Montevideo 1937; (con Diego Abad de Santillan), Gli anarchici e la rivoluzione spagnola, Carlo Frigerio Editore, Lugano 1938; La liberta' nelle crisi rivoluzionarie, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1947; El totalitarismo entre las dos guerras, Ediciones Union Socialista Libertaria, Buenos Aires 1948; L'anticomunismo, l'antimperialismo e la pace, Edizioni di Studi Sociali, Montevideo 1949; La strada, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1952; Sotto la minaccia totalitaria, Edizioni RL, Napoli 1955; Problemi d'oggi, Edizioni RL, Napoli 1958; La libertad entre la historia y la utopia, Ediciones Union Socialista Libertaria, Rosario 1962; El anarquismo: mas alla' de la democracia, Editorial Reconstruir, Buenos Aires 1983; Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, BFS, Pisa 1996; Una strada concreta verso l'utopia, Samizdat, Pescara 1998; La libertad entre la historia y la utopia. Tres ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona 1998; b) volumi di poesia: I canti dell'attesa, M. O. Bertani, Montevideo 1932; Propinqua Libertas, Bfs, Pisa 2005; c) scritti di storia e di critica letteraria: Influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853), Ediciones Nuestro Tiempo, Montevideo 1966; L'influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1853-1915), Editorial Lena & Cia. S. A., Montevideo 1967; La poesia de Leopardi, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1971; Machiavelli escritor, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1972; La Divina Comedia de Dante Alighieri, Universidad de la Republica, Montevideo 1994. Ad essi si aggiungono i saggi pubblicati nella "Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" di Montevideo, e gli interventi e le interviste su molte pubblicazioni, e le notevoli traduzioni - con impegnati testi propri di introduzione e commento - (tra cui, in volume: di opere di Nettlau, di Malatesta, del padre Luigi Fabbri, e l'edizione bilingue commentata del Principe di Machiavelli).
Opere su Luce Fabbri: Margareth Rago, Tra la storia e la liberta'. Luce Fabbri e l'anarchismo contemporaneo, Zero in condotta, Milano 2008; cfr. anche l'utilissimo dossier "Ricordando Luce Fabbri", in "A. rivista anarchica", n. 266 dell'ottobre 2000, pp. 28-41 (disponibile anche nel sito: www.arivista.org).
*
Possa ogni persona essere come Luce Fabbri e' stata
Possa l'umanita' realizzare la societa' giusta, libera, responsabile e solidale, misericorde e conviviale, pensata da Luce Fabbri.
Possa l'umanita' realizzare la societa' giusta, libera, responsabile e solidale, misericorde e conviviale, per cui Luce Fabbri lotto' per l'intera sua vita.
Possa ogni persona essere come Luce Fabbri e' stata.
Possa venire il tempo della pace e della comune liberazione, del mutuo riconoscimento e soccorso, della fratellanza e della sororita', della responsabilita' che difende e accudisce ogni vita, dell'universale condivisione del bene e dei beni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per far cessare tutte le iniquita' e le violenze, tutte le oppressioni e le sofferenze; unitevi nell'impegno per la salvezza dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Nel ricordo di Luce Fabbri. Alla scuola di Luce Fabbri.
*
Una piccola aggiunta personale
E se una piccola aggiunta personale ci e' concessa: chi scrive queste righe ricorda ora con indicibile struggimento un colloquio telefonico con Paolo Finzi appena ricevuta la notizia della scomparsa della grande pensatrice e militante anarchica e nonviolenta; in quel momento di cupo lutto insieme ricordammo Luce Fabbri con viva commozione, con viva gratitudine per la luminosa sua testimonianza, per l'esempio e i molti doni che all'umanita' lasciava.
In Paolo Finzi le idee e la lotta di Luce Fabbri continuavano a vivere.
Un mese fa anche Paolo Finzi ci ha lasciato.
