[Nonviolenza] Telegrammi. 3608
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 3608
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 3 Jan 2020 20:26:42 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3608 del 4 gennaio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Se si debbano processare i ministri e gli ex-ministri responsabili di crimini contro l'umanita'
2. L'omicida
3. L'unica speranza
4. Enrico Peyretti: Dimissioni dell'umanita'
5. Raniero La Valle ed altri: Perche' la storia continui. Appello-proposta per una Costituzione della Terra
6. Mao Valpiana: Lettera alle amiche e agli amici del Movimento Nonviolento
7. Maria Carla Baroni presenta "La nostra casa e' in fiamme" di Greta Thumberg
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. L'ORA. SE SI DEBBANO PROCESSARE I MINISTRI E GLI EX-MINISTRI RESPONSABILI DI CRIMINI CONTRO L'UMANITA'
C'e' qualcuno che ne dubita?
2. L'ORA. L'OMICIDA
L'esecuzione di un omicidio non e' un crimine?
Il mandante di un omicidio non e' un criminale?
Quando il Presidente del piu' potente stato del mondo ordina di uccidere un essere umano non commette un assassinio?
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Il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto di non essere ucciso.
Il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite.
3. L'ORA. L'UNICA SPERANZA
L'unica speranza di salvezza dell'umanita' e' la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
L'unica politica adeguata ai compiti dell'ora e' la politica della nonviolenza.
L'unica decisione che puo' salvare il mondo vivente dalla catastrofe, e con il mondo vivente l'umanita' intera, e' la nonviolenza.
4. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: DIMISSIONI DELL'UMANITA'
[Ringraziamo Enrico Peyretti per questo intervento.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]
"Il generale iraniano Qassim Suleimani, comandante delle operazioni all'estero delle Guardie della rivoluzione, e' stato ucciso all'aeroporto internazionale di Baghdad durante un attacco con droni ordinato dal presidente americano Donald Trump (New York Times). Ucciso anche il principale comandante della milizia irachena Abu Mahdi al-Muhandis (Al Jazeera).
A un passo dalla guerra. Il raid, ha spiegato il Pentagono, e' stato condotto per 'evitare futuri attacchi iraniani' (il comunicato ufficiale). La morte di Suleimani, scrive Reuters, 'segna una drammatica escalation'. Per Teheran si tratta di 'un atto di terrorismo'. E ora il rischio di una guerra tra Iran e Stati Uniti appare sempre più concreto (Repubblica)".
(da Internazionale, 3 gennaio 2020).
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La guerra a distanza, oggi - per un verso - e' guerra celeste, che bombarda e incendia indiscriminatamente la popolazione civile disarmata e innocente, solo perche' si trova su quella terra che conviene distruggere.
Per un altro verso, la guerra e' crimine di strada, uccisione personale di un capo nemico. Machiavelli scriveva "del modo usato dal Duca Valentino nell'ammazzare Vitellozzo Vitelli", che aveva invitato alla sua tavola. Un imperatore romano faceva uccidere il rivale, possibile successore, come si schiaccia un ragno in cucina. Cosi', allo stesso modo, imperatori democratici ammazzano esseri umani: Trump, con un drone onnipresente, uccide Qassim Suleimani, come Obama uccise Gheddafi, come Bush impicco' Saddam. Eccetera.
Nei potenti armati, l'umanita' da' le dimissioni. Tocca a noi disarmati tenerla in vita.
5. REPETITA IUVANT. RANIERO LA VALLE ED ALTRI: PERCHE' LA STORIA CONTINUI. APPELLO-PROPOSTA PER UNA COSTITUZIONE DELLA TERRA
[Riceviamo e volentieri diffondiamo, invitando ad aderire e sostenere l'iniziativa]
Istituzione di una Scuola della Terra per suscitare il pensiero politico dell'unita' del popolo della Terra, disimparare l'arte della guerra e promuovere un costituzionalismo mondiale
Nel pieno della crisi globale, nel 72mo anniversario della promulgazione della Costituzione italiana, Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli, Valerio Onida, Adolfo Perez Esquivel il vescovo Nogaro, Riccardo Petrella, Domenico Gallo e molti altri hanno lanciato il progetto politico di una Costituzione per la Terra e promosso una Scuola, "Costituente Terra", che ne elabori il pensiero e prefiguri una nuova soggettivita' politica del popolo della Terra, "perche' la storia continui". La proposta e' espressa in questo documento che porta la data del 27 dicembre 2019.
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L'Amazzonia brucia e anche l'Africa, e non solo di fuoco, la democrazia e' a pezzi, le armi crescono, il diritto e' rotto in tutto il mondo. "Terra! Terra!" e' il grido dei naufraghi all'avvistare la sponda, ma spesso la terra li respinge, dice loro: "i porti sono chiusi, avete voluto prendere il mare, fatene la vostra tomba, oppure tornate ai vostri inferni". Ma "Terra" e' anche la parola oggi piu' amata e perduta dai popoli che ne sono scacciati in forza di un possesso non condiviso; dai profughi in fuga per la temperatura che aumenta e il deserto che avanza; dalle citta' e dalle isole destinate ad essere sommerse al rompersi del chiavistello delle acque, quando la Groenlandia si scioglie, i mari son previsti salire di sette metri sull'asciutto, e a Venezia gia' lo fanno di un metro e ottantasette. "Che si salvi la Terra" dicono le donne e gli uomini tutti che assistono spaventati e impotenti alla morte annunciata dell'ambiente che da millenni ne ospita la vita.
