[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 431



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 431 del 14 aprile 2020

In questo numero:
1. Papa Francesco: Lettera ai fratelli e alle sorelle dei movimenti e delle organizzazioni popolari
2. Prima che sia troppo tardi. Un appello
3. Una lettera da inviare al governo
4. Una lettera da inviare ai Comuni
5. Siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019
6. Abrogare gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza"
7. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
8. Sergio Amidei
9. Norma Barbolini
10. Roberto Bonchio
11. Enzo Capecchi
12. Rachel Carson
13. Benjamin Cremieux
14. Simone de Beauvoir
15. Daniel Guerin
16. Frank Raymond Leavis
17. Girolamo Li Causi
18. Vladimir Majakovskij
19. Alice Miller
20. Edith Pechey
21. Camilla Ravera
22. Gianni Rodari
23. Roberta Tatafiore
24. Franco Volpi
25. Ludwik Lejzer Zamenhof
26. Giuseppe Sircana: Lina Merlin (2009)
27. In forma di sonetto cinque Galgenlieder in lingua ed in vernacolo del tempo del "pacchetto sicurezza" (2009)
28. In forma di sonetto quattro Galgenlieder sulla marcia Perugia-Assisi (2014)
29. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
30. Geremia Cattristi: Consigli inutili a un amico letterato

1. DOCUMENTI. PAPA FRANCESCO: LETTERA AI FRATELLI E ALLE SORELLE DEI MOVIMENTI E DELLE ORGANIZZAZIONI POPOLARI
[Dal sito del quotidiano "Avvenire" riprendiamo e diffondiamo]

Cari amici,
Ricordo spesso i nostri incontri: due in Vaticano e uno a Santa Cruz de la Sierra, e confesso che questa "memoria" mi fa bene, mi avvicina a voi, mi fa ripensare ai tanti dialoghi avvenuti durante quegli incontri, ai tanti sogni che li' sono nati e cresciuti, molti dei quali sono poi diventati realta'. Ora, in mezzo a questa pandemia, vi ricordo nuovamente in modo speciale e desidero starvi vicino.
In questi giorni, pieni di difficolta' e di angoscia profonda, molti hanno fatto riferimento alla pandemia da cui siamo colpiti ricorrendo a metafore belliche. Se la lotta contro la COVID-19 e' una guerra, allora voi siete un vero esercito invisibile che combatte nelle trincee piu' pericolose. Un esercito che non ha altre armi se non la solidarieta', la speranza e il senso di comunita' che rifioriscono in questi giorni in cui nessuno si salva da solo. Come vi ho detto nei nostri incontri, voi siete per me dei veri "poeti sociali", che dalle periferie dimenticate creano soluzioni dignitose per i problemi piu' scottanti degli esclusi.
So che molte volte non ricevete il riconoscimento che meritate perche' per il sistema vigente siete veramente invisibili. Le soluzioni propugnate dal mercato non raggiungono le periferie, dove e' scarsa anche l'azione di protezione dello Stato. E voi non avete le risorse per svolgere la sua funzione. Siete guardati con diffidenza perche' andate al di la' della mera filantropia mediante l'organizzazione comunitaria o perche' rivendicate i vostri diritti invece di rassegnarvi ad aspettare di raccogliere qualche briciola caduta dalla tavola di chi detiene il potere economico. Spesso provate rabbia e impotenza di fronte al persistere delle disuguaglianze persino quando vengono meno tutte le scuse per mantenere i privilegi. Tuttavia, non vi autocommiserate, ma vi rimboccate le maniche e continuate a lavorare per le vostre famiglie, per i vostri quartieri, per il bene comune. Questo vostro atteggiamento mi aiuta, mi mette in questione ed e' di grande insegnamento per me.
Penso alle persone, soprattutto alle donne, che moltiplicano il cibo nelle mense popolari cucinando con due cipolle e un pacchetto di riso un delizioso stufato per centinaia di bambini, penso ai malati e agli anziani. Non compaiono mai nei mass media, al pari dei contadini e dei piccoli agricoltori che continuano a coltivare la terra per produrre cibo senza distruggere la natura, senza accaparrarsene i frutti o speculare sui bisogni vitali della gente. Vorrei che sapeste che il nostro Padre celeste vi guarda, vi apprezza, vi riconosce e vi sostiene nella vostra scelta.
Quanto e' difficile rimanere a casa per chi vive in una piccola abitazione precaria o per chi addirittura un tetto non ce l'ha. Quanto e' difficile per i migranti, per le persone private della liberta' o per coloro che si stanno liberando di una dipendenza. Voi siete li', presenti fisicamente accanto a loro, per rendere le cose meno difficili e meno dolorose. Me ne congratulo e vi ringrazio di cuore. Spero che i governi comprendano che i paradigmi tecnocratici (che mettano al centro lo Stato o il mercato) non sono sufficienti per affrontare questa crisi o gli altri grandi problemi dell'umanita'. Ora piu' che mai, sono le persone, le comunita' e i popoli che devono essere al centro, uniti per guarire, per curare e per condividere.
So che siete stati esclusi dai benefici della globalizzazione. Non godete di quei piaceri superficiali che anestetizzano tante coscienze, eppure siete costretti a subirne i danni. I mali che affliggono tutti vi colpiscono doppiamente. Molti di voi vivono giorno per giorno senza alcuna garanzia legale che li protegga: venditori ambulanti, raccoglitori, giostrai, piccoli contadini, muratori, sarti, quanti svolgono diversi compiti assistenziali. Voi, lavoratori precari, indipendenti, del settore informale o dell'economia popolare, non avete uno stipendio stabile per resistere a questo momento... e la quarantena vi risulta insopportabile. Forse e' giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base che riconosca e dia dignita' ai nobili e insostituibili compiti che svolgete; un salario che sia in grado di garantire e realizzare quello slogan cosi' umano e cristiano: nessun lavoratore senza diritti.
Vorrei inoltre invitarvi a pensare al "dopo", perche' questa tempesta finira' e le sue gravi conseguenze si stanno gia' facendo sentire. Voi non siete dilettanti allo sbaraglio, avete una cultura, una metodologia, ma soprattutto quella saggezza che cresce grazie a un lievito particolare, la capacita' di sentire come proprio il dolore dell'altro. Voglio che pensiamo al progetto di sviluppo umano integrale a cui aneliamo, che si fonda sul protagonismo dei popoli in tutta la loro diversita', e sull'accesso universale a quelle tre T per cui lottate: "tierra, techo y trabajo" (terra – compresi i suoi frutti, cioe' il cibo –, casa e lavoro). Spero che questo momento di pericolo ci faccia riprendere il controllo della nostra vita, scuota le nostre coscienze addormentate e produca una conversione umana ed ecologica che ponga fine all'idolatria del denaro e metta al centro la dignita' e la vita. La nostra civilta', cosi' competitiva e individualista, con i suoi frenetici ritmi di produzione e di consumo, i suoi lussi eccessivi e gli smisurati profitti per pochi, ha bisogno di un cambiamento, di un ripensamento, di una rigenerazione. Voi siete i costruttori indispensabili di questo cambiamento ormai improrogabile; ma soprattutto voi disponete di una voce autorevole per testimoniare che questo e' possibile. Conoscete infatti le crisi e le privazioni... che con pudore, dignita', impegno, sforzo e solidarieta' riuscite a trasformare in promessa di vita per le vostre famiglie e comunita'.
Continuate a lottare e a prendervi cura l'uno dell'altro come fratelli. Prego per voi, prego con voi e chiedo a Dio nostro Padre di benedirvi, di colmarvi del suo amore, e di proteggervi lungo il cammino, dandovi quella forza che ci permette di non cadere e che non delude: la speranza.
Per favore, anche a voi pregate per me, che ne ho bisogno.
Fraternamente,
Francesco
Citta' del Vaticano, 12 aprile 2020, Domenica di Pasqua

