[Nonviolenza] Telegrammi. 3774



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3774 del 18 giugno 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Luigi Spagnol
2. Una cosa da fare subito: ridurre drasticamente il trasporto aereo
3. "Le vite di tutti gli esseri umani hanno valore. Salvare le vite e' il primo dovere". Un appello con preghiera di diffusione
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. LUTTI. LUIGI SPAGNOL

E' deceduto Luigi Spagnol, editore.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. L'ORA. UNA COSA DA FARE SUBITO: RIDURRE DRASTICAMENTE IL TRASPORTO AEREO

Mentre la catastrofe e' gia' in corso, occorre che l'umanita' decida di fare subito tutto cio' che e' necessario per salvare le vite umane e la biosfera.
Ridurre drasticamente il trasporto aereo e' una delle cose da fare subito.
Il trasporto aereo andrebbe riservato solo ai servizi di pubblica utilita' di comprovata e assoluta necessita', solo alle attivita' il cui scopo immediato e' salvare le vite umane in pericolo e difendere e promuovere il bene comune dell'umanita'.
Che ogni persona sollecita del bene comune rinunci ad usare gli aerei.
Che le istituzioni cessino di sperperare cospicue risorse del pubblico erario per favoreggiare lo sciagurato abuso del trasporto aereo.
Che si legiferi la necessaria e urgente drastica riduzione del trasporto aereo.
E' l'ora della responsabilita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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In calce a questa breve considerazione mi permetto di riproporre un testo di alcuni anni fa, spero non disutile.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 17 giugno 2020
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Per ricondurre il trasporto aereo a servizio di pubblica utilita'. Una lettera (e quattro postille) del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Il nocciolo della questione
Il trasporto aereo non e' una questione tecnica che riguarda i tecnici.
E' una questione politica che riguarda l'umanita'.
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Un'evidente verita'
Occorre impegnarsi per l'immediata drastica riduzione del trasporto aereo non solo per le ovvie ragioni scientifiche, che confermano ad abundantiam l'evidente verita' che il trasporto aereo nuoce gravemente all'ambiente, alla salute delle persone e alla sicurezza delle comunita', ma anche per le seguenti ulteriori ragioni.
Cosi' come attualmente e' gestito il trasporto aereo e' incompatibile con la dignita' umana e con la democrazia. Se tutti gli esseri umani fruissero del trasporto aereo nei modi e nella misura delle classi dominanti e dei paesi ricchi il cielo sarebbe oscurato, l'atmosfera irrespirabile. Hic et nunc il trasporto aereo e' costitutivamente legato alla societa' della diseguaglianza in cui il privilegio dei pochi e' pagato dalla sofferenza dei molti.
Gli esseri umani, come ogni altra forma di vita, come la biosfera nel suo insieme, hanno dei limiti determinati dal loro statuto biologico. L'ideologia dell'onnipotenza e' una droga potente che come tutte le droghe altera la percezione della realta' e finisce col distruggere chi ne abusa. Cosi' come e' necessario e urgente rispettare i limiti della biosfera, e' parimenti necessario e urgente rispettare i limiti fisici e psichici delle persone, e quindi recedere da consumi e stili di vita insostenibili e distruttivi. Il mero fatto che delle cose siano disponibili, non implica che si debba necessariamente farne uso.
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Volare fa male alla salute. Sette tesi
1. Volare fa male alla salute
E innanzitutto alla salute di chi non vola.
Fa male alla salute dell'intera umanita' che subisce gli effetti del surriscaldamento del clima - la principale emergenza globale odierna - cui il trasporto aereo contribuisce in misura rilevantissima.
Fa male alla salute delle popolazioni che vivono nei pressi degli aeroporti che subiscono il pesantissimo inquinamento atmosferico e il non meno pesante inquinamento acustico.
Fa male alla salute dei cittadini dei Paesi come l'Italia (e come molti altri) che vedono lo Stato regalare immensi capitali alle compagnie aeree (sia elargendo giganteschi contributi diretti, sia concedendo scandalose ed incredibili esenzioni ed agevolazioni fiscali); lo stesso Stato che taglia spietatamente i servizi pubblici e il diritto alla salute e all'assistenza.
E fa male alla salute di chi vola, visto che e' una modalita' di trasporto non coerente con la stessa costituzione psicofisica ed esistenzial-culturale dell'essere umano.
Infine fa male anche alla salute degli altri animali: che anch'essi sono esseri viventi e provano sofferenza. Ma come volete che si preoccupino degli altri animali quei potenti rapinatori che non si preoccupano neppure delle sofferenze che - per arricchirsi e sperperare, per  appropriarsi privatamente ed egoisticamente consumare cio' che e' di tutti, a tutti rubandolo - infliggono tanti e tali danni agli altri esseri umani?
2. Volare fa male all'ambiente
Il trasporto aereo danneggia enormemente l'ecosistema planetario nella sua globalita'.
