[Nonviolenza] Telegrammi. 3705



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3705 del 10 aprile 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Luciano Bonfrate: La strage
2. Prima che sia troppo tardi. Un appello
3. Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena: Appello per Fondo Lea Melandri
4. Una lettera di quaranta deputate a tre ministri
5. Un appello da quattro reti internazionali di donne: Che le donne siano in prima fila per chiedere la fine delle guerre
6. Una lettera da inviare al governo
7. Una lettera da inviare ai Comuni
8. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
9. Alfredo Martini: Gianni Bosio (1988)
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. L'ORA. LUCIANO BONFRATE: LA STRAGE

Gia' 18.279 morti per l'epidemia in Italia
e si continua a morire

Io non ho alcun dubbio che la stragrande maggioranza di loro
poteva essere salvata
se i governanti avessero disposto tempestive adeguate misure

Ogni vittima ha il volto di Abele
salvare le vite e' il primo dovere

2. REPETITA IUVANT. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. UN APPELLO

Prima che sia troppo tardi il governo faccia uscire dalle carceri sovraffollate le persone li' ristrette e le trasferisca o nelle rispettive abitazioni o in altri alloggi adeguati in cui per quanto possibile siano anch'esse al riparo dal rischio di contagio che in tutti i luoghi sovraffollati e' enorme.
Gia' troppe persone sono morte.
Di seguito una bozza di lettera che proponiamo di inviare al Ministero della Giustizia, ed alcuni indirizzi utilizzabili a tal fine.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
*
La bozza di lettera
"Signor ministro della Giustizia,
come sa, con la fine del fascismo in Italia e' stata abolita la pena di morte, e la Costituzione repubblicana stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita'".
Per contrastare l'epidemia di coronavirus e cercar di salvare vite umane sono state adottate - sia pure con grave ritardo - misure di distanziamento tra le persone, unico modo efficace di contenere il contagio.
Ma queste misure non possono essere adottate efficacemente in luoghi sovraffollati come le carceri italiane.
Cosicche' chi si trova nelle carceri italiane, come ristretto o come custode, e' esposto al piu' grave pericolo.
E' esposto al pericolo di essere contagiato e di rischiare la vita. E vive in una condizione di torturante paura senza potervi sfuggire.
E' palese che la permanenza in carcere, sic stantibus rebus, e' incompatibile con le indispensabili misure di profilassi per contenere il contagio; e' incompatibile con le norme sul cosiddetto "distanziamento sociale" (pessima formulazione con cui in queste settimane viene indicato il tenersi di ogni persona ad adeguata distanza dalle altre, volgarizzato col motto "restate a casa"); e' incompatibile con il fondamentale diritto di ogni essere umano alla tutela della propria vita.
Ne consegue che finche' l'epidemia non sia debellata occorre vuotare le carceri e - per dirla in breve - mandare tutti i detenuti nelle proprie case con l'ovvio vincolo di non uscirne.
Naturalmente vi saranno casi in cui cio' non sia possibile (i colpevoli di violenza domestica, ad esempio), ma anche questi casi particolari potranno essere agevolmente risolti con la collocazione in alberghi o altre idonee strutture in cui il necessario "distanziamento sociale" sia garantito.
Non si obietti che tale proposta e' iniqua: piu' iniquo, illecito e malvagio sarebbe continuare ad esporre insensatamente alla morte degli esseri umani.
E non si obietti che cosi' si rischia di non poter controllare l'effettiva costante permanenza in casa degli attuali detenuti: oggidi' non mancano affatto le risorse tecnologiche per garantire un efficace controllo a distanza che le persone attualmente ristrette destinatarie di tale provvedimento restino effettivamente nelle loro case (ovvero nelle abitazioni loro assegnate).
Ne' si obietti che cosi' si garantisce il diritto alla casa ai criminali mentre persone che non hanno commesso delitti ne sono prive: e' infatti primario dovere di chi governa il paese garantire un alloggio a tutte le persone che si trovano in Italia; nessuno deve essere abbandonato all'addiaccio o in una baracca, a tutte le persone deve essere garantita una casa: si cessi pertanto piuttosto di sperperare risorse pubbliche a vantaggio dei ricchi e si provveda a rispettare concretamente i diritti fondamentali di ogni persona, adempiendo ai doveri sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione della Repubblica italiana.
Signor ministro della Giustizia,
prima che sia troppo tardi si adottino i provvedimenti necessari per vuotare le carceri e mettere in sicurezza per quanto possibile la vita dei detenuti e del personale di custodia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma, luogo, data
Indirizzo del mittente"
*
Alcuni indirizzi utilizzabili
protocollo.gabinetto at giustizia.it,
fulvio.baldi at giustizia.it,
leonardo.pucci at giustizia.it,
gianluca.massaro at giustizia.it,
chiara.giacomantonio at giustizia.it,
roberto.natali at giustizia.it,
giuseppina.esposito at giustizia.it,
marcello.spirandelli at giustizia.it,
clelia.tanda at giustizia.it,
sabrina.noce at giustizia.it,
vittorio.ferraresi at giustizia.it,
andrea.giorgis at giustizia.it,
ufficio.stampa at giustizia.it,
andrea.cottone at giustizia.it,
gioele.brandi at giustizia.it,
mauro.vitiello at giustizia.it,
concetta.locurto at giustizia.it,
giampaolo.parodi at giustizia.it,
roberta.battisti at giustizia.it,
marina.altavilla at giustizia.it,
rita.andrenacci at giustizia.it,
dgmagistrati.dog at giustizia.it,
giuditta.rossi at giustizia.it,
antonia.bucci at giustizia.it,
paolo.attardo at giustizia.it,
tommaso.salvadori at giustizia.it,
daniele.longo at giustizia.it,
redazione at giustizia.it,
callcenter at giustizia.it,
*
Preghiamo chi ci legge di diffondere questa proposta anche ai mezzi d'informazione e ad altre persone di volonta' buona, associazioni ed istituzioni.

