[Nonviolenza] Archivi. 393
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- Date: Mon, 6 Jul 2020 12:06:46 +0200
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 393 del 6 luglio 2020
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di giugno 2020 (parte prima)
2. Se non serve
3. La vera repubblica e la falsa
4. Christo
5. Tinin Mantegazza
6. Per Soumaila Sacko, due anni dopo
7. Corta ballata dei vecchi morti ammazzati
8. Opporsi al razzismo
9. Carlo Angela
10. Fortunato Caccamo
11. Jan Deddens
12. Gladys del Estal
13. Pietro Dodi
14. Costanzo Ebat
15. Giovanni XXIII
16. Vittoria Giunti
17. Nazim Hikmet
18. Franz Kafka
19. Roberto Longhi
20. Gino Meneghel
21. Mario Mineo
22. Paolino Ranieri
23. Roberto Rossellini
24. Andres Segovia
25. Carogno Mozzarecchi: Un pomeriggio al circolo bocciofilo
26. Mauro Otello Fenedisci: Un predicatore
27. Paolo Fabbri
28. Il cinema di Rossellini come contributo alla nonviolenza. Una meditazione in un anniversario
29. Adriano Alpago-Novello
30. Elisabetta Ambiveri
31. Maria Luisa Anido
32. Marcel Bataillon
33. Simone Benmussa
34. Maurice Blondel
35. Arna Bontemps
36. Alfeo Brandimarte
37. Bruno Buozzi
38. Roberto Burle Marx
39. Giancarlo De Carlo
40. Hermann Diels
41. Edmondo Di Pillo
42. Tommaso Fiore
43. Juan Goytisolo
44. Ruggero Guarini
45. Franca Helg
46. Alexandre Kojeve
47. Steve Lacy
48. Gyorgy Lukacs
49. Umberto Marzocchi
50. Celestino Ombra
51. Dario Paccino
52. Angelo Scala
53. Alfonso Stocchetti
54. Gleb Struve
55. Norina Trombini
56. Alice Voinescu
57. Le scorciatoie dello zoppo
58. In memoria delle vittime di piazza Tienanmen
59. Per Dario Paccino, a quindici anni dalla scomparsa
60. Luigi Abbiati
61. Giorgio Amendola
62. Ray Bradbury
63. Jane Briggs Hart
64. Christina Broom
65. Jerome Bruner
66. Nina Byers
67. Michele Cifarelli
68. PIerre Carniti
69. Frances Densmore
70. Ugo Forno
71. Dino Frisullo
72. Jeanne Hersch
73. Alfred Kazin
74. Henri Michel
75. Manlio Rossi-Doria
76. Elio Sgreccia
77. Andre' Trocme'
78. Ettore Troilo
79. Piero Urati
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2020 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2020.
2. SE NON SERVE
Se non serve a recare aiuto
a chi di aiuto ha bisogno
non dirla quella parola
non farla quell'azione
Se non e' parola di pace
se non e' azione che libera e salva
non dirla non compierla
In ogni detto in ogni fatto sii
l'umanita' come dovrebbe essere
la nonviolenza in cammino
La lotta delle oppresse e degli oppressi
che a tutte le violenze si ribella
per la condivisione del bene e dei beni
per salvare tutte le vite
3. LA VERA REPUBBLICA E LA FALSA
Questo 2 giugno si confronteranno due repubbliche, una vera e una falsa.
Quella vera dei martiri della Resistenza, della Costituzione antifascista, dei diritti umani di tutti gli esseri umani, di Giacomo Matteotti, dei fratelli Cervi, delle vittime di piazza Fontana, di Giorgiana Masi, di Jerry Masslo e di Soumaila Sacko.
E quella falsa sia della destra razzista e neofascista, dei nostalgici di Salo' che senza vergogna alcuna profanano la festa della repubblica democratica ed antifascista con le loro gazzarre e le loro parole d'ordine desunte dal "Volkischer Beobachter"; sia del governo mezzo-razzista che mantiene in vigore le misure hitleriane dei due "decreti sicurezza della razza", che non contrasta adeguatamente la schiavitu', che non abolisce l'apartheid nel nostro paese, che non rispetta il nitido dettato della Costituzione.
Quella falsa del governo centrale mezzo-razzista e di alcuni governi regionali razzisti che nell'emergenza dell'epidemia con la loro stoltezza, la loro irresponsabilita', la loro improntitudine e la loro protervia, hanno fatto si' che decine di migliaia di persone morissero: decine di migliaia di persone che potevano essere salvate da decisioni ragionevoli e oneste, tempestive e adeguate, che i governanti non hanno saputo o voluto adottare. Noi non dimentichiamo.
*
Il 2 giugno repubblicano, democratico, antifascista, costituzionale e' inverato dai migranti che stanno lottando contro la mafia e contro lo schiavismo, contro la segregazione e contro l'apartheid, contro il razzismo e il fascismo che torna.
Il 2 giugno repubblicano, democratico, antifascista, costituzionale e' inverato dai braccianti che in questi mesi di epidemia con il loro penoso lavoro, con la loro estrema sofferenza, con la continua esposizione delle loro stesse vite al pericolo estremo, subendo sovente condizioni di sfruttamento disumano, hanno garantito l'approvvigionamento alimentare all'intera popolazione italiana: salvando innumerevoli vite.
Sono loro, i migranti, i braccianti in lotta, la vera Repubblica italiana.
E con loro tutte le persone di volonta' buona che al razzismo, allo schiavismo, alla mafia e all'apartheid si oppongono, non con gli astratti proclami ma con la concreta azione nonviolenta, con la solidarieta' effettuale con tutte le oppresse e gli oppressi, insorgendo contro tutte le violenze per salvare tutte le vite.
La vera repubblica e' la legalita' che salva tutte le vite e tutte le violenze contrasta.
La vera repubblica e' il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
La vera repubblica e' soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
E' la repubblica per cui lottarono Mazzini, Gobetti e Gramsci, la repubblica pensata da Rosa Luxemburg, da Simone Weil e da Hannah Arendt, la repubblica in cui ogni essere umano vorrebbe vivere.
