[Nonviolenza] Telegrammi. 3772



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3772 del 16 giugno 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Tommaso Moncada
2. Ricordando don Roberto Burla, approssimandosi il terzo anniversario della morte
3. "Le vite di tutti gli esseri umani hanno valore. Salvare le vite e' il primo dovere". Un appello con preghiera di diffusione
4. Per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza: una minima bibliografia essenziale di riferimento (2014)
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. Contro mafia ed apartheid
7. Sollevare un ginocchio di qualche centimetro
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. LUTTI. TOMMASO MONCADA

E' deceduto Tommaso Moncada, avvocato in Viterbo, un vecchio amico.
Lo ricordiamo con profondo affetto.
Ai familiari attestiamo la nostra vicinanza in questo momento di straziante dolore.

2. MEMORIA. RICORDANDO DON ROBERTO BURLA, APPROSSIMANDOSI IL TERZO ANNIVERSARIO DELLA MORTE

"Quis horum trium videtur tibi proximus fuisse illi, qui incidit in latrones? At ille dixit: Qui fecit misericordiam in illum. Et ait illi Iesus: Vade et tu fac similiter"
(Lc, 10, 36-37)

Il 17 giugno ricorre il terzo anniversario della morte di don Roberto Burla, per anni direttore della Caritas diocesana di Viterbo, amico della nonviolenza, diuturnamente sollecito nel soccorrere - con il braccio e con il cuore - chiunque avesse bisogno di aiuto, misericordioso come il buon samaritano.
Lo ricordo come un indimenticabile amico di animo insieme soave e saldo, candido e forte; e nell'azione concreto e tempestivo, rigoroso e accudente. Tutto comprendeva, tutte le persone amava, ad ogni violenza e ingiustizia e oppressione opponendo la forza dell'amore, la forza della verita' che libera e salva, la forza della solidarieta' che tutto il bene e tutti i beni condivide, che nessuna persona abbandona all'abuso e alla paura, alla sofferenza e alla solitudine, allo schianto e alla disperazione. Era il prossimo di tutti e di ciascuno, il mio, il tuo, il nostro prossimo.
In questi ultimi anni, in questi ultimi mesi, in questi ultimi giorni di scellerata furia razzista e assassina, di epidemia mostruosamente aggravata dalla tracotante improntitudine e dalla cieca irresponsabilita' di governanti solipsisti e razzisti che con la loro barbara incoscienza e insipienza, intempestivita' e inadeguatezza, hanno provocato innumerevoli morti che potevano essere evitate; di abominevoli stragi nel Mediterraneo; di orribile schiavitu' e di funesti roghi nelle nostre campagne; di effettuale criminale apartheid; molte volte ho pensato a don Roberto, e mi sono detto che avremmo dovuto cercare di fare quello che lui avrebbe fatto per soccorrere tutte le vittime, per salvare tante vite innocenti, per contrastare il male e la morte.
Credo che tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di essere stati suoi amici abbiamo sentito questo dovere: di continuare nell'impegno che e' stato anche il suo, per quanto possibile cercando di sopperire al vuoto lasciato dalla sua scomparsa.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni essere umano ed ogni umano istituto ha il dovere di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo di don Roberto Burla continuiamo in cio' che e' giusto.
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Ripropongo di seguito anche una breve commemorazione di un anno fa.
"Due anni fa, il 17 giugno 2017, ci lasciava don Roberto Burla, direttore della Caritas diocesana di Viterbo, una persona buona come il pane, un autentico costruttore di pace, un infaticabile soccorritore di ogni persona che di aiuto avesse bisogno, uno strenuo lottatore nonviolento per la verita' che consiste nel salvare le vite, e un amico fraterno indimenticabile.
In questi due anni ho sovente pensato a lui, e dinanzi alle atrocita' che non solo miserabili teppisti di strada ma anche e soprattutto avidissimi sfruttatori e potentissimi governanti malvagi commettono ogni giorno con violenza inaudita e quasi oscenamente inebriandosi delle sofferenze inflitte ad esseri umani innocenti ed inermi, tante volte mi sono detto: cosa avrebbe detto, cosa avrebbe fatto don Roberto? Ed ho cercato - da ultimo degli ultimi - di dirle io le cose che credo avrebbe detto anche lui, e nei limiti delle mie limitatissime risorse e capacita' ho cercato di continuare a fare le cose che so lui condivideva.