Ci sono per fortuna pensieri e azioni alternative, si diffonde una coscienza ambientale, il venerdi' si manifesta per il futuro, donne coraggiose da Greta Thunberg a Carola Rackete fanno risuonare milioni di voci, anche le sardine prendono la parola, ma questo non basta. Se nei prossimi anni non ci sara' un'iniziativa politica di massa per cambiare il corso delle cose, se le si lascera' in balia del mercato della tecnologia o del destino, se in Italia, in Europa e nelle Case Bianche di tutti i continenti il fascismo occulto che vi serpeggia verra' alla luce e al potere, perderemo il controllo del clima e della societa' e si affacceranno scenari da fine del mondo, non quella raccontata nelle Apocalissi, ma quella prevista e monitorata dagli scienziati.
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Il cambiamento e' possibile
L'inversione del corso delle cose e' possibile. Essa ha un nome: Costituzione della terra. Il costituzionalismo statuale che ha dato una regola al potere, ha garantito i diritti, affermato l'eguaglianza e assicurato la vita degli Stati non basta piu', occorre passare a un costituzionalismo mondiale della stessa autorita' ed estensione dei poteri e del denaro che dominano la Terra.
La Costituzione del mondo non e' il governo del mondo, ma la regola d'ingaggio e la bussola di ogni governo per il buongoverno del mondo. Nasce dalla storia, ma deve essere prodotta dalla politica, ad opera di un soggetto politico che si faccia potere costituente. Il soggetto costituente di una Costituzione della Terra e' il popolo della Terra, non un nuovo Leviatano, ma l'unita' umana che giunga ad esistenza politica, stabilisca le forme e i limiti della sua sovranita' e la eserciti ai fini di far continuare la storia e salvare la Terra.
Salvare la Terra non vuol dire solo mantenere in vita "questa bella d'erbe famiglia e d'animali", cantata dai nostri poeti, ma anche rimuovere gli ostacoli che "di fatto" impediscono il pieno sviluppo di tutte le persone umane.
Il diritto internazionale e' gia' dotato di una Costituzione embrionale del mondo, prodotta in quella straordinaria stagione costituente che fece seguito alla notte della seconda guerra mondiale e alla liberazione dal fascismo e dal nazismo: la Carta dell'Onu del 1945, la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, i due Patti internazionali del 1966 e le tante Carte regionali dei diritti, che promettono pace, sicurezza, garanzia delle liberta' fondamentali e dei diritti sociali per tutti gli esseri umani. Ma non sono mai state introdotte le norme di attuazione di queste Carte, cioe' le garanzie internazionali dei diritti proclamati. Non e' stato affatto costituito il nuovo ordine mondiale da esse disegnato. E' come se un ordinamento statale fosse dotato della sola Costituzione e non anche di leggi attuative, cioe' di codici penali, di tribunali, di scuole e di ospedali che "di fatto" la realizzino. E' chiaro che in queste condizioni i diritti proclamati sono rimasti sulla carta, come promesse non mantenute. Riprendere oggi il processo politico per una Costituzione della Terra vuol dire tornare a prendere sul serio il progetto costituzionale formulato settant'anni fa e i diritti in esso stabiliti. E poiche' quei diritti appartengono al diritto internazionale vigente, la loro tutela e attuazione non e' soltanto un'urgente opzione politica, ma anche un obbligo giuridico in capo alla comunita' internazionale e a tutti noi che ne facciamo parte.
Qui c'e' un'obiezione formulata a partire dalla tesi di vecchi giuristi secondo la quale una Costituzione e' l'espressione dell'"unita' politica di un popolo"; niente popolo, niente Costituzione. E giustamente si dice che un popolo della Terra non c'e'; infatti non c'era ieri e fino ad ora non c'e'. La novita' e' che adesso puo' esserci, puo' essere istituito; lo reclama la scena del mondo, dove lo stato di natura delle sovranita' in lotta tra loro non solo toglie la "buona vita", ma non permette piu' neanche la nuda vita; lo reclama l'oceano di sofferenza in cui tutti siamo immersi; lo rende possibile oggi la vetta ermeneutica raggiunta da papa Francesco e da altre religioni con lui, grazie alla quale non puo' esserci pio' un dio a pretesto della divisione tra i popoli: "Dio non ha bisogno di essere difeso da nessuno" - hanno detto ad Abu Dhabi - non vuole essere causa di terrore per nessuno, mentre lo stesso "pluralismo e le diversita' di religione sono una sapiente volonta' divina con cui Dio ha creato gli esseri umani"; non c'e' piu' un Dio geloso e la Terra stessa non e' una sfera, ma un poliedro di differenze armoniose.
Per molti motivi percio' e' realistico oggi porsi l'obiettivo di mettere in campo una Costituente della Terra, prima ideale e poi anche reale, di cui tutte le persone del pianeta siano i Padri e le Madri costituenti.
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Una politica dalla parte della Terra
Di per se' l'istanza di una Costituzione della Terra dovrebbe essere perseguita da quello strumento privilegiato dell'azione politica che, almeno nelle democrazie, e' il partito - nazionale o transnazionale che sia - ossia un artefice collettivo che, pur sotto nomi diversi, agisca nella forma partito. Oggi questo nome e' in agonia perche' evoca non sempre felici ricordi, ma soprattutto perche' i grandi poteri che si arrogano il dominio del mondo non vogliono essere intralciati dal controllo e dalla critica dei popoli, e quindi cercano di disarmarli spingendoli a estirpare le radici della politica e dei partiti fin nel loro cuore. E' infatti per la disaffezione nei confronti della politica a cui l'intera societa' e' stata persuasa che si scende in piazza senza colori; ma la politica non si sospende, e cio' a cui comunque oggi siamo chiamati e' a prendere partito, a prendere partito non per una Nazione, non per una classe, non "prima per noi", ma a prendere partito per la Terra, dalla parte della Terra.