Danneggia enormemente gli ecosistemi locali.
Impedisce la realizzazione di modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo autocentrati, con tecnologie appropriate, ecologicamente sostenibili, economicamente adeguati ai bisogni e alle culture delle popolazioni, e democraticamente controllabili.
3. Volare e' antieconomico
Perche' e' estremamente energivoro, mentre l'umanita' ha bisogno di un'economia della sobrieta' e della condivisione che consideri il dato di fatto dei limiti della biosfera e della scarsita' delle risorse.
Perche' e' il modo di trasporto piu' costoso: non ve ne e' una adeguata percezione pubblica perche' i costi vengono esternalizzati: gli Stati sovvenzionano le compagnie aeree con fiumi di denaro ed agevolazioni; i costi ambientali e sociali vengono pagati dalle popolazioni; i lavoratori sono spesso precari e quindi costantemente sotto minaccia. La maggior parte della popolazione e' tenuta del tutto all'oscuro del fatto che ingenti risorse pubbliche che vengono sottratte ai diritti e al benessere delle persone, vengono sperperate a profitto delle compagnie aeree e dei prominenti che ruotano intorno al grande affare.
Perche' danneggia le economie locali, imponendo nocivita', costi, relazioni sociali insostenibili.
4. Volare e' pericoloso
Il trasporto aereo e' pericoloso per il pianeta.
Il trasporto aereo e' pericoloso per l'ambiente naturale e per i beni storici e culturali.
Il trasporto aereo e' pericoloso per le persone: danni certi alla salute, estrema pericolosita' degli incidenti, degrado della qualita' della vita.
Il trasporto aereo e' pericoloso per le liberta' civili: specialmente dopo la tragedia dell'11 settembre 2001 esso implica un enorme incremento dei controlli e quindi una crescente militarizzazione degli impianti, sui territori, nei confronti delle comunita' locali e della vita quotidiana delle persone.
5. Volare e' alienante
Volare fa male alla percezione di se' e del mondo.
Aeroporti ed aerei sono cio' che l'antropologia contemporanea chiama "nonluoghi": in cui  decisive esperienze umane, sia percettive che conoscitive nel senso piu' ampio e profondo, vengono inibite e represse; in cui vige e viene imposto un modello di presenza al mondo, di essere nel mondo (l'in-der-welt-sein di heideggeriana memoria) tendenzialmente dereistico, pesantemente deresponsabilizzante, fortemente eterodiretto.
Quell'esperienza decisiva della cultura umana che e' il viaggio, come iniziazione e scoperta, come ricerca di se' e dialogo con l'altro da se', qui si annienta nel vuoto di ambienti tutti uguali in una logica che si modella su schemi di condotta coatti e tendenzialmente totalitari.
6. Finanziare il trasporto aereo significa togliere risorse dove sono necessarie
Il trasporto aereo toglie risorse alla mobilita' sostenibile.
Il trasporto aereo toglie risorse al turismo responsabile.
Il trasporto aereo toglie risorse ai servizi pubblici a beneficio delle persone bisognose.
Il trasporto aereo toglie risorse a politiche di giustizia e di solidarieta'.
Il trasporto aereo toglie risorse alle possibilita' di un'occupazione sicura e dignitosa.
7. Della virtu' del limite
Il volo lasciamolo agli uccelli.
Il cielo lasciamolo alle stelle.
Cessiamo di volere tutto e tutto distruggere.
E' l'unica Terra che abbiamo.
Vi e' una sola umanita'.
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Contro il mito della velocita', la scelta della lentezza
La velocita' e' l'arma e la bandiera dei poteri economici globalizzati (e dei loro spietati apparati burocratici, politici, ideologici, militari) che stanno irreversibilmente devastando la biosfera, schiavizzando gran parte dell'umanita' e provocando la catastrofe della civilta'.
Solo opponendosi alla velocita' (alla sua ideologia e alla sua tecnologia; alla sua prassi e alla sua idolatria; al suo sistema di potere e alla sua scala di valori), si puo' difendere l'umanita' e la biosfera.
Poiche' costitutivi della vita e della civilta' umana sono il limite, la lentezza, il consistere, il ricordare, il tramandare, il prendersi cura, la fedelta'.
Solo fermandosi si conosce, solo restando si ama.
La corsa e' sempre la corsa verso la morte.
Chi vuole lottare per la liberazione dell'umanita', per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per preservare la biosfera, deve necessariamente fare la scelta nonviolenta della virtu' della lentezza.
Devi fermarti ad ascoltare. Devi rallentare il passo. Devi attendere e non forzare i movimenti. Lunga e' l'attesa e quell'attesa e' la vita che scorre. Se sai fermarti ascolti. Se sai ascoltare ti fermi. Li', in quel silenzio e in quel guatarsi, in quell'immobilita' che trema e palpita, li' si da' umano un incontro ancora, e li' il mondo, il mobile mondo delle cose fluttuanti, si manifesta in un'epifania struggente e luminosa.