3. REPETITA IUVANT. ASSOCIAZIONE CASA DELLE DONNE CONTRO LA VIOLENZA DI MODENA: APPELLO PER FONDO LEA MELANDRI
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo questo appello promosso dall'Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena e da molte altre donne e associazioni, diffuso attraverso la mailing-list di D.i.Re - Donne in rete contro la violenza: listadire at direcontrolaviolenza.it]

A tutte le associazioni aderenti a D.i.Re,
avendo saputo da parte di compagne femministe ed amiche di Lea Melandri che c'era l'intenzione di aprire una raccolta fondi per sostenerla in un momento di difficolta', abbiamo deciso di collaborare e, dopo aver verificato che in D.i.Re c'erano perplessita' sull'iniziativa, abbiamo espresso, come Casa delle donne contro la violenza, la disponibilita' a mettere a disposizione un conto corrente per la raccolta delle donazioni.
Come e' espresso nell'appello, non intendiamo che questa iniziativa si esaurisca nel sostegno in un caso particolare, ma vogliamo impegnarci perche' il fondo possa in seguito rispondere ad esigenze di altre donne che, come Lea, hanno dato e danno impegno, capacita' e attivismo nelle lotte delle donne e si sono trovate in difficolta'.
Chi ha apprezzato il lavoro di Lea Melandri e condivide il significato politico della iniziativa, puo' contribuire con donazioni e diffondendo l'appello che accludiamo.
per l'Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena, Giuliana Pincelli
Modena, 2 aprile 2020
*
Per Lea Melandri
Nella situazione attuale di dure restrizioni riguardo alle possibilita' di movimento, contatto, spostamento per lavoro, ecc. ci sono donne, con le quali ci sentiamo accomunate  nell'impegno femminista, che si trovano in difficolta' e faticano ad immaginare il loro futuro nei prossimi mesi di durata della crisi pandemica.
Ci sembra emblematica di quella di tante altre donne la situazione che sta vivendo la nostra compagna Lea Melandri, figura storica del  femminismo che, a causa delle misure straordinarie in atto ha dovuto interrompere la sua consueta attivita' di conferenze, seminari, iniziative di promozione della cultura femminista, che sono per lei insieme impegno militante e fonte di reddito.
Siamo consapevoli che allargando lo sguardo alle moltissime donne che stanno cercando di uscire da situazioni di violenza, alle migranti che vedono peggiorare ulteriormente le loro condizioni di vita, a tutto il mondo del lavoro precario e sommerso delle donne, a cui non sono destinate le misure di sostegno governative, per tutte queste donne diventa sempre piu' forte ed urgente l'istituzione di un reddito di autodeterminazione (o di esistenza/resistenza come qualcuna propone di chiamarlo oggi), obiettivo per il quale sollecitiamo a mobilitarsi le associazioni delle donne e il movimento Nonunadimeno.
Nell'immediato ci rivolgiamo a quante – singole, associazioni, istituzioni – hanno avuto l'opportunita' di conoscere e di apprezzare il lavoro di Lea, per attuare una raccolta fondi di sostegno per le difficolta' che sta incontrando in questo momento.
L'iniziativa di Raccolta fondi da noi ora proposta, intende essere un primo passo che vorremmo allargare in seguito, per una forma piu' ampia e stabile di mutuo aiuto e scambio tra donne che condividono le idee e le aspirazioni al cambiamento, ma si trovano collocate in situazioni economiche diseguali. Abbiamo cosi' un'occasione di esercitare la cura anche tra di noi, nelle nostre diversita', in uno scambio relazionale e materiale che ci puo' rafforzare tutte.
L'Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena si fa carico della gestione delle somme raccolte nel conto corrente, come servizio necessario per l'attuazione del Fondo Lea Melandri, secondo le finalita' esposte nel presente appello.
IBAN Conto Corrente per i versamenti: IT 28 B 02008 12906 000101166 221 c/o Unicredit Modena
intestato a: Associazione Casa delle donne contro la violenza
Nella causale specificare obbligatoriamente: Nome e Cognome o Associazione - Fondo Lea Melandri
Hanno promosso e aderito all'appello (in ordine alfabetico):
- Angela Azzaro
- Manuela Cartosio
- Roberta Corbo
- Maura Cossutta
- Guendalina Di Sabatino
- Giulia Carmen Fasolo
- Maddalena Gasparini
- Giovanna Grignaffini
- Elda Guerra
- Raffaella Lamberti
- Simona Marino
- Paola Patuelli
- Anna Petrungaro
- Antonella Picchio
- Giuliana Pincelli
- Bianca Pomeranzi
- Francesca R. Recchia Luciani
- Giulia Sudano
- Annamaria Tagliavini
- Antonella Veltri
Collettivi e associazioni:
- Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena
- Centro Interdipartimentale di Studi sulle Culture di Genere CISCuG - Universita' di Bari
- Festival delle Donne e dei Saperi di Genere di Bari
- Libera Universita' delle Donne di Milano
- Femminile Maschile Plurale di Ravenna
- Rete Nazionale Antiviolenza "Frida Kahlo" Onlus
- Edizioni Smasher Barcellona Pozzo di Gotto (Messina)
- Associazione Orlando di Bologna
- Seminaria di Cosenza
- Booksandthecity di Cosenza
- Casa delle Donne di Milano
- Centro di cultura delle donne "Hannah Arendt" di Teramo
- Casa Internazionale delle Donne di Roma
*
Per ulteriori informazioni e contatti: Associazione Casa delle donne contro la violenza onlus, via Vaciglio Nord 6, 41124 Modena, tel. 059361050, sito: www.donnecontroviolenza.it

4. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA DI QUARANTA DEPUTATE A TRE MINISTRI
[Riceviamo e diffondiamo]

Alla cortese attenzione della Ministra per le Pari opportunita' e la Famiglia
e del Ministro della Giustizia
e del Ministro per gli Affari regionali e Autonomie
Gentile Ministra, gentili Ministri,
siamo quaranta deputate di diversi gruppi parlamentari e facciamo parte dell'Intergruppo per le Donne, i Diritti e le Pari opportunita', nato per porre le questioni di genere al centro del dibattito politico-legislativo e per lavorare insieme su provvedimenti ed emendamenti a sostegno delle donne italiane.
Desideriamo portare alla Vostra attenzione una questione che riteniamo di particolare importanza in questo specifico momento, affinche' il governo possa darvi seguito e adoperarsi al riguardo.
La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonche' su ogni forma di violenza di genere, istituita presso il Senato della Repubblica nell’ottobre 2018, ha approvato all'unanimita', il 26 marzo scorso, un documento recante "Misure per rispondere alle problematiche delle donne vittime di violenza, dei centri antiviolenza, delle case rifugio e degli sportelli antiviolenza e antitratta nella situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19".
Si tratta di un documento il cui contenuto riveste carattere assoluto di necessita' e urgenza, in un momento difficile per il nostro Paese, la cui drammaticita' e' dimostrata dalle centinaia di morti che ogni giorno ci troviamo a contare e dalla sofferenza diffusa presso tutta la popolazione.
In questa fase di forti restrizioni alla mobilita', la maggior parte delle nostre concittadine e dei nostri concittadini e' obbligata a vivere in casa. Per quanto questa "reclusione" sia necessaria al contenimento del Coronavirus, e' tuttavia anche causa di effetti degenerativi per il benessere mentale di molti.
In particolare, vi e' una categoria di persone che e' esposta ancor di piu' a gravissimi pericoli per la propria vita. Stiamo parlando delle donne vittime di abusi, costrette a convivere con i propri aguzzini.
La terribile conta delle donne morte anche in questo periodo di domiciliazione forzata, infatti, non conosce sosta. E il timore piu' diffuso e' che la maggior parte di violenze, abusi e maltrattamenti stiano avvenendo in queste ore, in questi giorni, in queste settimane, nel silenzio, senza essere denunciate.
Salutiamo, quindi, con favore le misure intraprese dal governo che affrontano queste criticita', come la diffusione del numero telefonico di emergenza e dell'App 1522 cosi' come dell'App delle forze dell'ordine, YouPol. Allo stesso scopo, abbiamo ritenuto utile per stare accanto alle donne vittime di violenza anche la decisione presa dalla Ministra Bonetti di coinvolgere nella battaglia la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani, Federfarma e Assofarma. Si tratta di iniziative importanti che – cosi' come sta avvenendo in questi giorni – dovrebbero continuare a essere pubblicizzate anche in futuro.
Di grande rilevanza, poi, il recente decreto – sempre a opera del Ministero per le Pari opportunita' – che, con iter straordinario, ha erogato i 30 milioni di fondi per i centri antiviolenza. A tale proposito si ritiene necessario vigilare sulle Regioni affinche', in maniera celere ed efficiente, si attivino per trasferire queste risorse ai suddetti centri. Infatti, e' evidente che bisogna lavorare affinche' i meccanismi burocratici di erogazione e distribuzione dei fondi siano resi piu' snelli e puntuali, in quanto gli enormi ritardi che oggi sussistono creano notevoli disfunzioni all'attivita' dei centri medesimi.
Il documento, depositato dalla Commissione d'inchiesta del Senato, mette nero su bianco raccomandazioni per adottare nuove e ulteriori misure, oltre al rafforzamento di quelle gia' adottate, che devono essere prese in considerazione in tempi rapidi per sopperire alle carenze strutturali del sistema di prevenzione e contrasto alla violenza di genere che si sono venute a creare in questo imprevedibile periodo.
Perche' ogni ora che passa si potrebbe verificare una violenza, un abuso, un maltrattamento, che potrebbero anche non essere denunciati e rimanere sommersi, con l'ulteriore rischio di disperdere quella presa di coscienza collettiva sul diffondersi di tale fenomeno e il conseguente cambio culturale, innescato con fatica anno dopo anno. Ogni ora che passa potrebbe significare vedere la vita spezzata di un'altra donna innocente. E lo Stato deve essere presente per prevenire ogni femminicidio, in ogni circostanza, sempre.
Per questo si chiede che le raccomandazioni fatte dal sopra citato documento redatto dalla Commissione parlamentare sul femminicidio vengano recepite e implementate nel piu' breve tempo possibile.
Vi ringraziamo per l'attenzione prestata alla nostra istanza.
Un saluto cordiale.
Le deputate Stefania Ascari, Laura Boldrini, Maria Edera Spadoni, Mara Carfagna, Vita Martinciglio, Elisa Tripodi, Rina De Lorenzo, Vittoria Casa, Antonella Papiro, Doriana Sarli, Gilda Sportiello, Enza Bruno Bossio, Paola Deiana, Rossella Muroni, Lucia Ciampi, Marina Berlinghieri, Emanuela Rossini, Silvia Benedetti, Nadia Aprile, Angela Schiro', Flora Frate, Valentina Barzotti, Conny Giordano, Veronica Giannone, Elisabetta Barbuto, Debora Serracchiani, Paola Carinelli, Susanna Cenni, Elisa Siragusa, Simona Suriano, Virginia Villani, Stefania Pezzopane, Chiara Gribaudo, Antonella Incerti, Tiziana Ciprini, Yana Ehm, Lia Quartapelle, Patrizia Prestipino, Lisa Noja, Maria Teresa Baldini
Roma, 6 aprile 2020

5. REPETITA IUVANT. UN APPELLO DA QUATTRO RETI INTERNAZIONALI DI DONNE: CHE LE DONNE SIANO IN PRIMA FILA PER CHIEDERE LA FINE DELLE GUERRE
[Riceviamo e diffondiamo]