*
E quindi ripetiamo una volta ancora cio' che e' ancora necessario affermare.
Che occorre riconoscere tutti i diritti sociali, civili, politici, tutti i diritti umani, a tutte le persone che vivono in Italia.
Che occorre riconoscere il diritto d'asilo a chiunque di asilo ha bisogno, cosi' come stabilisce la Costituzione della Repubblica italiana.
Che occorre abrogare tutte le misure razziste ed incostituzionali imposte nel nostro paese da governi scellerati.
Che occorre far cessare schiavismo ed apartheid.
Che occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Che occorre riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Repubblica e' opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Repubblica e' riconoscere, rispettare e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Repubblica e' riconoscere, rispettare e difendere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, quest'unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Siamo una sola umanita', nessuno sia abbandonato all'abuso, alla sofferenza, al terrore, alla morte.
4. CHRISTO
E' deceduto Christo Yavachev
l'artista che rivelava la mercificazione del mondo.
Con gratitudine lo ricordiamo.
5. TININ MANTEGAZZA
E' deceduto Tinin Mantegazza
artista amico dei bambini.
Con gratitudine lo ricordiamo.
6. PER SOUMAILA SACKO, DUE ANNI DOPO
Due anni fa moriva assassinato
il nostro compagno Soumaila Sacko
Sono ancora al potere i razzisti
e' ancora al potere la mafia
continua in Italia la schiavitu'
continua l'apartheid
Ancora occorre insorgere nonviolentemente
per far cessare tutte le uccisioni
per salvare tutte le vite
per abolire la mafia e il razzismo
Ancora occorre insorgere nonviolentemente
per affermare la legalita' che salva le vite
la giustizia la solidarieta'
che ogni essere umano riconosce e raggiunge e rispetta e difende
che soccorre accoglie assiste ogni persona bisognosa di aiuto
che reca il dono della civile convivenza
che invera il dovere della condivisione del bene e dei beni
che afferma l'eguaglianza di diritti di tutte le persone
nel rispetto della preziosa diversita' di ognuna
Ancora occorre insorgere nonviolentemente
per contrastare tutte le violenze
perche' prevalga la misericordia
la dignita' la liberta' l'aiuto reciproco
per la felicita' di tutte e tutti
Ancora occorre insorgere nonviolentemente
per diventare finalmente una repubblica
la repubblica italiana nata dalla Resistenza
la repubblica universale dell'intera umanita'
Due anni fa moriva assassinato
il nostro compagno Soumaila Sacko
continua ancora la sua la nostra lotta
oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi
7. CORTA BALLATA DEI VECCHI MORTI AMMAZZATI
I. Da una cronaca dal cronicario
Lessi un romanzo in anni ormai lontani
e meno disumani
che descriveva come in un paese
lontano d'improvviso si compisse
con giubilo di furia e nell'ebbrezza
di vecchi un massacro
E in questi mesi ho visto governanti
frivoli e tracotanti
rimiratori del proprio ombelico
d'assenzio gonfi e stillanti d'ambra
la massima inverar secondo cui
la vita imita l'arte
II. Primavera di bellezza
La peste e' una buona occasione
stura i lavandini spiana le catapecchie
toglie di torno gli ostacoli al progresso
e' sveglia va subito al punto
fa centro al primo colpo
un giorno e' a Milano un altro
a Londra o nella Grande Mela
un altro a Bangkok a Berlino a LA
ti risolve tutti i problemi
se sai cogliere l'attimo fuggente
la peste e' tosta e ganza
come ci piace a noi
ci ha la baldanza
Un paese troppo vecchio
e' un costo che noi giovani
non lo possiamo proprio sopportare
Sono lenti i vecchi
non sanno l'inglese
come funziona il telefonino
non glielo ficchi in testa neanche a martellate
Puzzano
gli da' fastidio tutto
in loro presenza non si puo' parlare
come parliamo noi raga moderni
per scucirgli due euro ti devi sorbire
se non ti va di dargli una sbattuta
mezz'ora di sceme raccomandazioni
del tempo di Modugno e Carlomagno
del tempo di quand'erano tutti dei morti di fame
e gl'italiani parevano negri
e non avevano ancora inventato
la musica la tele le palestre
A noi ci piace la disco e la coca
la roba buona i vestiti alla moda
la vita spericolata
le vacanze i pilates
Ibiza e il superbowl
loro non sanno neppure di che parli
Cosi' ha fatto bene il governo
a cogliere l'occasione
per dare un bella sfoltita
e risparmiare un botto di pensioni
che ce li dessero a noi quei baiocchi
che lo sappiamo come divertirci
e crepino gli allocchi
III. Ballata in forma di prosopopea (del governo centrale mezzo-razzista e dei governi regionali razzisti di questo antico e nobile reame di Nusmundia)
Il governo lo sa quello che fa
siamo vestiti all'ultimo grido
siamo in televisione e in diretta facebook
ci abbiamo le mascherine tricolori
e i guardaspalle con l'auricolare
E schiatti il vecchiaccio chiuso all'ospizio
la smetta d'intralciare la marcia del progresso
Il governo non sbaglia mai
il popolo ci ha eletti
e il pubblico ha sempre ragione
e basta con le ideologie e il buonismo
e coi sindacati che hanno rovinato l'Italia
E crepi il clandestino ma prima raccolga i pomodori
se non vuole assaggiare la frusta
Il governo ama la gente
specialmente i cani e i bambini
i vecchi no che non li puo' vedere nessuno
gli immigrati no che tanto non votano
e sono pure tutti terroristi
E morammazzati tutti i poveracci
che fanno fare brutta figura al paese
Il governo e' coraggioso e nobile
cavalca un cavallo bianco di marmo
vi dice quando fare questo e quello
perche' lo stato e' etico e vi educa
e voi dovete credere e obbedire
e pedalare
E che s'impicchino tutti i sovversivi
che ci hanno la pretesa di parlare
senza avere la patente di esperto
di cui solo il governo dispone il rilascio
a chi la merita ed ha nel portafogli
la tessera del
8. OPPORSI AL RAZZISMO
Opporsi al razzismo.
