[Nonviolenza] Archivi. 356



==================================
ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
==================================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 356 del 13 novembre 2019

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di ottobre 2019 (parte prima)
2. Con un incontro in omaggio al professor Osvaldo Ercoli iniziate a Viterbo le celebrazioni della Giornata internazionale della nonviolenza che culmineranno il 2 ottobre
3. Delia Vaccarello
4. "Per la Giornata internazionale della nonviolenza". Un discorso il primo ottobre a Viterbo
5. "La crisi globale e i compiti della nonviolenza". Un incontro di studio a Viterbo
6. Celebrata la "Giornata internazionale della nonviolenza" a Viterbo
7. Jessye Norman
8. Una commemorazione delle vittime della strage del 3 ottobre 2013. Un discorso tenuto a Viterbo una mattina sei anni dopo
9. La domanda

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2019 (PARTE PRIMA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2019.

2. CON UN INCONTRO IN OMAGGIO AL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI INIZIATE A VITERBO LE CELEBRAZIONI DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA CHE CULMINERANNO IL 2 OTTOBRE

Lunedi' 30 settembre sono iniziate a Viterbo con un incontro in omaggio al professor Osvaldo Ercoli le celebrazioni per la "Giornata internazionale della nonviolenza", che culmineranno il 2 ottobre, anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
La "Giornata internazionale della nonviolenza", promossa dall'Onu dal 2007, ricorda e rinnova ogni anno l'impegno ad opporsi ad ogni violenza con la forza della verita', l'impegno a salvare tutte le vite, a difendere il mondo vivente, ad adoperarsi per il bene comune.
*
L'incontro si e' svolto presso l'abitazione del professor Ercoli, che della nonviolenza e' da molti decenni a Viterbo testimone esemplare, e vi hanno preso parte, oltre al festeggiato, familiari, amici e compagni di lotte del professore che giunto ormai alle soglie dei novant'anni, e' nell'Alto Lazio figura di riferimento non solo per quanti gli sono stati allievi durante il suo lungo ed apprezzatissimo impegno di docente, ma anche di tutte quelle donne e quegli uomini di volonta' buona che lo hanno conosciuto nella sua alacre opera di attivista nonviolento per la pace, i diritti umani e la difesa del mondo vivente, e nella sua azione di rappresentante della popolazione nelle istituzioni democratiche, pubblico amministratore integerrimo, scrupoloso, competente, di proverbiale moralita' ed inesauribile generosita' nell'impegno per il bene comune.
*
Una minima notizia sul professor Osvaldo Ercoli
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera". Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Citta' di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della citta' tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui e' stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera, la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".
*
Nel corso dell'incontro e' stato anche ricordato con viva commozione don Dante Bernini, l'illustre vescovo e costruttore di pace deceduto lo scorso venerdi', che al professor Ercoli era unito da una profonda amicizia oltre che dal comune impegno per il bene comune dell'umanita' attuato in particolar modo nella costante solidarieta' concreta con le persone piu' bisognose di aiuto. Ed e' stato anche ricordato come proprio in occasione della "Giornata internazionale della nonviolenza" alcuni anni fa, il 2 ottobre 2014, la Citta' di Viterbo volle entrambi insignirli di un pubblico riconoscimento con una solenne cerimonia che si svolse nella piu' bella sala, meravigliosamente affrescata, dello storico Palazzo dei Priori che ospita il Comune di Viterbo.
*
Una minima notizia su don Dante Bernini
"Vescovo emerito della diocesi di Albano, gia' presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e gia' membro della "Comece'" (Commission des Episcopats de la Communaute' Europeenne), una delle figure piu' illustri dell'impegno di pace, solidarieta', nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente e' stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarieta' con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilita' un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno". Cosi' nella motivazione del riconoscimento attribuitogli il 2 ottobre 2014, nella Giornata internazionale della nonviolenza, dalla Citta' di Viterbo con una solenne cerimonia nella Sala Regia di Palazzo dei Priori. Successivamente, il 13 aprile 2015, nell'anniversario della promulgazione della "Pacem in Terris", era stata realizzata in suo onore a Viterbo una "Giornata per la Pace".
Era nato a La Quercia, piccola frazione di Viterbo, il 20 aprile 1922, e vi era tornato a vivere nell'operosa sua vecchiaia; li' e' deceduto il 27 settembre 2019. Persona buona, costruttore di pace, luminosa figura della nonviolenza, era un punto di riferimento per ogni persona bisognosa di aiuto come per ogni persona impegnata nella solidarieta' concreta, per il bene comune dell'umanita', per la salvaguardia del mondo vivente.
*
I presenti all'incontro hanno espresso ancora una volta all'amico di sempre la gratitudine dell'intera cittadinanza sia per don Dante Bernini che ormai ci ha lasciato, sia per il professor Osvaldo Ercoli che e' ancora con noi e la cui viva presenza e' di esempio e di benefica ispirazione per ogni persona che ha avuto, ha ed avra' la fortuna di incontrarlo ovvero di conoscerne l'attivita' sempre protesa alla giustizia, alla misericordia, alla verita' che libera, e conforta, e sostiene.
Sono state altresi' rievocate alcune delle molte lotte condotte dal professor Ercoli, ed evidenziata la concreta coerenza, l'efficace adeguazione e l'esemplare insegnamento che l'impegno del professor Ercoli costituisce in riferimento ai compiti piu' urgenti che l'umanita' deve affrontare: fermare la devastazione della biosfera, abolire le guerre e le uccisioni, riconoscere e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani. Questo impegno del professor Ercoli e' esattamente l'impegno nonviolento che si celebra anche il 2 ottobre nell'anniversario della nascita di Gandhi.
*
Una minima notizia su Mohandas K. Gandhi
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera.
Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996).
Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recente libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999. Tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006.
*
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