Perche' don Roberto e' stato per tutta la vita un luminoso testimone del bene, un gandhiano satyagrahi, un coraggioso generoso soccorritore fino all'ultimo respiro.
E ci lascia in dono quindi non solo il bene fatto, ma anche un esempio e una memoria che continuera' a dare frutti preziosi; un'eredita', un legato, un appello ineludibile: proseguire nell'azione nonviolenta di pace  e di solidarieta' che e' stata anche la sua, alla sequela di quel mite che rifiuto' ogni potere, che assunse fraternamente su di se' il dolore di tutti gli umiliati e offesi, che invero' quell'antica massima della sapienza umana - "diliges... proximum tuum sicut teipsum" - inobliabilmente narrata in figure nella parabola del buon samaritano.
Ed a chi e' prostrato e piagato da troppe ingiuste sofferenze, a chi e' scandalizzato e quasi annichilito dal diluvio di male nel mondo, e vorrebbe - e non puo', e non deve - rassegnarsi all'orrore, e vorrebbe - e non puo', e non deve - arrendersi alla disperazione, a chi si sente cedere in ogni sua fibra sotto il peso dell'iniquita' che schiaccia ed annienta, questa parola sia concesso ripetere: che solo quando l'ultima persona buona si sara' arresa, solo allora l'umanita' si sara' estinta; ed allora sii tu quell'ultima persona buona che resiste alla violenza, e si oppone al male, e soccorre l'oppresso, il sofferente, il bisognoso; che soccorre la persona nell'estremo dolore e nell'estremo pericolo; che condivide il bene ed i beni con chiunque ne abbia urgente necessita'; sii tu l'umanita' come dovrebbe essere; sii tu don Roberto Burla".
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Una minima notizia su don Roberto Burla
In luogo di alcune scarne notizie biografiche (era nato a Montefiascone il 15 settembre 1945 ed e' deceduto a Viterbo il 17 giugno 2017; e' stato sacerdote della diocesi di Viterbo e della Caritas diocesana direttore) ripropongo qui una sintesi delle parole che dissi nel corso della commemorazione che tenemmo con alcuni amici alcuni giorni dopo il decesso; la verita' di una persona non essendo nei dati cronologici e statistici, ma in cio' che nella e della sua vita volle e seppe concretamente fare per il bene comune dell'umanita' intera.
"Don Roberto Burla e' stato un testimone dell'amore che ogni essere umano riconosce e raggiunge; una persona mite e generosa postasi all'ascolto del discorso della montagna e alla sequela di chi lo pronuncio'; un uomo che dinanzi al dolore degli altri mai resto' inerte, ma sempre volle e seppe agire per recare soccorso, salvare le vite, curare le ferite, lenire le sofferenze, confortare e riconciliare; ed insieme denunciare e contrastare tutte le violenze, adoperandosi allo stesso tempo sia nell'aiuto immediato a chi di aiuto immediato ha bisogno, sia a promuovere quei mutamenti culturali negli animi e strutturali nella societa' che aboliscano le concrezioni di violenza, le pratiche di sopraffazione, i poteri criminali.
Amico della nonviolenza, portatore del dono di saper donare senza riserve, di saper parlare senza menzogne, di saper chiedere e suscitare l'altrui aiuto quando per aiutare altri altri ancora occorre coinvolgere nell'impegno, di saper essere insieme forte e gentile, umile e tenace, profondo nell'empatia e deciso nell'agire, don Roberto resta per tutti coloro che lo hanno conosciuto un esempio di come l'umanita' potrebbe essere, di come l'umanita' dovrebbe essere, di come l'umanita' sara' quando avra' piena coscienza di se'.
Un amico, un maestro, un compagno ci ha lasciato. Che noi si sappia essere capaci di proseguirne l'impegno.
Vi e' una sola umanita', e tutti gli esseri umani ne fanno parte.
Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, un unico mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e deve prendersi cura.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni essere umano e' responsabile del bene comune.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Opporsi a tutte le uccisioni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Con tutti, a tutti, per tutti, in tutti sia la pace".

