[Nonviolenza] Archivi. 321



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 321 dell'8 ottobre 2019

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di aprile 2019 (parte seconda)
2. Nell'anniversario della morte di Martin Luther King un appello al Presidente del Parlamento Europeo
3. "Una modesta proposta sulla Nato: scioglierla". Un incontro di riflessione a Viterbo
4. Viterbo ricorda le vittime della mafia. Un discorso in piazza delle erbe il 21 marzo 2019
5. Ricordando Giuseppe Tacconi, proseguendone la lotta
6. Un cannibale non puo' governare, un razzista non puo' fare il ministro
7. "Nanni Salio nel ricordo delle persone amiche". Un incontro a Viterbo
8. Quousque tandem
9. Il ministro plenipotenziario al mercato degli schiavi in alto mare
10. Ricordando le vittime dell'orrore di 25 anni fa in Ruanda opporsi oggi al razzismo e a tutte le uccisioni e le persecuzioni

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2019 (PARTE SECONDA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2019.

2. NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MARTIN LUTHER KING UN APPELLO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
ricorre oggi il cinquantunesimo anniversario della morte di Martin Luther King: il suo messaggio e' ancora vivo ed illumina l'umanita' intera; la sua lotta contro il razzismo e' tutt'altro che conclusa.
In Europa il razzismo non solo persiste ma cresce, e giunge addirittura ad impadronirsi del governo degli stati.
E' accaduto anche in Italia, lei non lo ignora.
Il governo italiano da mesi sta commettendo abominevoli crimini razzisti. E valga il vero.
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo razzista che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
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Tra poche settimane si votera' per rinnovare la composizione del Parlamento Europeo.
Sarebbe cosa buona e giusta che prima che si concluda l'attuale mandato il Parlamento Europeo intervenisse per quanto in suo potere nell'ambito delle sue competenze per esprimere un'adeguata opposizione ai crimini razzisti commessi dal governo italiano; intervenisse per quanto in suo potere nell'ambito delle sue competenze per denunciare le flagranti ed obbrobriose violazioni dei diritti umani commesse dal governo italiano; intervenisse in soccorso degli esseri umani innocenti ed inermi vittime della violenza razzista del governo italiano.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 4 aprile 2019