3. DELIA VACCARELLO
E' deceduta Delia Vaccarello, giornalista, scrittrice, militante per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Con gratitudine la ricordiamo.

4. "PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA". UN DISCORSO IL PRIMO OTTOBRE A VITERBO

Martedi' primo ottobre 2019, nel quartiere di Santa Barbara a Viterbo, nei pressi del Parco delle Querce, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto il discorso di cui di seguito si riporta una sintesi.
*
Si svolge domani in tutto il mondo la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.
Verra' il tempo in cui sara' ritenuta una delle maggiori festivita' che l'intera umanita' unisce in un impegno comune per il bene di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente. Ma ancora non e' cosi'. Ancora troppe persone non si sono accorte della necessita' di porre fine ad ogni violenza, di concentrarsi tutte e tutti sul primo dovere comune: salvare tutte le vite umane, salvare l'intero mondo vivente, condividere il bene ed i beni.
Ma le persone che questa consapevolezza hanno acquisito sono sempre piu' numerose.
Le ragazze e i ragazzi che in questi giorni hanno manifestato in tutto il mondo in difesa della biosfera sono gia' la nonviolenza in cammino.
E sono la nonviolenza in cammino tutte le oppresse e gli oppressi che insorgono per la liberazione dell'umanita' intera. Certo, non basta subire oppressione perche' questo si tramuti in coscienza; e non basta neppure la stessa coscienza di oppressa ed oppresso perche' essa si tramuti in pensiero e azione di liberazione comune, di solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, di condivisione dei beni e del bene. Occorre la volonta' di agire, di essere bonta' in azione, di essere personalmente l'umanita' come dovrebbe essere; ed invece ancor oggi purtroppo anche molte persone di cuore buono assistono sconsolate e rassegnate alla barbarie dominante che ogni giorno sbrana e divora vite umane ed interi ecosistemi. Ed assistere sconsolati e rassegnati, e quindi inerti, e' gia' una forma di complicita' col male.
Come argomento' Guenther Anders, si puo' anche esser disperati, ma questo non esime dal dovere di lottare per il bene comune. La nonviolenza e' esattamente la lotta comune per il bene comune. E' la lotta contro tutte le violenze, le menzogne, le oppressioni.
*
La nonviolenza e' esattamente questo impegno a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
La nonviolenza e' l'inveramento della regola aurea di ogni morale fondamentale: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
La nonviolenza e' la coerenza tra i mezzi e i fini nella lotta in difesa del diritto di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Della nonviolenza l'esempio storico piu' luminoso e' la lotta del movimento di liberazione delle donne.
La nonviolenza convoca ad uscire dalla subalternita' e ad assumere su di se' la responsabilita' per il bene comune.
La nonviolenza chiama ad uno stile di vita equo e solidale e ad un'impronta ecologica sostenibile da una biosfera sempre piu' fragile e bisognosa di rispetto e risanamento.
Ma la nonviolenza chiama anche alla lotta politica: la nonviolenza e' giuriscostituente, propone un progetto sociale di universale convivenza, di universale accudimento reciproco, di universale riconoscimento di dignita' e diritti.
*
La nonviolenza e' in cammino nel ricordo di Francesco d'Assisi e di Mary Wollstonecraft, di Rosa Luxemburg e di Mohandas Gandhi, di Rosa Parks e di Martin Luther King.