3. REPETITA IUVANT. "LE VITE DI TUTTI GLI ESSERI UMANI HANNO VALORE. SALVARE LE VITE E' IL PRIMO DOVERE". UN APPELLO CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE

L'uccisione di George Floyd e le altre analoghe che in questi giorni stanno suscitando una vasta commozione e una profonda presa di coscienza in tutto il mondo evidenziano quanto ancora la violenza razzista, e la violenza tout  court, sia presente anche negli organi istituzionali il cui fine dovrebbe essere la protezione della vita e dei diritti delle persone.
Non basta che gli assassini siano processati e condannati, occorre un cambiamento reale della cultura e delle prassi di quegli organi istituzionali, affinche' tutti gli appartenenti ad essi rispettino le leggi e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Occorre che tutte le persone appartenenti alle forze dell'ordine in tutti i paesi del mondo siano formate alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Chiunque abbia studiato seriamente le dinamiche conflittuali, i meccanismi dell'escalation della violenza, cosi' come la storia delle grandi lotte dell'umanita' contro i poteri criminali, sa che le risorse della nonviolenza costituiscono la strumentazione cognitiva, interpretativa, deliberativa ed operativa piu' efficace, e l'unica realmente adeguata, per contrastare la violenza e il crimine, per sconfiggere le ideologie e le prassi che conculcano i diritti, negano la dignita' e giungono fino a strappare la vita agli esseri umani.
Da quando Gandhi diede inizio alla teoria e alla prassi della nonviolenza pienamente consapevole e rigorosamente argomentata ed articolata (naturalmente evidenziando come essa fosse "antica come le montagne", ovvero come tutte le grandi tradizioni di pensiero e azione liberatrici e solidali dell'umanita' ne recassero in misura piu' o meno ampia ed esplicita elementi fondamentali), le esperienze storiche e l'elaborazione scientifica della nonviolenza si sono accresciute ed approfondite, si sono estese e sono progredite a tal punto che ormai ogni studioso (e vorremmo dire anche: ogni persona) che ad esse si sia accostato riconosce esplicitamente che la nonviolenza e' lo strumento migliore di cui l'umanita' disponga per opporsi alla violenza omicida, per opporsi alla barbarie onnidistruttiva.
Proprio perche' le forze dell'ordine per la loro specifica funzione operano sovente in contesti critici e conflittuali, in situazioni di pericolo e di violenza, occorre che tutti gli appartenenti ad esse siano adeguatamente formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' essa puo' essere loro di grande aiuto nel compito di proteggere e salvare le vite proprie ed altrui.
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Da vent'anni in Italia in merito non solo e' stato avviata una riflessione e promosso un dibattito che ha dato luogo a ricerche, convegni e pubblicazioni; non solo sono state svolte piu' esperienze locali di formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; ma sono state prodotte anche varie proposte di legge a piu' riprese presentate da decine di parlamentari di diversi schieramenti politici: ma queste proposte di legge purtroppo ancora non sono mai state discusse nelle competenti commissioni parlamentari e non sono quindi mai giunte nelle aule legislative.
L'Italia puo' dare un contributo di civilta' e indicare una via al mondo intero legiferando l'istituzione della formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
E' tempo di farlo: poiche' le vite di tutti gli esseri umani hanno valore; perche' salvare le vite e' il primo dovere.
Chiediamo a tutti i destinatari di questo nostro appello di diffonderlo ulteriormente e di premere nonviolentemente sul parlamento italiano affinche' si giunga finalmente a una legge che istituisca la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
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Alleghiamo in calce due comunicati del 2016 e del 2001.
Segnaliamo che un'ampia documentazione in merito puo' essere richiesta al nostro indirizzo e-mail: centropacevt at gmail.com
Abbiamo bisogno del vostro aiuto, vi preghiamo di diffondere questo testo.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Le vite di tutti gli esseri umani hanno valore.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 giugno 2020
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it
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Allegato primo: un appello ai parlamentari per la discussione in Commissione dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine (2016)
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
come gia' saprete, dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe.
Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.
Ricorderete anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.
Vi segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.
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Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.
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Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
con questa lettera vorremmo sollecitare il vostro personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.
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Restando a disposizione per ogni opportuno chiarimento ed approfondimento, e per ogni esigenza di documentazione, vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 28 aprile 2016