3. "UNA MODESTA PROPOSTA SULLA NATO: SCIOGLIERLA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

Si e' svolto giovedi' 4 aprile 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di riflessione sul tema "Una modesta proposta sulla Nato: scioglierla".
L'incontro si e' aperto con un ricordo di Martin Luther King nella ricorrenza dell'anniversario della morte, avvenuta il 4 aprile 1968.
L'incontro ha poi ripreso e sviluppato le analisi e le riflessioni che gia' furono oggetto di due incontri di studio presso la struttura nonviolenta viterbese nel 2014, dedicati l'uno al tema "Abolire la Nato, organizzazione stragista che sta portando l'umanita' verso un conflitto mondiale che puo' distruggere la civilta' umana", l'altro al tema ""Prima che la Nato ci distrugga".
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Nel corso dell'incontro e' stata ancora una volta ricostruita la storia della Nato e ci si e' soffermati in particolare sulla sua azione dagli anni '90 ad oggi.
Come gia' era stato rilevato nel primo incontro di studio presso la struttura nonviolenta viterbese nel 2014, l'azione della Nato particolarmente dagli anni Novanta si e' caratterizzata come esplicitamente delittuosa e terroristica. "Dalla guerra contro la Jugoslavia a quella contro la Libia si e' trattato di una catena di illegali aggressioni stragiste e di una politica di dominazione terroristica i cui esiti nefasti chiunque e' in grado di constatare. Lungi dall'essere un'alleanza difensiva, essa pertanto si configura ormai essenzialmente come un'organizzazione responsabile di: a) condurre guerre illegali e criminali; b) esautorare l'Onu ed impedirne l'azione di pace, di interposizione e di polizia internazionale; c) asservire l'Unione Europea agli interessi economici del capitalismo finanziario ed agli interessi geopolitici dell'imperialismo statunitense; d) indurre - ovvero costringere - i Paesi che ne fanno parte a spese ed impegni militari ingenti ed inammissibili, immorali ed incompatibili con una politica democratica, di pace, di difesa e promozione dei diritti sociali e del welfare, di autentica sicurezza dei propri stessi popoli; e) fungere da braccio armato di una politica antidemocratica, neocoloniale ed onnisfruttatrice; f) minacciare la pace mondiale ed impedire la liberazione dei popoli e la cooperazione pacifica tra gli stati".
La sintesi di quell'incontro fu che "Si puo' fare una sola cosa della Nato: abolirla. Essa e' infatti un pericolo per l'umanita' e un'organizzazione palesemente terroristica secondo i criteri in base ai quali si definiscono terroristi gli altri attori criminali dello scenario internazionale che adottano le sue stesse pratiche di provocazione, di intimidazione, di aggressione armata illegale con esiti stragisti. L'umanita' si trova oggi a un bivio: perseverare follemente sulla via della guerra, del riarmo, dello sfruttamento schiavista degli esseri umani e dello sfruttamento desertificatore della natura, oppure scegliere saggiamente la via della nonviolenza, del rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente. Nella prima ipotesi si intensificheranno le stragi e le devastazioni, l'imbarbarimento e la miseria, e si fara' sempre piu' vicino il pericolo del crollo della civilta' umana. Nel secondo caso l'umanita' avra' una possibilita' di salvezza; ma affinche' l'alternativa nonviolenta si realizzi essa deve concretizzarsi nel disarmo, nell'abolizione degli eserciti, in una politica di cooperazione internazionale fondata sul rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e sulla difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera".
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Nel secondo incontro di studio che si tenne presso la struttura nonviolenta viterbese nel 2014 si denuncio' "la criminale follia delle decisioni assunte dal recente vertice della Nato in Galles, decisioni che: porterebbero i paesi dell'alleanza atlantica ad inabissarsi in sciagurate guerre (dagli esiti che potrebbero essere apocalittici per l'umanita') nell'Europa dell'est e nel Medio Oriente; farebbero della Nato la testa d'ariete che svuoterebbe e distruggerebbe l'esistenza, il fine e l'attivita' dell'Onu e tutto cio' che l'Onu rappresenta e realizza; ridurrebbe in briciole il diritto internazionale; restaurerebbe uno sciagurato "bellum omnium contra omnes" che porterebbe rapidamente l'umanita' alla catastrofe; costringerebbero i paesi membri ad incrementare le spese militari a livelli tali da provocare la distruzione dei servizi pubblici e dei diritti sociali e da portare conseguentemente a disastri sociali e civili inimmaginabili. Il programma enunciato al recente vertice della Nato e' del tutto incompatibile con il diritto internazionale, con la pace e con la democrazia; e' del tutto incompatibile con le piu' essenziali esigenze dell'umanita'".
E quell'incontro si concludeva con la constatazione che "e' assolutamente necessario ed urgente: 1. abolire la Nato; 2. potenziare l'Onu, unica organizzazione sovranazionale abilitata e adeguata ad intervenire in situazioni di crisi per fermare le guerre e promuovere pace e rispetto dei diritti umani; 3. avviare energiche politiche di disarmo e smilitarizzazione; 4. fare della nonviolenza il cardine della politica necessaria per affrontare la drammatica situazione globale del pianeta, ponendosi dal punto di vista dell'unita' del genere umano ed operando per la tutela della biosfera; per l'abolizione delle guerre, degli eserciti e delle armi; per il rispetto, la difesa e la promozione della vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani".
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L'incontro odierno ha confermato quella denuncia, quelle analisi, quelle riflessioni; e la necessita' e l'urgenza di un'alternativa nonviolenta per il bene comune dell'umanita'.
L'unica cosa ragionevole che si possa fare della Nato e' scioglierla e processarne i responsabili per i crimini commessi.
Le guerre sempre e solo consistono dell'uccisione di esseri umani, e quindi ogni organizzazione finalizzata alla guerra e' ipso facto criminale.
Vanno abolite tutte le organizzazioni che preparano, organizzano, eseguono uccisioni, stragi e guerre.
Occorre proibire la produzione, il commercio, la detenzione e l'uso delle armi. Le armi servono a uccidere gli esseri umani. Le armi sono nemiche dell'umanita': meno armi, piu' vite salvate.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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Come di consueto da mesi a questa parte in occasione degli incontro di studio e di riflessione presso la struttura nonviolenta viterbese, le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo; hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'; hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani. Infine le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta condiviso gli appelli all'Unione Europea ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. VITERBO RICORDA LE VITTIME DELLA MAFIA. UN DISCORSO IN PIAZZA DELLE ERBE IL 21 MARZO 2019

