[Nonviolenza] Telegrammi. 3704



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3704 del 9 aprile 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Ricordando Dietrich Bonhoeffer
2. Prima che sia troppo tardi. Un appello
3. Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena: Appello per Fondo Lea Melandri
4. Una lettera di quaranta deputate a tre ministri
5. Un appello da quattro reti internazionali di donne: Che le donne siano in prima fila per chiedere la fine delle guerre
6. Una lettera da inviare al governo
7. Una lettera da inviare ai Comuni
8. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
9. Carogno Mozzarecchi: Ha detto 'r duce a la televisione
10. Geremia Cattristi: L'amico di Alfio
11. Carogno Mozzarecchi: Quann'ero presidente der conzijo
12. Vandana Shiva: Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

1. MEMORIA. RICORDANDO DIETRICH BONHOEFFER

Ricorre il 9 aprile l'anniversario della morte di Dietrich Bonhoeffer, l'illustre pensatore, pastore, teologo e resistente assassinato dai nazisti il 9 aprile del 1945.
E ricordandolo alle persone di volonta' buona impegnate come lui dalla parte dell'umanita' contro la morte e contro la violenza, ancora una volta invitiamo a porsi all'ascolto della sua meditazione, della sua lotta, della sua testimonianza.
*
Una minima notizia su Dietrich Bonhoeffer
Dietrich Bonhoeffer, nato a Breslavia nel 1906, pastore e teologo, fu ucciso dai nazisti il 9 aprile del 1945; non e' solo un eroe della Resistenza, e' uno dei pensatori fondamentali del Novecento.
Tra le opere di Dietrich Bonhoeffer: Resistenza e resa (lettere e scritti dal carcere), Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1988; Etica, Bompiani, Milano 1969; presso la Queriniana di Brescia sono stati pubblicati molti degli scritti di Bonhoeffer (tra cui ovviamente anche Sanctorum Communio, Atto ed essere, Sequela, La vita comune); e' in corso presso la Queriniana l'edizione italiana dell'edizione critica delle opere di Bonhoeffer.
Tra le opere su Dietrich Bonhoeffer: Eberhard Bethge, Dietrich Bonhoeffer, amicizia e resistenza, Claudiana, Torino 1995; Italo Mancini, Bonhoeffer, Morcelliana, Brescia 1995; AA. VV., Rileggere Bonhoeffer, "Hermeneutica" 1996, Morcelliana, Brescia 1996; Giuseppe Ruggieri (a cura di), Dietrich Bonhoeffer, la fede concreta, Il Mulino, Bologna 1996; AA. VV., Dietrich Bonhoeffer: un pensiero per il futuro, "Testimonianze" n. 443-444, settembre-dicembre 2005; Eric Metaxas, Bonhoeffer. La vita del teologo che sfido' Hitler, Fazi, Roma 2012.
*
Hic et nunc
Ed oggi qui, nel ricordo di Dietrich Bonhoeffer, ancora una volta esortiamo alla scelta di opporsi al male facendo il bene, di opporsi alla violenza con la nonviolenza.
Alla scelta di essere lievi su una terra che e' stanca.
Alla scelta di non opprimere alcuna persona ma anzi recare ad ogni persona aiuto e conforto.
Alla scelta di insorgere contro ogni abuso, contro ogni oppressione, contro ogni iniquita'.
*
La tragedia dell'epidemia ci richiama alla consapevolezza
La tragedia dell'epidemia in corso ci richiama alla consapevolezza.
Alla consapevolezza della fragilita' di tutti gli esseri viventi e dell'intera biosfera.
Alla consapevolezza del dovere morale e civile di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Alla consapevolezza di essere un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Alla consapevolezza dei limiti da non superare e della responsabilita' da non eludere.
Alla consapevolezza che dobbiamo condividere il bene ed i beni.
Alla consapevolezza che se questa dovesse essere anche per noi l'ultima ora, che quest'ultima ora ci colga mentre ci impegniamo per il bene comune, mentre generosamente doniamo quel che possiamo donare, mentre testimoniamo la dignita' umana che s'invera nella benevolenza e nell'accudimento.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere. Chi salva una vita salva il mondo.
Sia norma di ogni tua azione la massima antica e perenne: agisci verso le altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
*
I due virus
E' agendo secondo scienza e coscienza, sapienza e prudenza, che si puo' sconfiggere il virus dell'epidemia.
Ed e' agendo con generosita' ed empatia che si puo' sconfiggere il virus del fascismo che l'epidemia accompagna.
Ogni vita umana e' un valore infinito: nessuno resti senza soccorso.
Alla retorica bellicosa, sciovinista e razzista degli irresponsabili prominenti che con i loro errori hanno contribuito al dilagare delle morti, opponiamo la parola della verita' e della pace, l'agire responsabile e solidale, l'aiuto immediato a chiunque ha immediato bisogno di aiuto.
All'ideologia della ricchezza e del consumo, dello sperpero e della rapina, dell'illimitato profitto e del disprezzo per i deboli ed i rapinati, opponiamo la semplicita' volontaria, la condivisione del pane e del cuore, il prendersi cura dell'umanita' e del mondo, la lotta nonviolenta contro tutte le menzogne, le violenze e le oppressioni.
Alla stoltezza e alla violenza di chi abusa dei propri privilegi per ridurre gli altri esseri umani a merci, a scarti, a nulla, opponiamo la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, comprende e sostiene. Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta nonviolenta per la salvezza e la liberazione dell'umanita' intera.
Ai rapporti di dominazione, di sfruttamento, di asservimento, di vampirizzazione, avvelenamento e devastazione, opponiamo relazioni di umanita', di giustizia e liberta', di fraternita' e sororita', di rispetto per la vita, di resistenza all'oppressione, di resilienza, empatia, condivisione, guarigione.
*
Alla scuola di Dietrich Bonhoeffer
Alla scuola di Dietrich Bonhoeffer la nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Non si estingua l'umanita' dell'umanita'.

