[Nonviolenza] Archivi. 372



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 372 del 5 aprile 2020

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di marzo 2020 (parte prima)
2. Ernesto Cardenal
3. Tre lampi per Ernesto Cardenal
4. Opporsi a tutte le guerre, opporsi a tutte le stragi, salvare tutte le vite
5. Una telefonata a Ernesto Cardenal
6. L'Europa hitleriana
7. L'ora della nonviolenza
8. La malattia
9. La chiusura della scuola di Atene
10. Ricordando Clara e Rosa
11. Di terracotta e di fibre intrecciate alcuni semplici camminati masticati pensieri per l'otto marzo dell'anno 2020
12. Quattro pensatrici della nonviolenza in cammino
13. Il criterio
14. Alcune banali riflessioni sull'epidemia in corso (dal punto di vista della scelta nonviolenta per il bene comune dell'umanita')
15. McCoy Tyner
16. Max von Sydow
17. "Neminem laedere". La persuasione, la parresia e la nonviolenza
18. In memoria di Massimiliano di Cartagine
19. In memoria di Marianella Garcia
20. Lavarsi spesso le mani
21. In memoria di Marielle Franco

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2020 (PARTE PRIMA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2020.

2. ERNESTO CARDENAL

E' deceduto Ernesto Cardenal, religioso e poeta, una delle figure piu' vive della rivoluzione sandinista.
Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo.

3. TRE LAMPI PER ERNESTO CARDENAL

1. E' difficile spiegare, o anche solo raccontare, a chi e' giovane oggi - o e' invecchiato nell'amnesia di ogni valore -, cosa fu per noi la rivoluzione sandinista. Di solito dico che per farsene un'idea basta leggere qualche pagina di Giulio Girardi, o qualche poesia di Ernesto Cardenal. Giulio Girardi e' morto anni fa, e poche ore fa e' morto anche Ernesto Cardenal.
Provo a dirlo in poche parole: quella rivoluzione fu per alcuni anni la prova vivente che l'umanita' poteva liberarsi dall'oppressione, cercare di non riprodurre la violenza subita e tentare di essere felice nella condivisione generosa del bene e dei beni. Fu poi schiacciata dai nemici dell'umanita', che ancora tengono sotto il tallone di ferro il mondo intero.
*
2. Non so quante volte ho letto, tradotto all'impronta, commentato e discusso con le persone che nei centri sociali, nelle scuole ed altrove ho incontrato in incontri di accostamento alla nonviolenza l'"Oracion por Marilyn Monroe" che e' una delle piu' belle poesie che Cardenal ha scritto.
Chi non l'avesse ancora letta, lo faccia.
*
3. Da Franco Fortini ho appreso che la poesia prefigura la liberazione dell'umanita', ed e' quindi un appello a realizzarla.
Forse per questo chiunque una poesia legga o ascolti con mente non torbida ed animo attento si sente in dovere di lottare affinche' ogni essere umano sia libero.
*
Ernesto Cardenal dedico' l'intera vita alla lotta per la liberazione dell'umanita' intera.
E' stata una buona vita, un buon esempio, un buon insegnamento. Si possa essere degni del suo lascito.
Con gratitudine lo ricordiamo. La lotta continua.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

4. OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, OPPORSI A TUTTE LE STRAGI, SALVARE TUTTE LE VITE

Opporsi a tutte le guerre, opporsi a tutte le stragi, salvare tutte le vite.
E' tutto qui.

5. UNA TELEFONATA A ERNESTO CARDENAL

I.
Ho sollevato la cornetta del telefono
e non ho fatto nessun numero
ho aspettato che il suono da intermittente si facesse continuo
so gia' che Cardenal e' morto
ne' ho mai avuto il suo numero di telefono
ne' quello di Marilyn Monroe o di Nelson Mandela
e non telefono mai a nessuno
uso il telefono soltanto per ascoltare quel suono
che da intermittente diventa continuo
e sembra dire l'irruzione della morte.

II.
Sono stato giovane quando essere giovane
significava volere la liberazione dell'umanita' intera
ogni persona oppressa che insorgeva
subito ci riconoscevamo fratelli e sorelle
nella sapienza di tutte le vittime condividendo il pane
e il dolore
che aveva un senso e il senso era
che ancora non era umana l'umanita'
ma lo diveniva lottando contro ogni oppressione
lo diveniva lottando per la giustizia la liberta' la misericordia
che ogni essere umano riconosce e raggiunge
sono vecchio e non ho dimenticato.

III.
Ernesto Cardenal fu allora per noi un simbolo di molte cose
il volto della rivoluzione sandinista
la poesia che s'inverava nelle strade
nel sentimento del toccarsi finalmente del cielo e della terra
del mito e della storia dell'utopia che passa dalla parola all'atto
nell'umano sentire e pensare e dire ed agire il bene comune
nello stare insieme affinche' piu' nessuno
fosse abbandonato al male e alla morte.

IV.
Dico sempre che antifascismo e nonviolenza
sono due nomi per dire la stessa cosa
e a chi mi chiede di spiegare cosa
dico che non c'e' nulla da spiegare
ognuno deve capirlo da se'
e per capirlo solo questo conta
porsi dalla parte delle vittime
recare memoria di tutte le vittime
lottare perche' non vi siano piu' vittime
e allora tutto e' chiaro
solo opponendosi a tutti i poteri oppressivi
solo mettendo in comune il bene e i beni
solo lottando per la salvezza di tutte le vite
solo riconoscendo e difendendo l'eguale diritto di ogni persona
alla vita alla dignita' alla solidarieta'
solo contrastando tutte le guerre e le uccisioni
solo cosi' avra' termine questa carneficina
che chiamano storia del mondo ed e' invece soltanto
la storia del nulla che tutto divora
la storia del male che abbiamo il dovere
di contrastare con azione incessante
di contrastare con azione concorde
di contrastare senza illusioni.

