[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 408
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- Date: Tue, 17 Mar 2020 16:27:53 +0100
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 408 del 17 marzo 2020
In questo numero:
1. Peppe Sini: Nove tesi e una traccia per un orientamento nonviolento durante e contro l'epidemia in corso
2. Una lettera aperta alla Ministra dell'Interno in occasione della "Settimana d'azione contro il razzismo" promossa dall'Unar
1. L'ORA. PEPPE SINI: NOVE TESI E UNA TRACCIA PER UN ORIENTAMENTO NONVIOLENTO DURANTE E CONTRO L'EPIDEMIA IN CORSO
"Todo desparecio': cambio' la suerte
voces alegres en silencio mudo:
mas aun el tiempo da en estos despojos
espectaculos fieros a los ojos:
y miran tan confusos lo presente,
que voces de dolor el alma siente"
(Rodrigo Caro, Cancion a las ruinas de Italica, vv. 29-34)
1. Disinquinare il linguaggio
Dinanzi a questioni complesse occorre ragionare, non ripetere meccanicamente motti insensati.
Chi continua a vociferare che "siamo in guerra" e che "andra' tutto bene" con le sue parole rivela solo di essere un fascista ed un irresponsabile, ovvero una vittima della violenza e della stupidita' dei potenti.
Non siamo in guerra, ed anzi siamo di fronte a una tragedia che richiede all'umanita' di cessare tutte le guerre e di unirsi in un impegno comune per il bene comune, che richiede all'umanita' la scelta dell'universale fraternita' e sorororita': la scelta nitida e intransigente, concreta e coerente, della nonviolenza accudente e liberatrice.
E non andra' tutto bene se non vi sara' l'impegno persuaso ed attivo di ogni persona, di ogni cellula sociale, di ogni struttura civile e di ogni istituzione democratica a fare al meglio quanto possibile e necessario secondo scienza e coscienza: a contrastare tutte le morti e tutte le iniquita', a prendersi cura di ogni persona e dell'intero mondo vivente, unica casa comune che abbiamo.
Abbandonare il linguaggio bellico e' uscire dall'ideologia della violenza, e' iniziare a pensare e praticare la condivisione del bene e dei beni, la responsabilita' nella verita', la pace con mezzi di pace, il diritto come riconoscimento di dignita' ed eliminazione degli abusi, la solidarieta' come liberazione comune dall'oppressione e come convivenza di tutte e tutti nel riconoscimento dell'eguaglianza di diritti e della preziosa diversita' di ogni persona.
Abbandonare la falsa consolazione delle ingenue illusioni e' uscire dalla subalternita' al disordine costituito ed assumere nelle proprie mani il compito di inverare l'umanita' dell'umanita'.
Dire la verita'.
Negare il consenso alla menzogna e all'abuso.
Opporsi a tutti i poteri oppressori.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
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2. Le tre verita' del coronavirus
Ernesto Balducci ci richiamo' una volta a riconoscere "le tre verita' di Hiroshima": che l'umanita' e' ormai unificata in un unico destino di vita e di morte, che il dovere di fare la pace e l'istinto di conservazione ormai coincidono, che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'.
La vicenda del coronavirus conferma e rimodula quelle tre verita'.
In primo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva di ogni sistema vivente, di ogni essere vivente, e quindi di ogni essere umano. Da questo riconoscimento della nostra fragilita' costitutiva discende il primo valore morale e civile: il dovere della comune solidarieta', il compito di prendersi cura di chi ha bisogno di aiuto, riconoscere ed inverare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
In secondo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva di ogni struttura sociale, di ogni costruzione culturale, di ogni assetto istituzionale. La civile convivenza, il morale condursi, la democrazia come metodo e come sistema, il nesso tra giustizia e liberta', sono impegno diuturno che richiede vigilanza critica, comprensione e cura reciproca, generosa disposizione a privilegiare il bene comune anziche' l'appropriazione privata e l'esaurimento delle risorse - quelle naturali, ma anche quelle culturali, storiche, civili - necessarie a tutte e tutti la cui preservazione e riproduzione sociale e' il fondamento stesso della vita dell'umanita'.
In terzo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva del mondo vivente: da decenni ormai l'umanita' sa che puo' distruggere se stessa e desertificare irreversibilmente questo che a nostra conoscenza e' l'unico mondo vivente. Che questo crimine non sia mai compiuto.
Ci convoca quindi a cogliere il nesso che lega insieme in un unico nodo guerre e fame, armamenti e carestie, dittature e migrazioni, razzismo e schiavitu', sfruttamento dell'uomo sull'uomo e distruzione della natura, consumismo sfrenato e disastro climatico.
