[Nonviolenza] Archivi. 359



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 359 del 16 novembre 2019

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di ottobre 2019 (parte quarta e conclusiva)
2. A Viterbo una commemorazione di Erasmo da Rotterdam
3. Eugenio Melandri
4. A Viterbo nella "Settimana internazionale per il disarmo"
5. "Antifascismo, nonviolenza, disarmo, convivenza". Un incontro di riflessione in memoria di Franz Thaler
6. Un incontro di studio sulle esperienze nonviolente nell'Alto Lazio dagli anni '70 a oggi

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2019 (PARTE QUARTA E CONCLUSIVA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2019.

2. A VITERBO UNA COMMEMORAZIONE DI ERASMO DA ROTTERDAM

Domenica 27 ottobre 2019, ricorrendo l'anniversario della nascita di Erasmo da Rotterdam, si e' tenuta a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" una commemorazione dell'illustre umanista e costruttore di pace.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dalle opere erasmiane.
A tutte le persone partecipanti e' stata messa a disposizione una copia di un classico scritto di Erasmo, "Il lamento della pace" (edito da Multimage, Firenze 2002).
L'iniziativa e' stata occasione di presentazione dell'appello "4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele".
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Una breve notizia biobibliografica su Erasmo
Nacque Erasmo tra il 1466 e il 1469 da genitori non uniti in matrimonio, fanciullo frequenta a Deventer una scuola dei Fratelli della Vita Comune; nel 1479 la peste uccide la madre, poi il padre; spinto dai tutori Erasmo entra nel convento di Steyn, presso Gouda, e abbraccia la vita religiosa. Negli anni di Steyn studia alacremente e si segnala come latinista. Nel 1492 e' ordinato prete. Nel 1492 lascia Steyn per entrare al servizio di Enrico di Berghes, vescovo di Cambrai. Nel 1495 ottiene di andare a studiar teologia a Parigi, l'anno dopo lascia il collegio Montaigu e si guadagna da vivere facendo il precettore. La sua sara' una vita di andirivieni per l'Europa, con prevalente residenza nell'area tra Lovanio, Basilea e Friburgo, ma con fondamentali protratti soggiorni in Inghilterra, ed un operoso viaggio in Italia. Nel 1499 compie il suo primo soggiorno in Inghilterra, e vi conosce Thomas More e John Colet. Nel 1500 a Parigi pubblica la prima edizione degli Adagia; nel 1501 pubblica il De Officiis di Cicerone ed inizia cosi' la sua fondamentale attivita' di editore di classici; nello stesso anno studia il greco. Nel 1502 muore Enrico di Berghes, Erasmo va a Lovanio. Nel 1503 pubblica l'Enchiridion militis christiani, nel 1504 il Panegyricus ad Philippum Austriae ducem (uno dei primi importanti testi pacifisti di Erasmo); nel 1505 edita le Annotazioni sul Nuovo Testamento di Lorenzo Valla, compie il suo secondo soggiorno in Inghilterra. Dal 1505 al 1509 e' in Italia: a Venezia presso Aldo Manuzio svolge un'attivita' editoriale cospicua. Lasciando l'Italia medita l'Elogio della follia, che pubblichera' nel 1511 dedicandola a Thomas More. Dal 1509 al 1514 e' perlopiu' in Inghilterra. Nel 1513 muore Giulio II, e viene pubblicato il libello Julius exclusus e coelis, violento attacco alla figura del papa-guerriero: un testo attribuito ad Erasmo, sebbene egli sempre abbia negato di esserne autore. Nel 1514 e' a Basilea ed inizia il sodalizio editoriale con lo stampatore ed amico Johann Froben. E presso Froben nel 1515 pubblica tra l'altro un'edizione di Seneca. Nel 1516 pubblica la prima edizione critica del Nuovo Testamento. Inizia anche a pubblicare raccolte del suo epistolario. Nel 1516 gli viene attribuita la carica onoraria di consigliere di Carlo d'Asburgo (il futuro imperatore Carlo V, che gia' nel corso dell'anno diverra' re di Spagna), e pubblica l'Institutio principis christiani. Sempre quest'anno pubblica la sua edizione dell'Opera omnia di Girolamo, e un'edizione della Grammatica institutio di Teodoro di Gaza. Pubblicazione dell'Utopia di Thomas More. Nel 1517 (che e' anche l'anno delle novantacinque Tesi di Lutero) pubblica la Querela Pacis, Carlo si trasferisce in Spagna ma Erasmo non