V.
Che gli esseri umani possano essere resi schiavi
affamati violati sfigurati uccisi
questo accade ogni giorno
che questo quotidiano scandalo non cessi di farti orrore
e questo orrore non ti paralizzi
ti indigni bensi' e ti faccia insorgere
ti porti ad unirti a tutte le oppresse
e tutti gli oppressi nella lotta
che all'orrore si oppone e rivendica
il diritto di ogni essere umano
alla liberta'
alla felicita'
alla responsabilita' per il mondo.

VI.
Ernesto Cardenal sapeva
che sempre ci parlano i morti
tutti i morti anche i piu' lontani
e che la loro voce fa crescere l'erba
e muove il respiro e le onde del mare
e sostiene le stelle del cielo
e quella voce chiama ogni essere umano
ad essere l'intera umanita'
a riconoscere l'intera umanita'
in ogni altro essere umano
a volere che il mondo vivente
viva e che viva ogni persona
una vita degna una vita bella
chi sa ascoltare questa voce
capisce che occorre farsene eco
capisce che occorre condividere il pane
capisce che occorre cantare e camminare insieme
e contrastare ogni violenza.

VII.
Muoiono tutti gli esseri umani
e morto e' anche Ernesto Cardenal
non muoiono i suoi doni e la sua lotta
non muore l'umanita' che tutte e tutti insieme siamo.

Congedo
E tu che leggi queste righe spente
sii tu a proseguire la sua lotta
di tutte le persone buone la lotta
di tutte le vittime innocenti l'appello
contro tutte le oppressioni
contro tutte le uccisioni
resisti tu al fascismo che torna
soccorri tu chi di aiuto ha bisogno
su questa strada tra Gerusalemme e Gerico
su questa strada tra Auschwitz ed Hiroshima
su questo crinale apocalittico
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
rispondi tu al telefono.

6. L'EUROPA HITLERIANA

L'Europa che rifiuta di accogliere i profughi siriani.
L'Europa che finanzia il dittatore turco per recludere nei lager turchi gli innocenti in fuga dall'orrore, e che attraverso il dittatore turco finanzia la guerra, il terrorismo, i massacri.
L'Europa hitleriana.
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
*
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera: le frontiere sono nostre nemiche.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera: continuare ad opprimerci e ucciderci l'un l'altro ci sta portando tutti alla catastrofe.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera: se non ci uniremo in eguaglianza di diritti e reciproca solidarieta' periremo tutti.

7. L'ORA DELLA NONVIOLENZA

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
La nonviolenza e' la politica oggi necessaria.
La nonviolenza e' la politica dell'umanita'.
Dinanzi ai compiti dell'ora, non e' piu' adeguato nessun potere che non attui la nonviolenza.
Dinanzi ai compiti dell'ora, non e' piu' legittimo nessun potere che persista nella subalternita' alla violenza.
Nessun governo che neghi soccorso agli esseri umani esposti all'orrore e alla morte e' un governo democratico, un governo legale, un governo civile.
Insorgere occorre per affermare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Universale benevolenza, mutuo soccorso, condivisione del bene e dei beni.
Opposizione alla barbarie, misericordia, inveramento dell'umanita'.
*
Aprire gli occhi.
Salvare le vite.

8. LA MALATTIA

La malattia delle malattie
e' l'oppressione che nega
che tutti gli esseri umani
abbiano diritto alla vita
alla dignita' alla solidarieta'.

La malattia delle malattie
e' l'adorazione degli iniqui privilegi
che condannano alla fame e alla morte i rapinati.

La malattia delle malattie
e' l'imperio della violenza
che divora ogni giorno innumerevoli vittime innocenti
che distrugge progressivamente quest'unico mondo vivente.

Vi e' una sola terapia
chiunque sa quale essa sia
chiunque ha il potere e il dovere
di dare inizio al miracolo del bene.

Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
sii tu la nonviolenza in cammino.

9. LA CHIUSURA DELLA SCUOLA DI ATENE

Non e' successo niente state tranquilli gracchia
la voce del portavoce dell'imperatore dalla radio
e per le strade carri e camionette sono li' per il vostro bene
che il governo sa bene quale sia
e gli scienziati lo confermano potete vederlo su youtube

Chi ha piu' di sessant'anni resti chiuso in casa
non costringeteci a fare quello che non vogliamo fare
chi conosce un comunista lo denunci al numero verde
c'e' anche disponibile un'app e una taglia niente male
ci si puo' arruolare volontari per le ronde a Lesbo
per le partite di caccia ai bipedi a Lesbo
l'Europa fornira' i nuovi chassepots o se preferite i winchester
lo sappiamo quello che vi piace

Ricordatevi che il governo vi ama
chi vi regala cosi' tanti canali
televisivi? chi vi imbandisce cosi' tante discoteche
e notti dei cristalli? il governo vi ama
e voi non deludetelo in quest'ora suprema sui colli fatali

Della sorte degli schiavi non deve calervi
non e' di vostra competenza
lo decide il governo il numero dei morti e dei malati
e chi deve sparire nel silenzio
presto vi sara' recapitato un decalogo
lo sappiamo che vi piace sapere che fare
e non volete restare senza ordini
lavatevi le mani e marciate sul posto
cantate canzoni alla primavera e alla bellezza
nessuno esca di casa e se sentite
gli spari le urla i gemiti e il silenzio
la carne avvolta nel filo spinato trascinata via prima che puzzi
il passo cadenzato delle legioni del generale Legione
non fateci caso pensate ai casi vostri
non e' detto che prima dell'alba non si bussi anche alla vostra porta
statevi buoni che non vi succede niente
lasciate fare a chi sa fare
rigate dritto i droni vi sorvegliano