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Quid agendum
Una politica del trasporto aereo ragionevole e democratica dovrebbe:
a) proibire l'uso degli aeromobili (cosi' come di ogni altro strumento) per uccidere;
b) proibire l'uso del trasporto aereo a fini di divertimento;
c) limitare l'uso del trasporto aereo di merci e persone secondo criteri di effettiva necessita', pubblica utilita' e non sostituibilita';
d) consentire il trasporto aereo per fini di pubblica utilita', ed in particolare per soccorrere popolazioni e persone in pericolo, salvare vite umane, impedire o contrastare catastrofi, difendere la natura, i beni culturali, le infrastrutture civili.
Valgono per il trasporto aereo gli stessi criteri che valgono per ogni umana attivita'. Anche l'ambito del trasporto aereo e' sussunto ai valori morali, ai civili principi e alle norme giuridiche della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Costituzione della Repubblica italiana.
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Postilla prima: Occorre studiare
Non si conduce un'azione efficace in difesa del bene comune se non si studia. Non solo del cuore ma anche dell'intelligenza delle persone abbiamo bisogno. Tutti gli esseri umani hanno la capacita' di capire: sia questo il loro primo impegno. E quindi studiare devono tutti: finche' si delega la conoscenza agli specialisti l'umanita' e sconfitta.
Ma quando diciamo a chi vuole impegnarsi per ricondurre il trasporto aereo a servizio di pubblica utilita' che deve innanzitutto studiare non intendiamo solo e tanto le leggi, i testi tecnici ed amministrativi, i lavori scientifici, la manualistica; intendiamo anche e innanzitutto le letture formative, intendiamo i classici, i libri nutrienti come il pane, i libri che ti aiutano a pensare i tuoi stessi pensieri.
Ci sono alcuni libri che occorre aver letto; se non si riesce a farlo personalmente, ebbene, allora il comitato, il movimento, l'associazione, l'istituzione, il gruppo di persone amiche impegnato nell'iniziativa per il bene comune promuova degli incontri di lettura e riflessione con persone che quei temi e quei testi possano illustrare in dialogo con tutte le persone partecipi; poi viene piu' facilmente il desiderio di leggere personalmente quei libri.
Diciamone ventiquattro soltanto:
- Guenther Anders, L'uomo e' antiquato;
- Hannah Arendt, Vita activa;
- Gregory Bateson, Verso un'ecologia della mente;
- Lester Brown, Il ventinovesimo giorno;
- Barry Commoner, Chiudere il cerchio;
- Laura Conti, Che cos'e' l'ecologia;
- Francesco Gesualdi, Guida al consumo critico;
- Carol Gilligan, Con voce di donna;
- Jean Giono, L'uomo che piantava gli alberi;
- Bianca Guidetti Serra, Bianca la rossa;
- Ivan Illich, La convivalita';
- Hans Jonas, Il principio responsabilita';
- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene;
- Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia;
- Dario Paccino, L'imbroglio ecologico;
- Giuliano Pontara, Etica e generazioni future;
- Carla Ravaioli, Il pianeta degli economisti;
- Adrienne Rich, Nato di donna;
- Stefano Rodota', La vita e le regole;
- Vandana Shiva, Il bene comune della Terra;
- Enzo Tiezzi, Tempi storici, tempi biologici;
- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte;
- Simone Weil, Quaderni;
- Virginia Woolf, Le tre ghinee.
Per chi non ha mai letto un libro (nessuna vergogna, non ha mai letto un libro per intero la meta' degli studenti delle ultime classi delle scuole superiori) segnaliamo un testo che puo' suggerire molte altre utili letture: Umberto Galimberti, Psiche e techne.
Per chi volesse ragionarci sopra c'e' un breve scritto di Italo Calvino, "Perche' leggere i classici", nel volume dello stesso autore dalla stesso titolo.
Chi scrive queste righe ha proposto in altre circostanze dei percorsi di lettura che potrebbero tornare utili. Sono disponibili anche nella rete telematica, e s'intitolano "Venti letture per una cultura della pace" e "Cento letture per un accostamento alla pace".
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Postilla seconda: Alcune questioni di metodo
Non si difende il bene comune con atteggiamenti arroganti: occorre saper ascoltare le persone, saper comunicare onestamente, e saper cooperare.
Un movimento di lotta per il bene comune deve saper informare, coscientizzare ed unire le persone e realizzare un rapporto adeguato tra movimento ed istituzioni.
Deve saper ascoltare chi la pensa diversamente; deve rispettare i suoi oppositori, prendere sul serio le loro argomentazioni e discuterle correttamente.