La riflessione e la lotta libertaria e nonviolenta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani che fu di Luce Fabbri, che fu di Paolo Finzi, continuala tu che queste righe leggi.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Opponiti tu a tutti i poteri oppressivi, a tutti gli abusi, a tutte le ingiustizie, a tutte le violenze, a tutte le menzogne.
Sii tu, lettrice, lettore, una delle persone giuste la cui esistenza salva il mondo.
2. MEMORIA. ALCE NERO
Il 19 agosto 1950 moriva Alce Nero
tutti abbiamo letto Alce Nero parla e La sacra pipa
con gratitudine lo ricordiamo
3. MEMORIA. BRIAN ALDISS
Il 19 agosto 2017 moriva Brian Aldiss
scrittore di fantascienza
con gratitudine lo ricordiamo
4. MEMORIA. SIMIN BEHBAHANI
Il 19 agosto 2014 moriva Simin Behbahani
poetessa
con gratitudine la ricordiamo
5. MEMORIA. BERTHE BENICHOU-ABOULKER
Il 19 agosto 1942 moriva Berthe Benichou-Aboulker
scrittrice musicista pittrice antifascista
con gratitudine la ricordiamo
6. MEMORIA. ERNESTO CALZAVARA
Il 19 agosto 2000 moriva Ernesto Calzavara
poeta
con gratitudine lo ricordiamo
7. MEMORIA. LEONARD COVELLO
Il 19 agosto 1982 moriva Leonard Covello
pedagogista e antirazzista
con gratitudine lo ricordiamo
8. MEMORIA. ISAAC DEUTSCHER
Il 19 agosto 1967 moriva Isaac Deutscher
storico illustre
con gratitudine lo ricordiamo
9. MEMORIA. SERGEJ PAVOLOVIC DJAGILEV
Il 19 agosto 1929 moriva Sergej Pavlovic Djagilev
fondatore dei Balletti russi
con gratitudine lo ricordiamo
10. MEMORIA. MIRIAM DUBINI
Il 19 agosto 2018 moriva Miriam Dubini
scrittrice drammaturga attrice amica delle bambine e dei bambini
con gratitudine la ricordiamo
11. MEMORIA. FEDERICO GARCIA LORCA
Il 19 agosto 1936 moriva Federico Garcia Lorca
poeta e antifascista
assassinato dai nemici dell'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo
12. MEMORIA. HUGO GERNSBACK
Il 19 agosto 1967 moriva Hugo Gernsback
l'uomo che invento' la fantascienza
con gratitudine lo ricordiamo
13. MEMORIA. LUCIANO GRUPPI
Il 19 agosto 2003 moriva Luciano Gruppi
militante del movimento operaio partigiano studioso del pensiero marxista
con gratitudine lo ricordiamo
14. MEMORIA. GROUCHO MARX
Il 19 agosto 1977 moriva Groucho Marx
poeta filosofo ed ogni altra cosa che un essere umano possa essere
con gratitudine lo ricordiamo
15. MEMORIA. GUIDO MORGANTI
Il 19 agosto 1957 moriva Guido Morganti
giusto tra le nazioni
con gratitudine lo ricordiamo
16. MEMORIA. INES NEGRI
Il 19 agosto 1944 moriva Ines Negri partigiana
assassinata dai nemici dell'umanita'
con gratitudine la ricordiamo
17. MEMORIA. VILFREDO PARETO
Il 19 agosto 1923 moriva Vilfredo Pareto
economista sociologo politologo
con gratitudine lo ricordiamo
18. MEMORIA. LINUS PAULING
Il 19 agosto 1994 moriva Linus Pauling
scienziato e pacifista
con gratitudine lo ricordiamo
19. MEMORIA. RAUL RUIZ
Il 19 agosto 2011 moriva Raul Ruiz
esule antifascista
regista cinematografico
con gratitudine lo ricordiamo
20. MEMORIA. PIERRE SCHAEFFER
Il 19 agosto 1995 moriva Pierre Schaeffer
teorico e sperimentatore musicologo e musicista
con gratitudine lo ricordiamo
21. MEMORIA. TONINO SPAZZOLI
Il 19 agosto 1944 moriva Tonino Spazzoli partigiano
assassinato dai nemici dell'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo
22. INIZIATIVE. PER SOSTENERE "A. RIVISTA ANARCHICA", RICORDANDO PAOLO FINZI
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23. REPETITA IUVANT. NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE MUTILA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E MIRA AD IMPORRE UN REGIME TOTALITARIO NEL NOSTRO PAESE
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza.