Siate gloriosi come siete sempre stati
eroi poeti navigatori e santi e ballerini e pubblico gentile
concorrenti di quiz prosseneti clienti e tutto il resto
obbedite al piccolo padre al grande fratello al primo segretario
a chi ha fatto i soldi carne umana masticando
al notiziario di prima serata ai secondi violini al coach
all'esperto finanziario al cerusico al barbiere
non ficcate il naso dove non vi riguarda
lasciate fare a noi che abbiamo
il doppiopetto gli elettrodi la vergine di Norimberga
lo scranno di lucido legno pregiato il microfono l'atomica
e se proprio un piccolo sfogo vi ci vuole
e non avete a portata di mano una dolce creatura da pestare a sangue
che tanto e' solo una costola con un po' di fango intorno
un vile oggetto di piacere per riposo del guerrier ch'entro vi rugge
sparate anche voi dal terrazzo a chi e' troppo lento per strada
o indeciso o ancora pretende
di pensare di parlare di discutere
di amare le persone di cercare la verita'
di volere salvare le vite
di ricordare il figlio della levatrice

10. RICORDANDO CLARA E ROSA

Nessuna speranza vi e' per l'umanita' di essere libera
se non si sconfigge l'oppressione maschile.

Nessuna speranza vi e' di salvezza per il mondo vivente
se non si abolisce il sistema di dominio maschile.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe
con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi
nella lotta femminista ecologista socialista e libertaria
per la liberazione dell'umanita' intera
da ogni menzogna da ogni violenza da ogni oppressione
in difesa della vita della dignita' dei diritti
di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente
per la condivisione del bene e dei beni
in una universale solidarieta'

Il primo dovere e' salvare le vite
soccorrere accogliere assistere ogni persona bisognosa di aiuto
abolire la guerra gli eserciti le armi
inverare l'umanita' dell'umanita'

Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
contrastala tu ogni disumanita'
a questa lotta l'otto marzo convoca
a questo compito che restituisce senso e valore all'agire

Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
contrastala tu ogni disumanita'
a questo impegno l'otto marzo convoca
ponendoti all'ascolto di tutte le vittime innocenti
ponendoti alla scuola e sulla via del movimento di liberazione delle donne
la cui lotta libera l'intera umanita'.

11. DI TERRACOTTA E DI FIBRE INTRECCIATE ALCUNI SEMPLICI CAMMINATI MASTICATI PENSIERI PER L'OTTO MARZO DELL'ANNO 2020

1. La catastrofe
La societa' umana fondata sul dominio di un genere sull'altro mi sembra ormai giunta alla sua catastrofe.
La societa' umana fondata sullo sfruttamento illimitato della limitata natura mi sembra ormai giunta alla sua catastrofe.
La societa' umana fondata sulla violenza come primo e supremo regolatore dei conflitti mi sembra ormai giunta alla sua catastrofe.
*
2. La cooperazione
Solo riconoscendo che siamo un'unica umanita' in un unico mondo vivente possiamo salvarci.
Solo riconoscendo che in quanto umanita' non siamo altra cosa dal mondo vivente, ma ne siamo insieme parte e custodi, possiamo salvarci.
Solo riconoscendo che occorre porre a fondamento del nostro agire la solidarieta', la responsabilita' e la condivisione possiamo salvarci.
*
3. La storia come storia della resistenza e della liberazione
Di tutti i movimenti storici che si sono adoperati in pro dell'umanita' intera solo il movimento di liberazione delle donne ha sempre lottato contro il dominio di una parte dell'umanita' su un'altra.
Di tutti i movimenti storici che si sono adoperati in pro dell'umanita' intera solo il movimento di liberazione delle donne ha sempre lottato in difesa del mondo vivente, ha sempre agito per affermare la vita e non per imporre la morte.
Di tutti i movimenti storici che si sono adoperati in pro dell'umanita' intera solo il movimento di liberazione delle donne ha sempre lottato contro la violenza.
*
4. La politica prima
Giunti a questo crinale apocalittico si disvela che solo la scelta nitida e intransigente della nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
La nonviolenza che e' femminista, ecologista, socialista e libertaria, poiche' afferma la diversita', la dignita' e la liberta' di ogni persona, l'eguaglianza di diritti di tutte, il rispetto per la vita e per ogni vita, il dovere del recare aiuto e del condividere il bene ed i beni.
La nonviolenza che e' femminista, ecologista, socialista e libertaria, poiche' serba memoria di tutte le vittime, a tutte le vittime presta soccorso, lotta affinche' non vi siano mai piu' vittime.
*
5. Hic et nunc
Salvare le vite.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, oppporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
*
6. L'otto marzo
L'otto marzo e' il giorno in cui l'umanita' fa memoria della presa di coscienza da parte di tutte le oppresse e tutti gli oppressi del fatto cruciale che la violenza maschile e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze, e che quindi solo abolendo la violenza maschile l'umanita' potra' essere libera, solidale, responsabile, felice.
L'otto marzo e' il giorno in cui tutte le oppresse e tutti gli oppressi fanno appello a tutte le persone senzienti e pensanti - e quindi all'umanita' intera - affinche' sia contrastata ed abolita la violenza maschile, e l'umanita' possa finalmente essere umana.
L'otto marzo e' il giorno di lotta che convoca a lottare ogni giorno contro ogni oppressione per la comune liberazione, l'otto marzo e' il giorno di festa che prefigura la liberazione comune, la convivenza che invera l'umanita' dell'umanita', la vittoria della nonviolenza sulla violenza.
*
7. Clara, Rosa e le altre
A Clara Zetkin, a Rosa Luxemburg e a tutte le altre la nostra gratitudine.
A tutte le donne che lottando contro il maschilismo hanno lottato, lottano e lotteranno per la liberazione dell'umanita' intera la nostra gratitudine.
Ed anche a tutti gli uomini che hanno saputo, sanno e sapranno porsi all'ascolto, alla scuola e alla sequela del movimento di liberazione delle donne la nostra gratitudine.
*
8. Il pane e le rose
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' il cammino.
Il pane e le rose, un solo mondo vivente, una sola umanita'.
*
9. Il miracolo
Mettere al mondo il mondo. Tenere acceso il fuoco nella notte. Condividere il pane e la casa. Ascoltare e parlare. Prendersi cura.
Sapere di essere l'altra persona di ogni altra persona. Agisci verso le altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere. Chi salva una vita salva il mondo. Compilo tu il miracolo del bene.
*
10. Ogni giorno
La nonviolenza sei tu quando ti opponi alla violenza. La nonviolenza sei tu quando fai la cosa giusta. La nonviolenza sei tu quando aiuti chi soffre. Ogni giorno e' l'otto marzo.
Nessuna illusione, nessuna menzogna, nessuna vilta'. Riconoscimento, riconoscenza, misericordia. Ogni giorno e' l'otto marzo.
La violenza maschile, l'ideologia maschilista, il sistema di potere maschile, l'onnidistruttiva oppressione maschile che lacera, mutila, dimidia e strazia l'umanita' intera e devasta e avvelena e distrugge l'intero mondo vivente puo' e deve essere contrastata e sconfitta. L'umanita' puo' essere libera e solidale: per questo lotta il movimento di liberazione delle donne, per questo lotta ogni persona di volonta' buona. Ogni giorno e' l'otto marzo.