lo segue. Dal 1517 al 1522 sara' prevalentemente a Lovanio. Nel 1518 pubblica tra l'altro l'Encomium matrimonii. Nel 1519 pubblica la seconda edizione del Nuovo Testamento, un'edizione di Cipriano, ed esce un'edizione delle Familiarum colloquiorum formules, che diverranno i Colloquia; Carlo viene eletto imperatore. Muore John Colet. Nel 1520 pubblica gli Antibarbari. E' l'anno della bolla papale Exurge Domine, che Lutero da' pubblicamente alle fiamme. Nel 1521 pubblica il De contemptu mundi. Nel 1522 si trasferisce da Lovanio a Basilea; viene pubblicata da Froben la prima edizione autorizzata dei Colloquia, la terza edizione del Nuovo Testamento, vari altri lavori (tra cui l'edizione di Arnobio). Nel 1523 alle edizioni e commenti di testi neotestamentari e patristici (Ilario) aggiunge anche le Tuscolane di Cicerone (e nel 1525 l'Historia Naturalis di Plinio il Vecchio). Declina l'invito di Francesco I a trasferirsi in Francia. Nel 1524 esce il Libero arbitrio cui Lutero replichera' col Servo arbitrio, al quale Erasmo rispondera' con l'Hyperaspistes nel '26. Sempre nel '26 pubblica l'Institutio matrimonii christiani e l'edizione di Ireneo. Nel 1527 la quarta edizione del Nuovo Testamento e l'edizione delle opere di Ambrogio. E' l'anno del sacco di Roma. Nel 1528 pubblica il Ciceronianus. Nel 1529 pubblica il De pueris statim ac liberaliter instituendis, e l'Opera omnia di Agostino. Dal 1529 al 1533 e' prevalentemente a Friburgo. Nel '30 cura l'edizione di Giovanni Crisostomo e pubblica la sua Consultatio de bello turcis inferendo. Nel '31 edizione di Aristotele, Livio, Gregorio Nazianzeno, e Paraphrasis in Elegantias L. Vallae. Nel '32 edizioni di Demostene e Terenzio. Nel '33 pubblica la De sarcienda Ecclesiae concordia. Nel 1534 la Preparazione alla morte. Nel 1535 a Basilea, quinta edizione del Nuovo Testamento. Decapitazione di Thomas More, imprigionato l'anno prima. Erasmo rifiuta l'offerta del cappello cardinalizio. Nel 1536 cura l'edizione di Origene. Muore a Basilea tra l'11 e il 12 luglio.
Una bibliografia orientativa: I. Le opere di Erasmo. L'opera omnia di Erasmo si legge ancora nell'edizione di Leida (Lugduni Batavorum) del 1703-1706 a cura di Jean Leclerc (Joannes Clericus), ristampata nel 1961 a Hildsheim. Dal 1969 e' in corso ad Amsterdam l'edizione critica, di cui sono gia' usciti vari volumi. Il monumentale e fondamentale epistolario di Erasmo e' stato edito da P. S. Allen e collaboratori e prosecutori ad Oxford tra il 1906 e il 1958. II. Alcune opere di Erasmo disponibili in italiano. Per la Querela Pacis segnaliamo le edizioni curate da Luigi Firpo (Erasmo, Il lamento della pace, Utet, Torino 1967; poi Tea, Milano); da Franco Gaeta (Erasmo, Contro la guerra, Japadre, L'Aquila 1968, che reca anche il Dulce bellum inexpertis); da Eugenio Garin (nella sezione di testi erasmiani inclusa nella sua monografia Erasmo, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole 1988, di cui diremo piu' avanti). Ovviamente quasi non c'e' casa editrice, grande o piccola, che non abbia pubblicato l'Elogio della follia, sovente arricchito da perspicue introduzioni e prefazioni di preclari studiosi. Dall'edizione a cura di Benedetto Croce per Laterza (Elogio della pazzia e Dialoghi, Laterza, Bari 1914), a quella a cura di Tommaso Fiore per Einaudi (Elogio della pazzia, Einaudi, Torino 1943), a quella a cura di Eugenio Garin (Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia, Serra e Riva, Milano 1984, poi Mondadori, Milano 1992) ad innumerevoli altre: tra le recenti segnaliamo quella di Luca D'Ascia con un saggio di Bainton, per Rizzoli. Dei Colloquia dopo la traduzione parziale di Gian Piero Brega (Erasmo, I colloqui, Feltrinelli, Milano 1959, poi in edizione rivista 1967; e adesso Garzanti, Milano 2000) finalmente e' stata pubblicata una traduzione integrale con testo a fronte: Erasmo da Rotterdam, Colloquia, Einaudi, Torino 2002 (progetto editoriale e introduzione di Adriano Prosperi, traduzione, cura e apparati di Cecilia Asso). Degli Adagia segnaliamo la pregevole edizione di un piccolo ma prezioso saggio di essi a cura di Silvana Seidel Menchi: Erasmo, Adagia. Sei saggi politici in forma