24. REPETITA IUVANT. ANCORA UNA VOLTA CHIEDIAMO
Ancora una volta chiediamo che si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
25. REPETITA IUVANT. "L'ITALIA ADERISCA AL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI". UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL SENATO E AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
ricorrendo nei giorni scorsi il LXXV anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, tanto il Presidente della Repubblica, quanto Lei, Presidente del Senato, e Lei, Presidente della Camera, ha e avete diffuso messaggi di cordoglio per le vittime e di esortazione all'impegno affinche' simili orrori non abbiano a ripetersi mai piu' e si proceda quindi verso il disarmo, la pace, la cooperazione fra tutti i popoli nel riconoscimento della comune umanita' di tutti gli esseri umani; nella consapevolezza che le armi atomiche mettono in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita' nel suo insieme.
Orbene, come e' noto, il 7 luglio 2017 una conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il necessario e non piu' rinviabile "Trattato per la proibizione delle armi nucleari", che entrera' in vigore dopo che almeno cinquanta Stati lo avranno sottoscritto e ratificato.
L'Italia e' tra i paesi che questo fondamentale Trattato ancora non lo hanno ne' sottoscritto, ne' ratificato.
In mancanza di questa firma ogni dichiarazione da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese di cordoglio per le vittime e di apprensione per le sorti dell'umanita', ogni appello da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese all'impegno altrui in assenza del nostro, rischia di apparire - ahinoi - come un vaniloquio, un esercizio di retorica, un atto di ipocrisia. E siamo certi che non erano questi il sentimento e l'intenzione vostra e del Presidente della Repubblica.
Come gia' innumerevoli associazioni umanitarie ed innumerevoli cittadine e cittadini, vi esortiamo pertanto anche noi ad assumere un impegno concreto, preciso e non piu' rinviabile: adoperarvi affinche' l'Italia sottoscriva e ratifichi nel piu' breve tempo possibile il Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari.
E' in vostro potere convocare le Conferenze dei capigruppo di entrambi i rami del Parlamento affinche' l'organo legislativo del nostro ordinamento giuridico deliberi un documento in tal senso che impegni e vincoli l'esecutivo.
E' in vostro potere promuovere il pronunciamento del Parlamento italiano.
E' in vostro potere far si' che l'Italia finalmente si esprima con un atto giuridico cogente in pro del bene comune dell'umanita' aderendo al Trattato che impedisca alle armi atomiche di tenere sotto ricatto e minacciare di distruzione l'intera famiglia umana.
Le ragioni per farlo le avete enunciate voi stessi, cosi' come il Presidente della Repubblica, pochi giorni fa. A quelle vostre sentite parole date effettuale seguito, date autentico inveramento.
Ve lo chiedono tutte le associazioni umanitarie, l'intera comunita' scientifica, tutte le cittadine e tutti i cittadini di volonta' buona; ve lo chiede una lettura avvertita della nostra Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani; ve lo chiede l'umanita' intera; ve lo chiedono le generazioni future.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 12 agosto 2020
26. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: VOLENDO DIVENTARE SCRITTORE DI ROMANZI GIALLI
Facevo le scuole medie e di pomeriggio il garzone del droghiere. Appena potevo cercavo di scappare per andare a tirare quattro calci al pallone. Ma il sor Crescenzio non era tanto d'accordo e cosi' a pallone ci potevo giocare solo di sera dopo che chiudeva la bottega, ma di sera era buio perche' le lampadine dei pali della luce in piazza c'era sempre qualcuno che le seccava con la fionda (non recrimino, da ragazzino lo facevo pure io) e magari se non andavo a garzone diventavo uno forte e adesso era miliardario come quelli che giocano in serie A. Invece.