Restare umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. CARLo ANGELA
Il 3 giugno 1949 moriva Carlo Angela
medico antifascista e Giusto tra le nazioni
con gratitudine lo ricordiamo
10. FORTUNATO CACCAMO
Il 3 giugno 1944 moriva assassinato dai fascisti
Fortunato Caccamo
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
11. JAN DEDDENS
Il 3 giugno 1999 moriva Jan Deddens
poliziotto olandese che nel 1943
rifiuto' di di essere complice della Shoah
e fu deportato in Lager
Giusto tra le nazioni
con gratitudine lo ricordiamo
12. GLADYS DEL ESTAL
Il 3 giugno 1979 moriva uccisa Gladys del Estal
miliante ecologista e pacifista
con gratitudine la ricordiamo
13. PIETRO DODI
Il 3 giugno 1944 moriva assassinato dai nazisti
Pietro Dodi
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
14. COSTANZO EBAT
Il 3 giugno 1944 moriva assassinato dai fascisti
Costanzo Ebat
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
15. GIOVANNI XXIII
Il 3 giugno 1963 moriva Giovanni XXIII
il papa del Concilio e della Pacem in Terris
con gratitudine lo ricordiamo
16. VITTORIA GIUNTI
Il 3 giugno 2006 moriva Vittoria Giunti
partigiana e militante del movimento operaio
con gratitudine la ricordiamo
17. NAZIM HIKMET
Il 3 giugno 1963 moriva Nazin Hikmet
poeta e militante per la liberazione dell'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo
18. FRANZ KAFKA
Il 3 giugno 1924 moriva Franz Kafka
scrittore
con gratitudine lo ricordiamo
19. ROBERTO LONGHI
Il 3 giugno 1970 moriva Roberto Longhi
illustre critico e storico dell'arte
con gratitudine lo ricordiamo
20. GINO MENEGHEL
Il 3 giugno 1979 moriva Gino Meneghel
partigiano medico e scrittore
con gratitudine lo ricordiamo
21. MARIO MINEO
Il 3 giugno 1987 moriva Mario Mineo
pensatore marxista e militante del movimento operaio
con gratitudine lo ricordiamo
22. PAOLINO RANIERI
Il 3 giugno 2010 moriva Paolino Ranieri
militante del movimento operaio e partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
23. ROBERTO ROSSELLINI
Il 3 giugno 1977 moriva Roberto Rossellini
che fu il cinema come dovrebbe essere
con gratitudine lo ricordiamo
24. ANDRES SEGOVIA
Il 3 giugno 1987 moriva Andres Segovia
musicista
con gratitudine lo ricordiamo
25. CAROGNO MOZZARECCHI: UN POMERIGGIO AL CIRCOLO BOCCIOFILO
E il pomeriggio del giorno di festa
ci ritroviamo al circolo bocciofilo
sotto la pergola e sul tavolino
pane e salame e giu' chiaretto a litri
si chiacchiera dei fatti nostri e altrui
del piu' e del meno di partite e macchine
di femmine e di modi di far soldi
ci si organizza per passar la sera
in allegria a bruciare le baracche
dei negri cosi' sanno chi comanda.
Che la mattina presto si lavora
a reclutare i negri e scarrozzarli
dove c'e' da raccogliere gli ortaggi
e tener d'occhio tutti i pelandroni
con la catena e con la carabina
che c'e' l'economia da far girare
e la nazione da tenere in alto
come compete a noi che discendiamo
da Roma che impero' sul mondo intero
e gl'insegno' che e' la civilta'.
26. MAURO OTELLO FENEDISCI: UN PREDICATORE
Tutte le cose che dici sono false
se non le provi con le tue ferite
Non si puo' chiamare alle barricate
se non ci si espone su una barricata
Non vale un soldo bucato la parola
di chi non ha avuto la carne strappata
Solo chi ha pianto di freddo di paura di vergogna
solo chi ha provato la fame che stringe le viscere e fa sragionare
solo chi si e' trovato disperato sull'alto respiro del mare o dentro un sacco
solo chi ha condiviso l'ultima briciola di pane l'ultimo sorso di fiele
solo il lacero il mendico il gemebondo il carcerato
il perseguitato che nessuno piu' vede
puo' parlare con cuore sincero merita di essere ascoltato
Nessun dottore nessun professore
nessuno che abbia un colletto
nessuno che una casa una macchina possieda
nessuno che ha in mano un oggetto
nessun portavoce nessun predicatore nessun uomo di lettere e d'ingegno
e' un nostro compagno
Tu che scrivi tu che leggi queste righe
sei un impostore
27. PAOLO FABBRI
E' deceduto Paolo Fabbri
illustre studioso di semiotica
con gratitudine lo ricordiamo
28. IL CINEMA DI ROSSELLINI COME CONTRIBUTO ALLA NONVIOLENZA. UNA MEDITAZIONE IN UN ANNIVERSARIO
Come tutta la mia generazione sono stato giovane leggendo Umberto Barbaro e Guido Aristarco, Andre' Bazin e Christian Metz, Rudolf Arnheim e Bela Balazs, quel che arrivava nella provincia italiana dei "Cahiers du cinema" e i mattoncini bianchi dei Castori, Goffredo Fofi e Fernaldo Di Giammatteo.
A quel tempo il cinema era una denuncia del male, un appello alla lotta, una testimonianza di liberazione e una promessa di felicita'. Eisenstein e Ford, Kubrick e Truffaut, e naturalmente Rossellini.
E non solo il Rossellini folgorante di "Roma citta' aperta", di "Paisa'", di "Germania anno zero" e di "Europa '51", ma anche quello "didattico" dei film televisivi, che ho sempre trovato di una stupefacente verita' e bellezza, dal "Luigi XIV" agli "Atti", dal "Pascal" all'"Agostino", dal "Socrate" al "Cartesio". Cinema militante, per la liberazione dell'umanita'.