2. REPETITA IUVANT. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. UN APPELLO

Prima che sia troppo tardi il governo faccia uscire dalle carceri sovraffollate le persone li' ristrette e le trasferisca o nelle rispettive abitazioni o in altri alloggi adeguati in cui per quanto possibile siano anch'esse al riparo dal rischio di contagio che in tutti i luoghi sovraffollati e' enorme.
Gia' troppe persone sono morte.
Di seguito una bozza di lettera che proponiamo di inviare al Ministero della Giustizia, ed alcuni indirizzi utilizzabili a tal fine.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
*
La bozza di lettera
"Signor ministro della Giustizia,
come sa, con la fine del fascismo in Italia e' stata abolita la pena di morte, e la Costituzione repubblicana stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita'".
Per contrastare l'epidemia di coronavirus e cercar di salvare vite umane sono state adottate - sia pure con grave ritardo - misure di distanziamento tra le persone, unico modo efficace di contenere il contagio.
Ma queste misure non possono essere adottate efficacemente in luoghi sovraffollati come le carceri italiane.
Cosicche' chi si trova nelle carceri italiane, come ristretto o come custode, e' esposto al piu' grave pericolo.
E' esposto al pericolo di essere contagiato e di rischiare la vita. E vive in una condizione di torturante paura senza potervi sfuggire.
E' palese che la permanenza in carcere, sic stantibus rebus, e' incompatibile con le indispensabili misure di profilassi per contenere il contagio; e' incompatibile con le norme sul cosiddetto "distanziamento sociale" (pessima formulazione con cui in queste settimane viene indicato il tenersi di ogni persona ad adeguata distanza dalle altre, volgarizzato col motto "restate a casa"); e' incompatibile con il fondamentale diritto di ogni essere umano alla tutela della propria vita.
Ne consegue che finche' l'epidemia non sia debellata occorre vuotare le carceri e - per dirla in breve - mandare tutti i detenuti nelle proprie case con l'ovvio vincolo di non uscirne.
Naturalmente vi saranno casi in cui cio' non sia possibile (i colpevoli di violenza domestica, ad esempio), ma anche questi casi particolari potranno essere agevolmente risolti con la collocazione in alberghi o altre idonee strutture in cui il necessario "distanziamento sociale" sia garantito.
Non si obietti che tale proposta e' iniqua: piu' iniquo, illecito e malvagio sarebbe continuare ad esporre insensatamente alla morte degli esseri umani.
E non si obietti che cosi' si rischia di non poter controllare l'effettiva costante permanenza in casa degli attuali detenuti: oggidi' non mancano affatto le risorse tecnologiche per garantire un efficace controllo a distanza che le persone attualmente ristrette destinatarie di tale provvedimento restino effettivamente nelle loro case (ovvero nelle abitazioni loro assegnate).
Ne' si obietti che cosi' si garantisce il diritto alla casa ai criminali mentre persone che non hanno commesso delitti ne sono prive: e' infatti primario dovere di chi governa il paese garantire un alloggio a tutte le persone che si trovano in Italia; nessuno deve essere abbandonato all'addiaccio o in una baracca, a tutte le persone deve essere garantita una casa: si cessi pertanto piuttosto di sperperare risorse pubbliche a vantaggio dei ricchi e si provveda a rispettare concretamente i diritti fondamentali di ogni persona, adempiendo ai doveri sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione della Repubblica italiana.
Signor ministro della Giustizia,
prima che sia troppo tardi si adottino i provvedimenti necessari per vuotare le carceri e mettere in sicurezza per quanto possibile la vita dei detenuti e del personale di custodia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma, luogo, data
Indirizzo del mittente"
*
Alcuni indirizzi utilizzabili
protocollo.gabinetto at giustizia.it,
fulvio.baldi at giustizia.it,
leonardo.pucci at giustizia.it,
gianluca.massaro at giustizia.it,
chiara.giacomantonio at giustizia.it,
roberto.natali at giustizia.it,
giuseppina.esposito at giustizia.it,
marcello.spirandelli at giustizia.it,
clelia.tanda at giustizia.it,
sabrina.noce at giustizia.it,
vittorio.ferraresi at giustizia.it,
andrea.giorgis at giustizia.it,
ufficio.stampa at giustizia.it,
andrea.cottone at giustizia.it,
gioele.brandi at giustizia.it,
mauro.vitiello at giustizia.it,
concetta.locurto at giustizia.it,
giampaolo.parodi at giustizia.it,
roberta.battisti at giustizia.it,
marina.altavilla at giustizia.it,
rita.andrenacci at giustizia.it,
dgmagistrati.dog at giustizia.it,
giuditta.rossi at giustizia.it,
antonia.bucci at giustizia.it,
paolo.attardo at giustizia.it,
tommaso.salvadori at giustizia.it,
daniele.longo at giustizia.it,
redazione at giustizia.it,
callcenter at giustizia.it,
*
Preghiamo chi ci legge di diffondere questa proposta anche ai mezzi d'informazione e ad altre persone di volonta' buona, associazioni ed istituzioni.