Deve saper prendere le sue decisioni col metodo del consenso, facendo solo quello su cui vi e' il convinto accordo di tutte le persone partecipanti; il metodo del consenso e' una tecnica deliberativa nonviolenta sperimentata in molte lotte, a nostro parere la sua efficacia e' immensa.
Deve saper lavorare possibilmente per gruppi di affinita' (per evitare le dinamiche autoritarie e di delega, che possono alimentare sentimenti e atteggiamenti di sfiducia, di sospetto, di delusione, letali per un movimento di lotta che deve avere il "passo da montagna" di un impegno di lungo periodo); la modalita' nonviolenta dei gruppi di affinita' e' una metodologia organizzativa e una tecnica operativa nonviolenta sperimentata in molte lotte, a nostro parere di straordinaria efficacia.
Deve porsi alla scuola del femminismo, che e' il movimento di solidarieta' e di liberazione, l'esperienza storica nonviolenta, che piu' e meglio ha saputo rendere coerenti mezzi e fini ed agire nel vivo del conflitto una pratica di cura, di accoglienza, di riconoscimento che comprende, educa e umanizza.
Per chi volesse approfondire i temi del comunicare una lettura fondamentale e' il libro di AA. VV., Pragmatica della comunicazione umana.
Nella rete telematica sono disponibili vari materiali sulla comunicazione che abbiamo elaborato e utilizzato in occasione di incontri di formazione dei partecipanti a campagne nonviolente per il bene comune: segnaliamo in particolare le seguenti schede: "Come si parla in pubblico senza farsi del male", "Come scrivere un comunicato-stampa che abbia qualche possibilita' di essere letto", "Una questione di democrazia, ovvero di giustizia e liberta'".
Per chi volesse saperne di piu' sulle tecniche deliberative ed operative nonviolente assai utili sono Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza; Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza; Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta; e naturalmente Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza; l'ottima introduzione di Giuliano Pontara alla classica antologia gandhiana da lui curata che abbiamo appena citato e' stata successivamente ripubblicata ampliata in Giuliano Pontara, L'antibarbarie. Nella rete telematica e' disponibile il manuale a cura di Maria G. Di Rienzo, "Manuale per l'azione diretta nonviolenta"; ed anche - a cura di chi scrive queste righe - alcuni brevi testi di sintesi: "Contro la guerra la nonviolenza", e "Da Orte una proposta nonviolenta. Quasi un minimo vademecum". Sempre nella rete telematica sono disponibili ampi estratti dall'opuscolo "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui  boccare i decolli dei bombardieri".
Quando occorre lottare in difesa del bene comune, due condizioni sono infatti preliminari: la scelta di cercare e rispettare la verita', e quindi la consapevolezza di essere fallibili; e la scelta della nonviolenza, e quindi la consapevolezza che chi usa la violenza non difende il bene comune.
Occorre saper valorizzare le buone leggi: in primis le leggi per la tutela della salute; le leggi per la tutela dell'ambiente; le leggi sui diritti sociali e la partecipazione democratica; le leggi sull'accesso e sulla partecipazione al - e sulla trasparenza del - procedimento amministrativo.
Occorre saper interloquire con le istituzioni: con i Sindaci e i Comuni, con le Regioni, con le Asl, con le Agenzie regionali di protezione dell'ambiente, con il Parlamento e i Ministeri.
Occorre saper rivolgersi, nelle forme adeguate e quando ve ne siano le condizioni e la necessita', alla magistratura (amministrativa, civile e penale).
Occorre saper costruire alleanze e sostegni: la popolazione locale, ma anche l'opinione pubblica a livello nazionale ed internazionale, coinvolgendo autorita' morali, intellettuali ed artisti, scienziati ed esperti, rappresentanti istituzionali, movimenti affini ed altre esperienze analoghe, sindacati dei lavoratori, partiti democratici, associazioni.
Occorre sapere che non fare una cosa dannosa e' gia' una cosa buona; rispetto a un male gia' il semplice non commetterlo - ovvero impedirlo - e' un bene; e nelle situazioni incerte tener conto del principio di precauzione.
Nelle mobilitazioni per il bene comune vincono la lealta' e la tenacia: non ci sono scorciatoie, i trucchi non funzionano, chi ha fretta di vedere i risultati o s'illude che si diano decisioni definitive perde sempre.
Nelle lotte nonviolente per il bene comune non vale mai il rozzo e pericolosissimo criterio "chi non e' con noi, e' contro di noi"; vale invece il criterio "chi non e' contro di noi, e' o puo' essere con noi", ed anche "chi e' oggi contro di noi, puo' essere con noi domani": la chiave della lotta nonviolenta e' la capacita' di comunicare, di rispettare sempre l'altrui umanita', di includere tutte le persone nella valutazione morale del bene da perseguire. La nonviolenza e' insieme conflitto e cooperazione, coerenza tra i mezzi e i fini, condivisione e umanizzazione. Una lotta per il bene comune o e' nonviolenta o non e'.
