[Nonviolenza] Archivi. 366



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 366 del 9 gennaio 2020

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di dicembre 2019
2. Mario Litta
3. Il 5 dicembre in digiuno contro il razzismo
4. Oggi in digiuno contro il razzismo
5. A cosa serve la Nato
6. Quest'oggi in digiuno contro il razzismo
7. Piero Terracina
8. Anna Bravo
9. A cinquant'anni da Piazza Fontana
10. Oggi a Roma contro l'odio
11. Tre cose che vorrei dire
12. Bisognerebbe fin d'ora
13. Tutto svanisce
14 Benito D'Ippolito: Il libro nero
15. Crimini contro l'umanita'
16. Che siano finalmente processati i governanti italiani che nel 2018 e 2019 hanno commesso crimini contro l'umanita'
17. Credeva il persecutore
18. Pace
19. Gennaro Di Paola
20. Una buona idea
21. Sedici modi di dire l'orrore della guerra e i compiti dell'ora
22. Persone

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2019

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2019.

2. MARIO LITTA

E' deceduto alcuni giorni fa Mario Litta, padre della dottoressa Antonella Litta, amica della nonviolenza, autorevole rappresentante dell'"Isde - Associazione medici per l'ambiente" ed animatrice di innumerevoli iniziative di pace, di solidarieta', per il bene comune.
Ad Antonella e a tutti i familiari di Mario esprimiamo le nostre sentite condoglianze.
Era un uomo buono, un militante del movimento dei lavoratori per la liberazione dell'umanita' da ogni ingiustizia, da ogni oppressione, da ogni violenza; aveva avuto una vita travagliata, non aveva perso la tenerezza.
Chi volesse inviare ad Antonella Litta un messaggio di vicinanza puo' scriverle all'indirizzo di posta elettronica: antonella.litta at gmail.com

3. INIZIATIVE. IL 5 DICEMBRE IN DIGIUNO CONTRO IL RAZZISMO

Prendero' parte anch'io al digiuno contro il razzismo del 5 dicembre 2019, come gia' nelle precedenti giornate promosse dal movimento "Digiuno di giustizia".
Non potro' essere a Roma in piazza Montecitorio dalle ore 14 alle ore 19 il 5 dicembre, ma nel digiuno per l'intera giornata saro' unito alle amiche e agli amici che li' saranno ed alle tante altre persone che in varie parti d'Italia digiuneranno anch'esse per riaffermare che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; per riaffermare che il razzismo e' un crimine contro l'umanita'; per riaffermare che occorre salvare tutte le vite; per riaffermare che vi e' una sola umanita' e che tutti gli esseri umani sono eguali in diritti e che il mutuo soccorso deve esser la norma dell'agire morale, sociale, politico.
*
Che siano finalmente abrogati gli infami "decreti sicurezza della razza".
Che siano soccorsi tutti i naufraghi.
Che cessi in Italia ogni forma di apartheid.
*
Che siano aboliti i campi di concentramento.
Che cessino le deportazioni.
Che cessi la schiavitu'.
Che cessi la complicita' italiana con gli schiavisti e i lager in Libia.
*
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere tutti i diritti umani - sociali, civili e politici -, ed in primo luogo il diritto di voto, a tutte le persone che vivono nel nostro paese: una persona, un voto.
*
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. OGGI IN DIGIUNO CONTRO IL RAZZISMO

Si svolge oggi, 5 dicembre 2019, la nuova giornata di digiuno contro il razzismo.
L'iniziativa e' promossa dal movimento "Digiuni di giustizia".
Per chi puo', l'appuntamento a Roma e' dalle ore 14 alle ore 19 in piazza Montecitorio.
Per informazioni e contatti: digiunodigiustizia at hotmail.com
*
Abrogare gli scellerati "decreti sicurezza della razza".
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Riconoscere tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. SCORCIATOIE. A COSA SERVE LA NATO

Come tutte le strutture e le coalizioni militari il fine reale della Nato e' di minacciare, opprimere, disumanizzare ed uccidere gli esseri umani.
Come tutte le strutture e le coalizioni militari, in quanto intesa ad uccidere le persone, la Nato e' un'organizzazione criminale, assassina, stragista.
Abolire occorre la Nato.
Abolire occorre tutte le organizzazioni armate.
Abolire occorre le armi.
*
Cosa si attende ancora a capire che siamo un'unica umana famiglia?
Cosa si attende ancora a capire che tutte le guerre consistono di uccisioni di esseri umani?
Cosa si attende ancora a capire che tutte le armi servono a uccidere le persone?
Cosa si attende ancora a capire che tutte le organizzazioni armate minacciano, opprimono, straziano l'umanita' intera?
Cosa si attende ancora a capire che occorre abolire le guerre, gli eserciti, le armi?
*
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Cessare di uccidere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Finisca la preistoria dell'umanita' caratterizzata dal dominio della violenza, e cominci la storia dell'umanita' con la scelta della nonviolenza.