2. REPETITA IUVANT. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. UN APPELLO

Prima che sia troppo tardi il governo faccia uscire dalle carceri sovraffollate le persone li' ristrette e le trasferisca o nelle rispettive abitazioni o in altri alloggi adeguati in cui per quanto possibile siano anch'esse al riparo dal rischio di contagio che in tutti i luoghi sovraffollati e' enorme.
Gia' troppe persone sono morte.
Di seguito una bozza di lettera che proponiamo di inviare al Ministero della Giustizia, ed alcuni indirizzi utilizzabili a tal fine.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
*
La bozza di lettera
"Signor ministro della Giustizia,
come sa, con la fine del fascismo in Italia e' stata abolita la pena di morte, e la Costituzione repubblicana stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita'".
Per contrastare l'epidemia di coronavirus e cercar di salvare vite umane sono state adottate - sia pure con grave ritardo - misure di distanziamento tra le persone, unico modo efficace di contenere il contagio.
Ma queste misure non possono essere adottate efficacemente in luoghi sovraffollati come le carceri italiane.
Cosicche' chi si trova nelle carceri italiane, come ristretto o come custode, e' esposto al piu' grave pericolo.
E' esposto al pericolo di essere contagiato e di rischiare la vita. E vive in una condizione di torturante paura senza potervi sfuggire.
E' palese che la permanenza in carcere, sic stantibus rebus, e' incompatibile con le indispensabili misure di profilassi per contenere il contagio; e' incompatibile con le norme sul cosiddetto "distanziamento sociale" (pessima formulazione con cui in queste settimane viene indicato il tenersi di ogni persona ad adeguata distanza dalle altre, volgarizzato col motto "restate a casa"); e' incompatibile con il fondamentale diritto di ogni essere umano alla tutela della propria vita.
Ne consegue che finche' l'epidemia non sia debellata occorre vuotare le carceri e - per dirla in breve - mandare tutti i detenuti nelle proprie case con l'ovvio vincolo di non uscirne.
Naturalmente vi saranno casi in cui cio' non sia possibile (i colpevoli di violenza domestica, ad esempio), ma anche questi casi particolari potranno essere agevolmente risolti con la collocazione in alberghi o altre idonee strutture in cui il necessario "distanziamento sociale" sia garantito.
Non si obietti che tale proposta e' iniqua: piu' iniquo, illecito e malvagio sarebbe continuare ad esporre insensatamente alla morte degli esseri umani.
E non si obietti che cosi' si rischia di non poter controllare l'effettiva costante permanenza in casa degli attuali detenuti: oggidi' non mancano affatto le risorse tecnologiche per garantire un efficace controllo a distanza che le persone attualmente ristrette destinatarie di tale provvedimento restino effettivamente nelle loro case (ovvero nelle abitazioni loro assegnate).
Ne' si obietti che cosi' si garantisce il diritto alla casa ai criminali mentre persone che non hanno commesso delitti ne sono prive: e' infatti primario dovere di chi governa il paese garantire un alloggio a tutte le persone che si trovano in Italia; nessuno deve essere abbandonato all'addiaccio o in una baracca, a tutte le persone deve essere garantita una casa: si cessi pertanto piuttosto di sperperare risorse pubbliche a vantaggio dei ricchi e si provveda a rispettare concretamente i diritti fondamentali di ogni persona, adempiendo ai doveri sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione della Repubblica italiana.
Signor ministro della Giustizia,
prima che sia troppo tardi si adottino i provvedimenti necessari per vuotare le carceri e mettere in sicurezza per quanto possibile la vita dei detenuti e del personale di custodia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma, luogo, data
Indirizzo del mittente"
*
Alcuni indirizzi utilizzabili
protocollo.gabinetto at giustizia.it,
fulvio.baldi at giustizia.it,
leonardo.pucci at giustizia.it,
gianluca.massaro at giustizia.it,
chiara.giacomantonio at giustizia.it,
roberto.natali at giustizia.it,
giuseppina.esposito at giustizia.it,
marcello.spirandelli at giustizia.it,
clelia.tanda at giustizia.it,
sabrina.noce at giustizia.it,
vittorio.ferraresi at giustizia.it,
andrea.giorgis at giustizia.it,
ufficio.stampa at giustizia.it,
andrea.cottone at giustizia.it,
gioele.brandi at giustizia.it,
mauro.vitiello at giustizia.it,
concetta.locurto at giustizia.it,
giampaolo.parodi at giustizia.it,
roberta.battisti at giustizia.it,
marina.altavilla at giustizia.it,
rita.andrenacci at giustizia.it,
dgmagistrati.dog at giustizia.it,
giuditta.rossi at giustizia.it,
antonia.bucci at giustizia.it,
paolo.attardo at giustizia.it,
tommaso.salvadori at giustizia.it,
daniele.longo at giustizia.it,
redazione at giustizia.it,
callcenter at giustizia.it,
*
Preghiamo chi ci legge di diffondere questa proposta anche ai mezzi d'informazione e ad altre persone di volonta' buona, associazioni ed istituzioni.

3. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

4. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI

Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

5. REPETITA IUVANT. SIANO FINALMENTE PROCESSATI I MINISTRI DEL GOVERNO RAZZISTA PER I CRIMINI CONTRO L'UMANITA' COMMESSI NEL 2018-2019

Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019.
Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per le flagranti violazioni del diritto internazionale e della legalita' costituzionale commesse nel 2018-2019.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
La strage degli innocenti nel Mediterraneo e' un crimine contro l'umanita'.
La schiavitu', le persecuzioni e l'apartheid in Italia sono un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. ABROGARE GLI SCELLERATI ED INCOSTITUZIONALI "DECRETI SICUREZZA DELLA RAZZA"

Nonostante che il governo razzista sia caduto ormai dalla scorsa estate, restano assurdamente, scandalosamente, obbrobriosamente ancora in vigore alcune delle sue scellerate ed incostituzionali misure razziste che violano fondamentali diritti umani, il diritto internazionale e la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Come ad esempio le misure razziste contenute negli infami "decreti sicurezza della razza".
Cosi' come e' giusto, necessario e urgente che finalmente tutti i ministri di allora siano tratti in tribunale a rispondere dei reati razzisti commessi, ugualmente e' giusto, necessario e urgente che quelle misure razziste ed incostituzionali siano abrogate.
*
E' evidente che essendo restato al governo uno dei due partiti che diedero vita al criminale governo razzista nel 2018-2019, e che anzi lo stesso presidente del consiglio dei ministri attuale e' ancora quello che presiedette quel gabinetto razzista, ancora non e' stata pienamente ripristinata la democrazia e la legalita' costituzionale.
Ma e' altrettanto evidente che la democrazia e la legalita' costituzionale devono essere infine ripristinate; che deve cessare la violenza razzista; che quelle misure disumane devono essere abolite, e quei disumani ministri ed i complici loro devono essere allontanati dalle istituzioni democratiche.
*
Contrastare il razzismo e il fascismo, ripristinare la vigenza dei diritti umani e della legalita' democratica, non sono compiti da subordinare a calcoli tattici e a giochi di palazzo, sono invece obbligo morale e civile, dovere fondativo dell'ordinamento democratico e della civile convivenza, sono indispensabile inveramento della Costituzione, sono la politica prima che si oppone alla folle barbarie, che si oppone alle stragi degli innocenti.
Cosicche' non si perda piu' tempo: siano immediatamente abrogati gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza".
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sia soccorsa, accolta e assistita ogni persona bisognosa di aiuto.
Siano rispettati tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

8. MEMORIA. SERGIO AMIDEI

Il 14 aprile 1981 moriva Sergio Amidei
sceneggiatore cinematografico
collaboro' ad alcuni dei film piu' belli del neorealismo
con gratitudine lo ricordiamo

9. MEMORIA. NORMA BARBOLINI

Il 14 aprile 1993 moriva Norma Barbolini
comandante partigiana e militante del movimento operaio
con gratitudine la ricordiamo

10. MEMORIA. ROBERTO BONCHIO

Il 14 aprile 2010 moriva Roberto Bonchio
resistente militante del movimento operaio editore
con gratitudine lo ricordiamo

11. MEMORIA. ENZO CAPECCHI

Il 14 aprile 1989 moriva Enzo Capecchi
comandante partigiano
con gratitudine lo ricordiamo

12. MEMORIA. RACHEL CARSON

Il 14 aprile 1964 moriva Rachel Carson
l'autrice di "Primavera silenziosa"
che non sara' lodata mai abbastanza
con gratitudine la ricordiamo