Occorre saper tenere insieme la concretezza della situazione locale con le sue peculiarita' e la dimensione globale dei problemi. Non dimenticare che la logica egoistica e' sempre perdente; e non dimenticare che il bene realizzato in un luogo si riverbera su tutti gli altri luoghi.
Occorre sapere che tutto si tiene: nessuna lotta per il bene comune e' inutile, l'azione buona che fai tu qui ed ora sostiene tutte le altre azioni buone che degli esseri umani stanno facendo in ogni parte del mondo. Etica della convinzione ed etica della responsabilita' si compongono nella pratica concreta.
Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
Segnaliamo infine che nella rete telematica e' disponibile un brevissimo testo di Vandana Shiva, "Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena", che puo' essere un utile avvio alla riflessione che qui ci interessa.
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Postilla terza: Per una mobilita' - e una societa' - equa, solidale, sostenibile. Alcune letture utili
Ovviamente la questione del trasporto aereo e' anche parte della piu' generale questione del trasporto e della mobilita', cosi' come della pianificazione territoriale, cosi' come del nesso ecologia-economia-diritti sociali, cosi' come del rapporto tra scienza, tecnologia e democrazia. Sara' quindi opportuno conoscere anche alcune riflessioni su queste piu' complessive tematiche. La letteratura e' ovviamente sterminata; qui ci limitiamo a segnalare venticinque testi.
- AA. VV., L'ape e l'architetto;
- Ernesto Balducci, La terra del tramonto;
- Lelio Basso, Socialismo e rivoluzione;
- Zygmunt Bauman, Modernita' liquida;
- Simone de Beauvoir, Il secondo sesso;
- Murray Bookchin, L'ecologia della liberta';
- Marcello Cini, Un paradiso perduto;
- Alessandro Dal Lago, Non-persone;
- Guy Debord, La societa' dello spettacolo;
- Danilo Dolci, Esperienze e riflessioni;
- Ivan Illich, Elogio della bicicletta;
- Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Appuntamenti di fine secolo;
- Luce Irigaray, Speculum;
- Robert Jungk, Gli apprendisti stregoni;
- Serge Latouche, La megamacchina;
- Alexander Langer, Il viaggiatore leggero;
- Giulio A. Maccacaro, Per una medicina da rinnovare;
- Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers, I nuovi limiti dello sviluppo;
- Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo;
- Jose' Ramos Regidor, Natura e giustizia;
- Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione;
- Francesco Tonucci, La citta' dei bambini;
- Guido Viale, Vita e morte dell'automobile;
- Colin Ward, Dopo l'automobile;
- Wuppertal Institut, Futuro sostenibile.
Ma fondamentale per chi vuole impegnarsi per ricondurre il trasporto aereo a servizio di pubblica utilita' sono anche la riflessione contro la guerra, quella contro il razzismo, quella contro il maschilismo.
Un'utile antologia per un avvio alla conoscenza del pensiero pacifista e' quella a cura di Ernesto Balducci e Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia.
Per un'introduzione allo studio del razzismo (e all'impegno antirazzista) cfr. almeno Albert Memmi, Il razzismo; Renate Siebert, Il razzismo; Pierre-Andre' Taguieff, Il razzismo; Michel Wieviorka, Il razzismo. Ma e' indispensabile aver letto Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo; Elias Canetti, Massa e potere; Primo Levi, I sommersi e i salvati.
Un'utile antologia per un avvio alla conoscenza del pensiero femminista e' quella a cura di Adriana Cavarero e Franco Restaino, Le filosofie femministe. Ma cfr. almeno anche Pieranna Garavaso e Nicla Vassallo, Filosofia delle donne; Wanda Tommasi, I filosofi e le donne; Chiara Zamboni, La filosofia donna. E specificamente su femminismo e nonviolenza: Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo, Donne disarmanti; Giovanna Providenti, La nonviolenza delle donne. Pressoche' tutti i libri di Vandana Shiva (l'illustre scienziata indiana ecologista, femminista, pacifista, anticolonialista e antirazzista) sono di grande utilita'. Sulla decisivita' dell'impegno contro il maschilismo affinche' qualsiasi altra lotta per il bene comune possa vincere (la violenza maschile essendo infatti la prima radice e il primo paradigma di tutte le altre violenza), cfr. nella rete telematica i materiali recentemente riproposti negli "Archivi della nonviolenza in cammino" n. 275. Sempre nella rete telematica due utilissimi siti sono quello della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) e quello della Libera universita' delle donne (www.universitadelledonne.it).
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Postilla quarta. Alcune esperienze specifiche
Molte sono le iniziative in corso per ricondurre il trasporto aereo a servizio di pubblica utilita'; quasi in ogni citta' in cui e' collocato un sedime aeroportuale e nel relativo circondario esistono comitati che s'impegnano per la riduzione del trasporto aereo e dei danni da esso provocati; ed e' crescente il numero delle associazioni che si occupano di salute, di ambiente, di giustizia sociale, di pace e diritti umani, che si stanno impegnando in questo ambito.