6. QUEST'OGGI IN DIGIUNO CONTRO IL RAZZISMO

Si svolge quest'oggi, 5 dicembre 2019, una nuova giornata di digiuno contro il razzismo promossa dal movimento "Digiuno di giustizia".
In molti luoghi del nostro paese donne e uomini di volonta' buona digiunano ancora una volta per l'intera giornata per testimoniare una corale opposizione al razzismo, e per chiedere al governo e al parlamento un concreto impegno per ripristinare in Italia la piena vigenza dei diritti umani sanciti dalla Costituzione della Repubblica.
L'appuntamento centrale di questa iniziativa nonviolenta e' a Roma, in piazza Montecitorio, dalle ore 14 alle ore 19.
*
Con tutto il cuore partecipiamo al digiuno ed esprimiamo ancora una volta il nostro sostegno ad ogni iniziativa nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
*
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita, salva il mondo.
*
Siano abrogati i mostruosi "decreti sicurezza della razza" e tutte le altre scellerate misure razziste ed incostituzionali imposte da governanti folli e criminali.
Sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Siano riconosciuti a tutte le persone che vivono nel nostro paese tutti i diritti sociali, civili e politici, tutti i diritti umani, ed in primo luogo il diritto di voto: "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia; nella solidarieta' che ogni essere umano riconosce e rispetta e difende e sostiene e' il fondamento della civile convivenza.
*
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Tutti gli esseri umani sono eguali in diritti.
Agisci nei confronti delle altre persone cosi'come vorresti che le altre persone agissero verso di te.

7. PIERO TERRACINA

E' deceduto Piero Terracina, testimone della Shoah.
Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo.

8. ANNA BRAVO

E' deceduta alcuni giorni fa Anna Bravo, storica illustre, amica della nonviolenza.
Con gratitudine che non si estingue la ricordiamo.

9. A CINQUANT'ANNI DA PIAZZA FONTANA

A cinquant'anni da Piazza Fontana
dalla parte di tutte le vittime
contro tutte le uccisioni

Verita' e giustizia
difendere la vita la dignita' e i diritti di ogni essere umano
ogni vittima ha il volto di Abele

Solo la nonviolenza si oppone al fascismo che torna
solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe
salvare le vite e' il primo dovere

10. OGGI A ROMA CONTRO L'ODIO

Si svolge oggi a Roma, con inizio alle ore 15 in piazza San Giovanni, la manifestazione nazionale delle "sardine" contro l'odio.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

11. TRE COSE CHE VORREI DIRE

La prima: non basta dichiarare di essere contro l'odio, occorre scegliere la nonviolenza.
La seconda: non basta dichiararsi antifascisti, occorre porre qui e adesso in ogni mobilitazione come prime due esigenze politiche, come punti fondamentali ed irrinunciabili del programma politico necessario: a) riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; b) riconoscere tutti i diritti sociali, civili, politici, umani, ed in primo luogo il diritto di voto, a tutte le persone che vivono nel nostro paese: "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia.
La terza: non basta manifestare, occorre ascoltare, studiare, capire.
*
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

12. BISOGNEREBBE FIN D'ORA

Bisognerebbe fin d'ora lavorare a preparare la coalizione antifascista che alle prossime elezioni politiche possa affrontare e sconfiggere il blocco fascista.
In questa coalizione antifascista alcune cose dovrebbero esser chiare:
I. che occorre una politica della pace, dei diritti umani e della difesa della biosfera: una politica che richiede quindi disarmo e smilitarizzazione; azioni concrete di solidarieta' con tutte le oppresse e tutti gli oppressi, con tutte le persone bisognose di aiuto, con le generazioni future la cui stessa esistenza e' messa in pericolo dai poteri e dalle ideologie dominanti; cessazione di ogni attivita' che produca avvelenamento, devastazioni e distruzioni: la salvezza del mondo vivente - e quindi della stessa umanita' che ne e' parte - e' oggi il primo dovere e il primo criterio di ogni azione morale, sociale, politica;
II. che occorre la scelta della nonviolenza, in tutta la sua ampiezza e pienezza come teoria e come prassi, come azione morale, sociale e politica che ad ogni violenza si oppone;
III. che in questa coalizione antifascista sia presente tutta la sinistra; una sinistra finalmente pienamente autocosciente, e quindi: femminista, ecologista, socialista, libertaria, nonviolenta.
*
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

13. TUTTO SVANISCE

I.