di proverbi, Einaudi, Torino 1980. Una segnalazione particolare vogliamo fare anche per L'Institutio principis christiani, nella traduzione italiana a cura di Margherita Isnardi Parente: Erasmo da Rotterdam, L'educazione del principe cristiano, Morano, Napoli 1977. Va letto anche almeno il Libero arbitrio nell'utile edizione a cura di Roberto Jouvenal: Erasmo, Il libero arbitrio (testo integrale); Lutero, Il servo arbitrio (passi scelti), Claudiana, Torino 1969, seconda edizione del 1973. Una nuova edizione del solo testo erasmiano (ma con una prefazione di Sergio Quinzio) e' nella traduzione di Italo Pin: Erasmo da Rotterdam, Sul libero arbitrio, Edizioni Studio Tesi, Pordenone 1989. Ovviamente vari altri testi di Erasmo sono disponibili in traduzione italiana. E' opportuno avvertire che sovente gli apparati critici e informativi che accompagnano le traduzioni italiane dei testi erasmiani sono assai approssimativi. III. Alcune opere su Erasmo. Chiunque si accosti alla letteratura critica novecentesca su Erasmo non puo' non notare la presenza tra i suoi studiosi di un elevato numero di persone che hanno dato  buona prova di se' nell'opporsi al fascismo: scorrendo i nomi dei traduttori, dei curatori, degli autori di studi e ricerche erasmiane trovi alcune delle figure piu' nitide ed alte dell'antifascismo e della Resistenza. Pensiamo che non avvenga per caso. Ed anche se in questa nota non citiamo che pochi autori di contributi maggiori, vorremmo qui idealmente ricordarli tutti, con ammirazione ed affetto. Tra le principali monografie disponibili in italiano che ricostruiscono vita, personalita', riflessione ed opera di Erasmo segnaliamo particolarmente le seguenti: Johan Huizinga, Erasmo, Einaudi, Torino 1941 (piu' volte ristampata); Roland H. Bainton, Erasmo della Cristianita', Sansoni, Firenze 1970; Pierre Mesnard, Erasmo, Accademia Sansoni, Milano 1971; Cornelis Augustijn, Erasmo da Rotterdam. La vita e l'opera, Morcelliana, Brescia 1989; Leon E. Halkin, Erasmo, Laterza, Roma-Bari 1989. Fondamentale e' anche Hugh R. Trevor-Roper, Protestantesimo e trasformazione sociale, Laterza, Bari 1969 e piu' volte ristampato; il primo saggio del volume e' specifico su Erasmo, ma - scrive l'autore nella prefazione all'edizione italiana, e dice bene - "la figura e le idee di Erasmo dominano il libro. Se questi saggi, come spero, hanno una loro unita', mi sembra che il filo conduttore sia appunto la sconfitta delle prospettive aperte da Erasmo". Su Erasmo e la pace cfr. Eugenio Garin, Erasmo, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1988 (che reca anche i seguenti testi erasmiani: il Dulce bellum inexpertis, dagli Adagia; la Querela Pacis; e tre testi dai Colloquia: la Confessio militis, Militis et Cartusiani, il Charon). Per una puntuale collocazione di Erasmo nella tradizione (ed alle radici) del pensiero pacifista moderno si veda anche l'eccellente antologia a cura di Ernesto Balducci e Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia, Principato, Milano 1983. Per la bibliografia cfr. (in francese) gli ottimi lavori specifici di Jean-Claude Margolin. Su Erasmo e l'erasmismo fondamentali sono gli studi di Augustin Renaudet, Marcel Bataillon, e per l'Italia Silvana Seidel Menchi, Erasmo in Italia. 1520-1580, Bollati Boringhieri, Torino 1987. Su Erasmo e l'Italia cfr. anche i classici studi (che non ci risulta siano stati tradotti in italiano) di P. De Nolhac, Erasme en Italie. Etude sur un episode de la Renaissance, Paris 1888; ed Augustin Renaudet, Erasme et l'Italie, Geneve 1954, nuova ed. 1998. Vari studiosi italiani nel corso degli ultimi decenni hanno dedicato ad Erasmo studi talvolta perspicui, rinunciamo a darne qui un elenco rinviando alle bibliografie contenute nei volumi sopra segnalati. Degli autori gia' citati vorremmo ricordare altri libri a nostro parere utili a lumeggiare le premesse, il contesto o l'eredita' erasmiana: di Johan Huzinga cfr. anche L'autunno del Medioevo (Sansoni) e La civilta' olandese del Seicento (Einaudi); di Pierre Mesnard si veda anche almeno l'eccellente Il pensiero politico rinascimentale, 2 voll., Laterza, Bari 1963-1964; di Eugenio Garin e di Ernesto