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Allegato secondo: una conferenza stampa del 6 dicembre 2001 al Senato della Repubblica
Si e' svolta oggi la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza.
Si e' svolta oggi, giovedi' 6 dicembre 2001, presso la Sala Rossa del Senato della Repubblica a Roma, la conferenza stampa di presentazione pubblica della proposta di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento delle forze di polizia" che ha come primo firmatario il senatore Achille Occhetto ed e' stata sottoscritta da vari parlamentari di diverse forze politiche; e' la proposta di legge che prevede la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.
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Resoconto della conferenza stampa
La conferenza stampa e' stata presieduta dal senatore Cesare Salvi, vicepresidente del Senato della Repubblica.
Il senatore Achille Occhetto ha illustrato la proposta di legge, ricostruendone le motivazioni ed analizzando il contesto attuale.
Il senatore Guido Calvi ha definito la proposta di legge come un atto di civilta' ed ha evidenziato come essa affermi il principio della legalita'.
Il regista Citto Maselli e' intervenuto anche a nome degli altri registi cinematografici presenti (tra cui alcuni veri e propri monumenti viventi della cultura italiana come Mario Monicelli e Gillo Pontecorvo).
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Peppe Sini ha ricostruito la genesi della proposta, il coinvolgimento nella elaborazione e discussione preliminare di tante associazioni (in primo luogo numerose associazioni sindacali e culturali delle forze di polizia), istituzioni, movimenti nonviolenti, e di illustri studiosi di fama internazionale. Una proposta di legge "per" e non "contro"; una proposta di legge utile alle forze dell'ordine, utile alla legalita', utile alla sicurezza pubblica ed al rispetto e alla promozione dei diritti umani.
Il senatore Francesco Martone ha inquadrato l'iniziativa nell'ambito di un piu' ampio impegno per la democrazia e la legalita'.
Il senatore Luigi Malabarba ha analizzato l'importanza dell'iniziativa anche in relazione a rilevanti vicende politiche, sociali e culturali odierne.
Il senatore Vittorio Parola, una figura tra le piu' qualificate dell'impegno democratico e della societa' civile, ha sottolineato l'importanza della scelta della nonviolenza come risorsa per la societa'.
La conferenza stampa e' stata un'occasione di riflessione particolarmente rilevante; la partecipazione e' stata ampia ed assai qualificata.
Tra i presenti alla conferenza segnaliamo anche la senatrice Tana De Zulueta ed altri parlamentari; una figura storica del movimento sindacale di polizia come il dottor Delfino Santaniello; l'onorevole Franco Grillini, una delle figure piu' rilevanti della societa' civile; il sociologo Maurizio Fiasco, profondo studioso dei temi della sicurezza pubblica; personalita' della cultura come i registi cinematografici Mario Monicelli, Gillo Pontecorvo, Daniele Segre.
Alla conferenza sono pervenuti messaggi di saluto da parte di illustri studiosi e rappresentanti della cultura e dell'impegno nonviolento, come il professor Alberto L'Abate, il peace-researcher Giovanni Scotto, il direttore di "Azione Nonviolenta" Mao Valpiana.
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Una riflessione del responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo (la struttura pacifista nonviolenta che da oltre un anno ha promosso l'iniziativa), commentando la presentazione della proposta di legge, ha sottolineato che la nonviolenza e' una grande risorsa per la democrazia, la legalita', i diritti umani; ed oggi piu' che mai vi e' bisogno dell'impegno di tutti in difesa ed a promozione della legalita', della democrazia, dei diritti umani.
Sini ha inoltre evidenziato come la proposta di legge vuole mettere a disposizione di tutto il personale delle forze dell'ordine i valori e gli strumenti teorici e pratici della nonviolenza; proprio perche' le forze dell'ordine svolgono una funzione decisiva di difesa della sicurezza pubblica, di tutela della legalita', di garanzia del rispetto dei diritti di tutte le persone, cosi' come prevede l'ordinamento vigente, e' utile e necessario che possano disporre di una formazione che permetta di avvalersi delle grandi risorse della nonviolenza sul piano formativo, comunicativo, relazionale ed operativo.
Il responsabile della struttura pacifista promotrice dell'iniziativa auspica che alla proposta di legge si associno tutti i parlamentari di qualunque schieramento politico che vogliano essere fedeli al dettato costituzionale, ed impegnarsi per la legalita', la democrazia e la difesa e promozione della sicurezza pubblica e dei diritti umani.
Peppe Sini segnala altresi' come gia' alcune istituzioni abbiano iniziato con i propri corpi di polizia locale la sperimentazione della formazione alla nonviolenza: ad esempio il Comune di Milano, che prevede la formazione alla nonviolenza dei vigili urbani, con la supervisione della professoressa Marianella Sclavi.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso anche un appello a tutti gli enti locali affinche' sostengano la proposta di legge e realizzino la formazione alla nonviolenza dei corpi di polizia locale (ad esempio i corpi di polizia municipale).