Senza neppure piu' travestirsi
torna il fascismo

con le persecuzioni razziste
la tratta e la schiavitu'
in terra e in mare la mattanza e i lager
a conclusione di serata i pogrom
e la tortura come arte di governo

con la violenza maschile che dilaga
a fare scempio dell'umanita'
meta' ne muta in macerie di carne
e muta in drago la meta' che resta

con la violenza onnicida
che tutto divora e riduce
in guano in cenere in incubo
in putrefatta mascherata e abisso
dal male ricavando a stilla a stilla
profitti e godimento che stordisce
e muta in pietra in sabbia in fumo in niente

senza neppure piu' travestirsi
torna il fascismo

II

Il peso che si e' fatto insostenibile
il vuoto che consuma e che distrugge

la stanchezza che torce e infine spezza
le ossa i nervi i tendini i pensieri

e tutto incendia l'orizzonte il male
e nulla resta senza che sprofondi

III.

Ma tu non cedere tu resta vigile
non consentire che prevalga l'odio
non consentire che trionfi il nulla

contrastala tu la barbarie che torna
soccorrila tu la persona che affonda
salvale tu tutte le vite

solo l'umanita' salva l'umanita'
solo la vita si oppone alla morte
solo facendo il bene
restituisci un senso ed un valore al mondo

IV.

Tutto svanisce
le ragioni e i torti
le tracce del cammino e i monumenti
i fuochi spenti dell'accampamento
i libri mastri del dare e dell'avere
la memoria della festa e della pioggia
il freddo vento e il ferro incandescente
il roveto il tessuto la tazza e il bastone
le muraglie di lacrime e cemento
i sovrumani silenzi e gli spazi infiniti

tutto svanisce
resta soltanto il sangue versato
che grida ancora al cielo il suo dolore

che del tuo giorno giunto stanco al termine
possa tu dire di non esser stato
nel novero di chi straziava il mondo
nel numero di chi vite estingueva

V.

La nonviolenza e' questa lotta senza fine
che sempre e sempre e sempre al fascismo si oppone

la nonviolenza e' questo riconoscerti
persona tra persone nel respiro
nel coro nella dignita' di tutti

la nonviolenza e' questo specchio e questo scudo
e' questo ponte e questa barricata

e' questo braccio questa voce questo volto
che chiama alla lotta contro l'orrore
che convoca a resistere e a soccorrere
a contrastare tutte le uccisioni
a condividere ogni sorso di bene
ogni morso di luce e di pianto
ogni mollica di verita'

La nonviolenza e' questa lotta senza fine
che sempre e sempre e sempre al fascismo si oppone

14. BENITO D'IPPOLITO: IL LIBRO NERO (PARTE PRIMA)

Riproponiamo di seguito alcuni testi gia' apparsi sul nostro notiziario nel 2018 e 2019.
In alcuni casi sono stati concepiti come fogli volanti, ma piu' spesso sono rastremate trascrizioni (a memoria, qualche ora o qualche giorno dopo) di discorsi fatti a braccio nelle piazze in pubbliche iniziative o parlando alla buona tra persone amiche.
L'interruzione delle righe, la divisione in lasse, ovviamente vorrebbero suggerire un'intonazione, un ritmo e un respiro; certe iterazioni e variazioni, e allusioni e citazioni, sono trucchi mnemotecnici ben noti a tutti i comizianti; di quel che vi e' di studiata, meditata retorica e' inutile dire (se non che essa non e' falsa).
Alcuni testi grotteschi, particolarmente quelli in vernacolo (che apparvero perlopiu' sotto pseudonimi espressionisti qui non riprodotti), sono inclusi in questa silloge non senza qualche esitazione.
Chi legge scusera' le ripetizioni, le necessarie ripetizioni (che certo parranno fastidiose se non ossessive, leggendo di seguito l'uno dopo l'altro questi testi scritti in tempi diversi e diverse situazioni, questi discorsi in luoghi diversi e con diversi interlocutori detti): queste parole non sono state dette e scritte se non per contribuire a contrastare il fascismo che torna: quale che sia il loro valore, e' per questo che vorremmo venissero innanzitutto giudicate, e quando e dove necessario ancora utilizzate.