Si puo' trovare banale Rossellini quando nelle interviste o negli scritti d'occasione fa l'esegeta del suo lavoro o l'interprete dell'attualita' o l'enunciatore dei compiti comuni, e mette in parole - parole sovente faticate e lise - le sue idee e i suoi progetti; ma quando filma si squaderna una chiarezza, una verita' che insieme ti commuove e ti convoca: a ragionare sui destini generali, ad entrare nel parlamento dell'umanita', a prendere il tuo posto nel vivo della lotta per la verita' e per l'umanita'; con quella capacita' di convocazione al colloquio corale, all'universale dialeghestai di Buber e Calogero, alla deliberazione in comune che e' chiave e cuore della lotta per l'universale liberazione, di cui una volta disse Raniero Panzieri a proposito di un pezzo teatrale di Brecht (forse "L'opera da tre soldi", forse "L'eccezione e la regola", forse il "Galileo", non ricordo piu').
Cosi' il cinema di Rossellini mi e' sempre parso un contributo saldo e cosciente alla nostra lotta, alla lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' intera da tutte le menzogne e le oppressioni. Un contributo a contrastare la violenza che e' sempre assassina, l'ignoranza che mutila e strozza, la barbarie che l'umanita' schiavizza ed annichilisce.
Trovo nell'opera rosselliniana vivida l'esortazione a quell'azione necessaria e schiudente di contrasto del male che esseri umani commettono su altri esseri umani; a quell'azione necessaria e feconda di difesa nitida e intransigente della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; quell'azione che chiamiamo civilta'; quell'azione che chiamiamo antifascismo; quell'azione che chiamiamo nonviolenza.
So bene che nella ricerca rosselliniana ci sono stati anche film falliti, vicoli ciechi, lavori realizzati forse per impegni estrinseci o motivi non intimamente sentiti, con la mano sinistra o a fini - come si usa talvolta dire - alimentari, o la cui intenzione non ha trovato poi i modi espressivi adeguati. Succede.
Ma nei film piu' sinceri e persuasi, piu' problematici e piu' rigorosi, Rossellini dispiega in ritmo e figure il valore che Hannah Arendt e Aldo Capitini hanno tematizzato nelle loro riflessioni, che la Resistenza ha testimoniato una volta per sempre, che ogni persona che soffre nell'ingiustizia del suo dolore riconosce e presagisce, che la lotta delle oppresse e degli oppressi sa essere l'orizzonte comune: il bene comune dell'umanita', la condivisione del bene e dei beni, la sobria condivisa felicita' possibile ad esseri fragili e perituri, eppure pensanti, eppure capaci di verita', di fratellanza e di sororita', di giustizia e liberta', di benevolenza e di misericordia, di gioia infinita nell'azione generosa che invera il bene altrui, il bene dell'umanita'. Come ci insegnarono Lucrezio, Erasmo, Diderot, Rosa Luxemburg, Virginia Woolf e Simone Weil (e naturalmente tante e tanti altri: ogni persona buona con il suo stesso esserci e condursi convoca ed educa al bene).
In questo 3 giugno, nella ricorrenza dell'anniversario della morte di Rossellini avvenuta a Roma nell'ormai lontano 1977, questi pensieri venne da scrivere a chi firma queste righe, che nei primi anni '70 fu proiezionista di film in un cinema di paese e che continua ad amare il cinema come un'antica e viva passione, ed ancor piu' continua ad amare il dovere morale e civile racchiuso nella massima adamantina: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te; inverale tu - per quanto le tue forze te lo consentano - la giustizia e la misericordia; sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
In questi anni di strage degli innocenti nel Mediterraneo per responsabilita' primaria dei governi europei che non hanno mai voluto realizzare un piano di salvataggio e accoglienza che tutti quegli esseri umani strappasse alla morte e liberasse dagli artigli delle mafie schiaviste; in questi mesi di sofferenza e di sdegno per la strage compiuta non solo da un virus ma soprattutto dall'insipienza, dall'irresponsabilita', dall'algida solipsistica ferocia di governanti centrali mezzo-razzisti e regionali del tutto razzisti; in questi giorni in cui in tutto il mondo ci si accorge di come il razzismo continui a mietere vittime con indicibile brutalita'; ebbene, anche la scuola di Rossellini appronta strumenti di comprensione, di consapevolezza, ed esorta alla lotta contro tutte le violenze; esorta alla lotta contro la guerra e tutte le uccisioni; esorta alla lotta contro il razzismo e tutte le persecuzioni; esorta alla lotta contro il maschilismo e tutte le oppressioni; esorta alla lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Cessi la persecuzione delle nostre sorelle e dei nostri fratelli migranti.
Cessi la schiavitu' delle nostre sorelle e dei nostri fratelli braccianti.
Siano aboliti schiavismo ed apartheid in Italia ed ovunque.
Siano abrogate le scellerate misure hitleriane imposte da un criminale governo razzista nel 2018-2019.
Si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica italiana.
Si torni al rispetto della legalita' che salva le vite.
S'inveri la democrazia riconoscendo tutti i diritti umani, e quindi e innanzitutto il diritto di voto, a tutte le persone che vivono in Italia: "Una persona, un voto" e' il fondamento dello stato di diritto, dell'ordinamento democratico, della civile convivenza, del riconoscimento di umanita'.