4. REPETITA IUVANT. PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA: UNA MINIMA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO (2014)

I. Alcuni testi specifici
– Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, Codice etico per una polizia democratica, Sapere 2000, Roma 2002;
– Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003;
– Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell’ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007;
– Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano 2003.
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II. Alcuni testi di riferimento
– Vittorino Andreoli, La violenza, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1993, 2003;
– Hannah Arendt, La banalita’ del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1964, 1993;
– Franco Basaglia, Scritti, Einaudi, Torino 1981-1982;
– Zygmunt Bauman, La societa’ sotto assedio, Laterza, Roma-Bari 2003, 2005;
– Zygmunt Bauman, Paura liquida, Laterza, Roma-Bari 2008, 2009;
– Zygmunt Bauman, David Lyon, Sesto potere. La sorveglianza nella modernita’ liquida, Laterza, Roma-Bari 2014;
– Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2005;
– Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, Milano s. d. (ma 1967), Linea d’ombra, Milano 1989 (ed anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992);
– Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull’inerme, Feltrinelli, Milano 2007;
– Alessandro Dal Lago, La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo, Feltrinelli, Milano 1981;
– Franco Fedeli, Polizia e democrazia, Edizioni Studio Tesi, 1978;
– Erich Fromm, Fuga dalla liberta’, Edizioni di Comunita’, Milano 1963, 1979;
– Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1976;
– Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996;
– Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986;
– Emmanuel Levinas, Ethique et infini, Fayard, Paris 1982, Libraire Generale Française, Paris 1997;
– Stanley Milgram, Obbedienza all’autorita’, Einaudi, Torino 2003;
– Salvatore Palidda, Polizia postmoderna, Feltrinelli, Milano 2000;
– Giuliano Pontara, L’antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006;
– Giuliano Pontara, La personalita’ nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996;
– Stefano Rodota’, La vita e le regole, Feltrinelli, Milano 2007;
– Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001;
– Edith Stein, L’empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2006;
– Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Astrolabio Ubaldini, Roma 1971.
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III. Dizionari
– Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Utet, Torino 1971, 1977;
– Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino (diretto da), Dizionario di politica, Utet, Torino 1983, 1990, Tea, Milano 1990, 1992;
– Umberto Galimberti, Enciclopedia di psicologia, Garzanti, Milano 1999, 2003;
– Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993.