Balducci si dovrebbero ricordare qui innumerevoli opere, basti aver reso omaggio ai loro nomi di maestri. (Una minima nota di aggiornamento bibliografico del 2005: Questa notizia biobibliografica su Erasmo integrava l'introduzione di Peppe Sini a una traduzione italiana della Querela Pacis pubblicata dalla casa editrice Multimage a Firenze nel 2002. Ovviamente la bibliografia dovrebbe essere aggiornata; tra vari altri utili volumi apparsi negli ultimi anni in Italia ricordiamo almeno: Erasmo da Rotterdam, Pace e guerra, Salerno Editrice, Roma 2004, a cura di  Italo Francesco Baldo - quattro classici testi erasmiani: la Oratio de pace, la Querela  Pacis, il De bello Turcis inferendo, la Precatio pro pace Ecclesiae -; Erasmo da Rotterdam, Per una libera educazione, Rizzoli, Milano 2004, a cura di Luca D'Ascia; Erasmo da Rotterdam, Il lamento della pace, Rizzoli, Milano 2005, a cura di Federico Cinti, e con un saggio di Jean-Claude Margolin).
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Il testo integrale dell'appello "4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele"
4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le città d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo più austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perché le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perché convocano ogni persona di retto sentire e di volontà buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanità.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano per l'enorme importo di decine e decine di milioni di euro al giorno.
Per questo chiediamo che i fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente.
Per questo chiediamo un impegno particolare a contrastare la violenza maschilista, prima radice e primo paradigma di ogni violenza.
Per questo ci opponiamo al razzismo, crimine contro l'umanità, e chiediamo che siano immediatamente revocate tutte le sciagurate decisioni governative che configurano omissione di soccorso, pratiche segregative e persecutorie, flagranti violazioni dei diritti umani e della stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Per questo chiediamo una politica di disarmo, poiché le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani.
Anche in questo periodo l'umanità intera è messa in pericolo da guerre e nuove escalation belliche. E ancora una volta il Medio Oriente in fiamme è simbolo di questo baratro. Mentre la guerra in Siria prosegue senza alcuna speranza, così come in Yemen ormai non si contano più le atrocità dei bombardamenti sauditi, l'attacco turco contro i curdi aumenta ancor di più il livello del conflitto, la barbarie, le sofferenze, i lutti. E, ancora una volta, Stati Uniti d'America e Unione Europea - Italia compresa - mentre emettono balbettii diplomatici o roboanti proclami, di fatto rimangono a guardare, o peggio: sostengono l'industria bellica, e quindi le stragi che le armi provocano.
Chiediamo in nome dell'umanità l'immediata sospensione di produzione ed esportazioni di armi verso la Turchia, l'Arabia Saudita, tutti i paesi belligeranti e tutti i regimi che violano i diritti umani. Così come chiediamo che vengano immediatamente ritirati i soldati italiani impegnati nell'ambito della Nato sul confine turco.
A oltre cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, a 20 anni dai bombardamenti su Belgrado che prolungarono la guerra nei Balcani e diedero avvio alla stagione delle guerre travestite da ingannevoli alti proclami ("umanitaria", "per la democrazia" e simili), a 18 anni dall'inizio della "guerra al terrore" che ha distrutto l'Afghanistan e l'Iraq e reso il mondo molto più insicuro e disumano: basta guerre, basta armi, basta sofferenze e lutti.
E' l'ora di una svolta, in nome dell'umanità e della pace. Nonostante il silenzio delle istituzioni, nonostante si continui ad ignorare la richiesta di centinaia di migliaia di italiani, la campagna "Un'altra difesa è possibile" può ancora rappresentare questa svolta. Chiediamo che il Parlamento approvi finalmente la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite è il primo dovere.
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