La nonviolenza e' in cammino nel ricordo di Aldo Capitini e di Danilo Dolci, di Carla Lonzi e di Adrienne Rich, di Chico Mendes e di Nelson Mandela.
La nonviolenza e' in cammino nel ricordo di Luce Fabbri e di Franca Ongaro Basaglia, di Ginetta Sagan e di Germaine Tillion, di Pietro Pinna e di Alberto L'Abate.
La nonviolenza e' in cammino nel ricordo di Rachel Carson e di Laura Conti, di Alex Langer e di Carla Ravaioli, di Nanni Salio e di Giorgio Nebbia.
Ponendosi alla scuola di Clara Zetkin e di Virginia Woolf, di Etty Hillesum e di Edith Stein, di Simone Weil e di Hannah Arendt.
Ponendosi alla sequela di Bertha von Suttner e di Marianella Garcia, di Ruth First e di Miriam Makeba, di Wangari Maathai e di Berta Caceres.
Ed ascoltando le voci scintillanti di verita' di Grazia Honegger Fresco e di Silvia Vegetti Finzi, di Eve Ensler e di Vandana Shiva.
*
Ed in questa giornata il primo nostro pensiero sia per le vittime innocenti di tutte le guerre e di tutte le uccisioni, di tutte le persecuzioni e di tutte le oppressioni, di tutte le devastazioni e di tutte le emarginazioni.
Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, insorgiamo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, insorgiamo per far cessare l'orrore dei lager libici.
Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, insorgiamo per far cessare la schiavitu' e la segregazione in Italia.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere tutti i diritti sociali, civili e politici, ed innanzitutto il diritto di voto, a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Sempre occorre opporsi alla violenza con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
La Giornata internazionale della nonviolenza richiami l'umanita' intera all'adempimento del primo dovere: non uccidere, salvare le vite.
Sii tu il buon samaritano.
Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

5. "LA CRISI GLOBALE E I COMPITI DELLA NONVIOLENZA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

Si e' svolto la sera di martedi' primo ottobre 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio sul tema: "La crisi globale e i compiti della nonviolenza", in preparazione della Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso la necessita' e l'urgenza di un adeguato e corale impegno nonviolento dell'intero popolo italiano affinche', dopo la caduta del governo razzista e golpista che lungo un anno ha commesso scellerati crimini contro l'umanita', si torni ora alla legalita' costituzionale e al rispetto dei diritti umani, e si realizzino al piu' presto alcuni obiettivi irrinunciabili:
1. tornare alla legalita' che salva le vite: abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista teste' caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all'inabissamento nella brutalita' di quest'ultimo anno);
2. tornare al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: ripristinare l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo;
3. distinguere il bene dal male: che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione;
4. tornare alla Costituzione: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' ha infranto;
5. una persona, un voto: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid e di schiavitu' di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
6. far cessare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
*
Una breve notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