Un documento significativo e' quello che fu approvato all'unanimita' dal Congresso del Movimento Nonviolento nel 2007; lo riportiamo integralmente.
"Mozione per la riduzione del trasporto aereo approvata all'unanimita' dal congresso nazionale del Movimento Nonviolento tenutosi a Verona dal primo al 3 novembre 2007
Il Congresso del Movimento Nonviolento
- impegnato nella difesa della biosfera fortemente minacciata dal surriscaldamento del clima;
- consapevole del pesante contributo che al surriscaldamento del clima da' il trasporto aereo;
- cosciente altresi' che il trasporto aereo costituisce una forma di mobilita' altamente inquinante e devastante per l'ambiente e dannosa per la salute e il benessere delle persone, fortemente energivora, interna ad un modello di sviluppo ecologicamente insostenibile, assai costosa per l'intera collettivita' locale e l'intera umanita' vivente che in larghissima parte neppure ne fruisce;
esprime sostegno ai movimenti che si impegnano per la drastica riduzione del trasporto aereo;
ed in tal ambito sostiene i movimenti e le iniziative che con la scelta della nonviolenza e la forza della democrazia, in difesa della legalita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani:
a) si oppongono alla realizzazione di nuovi aeroporti (e all'ampliamento degli aeroporti esistenti) laddove non ve ne sia una vera necessita' ma essi siano realizzati per promuovere forme di turismo "mordi e fuggi" legate a una fruizione consumista, alienata, usurante e mercificata dei beni ambientali e culturali, e ad un'esperienza del viaggiare che non sia arricchimento di conoscenza ma asservimento agli imperativi delle agenzie della narcosi pubblicitaria;
b) si impegnano per la riduzione drastica ed immediata del carico di voli dei sedimi aeroportuali collocati a ridosso di centri abitati gia' pesantemente gravati e fin soffocati dall'attivita' aeroportuale;
c) chiedono la cessazione dello sperpero di pubblico denaro per finanziare le compagnie aeree;
d) chiedono che cessino le agevolazioni e le esenzioni fiscali alle compagnie aeree;
e) si oppongono alle condotte gravemente antisindacali e violatrici dei diritti dei lavoratori messe in atto da eminenti compagnie aeree;
f) difendono il diritto alla salute, i beni culturali e ambientali, gli ecosistemi locali e l'ecosistema planetario, i diritti dell'umanita' presente e delle generazioni future, minacciati dal dissennato incremento del trasporto aereo;
g) si impegnano per il rigoroso rispetto della legislazione in materia di difesa dell'ambiente, della salute, dei beni comuni;
h) chiedono che tutte le strutture aeroportuali realizzate e realizzande siano sottoposte senza eccezioni alla dirimente verifica della compatibilita' con quanto disposto dalla vigente legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale (Via) e di Valutazione ambientale strategica (Vas);
i) si oppongono alle attivita' militari che violano l'art. 11 della Costituzione e ad ogni ampliamento delle basi aeronautiche militari, e particolarmente alla presenza e all'ampliamento di basi aeronautiche militari di stati stranieri e di coalizioni intese a, o impegnate in, attivita' belliche che la Costituzione ripudia;
l) promuovono forme di mobilita' sostenibile, modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie appropriate, scelte economiche ecocompatibili, eque e solidali;
m) promuovono una cultura della mobilita' e del viaggio sostenibile, conviviale, solidale, aperta all'incontro e all'ascolto reciproco, rispettosa delle persone e dell'ambiente;
n) si impegnano per la riduzione del surriscaldamento climatico e per la difesa della biosfera".
Segnaliamo anche che da anni e' attiva una campagna europea che ha promosso varie rilevanti iniziative.
In occasione della "Prima giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo" promossa dall'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde Italia a Firenze il 29 ottobre 2016 si e' costituito un coordinamento dei comitati italiani.
Recentemente le riviste "Terra nuova" e "L'ecologist" hanno promosso una nuova campagna, denominata "Gas in the air", per la riduzione del trasporto aereo.
Ovviamente non tutte le iniziative e non tutte le campagne sono adeguate. Se ci e' concesso dirlo, l'esperienza a nostro avviso piu' rilevante resta quella del movimento che a Viterbo con una lotta di anni riusci' ad impedire la realizzazione di un illecito ed insensato mega-aeroporto per voli low cost nella preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria. Tutti i materiali di quell'esperienza sono stati pubblicati via via nel notiziario telematico "La nonviolenza e' in cammino" (che realizzo' e diffuse anche un supplemento specificamente dedicato all'iniziativa con la testata "Coi piedi per terra", supplemento di cui sono stati pubblicati finora 829 numeri) e sono quindi reperibili nella rete telematica.