Ma ancor piu' che la riluttanza all'uso di strumenti gia' noti, cio' che impedisce l'avvio di questo processo costituente, e' la mancanza di un pensiero politico comune che ne faccia emergere l'esigenza e ne ispiri modalita' e contenuti.
Non manca certamente l'elaborazione teorica di un costituzionalismo globale che vada oltre il modello dello Stato nazionale, il solo nel quale finora e' stata concepita e attuata la democrazia, ne' mancano grandi maestri che lo propugnino; ma non e' diventato patrimonio comune, non e' entrato nelle vene del popolo un pensiero che pensi e promuova una Costituzione della Terra, una unita' politica dell'intera comunita' umana, il passaggio a una nuova e rassicurante fase della storia degli esseri umani sulla Terra.
Eppure le cose vanno cosi': il pensiero da' forma alla realta', ma e' la sfida della realta' che causa il pensiero. Una "politica interna del mondo" non puo' nascere senza una scuola di pensiero che la elabori, e un pensiero non puo' attivare una politica per il mondo senza darsi prima la politica e poi la scuola, ne' prima la scuola e poi la politica. Devono nascere insieme, percio' quello che proponiamo e' di dar vita a una Scuola che produca un nuovo pensiero della Terra e fermenti causando nuove soggettivita' politiche per un costituzionalismo della Terra. Percio' questa Scuola si chiamera' "Costituente Terra".
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"Costituente Terra": una Scuola per un nuovo pensiero
Certamente questa Scuola non puo' essere pensata al modo delle Accademie o dei consueti Istituti scolastici, ma come una Scuola disseminata e diffusa, telematica e stanziale, una rete di scuole con aule reali e virtuali. Se il suo scopo e' di indurre a una mentalita' nuova e a un nuovo senso comune, ogni casa dovrebbe diventare una scuola e ognuno in essa sarebbe docente e discente. Il suo fine potrebbe perfino spingersi oltre il traguardo indicato dai profeti che volevano cambiare le lance in falci e le spade in aratri e si aspettavano che i popoli non avrebbero piu' imparato l'arte della guerra. Cio' voleva dire che la guerra non era in natura: per farla, bisognava prima impararla. Senonche' noi l'abbiamo imparata cosi' bene che per prima cosa dovremmo disimpararla, e a questo la scuola dovrebbe addestrarci, a disimparare l'arte della guerra, per imparare invece l'arte di custodire il mondo e fare la pace.
Molte sarebbero in tale scuola le aree tematiche da perlustrare: 1) le nuove frontiere del diritto, il nuovo costituzionalismo e la rifondazione del potere; 2) il neo-liberismo e la crescente minaccia dell'anomia; 3) la critica delle culture ricevute e i nuovi nomi da dare a eventi e fasi della storia passata; 4) il lavoro e il Sabato, un lavoro non ridotto a merce, non oggetto di dominio e alienato dal tempo della vita; 5) la "Laudato si'" e l'ecologia integrale; 6) il principio femminile, come categoria rigeneratrice del diritto, dal mito di Antigone alla coesistenza dei volti di Levinas, al legame tra donna e natura fino alla metafora della madre-terra; 7) l'Intelligenza artificiale (il Fuehrer artificiale?) e l'ultimo uomo; 8) come passare dalle culture di dominio e di guerra alle culture della liberazione e della pace; 9) come uscire dalla dialettica degli opposti, dalla contraddizione servo-signore e amico-nemico per assumere invece la logica dell'et-et, della condivisione, dell'armonia delle differenze, dell'"essere per l'altro", dell'"essere l'altro"; 10) il congedo del cristianesimo dal regime costantiniano, nel suo arco "da Costantino ad Hitler", e la riapertura nella modernita' della questione di Dio; 11) il "caso Bergoglio", preannuncio di una nuova fase della storia religiosa e secolare del mondo.
Naturalmente molti altri temi potranno essere affrontati, nell'ottica di una cultura per la Terra alla quale nulla e' estraneo d'umano. Tutto cio' pero' come ricerca non impassibile e fuori del tempo, ma situata tra due "kairos", tra New Delhi ed Abu Dhabi, due opportunita', una non trattenuta e non colta, la proposta di Gorbaciov e Rajiv Gandhi del novembre 1986 per un mondo libero dalle armi nucleari e nonviolento, e l'altra che ora si presenta di una nuova fraternita' umana per la convivenza comune e la salvezza della Terra, preconizzata nel documento islamo-cristiano del 4 febbraio 2019 e nel successivo Comitato di attuazione integrato anche dagli Ebrei, entrato ora in rapporto con l'Onu per organizzare un Summit mondiale della Fratellanza umana e fare del 4 febbraio la "Giornata mondiale" che la celebri.
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Partecipare al processo costituente, iscriversi al Comitato promotore
Pertanto i firmatari di questo appello propongono di istituire una Scuola denominata "Costituente Terra" che prenda partito per la Terra, e a questo scopo hanno costituito un'associazione denominata "Comitato promotore partito della Terra". Si chiama cosi' perche' in via di principio non era stata esclusa all'inizio l'idea di un partito, e in futuro chissa'. Il compito e' oggi di dare inizio a una Scuola, "dalla parte della Terra", alle sue attivita' e ai suoi siti web, e insieme con la Scuola ad ogni azione utile al fine che "la storia continui"; e cio' senza dimenticare gli obiettivi piu' urgenti, il risanamento del territorio, la rifondazione del lavoro, l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, la firma anche da parte dell'Italia del Trattato dell'Onu per l'interdizione delle armi nucleari e cosi' via.