Ci convoca a contrastare non solo un modello di sviluppo insostenibile per l'umanita' e per la biosfera, non solo un modo di produzione iniquo e onnidistruttivo, ma anche il consumismo illimitato delle classi proprietarie e l'accecamento e le mutilazioni che esso impone, ma anche l'alienazione e la furia della societa' dello spettacolo, ma anche l'ideologia e le prassi della falsa coscienza e dell'universale mercificazione.
In breve: come ogni evento disvelatore, come ogni grande tragedia - momento di lutto e di decisione, apokalipsis e kairos -, l'attuale frangente ci convoca a una scelta, a una conversione, a una metanoia: ci convoca alla scelta della nonviolenza.
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3. Economia ed ecologia, chiudere il cerchio
Da insieme di regole per la gestione della casa l'economia nel corso della storia si e' fatta scienza del sistematico sfruttamento dell'uomo sull'uomo e della crescente ed illimitata rapina e devastazione di una natura invece limitata ed esauribile; dire capitalismo e' dire universale asservimento, progressiva ed irreversibile distruzione della biosfera e con essa dell'umanita' intera. Al totalitarismo intrinseco ed onnidivoratore del capitale astratto occorre opporre la gestione socialista della produzione e della riproduzione sociale, del rapporto tra umanita' e natura, custodendo le fonti della vita, condividendo le risorse necessarie, garantendo ad ogni persona la soddisfazione dei suoi bisogni e ad ogni persona chiedendo di contribuire al bene comune secondo le sue capacita'.
Economia deve divenire norma di tutela della casa comune che e' il mondo che abitiamo, e di gestione, preservazione e riproduzione della vita, e per questo deve essere illuminata dall'ecologia, come scienza e sapienza dei limiti e del valore della casa comune, il mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e custode.
Usare dei concetti di giustizia sociale ed ecologica, di capacita' di carico e di impronta ecologica, per ridefinire cio' che si puo' fare e cio' che non si puo' fare; abolire alcuni consumi, ridurne drasticamente altri, ricostruire la convivialita' su basi di uguaglianza di diritti e dignita' e di universale accudimento.
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4. Sapere e sapienza, techne e psiche
Molto ha da farsi perdonare la scienza che si e' prostituita alla violenza, ha approntato risorse alla violenza, ha costruito ideologie e prassi di violenza, ha "naturalizzato" la violenza dei potenti contro l'umanita' facendosi merce e strumento di oppressione.
Nulla e' neutrale, nemmeno la scienza, e meno che mai la tecnologia. Ma la scienza e' anche un bene e un valore: interrogarsi e cercare, comprendere e comunicare, discutere e condividere, sperimentare e criticare, tramandare ed estendere le conoscenze, tutto cio' costituisce il primo passo dell'ominizzazione e il primo impegno della civilta'; e tecnica puo' essere realizzare cio' che e' utile a tutte e tutti, cio' che e' buono per la vita.
Quando diciamo "in scienza e coscienza" questo intendiamo: che il sapere va unito alla sapienza, che e' altro nome della saggezza, della generosita', dell'universale riconoscimento e riconoscenza, dell'universale benevolenza.
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5. Morale e politica. Da Machiavelli al principio responsabilita'
Non tutto cio' che si puo' fare va fatto. Non tutto cio' che e' reale e' razionale. Non tutto cio' che e' vero e' giusto.
Quello tra morale e politica e' un altro cerchio da chiudere. Machiavelli ci ha rivelato la verita' effettuale dell'agire dei potenti, occorre che alla violenza dei potenti il movimento delle oppresse e degli oppressi opponga la sua verita' - la verita' di cui solo le vittime sono portatrici - e la sua lotta, la lotta per l'universale liberazione, che coincide con l'impegno per il bene comune dell'umanita'; la lotta nonviolenta per l'estinzione di ogni violenza; la lotta nonviolenta che invera la democrazia che e' insieme conflittuale e cooperativa; la lotta nonviolenta che pratica la coerenza tra i mezzi e i fini.
Etica e politica devono ormai ricongiungersi.
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6. Contro la solitudine
Convocano alla nonviolenza le catastrofi. Chiamano ogni persona di volonta' buona ad un'assunzione di responsabilita'.
Alla decisione di non abbandonare nessuno alla solitudine, alla paura, al dolore e alla morte.
Alla decisione di fare la politica dell'umanita'.
E quindi alla decisione di opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Alla decisione di lottare in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente unica casa comune dell'umanita' intera.
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7. L'ora della nonviolenza. L'antibarbarie
Alla barbarie dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
Alla violenza dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
Alla stoltezza ed all'irresponsabilita' dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
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8. Che fare
Salvare le vite, prendersi cura del mondo, opporsi a tutte le violenze, porsi dalla parte delle vittime, essere responsabili per ogni altra, per ogni altro (poiche' l'altro di ogni altro sei tu, e la regola aurea della morale e': agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te).