3. EUGENIO MELANDRI

E' deceduto Eugenio Melandri, costruttore di pace, compagno di lotte necessarie, amico indimenticabile, testimone della nonviolenza.
Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo.

4. A VITERBO NELLA "SETTIMANA INTERNAZIONALE PER IL DISARMO"

Si e' svolto lunedi' 28 ottobre 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di riflessione e d'impegno nell'ambito della "Settimana internazionale per il disarmo".
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Dall'Onu un appello per il disarmo
Dal 24 al 30 ottobre e' in corso la "Settimana internazionale per il disarmo" promossa dall'Onu come ogni anno.
Anche a Viterbo, come ogni anno, si svolgono iniziative a sostegno della proposta delle Nazioni Unite di un impegno concreto e coerente per abolire le guerre, le stragi, le uccisioni; un impegno che ha come suo elemento decisivo il disarmo, poiche' e' con le armi che si fanno le guerre, e' con le armi che si uccidono gli esseri umani: le armi sono nemiche dell'umanita'; le armi con la loro stessa esistenza violano la dignita' umana, negano i diritti umani, attentano alla vita ed estinguono la vita delle persone e dei popoli, e minacciano ormai di distruggere l'umanita' intera.
Abolire le armi e' un diritto e un dovere; solo attraverso il disarmo si cessera' di uccidere; la civile convivenza dell'umanita' intera nella pace e nella solidarieta', nel mutuo soccorso e nella comune responsabilita' per il bene comune dell'umana famiglia e dell'intero mondo vivente e' possibile solo abolendo le armi e le organizzazioni armate.
Il tempo di agire e' adesso.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Cessare di uccidere: ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Ricordando tre persone amiche recentemente scomparse: Dante Bernini, Teresa Blasi Pesciotti, Eugenio Melandri
Aprendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha commemorato tre persone amiche recentemente scomparse, tre persone luminose costruttrici di pace e di solidarieta', amiche della nonviolenza, testimoni della dignita' umana, esempi dell'umanita' come dovrebbe essere: Dante Bernini, Teresa Blasi Pesciotti, Eugenio Melandri, rievocandone le figure anche ricordando le occasioni d'incontro personale e d'impegno comune, i colloqui e le riflessioni condivise.
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All'ascolto di tre maestre di parresia, di pace, di liberazione: Hannah Arendt, Simone Weil, Virginia Woolf
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi di Hannah Arendt, Simone Weil, Virginia Woolf, tre pensatrici di fondamentale importanza per l'elaborazione di una cultura e una prassi della pace, della dignita' umana, della solidarieta' e della liberazione, della responsabilita' per il bene comune.
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Un appello per il 4 novembre: "4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele"
L'incontro si e' concluso con la lettura dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre: "Non festa ma lutto: ogni vittima ha il volto di Abele". Appello che di seguito integralmente si trascrive.
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Due prossimi incontri di riflessione e di esortazione all'impegno nonviolento per il disarmo, la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera
Presso la struttura nonviolenta viterbese, sempre nell'ambito della "Settimana internazionale per il disarmo", si svolgeranno due nuovi incontri di ulteriore approfondimento della riflessione e di appello all'impegno nonviolento sia martedi' 29 che mercoledi' 30 ottobre.
La guerra e' nemica dell'umanita'. Tutte le armi servono a uccidere.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu il buon samaritano. Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.