12. REPETITA IUVANT. QUATTRO PENSATRICI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Olympe de Gouges

Quella testa che pensava i pensieri
che gli estremi oppressori non vogliono si pensi
gli estremi oppressori spiccarono dal collo
ma quei pensieri ancora e ancora vivono
e vive Olympe de Gouges ed il suo nome
e' ancora la nostra bandiera, compagne e compagni.

*

Mary Wollstonecraft

Sempre i diritti sono li', nascosti nello scrigno
sotterrato sotto strati di argilla e pietrisco
e gli scorpioni e le frustate
e il drago guardiano sopra.

Ma quando una persona dal profondo del cuore
li scava e li reca alla luce e li mette in parole
li schiude ed allora fioriscono
e nessun drago potra' piu' affogarli.

Cosi' Mary Wollstonecraft
armata solo di carta e di penna
per sempre libero' l'umanita'
dalla prima menzogna, dalla prima schiavitu'.

Forse molti anni ancora occorreranno
generazioni si avvicenderanno
ma quando diverra' l'umanita' umana
grata sara' a Mary Wollstonecraft.

*

Flora Tristan

La lotta degli oppressi non e' la lotta
per la liberazione di tutti gli oppressi
se non e' anche la lotta delle oppresse
per la liberazione di tutte le oppresse.

La lotta delle oppresse liberando
tutte le oppresse libera al contempo
anche gli oppressi, e gli oppressori stessi
estingue trasformandoli in compagni.

Solo la lotta delle oppresse libera
l'umanita', l'intera umanita'
l'umanita' di tutte e di ciascuna
l'umanita' di tutti e di ciascuno.

*

Harriet Hardy

Non e' forse una donna un essere umano?
Non nascono forse da donna gli esseri umani tutti?
Non e' diritto di ogni persona il sapere?
Non e' diritto di ogni persona la propria indipendenza?
Non e' diritto di ogni persona pienamente partecipare
alla vita comune che ogni persona riguarda?

Chiamiamo civilta', chiamiamo repubblica
la societa' proposta da Harriet Hardy.
Il mondo pensato da Harriet Hardy
e' il mondo in cui vorremmo vivere.
Nostra e' la lotta iniziata da Harriet Hardy.

13. IL CRITERIO

Sia salvare le vite il criterio che guida le nostre azioni.

14. ALCUNE BANALI RIFLESSIONI SULL'EPIDEMIA IN CORSO (DAL PUNTO DI VISTA DELLA SCELTA NONVIOLENTA PER IL BENE COMUNE DELL'UMANITA')