13. MEMORIA. BENJAMIN CREMIEUX

Il 14 aprile 1944 moriva Benjamin Cremieux
critico letterario illustre
resistente deportato
mori' nel lager di Buchenwald
con gratitudine lo ricordiamo

14. MEMORIA. SIMONE DE BEAUVOIR

Il 14 aprile 1986 moriva Simone de Beauvoir
pensatrice scrittrice militante memorialista
figura eponima dell'impegno civile dell'intelletttuale
dalle cui opere tutte e tutti molto abbiamo appreso
con gratitudine la ricordiamo

15. MEMORIA. DANIEL GUERIN

Il 14 aprile 1988 moriva Daniel Guerin
militante del movimento delle oppresse e degli oppressi
autore di libri che non abbiamo dimenticato
con gratitudine lo ricordiamo

16. MEMORIA. FRANK RAYMOND LEAVIS

Il 14 aprile 1978 moriva F. R. Leavis
critico letterario illustre
maestro di finezza e di acribia
con gratitudine lo ricordiamo

17. MEMORIA. GIROLAMO LI CAUSI

Il 14 aprile 1977 moriva Girolamo Li Causi
militante del movimento operaio
partigiano costituente parlamentare
strenuo combattente contro la mafia
con gratitudine lo ricordiamo

18. MEMORIA. VLADIMIR MAJAKOVSKIJ

Il 14 aprile 1930 moriva Vladimir Majakovskij
poeta
con gratitudine lo ricordiamo

19. MEMORIA. ALICE MILLER

Il 14 aprile 2010 moriva Alice Miller
psicologa e saggista
con gratitudine la ricordiamo

20. MEMORIA. EDITH PECHEY

Il 14 aprile 1908 moriva Edith Pechey
medica e militante per i diritti delle donne
fu una delle "sette di Edimburgo"
con gratitudine la ricordiamo

21. MEMORIA. CAMILLA RAVERA

Il 14 aprile 1988 moriva Camilla Ravera
che sempre lotto' per la liberazione dell'umanita' intera
con gratitudine la ricordiamo

22. MEMORIA. GIANNI RODARI

Il 14 aprile 1980 moriva Gianni Rodari
maestro e compagno
con gratitudine lo ricordiamo

23. MEMORIA. ROBERTA TATAFIORE

Il 14 aprile 2009 moriva Roberta Tatafiore
militante femminista e libertaria
autrice di libri che ancora ci interrogano
con dolore e gratitudine la ricordiamo

24. MEMORIA. FRANCO VOLPI

Il 14 aprile 2009 moriva Franco Volpi
docente e saggista
curatore dell'impresa del Dizionario delle opere flosofiche
con gratitudine lo ricordiamo

25. MEMORIA. LUDWIK LEJZER ZAMENHOF

Il 14 aprile 1917 moriva Ludwik Lejzer Zamenhof
ideatore del'esperanto
con gratitudine lo ricordiamo

26. MAESTRE. GIUSEPPE SIRCANA: LINA MERLIN (2009)
[Dal sito www.treccani.it riprendiamo la seguente voce apparsa nel Dizionario biografico degli italiani]