3. REPETITA IUVANT. ASSOCIAZIONE CASA DELLE DONNE CONTRO LA VIOLENZA DI MODENA: APPELLO PER FONDO LEA MELANDRI
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo questo appello promosso dall'Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena e da molte altre donne e associazioni, diffuso attraverso la mailing-list di D.i.Re - Donne in rete contro la violenza: listadire at direcontrolaviolenza.it]

A tutte le associazioni aderenti a D.i.Re,
avendo saputo da parte di compagne femministe ed amiche di Lea Melandri che c'era l'intenzione di aprire una raccolta fondi per sostenerla in un momento di difficolta', abbiamo deciso di collaborare e, dopo aver verificato che in D.i.Re c'erano perplessita' sull'iniziativa, abbiamo espresso, come Casa delle donne contro la violenza, la disponibilita' a mettere a disposizione un conto corrente per la raccolta delle donazioni.
Come e' espresso nell'appello, non intendiamo che questa iniziativa si esaurisca nel sostegno in un caso particolare, ma vogliamo impegnarci perche' il fondo possa in seguito rispondere ad esigenze di altre donne che, come Lea, hanno dato e danno impegno, capacita' e attivismo nelle lotte delle donne e si sono trovate in difficolta'.
Chi ha apprezzato il lavoro di Lea Melandri e condivide il significato politico della iniziativa, puo' contribuire con donazioni e diffondendo l'appello che accludiamo.
per l'Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena, Giuliana Pincelli
Modena, 2 aprile 2020
*
Per Lea Melandri
Nella situazione attuale di dure restrizioni riguardo alle possibilita' di movimento, contatto, spostamento per lavoro, ecc. ci sono donne, con le quali ci sentiamo accomunate  nell'impegno femminista, che si trovano in difficolta' e faticano ad immaginare il loro futuro nei prossimi mesi di durata della crisi pandemica.
Ci sembra emblematica di quella di tante altre donne la situazione che sta vivendo la nostra compagna Lea Melandri, figura storica del  femminismo che, a causa delle misure straordinarie in atto ha dovuto interrompere la sua consueta attivita' di conferenze, seminari, iniziative di promozione della cultura femminista, che sono per lei insieme impegno militante e fonte di reddito.
Siamo consapevoli che allargando lo sguardo alle moltissime donne che stanno cercando di uscire da situazioni di violenza, alle migranti che vedono peggiorare ulteriormente le loro condizioni di vita, a tutto il mondo del lavoro precario e sommerso delle donne, a cui non sono destinate le misure di sostegno governative, per tutte queste donne diventa sempre piu' forte ed urgente l'istituzione di un reddito di autodeterminazione (o di esistenza/resistenza come qualcuna propone di chiamarlo oggi), obiettivo per il quale sollecitiamo a mobilitarsi le associazioni delle donne e il movimento Nonunadimeno.
Nell'immediato ci rivolgiamo a quante – singole, associazioni, istituzioni – hanno avuto l'opportunita' di conoscere e di apprezzare il lavoro di Lea, per attuare una raccolta fondi di sostegno per le difficolta' che sta incontrando in questo momento.
L'iniziativa di Raccolta fondi da noi ora proposta, intende essere un primo passo che vorremmo allargare in seguito, per una forma piu' ampia e stabile di mutuo aiuto e scambio tra donne che condividono le idee e le aspirazioni al cambiamento, ma si trovano collocate in situazioni economiche diseguali. Abbiamo cosi' un'occasione di esercitare la cura anche tra di noi, nelle nostre diversita', in uno scambio relazionale e materiale che ci puo' rafforzare tutte.
L'Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena si fa carico della gestione delle somme raccolte nel conto corrente, come servizio necessario per l'attuazione del Fondo Lea Melandri, secondo le finalita' esposte nel presente appello.
IBAN Conto Corrente per i versamenti: IT 28 B 02008 12906 000101166 221 c/o Unicredit Modena
intestato a: Associazione Casa delle donne contro la violenza
Nella causale specificare obbligatoriamente: Nome e Cognome o Associazione - Fondo Lea Melandri
Hanno promosso e aderito all'appello (in ordine alfabetico):
- Angela Azzaro
- Manuela Cartosio
- Roberta Corbo
- Maura Cossutta
- Guendalina Di Sabatino
- Giulia Carmen Fasolo
- Maddalena Gasparini
- Giovanna Grignaffini
- Elda Guerra
- Raffaella Lamberti
- Simona Marino
- Paola Patuelli
- Anna Petrungaro
- Antonella Picchio
- Giuliana Pincelli
- Bianca Pomeranzi
- Francesca R. Recchia Luciani
- Giulia Sudano
- Annamaria Tagliavini
- Antonella Veltri
Collettivi e associazioni:
- Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena
- Centro Interdipartimentale di Studi sulle Culture di Genere CISCuG - Universita' di Bari
- Festival delle Donne e dei Saperi di Genere di Bari
- Libera Universita' delle Donne di Milano
- Femminile Maschile Plurale di Ravenna
- Rete Nazionale Antiviolenza "Frida Kahlo" Onlus
- Edizioni Smasher Barcellona Pozzo di Gotto (Messina)
- Associazione Orlando di Bologna
- Seminaria di Cosenza
- Booksandthecity di Cosenza
- Casa delle Donne di Milano
- Centro di cultura delle donne "Hannah Arendt" di Teramo
- Casa Internazionale delle Donne di Roma
*
Per ulteriori informazioni e contatti: Associazione Casa delle donne contro la violenza onlus, via Vaciglio Nord 6, 41124 Modena, tel. 059361050, sito: www.donnecontroviolenza.it

4. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA DI QUARANTA DEPUTATE A TRE MINISTRI
[Riceviamo e diffondiamo]

Alla cortese attenzione della Ministra per le Pari opportunita' e la Famiglia
e del Ministro della Giustizia
e del Ministro per gli Affari regionali e Autonomie
Gentile Ministra, gentili Ministri,
siamo quaranta deputate di diversi gruppi parlamentari e facciamo parte dell'Intergruppo per le Donne, i Diritti e le Pari opportunita', nato per porre le questioni di genere al centro del dibattito politico-legislativo e per lavorare insieme su provvedimenti ed emendamenti a sostegno delle donne italiane.
Desideriamo portare alla Vostra attenzione una questione che riteniamo di particolare importanza in questo specifico momento, affinche' il governo possa darvi seguito e adoperarsi al riguardo.
La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonche' su ogni forma di violenza di genere, istituita presso il Senato della Repubblica nell’ottobre 2018, ha approvato all'unanimita', il 26 marzo scorso, un documento recante "Misure per rispondere alle problematiche delle donne vittime di violenza, dei centri antiviolenza, delle case rifugio e degli sportelli antiviolenza e antitratta nella situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19".
Si tratta di un documento il cui contenuto riveste carattere assoluto di necessita' e urgenza, in un momento difficile per il nostro Paese, la cui drammaticita' e' dimostrata dalle centinaia di morti che ogni giorno ci troviamo a contare e dalla sofferenza diffusa presso tutta la popolazione.
In questa fase di forti restrizioni alla mobilita', la maggior parte delle nostre concittadine e dei nostri concittadini e' obbligata a vivere in casa. Per quanto questa "reclusione" sia necessaria al contenimento del Coronavirus, e' tuttavia anche causa di effetti degenerativi per il benessere mentale di molti.
In particolare, vi e' una categoria di persone che e' esposta ancor di piu' a gravissimi pericoli per la propria vita. Stiamo parlando delle donne vittime di abusi, costrette a convivere con i propri aguzzini.
La terribile conta delle donne morte anche in questo periodo di domiciliazione forzata, infatti, non conosce sosta. E il timore piu' diffuso e' che la maggior parte di violenze, abusi e maltrattamenti stiano avvenendo in queste ore, in questi giorni, in queste settimane, nel silenzio, senza essere denunciate.
Salutiamo, quindi, con favore le misure intraprese dal governo che affrontano queste criticita', come la diffusione del numero telefonico di emergenza e dell'App 1522 cosi' come dell'App delle forze dell'ordine, YouPol. Allo stesso scopo, abbiamo ritenuto utile per stare accanto alle donne vittime di violenza anche la decisione presa dalla Ministra Bonetti di coinvolgere nella battaglia la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani, Federfarma e Assofarma. Si tratta di iniziative importanti che – cosi' come sta avvenendo in questi giorni – dovrebbero continuare a essere pubblicizzate anche in futuro.
Di grande rilevanza, poi, il recente decreto – sempre a opera del Ministero per le Pari opportunita' – che, con iter straordinario, ha erogato i 30 milioni di fondi per i centri antiviolenza. A tale proposito si ritiene necessario vigilare sulle Regioni affinche', in maniera celere ed efficiente, si attivino per trasferire queste risorse ai suddetti centri. Infatti, e' evidente che bisogna lavorare affinche' i meccanismi burocratici di erogazione e distribuzione dei fondi siano resi piu' snelli e puntuali, in quanto gli enormi ritardi che oggi sussistono creano notevoli disfunzioni all'attivita' dei centri medesimi.
Il documento, depositato dalla Commissione d'inchiesta del Senato, mette nero su bianco raccomandazioni per adottare nuove e ulteriori misure, oltre al rafforzamento di quelle gia' adottate, che devono essere prese in considerazione in tempi rapidi per sopperire alle carenze strutturali del sistema di prevenzione e contrasto alla violenza di genere che si sono venute a creare in questo imprevedibile periodo.
Perche' ogni ora che passa si potrebbe verificare una violenza, un abuso, un maltrattamento, che potrebbero anche non essere denunciati e rimanere sommersi, con l'ulteriore rischio di disperdere quella presa di coscienza collettiva sul diffondersi di tale fenomeno e il conseguente cambio culturale, innescato con fatica anno dopo anno. Ogni ora che passa potrebbe significare vedere la vita spezzata di un'altra donna innocente. E lo Stato deve essere presente per prevenire ogni femminicidio, in ogni circostanza, sempre.
Per questo si chiede che le raccomandazioni fatte dal sopra citato documento redatto dalla Commissione parlamentare sul femminicidio vengano recepite e implementate nel piu' breve tempo possibile.
Vi ringraziamo per l'attenzione prestata alla nostra istanza.
Un saluto cordiale.
Le deputate Stefania Ascari, Laura Boldrini, Maria Edera Spadoni, Mara Carfagna, Vita Martinciglio, Elisa Tripodi, Rina De Lorenzo, Vittoria Casa, Antonella Papiro, Doriana Sarli, Gilda Sportiello, Enza Bruno Bossio, Paola Deiana, Rossella Muroni, Lucia Ciampi, Marina Berlinghieri, Emanuela Rossini, Silvia Benedetti, Nadia Aprile, Angela Schiro', Flora Frate, Valentina Barzotti, Conny Giordano, Veronica Giannone, Elisabetta Barbuto, Debora Serracchiani, Paola Carinelli, Susanna Cenni, Elisa Siragusa, Simona Suriano, Virginia Villani, Stefania Pezzopane, Chiara Gribaudo, Antonella Incerti, Tiziana Ciprini, Yana Ehm, Lia Quartapelle, Patrizia Prestipino, Lisa Noja, Maria Teresa Baldini
Roma, 6 aprile 2020

5. REPETITA IUVANT. UN APPELLO DA QUATTRO RETI INTERNAZIONALI DI DONNE: CHE LE DONNE SIANO IN PRIMA FILA PER CHIEDERE LA FINE DELLE GUERRE
[Riceviamo e diffondiamo]