5. "ANTIFASCISMO, NONVIOLENZA, DISARMO, CONVIVENZA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE IN MEMORIA DI FRANZ THALER

Martedi' 29 ottobre 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di riflessione su "Antifascismo, nonviolenza, disarmo, convivenza", in memoria di Franz Thaler nell'anniversario della scomparsa del resistente antinazista, deportato e testimone, costruttore di pace e convivenza.
L'incontro si e' svolto nell'ambito della "Settimana internazionale per il disarmo" promossa dall'Onu, ed e' stato occasione di una rinnovata presentazione dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre 2019: "Non festa ma lutto: ogni vittima ha il volto di Abele".
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Una minima notizia su Franz Thaler
Franz Thaler (Sarentino, 6 marzo 1925 – Sarentino, 29 ottobre 2015), obiettore di coscienza, deportato in lager, sopravvissuto, testimone della Shoah, per l'intera sua vita impegnato per la pace e la convivenza. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo alcuni estratti dalla voce a lui dedicata: "Franz Thaler e' stato un pacifista, artigiano e pellettiere italiano. Sopravvissuto ai lager di Dachau e Hersbruck, Thaler e' considerato un simbolo della resistenza antinazista sudtirolese. Nato nel 1925 nel comune di Sarentino, Alto Adige, appartiene alla locale minoranza di lingua tedesca. A causa della scelta presa dal padre nel 1939 di non optare per la cittadinanza tedesca, e quindi di non emigrare nel Terzo Reich, ha inizio per i Thaler (in quanto famiglia di Dableiber) un periodo di difficolta' ed emarginazione che portarono Franz ad essere escluso dalle lezioni scolastiche. Dopo l'occupazione tedesca dell'Alto Adige e la costituzione della Zona d'operazioni delle Prealpi, nel maggio 1944, quando aveva diciannove anni, nonostante fosse cittadino italiano ricevette una cartolina precetto che gli intimava di presentarsi per l'arruolamento nel Polizeiregiment 'Schlanders' (Silandro), gemello del piu' noto Polizeiregiment 'Bozen' (Bolzano). Thaler si diede alla fuga rifugiandosi in montagna per un po' di tempo ma, dopo che i tedeschi minacciarono ritorsioni sulla famiglia (in base all'antico principio penale germanico della Sippenhaft - traducibile come «responsabilità del clan» - reintrodotto dal nazismo), non poté rifiutarsi quando il padre lo supplicò di costituirsi. Processato dalla corte marziale, essendo minorenne (all'epoca la maggiore età si raggiungeva a ventuno anni) ed essendosi costituito spontaneamente, non fu condannato a morte ma a dieci anni di detenzione e lavori forzati in un campo di concentramento. Nel dicembre 1944 arrivo' nel campo di concentramento di Dachau per essere spostato nello stesso mese in quello di Hersbruck (un lager secondario del campo di Flossenburg) a lavorare nella squadra costruzioni. Il 29 aprile 1945 il campo di concentramento venne liberato da truppe americane ma Thaler venne pero' trasferito in un campo di prigionia francese poiche' si era appropriato di una divisa delle SS e quindi scambiato per uno di loro. Rientrato successivamente in patria nell'agosto del 1945, comincio' a scrivere un libro di memorie, Unvergessen, pubblicato solo nel 1989. Ha lavorato come artigiano pellettiere fino al pensionamento nel luogo di nascita, la Val Sarentino. Nel secondo dopoguerra, come dimostrano la sua biografia, il libro citato sulla sua vita e le sue idee Unvergessen, tradotto anche in italiano come Dimenticare mai, e le sue dichiarazioni nel film documentario Des bringst du nimmer ausm Kopf - Die Erinnerungen des Franz Thaler, di Leo Hauser (1997, prod. Zelig - libera traduzione del titolo Non potrai cancellartelo mai piu' dalla testa - I ricordi di