Si faccia cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo garantendo ad ogni persona in fuga da fame e violenze il diritto d'asilo stabilito dalla Costituzione, riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
29. ADRIANO ALPAGO-NOVELLO
Il 4 giugno 2005 moriva Adriano Alpago-Novello
storico dell'architettura e difensore delle culture e della natura
con gratitudine lo ricordiamo
30. ELISABETTA AMBIVERI
Il 4 giugno 1962 moriva Elisabetta Ambiveri
antifascista e filantropa
con gratitudine la ricordiamo
31. MARIA LUISA ANIDO
Il 4 giugno 1996 moriva Maria Luisa Anido
musicista che incantava gli angeli
con gratitudine la ricordiamo
32. MARCEL BATAILLON
Il 4 giugno 1977 moriva Marcel Bataillon
illustre storico della cultura
con gratitudine lo ricordiamo
33. SIMONE BENMUSSA
Il 4 giugno 2001 moriva Simone Benmussa
scrittrice e drammaturga
con gratitudine la ricordiamo
34. MAURICE BLONDEL
Il 4 giugno 1949 moriva Maurice Blondel
filosofo
con gratitudine lo ricordiamo
35. ARNA BONTEMPS
Il 4 giugno 1973 moriva Arna Bontemps
illustre scrittore studioso e militante antirazzista
con gratitudine lo ricordiamo
36. ALFEO BRANDIMARTE
Il 4 giugno 1944 assassinato dai nazisti
moriva Alfeo Brandimarte
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
37. BRUNO BUOZZI
Il 4 giugno 1944 assassinato dai nazisti
moriva Bruno Buozzi
militante del movimento operaio
martire antifascista
con gratitudine lo ricordiamo
38. ROBERTO BURLE MARX
Il 4 giugno 1994 moriva Roberto Burle Marx
architetto del paesaggio
con gratitudine lo ricordiamo
39. GIANCARLO DE CARLO
Il 4 giugno 2005 moriva Giancarlo De Carlo
antifascista libertario architetto urbanista
con gratitudine lo ricordiamo
40. HERMANN DIELS
Il 4 giugno 1922 moriva Hermann Diels
filologo illustre
con gratitudine lo ricordiamo
41. EDMONDO DI PILLO
Il 4 giugno 1944 assasinata dai nazisti
moriva Edmondo Di Pillo
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
42. TOMMASO FIORE
Il 4 giugno 1973 moriva Tommaso Fiore
illustre meridionalista e militante antifascista
con gratitudine lo ricordiamo
43. JUAN GOYTISOLO
Il 4 giugno 2017 moriva Juan Goytisolo
scrittore e antifascista
con gratitudine lo ricordiamo
44. RUGGERO GUARINI
Il 4 giugno 2013 moriva Ruggero Guarini
era una gioia leggere sull'"Espresso"
i suoi articoli scintillanti di stile e d'intelligenza
con gratitudine lo ricordiamo
45. FRANCA HELG
Il 4 giugno 1989 moriva Franca Helg
architetta designer docente
con gratitudine la ricordiamo
46. ALEXANDRE KOJEVE
Il 4 giugno 1968 moriva Alexandre Kojeve
filosofo e docente
con gratitudine lo ricordiamo
47. STEVE LACY
Il 4 giugno 2004 moriva Steve Lacy
musicista
con gratitudine lo ricordiamo
48. GYORGY LUKACS
Il 4 giugno 1971 moriva Gyorgy Lukacs
aspro e fecondo maestro di color che sanno
con gratitudine lo ricordiamo
49. UMBERTO MARZOCCHI
Il 4 giugno 1986 moriva Umberto Marzocchi
militante anarchico e combattente antifascista
tra i fondatori della Lega per il disarmo unilaterale
con gratitudine lo ricordiamo
50. CELESTINO OMBRA
Il 4 giugno 1984 moriva Celestino Ombra
militante del movimento operaio e partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
51. DARIO PACCINO
Il 4 giugno 2005 moriva Dario Paccino
partigiano militante del movimento operaio ecologista
con gratitudine lo ricordiamo
52. ANGELO SCALA
Il 4 giugno 1974 moriva Angelo Scala
militante del movimento operaio e partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
53. ALFONSO STOCCHETTI
Il 4 giugno 2004 moriva Alfonso Stocchetti
architetto e studioso degli "spazi per la vita degli uomini"
con gratitudine lo ricordiamo
54. GLEB STRUVE
Il 4 giugno 1985 moriva Gleb Struve
critico e storico della letteratura
con gratitudine lo ricordiamo
55. NORINA TROMBINI
Il 4 giugno 2009 moriva Norina Trombini
partigiana
con gratitudine la ricordiamo
56. ALICE VOINESCU
Il 4 giugno 1961 moriva Alice Voinescu
pensatrice e scrittrice
femminista antirazzista e antitotalitaria
duramente perseguitata
con gratitudine la ricordiamo
57. LE SCORCIATOIE DELLO ZOPPO
Cosi' come la vita, la verita' e' un diritto di tutti.
Ogni essere umano in quanto essere umano e' capace di comprendere.
Mentire e' gia' negare l'altrui umanita'.
*
Non ricordo chi abbia scritto che il modo migliore di rendere omaggio alle persone buone e' agire come loro.
Ma ricordo la massima, ed e' quel che conta.
*
Un uomo perde tutto.
E ritrova se stesso.
*
Dopo avere ascoltato tutte le storie non se ne sa piu' raccontare nessuna.
*
Ogni atto di generosita' compiuto, dopo ti sembra falso.
Ogni cosa giusta fatta, dopo ti sembra recare un'ingiustizia.
Ogni opera buona, dopo spalanca un abisso.
*
Non e' una buona risposta, quella che non reca con se' nuove, piu' ardue domande.
*
Stilistica e linguistica minima (una botola con spettri e poeti)
Quel fantasma che vide Rilke sul greto
ed ebbe un sussulto e penso'
ho visto un poeta e ora so
le astuzie proibite ed ammesse
come il passaggio segreto
dall'SVO all'OVS.
*
Giocando con le parole
non liberi le persone oppresse
58. IN MEMORIA DELLE VITTIME DI PIAZZA TIENANMEN
Nella notte fra il 3 e il 4 giugno
del 1989 a Pechino nella piazza
della porta della pace celeste
furono massacrati gli studenti
che digiunavano per la democrazia.
Siano aboliti tutti gli eserciti
siano abolite tutte le armi
nessuna persona sia mai piu' uccisa.
Nessuna persona sia mai piu' privata
della liberta'
dell'eguaglianza di diritti
della solidarieta'
della condivisione del bene e dei beni.
59. PER DARIO PACCINO, A QUINDICI ANNI DALLA SCOMPARSA
Oggi, 4 giugno 2020, sono quindici anni che Dario Paccino e' morto.