Angelina Merlin (Lina) nacque il 15 ottobre 1887 a Pozzonovo, presso Padova, da Fruttuoso, segretario comunale, e da Giustina Poli, insegnante.
Trascorse l'infanzia e la giovinezza a Chioggia, dove frequento' l'istituto delle suore canossiane, conseguendo nel 1907 il diploma di maestra elementare nella scuola normale femminile Erminia Fua' Fusinato di Padova. Nell'aprile del 1914 ottenne presso la facolta' di lettere dell'Universita' di Padova l'abilitazione all'insegnamento del francese nella scuola media di primo grado, ma, nutrendo un profondo interesse per l'educazione dei fanciulli, preferi' continuare a insegnare nelle scuole elementari.
Nel 1919 si iscrisse al Partito socialista italiano (PSI), al cui interno si batte' per la costituzione di una sezione femminile. Si impegno' in particolare nell'attivita' pubblicistica, collaborando al settimanale socialista padovano L'Eco dei lavoratori e al periodico La Difesa delle lavoratrici, fondato nel 1912 da Anna Kuliscioff, con articoli sulla condizione delle donne, il diritto di voto, il lavoro femminile, la prostituzione.
A proposito del delicato problema sociale, cui avrebbe dedicato gran parte del suo impegno politico, in un articolo, Maddalene, apparso nell'Eco dei lavoratori del 4 marzo 1922, la M. scriveva: "E' il difettoso sistema economico-sociale che crea la necessita' della prostituzione. Bisogna trasformare la societa' attuale e la vergognosa istituzione cessera' [...]. La societa' malamente costituita viola i due piu' possenti istinti umani che sono la legge naturale del progresso: la conservazione dell'individuo e la continuazione della specie, distribuendo ingiustamente i prodotti del lavoro, negando il diritto dell'amore. Il fenomeno sociale della prostituzione e' precisamente il frutto di questa violenza [...]. La donna e' in uno stato d'inferiorita', sia nella casa [...] sia quando viene impiegata nel lavoro [...]. Ebbene, perche' questo stato di inferiorita' cessi, bisogna che nella donna si risvegli la coscienza di chi deve compiere una duplice missione sociale: di lavoratrice e di madre [...]. Quando la donna comprendera' ch'ella e' parte, e non la meno trascurabile, della classe degli sfruttati, partecipera' alla lotta contro il regime che la opprime".
Nel marzo 1926, per essersi rifiutata di prestare il giuramento di fedelta' al regime fascista, la M. venne allontanata dall'insegnamento. Il successivo 24 novembre fu condannata dal Tribunale speciale a cinque anni di confino, che sconto' in Sardegna, dapprima a Dorgali, poi a Orune, a Isili e quindi a Nuoro. Ottenuta una riduzione della pena, il 24 novembre 1929 pote' rientrare a Padova. Nel 1930 si trasferi' a Milano, dove si guadagno' da vivere impartendo lezioni private di francese. Durante il soggiorno milanese incontro' il medico ed ex deputato socialista polesano D. Gallani, che divenne suo marito nel 1933, ma questi mori' appena tre anni dopo.
Nel capoluogo lombardo la M. partecipo' alla lotta antifascista e ospito' nella sua casa diversi incontri clandestini di dirigenti socialisti come S. Pertini, L. Basso e R. Morandi. Dopo l'8 sett. 1943 prese parte alla Resistenza e alla fondazione dei Gruppi di difesa della donna (GDD) e per l'assistenza ai combattenti per la liberta'. Nel 1944 fu tra le fondatrici dell'Unione donne italiane (UDI), di cui fu presidente nel 1947, nel 1949 e nel 1953. Il 27 aprile 1945 venne nominata vicecommissario alla Pubblica Istruzione nel Comitato di liberazione nazionale (CLN) della Lombardia. Il 29 giugno fu chiamata a far parte della direzione nazionale del partito socialista, in qualita' di responsabile della commissione femminile.
Il 2 giugno 1946 fu eletta all'Assemblea costituente nel collegio unico nazionale per il Partito socialista italiano di unita' proletaria (PSIUP). Alla Costituente fece parte della Commissione dei settantacinque, incaricata di redigere la bozza della costituzione repubblicana e partecipo' ai lavori della terza sottocommissione sui diritti e doveri economico-sociali.
In tale ambito svolse la relazione sulle garanzie economiche e sociali per l'esistenza della famiglia, nella quale rilevava come l'insicurezza economica rappresentasse "il maggiore ostacolo alla liberta' di ognuno di costituirsi una famiglia e la maggiore insidia all'unita' e alla saldezza dell'istituto familiare medesimo" (Le donne della Costituente, p. 22). Era dunque compito dello Stato, secondo la M., rimuovere i problemi di ordine economico al fine di assicurare a tutti i cittadini la possibilita' di crearsi una famiglia, tutelare la piena liberta' della donna di dedicarsi a ogni tipo di lavoro e adempiere alla funzione sociale della maternita'. La M. riteneva inoltre che, in attesa della riforma del codice civile, la costituzione avrebbe dovuto affermare "l'equiparazione dei diritti ad ogni effetto delle due arbitrarie categorie" dei figli legittimi e naturali (ibid., p. 23). La M. intervenne anche nella discussione sul diritto di proprieta' e intrapresa economica, sostenendo che la proprieta' privata doveva essere riconosciuta e garantita dallo Stato ed essere accessibile a tutti i cittadini. Fu infine sua la proposta di inserire nel testo dell'art. 3 della Costituzione, che sancisce la pari dignita' sociale e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, la locuzione "senza distinzione di sesso".
Il 18 aprile 1948 la M. venne eletta al Senato nel collegio di Adria e nel corso della I legislatura repubblicana fu membro della commissione Istruzione pubblica e belle arti. Rieletta al Senato il 7 giugno 1953, nel collegio elettorale di Rovigo, nella II legislatura fece parte, oltre che della commissione Istruzione, della commissione Lavoro, emigrazione, previdenza sociale. Il 6 agosto 1948 aveva presentato in Senato un disegno di legge per l'abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e la conseguente soppressione delle "case di tolleranza".
Nonostante l'iniziativa della M. incontrasse il favore di un vasto schieramento politico – soltanto la destra neofascista e monarchica era contraria – e fosse in linea con l'orientamento dell'Organizzazione delle nazione unite (ONU, di cui l'Italia aspirava a far parte), l'iter parlamentare del disegno di legge fu straordinariamente lungo e tormentato. Il dibattito fece emergere arretratezze culturali, ipocrisie, moralismi e fu caratterizzato nelle aule parlamentari e nella stampa da attacchi ingiuriosi e pesanti sarcasmi all'indirizzo della Merlin.