I firmatari propongono che persone di buona volonta' e di non perdute speranze, che esponenti di associazioni, aggregazioni o istituzioni gia' impegnate per l'ecologia e i diritti, si uniscano a questa impresa e, se ne condividono in linea generale l'ispirazione, si iscrivano al Comitato promotore di tale iniziativa all'indirizzo progettopartitodellaterra at gmail.com versando la relativa quota sul conto BNL intestato a "Comitato promotore del partito della Terra", IBAN IT94X0100503206000000002788 (dall’estero BIC BNLIITRR).
La quota annua di iscrizione, al Comitato e alla Scuola stessa, e' libera, e sara' comunque gradita. Per i meno poveri, per quanti convengano di essere tra i promotori che contribuiscono a finanziare la Scuola, eventuali borse di studio e il processo costituente, la quota e' stata fissata dal Comitato stesso nella misura significativa di 100 euro, con l'intenzione di sottolineare che la politica, sia a pensarla che a farla, e' cosa tanto degna da meritare da chi vi si impegna che ne sostenga i costi, contro ogni tornaconto e corruzione, cio' che per molti del resto e' giunto fino all'offerta della vita. Naturalmente pero' si e' inteso che ognuno, a cominciare dai giovani, sia libero di pagare la quota che crede, minore o maggiore che sia, con modalita' diverse, secondo le possibilita' e le decisioni di ciascuno.
Nel caso che l'iniziativa non riuscisse, le risorse finanziarie mancassero e il processo avviato non andasse a buon fine, l'associazione sara' sciolta e i fondi eventualmente residui saranno devoluti alle Ong che si occupano dei salvataggi dei fuggiaschi e dei naufraghi nel Mediterraneo.
Un'assemblea degli iscritti al Comitato sara' convocata non appena sara' raggiunto un congruo numero di soci, per l'approvazione dello Statuto dell'associazione, la formazione ed elezione degli organi statutari e l'impostazione dei programmi e dell'attivita' della Scuola.
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Proponenti e primi iscritti: Raniero La Valle, giornalista (Roma), Luigi Ferrajoli, filosofo del diritto (Roma), Valerio Onida, gia' presidente della Corte Costituzionale, Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace 1980, Raffaele Nogaro, ex vescovo di Caserta, Paolo Maddalena, gia' vicepresidente della Corte Costituzionale, Mariarosaria Guglielmi, segretaria generale di Magistratura Democratica, Riccardo Petrella, ecologo, promotore del Manifesto dell'acqua e dell'identita' di "Abitante della Terra", Domenico Gallo, magistrato, Francesco Carchedi, sociologo (Roma), Francesco Di Matteo, Comitati Dossetti per la Costituzione, Anna Falcone, avvocata, Roma, Pippo Civati, politico, Piero Basso (Milano), Gianpietro Losapio, cooperatore sociale, direttore del Consorzio Nova, Giacomo Pollastri, studente in Legge (Roma), Francesco Comina, giornalista (Bolzano), Roberto Mancini, filosofo (Macerata), Francesca Landini, informatica (Roma), Giancarlo Piccinni e la Fondazione don Tonino Bello (Alessano), Grazia Tuzi, antropologa, autrice di "Quando si faceva la Costituzione. Storia e personaggi della comunita' del porcellino" (Roma), Guido Innocenzo Gargano osb cam., monaco (Roma), Felice Scalia, s. J. (Messina), Marina Graziosi, docente (Roma), Agata Cancelliere, insegnante, (Roma), Raul Mordenti, storico della critica letteraria, politico (Roma), Salvatore Maira, scrittore (Roma), Marco Malagola, francescano, missionario (Torino), Norma Lupi (Roma), Andrea Cantaluppi, sindacalista (Roma), Enrico Peyretti (Torino), Nino Mantineo, universita' di Catanzaro, Giacoma Cannizzo, gia' sindaca di Partinico, Filippo Grillo, artista (Palermo), Nicola Colaianni, gia' magistrato e docente all'Universita' di Bari, Stefania Limiti, giornalista (Roma), Domenico Basile (Merate, Lecco), Maria Chiara Zoffoli (Merate), Luigi Gallo (Bolzano), Antonio Vermigli, giornalista (Quarrata, Pistoia), Renata Finocchiaro, ingegnere (Catania), Liana D'Alessio (Roma), Lia Fava, ordinaria di letteratura (Roma), Paolo Pollastri, musicista (Roma), Fiorella Coppola, sociologa (Napoli), Dario Cimaglia, editore (Roma), Luigi Spina, insegnante, ricercatore (Biella), Marco Campedelli, Boris Ulianich, storico, Universita' Federico II, Napoli, Gustavo Gagliardi, Roma, Paolo Scandaletti, scrittore di storia, Roma, Pierluigi Sorti, economista, Roma, Vittorio Bellavite, coordinatore di "Noi siamo Chiesa", Agnes Deshormes, cooperatrice internazionale, Parigi, Anna Sabatini Scalmati, psicoterapeuta, Roma, Francesco Piva, Roma, Sergio Tanzarella, storico del cristianesimo, Tina Palmisano, Il Giardino Terapeutico sullo Stretto, Messina, Luisa Marchini, segretaria di "Salviamo la Costituzione", Bologna, Maurizio Chierici, giornalista. Angelo Cifatte, formatore, Genova, Marco Tiberi, sceneggiatore, Roma, Achille Rossi e l'altrapagina, Citta' di Castello, Antonio Pileggi, ex Provveditore agli studi e dir. gen. Invalsi, Giovanni Palombarini, magistrato, Vezio Ruggieri, psicofisiologo (Roma), Bernardetta Forcella, insegnante (Roma), Luigi Narducci, insegnante (Roma), Laura Nanni (Albano), Giuseppe Salme', magistrato, Giovanni Bianco, giurista (Roma), Giuseppe Deiana, docente (Milano), Lelio Demichelis, sociologo, universita' dell'Insubria, Vittorio Pissacroia, attore (Firenze), Ivano Alteri, consulente del lavoro, Giovanni Iudicone, Danilo Andriollo (Vicenza), Antonio Caputo, presidente Federazione circoli Giustizia e Liberta', Riccardo Damilano, insegnante (Roma), Luca Pouchain (Milano), Mauro Carlo Zanella, insegnante (Lanuvio), Walter Tocci, politico (Roma), Franco Calamida, Gaetano Sgarlata, Franca Fascetta, Carlo Cappellari, avvocato, Enrico Tonolo, avvocato (Venezia), Fabio Marcelli, giurista (Roma), Elisabetta Porro (Robecco sul Naviglio).