So che se fosse ancora vivo sarebbe alla guida del movimento che si batte contro la distruzione della biosfera da parte dei poteri dominanti sul pianeta.
So che se fosse ancora vivo sarebbe alla testa del movimento che si batte contro la violenza razzista e schiavista che sta letteralmente massacrando la stragrande maggioranza dell'umanita'.
So che se fosse ancora vivo sarebbe franco e acuto portavoce del movimento che si batte per salvare tutte le vite, consapevole che per salvare tutte le vite e inverare i diritti umani di tutti gli esseri umani e difendere l'intero mondo vivente e' necessario contrastare e sconfiggere la barbarie del modo di produzione dominante, dei rapporti di produzione e di proprieta' dominanti, del modello di sviluppo dominante; modello, modo e rapporti che hanno per unico fine la massimizzazione del profitto delle classi sfruttatrici e sopraffattrici, la massimizzazione del profitto di pochi che ha come contropartita la riduzione in miseria e in schiavitu' della quasi totalita' del genere umano, la desertificazione del mondo vivente, la negazione di ogni diritto e di ogni valore morale e civile; planetaria dittatura dei vampiri che annienta ad un tempo cultura e natura, l'umana socialita' e la riproduzione dell'esistenza in quest'unico mondo che conosciamo ospitare la vita, in quest'unico mondo di cui siamo insieme - l'umanita' intera, e quindi ogni essere umano - parte e custodi.
Se non ricordo male ho conosciuto Dario Paccino al tempo delle lotte antinucleari, credo che dobbiamo esserci incontrati a Montalto di Castro, non ricordo se gia' nella prima manifestazione quando ancora il cantiere della centrale neppure c'era, o negli anni successivi nel corso dei blocchi dei cancelli. Ero li' alla prima manifestazione come ero ancora li' all'ultima - quando credo avevamo gia' vinto il referendum e l'Enel non voleva darsene per intesa - avendo l'onore di essere investito dall'ultima insensata carica.
Da qualche parte, se non le ho perse nel corso di piu' traslochi, dovrei ancora avere le sue lettere.
Ho ritrovato stanotte dispersi per casa tredici suoi libri, alcuni piu' volte letti e riletti e fittamente postillati, "L'imbroglio ecologico" soprattutto.
Era stato partigiano e aveva continuato la Resistenza per tutta la sua vita.
Aveva solidarizzato con gli indiani d'America e pubblicato un libro a sostegno della loro lotta negli anni Cinquanta quando nel nostro paese non lo faceva nessuno, ben prima del libro di Dee Brown, prima ancora che nascesse l'American Indian Movement e che la nuova sinistra italiana ed europea si interessasse e collegasse a quell'esperienza (ricordo vividamente quando ci giunse la notizia dell'occupazione di Wounded Knee nel '73; ho ancora quell'utile libro edito da Savelli qualche anno dopo presentato proprio da Dario; e per anni ricevetti e avidamente lessi "Akwesasne Notes", che non so se si pubblichi piu').
Aveva fatto nascere la rivista "Natura e societa'" e successivamente aveva animato la rivista "Rossovivo", ed e' stato una delle figure di riferimento del movimento ecologista e pacifista.
Pensatore marxista insieme rigoroso e creativo, era stato uno degli interpreti piu' vivaci del movimento del '77 con la collana editoriale dei "libri del no", ed ancora negli anni '90 era stato tra gli animatori della "Biblioteca per Invendibili e Malvenduti", continuando a pubblicare libri sempre illuminanti, interpellanti, che muovevano alla riflessione e alla lotta.
Come tutte le persone di tenace concetto, e indignate per la violenza dei poteri dominanti, per la strutturale ingiustizia che condanna a tragica servitu', immane sofferenza e prematura morte la maggior parte degli esseri umani, era talvolta sommario nelle analisi e sbrigativo nei giudizi; era tagliente nelle discussioni tanto quanto era generoso, sollecito e accudente nelle amicizie e nella solidarieta' con le oppresse e gli oppressi. Del resto nella tradizione del movimento operaio e socialista fin dalla Prima Internazionale nei dibattiti non si faceva questione di galateo; ma ho sempre pensato che l'esser corrivi a un linguaggio sprezzante e brutale possa esser sembrato a spiriti offuscati un implicito consenso ed un effettuale incentivo al disprezzo degli avversari e alla brutalita' tout court, con gli esiti nefasti che il secolo breve ha messo a nudo (sono un vecchio militante del movimento operaio che ha sempre creduto che la nostra lotta avesse assoluta necessita' di quella che Capitini chiamava "l'aggiunta nonviolenta": solo la nonviolenza contrasta il totalitarismo, e la lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' per essere tale deve essere insieme non solo socialista e libertaria, non solo femminista ed ecologista, ma anche esplicitamente, specificamente nonviolenta).
Tante volte in questo quindici anni ho pensato che avrei voluto ragionare con lui non solo di cio' che di orribile accadeva, ma anche e soprattutto di come avremmo dovuto contrastarlo; tante volte ho pensato che tra i miei maestri di nonviolenza annovero anche lui, e naturalmente so che se glielo avessi detto mi avrebbe forse chiesto cosa avessi bevuto. Ma cosi' sento, ma questo penso.
E' stato un buon maestro, un ottimo compagno, un generoso inesausto combattente per la liberazione dell'umanita' da tutte le menzogne e da tutte le violenze. Con i limiti e le contraddizioni di ogni essere umano, e' ovvio, ma con una nitida intelligenza e una volonta' indomita. Con la passione antifascista del partigiano che di fronte ad ogni ingiustizia tornava a insorgere.
Quindici anni dopo lo ricordo con profonda, immutata gratitudine.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione, nella lotta per la condivisione del bene e dei beni, nella lotta per la salvezza dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
Allego in calce una minima notizia ed un ricordo che scrissi ormai tanti anni fa.