Sosteniamo con vigore l’appello del Segretario Generale dell'Onu per l'immediato "cessate il fuoco" di tutti i conflitti.
Noi donne siamo le prime vittime delle grandi minacce che incombono sull'umanita': guerre, disastri ambientali e disequilibri ecologici, minaccia nucleare, ingiustizia sociale e poverta' incrementata dal debito pubblico. Seppur oscurate dall'atavico potere maschile, siamo state attive per contrastare le negativita' dominanti, sfidando la violenza della cultura patriarcale e attivandoci per abbattere le "barriere di genere" che ci limitano fortemente nell'esprimere tutte le nostre potenzialita' funzionali a un miglioramento complessivo della societa'.
Noi donne del Nord e del Sud del mondo, forti di un networking internazionale consolidatosi a Pechino nel 1995 (piano di azione), e' da lunga data che rivendichiamo il miglioramento del nostro "status" contestualmente alla rivendicazione della garanzia del binomio pace-sviluppo.
L'attuale "emergenza globale" della pandemia Covid-19 smaschera l'inutilita' della "sicurezza militarizzata", basata sulle costosissime e pericolosissime armi nucleari e di altra natura. Noi donne ci appelliamo all'evidenza dei fatti e con forza e determinazione ribadiamo l'urgente necessita' dell'unica sicurezza che merita tale nome: la "sicurezza umana", cioe' quella che garantisce "tutti i diritti umani per tutti" a partire da quello della salute, attraverso strutture sanitarie efficienti e coordinate a livello globale.
Chiedere il "cessate il fuoco" immediato per tutte le guerre significa comprendere che per uscire dalla calamita' globale in corso servono immediate risorse finanziarie ed umane da investire per risolvere le urgenti problematiche sanitarie, sociali, economiche.
Il "dopo Covid-19" dovra' basarsi su una economia di pace, senza guerre, senza combustibili fossili, senza armi di distruzione di massa, senza debito pubblico.
Il "dopo" deve essere all'insegna di un reale modello di sviluppo eco-sostenibile ispirato, "nutrito" da una profonda alleanza tra esseri umani e natura.
L'8 marzo a Madrid nella giornata conclusiva della Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza - che ha percorso 97 paesi in 5 continenti - noi donne abbiamo rilanciato il nostro impegno "con" la  vita affinche' l'umanita' recuperi il senso della specie e la consapevolezza che tutti noi siamo un'unica persona.
Avviamo il processo di transizione al nuovo mondo che vogliamo, esigendo:
- la fine delle guerre, incluse quelle economiche, per realizzare la "giustizia umana" e la "giustizia climatica";
- la fine della cultura del nemico per sviluppare e potenziare la cultura della solidarieta' e della cooperazione internazionale per la tutela dei "beni comuni" dell'umanita'.
WILPF-Italia (Women's International League for Peace and Freedom)
A.W.M.R. (Association Women's Mediterranean Region)
W.I.D.F. (Women's International Democratic Federation)
D.i.N. (Donne in Nero)

6. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

7. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI

Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

9. MAESTRI. ALFREDO MARTINI: GIANNI BOSIO (1988)
[Dal sito www.treccani.it riprendiamo la seguente voce apparsa nel Dizionario biografico degli italiani]