15. CRIMINI CONTRO L'UMANITA'

Che le competenti magistrature perseguano i crimini contro l'umanita' commessi dal governo italiano razzista nel 2018-2019 e' un atto di giustizia e un bene.
Che le istituzioni internazionali condannino i crimini contro l'umanita' commessi dal governo italiano razzista nel 2018-2019 e' un atto di giustizia e un bene.
Che i ministri di quello scellerato governo razzista responsabile di crimini abominevoli siano allontanati per sempre da tutti i pubblici uffici.
Meglio tardi che mai.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare e vite e' il primo dovere.

16. CHE SIANO FINALMENTE PROCESSATI I GOVERNANTI ITALIANI CHE NEL 2018 E 2019 HANNO COMMESSO CRIMINI CONTRO L'UMANITA'

Che siano finalmente processati i governanti italiani che nel 2018 e 2019 hanno commesso crimini contro l'umanita'.
Che siano finalmente processati i governanti italiani che nel 2018 e 2019 hanno violato la Costituzione della Repubblica Italiana ed imposto un disumano regime razzista.
Che siano finalmente processati i governanti italiani che nel 2018 e 2019 hanno favoreggiato ed accresciuto la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Che siano finalmente processati i governanti italiani che nel 2018 e 2019 hanno negato soccorso, accoglienza, salvezza ai superstiti in fuga dai lager libici.
Che siano finalmente processati i governanti italiani che nel 2018 e 2019 hanno perseguitato esseri umani innocenti gia' vittime di mostruose iniquita' e violenze.
Che siano finalmente processati i governanti italiani che nel 2018 e 2019 hanno ostacolato e aggredito i soccorritori volontari che salvano vite umane.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

17. CREDEVA IL PERSECUTORE

Credeva il barbaro persecutore
che per sempre sarebbe rimasto impunito
e che anzi per i crimini suoi folli
sempre maggiore avrebbe avuto vile un plauso
la verita' e il diritto fatti cenere

Credeva il razzista torturatore e assassino
che fare strazio di poveri e innocenti
che fare strame di leggi e morale
sempre piu' potere gli avrebbe procacciato
la dignita' e la pieta' annientate

Credeva ebbro il fascista
che il cumulo dei crimini commessi
rendesse essi invisibili e lui invulnerabile
che l'umanita' fosse schiacciata per sempre
per sempre annegata nei campi e negli abissi

Credeva
che non gridasse il sangue delle vittime
che non potessero tornare la legge e la giustizia
la liberta' l'uguaglianza la fraternita'
che fossero morti invano i martiri della Resistenza

18. PACE

Sia pace alle persone di volonta' buona
e sia pace anche a tutte le altre

Sia la misericordia la politica prima
salvare le vite sia il primo dovere

19. GENNARO DI PAOLA

E' deceduto Gennaro Di Paola, partigiano.
Con gratitudine lo ricordiamo.

20. UNA BUONA IDEA

Sostenere il Movimento Nonviolento.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it

21. REPETITA IUVANT. SEDICI MODI DI DIRE L'ORRORE DELLA GUERRA E I COMPITI DELL'ORA

Riproponiamo ancora una volta questa sequenza di vecchi testi.

I. LA LAVATRICE

Eravamo cosi' poveri che guardavamo
la televisione nelle lavatrici
dietro la vetrina della lavanderia.
Le matte risate ricordo
ricordo lo sguardo sgomento
dei passanti che ci condannavano:
Sono poveri, si sa, sono stupidi.

Poi al bar dello sport una sera guardando
la televisione mi accorsi che anch'essa
altro non era che una lavatrice
in cui i panni degli assassinati
del sangue venivano lavati
e quelli che li avevano indossati
dimenticati erano per sempre.

II. SEMPRE DESIDERAI

Sempre desiderai essere un uomo silenzioso
che passa inosservato, guarda altrove,
fermo di fianco all'edicola, assorto
in pensieri senza volti e senza specchi.