*
Allegato primo: Una minima notizia su Dario Paccino
Dario Paccino, intellettuale e militante del movimento operaio, nato ad Albenga nel 1918, ha preso parte alla Resistenza ed ha continuato per l'intera vita in uno strenuo impegno antifascista, di liberazione degli oppressi, di difesa della biosfera; studioso ed educatore, ha praticato un giornalismo e un saggismo di documentazione e di denuncia intervenendo efficacemente per smascherare le ideologie dominanti e la violenza del potere; generosamente costantemente presente nelle lotte sociali, nella riflessione teorica, nella solidarieta' concreta; e' deceduto il 4 giugno 2005.
Tra le opere di Dario Paccino: Arrivano i nostri, Edizioni Avanti!, Milano 1956; Domani il diluvio, Calderini, Bologna 1970; L'imbroglio ecologico, Einaudi, Torino 1972; L'ombra di Confucio, Einaudi, Torino 1976; Il diario di un provocatore, I libri del no, Roma 1977; La teppa all'assalto del cielo, I libri del no, Roma 1978; La trappola della scienza, La Salamandra, Milano 1979; I colonnelli verdi e la fine della storia, Pellicani, Roma 1990; La guerra chiamata pace, Pellicani, Roma 1992; Gli invendibili, Datanews, Roma 1994; Manuale di autodifesa linguistica, Arterigere - Il lavoratore oltre, Varese 1996; (con Luigi Josi e Gian Marco Martignoni), Il libero schiavo di Maastricht, Arterigere - Il lavoratore oltre, Varese 1997; (a cura di), L'ultima volta, Arterigere - Il lavoratore oltre, Varese 1997; Euro kaputt, Odradek, Roma 2000; Il padrone. L'apocalisse, Notiziario Cdp, Pistoia 2003; I senzapatria. Resistenza ieri e oggi, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 2006.
*
Allegato secondo: Un ricordo di Dario Paccino scritto nel 2006 (muovendo dalla segnalazione di un suo libro postumo)
Dario Paccino, I senzapatria. Resistenza ieri e oggi, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 2006, pp. 136, euro 13 (per richiedere il libro alla casa editrice: Biblioteca Franco Serantini, via I. Bargagna 60, 56124 Pisa, tel. e fax: 0509711432, e-mail: acquisti at bfs-edizioni.it, sito: www.bfs-edizioni.it).
In quest'opera postuma di Dario Paccino (curata dall'Assemblea spazi autogestiti di Lucca, con contributi di Giorgio Ferrari e Sirio Paccino, e una presentazione di Vauro Senesi) senti ancora la sua voce, il suo rovello, la sua energia, l'impegno suo di militante e di intellettuale. L'ho letto d'un fiato questo libro appena l'ho avuto tra le mani (grazie a Gian Marco Martignoni, compagno prezioso di tante riflessioni e di tante esperienze), e d'un fiato avrei voluto scriverne per segnalarlo alle persone amiche. Poi ho sempre rinviato, sentendo troppo inadeguate le poche righe che buttavo giu' e cancellavo, buttavo giu' e cancellavo.
Sono mesi e mesi che mi dico che vorrei scrivere un degno ricordo di Dario Paccino, e sincero un omaggio, e franca una rievocazione, un'esposizione e una disamina critica della sua azione, delle sue ricerche, delle sue riflessioni e proposte teoriche e pratiche; ma sempre rinvio, come accade di fare con le scritture che senti piu' necessarie e quindi impegnative, piu' urgenti e quindi sofferte, in cui si fondono e colluttano e fanno nodo la critica e la nostalgia, il dibattito senza reticenze e la gratitudine, il fuoco della controversia e l'amista'. E sono anni che vorrei cercar di ritrovare le sue lettere che spero di non aver perso nei successivi traslochi della mia vita.
Veniva dalla Resistenza, e per tutta la vita aveva continuato a resistere.
Fu tra i primi a farci conoscere le nuove lotte degli indiani d'America, fu netto nello smascherare quanto di totalitario vi era in esperienze postrivoluzionarie in tempi in cui erano assai celebrate da giovani allora tanto generosi quanto ingenui e ambigui e presto traviati; fu tra i primi a svolgere un discorso ecologico non ingenuo e non subalterno, fu tra coloro che sulla scienza e le tecnologie seppero dire cose vere e decisive. Nella lotta antinucleare fu un compagno prezioso e generoso; e nell'opposizione alla guerra, ai suoi strumenti, ai suoi apparati, alle logiche e ideologie sue.
I giovani di oggi ubriacati dalle ciance - che io trovo superficiali, ambigue ed infine stupide e complici - di certi sciatti e presuntuosissimi cosiddetti ed autoproclamati "guru no global", non immaginano neppure la ricchezza, la complessita' e la profondita' di analisi del marxismo critico, quel marxismo di sinistra antitotalitario che in Italia fu dei Fortini e dei Timpanaro, dei Panzieri e dei Maccacaro - e di molte e molti altri -, e che s'intrecciava con tutte le piu' feconde tradizioni di pensiero e di azione della cultura contemporanea, e con le piu' vive esperienze di lotta di liberazione (anche quelle che si opponevano ai regimi totalitari e fin genocidi che marxisti si proclamavano). E quanto ci sarebbe bisogno invece che conoscessero e riconoscessero quella tradizione di pensiero: una tradizione di pensiero che io credo pensata profondamente (nelle sue verita' e nelle sue aperture, ma anche nei suoi limiti e nei suoi errori) porti - come altre tradizioni del resto, massime il femminismo - a questa scelta e proposta e prassi che da anni chiamo nonviolenza in cammino e che per quanto mi concerne non e' altra cosa da quel comunismo in cammino di cui Fortini scrisse una volta - se non forse in quanto piu' chiara e profonda, piu' nitida e piu' intransigente nel ripudio di ogni menzogna e di ogni oppressione, nella rigorizzazione del rapporto tra teoria e prassi, tra mezzi e fini, nel riconoscimento (nel rispetto che ascolta, nella cura che accoglie e protegge ed invera, nella schiudente, dialogante sollecitudine) dell'umanita' di ogni altra persona, nel piu' nitido rivendicare e difendere la dignita' umana e gli umani diritti di tutti gli esseri umani. Nel vivo del conflitto, nel fuoco della contraddizione, nel crogiuolo di un mondo di relazioni da mutare e salvare ad un tempo.