Tre fragilita'
La fragilita' della persona umana come corpo vivente esposto al dolore, alla malattia, alla morte. E basterebbe aver letto Giacomo Leopardi o Simone Weil per sapere quel che c'e' da sapere.
La fragilita' della societa' fondata su rapporti di dominazione, di sfruttamento e consumo anziche' sulla convivialita' e sulla responsabilita'. E basterebbe aver letto Karl Marx o Hannah Arendt o Emmanuel Levinas per capire quel che c'e' da capire.
La fragilita' della biosfera i cui equilibri sono delicatissimi e che poteri economici, politici e militari rapinatori ed onnidistruttivi avvelenano e devastano e desertificano in un'orgia di morte, in un diluvio di sangue. E basterebbe aver letto Hans Jonas o Vandana Shiva per cogliere ed argomentare con razionale evidenza cio' che una ragazzina dalle lunghe trecce intuisce e grida nel sovraffollato deserto della societa' dello spettacolo in cui tutto puo' essere detto ed e' subito annientato dal rumore di fondo di una ciarla incessante, furiosa e priva di senso.
*
Il potere dei senza potere
Ricordava Norberto Bobbio che una societa' democratica si regge sulle buone leggi e sui buoni costumi.
Una buona legge e' la Costituzione della Repubblica italiana. Che meriterebbe di esser presa finalmente sul serio.
Ma in ultima analisi sono i buoni costumi che decidono. Ed e' buona regola di condotta in tempo di epidemia fare quanto in proprio potere per contrastare la diffusione del contagio.
*
Per la chiarezza
Non puo' avere alcun credito un governo per meta' composto dai mostri che nel 2018-2019 hanno imposto in Italia un regime razzista le cui abominevoli antileggi hitleriane ancora non sono state abrogate.
Non puo' avere alcun credito un parlamento la maggioranza dei cui membri per oltre un anno permise con la sua complicita' a quel governo razzista di commettere flagranti crimini contro l'umanita'.
Ma non ho bisogno che me lo dica il governo che per fermare il dilagare di un'epidemia occorre assumere comportamenti responsabili: me lo hanno gia' detto Tucidide e Defoe, Boccaccio e Manzoni, e quell'Albert Camus che nella metafora della peste descrisse l'orrore del fascismo e il dovere della Resistenza che al fascismo si oppone e che salva le vite.
Ho letto per tempo Giulio A. Maccacaro, Franca e Franco Basaglia, Marcello Cini ed Ivan Illich, e Laura Conti e Dario Paccino.
So bene che i cosiddetti scienziati collocati ai vertici di strutture di potere hanno prostituito innumerevoli volte il loro sapere e la loro dignita' ai poteri dominanti per poter far carriera, e la loro parola non vale di piu' - e sovente assai meno - di quella dell'onesto medico di campagna, del saggio anziano che guarda le nuvole e dice "domani piove", del militante antifascista in miseria che con la sua resistenza tiene viva la fiamma dell'umanita'.
Ma non ho bisogno che me lo dica il dottor Jekyll o il dottor Mabuse che per fermare il dilagare di un'epidemia occorre assumere comportamenti responsabili.
So anche che tutti - e intendo dire veramente tutti - coloro che dal pulpito delle televisioni e dei giornali ci assordiscono con le loro alienate opinioni, le loro callide baggianate, le loro laccate prosopopee, le loro melodrammatiche futilita', non meritano ascolto ed inquinano lo spazio pubblico colmandolo di parole vuote il cui unico esito e' impedire alle persone di pensare seriamente i propri veri pensieri.
Non ho bisogno che me lo dica il prominente di turno che per fermare il dilagare di un'epidemia occorre assumere comportamenti responsabili. Lo so gia'.
*
La Cina e' vicina
Che in Cina nel momento in cui ci si e' resi conto dell'epidemia siano state prese iniziative di contrasto assai energiche non e' stato il riflesso pavloviano di un regime totalitario, ma semplicemente la presa d'atto che in situazioni eccezionali occorrono misure eccezionali.
Si poteva e si doveva capire subito anche qui.
Lo si capisca almeno adesso.
*
Nulla dobbiamo nascondere della verita'
Dicono: restate a casa. E chi una casa non ce l'ha?
Dicono: uscite solo per andare al lavoro. E chi un lavoro non ce l'ha?
L'isolamento imposto non e' democrazia. Ma se e' necessario per difendere la vita delle persone piu' fragili ed esposte deve essere decisione pienamente condivisa da ogni persona.
Il crescente asservimento alle cosiddette nuove tecnologie della comunicazione lede fondamentali diritti umani. Ma se l'uso adeguato di esse aiuta a far morire meno persone, se ne faccia uso con vigile coscienza.
*
Kairos
Le grandi tragedie sono sempre anche un'ora di verita'.
E rivelano la necessita' della nonviolenza.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
Condividere il bene ed i beni.
Siamo una sola umanita': nessuno sia escluso, nessuno sia abbandonato.
Fare quindi le cose ragionevoli.
Rispettare, avere a cuore, prendersi cura degli altri.
Sapere che il primo dovere e' non fare del male a nessuno.
Sapere che il primo dovere e' salvare tutte le vite.
*
Congedo
Molte sarebbero ancora le cose da dire. Ma questo basti.

15. MCCOY TYNER

E' deceduto Alfred McCoy Tyner, musicista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

16. MAX VON SYDOW

E' morto il cavaliere del Settimo sigillo.

17. "NEMINEM LAEDERE". LA PERSUASIONE, LA PARRESIA E LA NONVIOLENZA

Fermare la diffusione del contagio.
Prendersi cura dell'umanita' e del mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Dalla Cina, e solo dalla Cina, giungono in queste ultime ore buone notizie per l'umanita'.
Sembra che l'azione di contrasto al coronavirus, li' e solo li' condotta con l'energia necessaria, stia dando frutto.
Che il resto del mondo comprenda e apprenda.
E che ogni persona pensante e sollecita del bene comune faccia la sua parte per fermare la diffusione del contagio.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
E quindi non solo per obbligo di legge ma innanzitutto per intima persuasione si adottino le regole di condotta che meglio possono proteggere la vita e la salute di tutti.
Detto questo, non si rinunci all'esercizio del diritto e del dovere di pensare, di giudicare, di cercare la verita', di dire cio' che onestamente va detto; di denunciare e contrastare la menzogna, l'ingiustizia, la violenza; di opporsi al fascismo, alla schiavitu', alle stragi; di opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, di opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Non e' una notte in cui tutte le vacche sono nere.
Non esiste solo l'epidemia del coronavirus.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Occorrono provvedimenti immediati per dare una casa a chi non ha casa, nutrimento a chi ha fame, accoglienza a chi e' in fuga dall'orrore.
Occorre abrogare immediatamente le antileggi hitleriane imposte dal criminale governo razzista del 2018-2019; occorre ripristinare la solidarieta' verso tutti gli esseri umani sancita dalla Costituzione repubblicana, occorre ripristinare la legalita' che salva le vite.
Occorre abolire lo sfruttamento schiavista e il regime di apartheid in Italia; ed occorre contrastare l'iniquo e perverso sistema di dominio onnidistruttivo e gli ebbri scellerati fautori dell'odio e dell'abuso, della rapina e dell'avvelenamento.
Occorre una politica di liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi dall'ingiustizia e dalla violenza che tutte e tutti ci opprime; occorre una politica ecologista, femminista, socialista e libertaria; una politica nonviolenta.
Occorre una politica nonviolenta di giustizia e di misericordia per salvare tutte le vite.
Occorre una politica nonviolenta di riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, e di attiva difesa dell'intero mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e custode.
Occorre una politica nonviolenta che abolisca subito la guerra e le armi.
Occorre una politica nonviolenta che inveri i principi fondamentali della Costituzione repubblicana.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Una sola umanita', un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Pace, giustizia, solidarieta', responsabilita', misericordia, condivisione.
Riconoscere, rispettare, difendere il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
E' l'ora della responsabilita' per il bene comune dell'umanita'.
E' l'ora della nonviolenza come unica politica adeguata al compito della salvezza comune dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Porsi dalla parte delle vittime, prendersi cura di chi ha bisogno di aiuto, agire affinche' non vi siano piu' vittime, esercitare la responsabilita', contrastare la violenza e l'indifferenza, compiere solo l'azione buona: e' il criterio che presiede alla civile convivenza, e' l'operare che invera l'umanita' dell'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Solo facendo il bene si contrasta il male.
Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.