6. CELEBRATA LA "GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA" A VITERBO

Mercoledi' 2 ottobre 2019 anche a Viterbo, per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", e' stata celebrata come ogni anno la "Giornata internazionale della nonviolenza" promossa dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.
La celebrazione si e' svolta in piazzale Gramsci, dinanzi alla lapide che ricorda alcune vittime innocenti della barbarie nazista.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha tenuto il discorso commemorativo (discorso svolto parlando a braccio in vivo dialogo con i presenti, del quale di seguito riportiamo una sintesi ricostruita a memoria poche ore dopo).
*
Dinanzi a questo cippo e a questa lapide che ricordano tre vittime innocenti che proprio in questo luogo furono assassinate dai nazisti, noi oggi rinnoviamo la nostra opposizione a tutte le uccisioni e a tutte le violenze, il nostro impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Noi oggi celebriamo qui, come tante altre persone stanno facendo in tutto il mondo, la Giornata internazionale della nonviolenza, nell'anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, e nel ricordo di tutte le vittime della violenza, e di tutte le persone costruttrici di pace e di liberazione che alla violenza e all'iniquita' si sono opposte, dalla piu' lontana antichita' fino ad ora, e tra esse ricordiamo il nostro amico, maestro e compagno nell'impegno nonviolento di solidarieta' e di liberazione don Dante Bernini, che ci ha lasciato lo scorso venerdi' ma di cui vive e vivra' nel nostro ricordo la luminosa testimonianza.
*
La nonviolenza, diciamolo ancora una volta, e' innanzitutto una prassi: e' la lotta contro la violenza; e' un appello e un'azione: azione che educa e libera e salva, ed appello che suscita l'umanita' dell'umanita'.
La nonviolenza e' un concetto e un campo di ragionamenti e di convincimenti complesso e pluridimensionale, non dogmatico ma persuaso, non astratto ma sperimentale, fallibilista e aperto, esistenzialmente vissuto, da inverare nelle relazioni di ascolto e di aiuto, e nelle concrete formazioni sociali, nel concreto svolgimento storico dei conflitti e della civilta', dell'umanizzazione dell'umanita'.
La nonviolenza e' proposta pratica di azione concreta contro la violenza: proposta di azione personale e di azione collettiva, morale e politica.
La nonviolenza e' esperienza storica disseminata e germogliante lungo l'intera vicenda umana e sempre piu' intensa, estesa e chiarificata nel progredire dell'autocomprensione dell'umanita'.
Se e' merito di Gandhi aver dato un contributo fondamentale alla nonviolenza in termini di definizione e tematizzazione teorica e - soprattutto, e necessariamente - di sperimentazione effettuale, molte altre esperienze di pensiero e azione nel corso dei secoli la nonviolenza hanno elaborato e praticato: in primo luogo il movimento operaio; le resistenze antirazziste, anticolonialiste, antimperialiste ed antifasciste; tutti i movimenti di liberazione, e soprattutto il movimento di liberazione delle donne, le cui riflessioni e le cui lotte costituiscono la corrente calda e il maggior inveramento storico e teoretico della nonviolenza.
La nonviolenza e' l'orizzonte concettuale ed operativo in cui si collocano tutte le lotte di liberazione dell'umanita', tutte le esperienze di solidarieta' che i diritti di ogni essere umano riconoscono e difendono e promuovono, tutte le iniziative di rispetto, tutela e risanamento del mondo vivente.
La nonviolenza e' il fondamento primo e decisiva la modalita' concreta e coerente di tutte le esperienze di resistenza ad ogni abuso e ad ogni devastazione, ad ogni dittatura e ad ogni totalitarismo comunque essi si mascherino.
La nonviolenza e' la politica prima, la politica dell'umanita'.
*
E questa giornata voluta dall'Onu non solo per dare solenne ed impegnativo riconoscimento istituzionale al lascito gandhiano, ma anche per vivamente esortare l'umanita' intera a porsi alla sequela del Mahatma, ebbene, questa giornata sia sempre piu', di anno in anno, indicazione e sprone all'agire concreto e coerente per il bene comune dell'umanita', alla responsabilita' che il mondo intero abbraccia, alla condivisione del bene e dei beni.
Nel ricordo di Mohandas Gandhi, di Laura Conti, di Luce Fabbri, di don Dante Bernini come di innumerevoli altre ed altri testimoni dell'umanita' come dovrebbe essere; alla scuola di Rosa Luxemburg e di Virginia Woolf, di Simone Weil e di Hannah Arendt, che della nonviolenza in cammino sono state nel XX secolo tra le figure di riferimento piu' nitide e piu' aggettanti; ogni persona senziente e pensante si impegni qui e adesso a contrastare ogni violenza, a salvare tutte le vite; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; in difesa dell'intero mondo vivente casa comune dell'umanita'.
*
E qui e adesso, nel nostro paese, innanzitutto si adoperi ogni persona di volonta' buona, ogni associazione solidale ed ogni istituzione democratica, per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo e per far cessare la schiavitu', la segregazione e la persecuzione razzista.
Ripetiamo ancora una volta quali siano i piu' urgenti doveri, basilari e indispensabili, da realizzare immediatamente in Italia:
1. tornare alla legalita' che salva le vite: abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista recentemente caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all'inabissamento nella brutalita' di quest'ultimo anno);
2. tornare al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: ripristinare l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo;
3. distinguere il bene dal male: che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione;
4. tornare alla Costituzione: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' da poco caduto ha impunemente infranto per oltre un anno;
5. una persona, un voto: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
6. far cessare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
*
La nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