Roma, 27 dicembre 2019, 72mo anniversario della promulgazione della Costituzione italiana
6. REPETITA IUVANT. MAO VALPIANA: LETTERA ALLE AMICHE E AGLI AMICI DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo, invitando ad aderire alla proposta]
Natale 2019 – Capodanno 2020
Cara amica e caro amico,
inviamo questa mail a tutti coloro che nel corso dell'anno sono entrati in contatto con il Movimento Nonviolento. Vogliamo innanzitutto rinnovare la nostra amicizia e nell'occasione porgere gli auguri per le prossime festivita', il Natale e l'inizio d'anno nuovo.
Il Movimento Nonviolento vive solo grazie a chi decide di assumersi la responsabilita', iscrivendosi, di renderlo strumento utile alla crescita della nonviolenza organizzata.
Per questo ti proponiamo di fare una scelta, sottoscrivendo l'adesione al Movimento, con una quota che comprende anche l'abbonamento alla rivista Azione nonviolenta.
Sappiamo bene che sono crescenti le difficolta' economiche, ma non possiamo pensare che chiunque di noi non abbia la possibilita' di destinare al Movimento 0,15 centestimi al giorno (la quota annuale di 60 euro, divisa per 365 giorni), mentre sappiamo che ognuno di noi paga, per le spese militari, piu' di 1 euro al giorno (la cifra annuale di 25 miliardi, divisa per i cittadini italiani).
60 euro per la nonviolenza, contro 400 euro per le armi. Dobbiamo invertire la proporzione.
Le attivita' ordinarie del Movimento, pur considerando l'enorme impegno su base volontaria e gratuita, hanno dei costi fissi cui dobbiamo quotidianamente fare fronte: gestione della sede nazionale (tasse, bollette, telefono, ecc.), costo del lavoro di segreteria, mantenimento straordinario delle sedi di Ghilarza e Brescia, contributi al lavoro delle reti nazionali ed internazionali (Rete Pace, Rete Disarmo, Beoc, War Resisters International, ecc.), sostegno a campagne e iniziative, spese di viaggi per riunioni e lavori di segreteria, costi per la comunicazione, siti e social, e soprattutto le uscite per la redazione della rivista cartacea (spese tipografia, spedizioni, ecc.).
Contiamo quindi su uno sforzo straordinario di ciascuno, la collaborazione e il contributo di tutti, a partire dell'abbonamento/adesione per il 2020 a partire almeno da 60 euro, tramite il conto corrente postale 18745455 intestato al Movimento Nonviolento, oppure con bonifico bancario con Iban IT 35 U 07601 11700 000018745455 intestato al Movimento Nonviolento, che puo' essere utilizzato anche per liberi contributi (fiscalmente detraibili).
Ricordiamo anche l'importanza di destinare il 5x1000 al nostro Movimento, e di consigliarlo agli amici. Basta una firma e il nostro codice fiscale 93100500235.
Se desideri ricevere regolarmente le nostre comunicazioni, mandaci la tua mail per l'indirizzario informatico. Invia a: amministrazione at nonviolenti.org, con oggetto "per lista iscritti MN".
Grazie e auguri di pace per te e i tuoi cari.
Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento
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Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
7. LIBRI. MARIA CARLA BARONI PRESENTA "LA NOSTRA CASA E' IN FIAMME" DI GRETA THUNBERG
[Riceviamo e diffondiamo il testo della presentazione del libro di Greta Thunberg, "La nostra casa e' in fiamme", fatta da Maria Carla Baroni alla Biblioteca Chiesa Rossa, a Milano, il 19 dicembre 2019.