18. IN MEMORIA DI MASSIMILIANO DI CARTAGINE

Come ogni anno il 12 marzo il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo commemora Massimiliano di Cartagine (274-295), ucciso a Tebessa in quanto obiettore di coscienza al potere militare.
Come ogni anno "la scelta e la vicenda di Massimiliano sono state ricordate come pietra di paragone e concreto appello per l'agire nel presente: la scelta di opporsi alla guerra e ai suoi apparati, la scelta di opporsi alla pratica dell'uccidere, la scelta di preferir subire la morte anziche' infliggerla ad altri, costituisce un modello di condotta e adamantino un monito ad assumersi personalmente le proprie responsabilita', a mettere in pratica le proprie convinzioni, a rispondere al volto nudo dell'altro che ti chiede di non ucciderlo, che ti chiede di salvargli la vita".
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.
Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Giustizia e misericordia, condivisione del bene e dei beni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Siamo un sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Riconoscere, rispettare e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Riconoscere, rispettare e difendere quest'unico mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Nel ricordo di Massimiliano di Cartagine ricordiamo che solo la pace costruisce la pace, solo la pace salva le vite.
Nel ricordo di Massimiliano di Cartagine ricordiamo che responsabilita', solidarieta' e condivisione del bene e dei beni sono i criteri che presiedono alla civile convivenza.
Nel ricordo di Massimiliano di Cartagine la nonviolenza e' in cammino, la nonviolenza e' il cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Particolarmente in questi giorni di viva apprensione ogni persona si senta responsabile del bene comune dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Di seguito riproponiamo ancora una volta un testo commemorativo gia' piu' volte diffuso.
*
Una leggenda apocrifa ovvero eulogia di Massimiliano di Cartagine

I.
Solo questo so di te, che nell'anno
295 ti fucilarono
perche' obiettore al servizio militare.

Immagino che venne un centurione
coi suoi esperti di pubbliche relazioni,
psicologi, pubblicitari, sceneggiatori di telenovelas,
a dirti mentre eri in galera
sei un bravo giovane, chi te lo fa fare
vieni con noi, imparerai un mestiere.
E Massimiliano rispose di no.

Mandarono da lui certi suoi parenti, certi prominenti
concittadini, a dirgli
lo sai che noi cartaginesi
siamo gia' guardati con sospetto
per certe vecchie storie di Alpi e di elefanti
di annibali e di asdrubali e scipioni
non metterti a fare casino
vesti la giubba, non c'e' altro da fare
e combattere per l'impero ha pure i suoi vantaggi.
Ma Massimiliano rispose di no.

E vennero allora a persuaderlo
certi amici di quando al campetto
giocavano insieme a pallone, gli amici
del bar: Massimilia' falla finita
da quando ti sei messo con quei tizi
del galileo morto ammazzato
ti stai mettendo in un mare di guai.
Che diamine mai hai contro i marines?
Falla finita con quei beduini
da' retta al nostro buon signor Belcore
la paga e' buona ed il lavoro e' poco.
E quello cocciuto, come un mulo a dire no.

II.
Dicono male delle corti marziali
dicono male dei plotoni d'esecuzione
forse che e' meglio farlo col coltello
in un vicolo buio di notte?

Dicono che siamo repressori
e genocidi addirittura; e andiamo!
forse che non ci vuole anche un po' d'ordine
in questo letamaio di colonie?
e il roman way of life non costa niente?
Eppure la volete, la televisione
il telefonino.

E allora poche storie, lo ammazzammo
perche' dovemmo, mica potevamo
lasciarlo andare il vile disertore
oltretutto terrone, anzi affricano.

La civilta', insomma, va difesa.

III.
Quante incertezze, quanta paura certo durasti.
Solo i babbei
pensano che gli eroi sono una specie
di nazisti spretati. E invece i martiri
hanno paura come noi, e tremano
come noi, come noi dubitano
di star tutto sbagliando, di sprecare per nulla la vita.

Ma infine ristette fermo nel suo no
Massimiliano di Cartagine. E fu fucilato.

IV.
Ecco, io mi alzo in piedi nell'assemblea
e prendo la parola, e dico:
obietta alla guerra e alle uccisioni
combatti contro gli eserciti e le armi
scegli la nonviolenza.

Ecco, io prendo la parola in assemblea,
mi alzo in piedi e dico:
fermiamo le fabbriche di armi
assediamo le basi militari
impediamo i decolli dei bombardieri
strappiamo gli artigli alle macchine assassine.

Ecco, io dico al soldato: diserta
io dico al ferroviere: ferma il convoglio
io dico al vivandiere: non preparare
di carne umana il pranzo al generale.

Ecco, io dico, la guerra
puo' essere, deve essere fermata.
Con l'azione diretta nonviolenta.
Con il gesto del buon Massimiliano
cartaginese, che i romani fucilarono.