5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

6. REPETITA IUVANT. CONTRO MAFIA ED APARTHEID

Nessuno e' libero finche' qualcuno e' schiavo
Nelle campagne italiane da anni si sta riproducendo un regime di schiavitu' e di segregazione, di effettuale apartheid, governato dittatorialmente dai poteri mafiosi, dall'economia illegale, dal caporalato, con la complicita' di pubblici amministratori e pubblici funzionari razzisti e conniventi, con la complicita' di chi governa il paese e delle disumane antileggi hitleriane imposte e mantenute da governi ipso facto violatori della dignita' umana.
E' una tragedia ormai pluridecennale: l'aveva gia' fatta emergere drammaticamente nel 1989 l'atroce omicidio di Jerry Essan Masslo, fuggito dal Sudafrica dell'apartheid per poi morire assassinato in Italia, a Villa Literno.
E troppe altre morti si sono susseguite da allora nel nostro paese, una strage infinita causata da schiavitu' e razzismo, nelle campagne e non solo.
Quando finira' questo scandalo, quando finira' questa vergogna?
Cosa diranno di noi gli storici futuri quando dovranno constatare che a settantacinque anni dalla sconfitta del nazifascismo in Italia continuavano schiavitu' e razzismo?
La lotta contro schiavitu' e razzismo, cosi' come la lotta contro il potere mafioso, ci riguarda tutte e tutti.
La liberta' e' una e indivisibile, nessuno e' libero finche' qualcuno e' schiavo.
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Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'
Occorre quindi regolarizzare immediatamente lo status giuridico e la condizione amministrativa di tutte le persone che si trovano in Italia, a tutte riconoscendo immediatamente tutti i diritti sociali, civili, politici, tutti i diritti umani inerenti a tutti gli esseri umani.
Occorre abrogare immediatamente tutte le folli e scellerate misure razziste ed incostituzionali imposte da governi ebbri e criminali, a cominciare dai due cosiddetti "decreti sicurezza".
Occorre che l'Italia torni alla civilta', al rispetto della legalita' che salva le vite, al rispetto del diritto internazionale, al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia continua a violare la stessa Costituzione della Repubblica italiana, che e' la legge a fondamento di tutte le altre leggi italiane, la legge che e' il cuore pulsante del nostro ordinamento giuridico, del nostro sistema istituzionale, della nostra civile convivenza.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia continua ad imporre un regime razzista e schiavista incompatibile con lo stato di diritto, incompatibile con la democrazia, incompatibile con la civilta' giuridica e con la dignita' umana.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia e' un criminale e un complice di criminali.
Si torni quindi al rispetto rigoroso e intransigente della Costituzione repubblicana che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, che fa obbligo alle istituzioni di recare aiuto a chi di aiuto ha bisogno, che riconosce il diritto d'asilo a tutte le persone che nel loro paese d'origine non hanno i diritti che la Costituzione garantisce ai cittadini italiani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
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"Una persona, un voto"
E ci si decida finalmente a riconoscere che chi vive in un luogo e' in quel luogo che deve poter esercitare tutti i suoi umani diritti, e' in quel luogo che deve poter vivere una vita degna, nel rispetto e nell'aiuto reciproco: e che quindi ogni persona deve avere anche il diritto di partecipare democraticamente alle decisioni pubbliche che la sua stessa vita riguardano: "una persona, un voto" e' da sempre il motto e la bandiera della democrazia.
In Italia ancor oggi a milioni e milioni di persone che vivono stabilmente qui e perlopiu' da molti anni, che danno un contributo fondamentale all'economia e alla vita civile, i cui figli hanno studiato e studiano nelle scuole italiane e sono gia' parte dell'Italia di domani come i loro genitori sono gia' parte dell'Italia di oggi, ebbene, a questi milioni e milioni di persone oneste e generose sono ancora assurdamente, scelleratamente negati quei diritti e quella dignita' per il cui universale riconoscimento i martiri della Resistenza diedero la vita; quei diritti e quella dignita' che sono l'umanita' dell'umanita'; quei diritti e quella dignita' che sono il concreto fondamento, la sostanza stessa della repubblica democratica ed antifascista.
E' un dolore immenso e indicibile dover riconoscere che in Italia l'orrore e l'infamia del razzismo, e l'orrore e l'infamia del potere mafioso, ancora non siano stati sconfitti.
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Le braccianti e i braccianti che ci hanno salvato la vita
Questi mesi di epidemia hanno messo a nudo una volta di piu' la fragilita' intrinseca e il bisogno di mutuo soccorso che caratterizzano ogni umana esistenza, ogni umana comunita', l'intera umana famiglia.
In questi mesi di epidemia se la catastrofe e'stata contenuta e' stato anche e soprattutto grazie alle braccianti e ai braccianti che hanno garantito l'approvvigionamento delle nostre mense, che ci hanno sfamato con il loro lavoro, sovente rischiando la loro vita, sovente subendo abusi indicibili.
Al contrario delle ripugnanti menzogne della retorica razzista, la verita' e' che le braccianti e i braccianti ci hanno salvato la vita.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere questa verita', e far cessare quegli abusi.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere loro tutti i diritti inerenti ad ogni essere umano.
Il minimo che si possa fare e' far cessare la schiavitu', il caporalato, la dittatura mafiosa nelle campagne e non solo.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere a questi nostri fratelli e a queste nostre sorelle la liberta', l'eguaglianza, la solidarieta' che ad ogni essere umano e' dovuta.
Il minimo che si possa fare e' compiere questo atto di riconoscimento, e di riconoscenza.
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L'ora della verita'
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Il nostro primo dovere di esseri umani e' salvare le vite: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni essere umano e' un essere umano, e in quanto tale ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Siano immediatamente abrogate tutte le obbrobriose misure razziste ed incostituzionali imposte da governanti perversi e disumani.
Sia immediatamente finalmente legiferato il pieno riconoscimento di tutti i diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che si trovano in Italia.
S'inveri la volonta' della Resistenza, la verita' della repubblica costituzionale, la sostanza dello stato di diritto, il cuore della democrazia, il valore umano e l'umana giustizia cui e' ordinata ogni legittima umana istituzione.
Si contrasti la mafia e l'apartheid.