"Maria Carla Baroni e' nata nel 1940 a Milano, dove vive e opera. Economista ambientalista, e' politicamente impegnata su vari fronti. Accanto alla produzione saggistica, in volume e riviste specializzate, ha coltivato fin dall'adolescenza la poesia"]
"La nostra casa e' in fiamme": titolo incisivo, potente, quanto mai veritiero. Incendi devastanti in Amazzonia, California, Svezia, Italia, Siberia, Congo, Indonesia, Australia. La casa comune di tutti gli esseri viventi, come la defini' papa Bergoglio nella sua enciclica Laudato si', per un verso brucia e dove non brucia si allaga: si restringono e rischiano di essere sommerse dal mare non solo le isole del Pacifico e dell'oceano Indiano e buona parte del Bangladesh, ma anche Venezia, Londra e New York: la citta' piu' bella e caratteristica del mondo, la capitale imperiale dei secoli passati e la capitale imperiale attuale, anche se la sua supremazia economico/politica e' contesa da Pechino.
Penso allora a terra, aria, acqua e fuoco, i quattro elementi costitutivi del mondo secondo i fisici filosofi della Grecia classica, quando - non a caso - fisica e filosofia erano la stessa disciplina – e constato che cosa ne hanno fatto gli umani nel corso della storia e soprattutto dalla fine dell'800 a oggi: li hanno resi soprattutto elementi di distruzione, malattia, morte. Ormai sono praticamente tutti concordi nel dire che l'epoca geologica attuale e' quella dell'Antropocene, quella in cui i mutamenti indotti dalle attivita' umane sono stati talmente rilevanti da incidere sugli aspetti fisici del globo; accenna a questo termine anche Greta Thumberg nel suo libro. Ma questo termine non e' corretto: non l'umanita' nel suo complesso, non tutti gli esseri umani del pianeta sono responsabili della situazione attuale. Lo sono gli esseri umani che via via, a partire dalla fine del '400, hanno costruito il capitalismo come sistema economicopolitico di dominio sulla quasi totalita' del genere umano e sulla natura. L'attuale epoca e' piu' correttamente definibile Capitalocene, quella plasmata dal dominio capitalistico e dal suo modo di produzione.
Intanto qualche parola sul libro in se', scritto da una giovanissima donna e da sua madre: e' la storia di una famiglia che, di fronte a gravi difficolta', non si chiude in se' ma si apre a voler conoscere i pericoli che minacciano la vita nella casa comune e a cercare le modalita' di azione per farvi fronte, sostenendo la straordinaria intraprendenza della figlia Greta. E' una bella storia, di cui voglio mettere in luce soprattutto un aspetto. Il padre, attore, sceglie di rinunciare alla propria carriera per favorire quella della moglie, cantante lirica molto famosa, e nello stesso tempo prendersi cura delle figlie con seri problemi di salute. Un uomo che sceglie la cura al posto della competizione. Un esempio che forse poteva venire solo da un Paese scandinavo, in cui la cultura di genere e' assai piu' avanzata rispetto al resto dell'Europa e anni luce rispetto all'Italia.
Desidero segnalare anche il libretto "Il clima siamo noi. Lettera a tutti", di Anuna De Wever e Kyra Gantois, due giovani belghe emule di Greta che, molto positivamente, si sono attivate nel gennaio 2019 a Bruxelles iniziando in poche persone e velocemente moltiplicandosi.
Greta Thumberg, iniziando da sola a volantinare davanti al Parlamento di Stoccolma, ha coinvolto via via milioni di ragazze e ragazzi in tutto il mondo; e' divenuta un simbolo, ottenendo una mobilitazione che probabilmente nessun adulto sarebbe stato capace di suscitare. Molti l'hanno attaccata, chiamandola ragazzetta, mocciosetta senza alcuna credibilita', e simili; non solo un individuo inqualificabile come il presidente del Brasile Bolsonaro, ma anche, ad esempio, un urbanista che scrive su un'importante newslwetter milanese di impronta progressista. Non l'avrebbero fatto se si fosse trattato di un ragazzo. Hanno poi detto e scritto: chissa' chi la manovra, chi c'e' dietro di lei, chi le da' i soldi. C'e' una ragazza comunque straordinaria, sostenuta da madre e padre intelligenti e benestanti, in collegamento stretto con le universita' di Uppsala e di Stoccolma per gli aspetti scientifici e, molto probabilmente, con qualche gruppo o ente che le fornisce i soldi per i viaggi, forse anche la Polaris, la sua casa editrice svedese. Questi attacchi sono un segnale in piu' che Greta Thumberg ha colpito nel segno e che da' fastidio.
Questo, purtroppo, non basta e l'abbiamo visto dal risultato fallimentare della Cop 25 a Madrid, dopo un anno di mobilitazione giovanile entusiasmante. L'efficacia del movimento planetario Fridays For Future dipendera' moltissimo da quanto sapra' durare e il risultato complessivo dipendera' anche, se non soprattutto, da quanti e quali altri soggetti (partiti, sindacati, associazioni ambientaliste) si mobiliteranno nella stessa direzione e con la stessa determinazione.
I movimenti al loro sorgere sono sempre entusiasmanti, ma poi? Ad esempio, che fine ha fatto quella cosa splendida che e' stato il movimento No Global nato a Seattle nel 1999? E dove e' finita la gran massa dei ventenni e delle ventenni di allora? Perche' i movimenti che vogliono cambiare il mondo si spengono a poco a poco? Perche' non pensano a entrare nei partiti, a rinvigorirli, a rivitalizzarli con il loro slancio ? Perche' non si accorgono che la forma partito, in quanto struttura organizzativa, e' l'unica che consente di durare nel tempo? E invece pare che siano i partiti in quanto tali l'avversario da tenere lontano come la peste; l'avversario da ignorare o a cui contrapporsi, a prescindere da cio' che i singoli partiti propongono e fanno, a prescindere dal fatto che i partiti non sono tutti uguali e che ci sono anche partiti anticapitalisti con idee chiarissime sul che fare. C'e' nei movimenti per un verso un bisogno di purezza, di identita', di omogeneita' e coesione interna, di sicurezza, e per l'altro verso una sensazione di onnipotenza che appanna la loro forza e che – tragicamente – appanna anche la realta' dell'enorme squilibrio esistente nei rapporti di forza tra i soggetti in campo, i movimenti e i potentati economico/finanziari. L'avversario non sono i partiti anticapitalisti o anche piu' genericamente quelli di sinistra, pur con i loro limiti, ma il capitalismo.