19. IN MEMORIA DI MARIANELLA GARCIA

Nella giornata del 13 marzo il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo commemora Marianella Garcia, fulgida martire della nonviolenza, strenuamente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, assassinata dai fascisti in Salvador il 13 marzo 1983.
Nel ricordo e alla scuola di Marianella Garcia opponiamoci alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Nel ricordo e alla scuola di Marianella Garcia difendiamo i diritti umani di tutti gli esseri umani, difendiamo la democrazia e la civile convivenza, difendiamo quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Nel ricordo e alla scuola di Marianella Garcia opponiamoci alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
E particolarmente in questi giorni in cui occorre fronteggiare la diffusione dell'epidemia, ogni persona piu' acutamente avverta di essere responsabile del bene comune dell'umanita', che ogni azione conta, che ogni azione deve essere buona, che occorre che la massima del proprio agire sia l'inveramento della solidarieta', della responsabilita', dell'empatia e dell'accudimento per tutti gli esseri umani: sii tu l'umanita' come dovrebbe essere; agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
E quindi ancora una volta ci si ponga dalla parte delle vittime, di chi e' piu' fragile e piu' bisognoso di aiuto; ci si opponga a tutti gli abusi, alla violenza e all'indiferenza; con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, si resista al male e alla morte, si condividano il bene ed i beni, ci si adoperi affinche' non ci siano piu' vittime. Siamo una sola umanita', nessuna persona sia abbandonata al dolore e alla paura, alla malattia e alla solitudine, allo sfruttamento ed alle vessazioni, alla persecuzione e alla morte: ma tutte e tutti ci si riconosca fratelli e sorelle nell'impegno comune per la comune liberazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Contrastare ogni oppressione, ogni schiavitu', ogni iniquo privilegio, ogni rapina ed ogni abuso.
Inverare l'umanita' dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Qui e adesso, nell'Italia aggredita dal contagio del coronavirus, si adottino tutte le decisioni che possono fermare il contagio e salvare le vite in pericolo.
E queste decisioni innanzitutto sostengano le persone piu' fragili, piu' sfruttate, piu' oppresse, piu' bisognose di aiuto.
Si riconoscano immediatamente tutti i diritti sociali, civili e politici agli oltre cinque milioni di persone che oggi in Italia subiscono condizioni di apartheid e di schiavitu'.
Si garantisca una casa a tutte le persone che non l'hanno.
Si garantiscano cibo, assistenza, cure, riconoscimento di dignita', rispetto dei diritti e protezione sociale a tutte le persone attualmente vittime dell'iniquita' di un sistema di potere dominante fondato sullo sfruttamento, sulla rapina, sull'abuso e sul consumismo piu' sfrenato e piu' distruttivo.
Si aboliscano immediatamente le antilegge hitleriane imposte dal criminale governo razzista nel 2018-2019, si ripristini finalmente la legalita' costituzionale che riconosce i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
All'ascolto della testimonianza di Marianella Garcia ogni persona di volonta' buona contrasti il male facendo il bene.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Una minima notizia su Marianella Garcia
Marianella Garcia Villas, nata nel 1949, attivista per i diritti umani salvadoregna, collaboratrice di monsignor Romero, amica della nonviolenza, "avvocato dei poveri, compagna degli oppressi, voce degli scomparsi", fu assassinata il 13 marzo del 1983 dai soldati del regime. La sua vita e' narrata nel bel libro (ampiamente basato sulla registrazione di conversazioni con lei svoltesi nel 1981 e nel 1982) di Raniero La Valle e Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983, Icone, Roma 2007; cfr. anche il recente testo di Anselmo Palini, Marianella Garcia Villas, Ave, Roma 2014.
La ricordiamo oggi riproponendo ancora una volta tre testi in sua memoria gia' piu' volte apparsi negli scorsi anni nel notiziario "La nonviolenza e' in cammino".
*
Una canzone per Marianella Garcia

Ay Marianella, Marianella Garcia
potevi fare la vita dei signori
i tuoi buoni studi, il tuo seggio in parlamento
ma tu scegliesti di stare con noi poveri.
Ay Marianella che pioggia di sangue.

Era Marianella sorella di noi morti
perche' amava la vita e che la vita
fosse degna di essere vissuta.
Ay Marianella si spensero le stelle.

Era intrepida e vestita di umilta'
sapeva che i fascisti la cercavano
e ti raggiunse la furia dei fascisti.
Ay Marianella la furia dei fascisti.

Parlava la lingua dei contadini e degli angeli
sapeva le parole che guariscono

arole di luce e di pane.
Ay Marianella la terra nera e rossa.

Sapeva tutte le cose e anche le cose
che tutti sanno e e' difficile dire
e lei le diceva con voce di uccellino.
Ay Marianella che fredda e' la notte.

Ti ammazzarono come hanno ammazzato
i morti che cercavi e che il tuo sguardo
resuscitava nel cuore del popolo.
Ay Marianella che pianto infinito.

Cosi' dura e' la nostra dura vita
che anche nella gioia noi piangiamo
ma mentre ti piangiamo ricordiamo
con gioia che sei stata e resti viva.
Ay Marianella, Marianella Garcia.

*

Marianella Garcia, o della giustizia

Salvare anche i morti
restituir loro il volto,
allo scempio compiuto dai carnefici
opporre infinita la pieta'.

E cosi' salvare coloro che verranno
dalla ripetizione incessante dell'orrore,
cosi' salvare l'umanita' presente,
cosi' rendere bene per male.

*

Marianella Garcia

Prendersi cura degli assassinati
restituirne il volto e la memoria
alla realta', l'umanita', la storia.
Nel coro ora e' dei giusti e dei beati.

20. LAVARSI SPESSO LE MANI

I.

Lavarsi spesso le mani
se solo avessimo anche noi dell'acqua

restare in casa propria
ma noi non abbiamo una casa

tenersi a distanza
invece ci ammucchiano nell'alveare

non siamo esseri umani anche noi?
non abbiamo anche noi diritto alla vita?

II.