Questa e' una sinossi - ricostruita a memoria qualche giorno dopo - del discorso tenuto parlando a braccio dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, alla manifestazione contro la mafia che si e' svolta nel pomeriggio del 21 marzo 2019, nella Giornata in memoria delle vittime, in piazza delle erbe a Viterbo per iniziativa di Anpi, Arci, "Lavoro e beni comuni" ed altri movimenti democratici.
La mattina dello stesso giorno il responsabile della struttura nonviolenta viterbese aveva gia' tenuto in un'altra piazza viterbese un discorso in memoria delle vittime del razzismo, ricorrendo nello stesso 21 marzo anche la giornata internazionale al ricordo di esse dedicata.
Uno e lo stesso e' l'impegno contro la mafia, contro il razzismo, contro tutte le uccisioni, contro tutte le violenze.
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1. Ricordare le vittime
Vorrei iniziare dicendo che come Ferruccio Parri io ho la disgrazia di non saper dimenticare, e cio' che soprattutto non riesco a dimenticare sono le vittime.
In questa giornata commemorativa una e bina noi qui ricordiamo insieme le vittime della mafia e le vittime del razzismo; io credo che sia la stessa memoria, io credo che sia la stessa lotta.
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2. Di cosa stiamo parlando quando parliamo del potere mafioso
Credo che per un'analisi adeguata del potere mafioso (ed un'analisi adeguata e' indispensabile per poterlo contrastare adeguatamente) sia semplicemente decisivo il "paradigma della complessita'" elaborato da Umberto Santino, il fondatore del Centro Impastato di Palermo, da decenni fondamentale figura di riferimento per il movimento antimafia, sia per la sua attivita' militante, sia per il suo imprescindibile lavoro di ricerca, di analisi e di riflessione.
Elementi-chiave di questo "paradigma della complessita'" sono, come e' noto, la caratterizzazione del potere mafioso a) come sistema di violenza e illegalita', b) finalizzato all'accumulazione di capitale, c) che a tal fine mira anche all'acquisizione e gestione di posizioni di potere, d) dotato di un codice culturale, e) che costruisce e usufruisce di un consenso sociale.
Evidenziare questi elementi di analisi nel loro intreccio e nelle loro articolazioni significa anche individuare altrettanti fronti di lotta, poiche' il potere mafioso va contrastato lungo tutto l'arco su cui si dispiega.
Ed anche altre decisive nozioni dobbiamo alla riflessione di Umberto Santino: quella di "borghesia mafiosa", quella di "mafia finanziaria", quella di "antimafia difficile".
Sono nozioni che abbiamo cercato di mettere a frutto anche qui nell'Alto Lazio nelle lotte condotte contro la penetrazione dei poteri criminali.
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3. Viterbo, un modello interpretativo
Nelle lotte che conducemmo negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso contro la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio elaborammo un modello interpretativo della realta' socioeconomica e sociopolitica del nostro territorio che ancor oggi mi sembra adeguato ed utilizzabile.
Esso si fondava sull'interazione di tre elementi: il "modello di sviluppo di servitu'" (militari, energetiche, monoculturali, speculative); il regime della corruzione (che allora trovava nella corrente andreottiana della Dc la sua principale ed egemonica espressione); la penetrazione dei poteri occulti e criminali attraverso le connessioni politiche ed amministrative e le decisioni economiche pubbliche.
A quelle esperienze di lotta e' seguito nella societa' viterbese (tanto nei luoghi del potere quanto nell'ideologia dominante) un quarto di secolo di "damnatio memoriae".
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4. Dirci la verita'
Cosa e' successo in quest'ultimo quarto di secolo di sconfitte dell'umanita'?
A livello internazionale la globalizzazione imperialistica (nel senso specifico in cui la nozione di imperialismo e' stata tematizzata da Hannah Arendt ne Le origini del totalitarismo), la finanziarizzazione dell'economia, un ruolo paradigmatico della mafia come metodo e come sistema.
In Italia ne sono stati espressione regionale il berlusconismo come ideologia e la presa di potere berlusconiana come prassi, ideologia e prassi di cui l'attuale governo razzista e golpista, e le forze politiche che lo compongono, sono fase suprema e manifestazione estrema: in questa vicenda il ruolo del potere mafioso e' stato cruciale.
Chiunque vede a quale distretta dell'umanita' si sia giunti.
Come resistere? Senza studio ed impegno adeguati c'e' solo spettacolo narcotico ed effettuale resa; l'unanimismo e' menzogna; occorre invece unificare le lotte contro tutte le violenze e le oppressioni, nella chiarezza della scelta nonviolenta.