Giovanni (Gianni) Bosio, nato ad Acquanegra sul Chiese (Mantova) il 20 ottobre 1923 da Barbato Lorenzo, fabbro di mestiere e socialista di ideali, e da Ida Pellegrini, consegui' la maturità classica al liceo di Bergamo (1943).
La sua formazione culturale procedette di pari passo con le prime esperienze antifasciste che si concretizzarono prima nella partecipazione alla nascita di un ciclostilato liceale, Chiaroscuri, sospeso dopo il primo numero dalle autorita' fasciste locali, e, successivamente, nei frequenti contatti con i gruppi antifascisti di altre province. Nel 1943 partecipo' agli incontri del gruppo "Eccoci" di Cremona, dei quale facevano parte, tra gli altri, Paolo Grassi, Giorgio Strehler, Renato Birolli e Salvatore Quasimodo. Il suo impegno politico resistenziale si consolido' anche nei rapporti con Primo Mazzolari e soprattutto con Lelio Basso, sotto la cui guida opero' clandestinamente nel Mantovano e nel Milanese.
Dopo il 1945 si precisarono le sue attitudini di organizzatore culturale e di promotore editoriale. Divenuto prima funzionario del Partito socialista italiano a Milano e collaboratore del settimanale Terra nostra, poi nel 1947 funzionario dei giovani socialisti lombardi, inizio' dal 1948 a collaborare con continuita' alla terza pagina dell'Avanti! e alla rivista Quarto Stato, diretta da Basso, pubblicandovi i primi articoli sulla storia delle origini del movimento operaio italiano. Un tema, questo, che egli stava sviluppando da alcuni anni anche in sede di preparazione della tesi di laurea, sotto la guida di Antonio Banfi, presso la facolta' di lettere e filosofia dell'universita' di Milano. Una tesi che tuttavia il B. non avrebbe mai discusso, un po' per i contrasti insorti con il relatore, un po' perche' troppo assorbito da quel lavoro di organizzatore culturale che lo avrebbe portato a fondare nel 1949 la rivista Movimento operaio. Con questa iniziativa il B. fini' per trasformare la propria ricerca in un vero e proprio programma di lavoro per un'intera generazione di storici marxisti.
"Dopo le prime ricerche - scriveva nel 1957 - mi resi conto che era impossibile o errato scrivere una storia del marxismo in Italia staccata dalla storia del movimento reale e senza questa non si faceva storia di idee, ma la storia bisognava farla: di qui Movimento operaio" (Giornale di un organizzatore di cultura, p. 96).
Nel febbraio 1950 il comitato di redazione della rivista era composto, oltre che dal B., da Franco Catalano, Elio Conti, Luigi Dal Pane, Giuseppe Del Bo, Franco Della Peruta, Antonio Lucarelli, Gastone Manacorda, Giovanni Pirelli, Ernesto Ragionieri, Aldo Raimondi, Renato Zangheri. Sotto la direzione del B. la rivista divenne il polo principale di attrazione e di pubblicazione di ricerche sulle diverse correnti ideologiche e sui primi movimenti organizzati del proletariato italiano.
La spregiudicatezza e l'accentuato spirito libertario che contraddistinsero sempre l'azione politica e culturale del B., lo portarono a privilegiare nell'impostazione della rivista la ricerca sui movimenti socialisti ed anarchici nel rispetto di un rigoroso filologismo, "quale riscontro dei fatti e valorizzazione dei movimenti reali". A questo approccio una certa cultura comunista contrappose una metodologia di derivazione crociana alla quale si collegavano gli studi sulle vicende della sinistra risorgimentale e postrisorgimentale. Da uno scontro metodologico emergeva un contrasto piu' generale sul rapporto tra ricerca storica e analisi politica.