E' la lezione del femminismo, che e' il massimo inveramento storico e la corrente calda della lotta nonviolenta per la liberazione e la salvezza dell'umanita'.
E' la lezione dell'ecologia, che e' la nonviolenza nella relazione non solo tra persona e persona ma anche tra umanita' e mondo vivente.
E' la storia e il messaggio del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi, del movimento socialista e libertario, che nella sua teoria e nella sua prassi afferma il nesso inscindibile tra liberta', eguaglianza e solidarieta', ovvero la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, la condivisione del bene e dei beni, l'inveramento della civilta' nella misericordia, il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
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9. In pratica, qui e adesso
Ragionare con la propria testa e praticare la virtu' dell'attenzione e della benevolenza.
Il primo dovere e' salvare le vite, e quindi prendersi cura in primo luogo delle vite delle persone piu' in pericolo.
E quindi:
a) seguire le regole di condotta personale che ragionevolmente contrastano nel modo piu' efficace il diffondersi del contagio; ed approntare gli interventi sociali e legislativi affinche' tutte le persone possano farlo, e nessuna persona sia esposta al contagio perche' priva di alloggio, di cibo e degli altri beni essenziali per la vita.
b) al livello della produzione e riproduzione sociale, delle decisioni collettive, dei pubblici servizi, delle istituzioni democratiche: approntare tutti gli interventi che garantiscano la vita delle persone, l'assistenza e le cure necessarie a chi ne ha bisogno, il mantenimento dei diritti umani e dello stato di diritto cosi' come sanciti dalla Costituzione della repubblica.
c) non delegare la riflessione e le scelte ai potenti e agli "esperti" del principe, ogni essere umano e' un essere pensante, ogni essere umano ha una intelligenza, una coscienza e una responsabilita'.
d) pensare seriamente i propri pensieri, ascoltare con attenzione e vagliare criticamente le informazioni e le opinioni altri, dire la verita'.
e) e quindi anche preparare fin d'ora un'alternativa democratica, antifascista, nonviolenta al peggior parlamento nella storia della repubblica e ad un governo che per meta' e' composto da meta' del governo precedente, quello scellerato che nel 2018-2019 impose mostruose antileggi razziste e commise abominevoli crimini contro l'umanita'. Si torni al piu' presto alla legalita' costituzionale. Si torni al piu' presto alla democrazia e alla civilta'. E quindi preparare fin d'ora una coalizione antifascista e nonviolenta (le due parole sono in realta' sinonime, ma e' meglio esplicitarlo) che con un programma ecologista, femminista, socialista e libertario si proponga l'obiettivo di ripristinare la piena vigenza della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, la piena attuazione del suo dettato, del suo spirito, del suo programma.
f) praticare la solidarieta': chi ha qualche risorsa la condivida; chi sa qualcosa di utile la dica; chi puo' fare qualcosa di buono lo faccia. Chi salva una vita salva il mondo.
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10. Alcune letture, in guisa di postilla
Cio che e' proprio dell'umanita' e' l'uso del linguaggio, e cio' che resta del linguaggio e' la scrittura. Per questo occorre leggere i libri. Senza i libri non vi e' memoria, senza memoria il sapere muore e l'umanita' si disumanizza. Occorre leggere i libri per conoscere e interpretare, per comprendere e valutare, per sapere di piu' e per ragionare meglio.
E tra i libri che possono essere piu' utili: Guenther Anders, L'uomo e' antiquato; Hannah Arendt, Vita activa; Albert Camus, la peste; Ivan Illich, La convivialita'; Hans Jonas, Il principio responsabilita'; Vandana Shiva, Il bene comune della Terra; Susan Sontag, Malattia come metafora e Dinanzi al dolore degli altri; Simone Weil, La prima radice; Virginia Woolf, Le tre ghinee.
Ma anche: Lucrezio e Leopardi, Diderot, i Manoscritti economico-filosofici del 1844, gli scritti e le lettere di Rosa Luxemburg, Ernst Bloch ed Herbert Marcuse, e necessariamente: I sommersi e i salvati e tutte le altre opere di Primo Levi, Arcipelago Gulag e i Racconti della Kolyma, Omaggio alla Catalogna e le Memorie di un rivoluzionario, Vita e destino, e i libri di Nuto Revelli, e tutte le opere di Franca e Franco Basaglia, i seminari di Foucault, i molti scritti di Luce Fabbri ancora da tradurre in italiano.
Ed ancora, sul nostro esistere e consistere: tutte le tragedie greche, Don Chisciotte, Il nipote di Rameau, Bartleby lo scrivano, Dostoevskij e Tolstoj, Kafka.
Ed anche almeno l'antologia a cura di Adriana Cavarero e Franco Restaino sulle filosofie femministe, e il libro di Wanda Tommasi su I filosofi e le donne.