Sosteniamo con vigore l’appello del Segretario Generale dell'Onu per l'immediato "cessate il fuoco" di tutti i conflitti.
Noi donne siamo le prime vittime delle grandi minacce che incombono sull'umanita': guerre, disastri ambientali e disequilibri ecologici, minaccia nucleare, ingiustizia sociale e poverta' incrementata dal debito pubblico. Seppur oscurate dall'atavico potere maschile, siamo state attive per contrastare le negativita' dominanti, sfidando la violenza della cultura patriarcale e attivandoci per abbattere le "barriere di genere" che ci limitano fortemente nell'esprimere tutte le nostre potenzialita' funzionali a un miglioramento complessivo della societa'.
Noi donne del Nord e del Sud del mondo, forti di un networking internazionale consolidatosi a Pechino nel 1995 (piano di azione), e' da lunga data che rivendichiamo il miglioramento del nostro "status" contestualmente alla rivendicazione della garanzia del binomio pace-sviluppo.
L'attuale "emergenza globale" della pandemia Covid-19 smaschera l'inutilita' della "sicurezza militarizzata", basata sulle costosissime e pericolosissime armi nucleari e di altra natura. Noi donne ci appelliamo all'evidenza dei fatti e con forza e determinazione ribadiamo l'urgente necessita' dell'unica sicurezza che merita tale nome: la "sicurezza umana", cioe' quella che garantisce "tutti i diritti umani per tutti" a partire da quello della salute, attraverso strutture sanitarie efficienti e coordinate a livello globale.
Chiedere il "cessate il fuoco" immediato per tutte le guerre significa comprendere che per uscire dalla calamita' globale in corso servono immediate risorse finanziarie ed umane da investire per risolvere le urgenti problematiche sanitarie, sociali, economiche.
Il "dopo Covid-19" dovra' basarsi su una economia di pace, senza guerre, senza combustibili fossili, senza armi di distruzione di massa, senza debito pubblico.
Il "dopo" deve essere all'insegna di un reale modello di sviluppo eco-sostenibile ispirato, "nutrito" da una profonda alleanza tra esseri umani e natura.
L'8 marzo a Madrid nella giornata conclusiva della Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza - che ha percorso 97 paesi in 5 continenti - noi donne abbiamo rilanciato il nostro impegno "con" la  vita affinche' l'umanita' recuperi il senso della specie e la consapevolezza che tutti noi siamo un'unica persona.
Avviamo il processo di transizione al nuovo mondo che vogliamo, esigendo:
- la fine delle guerre, incluse quelle economiche, per realizzare la "giustizia umana" e la "giustizia climatica";
- la fine della cultura del nemico per sviluppare e potenziare la cultura della solidarieta' e della cooperazione internazionale per la tutela dei "beni comuni" dell'umanita'.
WILPF-Italia (Women's International League for Peace and Freedom)
A.W.M.R. (Association Women's Mediterranean Region)
W.I.D.F. (Women's International Democratic Federation)
D.i.N. (Donne in Nero)

6. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

7. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI

Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
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9. CRONACHE DI NUSMUNDIA. CAROGNO MOZZARECCHI: HA DETTO 'R DUCE A LA TELEVISIONE

Ha detto 'r duce a la televisione
ch'emo da stasse chiuse drentro casa
e si 'na casa nue nun ce ll'avemo
e' corpa nostra d'esse troppo fessi.

Ha detto 'r duce a la televisione
che ssi sse stamo bboni boni e zitte
a ffine mese ce fa la mancetta
ma nnue a ffine mese semo morte.

Ha detto 'r duce a la televisione
che cchi protesta fa le facchegnusse
ch'ade 'na cosa che sse va 'n galera
com'a' bbe' tempi de faccetta nera.

Ha detto 'r duce a la televisione
che sse lo meritamo de crepa'
si pproprio volevamo da campa'
eveme d'essa pure nue com'esso.

Ma io com'esso nun ce vojo essa
e nun cio' mmanco la televisione
me fanno schifo tutte le patrone
e ancora so' strillone e communista.

10. PAROLIBERI ALL'OSPIZIO. GEREMIA CATTRISTI: L'AMICO DI ALFIO

I.

Da sempre i ricchi e i potenti fanno la guerra contro di noi
ci opprimono sfruttano rapinano

Da sempre il loro sogno e il loro impegno e' di ridurci in catene
schiavi o incarcerati ci vogliono

Anche nell'ora piu' tragica il primo e il solo pensiero che hanno
e' aumentare la loro ricchezza prolungare il loro potere
godere della nostra sofferenza

Se non possono tenerci in servitu'
ci preferiscono morti

Se non possono ipnotizzarci e trasformarci in lombrichi o spugne
allora non esitano ad avvelenarci

Ogni volta che un potente apre bocca
so che mente

Ogni volta che leva il braccio
so che e' per rapinarci e ucciderci

II.

Confido solo nelle oppresse e negli oppressi
nel loro nel nostro risveglio
nel comprenderci finalmente
nel riconoscimento nella riconoscenza
nella condivisione del bene e dei beni

Allora faremo giustizia e liberta'
faremo cessare tutte le uccisioni
e salveremo anche chi oggi ci opprime
creando le condizioni per cui nessuno piu' sia oppresso
creando le condizioni per cui nessuno piu' sia oppressore
col bene abolendo il male
restituendo umanita' all'umanita'
sconficcando dal cuore del mondo la violenza
con la forza della verita': satyagraha
con la decisione della nonviolenza: ahimsa

III.

