[Nonviolenza] Archivi. 385



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 385 del 9 maggio 2020

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di aprile 2020 (parte nona e conclusiva)
2. Tra 25 aprile e primo maggio
3. Alfio
4. Oggi, domani e il giorno dopo ancora. Alcune parole in questo 30 aprile

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2020 (PARTE NONA E CONCLUSIVA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2020.

2. TRA 25 APRILE E PRIMO MAGGIO

I. Mi guardo intorno e dico quel che vedo
Mi guardo intorno e dico quel che vedo.
Primo: chi governa il paese ancora non ha saputo mettere a disposizione di tutte le persone che vivono in Italia i dispositivi di protezione individuale (guanti, visiere e mascherine) indispensabili per fermare il contagio.
Da gennaio ad oggi.
Era la prima cosa da fare, finisce aprile e ancora chi governa non l'ha fatta. E decine di migliaia di persone sono morte.
Mi guardo intorno e dico quel che vedo.
Secondo: chi governa il paese ancora non ha saputo realizzare una massiva e reiterata campagna di tamponi per individuare e contrastare tempestivamente i focolai del virus.
Da gennaio ad oggi.
Era la prima cosa da fare, finisce aprile e ancora chi governa non l'ha fatta. E decine di migliaia di persone sono morte.
Mi guardo intorno e dico quel che vedo.
Terzo: chi governa il paese ancora non ha saputo garantire a tutte le persone povere e impoverite, oppresse e rapinate, un adeguato aiuto affinche' durante l'epidemia nessuno resti senza alloggio, senza cibo, senza gli altri beni di prima necessita'.
Da gennaio ad oggi.
Era la prima cosa da fare, finisce aprile e ancora chi governa non l'ha fatta. E decine di migliaia di persone sono morte.
Mi guardo intorno e dico quel che vedo.
Quarto: chi governa il paese ancora non ha saputo garantire un'adeguata assistenza sanitaria alle persone piu' fragili e piu' esposte, anzi: alcune scelte di Governo e Regioni hanno letteralmente mandato al macello persone sofferenti e operatori sanitari. Non era difficile capire che occorreva un'adeguata prevenzione, non era difficile capire che occorreva procedere con cautela, non era difficile capire che occorreva predisporre specifiche e adeguate risorse, strutture, procedure, protezioni.
Da gennaio ad oggi.
Era la prima cosa da fare, finisce aprile e ancora chi governa non l'ha fatta. E decine di migliaia di persone sono morte.
Mi guardo intorno e dico quel che vedo.
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II. La memoria della Resistenza, la lotta delle oppresse e degli oppressi
Il 25 aprile ricordando la liberazione d'Italia dal fascismo si ricordano le persone che del fascismo sono state vittima, si ricordano le persone che al fascismo si sono opposte, si ricordano le persone che il fascismo hanno sconfitto e salvato l'umanita' dall'ordine dei lager, della schiavitu' e dei genocidi.
Il 25 aprile ricordando la Resistenza che ha restituito liberta' e dignita' al nostro paese si ricorda altresi' e si riafferma la fedelta' alla Costituzione della Repubblica italiana, che della Resistenza e della Liberazione e' il frutto e il monumento piu' luminoso.
Il 25 aprile si dichiara una gratitudine e si rinnova un patto: a restare fedeli a quell'impegno di liberazione dell'umanita', di solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, a inverare il dovere di soccorrere, accogliere e assistere ogni persona che ha bisogno di aiuto, a condividere il bene e i beni, a rispettare e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e l'intero mondo vivente unica casa comune dell'umanita' intera, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo parte e custodi.
Il primo maggio e' il giorno in cui le sfruttate e gli sfruttati rinnovano l'impegno a far cessare lo sfruttamento.
Il primo maggio e' il giorno in cui il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, che con la loro incessante fatica garantiscono la sopravvivenza dell'umanita', la prosecuzione della civilta', tutto il bene che e' possibile al mondo, dichiara di esser cosciente di se' e si fa consapevole artefice dell'impegno alla liberazione comune dell'umanita' intera.
Il primo maggio nel ricordo di tutte le vittime di ogni oppressione, di ogni ingiustizia, di ogni violenza, le oppresse e gli oppressi riaffermano la speranza e la volonta' che violenze, ingiustizie ed oppressioni cessino, e finalmente s'inveri l'umanita' dell'umanita', si realizzi per tutte e tutti giustizia e liberta', eguaglianza di diritti nella diversita', fraternita' e sororita'.
Tra il 25 aprile e il primo maggio il 30 aprile vi e' l'anniversario della scomparsa di Alfio Pannega, che di tutti quei valori e' stato testimone e portatore, il cui ricordo ancora ci scalda il cuore.
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III. Se giovasse ripetere le cose
Se giovasse ripetere le cose, qui nuovamente ripetere vorremmo cio' che da settimane andiam dicendo.
Che "qui e adesso chiediamo ad ogni persona di volonta' buona di premere nonviolentemente sul governo nazionale - e per quanto di loro competenza su quelli regionali - affinche' si adottino immediatamente tutte le iniziative indispensabili per contenere il contagio, per salvare vite umane, per aiutare ci ha piu' bisogno di aiuto; e tra queste iniziative innanzitutto le seguenti:
1. vuotare le carceri sovraffollate e mandare le persone attualmente li' ristrette nelle proprie abitazioni o in altri alloggi adeguati in cui sia possibile il cosiddetto "distanziamento sociale" necessario per evitare il rischio di contagio;
2. abrogare tutte le misure razziste contenute nei due "decreti sicurezza della razza", porre fine all'effettuale regime di "apartheid" di cui sono vittima tante persone innocenti, far cessare lo sfruttamento schiavistico e la riduzione coatta in condizioni di vita disumane di cui sono vittima nel nostro paese troppi esseri umani innocenti; riconoscendo finalmente a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti sociali, civili e politici, a cominciare dal diritto di voto secondo il principio fondamentale della democrazia: "una persona, un voto";
3. aiutare con adeguate provvidenze tutti i poveri e gli impoveriti, garantendo immediatamente ad ogni persona alloggio, cibo e tutti gli altri beni necessari alla vita;
4. fornire protezioni sanitarie adeguate per tutte le persone: a cominciare dagli operatori e le operatrici della sanita', dell'assistenza, della pubblica sicurezza, di tutti i servizi pubblici necessari; a cominciare da tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici che con il loro lavoro continuano a produrre e distribuire i beni essenziali alla vita: gli alimenti e gli altri generi di prima necessita';
5. chiudere e tener chiuse fino alla fine dell'epidemia tutte le attivita' orientate al profitto privato non immediatamente necessarie alla vita delle persone;
6. rispettare e far rispettare rigorosamente il principio di precauzione, facendo prevalere la salvezza delle vite umane su ogni altro interesse particolare;
7. rispettare e far rispettare scrupolosamente i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione repubblicana; rispettare e far rispettare scrupolosamente la legalita' che salva le vite;
8. cessare di ingannare la popolazione con una propaganda e una retorica scandalose che hanno come fine di occultare i disastrosi errori dai governanti fin qui commessi il cui esito sono state innumerevoli morti evitabili se si fossero adottati tempestivamente e adeguatamente gli interventi necessari;
9. comprendere e far comprendere che per tutelare il diritto alla vita e alla salute occorre anche un impegno a contrastare l'inquinamento globale che e' il primo produttore e veicolo di nocivita'; ed agire di conseguenza;
10. comprendere e far comprendere che per tutelare il diritto alla vita e alla salute occorre anche un impegno a contrastare le ingiustizie sociali che opprimono la stragrande maggioranza dell'umanita'; ed agire di conseguenza;
11. inverare l'appello del segretario generale dell'Onu alla cessazione di tutte le guerre, attraverso azioni concrete di disarmo, di smilitarizzazione, di aiuti umanitari, di conversione nonviolenta dell'economia, della politica e della societa': cessare immediatamente di produrre armi; cessare immediatamente di favoreggiare guerre, regimi e poteri criminali; soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone bisognose di aiuto".
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo facendo il bene si contrasta il male.
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IV. Un colloquio corale in absentia
Scriviamo queste righe il 29 aprile, e sembrera' pestare l'acqua nel mortaio.
Ma a centinaia continuano a morire le persone.
E il primo passo per fare cio' che e' giusto e' dire cio' che e' vero.
Chi governa il paese e importanti regioni persevera in una irresponsabilita', una protervia e una stoltezza dagli esiti letali: fanno ogni giorno proclami roboanti e promesse sesquipedali, ma ancora non hanno garantito a tutte e tutti le protezioni indispensabili; ma ancora non hanno garantito a chi ne ha piu' bisogno i sussidi indispensabili per sopravvivere; ma ancora non hanno garantito gli esami massivi necessari per individuare e contrastare le fonti di contagio; ma ancora non hanno garantito nemmeno la correzione degli errori catastrofici commessi. E le persone continuano a morire a centinaia ogni giorno.
Si torni alla ragione, si torni alla legalita' che salva le vite. Di tutti i diritti il primo diritto e' quello alla vita, senza del quale nessun altro diritto sussiste. E di tutti i doveri il primo dovere e' salvare le vite: senza l'adempimento di questo dovere l'umanita' si estingue.
La sofferenza, il male, la violenza, la morte possono e devono essere contrastati: con la solidarieta', con la misericordia, con la nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Ebbe a scrivere una volta Wittgenstein che "il mondo del felice e' un altro mondo che quello dell'infelice" (Tractatus, 6.43), ed e' proposizione insieme vera e falsa: vi e' un solo mondo, ed e' compito degli esseri umani far si'che esso sempre meno sia il mondo dell'infelicita' e sempre piu' il mondo della felicita'. Prima condizione della felicita' e' cessare di fare il male, e' contrastare chi fa il male, e' fare il bene per quanto si puo'.
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Allegato: Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445.