Si sente spesso dire: Il capitalismo e' in crisi. Ma cio' che e' in crisi e' la sopravvivenza della vita sul pianeta, sono le condizioni di vita – addirittura tragiche – di decine di milioni di persone soprattutto in quello che chiamavamo Terzo Mondo e le condizioni di vita sempre piu' precarie anche nei cosiddetti Paesi ricchi, con disuguaglianze e violenze crescenti. Il capitalismo, invece, e' sempre dominante, anche perche' e' capace di rinnovarsi e rigenerarsi in continuazione; il capitalismo si e' giovato grandemente della fine dell'esperienza dell'Urss, che faceva da sponda ai movimenti operai dell'Occidente, e si e' rivitalizzato, rafforzato ed esteso usando la cosiddetta rivoluzione informatica e la finanziarizzazione dell'economia.
Una cosa a mio parere deve essere chiara: l'azione piu' massiccia e urgente da intraprendere - e da subito -, con le energie e con le lotte di tutti e tutte, e' quella per bloccare il riscaldamento climatico, per diminuire il consumo di energia e soprattutto per sostituire le fonti fossili con fonti di energia rinnovabili. Puo' essere utile anche la cosiddetta "green economy", basata sulla ricerca della maggior efficienza in tutti i campi nell'uso delle risorse in generale e dell'energia in particolare, e puo' essere molto utile anche il fatto che gruppi finanziari comincino a investire nelle fonti rinnovabili, disinvestendo da quelle fossili, per accaparrarsi risparmiatori dotati di sensibilita' ambientale.
Ma la soluzione degli attuali problemi riguardanti complessivamente territorio, ambiente, salute potra' essere data solo dal superamento del sistema capitalistico mediante la generalizzazione della lotta di classe. E' emblematico il caso dell'Ilva di Taranto e delle migliaia di Ilva in tutto il pianeta, che seminano inquinamento e morte mentre producono profitto e merci, in parte inutili e spesso dannose.
Il capitalismo pero' e' un sistema di dominio maschile, pensato e attuato da menti, corpi e ormoni maschili. Le societa' delle origini, matriarcali e spesso nomadi, erano societa' egualitarie, senza classi e senza alcuna oppressione di genere. E il tragico paradosso e' che l'evoluzione delle forme di societa', anche con i loro aspetti negativi, e' stata avviata proprio da una conquista delle donne. Le donne delle origini, meno impegnate nella caccia rispetto agli uomini in quanto dedite alle attivita' di cura, prendendo spunto dalla vegetazione spontanea e provando e riprovando a usarla e a riprodurla, hanno progressivamente dato vita all'agricoltura. L'agricoltura ha consentito la formazione di surplus alimentari e di persone che potevano dedicarsi ad altro rispetto al lavoro manuale dei campi, e che si sono appropriate di questo surplus, costituendo gruppi dominanti. La costituzione di questi gruppi dominanti ha sostanzialmente coinciso con l'avvento del patriarcato.
Ora e' sotto gli occhi di tutti e di tutte che cosa e' diventato il nostro comune pianeta dopo millenni di patriarcato e secoli di capitalismo. E' quanto mai urgente immettere nel governo del mondo ai vari livelli i desideri e i valori delle donne, le loro priorita', la loro forza, che va compiutamente risvegliata e attivata.
A questo proposito e' anche utile far conoscere sempre piu' e meglio l'apporto che alcune donne in particolare hanno dato alla cura della vita sul pianeta, oltre ai milioni, ai miliardi di donne che nel tempo hanno coltivato e continuano a coltivare la terra. Tuttora la maggior parte delle persone che nel mondo coltivano la terra sono donne.
Inizio con Ellen Swallow-Richards, chimica statunitense, la prima donna che ottenne una laurea al Massachusetts Institute of Technology di Boston nel 1873, considerata fondatrice dell'ecologia e dell'ingegneria ambientale in quanto per prima compi' un lavoro d'indagine sulle risorse idriche del suo Stato, produsse le prime tabelle di purezza dell'acqua e stabili' i primi standard di qualita' delle acque. Scrisse 15 libri, oltre ad articoli e relazioni, si occupo' anche della qualita' dell'aria e della progettazione di edifici piu' sani e sicuri e diede vita all'"ecologia umana", nuova disciplina composta da due branche principali: l'educazione ambientale e l'educazione alimentare.
Proseguo con Rachel Carson, biologa statunitense che nel 1962 pubblico' "Primavera silenziosa", un corposo saggio che per la prima volta si occupava degli effetti dell'uso in agricoltura degli insetticidi chimici e delle altre sostanze inquinanti e cancerogene: effetti letali sugli esseri umani, sugli animali e sulle piante. A seguito di questo saggio, nel 1970 si ottenne la messa al bando del Ddt. I grandi gruppi chimici la definirono "isterica", oltre che esagerata... (la messa al bando del Ddt non risolse il problema dei pesticidi: ne furono inventati altri, perche' il capitalismo e' un mostro dalle mille teste pensanti, e ancor oggi, ad esempio, stiamo lottando, anche qui a Milano, per la messa al bando del glifosato).