7. JESSYE NORMAN

E' deceduta Jessye Norman, la cui voce incantava gli angeli.
Con gratitudine la ricordiamo.

8. UNA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELLA STRAGE DEL 3 OTTOBRE 2013. UN DISCORSO TENUTO A VITERBO UNA MATTINA SEI ANNI DOPO

La mattina del 3 ottobre 2019, nel sesto anniversario della strage del 3 ottobre 2013 in cui perirono centinaia di vittime innocenti, vittime delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, dei governi europei che negli artigli di quelle mafie li avevano gettati e abbandonati negando loro di giungere in salvo con mezzi di trasporto legali e sicuri, e vittime di un ordine economico, politico, militare e ideologico internazionale che affinche' i gruppi dominanti accumulino sempre piu' profitti non esita a imporre dittature e schiavitu', a provocare guerre e carestie, a rapinare i popoli di interi continenti, ad avvelenare, devastare e distruggere la biosfera mettendo a rischio di estinzione tante forme di vita vegetali e animali, e l'intero genere umano; questa mattina a Viterbo, nel piazzale nei pressi degli impianti sportivi del quartiere di Santa Barbara, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto il discorso commemorativo di cui di seguito si riporta una rastremata sinossi ricostruita a memoria alcune ore dopo.
*
1. La strage continua
La strage avvenuta al largo di Lampedusa il 3 ottobre del 2013 continua ancora ogni giorno nel Mediterraneo. E continuera' finche' i popoli europei, e innanzitutto il popolo italiano, non apriranno gli occhi e decideranno di farla cessare. Perche' siamo noi che abbiamo il potere e il dovere di farla cessare. E su di noi ricade quel diluvio di sangue innocente che muta colore alle onde del mare e innalza il suo grido fino al cielo.
*
2. La genealogia della violenza
L'indimenticabile padre Balducci ci chiedeva di ricostruire la genealogia della violenza per poterla contrastare efficacemente. E nulla e' piu' rivelatore dell'orrore presente, della strage degli innocenti in corso.
Se milioni di esseri umani sono costretti alla fuga dalle loro case, dalle loro famiglie, dalle loro comunita', dai loro paesi, dai loro continenti, una ragione c'e', anzi: piu' d'una.
E' che quei paesi e quei continenti sono stati saccheggiati e devastati da secoli e secoli di colonialismo, di imperialismo, di razzismo.
E' che quei popoli sono stati rapinati e schiavizzati da secoli e secoli di colonialismo, di imperialismo, di razzismo.
E' che quegli immensi, variegatissimi, preziosi ecosistemi, e con essi l'intera biosfera, sono stati avvelenati e desertificati, e stanno per essere distrutti, annnichiliti, da quella secolare violenza colonialista, imperialista e razzista, che tuttora perdura e si estende in geometrica progressione.
Sovviene quella metafora del ventinovesimo giorno che Lester Brown utilizzo' come titolo ed esempio decisivo in un libro che tutte e tutti abbiamo letto. Del lago coperto di ninfee solo per meta', ma poiche' la presenza di quelle ninfee raddoppia ogni giorno, anche se sembra che siamo solo a meta' del processo che l'intero lago invadera' provocandone la morte, anche se sembra che il pericolo e' lontano, che - come si usa dire - il bicchiere e' mezzo vuoto e mezzo pieno, gia' domani, proprio domani, e non fra un mese o fra un anno, la catastrofe sara' compiuta.
La crisi ecologica, esito di quell'onnidistruttivo sistema di dominazione che la tragedia delle migrazioni denuncia, ci chiarisce quanto grave sia il pericolo che incombe sull'umanita', e quanto sia urgente e necessario che l'umanita' si unisca per fare fronte comune contro la morte non solo di questo o di quell'individuo empirico, ma dell'intera famiglia umana.
*
3. Messaggeri
Le migrazioni ci parlano quindi del nostro comune destino, della sorte dell'umanita' intera: o ci salveremo tutti insieme, o non si salvera' nessuno.
Cosi' chiunque capisce che i migranti sono messaggeri, ambasciatori dell'umanita', ospiti sacri: ci recano il messaggio della nostra stessa umanita', che noi che viviamo nelle sempre piu' ristrette aree territoriali e sociali del privilegio (un privilegio frutto anche di quella secolare rapina colonialista, imperialista e razzista) abbiamo in larga misura dimenticato e perso sotto l'urto della narcosi indotta dal consumismo.