Alcuni anni dopo, lo stesso B., riflettendo sull'esperienza di Movimento operaio, definiva "opposti" gli interessi dei redattori socialisti e comunisti all'interno della rivista. "Quando i comunisti chiedono di estendere gli ambiti della rivista intendono una estensione ed un ambito preciso: si riferiscono alle correnti democratiche risorgimentali. Nel quadro della politica di unita' nazionale le vicende della sinistra risorgimentale sono direttamente connesse alla polemica comunista contro l'attuale classe dirigente e servono quindi a provare la continuita' storica, nazionale, risorgimentale del PCI piu' di quanto non servano le vicende del movimento operaio nel momento egemonico anarchico e socialista" (ibid., p. 95). Nel polemizzare contro la "strumentalita'" delle esigenze comuniste, il B. ribadiva la necessita' di approfondire la ricerca del concreto sviluppo storico del movimento operaio nelle sue dimensioni ideologiche e culturali.
L'estromissione dalla direzione di Movimento operaio, nel 1953, spinse il B. a proseguire la propria ricerca con le edizioni "Avanti!". Nel 1954 "Per il sessantesimo", rubrica dell'Avanti!, ospito' numerose testimonianze dei dirigenti e quadri di base socialisti, attraverso le quali il R. offriva una diversa lettura delle vicende storiche del partito, visto come massa di militanti e non solo come organismi dirigenti. Nello stesso tempo con questa operazione ribadiva l'importanza della "soggettivita' proletaria" quale passaggio obbligato per la costruzione di fonti per la storia delle classi popolari. Con la realizzazione nel marzo 1957 della rubrica "Vetrina del movimento operaio", divenuta poi "Questioni dei socialismo", il B. animo' il dibattito sui grandi processi internazionali in corso a cominciare dalla destalinizzazione.
Come redattore di Mondoperaio, il mensile del PSI, ma soprattutto come ispiratore della politica editoriale., il B. affianco' Raniero Panzieri nell'azione di svecchiamento problematico, contribuendo attivamente nel biennio 1957-58, a valorizzare il dibattito sulla classe operaia e, successivamente, a sostenere la pubblicazione dei primi numeri dei Quaderni rossi presso le edizioni "Avanti!". Il 1957 fu anche l'anno del suo allontanamento dal PSI in seguito all'andamento del congresso di Venezia che, pur vedendo un successo della sinistra di Basso, porto' a una segreteria Nenni. La pubblicazione, nel 1962, di Giornale di un organizzatore di cultura (27 giugno 1955 - 27 dicembre 1957), a Milano, presso le edizioni "Avanti!", offri' una nuova occasione di dibattito all'interno della sinistra sui rapporti tra passato e presente, in una fase particolarmente delicata che vedeva l'avvicinamento del PSI alla Democrazia cristiana con il varo del centrosinistra.
Nel 1962 fondo', in collaborazione con Roberto Leydi, la rivista Il Nuovo Canzoniere italiano, con l'intento di affiancare alla ricerca storica uno strumento di diffusione critica di tutte le forme di produzione culturale popolare.
La politica del centrosinistra spinse il B. e i suoi collaboratori delle edizioni "Avanti!" a premere per l'autonomia dal PSI. Nel 1964 nacquero cosi' le Edizioni del gallo, intorno alle quali egli avvio' un lavoro di sensibilizzazione e di approfondimento della ricerca sulla cultura e la storia delle classi operaie e contadine nel nostro paese, con l'obiettivo di scandagliare l'intera articolata realta' dei movimenti reali e portare alla luce la complessità culturale dei rapporti sociali esistenti tra le classi. Tra il 1956 e il 1968 intensifico' l'attivita' di promotore editoriale dei documenti e delle opere del primo socialismo italiano, curando la pubblicazione in tre volumi degli atti dei Congressi delle societa' operaie 1853-1961 (Milano 1965) e l'opera di Carlo Cafiero La rivoluzione per la rivoluzione (ibid. 1968). Nel 1970 usci' a Roma il volume La grande paura. Settembre 1920.