Allora l'orrore che e' stato la nostra storia la nostra vita
sara' solo favola antica difficile a credersi
per le donne e per gli uomini usciti da questa preistoria
per le donne e per gli uomini entrati nel mondo della liberta'

IV.

Ma sempre restera' la sofferenza la malattia la morte
ma nessuno sara' abbandonato al dolore

Ma sempre restera' questa lacerazione e questa ricerca
ma ogni persona sara' accompagnata nel cammino

Ma sempre vi sara' notte e paura
e crisi della presenza
ma gli esseri umani non saranno piu' nemici
si presteranno aiuto si presteranno ascolto
sara' piu' felice la felicita' nell'ora breve che ci e' data

V.

Ma tu parli di un mondo e di un tempo che non sono qui
e non saranno mai

Ma sono qui se tu qui oggi agisci
per far venire il tempo della pace

Ma sono qui se tu l'inveri adesso
l'umanita' come dovrebbe essere

Sii tu la nonviolenza in cammino
sii tu l'amico di Alfio che la lotta di Alfio prosegue
sii tu quello che condivide il pane
sii tu quello che veglia il sofferente
e gli stringe la mano e lo guarda negli occhi
sii tu quello che si oppone al fascismo

11. DALL'ALBUM DELL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. CAROGNO MOZZARECCHI: QUANN'ERO PRESIDENTE DER CONZIJO

Quann'ero presidente der conzijo
magnavo come 'n bovo e cc'evo gusto
a comanna' che mme pareva giusto
de ggioca' ar gioco de 'ndo tocco pijo

davant'a tutte e ssenza nasconnijo
quann'uno come mme e' propio 'n ber fusto
s'uno protesta lo chiappo e ll'aggiusto
che quanno meno manco me scapijo

e mmo' che c'e' 'sta bbella pitemia
me piace de 'sta cqui 'n televisione
a dije ar popolaccio zuccarone

ch'ha dda obbedi' ma la volunta' mmia
e che nun disturbasse er connuttore
se stesse zzitto eppoi chi mmore more.

12. MAESTRE. VANDANA SHIVA: PRINCIPI COSTITUTIVI DI UNA DEMOCRAZIA DELLA COMUNITA' TERRENA
[Riproponiamo una volta ancora il seguente testo estratto dall'introduzione del libro di Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, alle pp. 16-19.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, nonviolenti, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002; Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009; Fare pace con la Terra, Feltrinelli, Milano 2012; Storia dei semi, Feltrinelli, Milano 2013; Chi nutrira' il mondo? Manifesto per il cibo del terzo millennio, Feltrinelli, Milano 2015; Il mondo del cibo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2015]