E ci recano il messaggio che la casa brucia e che occorre svegliarci, tutte e tutti, e porre mano ai secchi e formare quella catena della solidarieta' che ogni essere umano include nell'impegno comune per la salvezza di tutti, come gia' vide e scrisse Giacomo Leopardi nel suo ultimo immenso capolavoro, quella Ginestra che e' uno dei due piu' luminosi manifesti politici dell'Ottocento, e perenne un appello all'umanita' dell'umanita'.
E ci recano il messaggio del naufragio della civilta' e l'appello alla resistenza necessaria contro il totalitarismo onnidivoratore ed onnicida che l'intera umanita' minaccia di annientamento.
Ci recano il messaggio della solidarieta', l'appello alla solidarieta', che e' il seme e il fulcro degli immortali principi dell'89: liberta', eguaglianza, fraternita' e sororita'.
La strage che ogni giorno si compie nel Mediterraneo, il ripresentarsi in Libia dell'orrore dei lager, la sordita' vile e scellerata dei governanti europei dinanzi al massacro dalle loro stesse stoltissime politiche provocato, come la riduzione in schiavitu' e lo sterminio per guerra e per fame di popoli interi, tutto cio' ci riguarda, tutto cio' e' nostra comune responsabilita'. O fermeremo questi orrori, o tutte e tutti ne saremo travolti.
*
4. La regola aurea
Vi e' una regola antica, la regola aurea di ogni morale, che recita: "Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te". Questa regola chiama all'impegno a salvare tutte le vite umane, a salvare l'intero mondo vivente. Questa regola deve diventare il fondamento della politica dell'umanita'.
Chi ancora sragiona di confini e barriere, di cavalli di frisia e di blocchi navali, di muri alti piu' della torre di Babele e di fossati colmi di coccodrilli da nutrire di carne umana, di eserciti armati contro esseri umani innocenti ed inermi in fuga dalla fame, dall'orrore e dalla morte, ebbene, chi ancora rumina e latra pensieri come pugnali e parole come denti di drago, costui ha perso il lume della ragione, e nel suo sciagurato delirio nasconde a se stesso la realta' a tutte e tutti evidente: che siamo una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune di tutte le persone, e ci salveremo solo insieme, o insieme periremo, noi e i nostri figli e l'intera umana famiglia, fra i tormenti piu' atroci, nella disperazione piu' abissale.
Molti anni fa padre Balducci ci avvertiva anche delle "tre verita' di Hiroshima": che l'umanita' e' ormai unificata ed ha un unico destino di vita o di morte; che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'; che la pace e l'istinto di sopravvivenza ormai coincidono. E ci parlava dell'"essere umano planetario", ovvero della consapevolezza che era giunto il tempo in cui in ogni decisione occorre tener conto del bene comune dell'umanita' intera, in ogni riflessione occorre ricordare che siamo tutte e tutti una sola umanita', che tutte le antiche divisioni di lingua e nazione, di culto e tradizioni, sono ormai obsolete.
*
5. Quid agendum?
Cosa dobbiamo fare? Poche cose, semplici e indispensabili.
La prima: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; e quindi: soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto. E quindi: riconoscere a tutte le persone in fuga dalla guerra e dalla fame, dalle dittature e dalla schiavitu', dal terrorismo dei potenti come dei disperati, dalle devastazioni ambientali, il diritto di giungere in salvo nei luoghi ove quelle minacce non siano, o non siano insostenibili, o perlomeno siano concretamente, adeguatamente, effettivamente contrastate dalle leggi, dai costumi, dal sentire e dall'impegno comune, e di giungervi con mezzi di trasporto legali e sicuri.
Questo, questo sconfiggerebbe una volta per sempre le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani. Questo, e non altro. Questo: che i governi europei, o anche solo uno di essi, e che possa essere per prima l'Italia, decidano di riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, e di potervi vivere una vita degna di esseri umani tra esseri umani.