Era l'anticipo dell'accoglienza che sarebbe stata riservata alla legge, dopo la sua definitiva approvazione il 20 febbraio 1958 e l'entrata in vigore alla mezzanotte del successivo 20 settembre, un evento che segno' una svolta nel costume italiano.
Risultano particolarmente significativi, a questo proposito, i discorsi di inaugurazione dell'anno giudiziario che, ancora fino ai primi anni Sessanta, lamentavano il disorientamento dell'opinione pubblica per il dilagare della prostituzione sulle strade e invocavano l'abrogazione della legge Merlin.
Il testo licenziato dal Parlamento risulto' sensibilmente modificato rispetto allo schema originario presentato dieci anni prima, che prevedeva l'istituzione di centri di assistenza e di un corpo di polizia femminile per l'aiuto alle donne che intendevano abbandonare la prostituzione. Su questo terreno la M. si era gia' mossa promovendo il 16 febbraio 1950, insieme con le parlamentari democristiane Ida D'Este, Angela Guidi Cingolani, Maria Federici e Maria De Unterrichter Jervolino, il Comitato italiano di difesa morale e sociale della donna (CIDD), di cui fu vicepresidente fino al 1963.
Un'altra legge di grande civilta', voluta con estrema determinazione dalla M., porto' alla cancellazione dai documenti anagrafici della dicitura "N. N." che discriminava i figli di genitore non identificato.
Consigliere comunale di Chioggia dal 1951 al 1955, la M. profuse grande impegno in favore delle popolazioni del Polesine, in particolare dopo la disastrosa alluvione del 1951, sostenendo la necessita' della bonifica integrale del territorio. Eletta, il 25 maggio 1958, alla Camera dei deputati nella circoscrizione di Verona-Padova-Vicenza-Rovigo, con 7786 voti di preferenza, nella III legislatura repubblicana fece parte della commissione Igiene e sanita' e, dal 14 febbraio 1963, della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia.
Nell'ottobre 1961 i crescenti dissidi con i vertici del PSI polesano e nazionale e l'insofferenza nei confronti della rigida disciplina d'apparato la indussero a dimettersi dal partito e, al termine della legislatura, a lasciare la politica attiva.
Torno' alla ribalta nel 1974, allorche' prese posizione a favore della indissolubilita' del matrimonio ed entro' a far parte del Comitato nazionale per il referendum sul divorzio.
La M. mori' a Padova il 16 agosto 1979.
*
Fra gli scritti della M. si ricordano: Chiusura delle case di tolleranza (fine di una schiavitu'), Roma 1949; Lettere dalle case chiuse, a cura di L. Merlin - C. Barberis, Milano-Roma 1955; Libro bianco sui licenziamenti per causa di matrimonio in Italia. Situazione e documentazione, a cura di L. Merlin, Roma 1961; Contributo di Lina Merlin, in Referendum e divorzio, a cura di A. Marzotto, ibid. 1971; La mia vita, a cura di E. Marinucci, Firenze 1989; Discorsi parlamentari, Roma 1998.
Fonti e Bibliografia: Roma, Arch. centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Dir. gen. Pubblica Sicurezza, Casellario politico centrale, b. 3244; ibid., Confinati politici, b. 660; Ibid., Arch. centrale dell'Unione donne italiane, Carte di Lina Merlin (relative agli anni 1946-47). Si vedano inoltre: S. Casmirri, L'Unione donne italiane (1943-1948), Roma 1978, ad ind.; T. Pitch, La sessualita', le norme, lo Stato. Il dibattito sulla legge Merlin, in Memoria, 1986, n. 17, pp. 24-41; G. Pallotta, Cronache dell'Italia repubblicana, Roma 1987, ad ind.; Le donne e la Costituzione. Atti del Convegno promosso dall'Associazione degli ex-parlamentari… 1988, Roma 1989, pp. 223-228, 321-329, 459; C. Dau Novelli, Le donne in Parlamento, in Il Parlamento italiano 1861-1988, XV, 1948-1949: De Gasperi e la scelta occidentale, la strategia del centrismo, Milano 1991, pp. 118 s.; G. Granati, Lina M., ibid., XVI, 1950-1953: Il centrismo, ibid. 1991, pp. 469-471, 484 s.; A.A. Mola, La legge Merlin per l'abolizione delle "case di tolleranza", ibid., XVII, 1954-1958: Il centrismo dopo De Gasperi, ibid. 1991, pp. 26 s., 486; Z. Ciuffoletti - M. Degl’Innocenti - G. Sabbatucci, Storia del PSI, III, Dal dopoguerra a oggi, Roma-Bari 1993, ad ind.; M. Addis Saba - M. De Leo - F. Taricone, Alle origini della Repubblica. Donne e Costituente, Roma 1996, ad ind.; V. Serafini, Prostituzione e legislazione repubblicana: l'impegno di Lina M., in Storia e problemi contemporanei, X (1997), 20, pp. 105-120; Il Novecento delle Italiane: una storia ancora da raccontare, Roma 2001, ad ind.; M. Boneschi, Di testa loro: dieci Italiane che hanno fatto il Novecento, Milano 2002, pp. 109-137, 298 s.; T. Merlin, Lina M.: vita privata e impegno politico, Este 2005; S. Spinoso, La lobby delle donne: legge Merlin e CIDD. Un modo diverso di fare politica, Soveria Mannelli 2005; G. Crainz, Storia del miracolo italiano, Roma 2005, ad ind.; P. Gabrielli, La pace e la mimosa. L'Unione donne italiane e la costruzione politica della memoria (1944-1955), Roma 2005, ad ind.; La senatrice Lina M.: un "pensiero operante", a cura di A.M. Zanetti, Venezia 2006; S. Bellassai, La legge del desiderio. Il progetto Merlin e l'Italia degli anni Cinquanta, Roma 2006, passim; Le donne della Costituente, a cura di M.T.A. Morelli, Roma 2007, ad ind.; I deputati alla Costituente, Torino 1946, s.v.; I deputati e senatori del III Parlamento repubblicano, Roma 1960, s.v.; Enc. dell'antifascismo e della Resistenza, III, Milano 1976, s.v.; M. Ceratto, Il "Chi e'?" delle donne italiane 1945-1982, Milano 1982, s.v.; Le donne nel Parlamento della Repubblica dalla Consulta alla VII legislatura, Roma 1989, s.v.; Le donne italiane. Il "Chi e'?" del '900, a cura di M. Mafai, Milano 1993, s.v.; A. Bravo - L. Scaraffia, Donne del '900, Bologna 1999, pp. 61 s.; Donne del giornalismo italiano. Da Eleonora Fonseca Pimentel a Ilaria Alpi: dizionario storico bio-bibliografico. Secoli XVIII-XX, a cura di L. Pisano, Milano 2004, s.v.; Italiane, III, Dagli anni Cinquanta ad oggi, a cura di E. Roccella - L. Scaraffia, Roma 2004, pp. 182-185 (R. Tatafiore).