Franz Thaler) è sempre stato un fermo sostenitore della serena convivenza fra i tre principali gruppi etnici in Alto Adige. E' morto nella casa di riposo di Sarentino dove alloggiava il 29 ottobre 2015, all'eta' di 90 anni. Il lascito di Franz Thaler e' stato consegnato nel 2016 all'Archivio Storico della Citta' di Bolzano. Nel 2010, assieme all'oppositore e vittima del nazismo Josef Mayr-Nusser, e' stato nominato cittadino onorario della citta' di Bolzano. Nel 2013, Politika - Societa' di Scienza Politica dell'Alto Adige ha conferito a Franz Thaler il pubblico riconoscimento di 'Personalita' politica dell'anno'. Luis Sepulveda ha conosciuto Thaler e ne ha descritto la storia in un capitolo del suo libro edito nel 2010 Ritratto di gruppo con assenza (Guanda), intitolato "Alchimia della luce, del rispetto e del miracolo". Di Thaler Sepúlveda disse: 'Conosciamo la violenza della dittatura, condividiamo il medesimo sogno di pace e di fratellanza'. Nel 2017, su iniziativa del Planetarium Alto Adige, l'Unione Astronomica Internazionale gli ha dedicato un asteroide, 6212 Franzthaler".
Opere di Franz Thaler: Dimenticare mai, Sono Edizioni, Bolzano 1990.
Tra le opere su Franz Thaler: Cornelia Dell'Eva, Franz Thaler, in AA. VV., Periferie della memoria, Anppia-Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999; Francesco Comina, Una coesistenza di volti, in Claudio Tugnoli (a cura di), Maestri e scolari di nonviolenza, Angeli, Milano 2000.
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L'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre: "Non festa ma lutto: ogni vittima ha il volto di Abele".
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Antifascismo, nonviolenza, disarmo, convivenza
Antifascismo, nonviolenza, disarmo, convivenza sono quattro termini che designano una medesima condotta morale e politica: la scelta di salvare le vite anziche' sopprimerle; la scelta di agire nei confronti delle altre persone cosi' come si vorrebbe che le altre persone agissero verso di noi; la scelta di riconoscere, rispettare, difendere e sostenere il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; la scelta di difendere l'esistenza del mondo vivente, valore intrinseco e casa comune dell'umanita' intera che di esso e' parte.
Antifascismo, nonviolenza, disarmo, convivenza costituiscono uno stesso impegno ad opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, ad opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, ad opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni; uno stesso impegno a difendere da ogni violenza i diritti umani di tutti gli esseri umani e l'intera biosfera.
Antifascismo, nonviolenza, disarmo, convivenza significano l'adempimento del dovere comune a tutti gli esseri umani ad adoperarsi per il bene comune dell'umanita'.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

6. UN INCONTRO DI STUDIO SULLE ESPERIENZE NONVIOLENTE NELL'ALTO LAZIO DAGLI ANNI '70 A OGGI

Mercoledi' 30 ottobre a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' tenuto un incontro di studio e di riflessione sul tema: "Esperienze nonviolente nell'Alto Lazio dagli anni '70 a oggi".
All'incontro ha preso parte il responsabile della struttura nonviolenta viterbese.
L'incontro ha concluso a Viterbo la "Settimana internazionale per il disarmo" (24-30 ottobre) promossa dall'Onu, ed e' stato anche occasione di presentazione dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre 2019: "Non festa ma lutto: ogni vittima ha il volto di Abele".
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Di seguito il testo integrale dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 359 del 16 novembre 2019
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