Questo e' anche l'appello, la promessa, l'impegno, il valore affermato e la legge scritta negli articoli 2, 3, 10 e 11 della Costituzione della Repubblica italiana, scritta col sangue dei martiri della Resistenza, che sancisce il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, che impegna a recare aiuto a chi di aiuto ha bisogno, che garantisce il diritto d'asilo, che ripudia la guerra e tutte le uccisioni.
La seconda: abolire ogni forma di riduzione in schiavitu' e di segregazione razzista nel nostro paese; riconoscere quindi a tutte le persone che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, a cominciare dal diritto di voto: "una persona, un voto" e' il principio alla base della democrazia; non e' ammissibile lo scandalo che milioni di nostri conterranei siano privati del diritto di voto e di altri diritti umani fondamentali.
La terza: opporsi alle guerre, alle dittature, allo sfruttamento onnidistruttivo. E quindi opporsi alle armi ed alle organizzazioni armate, che sono lo strumento che quelle violenze consente.
Il disarmo e' l'urgenza delle urgenze: le armi sempre sono nemiche degli esseri umani, le armi sempre sono assassine. E nell'eta' inaugurata dalla bomba di Hiroshima Guenther Anders ha chiarito una volta per tutte come l'impegno per il disarmo sia il compito fondamentale cui l'umanita' intera e' chiamata. Solo il disarmo salva le vite; senza disarmo l'umanita' si estingue.
La quarta: estendere in tutto il mondo la pace, la democrazia e i diritti umani cosi' come sancito nei piu' importanti documenti delle Nazioni Unite.
La quinta: fermare la distruzione della biosfera, ed iniziarne subito il risanamento, con un impegno fatto insieme di scelte di vita personali e di decisioni politiche cogenti non piu' rinviabili.
La sesta: condividere il bene ed i beni. Nella condivisione del bene e dei beni e' la chiave di volta dell'edificio della civilta', e' il cuore pulsante della convivenza, e' il nucleo dell'umano consistere.
*
6. Il signor Quidam
"Corpo di Bacco, ma questo e' un programma ecologista", dira' il signor Quidam.
Si', e' un programma politico ecologista, consapevole che l'umanita' ha dei doveri nei confronti della natura, degli altri esseri viventi, di tutto cio' che vive e la cui vita ha quindi ipso facto un significato e un valore, dell'intero mondo vivente, di cui e' essa stessa parte.
"Perdindirindina, ma questo e' un programma femminista", dira' il signor Quidam.
Si', e' un programma politico femminista, il movimento di liberazione delle donne essendo la corrente calda e l'esperienza storica decisiva della liberazione e della conservazione dell'umanita' e dell'intero mondo vivente; il maschilismo essendo la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze e le devastazioni.
"Per tutti i numi, ma questo e' un programma socialista e libertario, comunista e anarchico", dira' il signor Quidam.
Si', e' un programma politico socialista, sollecito del bene comune di tutti gli esseri umani, sollecito della liberazione dell'umanita' intera da ogni menzogna e da ogni oppressione.
"Oh cospetto, ma questo e' un programma tolstoiano, gandhiano, nonviolento", dira' il signor Quidam.
Si', e' un programma politico nonviolento, perche' se l'umanita' non si decidera' a contrastare e sconfiggere la violenza, la violenza distruggera' l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
7. Parlano le vittime
Ecco, le vittime della strage del 3 ottobre 2013 ci parlano. Ci esortano. Ci convocano alle nostre responsabilita', ai nostri doveri verso l'umanita'.
E con loro ci parlano, ci esortano, ci convocano tutte le vittime di tutte le violenze.
E ci dicono quello che ci dicevano la Rosa Rossa e la Rosa Bianca: di opporci alle guerre, di opporci alle dittature, di opporci alle stragi, di difendere la liberta', la dignita', i diritti e la vita di ogni essere umano.
E ci dicono quello che ci dicevano Virginia Woolf e Simone Weil: di costruire la pace contrastando il maschilismo, il militarismo, le gerarchie che negano l'altrui umanita' e schiavizzano le persone; di esercitare la virtu' dell'attenzione e tutti gli ineludibili doveri verso l'umanita' oppressa e sofferente.