1. Tutte le specie, tutti gli esseri umani e tutte le culture possiedono un valore intrinseco.
Tutti gli esseri viventi sono soggetti dotati di intelligenza, integrita' e di un'identita' individuale. Non possono essere ridotti al ruolo di proprieta' privata, di oggetti manipolabili, di materie prime da sfruttare o di rifiuti eliminabili. Nessun essere umano ha il diritto di possedere altre specie, altri individui, o di impadronirsi dei saperi di altre culture attraverso brevetti o altri diritti sulla proprieta' intellettuale.
*
2. La comunita' terrena promuove la convivenza democratica di tutte le forme di vita.
Siamo membri di un'unica famiglia terrena, uniti gli uni agli altri dalla fragile ragnatela della vita del pianeta. Pertanto e' nostro dovere assumere dei comportamenti che non compromettano l'equilibrio ecologico della Terra, nonche' i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l'umanita'. Nessun essere umano ha il diritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, ne' di trattarli con crudelta' e violenza.
*
3. Le diversita' biologiche e culturali devono essere difese.
Le diversita' biologiche e culturali hanno un valore intrinseco che deve essere riconosciuto. Le diversita' biologiche sono fonti di ricchezza materiale e culturale che pongono le basi per la sostenibilita'. Le differenze culturali sono portatrici di pace. Tutti gli esseri umani hanno il dovere di difendere tali diversita'.
*
4. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento.
Tutti i membri della comunita' terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all'acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere privatizzate. Il diritto al sostentamento e' un diritto naturale perche' equivale al diritto alla vita. E' un diritto che non puo' essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.
*
5. La democrazia della comunita' terrena si fonda su economie che apportano la vita e su modelli di sviluppo democratici.
La realizzazione di una democrazia della comunita' terrena presuppone una gestione democratica dell'economia, dei piani di sviluppo che proteggano gli ecosistemi e la loro integrita', provvedano alle esigenze di base di tutti gli esseri umani e assicurino loro un ambiente di vita sostenibile. Una concezione democratica dell'economia non prevede l'esistenza di individui, specie o culture eliminabili. L'economia della comunita' terrena e' un'economia che apporta nutrimento alla vita. I suoi modelli sono sempre sostenibili, differenziati, pluralistici, elaborati dai membri della comunita' stessa al fine di proteggere la natura e gli esseri umani e operare per il bene comune.
*
6. Le economie che apportano la vita si fondano sulle economie locali.
Il miglior modo di provvedere con efficienza, attenzione e creativita' alla conservazione delle risorse terrene e alla creazione di condizioni di vita soddisfacenti e sostenibili e' quello di operare all'interno delle realta' locali. Localizzare l'economia deve diventare un imperativo ecologico e sociale. Si dovrebbero importare ed esportare soltanto i beni e i servizi che non possono essere prodotti localmente, adoperando le risorse e le conoscenze del luogo. Una democrazia della comunita' terrena si fonda su delle economie locali estremamente vitali, che sostengono le economie nazionali e globali. Un'economia globale democratica non distrugge e non danneggia le economie locali, non trasforma le persone in rifiuti eliminabili. Le economie che sostengono la vita rispettano la creativita' di tutti gli esseri umani e producono contesti in grado di valorizzare al massimo le diverse competenze e capacita'. Le economie che apportano la vita sono differenziate e decentralizzate.