Un giorno che dal giornalaio stavamo cercando di rubare certi giornaletti, per sbaglio presi invece un giallo mondadori, che allora non sapevo neppure cosa fosse un giallo mondadori: la copertina non era male, ma dentro non c'erano le figure ma solo la scrittura, come un libro vero, noi invece volevamo fregare i giornaletti con le donne ignude. Pero' era andata cosi', e per non sprecare il frutto dell'impegno decisi di leggere l'inizio per vedere di che parlava.
Invece lo lessi tutto, e verso le due di notte, appena finita la lettura, decisi che volevo diventare uno scrittore di romanzi gialli.
All'inizio non per i soldi, ma solo per la soddisfazione di leggere altre avventure come quella, con in piu' il gusto di averle scritte io. Poi e' naturale che pensai pure che magari ci si facevano pure i soldi visto che c'era gente che di mestiere invece di lavorare scriveva i libri e li pagavano lo stesso.
Presa la decisione si trattava di imparare a scriverle quelle avventure. Io sapevo gia' leggere e scrivere, facevo la scuola media, pero' capii subito che non bastavano la penna, il quaderno e la bella calligrafia. C'era bisogno di altro. Di parecchio altro.
Cosi' presi un quaderno, che avevo deciso che ci avrei scritto i miei romanzi gialli (almeno il primo, perche' magari se ne scrivevo tanti un quaderno solo non poteva bastare), e man mano che mi veniva in mente mi segnai tutto quello che serviva e che dovevo procurarmi.
L'attrezzatura di base, quella ce l'avevo: ci avevo la penna, e volendo anche le matite e la gomma per le correzioni, perche' a scuola lo dicevano sempre che quando si scrive poi si deve rileggere e correggere e alla fine fare la bella copia; il quaderno pure, ed eventualmente ci avevo anche quello a quadretti dei compiti di matematica, se quello a righe lo finivo troppo presto. Oltretutto si poteva scrivere pure sui fogli da disegno, volendo. Pero' dovevo starci attento, che ci vuole un niente a sbaffarli e poi sono da buttare via e i fogli da disegno non e' che li trovi in mezzo alla strada o che crescono sulle piante. Neppure i quaderni. Li trovi alla cartoleria, e per comprarli ci vogliono i dindi perche' come diceva mio padre buonanima qui al paese nessuno ti regala niente, a parte gli anni di galera, che a lui gliene regalarono piu' del tempo che ci aveva da vivere (e per cosa poi? per un affaretto che ci avra' scagliato si' e no cinque carte da mille di robaccia che di argenteria e brillocchi veri quasi solo la muffa, pero' c'era scappato il morto e quando ci scappa il morto allora l'autorita' ci vuole mettere il becco e si beve i padri di famiglia si beve. Lasciamo stare, lasciamo. Senza offesa, eh.
Insomma, l'attrezzatura materiale ce l'avevo. Pero' m'accorsi subito che non bastava. E infatti sulla prima pagina del qauderno ci scrissi: Altre cose che servono, sottolineato.
Poi andai a capo e poi scrissi:
Primo: inventare le storie, che siano storie gagliarde.
Secondo: scriverle bene, che facciano ridere come le barzellette raccontate bene.
Terzo: averci la pazienza di non voler scrivere tutto subito.
Ce l'ho ancora quel quaderno. Ci scrissi solo questo. La vita, si sa, non va mai come te l'aspetti.