3. ALFIO

Dieci anni fa, il 30 aprile 2010, ci lasciava Alfio Pannega, il migliore degli amici e dei compagni.
Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo ancora.
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Una minima notizia su Alfio Pannega
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4. OGGI, DOMANI E IL GIORNO DOPO ANCORA. ALCUNE PAROLE IN QUESTO 30 APRILE

Sono passati dieci anni senza Alfio Pannega. Ed oggi la citta' di Viterbo lo ricorda una volta ancora. Senza cerimonie, nel pubblico spazio per bocca forse di pochi, ma in un comune corale raccoglimento, con un sentimento misto di gratitudine e di nostalgia.
E domani, che e' il primo maggio, lo ricordera' ancora. Perche' il primo maggio, il giorno in cui si fa memoria della lotta dolorosa e necessaria di tutte le lavoratici e tutti i lavoratori per l'emancipazione dell'umanita', anche Alfio viene ricordato, perche' del movimento operaio e contadino, del movimento comunista e libertario Alfio fu sempre un militante nitido e intransigente nella lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione, contro tutte le ingiustizie e le violenze, nell'impegno per recare aiuto ad ogni persona di aiuto bisognosa, nella condivisione del bene e dei beni, nell'azione politica per realizzare una societa' in cui da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacita' ed a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni, nell'opera comune per la salvezza comune dell'umanita' e di quest'unico mondo vivente di cui siamo parte e custodi.
E non solo oggi e domani, ma il giorno dopo ancora, e ancora, e ancora: fino a quando l'uomo cessi di essere un nemico della donna e dell'uomo, ed ogni persona si comprenda come parte dell'unica umana famiglia, e si realizzi quel passaggio dal regno della necessita' al regno della liberta', si realizzi il sogno della pace, della giustizia, dell'universale uguaglianza di diritti nella preziosa diversita' di ogni singola esistenza, della fraternita' e della sororita' che ogni essere umano finalmente riconosca, raggiunga, sostenga e conforti.
Ricordare Alfio Pannega e' per quanti gli furono amici - e forse pressoche' ogni persona che a Viterbo e' vissuta nel tempo della sua vita almeno qualche volta si senti' tale e a modo suo forse lo fu - riascoltarne la voce, e sentirne quindi di nuovo la testimonianza e l'appello: l'appello alla lotta contro tutte le violenze, l'appello all'impegno per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, il rispetto per tutti gli esseri viventi, la salvaguardia della civilta' e della natura.
L'appello alla scelta esistenziale, intellettuale, morale, politica della nonviolenza, che e' l'antifascismo vivente, che e' la lotta concreta e coerente per salvare tutte le vite, per far cessare tutte le violenze.
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Ed un ricordo ancora vorrei aggiungere: come in Alfio il rigore morale si accompagnasse sempre alla piu' profonda comprensione e misericordia; come in lui l'impegno civile, la lotta nonviolenta, l'incondizionata generosita' sempre si unissero a una sorgiva festosita', a un sentimento di amore per il mondo e la vita, a una gioia interiore che illuminava chiunque lo incontrasse.
Forse solo Saba, o Penna, o Caproni, seppero mettere in parole quella soavita', quella delicatezza, quella leggerezza e quella iridescenza di sentimenti che Alfio incarno'.
E forse solo nelle lapidi dettata da Piero Calamandrei per i caduti della Resistenza tu ritrovi la fermezza - dantesca e leopardiana -  dell'antifascismo che Alfio testimonio' per l'intera sua vita.
Non siano un congedo le parole in ricordo di Alfio che oggi tante persone a Viterbo pronunceranno - e sia pure soltanto tra gli affetti domestici, e sia pure soltanto nel foro interiore -, ma un sentiero e una promessa; non uno sguardo crepuscolare al passato che vanisce, ma un impegno vivente e verace per il presente e per l'avvenire.
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In calce a queste righe allego ancora una volta una minima notizia su Alfio Pannega, e due testi che piu' volte insieme a lui e alle giovani e ai giovani che erano con noi leggemmo e ragionammo nelle tante serate di studio e di accostamento alla nonviolenza che nel centro sociale "Valle Faul" si svolsero nel corso degli anni; un breve saggio del grande poeta Franco Fortini e la "carta programmatica" del Movimento Nonviolento. Testi che confido appassioneranno chi li legge oggi come appassionavano Alfio in anni che sembrano ormai cosi' lontani e sono invece solo il nostro ieri.
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Allegato primo. Una minima notizia su Alfio Pannega
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Allegato secondo. Franco Fortini: Comunismo
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Allegato terzo. La carta programmatica del Movimento Nonviolento
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 385 del 9 maggio 2020
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