Tra i grandi programmi politici di emancipazione dell'umanita': il discorso della montagna, le molte decisive pagine contro la guerra di Erasmo, La ginestra, il Manifesto del partito comunista, Le tre ghinee, Il secondo sesso, il libro di Giuliano Pontara su Gandhi e tutti quelli di Vandana Shiva.
E vorremmo ancora aggiungere alcuni libri di Giulio A. Maccacaro, di Norberto Bobbio, di Pietro Ingrao, di Luigi Ferrajoli; di Simone de Beauvoir, di Laura Conti, di Carla Ravaioli, di Luce Irigaray. Ma fermiamoci qui.
E infine un solo libro che li riassume tutti: Gli ultimi giorni dell'umanita' di Karl Kraus. Che ci parla non solo della prima guerra mondiale, ma del nostro presente e del nostro futuro, dell'orrore del mondo e della follia di cui siamo vittime, e ci convoca ai nostri doveri.
Ma tutti i grandi libri sono utili, sapendo che nessuno ha tutta la verita' ma tutti ne recano una parte, e che quella parte gia' dischiude il cammino al vero, al giusto, al bene.
Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l'umanita'come dovrebbe essere. Sii tu la nonviolenza in cammino.
2. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL'INTERNO IN OCCASIONE DELLA "SETTIMANA D'AZIONE CONTRO IL RAZZISMO" PROMOSSA DALL'UNAR
Alla Ministra dell'Interno
Oggetto: Richiesta di impegnarsi per l'immediata abrogazione delle misure palesemente razziste ed incostituzionali contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal governo precedente
Gentilissima Ministra dell'Interno,
inizia oggi, 16 marzo 2020, l'annuale "Settimana d'azione contro il razzismo" promossa dall'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Ed e' evidente che quest'anno, a causa delle misure necessarie per contrastare l'epidemia di coronavirus in corso, non saranno possibili le consuete iniziative pubbliche di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione democratica da parte delle istituzioni e della societa' civile nelle scuole e nei luoghi della vita sociale e politica.
Il che non significa che non vi sia uno spazio pubblico in cui parole di verita' possano essere dette, ascoltate, condivise; uno spazio pubblico in cui gesti di umanita' possano essere compiuti, e provvedimenti giusti e necessari possano essere assunti: questo spazio pubblico permane e per cosi' dire si ricostituisce sia attraverso la comunicazione epistolare cosi' come oggi si da' attraverso le attuali tecnologie della comunicazione, sia soprattutto attraverso la prosecuzione del funzionamento dei servizi essenziali al bene comune e il compimento da parte di chiunque ne abbia la concreta possibilita' delle azioni e delle opere senza le quali la societa' decade e subentra la barbarie, il bellum omnium contra omnes.
E naturalmente non cessa l'attivita' del governo del paese; e del governo lei fa parte, con un incarico la cui rilevanza e' a tutti evidente.
Le scrivo questa lettera per chiederle di farsi promotrice nel Consiglio dei Ministri di una decisione che fin dall'insediamento del governo in carica ogni persona ragionevole, ogni persona di volonta' buona, ogni cittadino fedele alla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista attende: l'abrogazione delle misure razziste ed incostituzionali contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo che nel 2018-2019 ha attuato una scellerata, disumana politica di persecuzioni razziste in flagrante violazione della Costituzione italiana e dello stesso stato di diritto, del diritto internazionale e dei diritti umani, dello stesso senso e sentimento di umanita'.
Abrogare quelle misure disumane e razziste e' un dovere morale e civile: il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Particolarmente in questo momento di assoluta emergenza e' ancor piu' necessario che nessuno subisca persecuzioni; che nessuno sia precipitato nell'abisso dell'emarginazione e della segregazione, dell'abuso e della schiavitu'; che nessuno sia costretto e abbandonato in condizioni disumane; che nessuno debba subire oltre alla comune angoscia e alla sofferenza comune anche un'ulteriore iniqua solitudine, ulteriori paura e dolore, una ingiustissima ed insensatissima maggiore esposizione alla morte.
Gli articoli 2 e 10 della Costituzione ci indicano quale sia il nostro comune dovere: riconoscere, rispettare e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani; soccorrere, accogliere ed assistere ogni persona bisognosa di aiuto che qui giunga in fuga dalla violenza.
Le grandi tragedie hanno anche il potere di mettere a nudo il cuore degli esseri umani, e di far emergere il meglio o il peggio di essi. Che possa prevalere quanto di piu' buono vi e' in tutti noi.
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Gentilissima Ministra dell'Interno,
la prego di adoperarsi per l'immediata abrogazione delle misure palesemente razziste ed incostituzionali contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza".
Solo facendo il bene si contrasta il male.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 16 marzo 2020, primo giorno della "Settimana d'azione contro il razzismo"
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 408 del 17 marzo 2020
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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