27. REPETITA IUVANT. In FORMA DI SONETTO CINQUE GALGENLIEDER IN LINGUA ED IN VERNACOLO DEL TEMPO DEL "PACCHETTO SICUREZZA" (2009)

I. La ronna

Grazzi'ar governo de la giovinezza
co' mi' compari mo' ffamo la ronna
e sse trovamo 'n mezzo a 'sta monnezza
o 'n affricano, o uno de l'artra sponna

mo' vegghi 'sto bastone se battezza
mo' ssenti se la zucca te se sfonna
te bbecchi 'sto pacchetto sicurezza
e mo' lecchete er sangue che te gronna.

Ah che goduria d'arifa' le squadre
com'a li tempi de faccetta nera,
e le capocce tonne falle quadre

e quelle quadre tonne oppure a ppera
a martellate, e sia gloria a ddiopadre
che io te meno e tu ce vai in galera.

*

II. Parla il senator ***

Votando si' al pacchetto sicurezza
- perche' nascondere i miei sentimenti?
perche' non dirlo forte ai quattro venti? -
provai ancora la virile ebbrezza

di quando cantavamo Giovinezza
gagliardi si marciava, o sull'attenti
si stava all'erta, e a castigar le genti
s'andava in squadre: quella era bellezza.

Al negro, al comunista e al clandestino
glielo insegniamo noi il galateo:
ha freddo? ecco la benza ed il cerino.

Va all'ospedale a fare il piagnisteo?
cerca il dottore e trova il secondino.
Vuol casa? coi leoni al Colosseo.

E se qualche babbeo
dice che siam razzisti io non lo nego
e rispondiamo in coro: "me ne frego".

*

III. Progetto di circolare del somministro della sanita'

Alle Regioni ed alle A Esse Elle
rammentasi munirsi di adeguate
strumentazioni: di manette e celle
si dotino corsie e camerate;

avra' incentivi il medico che espelle
i clandestini, e se li avvelenate
ci risparmiate tempo, e se ribelle
qualcun si mostra, a quello gli sparate.

E' quello sanitario un mondo duro
per gente che sa essere cattiva:
bisogna fare muro contro muro.

Solo perche' sono arrivati a riva
quei fessi si credevano al sicuro?
Gia' scalpita la ronda punitiva.

*

IV. Dal Ministero della Cultura Popolare

Questo ripristinato Ministero
della Cultura Popolare emana
quanto qui segue. Primo, al muso nero
puo' dar la caccia ogni ronda padana.

Secondo: ogni nemico dell'impero
se ne ritorni in fretta alla sua tana,
o di legnate e' pronto un metro stero
per lui e per la sua gentaccia cana.

Terzo: procedasi in modo sommario
a eriger forche e pire su ogni piazza
con buon risparmio pel pubblico erario.

E se qualcosa c'e' che v'imbarazza
per ogni chiarimento necessario
fa testo "La difesa della razza".

*

V. Ar Presidente da Repubbica

Egreggio presidente e cellentissimo
me preggio disturballa 'n momentino
pe' chiedeje de da' rretta a 'n burino
qual mi professo servo devotissimo.

Je vorre' di' ch'ha fatto assai benissimo
quann'ha 'pprovato li' quer decretino
pe' roppe ll'ossa d'ogni marrocchino
sur sacro solo italico santissimo.

Cosi' sse fa', monnaccio buggiarone,
la schiavitu' cce vole, e gnente lagna!
Famoje veda noi chi ade' 'r padrone.

A preside', se poi vene 'n campagna
qui a l'osteria de Ciccio 'r magnaccione
je fo senti' quanto bene se magna.

28. REPETITA IUVANT. In FORMA DI SONETTO QUATTRO GALGENLIEDER SULLA MARCIA PERUGIA-ASSISI (2014)

I. La marcia pure 'st'anno e' 'nnata bbene

La marcia pure 'st'anno e' 'nnata bbene.
La gente era pasciuta e benvestita
strillava "no a la morte e ssi' a la vita",
"volemo tutte ave' le panze piene".

Vedessi tu cche sciccherie e cche scene
pareva de trovasse a la partita:
"Evviva Santa Rosa e Ssanta Rita",
"s'ha da fa' ssolo quer che ce convene".

E io co' Cencio semo ite 'n giro
a 'mbraccica' la ggente e 'lleggerilla
de' pesi de la vita ar giorno d'oggi.

Emo ricorto n' sacco de reloggi,
de portafoji e pure quarche spilla,
tre catenine d'oro e 'n par de bbiro.

*

II. Me piace fa' la marcia de la pace

Me piace fa' la marcia de la pace
me porto la merenna ne la sacca
er fiasco e tutta quanta l'artra cacca
la marcia de la pace a mme mme piace.

Cio' 'r pane, l'ova, l'ajo, le spinace
la robba che s'affetta e che se 'nsacca
la ciccia o sia de porco o sia de vacca
lessa bbollita a rosto o a la brace.