7. REPETITA IUVANT. SOLLEVARE UN GINOCCHIO DI QUALCHE CENTIMETRO

"Allora Giacobbe chiamo' quel luogo Peniel"
(Gn, 32, 31)

Due episodi che con la forza del simbolo mi sembra riassumano questo momento tragico dell'umanita' e ci convochino a un impegno ineludibile.
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Il primo: un uomo giace a terra ammanettato, un agente delle forze dell'ordine gli preme un ginocchio sul collo, lo comprime col peso di tutto il suo corpo; l'uomo a terra dice che sta soffocando, l'altro non cessa di premere, la vittima perde i sensi, muore. Un altro agente tiene a distanza i passanti, qualcuno riprende la scena con un telefonino.
Bastava sollevare un ginocchio di qualche centimetro a salvare quella vita umana che si stava spegnendo. Queste immagini fanno il giro del mondo. Le guardo e mi sento sporco e colpevole: non si dovrebbe mai vedere la morte, non si dovrebbe mai permettere la morte.
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Il secondo: la Giunta per le immunita' del Senato si esprime affinche' un ex-ministro di un governo razzista non sia processato per un reato che ha evidentemente commesso; tra coloro che non hanno voluto votare affinche' l'ex-ministro fosse processato, che non hanno voluto che la legge fosse uguale per tutti, vi e' chi ha enunciato la seguente ragione: che la responsabilita' di quel reato non era solo di quell'ex-ministro.
Come se il fatto che a commettere un crimine si sia in piu' persone faccia si' che quel crimine cessi di essere perseguibile. Con questo criterio non c'e' piu' motivo di processare nessun appartenente a un'organizzazione criminale, poiche' i delitti che commette non li commette da solo. Con questo criterio neanche il genocidio e' piu' un delitto da contrastare e punire, poiche' per commetterne uno occorre la partecipazione di piu' persone.
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Cosa ci sta accadendo?
Che e' vero che per i poteri dominanti le vite dei neri non valgono niente, non valgono niente le vite delle donne, non valgono niente le vite dei braccianti, non valgono niente le vite dei naufraghi, non valgono niente le vite degli esseri umani che la fame e le guerre costringono a una fuga infinita.
Che e' vero quello che scrisse memorabilmente Primo Levi: "che il dolore e' la sola forza che si crei dal nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non fare".
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Cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo contrastare questa mole di male che tutte e tutti ci opprime, questo diluvio di dolore che tutte e tutti ci minaccia e travolge, questa violenza pervasiva e abominevole che si nutre e si accresce annichilendo ogni bene, divorando la sostanza stessa del nostro consistere, la nostra umanita'.
Che a nessuno - a nessuna persona, a nessuna organizzazione, a nessuna istituzione - sia piu' consentito violentare ed uccidere degli esseri umani.
Che prevalga finalmente la legge il cui primo principio e' salvare le vite; il cui unico fine e' soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Cessi l'Italia di produrre le armi che menano strage di esseri umani in Yemen come in tante altre parti del mondo.
Cessi in Italia la schiavitu' e l'apartheid, e siano finalmente riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani che vivono nel nostro paese, come stabilisce la Costituzione della Repubblica.
Cessi la complicita' italiana cogli aguzzini dei lager libici.
Cessi la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Siano abrogate le misure hitleriane dei due scellerati "decreti sicurezza della razza" e tutte le altre sciagurate misure razziste ed incostituzionali, a cominciare da quelle imposte dall'abominevole antilegge Bossi-Fini in poi.
Siano processati i membri del governo razzista che nel 2018-2019 ha commesso flagranti crimini contro l'umanita'.
L'Italia torni al rispetto della Costituzione repubblicana scritta col sangue dei martiri della Resistenza.
L'Italia adotti finalmente due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
L'Italia torni alla legalita' che salva le vite, e si adoperi finalmente nel consesso internazionale per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti; si adoperi finalmente per il dialogo, la cooperazione, il diritto e la liberazione dei popoli; si adoperi finalmente per la difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani; si adoperi finalmente affinche' cessi l'antipolitica della violenza e inizi la politica della nonviolenza, la politica del bene comune dell'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Herman Melville, Opere scelte, Mondadori, Milano 1972, 1975, 2 voll. per pp. XLII + 1208 (vol. I) + pp. XLII + 1094 (vol. II).

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3772 del 16 giugno 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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