Poi vengono questi idioti da lontano
le loro bombe sganciano e colpiscono
proprio me, che non c'entravo niente.

III. DEL NON UCCIDERE ARGOMENTO PRIMO

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.

Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.

Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.

Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.

Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.

IV. SOTTO LA PIOGGIA LA STATUA DI PIETRA

Sotto la pioggia la statua di pietra
pare quasi che pianga in silenzio
senti ancora il belato del gregge
che ha offerto la gola alla lama
vedi ancora nel buio sangue e fiele.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

In questo forno non si cuoce pane
queste macchie non sono di vino
questa mensa non puoi nominarla
denso un fumo ti toglie il respiro
sullo scoglio non scorre latte e miele.

E ogni vittima ha il volto di Abele.

Qui venuto di molto lontano
reca uova che danno tumori
reca olio che brucia le carni
lunghe ali di ferro e di tuono
lunghe braccia finiscono in chele.

E ogni vittima ha il volto di Abele.

Nel buio livido
nel gorgo torbido
un fiato tossico di greve fumo
nel fango immenso ribollente un grumo
seme di fiamma, frutto crudele.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

V. LA FESTA DEGLI ASSASSINI

La festa degli assassini
anche quest'anno e' andata molto bene.
Il signor presidente ha commosso l'uditorio
estraendo una pulce dall'orecchio
il generale ha mangiato un canarino vivo
il ministro ha guidato l'automobile
il pubblico cantava giovinezza.

Dinanzi alla tomba degli assassinati
si e' fatta una buona merenda
si e' giocato a bocce
e a chi sputava piu' lontano.

Tutti avevano il telefonino
e si facevano fotografie
e il governo infine ha fatto omaggio
di pane e salame a tutti i presenti.

Questo nostro felice paese
queste giornate di sole e di gloria
una terra, un popolo, una guida.

E' andata molto bene anche quest'anno
la festa degli assassini.

VI. DI NOTTE, SCRUTANDO IL MARE

I.

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

Alla guerra che uccide e che uccide
alle mandrie infinite di schiavi
alla marcia a scorpioni e frustate
e neppure uno spettro per l'Europa.

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

E vorrei pur pensare alle stelle
come al mare dei fili dell'erba
che accarezza gentile e furioso
del suo soffio il vento silente.

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

Chi produce le armi assassine?
Chi si presta a sganciare le bombe?
Chi avvelena i pozzi di tutti?
Chi frantuma le ossa a sua moglie?

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

Ferme al dazio le navi negriere
delle carni di uomini e donne
il commercio fiorisce e fiorisce
non hai Circe che possa salvarci.

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

II.

Io che fui alla scuola di Timandro
di Eleandro alla scuola e allora seppi
che non c'e' altra virtu' che la virtu'
di recare soccorso agli infelici
e lottare senza requie contro il male,

io che serbo ancora il sogno di una cosa
e che so che e' solo sogno ma che i sogni
sono veri se tu fai la cosa giusta:
soccorrere, accogliere, assistere tutti,
salvare le vite che gia' sono cosi' brevi,

io che ebbi proprio tutte le fortune
e di tutte le fortune la maggiore:
di sapere che l'umanita' e' una sola
di sapere che ogni vita e' un valore
e una stessa sorte tutti ci fa uguali,

io lo so che non c'e' io se non c'e' tu
io lo so che non si esiste senza un noi
e che unica e' la scelta: amore o morte
ed a tutte le menzogne e le oppressioni
io, tu, noi dobbiamo opporci ora e sempre.

III.

Dopo il deserto il mare
alle spalle le lance insanguinate
dinanzi i muraglioni dell'impero
dall'alto piovono frutti di fuoco
e noi qui soli, nuda umanita'.

Senza illusioni, senza speranze
solo persuasi del nostro dovere
di recare aiuto a chi soffre
di condividere questa dura vita
questo mondo di orrori e di vertigini
e questo pane, questo giaciglio
questa casa fatta solo di parole
questa festa fatta solo di sguardo
e di respiro.

In questo dovere trovando
una sobria, una lieve, luminosa
felicita', compagne e compagni.