E ppe' llubbrificasse 'r gargarozzo
mentre che lemme lemme camminamo
je damo ggiu' a scolasse 'n ber barlozzo

e 'ntanto "A li mortacci" je strillamo
"de li zzozzoni de 'sto monno zzozzo".
L'umanita' mo' ssi' che la sarvamo.

*

III. Deretro a 'sto lenzolo arcobbaleno

Deretro a 'sto lenzolo arcobbaleno
diceveno 'sta marcia ade' 'no sballo
'na passeggiata, 'n giocherello, 'n ballo
serv'a sarva' la pace, gnentemeno!

Piu' ciaripenzo e ppiu' me ciavveleno.
Primo: faceva propio troppo callo.
Seconno: n'ze potrebbe fa' a ccavallo?
se riva prima e sse fatica meno.

Pe' tterzo: 'nvece d'esse 'na spianata
l'urtimo pezzo t'ha' d'arrampica'
e que' ade' propio 'na gran carognata.

Te ggiuro, si mme capita a 'ncontra'
a quello che cia' avuto 'sta penzata
je meno, che lo possin' ammazza'.

*

IV. La marcia da Peruggia fin'a Assisi

La marcia da Peruggia fin'a Assisi
ade' 'na cosa, fiji mii, gajarda
se parte co' li bbotti de bombarda
se riva che ce vo' 'na flebboclisi.

Ar via 'ndo te ggiri so' ssorrisi:
nun ce se crede come che sse barda
la ggente: ce se mette la coccarda
se tignono de 'mpiastri su li visi

e vvia de gran galoppo pe' la scesa
che dda Peruggia esce a la campagna.
E ppoi se 'ntosta subbito l'impresa

se suda e nun se bbeve e nun se magna
se strilla e sse smadonna a la distesa:
a 'ffa la pace e' 'na fatica cagna.

29. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

30. PAROLIBERI ALL'OSPIZIO. GEREMIA CATTRISTI: CONSIGLI INUTILI A UN AMICO LETTERATO

I.

Le cose che piu' ti fanno soffrire
nessuno riesce a scriverle
devi travestirle da favola orientale da mito greco
da sogno sognato da un'altra persona
in un altro tempo in un'altra vita
le cose che piu' ti fanno soffrire

E invece devi dirle chiare e semplici
cosi' come sono le devi riferire
racconta delle lacrime di A. che ti chiede qualcosa da mangiare
della vergogna di B. lasciata poi in terra come uno straccio sporcato
di C. che lavavano con una scopa
di D. che neppure piu' crede di avere diritto a qualcosa
di E. per cui il mondo e' ormai solo la baracca la schiavitu'

Tutte le cose che ti raccontano le vittime sopravvissute
tutto il male che non sei riuscito a contrastare
tutte le persone i cui occhi per sempre sono stati volti in basso
tutte le lingue tagliate le orecchie mozzate le anime sfregiate

Racconta di F. che resto' sola in quella stanza
racconta di G. che viveva in una grotta che sgocciolava acqua
racconta di H. che volo' dal terrazzo
di I. che per sopravvivere dovette
di L. che cedette di schianto e poi fu solo una spugna

Non bastano le lettere dell'alfabeto
non bastano tutti i numeri del mondo

II.

Ti chiedono frivoli i borghesi
perche' sei sempre cosi' accigliato
perche' usi parole che mettono paura
perche' vuoi sempre fare cattiva impressione
e non sai stare in societa'

Non sanno che tu gli leggi nel cuore
e vedi quello che loro non vedono piu'
storditi dalla troppe cose che hanno
bottino di una rapina di cui non sentono colpa
da se stessi strappatisi la spina nella carne
da se stessi amputatasi l'anima dove duole
di smalti brillanti verniciati gli specchi
le orecchie ricolme di miele e di cera
obbedienti al comando dell'uroboro

III.

Racconta allora di favole antiche
di storie orientali
di sogni sognati due volte
di draghi e deserti
di persone trasformate
in statue di sale di gesso di vetro
in alberi in fuga e incatenati
in sassi in polvere in vento

Parla dell'orrore presente del mondo
descrivilo il crinale apocalittico
di' esattamente quello che e' dinanzi a tutti
ricorda i nomi di tutte le vittime
in loro nome insorgi ancora e ancora

Denuncia la violenza dei potenti
con tutti i nomi con tutti i numeri
contrastala senza esitazioni
e' gia' tanto breve tanto amara la vita
dona il tuo tozzo di verita'
con tutte le oppresse e tutti gli oppressi
condividi il pane il giaciglio la memoria
la disperata speranza l'assenza di illusioni
la volonta' di scavare la pietra
fino a farne rampollare l'acqua

Tu non cedere al nulla
tu non cedere al male
chi una volta ha ascoltato
la voce di Primo Levi
sa che deve continuare la lotta

IV.

Continua a dire di no

per quanto in tuo potere continua ad ascoltare
a caricarti sulle spalle il peso
che ogni persona troppo oppressa vi deposita

per quanto in tuo potere continua a denunciare
la violenza assassina dei poteri dominanti
continua a chiamare alla lotta
contro tutte le violenze e le oppressioni

per quanto in tuo potere reca aiuto
a tutti i reietti
a chi ti chiede aiuto
ed anche a chi per chiederlo e' ormai troppo piagato
a chi sta gia' svanendo nella china
a chi e' estenuato a chi delira nella sofferenza

sii tu la voce che grida dai tetti
sii tu le gambe su cui cammina
la nonviolenza

salvare le vite e' il primo dovere
chi salva una vita salva il mondo
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 431 del 14 aprile 2020
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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