Ad Alfio Pannega, che fu tra i protagonisti di quella lotta, e che ci ha lasciato nel 2010, sono dedicate queste righe.

3. REPETITA IUVANT. "LE VITE DI TUTTI GLI ESSERI UMANI HANNO VALORE. SALVARE LE VITE E' IL PRIMO DOVERE". UN APPELLO CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE

L'uccisione di George Floyd e le altre analoghe che in questi giorni stanno suscitando una vasta commozione e una profonda presa di coscienza in tutto il mondo evidenziano quanto ancora la violenza razzista, e la violenza tout  court, sia presente anche negli organi istituzionali il cui fine dovrebbe essere la protezione della vita e dei diritti delle persone.
Non basta che gli assassini siano processati e condannati, occorre un cambiamento reale della cultura e delle prassi di quegli organi istituzionali, affinche' tutti gli appartenenti ad essi rispettino le leggi e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Occorre che tutte le persone appartenenti alle forze dell'ordine in tutti i paesi del mondo siano formate alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Chiunque abbia studiato seriamente le dinamiche conflittuali, i meccanismi dell'escalation della violenza, cosi' come la storia delle grandi lotte dell'umanita' contro i poteri criminali, sa che le risorse della nonviolenza costituiscono la strumentazione cognitiva, interpretativa, deliberativa ed operativa piu' efficace, e l'unica realmente adeguata, per contrastare la violenza e il crimine, per sconfiggere le ideologie e le prassi che conculcano i diritti, negano la dignita' e giungono fino a strappare la vita agli esseri umani.
Da quando Gandhi diede inizio alla teoria e alla prassi della nonviolenza pienamente consapevole e rigorosamente argomentata ed articolata (naturalmente evidenziando come essa fosse "antica come le montagne", ovvero come tutte le grandi tradizioni di pensiero e azione liberatrici e solidali dell'umanita' ne recassero in misura piu' o meno ampia ed esplicita elementi fondamentali), le esperienze storiche e l'elaborazione scientifica della nonviolenza si sono accresciute ed approfondite, si sono estese e sono progredite a tal punto che ormai ogni studioso (e vorremmo dire anche: ogni persona) che ad esse si sia accostato riconosce esplicitamente che la nonviolenza e' lo strumento migliore di cui l'umanita' disponga per opporsi alla violenza omicida, per opporsi alla barbarie onnidistruttiva.
Proprio perche' le forze dell'ordine per la loro specifica funzione operano sovente in contesti critici e conflittuali, in situazioni di pericolo e di violenza, occorre che tutti gli appartenenti ad esse siano adeguatamente formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' essa puo' essere loro di grande aiuto nel compito di proteggere e salvare le vite proprie ed altrui.
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Da vent'anni in Italia in merito non solo e' stato avviata una riflessione e promosso un dibattito che ha dato luogo a ricerche, convegni e pubblicazioni; non solo sono state svolte piu' esperienze locali di formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; ma sono state prodotte anche varie proposte di legge a piu' riprese presentate da decine di parlamentari di diversi schieramenti politici: ma queste proposte di legge purtroppo ancora non sono mai state discusse nelle competenti commissioni parlamentari e non sono quindi mai giunte nelle aule legislative.
L'Italia puo' dare un contributo di civilta' e indicare una via al mondo intero legiferando l'istituzione della formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
E' tempo di farlo: poiche' le vite di tutti gli esseri umani hanno valore; perche' salvare le vite e' il primo dovere.
Chiediamo a tutti i destinatari di questo nostro appello di diffonderlo ulteriormente e di premere nonviolentemente sul parlamento italiano affinche' si giunga finalmente a una legge che istituisca la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
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Alleghiamo in calce due comunicati del 2016 e del 2001.
Segnaliamo che un'ampia documentazione in merito puo' essere richiesta al nostro indirizzo e-mail: centropacevt at gmail.com
Abbiamo bisogno del vostro aiuto, vi preghiamo di diffondere questo testo.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Le vite di tutti gli esseri umani hanno valore.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 giugno 2020
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it
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Allegato primo: un appello ai parlamentari per la discussione in Commissione dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine (2016)
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
come gia' saprete, dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe.
Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.
Ricorderete anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.
Vi segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.
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Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.
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Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
con questa lettera vorremmo sollecitare il vostro personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.
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Restando a disposizione per ogni opportuno chiarimento ed approfondimento, e per ogni esigenza di documentazione, vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 28 aprile 2016
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Allegato secondo: una conferenza stampa del 6 dicembre 2001 al Senato della Repubblica
Si e' svolta oggi la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza.
Si e' svolta oggi, giovedi' 6 dicembre 2001, presso la Sala Rossa del Senato della Repubblica a Roma, la conferenza stampa di presentazione pubblica della proposta di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento delle forze di polizia" che ha come primo firmatario il senatore Achille Occhetto ed e' stata sottoscritta da vari parlamentari di diverse forze politiche; e' la proposta di legge che prevede la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.