Non era un compagno facile, Dario Paccino; ruvido nelle polemiche fino all'unilateralita' piu' accesa, quante volte leggendone gli scritti mi dicevo: ecco che l'indignazione lo porta ad espressioni non sufficientemente meditate, ecco che la rivendicazione orgogliosa delle nostre ragioni gli occlude l'accesso all'intellezione piena e al riconoscimento franco delle ragioni altrui, ed ecco che qui un suo limite - di volontarismo, di difesa a oltranza di un punto di vista, di lealta' con le persone sentite piu' vicine, di schieramento comunque con una visione del mondo (quella visione del mondo che insegna a diffidare di tutte le visioni del mondo ed a riconoscere che ogni ideologia e' sempre anche falsa coscienza: ma che pure era stata ossificata e trasmutata finanche nel suo ignobile e feroce contrario) - gli impedisce di cogliere un nodo, una complessita', la necessita' di una lettura con altri, ulteriori occhiali, con diverso sguardo. Ma sono cosi' queste nature di combattenti, che per nulla concedere a cio' che avvertono come intollerabile, talora - o sovente - neppure ascoltano cio' che invece ascoltato ed inteso andrebbe.
E talune sue posizioni ho duramente avversato laddove mi pareva fossero corrive ad errori e subalternita' inaccettabili: cosi' con i nostri maestri e compagni dobbiamo condurci, io credo: valorizzando tutto e tutto criticando, e confliggendo e contrastando senza esitare ove cattiva retorica o malintese solidarieta' recavano a posizioni non vere e non giuste.
Talvolta io stesso da Dario sono stato forse non lievemente frainteso (ma mi capita spesso, ed essendo ormai un vecchio militante dalla lunga barbaccia bianca e la zucca che va facendosi pelata non mi duole piu' granche': ne ho viste tante, sono ancora vivo); ma ho sempre saputo che nell'ora delle scelte e del bisogno, nell'ora del pericolo e della resistenza - quell'ora che arriva come ladro di notte, quell'ora che non cessa mai - Dario sarebbe stato il primo ad accorrere in aiuto, senza esitazioni. Era fatto cosi'.
Valevano davvero per lui le parole che Brecht scrisse in quella cantata in cui il soldatino rosso s'accosta al cadavere di un gia' mitizzato capo rivoluzionario e gli grida all'orecchio "arrivano gli sfruttatori!", e avendo constatato l'immobilita' della salma conclude che solo ora e' certo che sia morto, poiche' non fosse morto si sarebbe levato alla lotta, perche' "tutta la sua vita aveva lottato / contro gli sfruttatori".
60. LUIGI ABBIATI
Il 5 giugno 1944 moriva Luigi Abbiati
militante del movimento operaio partigiano
assassinato dai nazifascisti
con gratitudine lo ricordiamo
61. GIORGIO AMENDOLA
Il 5 giugno 1980 moriva Giorgio Amendola
antifascista partigiano
dirigente del Partito comunista italiano
costituente e parlamentare
con gratitudine lo ricordiamo
62. RAY BRADBURY
Il 5 giugno 2012 moriva Ray Bradbury
scrittore
con gratitudine lo ricordiamo
63. JANE BRIGGS HART
Il 5 giugno 2015 moriva Jane Briggs Hart
aviatrice e pacifista
con gratitudine la ricordiamo
64. CHRISTINA BROOM
Il 5 giugno 1939 moriva Christina Broom
fotografa
documento' la lotta delle suffragiste
con gratitudine la ricordiamo
65. JEROME BRUNER
Il 5 giugno 2016 moriva Jerome Bruner
illustre psicologo
con gratitudine lo ricordiamo
66. NINA BYERS
Il 5 giugno 2014 moriva Nina Byers
fisica docente e storica del contributo delle donne alla scienza
con gratitudine la ricordiamo
67. PIERRE CARNITI
Il 5 giugno 2018 moriva Pierre Carniti
militante del movimento operaio
con gratitudine lo ricordiamo
68. MICHELE CIFARELLI
Il 5 giugno 1998 moriva Michele Cifarelli
antifascista e ambientalista
magistrato e parlamentare
con gratitudine lo ricordiamo
69. FRANCES DENSMORE
Il 5 giugno 1957 moriva Frances Densmore
etnomusicologa e preservatrice della cultura dei nativi americani
con gratitudine la ricordiamo
70. UGo FORNO
Il 5 giugno 1944
combattendo contro i nemici dell'umanita'
moriva Ugo Forno partigiano
aveva dodici anni
con gratitudine lo ricordiamo
71. DINO FRISULLO
Il 5 giugno 2003 moriva Dino Frisullo
militante ecopacifista
per il diritto e la liberazione dei popoli
per i diritti umani di tutti gli esseri umani
con gratitudine lo ricordiamo
72. JEANNE HERSCH
Il 5 giugno 2000 moriva Jeanne Hersch
filosofa e sostenitrice dei diritti umani
con gratitudine la ricordiamo
73. ALFRED KAZIN
Il 5 giugno 1998 moriva Alfred Kazin
illustre critico e saggista
con gratitudine lo ricordiamo
74. HENRI MICHEL
Il 5 giugno 1986 moriva Henri Michel
resistente e storico
con gratitudine lo ricordiamo
75. MANLIO ROSSI-DORIA
Il 5 giugno 1988 moriva Manlio Rossi-Doria
antifascista e meridionalista
con gratitudine lo ricordiamo
76. ELIO SGRECCIA
Il 5 giugno 2019 moriva Elio Sgreccia
illustre studioso di bioetica
con gratitudine lo ricordiamo
77. ANDRE' TROCME'
Il 5 giugno 1971 moriva Andre' Trocme'
pastore
Giusto tra le nazioni
amico della nonviolenza
con gratitudine lo ricordiamo
78. ETTORE TROILO
Il 5 giugno 1974 moriva Ettore Troilo
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
79. PIERO URATI
Il 5 giugno 2011 moriva Piero Urati
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 393 del 6 luglio 2020
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