VII. STORIA DI GELSOMINA

La ferma luna il silenzioso mare
colmo il gommone di occhi di respiri
e di ricordi che dimenticare
e' necessario se a scampare miri

poi giungi qui e trovi il lupanare
sul ciglio della strada altri martiri
la schiavitu' nei campi le erbe amare
di Babilonia ancora gli empi giri

la bestia che ti stringe nelle chele
la gerarchia fascista ed assassina
le vesti di catene e ragnatele

nel pianto il tremolar della marina
la zuppa di scorpioni il vin di fiele
la coltellata che via ti trascina.

VIII. UNA PERSONA, UN VOTO

I.

Senza diritto di voto si seccano le lingue
senza diritto di voto solo le fruste parlano

senza diritto di voto e' gia' il passo dell'oca
senza diritto di voto mille televisioni non fanno una democrazia
senza diritto di voto e' gia' il rogo dei libri

senza diritto di voto nessun diritto resta
senza diritto di voto l'umanita' si estingue

senza diritto di voto ogni assemblea e' una farsa
senza diritto di voto le pietre spaccano le persone
senza diritto di voto la casa di filo spinato

senza diritto di voto ogni discorso e' falso
senza diritto di voto una pioggia di sangue e di zolfo

senza diritto di voto la luna e' caduta nel pozzo
senza diritto di voto nei bicchieri coltelli e scorpioni
senza diritto di voto queste stesse parole sono un crimine.

II.

Col diritto di voto si fermano le guerre
contando le teste invece di spaccarle

Col diritto di voto si abolisce
la schiavitu' e la mafia e il fascismo

Col diritto di voto si riconosce
l'umanita' di ogni essere umano

Col diritto di voto si esce
dalla preistoria corona di spine

Col diritto di voto la civilta' comincia
spezzando le catene abbattendo le muraglie
intonando un canto comune di liberta' e giustizia

Col diritto di voto
che fa crescere gli alberi
che resuscita il sole
reca l'acqua e il pane alle mense

Col diritto di voto
che appresta strumenti che adempiono i sogni
sognati con le unghie e coi denti nei secoli
da tutte le vittime della violenza

Col diritto di voto che abbatte
ogni dittatura ogni colonia ogni gabbia
le palestre dei sicari i culti del sangue
i campi della sferza l'impero dei vampiri

Col diritto di voto
che ad ogni essere umano reca
la luce la gioia la speranza
il dovere di essere umano

Una sola umanita'
una persona, un voto.

IX. IL MENDICANTE

E tu trattalo bene lo straniero
trattalo bene il mendicante, il misero.

Fosse Ulisse che e' tornato a Itaca.

X. SE

Se degli altri non senti pieta'
come potranno altri sentire pieta' di te?

Se non riconosci l'altrui umanita'
e' la tua stessa umanita' che perdi.

Tutto contagia l'orrore. In un attimo
l'incendio che appiccasti all'altrui casa
ha gia' raggiunto la tua.
La lama che affondasti nelle carni
altrui dalle tue carni sprizza sangue.

La tua indifferenza all'altrui grido
di dolore, la smorfia di fastidio
alla richiesta di aiuto del lontano,
prima ancora che tu dica una parola
gia' ti trafiggono e ti rubano la luce.

Questa e' la regola del nostro esistere:
non altro avrai che quello che tu desti.

Una e' l'umanita, una e' la sorte
salvare le vite e' il primo dovere
non essere uccisi e' il primo diritto.

Sull'orlo dell'abisso
in questa notte illune
destati dunque e veglia
soccorri accogli assisti
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

XI. LA PRIMA POLITICA E' IL DISARMO

La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite

Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi

Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni

Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi

Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite

Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere

XII. PICCOLO DITTICO DELLE ARMI E DEL DISARMO

I.

Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba

Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre

Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone

Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti

Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla

Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro

Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli

Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto

II.

Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti

Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi

Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara

Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno

Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine

Senza disarmo la guerra non finisce

Senza disarmo finisce l'umanita'

XIII. IN QUANTO LE ARMI

In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.

Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.

Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.

XIV. BREVE LITANIA DELLA NONVIOLENZA

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

XV. LA NONVIOLENZA NON INDOSSA IL FRAC

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto, sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione; sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole: la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme, dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita; l'intera umanita' unita contro il male e la morte; si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo, il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce; sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti con il fine della verita' e del bene. Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti. Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti, li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

XVI. DELLA NONVIOLENZA DISPIEGATA AL SOLE AD ASCIUGARE

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

22. REPETITA IUVANT. PERSONE

Noi siamo le persone che le guerre uccidono.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 366 del 9 gennaio 2020
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