[Nonviolenza] Per la Giornata internazionale delle donne per il disarmo



PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE PER IL DISARMO

Ricorre il 24 maggio la Giornata internazionale delle donne per il disarmo.
Ed e' una ricorrenza che convoca l'umanita' all'ascolto di due verita' che dovrebbero stare a cuore non solo ad ogni persona di volonta' buona sollecita del bene comune, ma anche ad ogni essere umano che vuole continuare a vivere.
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La prima verita': che solo la lotta del movimento di liberazione delle donne (alla cui scuola ed alla cui sequela tutti gli esseri umani possono e debbono porsi) libera l'umanita' dalla violenza.
Semplicemente perche' effettualmente, storicamente, concretamente, il potere maschile, l'ideologia maschilista, la prassi maschile fondata sulla violenza, sulla gerarchia, sull'asservimento e sull'esclusione dell'altra persona, e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza.
E quindi la lotta contro l'oppressione maschilista libera non solo meta' dell'umanita' dalla violenza che subisce, ma libera anche l'altra meta' dalla violenza che esercita (e di cui quindi si fa alienato strumento e disumanata merce), e libera quindi l'umanita' intera anche da ogni portato di quella violenza: la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, lo sfruttamento schiavista degli altri esseri umani, la riduzione degli altri esseri viventi a cose annientabili, l'avvelenamento, la devastazione e la distruzione della natura, l'inabissarsi della civilta' nella barbarie, il precipitare dell'umana vicenda nel vuoto infernale.
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La seconda verita': che solo il disarmo puo' fermare la distruzione della civilta' umana.
Giunti all'attuale stadio di sviluppo delle tecnologie distruttive e' ormai evidente ad ogni persona ragionevole che non solo ora ma gia' originariamente ed intrinsecamente la guerra, e i poteri che l'effettuale uso dello strumento della guerra e la logica intrinseca della guerra - la sua struttura, la sua ideologia, le sue prassi - ha portato a dominare sul mondo, stanno realmente ed immediatamente minacciando di distruzione la civilta' umana, l'intera umana famiglia, l'intero mondo vivente. E' una verita' che nessuno puo' piu' occultare dopo Auschwitz e dopo Hiroshima. Nel mondo vi sono arsenali efficienti a distruggere piu' e piu' volte l'umanita' intera e tanta parte della biosfera, a distruggere il miracolo di quest'unico mondo vivente che conosciamo. E vi sono poteri algidi e brutali, stolti e impazziti, disponibili a farlo.
Chiunque apra gli occhi vede con chiarezza questa abominevole realta'. E chiunque scruti nel suo cuore sa quale sia il suo primo dovere: impedire la catastrofe, salvare le vite.
Abolire la guerra, i suoi strumenti e i suoi apparati, e' per l'intera umanita' l'impegno piu' necessario e piu' urgente.
E per abolire la guerra che minaccia di distruzione l'umanita' e la biosfera occorre il disarmo: perche' e' con le armi che si fanno le guerre, che si esercita la piu' profonda e la piu' vasta violenza, che si impone l'abuso e la morte; le armi sempre e solo servono a uccidere, a uccidere gli esseri umani; le armi sono intrinsecamente assassine, e tutte e tutti ci minacciano di morte.
Abolire la guerra, abolire le organizzazioni armate e in quanto tali predisposte, addestrate e dedite all'uccidere, abolire le armi. Questo occorre. Solo abolendo le armi si puo' salvare l'umanita'.
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Le piu' grandi esperienze collettive di opposizione alla guerra, di costruzione della pace, di lotta antifascista, di difesa della natura, di affermazione della dignita' umana, sono state guidate da donne.
La lotta del movimento di liberazione delle donne e' la matrice, la fonte inesausta, il cuore pulsante della nonviolenza in tutte le sue concrete e coerenti estrinsecazioni: lo stesso Gandhi fu originariamente ispirato dal movimento suffragista; la grande stagione di lotte nonviolente del movimento per i diritti civili in America fu iniziata da una donna di nome Rosa; e una donna di nome Rosa guido' l'opposizione alla prima guerra mondiale; furono le donne che per prime organizzarono la resistenza alla guerra, che per prime iniziarono la resistenza al fascismo; una donna ha scritto il piu' importante programma politico antimilitarista, antifascista e di liberazione dell'umanita', il cui titolo e' Le tre ghinee; donne hanno guidato e guidano le lotte piu' decisive, piu' nitide e piu' intransigenti contro il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo e il totalitarismo; donne hanno guidato e guidano il movimento ecologista in tutto il mondo; una donna di nome Simone e' la massima espressione del pensiero morale dell'umanita' nell'epoca contemporanea; una donna di nome Hannah e' la massima espressione del pensiero politico dell'umanita' nell'epoca contemporanea.
Il femminismo e' il massimo inveramento dell'impegno degli esseri umani per far cessare ogni oppressione, ogni ingiustizia, ogni violenza.
La lotta del movimento di liberazione delle donne e' storicamente l'unica esperienza rivoluzionaria non gerarchica, non militarista, non asservitrice, non reduplicatrice della violenza, che non ha mai provocato stragi, che non ha mai fatto uso di uccisioni, che non ha mai imposto gioghi, che non ha mai costruito carceri, che non ha mai eretto roghi.
La lotta del movimento di liberazione delle donne e' storicamente la corrente calda e il massimo inveramento fin qui realizzato della nonviolenza; e' la nonviolenza in cammino.
La lotta del movimento di liberazione delle donne e' il movimento reale che forte della sua autocoscienza, consapevole a un tempo della propria parzialita' e universalita', e quindi alieno da ogni deriva liberticida e da ogni tentazione totalitaria, liberando le donne libera anche gli uomini dalla violenza di cui sono portatori e insieme schiavi, e libera quindi l'umanita' intera.
In questa lotta ogni essere umano riconosce e vede riconosciuto il valore della propria persona e dell'umanita'.
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Abolire la guerra e le stragi e' possibile e necessario.
Costruire una societa' umana di persone tutte libere, tutte eguali in diritti proprio perche' ognuna diversa dall'altra, tutte solidali perche' riconoscenti e riconoscentisi fratelli e sorelle in quanto appartenenti all'unica umana famiglia, tutte condividenti il bene e i beni, tutte consapevoli di essere parte e custodi di quest'unico mondo vivente che e' casa comune di tutti gli esseri viventi, ebbene, costruire questa societa' finalmente pienamente umana, che e' il sogno di tutte le culture e le esperienze storiche dell'umanita', e di ogni persona che almeno una volta si e' posta le domande decisive su se stessa e sul mondo, e' possibile; e non solo e' possibile: e' necessario; e non solo e' necessario: e' urgente. E questi mesi di epidemia ne dovrebbero aver persuaso ogni persona che non abbia adbicato alla facolta' del pensare.
Opporsi al maschilismo. Opporsi al razzismo. Opporsi alla guerra.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Alla scuola e alla sequela del movimento di liberazione delle donne la nonviolenza e' in cammino.
Con volto e con voce di donna la nonviolenza e' il cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Nella ricorrenza della Giornata internazionale delle donne per il disarmo ogni persona si fermi a meditare sui doveri comuni.
Nella ricorrenza della Giornata internazionale delle donne per il disarmo ogni persona decida di agire per il bene comune.
Il momento e' ora.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
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In calce alleghiamo una vecchia meditazione che piu' volte abbiamo riproposto e che forse piu' essere giovevole una volta ancora.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 23 maggio 2020

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it

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Allegato: Dal femminismo molti doni
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.
Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.
Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.
Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.
E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.
Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.
Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.
In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.

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