*
Adesso vorrei tornarci sopra, su quei tre punti. Perche' mi sembra che con tutto che ero un ragazzetto che faceva le scuole medie ci avevo proprio ragione.
La gente non ci ha voglia di stare a sentire una storia se non e' gagliarda. Figurarsi se uno ci ha voglia di scriverla. Ti annoi subito e lasci perdere. Una storia per raccontarla deve essere gagliarda perche' se non e' gagliarda dopo un po' si capisce subito. Si vede subito quando una storia non e' gagliarda, perche' chi la racconta la fa lunga, comincia a parlare d'altro, fa la voce misteriosa, si gaurda intorno come se stesse per dire chissa' che segreto, e invece si capisce subito che e' una lagna. Io per esempio i film alla televisione che cominciano con tutte quelle musiche neppure li guardo. Se c'e' una sparatoria subito, alora si', che vuol dire che c'e' una storia, c'e' movimento, vita vissuta, indiani e cow-boys. Se invece tutte quelle scritte, tutta quella musica e magari gli attori vestiti come noi, allora che ci perdo tempo a fare? Se gli attori sono vestiti come noi allora tanto vale che guardo quello che succede per strada fuori del bar, no?
Pero' non basta neppure che la storia sia gagliarda: bisogna saperla raccontare bene, perche' la stessa storia se uno la racconta male diventava subito uno schifo, e allora finisce tutto il divertimento.
Della pazienza non c'e' bisogno di dire niente, senza la pazienza non si va da nessuna parte.
*
Ma dove le trovavo le storie di delitti perfetti che al paese non succede mai niente? Cioe', i delitti succedevano, ma erano facili facili che pure i carabinieri in un par d'ore capivano chi era stato; invece il delitto perfetto deve essere misterioso e ci vuole la sagacia (si chiama cosi': la sagacia; sarebbe la furbizia) di Ercole Perotto per capirci qualche cosa e scoprire il colpevole.
Il colpevole c'e' sempre, ma la cosa forte del romanzo giallo e' che per scoprirlo ci vuole la sagacia.
Mi ricordo ancora che dopo aver scritto la prima pagina del quaderno, girai pagina e mi misi a pensare a una storia. Ma non mi veniva in mente niente. Niente di gagliardo. Di storie di ammazzamenti, di ruberie, di coltellate, si', ma niente che valesse la pena che ci scrivessi un romanzo giallo.
Capii subito che avevo bisogno di ispirazione, cioe' di leggere altre storie e di copiarle. Potevo anche copiare il giallo mondadori che avevo letto, ma quando copi non lo devi far vedere che copi, e allora il modo migliore e' di copiare da due cose diverse e metterle insieme.
Ci arrivai subito: dovevo leggere qualche altro giallo. Dopo, sarebbe stato uno scherzo.
Il fatto e' che al paese c'e' un'edicola sola e non e' facile grattare la roba, in particolare i gialli mondadori perche' non e' che ce ne sono un mucchio come i giornaletti con le donne ignude, ce ne e' sempre solo uno che arrivera' una volta al mese o giu' di li' e insomma e' difficile grattarlo senza farsene accorgere. I soldi per comprarlo, poi, lasciamo perdere, che tutto quello che mi dava il sor Crescenzio in realta' lo tratteneva per ripagare certi danni che tempo prima gli avevamo fatto io e certi amici miei che fessi come eravamo ci facemmo pure beccare.
Un altro si sarebbe arreso subito, io no.
Infatti mi venne l'idea di copiare dai libri di scuola, in particolare da storia e da antologia; da matematica non ci si tirava fuori niente, da scienze magari si' - che ne so, la composizione dei veleni tropicali - pero' erano solo dettagli, la storia la dovevo tirare fuori dal libro di storia e da quello di antologia.
Mi ci misi pure di buzzo buono, che il professore d'italiano era tutto contento che si credeva che mi era venuta la voglia di studiare. Invece.