*
7. La democrazia della comunita' terrena e' una democrazia che tutela la vita.
Una democrazia che tutela la vita si fonda sul rispetto democratico di ogni forma vivente e su un comportamento democratico da adottare gia' a partire dalla quotidianita'. Ogni soggetto coinvolto ha il diritto di partecipare alle decisioni da prendere in merito al cibo, all'acqua, alla sanita' e all'istruzione. Una democrazia che tutela la vita cresce dal basso verso l'alto, al pari di un albero. La democrazia della comunita' terrena si fonda sulle democrazie locali, lasciando che le singole comunita' costituite nel rispetto delle differenze e delle responsabilita' ecologiche e sociali abbiano pieni poteri decisionali riguardo all'ambiente, alle risorse naturali, al sostentamento e al benessere dei loro membri. Il potere viene delegato ai livelli esecutivi piu' alti applicando il principio della sussidiarieta'. La democrazia della comunita' terrena si fonda sull'autoregolamentazione e sull'autogoverno.
*
8. La democrazia della comunita' terrena si fonda su culture che valorizzano la vita.
Le culture che valorizzano la vita promuovono la pace e creano degli spazi di liberta' per consentire il culto di religioni diverse e l'espressione di diverse fedi e identita'. Tali culture lasciano che le differenze culturali si sviluppino proprio a partire dalla nostra umanita' e dai nostri comuni diritti in quanto membri della comunita' terrena.
*
9. Le culture che valorizzano la vita promuovono lo sviluppo della vita stessa.
Le culture che valorizzano la vita si fondano sul riconoscimento della dignita' e sul rispetto di ogni forma di vita, degli uomini e delle donne di ogni provenienza e cultura, delle generazioni presenti e di quelle future.
Sono culture ecologiche che non producono stili di vita distruttivi o improntati al consumismo, basati sulla sovrapproduzione, sullo spreco o sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Le culture che valorizzano la vita sono molteplici, ma ispirate da un comune rispetto per il vivente. Riconoscono la compresenza di identita' diverse che condividono lo spazio comune della comunita' locale e danno voce a un sentimento di appartenenza che correla i singoli individui alla terra e a tutte le forme di vita.
*
10. La democrazia della comunita' terrena promuove un sentimento di pace e solidarieta' universale.
La democrazia della comunita' terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l'impegno disinteressato, anziche' separarli attraverso la competizione, il conflitto, l'odio e il terrore. In alternativa a un mondo fondato sull'avidita', sulla diseguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarieta', la giustizia e la sostenibilita'.

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Qohelet o L'Ecclesiaste, Einaudi, Torino 1970, pp. 104. A cura di Guido Ceronetti.
- Bruno Maggioni, Giobbe e Qohelet, Cittadella, Assisi 1979, 1995, pp. 112.
- Gianfranco Ravasi, Qohelet, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1988, Mondadori, Milano 1997, pp. 480.
*
Classici
- Alfred Rahlfs, Robert Hanhart (a cura di), Septuaginta. Id est Vetus Testamentum graece iuxta LXX interpretes, Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 2006, pp. LXXVIII + 942.
- La Bible traduite et presentee par Andre' Chouraqui, Desclee de Brouwer, Paris 1974-1979, 2003, 2007, pp. 2432.

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3704 del 9 aprile 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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