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Resoconto della conferenza stampa
La conferenza stampa e' stata presieduta dal senatore Cesare Salvi, vicepresidente del Senato della Repubblica.
Il senatore Achille Occhetto ha illustrato la proposta di legge, ricostruendone le motivazioni ed analizzando il contesto attuale.
Il senatore Guido Calvi ha definito la proposta di legge come un atto di civilta' ed ha evidenziato come essa affermi il principio della legalita'.
Il regista Citto Maselli e' intervenuto anche a nome degli altri registi cinematografici presenti (tra cui alcuni veri e propri monumenti viventi della cultura italiana come Mario Monicelli e Gillo Pontecorvo).
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Peppe Sini ha ricostruito la genesi della proposta, il coinvolgimento nella elaborazione e discussione preliminare di tante associazioni (in primo luogo numerose associazioni sindacali e culturali delle forze di polizia), istituzioni, movimenti nonviolenti, e di illustri studiosi di fama internazionale. Una proposta di legge "per" e non "contro"; una proposta di legge utile alle forze dell'ordine, utile alla legalita', utile alla sicurezza pubblica ed al rispetto e alla promozione dei diritti umani.
Il senatore Francesco Martone ha inquadrato l'iniziativa nell'ambito di un piu' ampio impegno per la democrazia e la legalita'.
Il senatore Luigi Malabarba ha analizzato l'importanza dell'iniziativa anche in relazione a rilevanti vicende politiche, sociali e culturali odierne.
Il senatore Vittorio Parola, una figura tra le piu' qualificate dell'impegno democratico e della societa' civile, ha sottolineato l'importanza della scelta della nonviolenza come risorsa per la societa'.
La conferenza stampa e' stata un'occasione di riflessione particolarmente rilevante; la partecipazione e' stata ampia ed assai qualificata.
Tra i presenti alla conferenza segnaliamo anche la senatrice Tana De Zulueta ed altri parlamentari; una figura storica del movimento sindacale di polizia come il dottor Delfino Santaniello; l'onorevole Franco Grillini, una delle figure piu' rilevanti della societa' civile; il sociologo Maurizio Fiasco, profondo studioso dei temi della sicurezza pubblica; personalita' della cultura come i registi cinematografici Mario Monicelli, Gillo Pontecorvo, Daniele Segre.
Alla conferenza sono pervenuti messaggi di saluto da parte di illustri studiosi e rappresentanti della cultura e dell'impegno nonviolento, come il professor Alberto L'Abate, il peace-researcher Giovanni Scotto, il direttore di "Azione Nonviolenta" Mao Valpiana.
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Una riflessione del responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo (la struttura pacifista nonviolenta che da oltre un anno ha promosso l'iniziativa), commentando la presentazione della proposta di legge, ha sottolineato che la nonviolenza e' una grande risorsa per la democrazia, la legalita', i diritti umani; ed oggi piu' che mai vi e' bisogno dell'impegno di tutti in difesa ed a promozione della legalita', della democrazia, dei diritti umani.
Sini ha inoltre evidenziato come la proposta di legge vuole mettere a disposizione di tutto il personale delle forze dell'ordine i valori e gli strumenti teorici e pratici della nonviolenza; proprio perche' le forze dell'ordine svolgono una funzione decisiva di difesa della sicurezza pubblica, di tutela della legalita', di garanzia del rispetto dei diritti di tutte le persone, cosi' come prevede l'ordinamento vigente, e' utile e necessario che possano disporre di una formazione che permetta di avvalersi delle grandi risorse della nonviolenza sul piano formativo, comunicativo, relazionale ed operativo.
Il responsabile della struttura pacifista promotrice dell'iniziativa auspica che alla proposta di legge si associno tutti i parlamentari di qualunque schieramento politico che vogliano essere fedeli al dettato costituzionale, ed impegnarsi per la legalita', la democrazia e la difesa e promozione della sicurezza pubblica e dei diritti umani.
Peppe Sini segnala altresi' come gia' alcune istituzioni abbiano iniziato con i propri corpi di polizia locale la sperimentazione della formazione alla nonviolenza: ad esempio il Comune di Milano, che prevede la formazione alla nonviolenza dei vigili urbani, con la supervisione della professoressa Marianella Sclavi.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso anche un appello a tutti gli enti locali affinche' sostengano la proposta di legge e realizzino la formazione alla nonviolenza dei corpi di polizia locale (ad esempio i corpi di polizia municipale).

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Carlotta Cerri, Avere paura. Capire e superare piccoli e grandi timori, Rcs, Milano 2020, pp. 128, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riedizioni
- Mauro Canali, Il delitto Matteotti, IL Mulino, Bologna 2004, Rcs, Milano 2020, pp. 384, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3774 del 18 giugno 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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