Torna il tempo della salamandra
della mandragola e' tornato il tempo

nel paese le risse all'osteria sono cessate
ci si odia restando chiusi in casa

gli sterpi hanno invaso le strade e i cantieri
non si nascondono piu' gli scorpioni

per i vicoli fermenta l'immondizia
frustano buste di plastica e barattoli vuoti
le code dei topi famelici

il vento fischia per le vie deserte
la sua canzone che nessuno ascolta
il vento fischia ma ogni orecchio e' sordo

nei capannoni invisibili gli schiavi
e nei campi lontani invisibili
continuano a produrre le merci cui non hanno diritto
sotto la sferza del potere costituito

hanno ragione gli operai che scioperano
hanno sempre ragione le oppresse e gli oppressi che si sollevano

non e' mai vero che si e' tutti sulla stessa barca
chi esercita il potere non e' mai innocente

tutte le strutture di potere
fondate sul privilegio e sulla rapina
sono nemiche dell'umanita'

nell'ora della tragedia
ancora piu' a nudo sono messi
i meccanismi dell'oppressione
il sistema della violenza
il disordine costituito
che nega la nostra umanita'

nell'ora della tragedia
si squaderna la verita' a chi vuol vederla
si apprende che solo la nonviolenza
puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe
puo' farci uscire da questa preistoria
verso la repubblica dell'umanita'

il primo dovere e' salvare le vite
il primo dovere e' aver cura del mondo
il primo dovere e' di restare umani

III.

Uno spettro s'aggira per le strade
ed il sistema di potere coglie l'attimo
e sperimenta ebbro nuove forme
di totalitarismo di disumanita'
ne gode e freme mentre si contempla
in uno specchio di ferro senza luce.

A questa violenza ad ogni violenza occorre opporre
la nostra responsabilita' la nostra bonta'
la nostra scelta della nonviolenza
che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le violenze
la nostra scelta della nonviolenza
che e' la scelta dell'integrale solidarieta' con l'umanita' intera
solo il bene puo' sconfiggere il male
salvare le vite e' il primo dovere.

IV.

Se fossimo un paese civile, un ordinamento democratico, la prima iniziativa da intraprendere
sarebbe di garantire tutto il necessario a tutte le persone che il necessario oggi non hanno
perche' rapinate dagli sfruttatori
perche' vittime del sistema di potere dominante.

Se fossimo un paese civile, un ordinamento democratico, la prima iniziativa da intraprendere
sarebbe di garantire l'accesso alle cure e all'assistenza
a tutte le persone cui e' ancora negato
dalle politiche scellerate che hanno tradito il dettato della Costituzione antifascista
dalle politiche scellerate che hanno fatto strame del dettato della Costituzione repubblicana.

Se fossimo un paese civile, un ordinamento democratico, la prima iniziativa da intraprendere
sarebbe di svuotare le carceri e rimandare alle loro abitazioni
tutte le persone che s'impegnino a restarvi.

Se fossimo un paese civile, un ordinamento democratico, la prima iniziativa da intraprendere
sarebbe riconoscere subito tutti i diritti sociali, civili, politici a tutte le persone che vivono in Italia
e non continuare a tenere in condizioni di apartheid oltre cinque milioni di fratelli e sorelle innocenti
che qui vivono e lavorano.

Se fossimo un paese civile, un ordinamento democratico, la prima iniziativa da intraprendere
sarebbe abrogare le scellerate antileggi razziste
e riconoscere a tutte le persone l'eguale diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Se fossimo un paese civile, un ordinamento democratico, la prima iniziativa da intraprendere
sarebbe abolire lo sfruttamento schiavista
sarebbe socializzare tutti i beni e gli strumenti e i saperi necessari
alla vita alla civilta' alla dignita' umana
alla salvezza dell'umanita' e del mondo vivente.

Ma noi non siamo un paese civile, un ordinamento democratico,
se intere regioni sono governate da un partito razzista e fascista che nega
l'eguaglianza di dignita' e diritti di ogni essere umano.

Ma noi non siamo un paese civile, un ordinamento democratico,
se ancora siedono al governo del paese i criminali
che nel 2018-2019 hanno imposto antileggi naziste ancora non abrogate
hanno operato per far morire i naufraghi
hanno privato di aiuto e diritti migliaia e migliaia di persone innocenti
hanno favoreggiato persecuzioni e schiavitu'.

Torni l'Italia alla legalita' democratica
torni l'italia alla Costituzione repubblicana
torni l'Italia al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani
torni l'Italia ad essere un paese civile
che sa che il primo dovere e' salvare le vite.

Che torni ad aggirarsi per l'Europa quell'altro spettro
che liberando le oppresse e gli oppressi dallo sfruttamento e dalla violenza
forte della memoria di tutte le vittime di tutte le violenze
deciso a far cessare ogni violenza, a rispettare e sostenere ogni persona
deciso a prendersi cura del bene comune con mezzi al fine adeguati
a chiunque riconoscendo eguaglianza di diritti e dignita' di persona
nell'universale condivisione del bene e dei beni
liberi l'umanita' intera
rispetti aiuti e salvi tutte le vite.

Che giunga l'illuminazione necessaria il momento di lucidita'
il ragionamento semplice l'onesto modesto sentire
che ci converta alla nonviolenza.

Ogni essere umano ha diritto alla vita
soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto
condividere il bene ed i beni
salvare le vite
e' il primo dovere.

V.

E detto questo, e solo detto questo,
allora certo lavarsi le mani
restare in casa
tenere la distanza
rispettare tutte le norme
utili per contrastare il contagio
utili per salvare le vite

Salvare le vite e' il primo dovere
lo dico alle persone con cui condivido il pane
lo dico alle persone che chiamo compagne e compagni
facciamo tutto cio' che e' giusto e necessario
per contrastare il contagio
per salvare le vite

Salvare le vite
e' il primo dovere

21. IN MEMORIA DI MARIELLE FRANCO

Due anni fa, il 14 marzo 2018, a Rio de Janeiro veniva uccisa in un agguato Marielle Franco, che difendeva i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La ricordiamo con gratitudine, martire luminosa della nonviolenza, maestra di umanita'.
La ricordiamo ad ogni persona di volonta' buona.
Ad ogni persona di volonta' buona chiediamo di proseguirne la lotta.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 372 del 5 aprile 2020
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