Nel 1966 il B. concretizzo' il progetto, sul quale da tempo stava lavorando, della creazione di un centro di raccolta e di sistemazione della documentazione prodotta dalle classi popolari, valorizzando soprattutto la produzione orale: canzoni, racconti, autobiografie. Con la costituzione dell'Istituto E. De Martino, "per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario", egli intese porre le basi per "mettere a frutto le esperienze di ricerca compiute in precedenza, razionalizzare il materiale raccolto, rimetterlo in circolazione perche' potesse diventare stimolo a nuove forme di cultura contemporanea" (F. Coggiola, Relazione sull'attivita' dell'Istituto E. De Martino, tenuta al I convegno sugli studi etnomusicologici in Italia, Roma 1973).
Con una serie di scritti, raccolti e pubblicati una prima volta a Piadena nel 1967 (L'intellettuale rovesciato), ma anche con la promozione di numerose ed articolate iniziative, sia di spettacolo sia editoriali, il B. contribui' in questi anni a delineare alcuni indirizzi della ricerca storico-antropologica che avrebbero trovato adeguato sviluppo solo in una fase successiva, come ad esempio la valorizzazione delle fonti orali, e indico' alcune ipotesi interpretative dei rapporti tra le classi sociali e la produzione culturale che si rivelarono preziosi punti di riferimento.
Colpito da peritonite, dopo due interventi chirurgici, mori' a Mantova il 21 agosto 1971.
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Dopo la sua morte venne pubblicata una accresciuta edizione, curata da C. Bermani e C. Longhini Bosio, dell'Intellettuale rovesciato (Milano 1975); a cura di C. Bermani uscirono la ricerca storica inedita Il trattore ad Acquanegra (Bari 1981) e gli Scritti dal 1942 al 1948 (Mantova 1981).
Fonti e Bibliografia: Per inediti, registrazioni di interventi, relazioni e appunti si veda l'Archivio G. Bosio presso l'Istituto E. De Martino di Milano. Per una bibliografia degli scritti del e sul B. vedi: C. Bermani, G. B.: pubblicazioni a stampa, dischi, nastri e spettacoli, in La Memoria proletaria, s. 3, 1977, n. 1, pp. 7-38, al quale si rimanda. Per ulteriori giudizi metodologici e informazioni biografiche, si veda: P. Clemente, Dislivelli di cultura e studi demologici italiani, in Problemi del socialismo, s. 4, 1979, n. 15, p. 136; G. Sanga, Folk e cultura popolare, in Alfabeta, III (1981), n. 22, pp. 25 ss.; A. Martini, Intervento, in Mezzogiarno e contadini. Trent'anni di studi, in Quaderni dell'Ist. romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza, n. 4, Roma 1981, pp. 114-117; S. Bologna, Per una "Societa' degli storici militanti", in Dieci interventi sulla storia sociale, Torino 1981, p. 13, A. Portelli, Culture popolari e culture di massa, in Il mondo contemporaneo. Gli strumenti della ricerca, II, Firenze 1983, pp. 1470-1490; L. Passerini, Le fonti orali, ibid., pp. 1189-1194. Sul dibattito su Movimento operaio, oltre alle annate 1954 e 1955 della stessa rivista e alla citata bibliografia del Bermani, vedi: C. Bermani - S. Bologna, Soggettivita' del movimento operaio, in Il Nuovo Canzoniere italiano, s. 3, 1977, n. 4-5, pp. 7-36; G. Arfe', Frontismo, unificazione, alternativa, in