Carolyn Merchant, docente di storia, filosofia ed etica dell'ambiente all'Universita' della California a Berkeley, con il suo "La morte della natura. Donne, ecologia e rivoluzione scientifica" del 1980 contesto' la visione meccanicistica e deterministica della natura frutto del pensiero di Galilei, Newton e Cartesio, funzionale al capitalismo nascente. La rivoluzione scientifica del XXVII secolo aveva infatti sostituito la concezione della natura come organismo vivente con la natura come macchina, come risorsa da conoscere per controllarla e per sfruttarla. Partendo dal parallelismo officiato dal pensiero dominante tra la natura - vista come femmina e quindi imprevedibile e da tenere sotto controllo – e la donna – vista come natura e quindi come irrazionale, inaffidabile e comunque da controllare e utilizzare – Merchant ripercorre criticamente la storia del pensiero scientifico, contestando l'ideologia dell'oggettivita' e anche mettendo in luce importanti figure femminili cancellate dalla storia ufficiale, e percepite ai loro tempi come anomale e trasgressive. Propone quindi i valori necessari a ribaltare i concetti di dominio e di sfruttamento per riattivare un rapporto organico e collaborativo con la natura di cui, come esseri umani, facciamo parte.
Gro Harlem Brundtland, la prima ministra norvegese che presiedette e condusse in porto la Commissione mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo, la quale redasse il rapporto "Il futuro di noi tutti", presentato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1987: rapporto assai ben documentato su tutte le minacce che incombevano e incombono tuttora, in misura sempre maggiore, sulla sopravvivenza del genere umano e dell'ambiente in cui vive, con le opportune raccomandazioni per affrontarle.
Laura Conti, medica, scienziata, scrittrice, comunista, analizzando la fuoriuscita della diossina dall'Icmesa di Seveso nel 1976, fondo' l'ambientalismo scientifico in Italia. Nel 1980 fondo' la Lega per l'Ambiente, l'attuale Legambiente. Il suo libro fondamentale, "Questo pianeta" del 1980, contesta le illusioni sulle illimitate capacita' degli esseri umani di risolvere i problemi ambientali con la tecnologia e le illusioni sulla illimitata capacita' della natura di rigenerarsi e si scaglia in particolare contro l'agricoltura industrializzata. Con la sua frase/manifesto "vogliamo un pianeta, non vogliamo una stella!" avvertiva che la permanenza della vita sulla terra era in pericolo e proponeva quattro programmi non rinunciabili: la lotta agli inquinamenti, il recupero e la stabilizzazione dei suoli, la difesa dei patrimoni genetici, il programma energetico.
Wangari Maathai, keniana, biologa, attivissima alla Conferenza di Rio de Janeiro su Ambiente e sviluppo nel 1972, per molti anni viceministra dell'Ambiente e fondatrice del Green Belt Movement, che dal 1977 in poi ha piantato piu' di 45 milioni di alberi nel suo Paese. Scrisse vari libri e ricevette numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui, nel 2004, il Premio Nobel per la Pace in base all'assunto che solo il ripristino e poi la cura dell'ambiente possono garantire alle popolazioni del mondo una vita dignitosa per tutti e tutte e, quindi, la pace.
Non puo' mancare un accenno a Vandana Shiva, anche se e' quella oggi - qui da noi - maggiormente nota e tenuta in considerazione: fisica quantistica ed economista, dirige il Centro per la Scienza, Tecnologia e Politica delle risorse naturali di Dehra Dun in India. Ha scritto moltissimi saggi di estrema importanza. E' considerata la teorica piu' nota di una nuova scienza: l'ecologia sociale.
Ci furono e ci sono tuttora moltissime altre: scienziate; dirigenti di organizzazioni internazionali; attiviste, soprattutto in India (la signora di Narmada contro la diga sul fiume omonimo e le donne del movimento Cipki che abbracciavano gli alberi per non farli tagliare) e nel Centro e nel Sud America (a difesa della terra, delle foreste e delle acque, contro l'apertura di nuove miniere e contro la privatizzazione dei sistemi idrici, talora assassinate a causa delle loro lotte per la vita di tutte e tutti); le ecofemministe, da Francoise d'Eaubonne in poi ("Il femminismo o la morte", Parigi, 1974), secondo cui il patriarcato e il capitalismo sfruttano il corpo e la vita delle donne cosi' come l'ambiente e la Terra.
Concludo con la constatazione che Angela Guidi Cingolani - la prima donna che prese la parola nel 1946 in un'assemblea nazionale istituzionale in rappresentanza della meta' femminile del popolo italiano – rivolse ai colleghi uomini: "peggio di quel che nel passato hanno saputo fare gli uomini, noi di certo non riusciremo mai a fare!".
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Simone de Beauvoir, Sulla liberazione della donna, e/o, Roma 2019, pp. 80, euro 8.
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Riletture
- Alberto Alberti, Giorgio Bini, Lucio Del Corno', Gabriele Giannantoni, L'autoritarismo nella scuola, Editori Riuniti, Roma 1969, pp. 248.
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Riedizioni
- Giovanni Grasso, Piersanti Mattarella, Edizioni San Paolo, Milano 2014, Rcs, Milano 2020, pp. 208, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Fantascienza
- James Blish, Le citta' volanti, Milano 2020, pp. 592, euro 9,90.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3608 del 4 gennaio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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