E ci dicono quello che ci dicevano Primo Levi e Hannah Arendt: di contrastare il fascismo che torna, di sentire sempre la responsabilita' per l'altrui vita, di opporci al male radicale e alla banalita' del male.
E ci chiedono quindi di fare la scelta necessaria, di prendere la decisione urgente e impegnativa; e questa scelta, questa decisione, e' la nonviolenza.
La nonviolenza, che e' la lotta nitida e intransigente contro tutte le violenze e le oppressioni.
La nonviolenza, che riconosce e difende e sostiene ogni essere umano e l'intero mondo vivente.
La nonviolenza, che invera il primo dovere di ogni persona: il dovere di opporsi al male senza mai reduplicarlo; il dovere di fare il bene nella coerenza tra mezzi e fini; il dovere di soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Quel dovere il cui adempimento invera il diritto di ogni persona alla vita, all'aiuto, alla condivisione del bene.
La nonviolenza, che e' "la forza della verita'" (satyagraha) di Gandhi, l'"essere il cuore pensante della baracca" di Etty Hillesum, "la forza dell'amore" di King, il "rispetto per la vita" di Schweitzer, la "vittoria al mondo" di Vinoba, il "potere di tutti" e la "compresenza" di Capitini, la maieutica e il palpitare di nessi di Dolci, la biofilia di Fromm, la convivialita' di Ivan Illich e di Alexander Langer, l'azione terapeutica e liberatrice di Franco Basaglia e di Franca Ongaro Basaglia, l'etica della resistenza di Nelson Mandela e di Germaine Tillion, la testimonianza di Marianella Garcia e di Berta Caceres, di Maria Zambrano e di Rosanna Benzi, di Laura Conti e di Ginetta Sagan, di Ada Gobetti e di Luce D'Eramo, di Emma Thomas e di Hedi Vaccaro; il pensiero e l'azione di Luce Fabbri per realizzare una societa' senza oppressione.
*
8. E ripetendolo una volta ancora
E ripetendolo una volta ancora, ancora una volta diciamo quali provvedimenti urgentissimi qui ed oggi occorrono per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo, per far tornare l'Italia un paese civile, uno stato di diritto, una democrazia fedele alla Costituzione, alla civilta', all'umanita'.
- abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista recentemente caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all'inabissamento nella brutalita' di quest'ultimo anno);
- ripristinare l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo;
- che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione;
- ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' da poco caduto ha impunemente infranto per oltre un anno;
- riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
- far cessare la strage nel Mediterraneo, riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
*
9. In questa giornata, tutti i giorni
Questi pensieri suscitati dal ricordo delle vittime della strage del 3 ottobre 2013, sono i pensieri che dovremmo pensare ogni giorno.
Queste parole suscitate dal ricordo delle vittime della strage del 3 ottobre 2013, sono le parole che dovremmo dire ogni giorno.
Ed ogni giorno dobbiamo impegnarci per far cessare questa mostruosa strage che ogni giorno continua.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

9. LA DOMANDA

Giorni fa in un raduno di suoi seguaci un senile signor B. ha rivendicato di esser stato lui a portare al governo per la prima volta "la Lega e i fascisti", chiamati una volta tanto con il loro vero nome.
A dire il vero i fascisti al governo c'erano gia' stati, ed erano costati all'umanita' cinquanta milioni di morti solo nella fase terminale del loro potere, senza contare gli omicidi e i massacri commessi lungo tutti gli anni Venti e Trenta prima dello scatenamento della seconda guerra mondiale.
Ma la domanda che, come si usa dire, sorge spontanea e': ma la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica italiana non vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista?

==================================
ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
==================================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 356 del 13 novembre 2019
*
Nuova informativa sulla privacy
E' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com