Trent'anni di politica socialista, Roma 1977, pp. 12 ss.; Id., La storiografia dei movimento socialista in Italia, in Prampolini e il socialismo riformista, I, Milano 1979, pp. 1-17; P. Amato, Il PSI tra frontismo e autonomia (1948-1954), Cosenza 1978, p. 352; V. Strinati, Politica e cultura nel Partito socialista italiano 1945-1978, Napoli 1980, pp. 97-102; F. Piro, B. e l'esperienza di "Movimento operaio", in Mondoperaio, 1980, n. 3, pp. 120- 126; Id., G. B. e la prima fase di "Movimento operaio", in Movimento operaio e societa' industriale in Europa. 1870-1970, a cura di F. Piro e P. Pombeni, Venezia 1981, pp. 209-235; C. Bermani, Intervento al seminario su "Orientamenti marxisti e studi antropologici", in Annali della Fondazione L. e L. Basso-ISSOCO, IV (1982), pp. 373-389; E. Tortoreto, G. B.: democrazia di base e tradizione socialista, in Socialismo di sinistra. Sei contributi nella storia italiana ed europea, in Quaderni del Centro "R. Luxemburg", n. 1, Milano 1983, pp. 55-62; G. Barozzi, La lunga durata e la memoria corta, in La Ricerca folklorica, 1983, n. 8, pp. 149-152.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Clodovis Boff, In cammino con le Comunita' di base popolari, Cittadella, Assisi 1985, pp. 336.
- Clodovis Boff, La via della comunione dei beni. La regola di S. Agostino, Cittadella, Assisi 1991, pp. 224.
- Clodovis Boff, Jether Pereira Ramalho, Pedro A. Ribeiro de Oliveira, Leonardo Boff, Frei Betto, Fede e perestroika. Teologi della liberazione in Urss, Cittadella, Assisi 1988, pp. 144.
- Leonardo Boff, Ave Maria. Il femminile e lo Spirito Santo, Cittadella, Assisi 1982, pp. 136.
- Leonardo Boff, Chiesa: carisma e potere, Borla, Roma 1984, pp. 280.
- Leonardo Boff, 500 anni di evangelizzazione. Dalla conquista spirituale alla liberazione integrale, Cittadella, Assisi 1992, pp. 152.
- Leonardo Boff, Con la liberta' del vangelo, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 1992, pp. 152.
- Leonardo Boff, La fede nella periferia del mondo, Cittadella, Assisi 1980, pp. 152.
- Leonardo Boff, La nostra risurrezione nella morte, Cittadella, Assisi 1984, pp. 136.
- Leonardo Boff, Liberare la terra, Emi, Bologna 2014, pp. 64.
- Leonardo Boff, Nuova era: la civilta' planetaria, Cittadella, Assisi 1994, pp. 120.
- Leonardo Boff, Nuova evangelizzazione: prospettiva degli oppressi, Cittadella, Assisi 1991, pp. 160.
- Leonardo Boff, Passione di Cristo, passione del mondo, Cittadella, Assisi 1978, pp. 200.
- Leonardo Boff, Quando la teologia ascolta il povero, Cittadella, Assisi 1984, pp. 168.
- Leonardo Boff, Selezione di testi militanti, Cittadella, Assisi 1992, pp. 104.
- Leonardo Boff, Selezione di testi spirituali, Cittadella, Assisi 1992, pp. 160.
- Leonardo Boff, Teologia della cattivita' e della liberazione, Queriniana, Brescia 1977, pp. 286.
- Leonardo Boff, Vita oltre la morte. Il futuro, la festa e la contestazione del presente, Cittadella, Assisi 1984, pp. 200.
- Leonardo Boff, Clodovis Boff, Come fare teologia della liberazione, Cittadella, Assisi 1986, pp. 160.
- Giovanni Gennari, Clodovis Boff, Aloysius B. Chang, Frei Betto, Leonardo Boff, Jerome Heyndrickx, Cina: l'armonia dei contrari. Un sogno infranto?, Cittadella, Assisi 1989, pp. 160.
- Jorge Pixley, Clodovis Boff, Opzione per i poveri, Cittadella, Assisi 1987, pp. 288.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3705 del 10 aprile 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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