Dopo un po' smisi, perche' mi accorsi che non funzionava, perche' per scrivere un giallo che per esempio c'era Carlo Magno o Mazzini bisognava ambientarlo al tempo di carlo Magno e di Mazzini, e io che ne sapevo? Si', c'erano le figure, ma erano troppo poco per farsi un'idea precisa: si rischiava di farsi ridere dietro che magari tu scrivevi che dopo aver ammazzato Carlo Magno col veleno tropicale Mazzini fuggiva con la Jaguar e invece a quel tempo la Jaguar non c'era o magari Mazzini non se la poteva permettere. Non funzionava.
Per non dire che le cose che c'erano su antologia erano scritte che parlavano in un modo che nessun criminale moderno avrebbe parlato in quel modo. E allora diventava una schifezza, no? Proprio come dicevo io prima.
Insomma, bisognava pensare qualche altra cosa.
E la cosa che pensai fu che potevo prendere ispirazione dal giornale, che al bar la mattina presto buttano quello del giorno prima, tutti i giorni. E siccome andavo a scuola con il figlio del sor Pilade che era il padrone del bar, gli chiesi se diceva a suo padre di mettere da parte i giornali del giorno prima che quando uscivo da scuola passavo a prenderli per una ricerca scolastica (un'idea sagace, no?). Per un po' di giorni il sor Pilade me li mise da parte, ma poi fui io stesso a dirgli che non mi servivano piu' che la ricerca ormai l'avevo fatta. E' che di fatti di cronaca nera ce ne erano tanti, ma erano sempre tutti raccontati cosi' male che non ci si capiva mai niente, e allora uno non e' che poteva trovare delle brillanti soluzioni dei delitti misteriosi se i delitti misteriosi erano troppo misteriosi perche' i giornalisti non capivano neanche quanto erano lunghi e non li sapevano raccontare.
Un altro si sarebbe scoraggiato, no?
Io invece no. E infatti allora mi venne l'idea: di farli io i delitti perfetti, cosi' poi ci potevo scrivere i gialli.
Poi, neppure io lo so perche', ho fatto solo i delitti e a scrivere i gialli non ci ho pensato piu'.
I soldi, invece, ne ho fatti, ne ho fatti eccome in tanti anni di attivita'. Pero' li ho pure sprecati tutti, ma tutti tutti, che se ci ripenso mi chiedo come ho fatto.
Non guardate come mi vedete adesso, che sono vecchio e ho perso il tocco magico, e infatti mi avete pizzicato che anche solo dieci anni fa se ve lo sognavate ci cascavate dal letto.
E' che sono stanco, e quasi quasi sapete che vi dico? Che da un bel po' ci avevo voglia di ritirarmi dalla professione e di mettermi in pensione, a pensione, si', ospite dello stato. Per me un posto vale l'altro, e una volta che ci ho la stanza, il letto e i pasti assicurati, e chi mi ammazza?
E' tutto qui. Avete scritto tutto? Dove devo firmare?
27. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Maurizio de Giovanni, Il concerto dei destini fragili, Rcs, Milano 2020, pp. 160, euro 11,50 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Camilla Laeckberg, La gabbia dorata, Marsilio, Venezia 2019, Feltrinelli, Milano 2020, pp. 410.
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Riletture
- Giovanna Pezzuoli, Prigioniera in Utopia, Il Formichiere, Milano 1978, pp. 204.
- Valentina Pisanty, L'irritante questione delle camere a gas. Logica del negazionismo, Bompiani, Milano 1998, pp. X + 292.
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Riedizioni
- Gianfranco Ravasi, Interpretare la Bibbia, Mondadori, Milano 2020, pp. 70, euro 5,90.
- Giacomo Verri, Partigiano Inverno, Nutrimenti, Roma 2012, Gedi, Roma 2020, pp. 222, euro 7,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
28. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
29. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3836 del 19 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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