Ergo: opporsi alla guerra, al razzismo, al maschilismo con un impegno che colga l'unitarieta' dei fenomieni e quindi dell'azione di contrasto; condurre un'iniziativa anticolonialista, antischiavista, antimperialista tenendo insieme pace, giustizia sociale, diritti umani, difesa della biosfera; difendere la democrazia e la legalita' costituzionale che afferma i diritti umani di tutti gli esseri umani, e difenderle non solo dai poteri criminali e dalle economie predatorie, ma da tutte le oligarchie occulte o palesi che ne fanno parimenti strame. Resistere occorre, e resistere fermi nella consapevolezza che solo la nonviolenza e' adeguata a contrastare la concrezione di poteri che sta portando l'umanita' alla catastrofe. Resistere occorre, restando fermi sulla posizione socialista e libertaria che fu di Rosa Luxemburg e di Simone Weil.
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5. cosa sta accadendo
Oggi in Italia siamo dinanzi a un governo razzista e golpista che sta portando a termine il piano di lungo periodo di eversione dall'alto piduista e berlusconiana, l'imbarbarimento della societa', il ritorno dei piu' lugubri tratti dell'autobiografia della nazione; siamo dinanzi al trionfo del regime della corruzione e all'incistarsi sempre piu' profondo dei poteri criminali nei luoghi reali delle decisioni (sempre piu' a livello globale come a livello regionale - al centro e nelle periferie del sistema-mondo - il capitale finanziario e il potere mafioso vanno osmotizzandosi); e siamo anche dinanzi alla narcotica cialtroneria - incrementata all'ennesima potenza dall'uso delle nuove tecnologie della comunicazione a fini di instupidimento consumista - che favoreggia mafia e fascismo.
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6. Cosa occorre fare
Innanzitutto occorre uscire dalla subalternita' e smascherare ogni complicita'.
Innanzitutto occorre contrastare il governo razzista e golpista.
E per contrastare il razzismo e per salvare le vite in pericolo di tante persone innocenti ed inermi sono indispensabili e urgenti due provvedimenti: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
E per contrastare il razzismo e per salvare le vite in pericolo di tante persone innocenti ed inermi e' indispensabile e urgente denunciare che il governo italiano sta commettendo l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia; che addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; che con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" il governo italiano ha imposto mostruose misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; che il governo italiano persiste in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso; che nel commettere e per commettere questi crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana.
E quindi e' indispensabile e urgente insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la revoca di tutte le misure razziste; per le dimissioni del governo razzista e golpista; perche' i ministri colpevoli - e finanche esibizionisticamente rei confessi - di gravi ed infami reati razzisti siano processati nei tribunali della repubblica secondo le leggi vigenti.
Contrastare il regime della corruzione, il governo razzista e golpista e il potere mafioso richiede la scelta di affermare un'etica pubblica centrata sulla democrazia e sulla legalita' che salva le vite; richiede la scelta della solidarieta' concreta con ogni persona che di aiuto ha bisogno; richiede la lotta di liberazione delle oppresse e degli oppressi; richiede la scelta della responsabilita' per l'umanita' intera - comprese le generazioni future - e per l'intero mondo vivente.
Non la faccia feroce, ma la forza della verita'; non la delega ai potenti, ai loro macchinari e alle loro macchinazioni, ma l'azione diretta nonviolenta, conflittuale e costruttiva, disvelatrice e dialogica, di resistenza e di trasformazione sociale; non lo spettacolo rituale che narcotizza e paralizza, ma la lotta concreta per la liberazione comune dell'umanita' tutta.
Chi vorra' seriamente proseguire nell'impegno contro la mafia e contro il fascismo in modo concreto, oltre la ritualita' e la banalizzazione, contro ogni complicita' e subalternita', sappia che molto si puo' fare e che farlo non sara' una passeggiata.
Ho iniziato dicendo che come Ferruccio Parri io ho la disgrazia di non saper dimenticare, ora vorrei concludere dicendo che come Ferruccio Parri io ho la fortuna di non saper dimenticare.
Contro la mafia e contro il fascismo, contro il razzismo e il nazismo che torna, oggi ancora una volta siamo chiamati a "insorgere per risorgere", che era il motto dei resistenti di Giustizia e liberta': e' ancora il nostro motto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

5. RICORDANDO GIUSEPPE TACCONI, PROSEGUENDONE LA LOTTA

Tre anni fa, il 5 aprile 2016, moriva Giuseppe Tacconi, antifascista, presidente dell'Anpi di Nepi.
Tutte le persone che lo hanno conosciuto ne recano in cuore luminoso il ricordo.
Era un fine intellettuale e un rigoroso militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.
Era una persona di squisita gentilezza e di sorgiva generosita'.
E' stato un onore grande essere stati suoi compagni di lotta, averne condiviso l'impegno e l'amicizia.
E' anche nella fedelta' alla sua testimonianza che oggi chiamiamo ogni persona di volonta' buona a insorgere contro il fascismo che torna.
E' anche nella fedelta' alla sua testimonianza che oggi chiamiamo ogni persona di volonta' buona a insorgere contro la violenza razzista.
E' anche nella fedelta' alla sua testimonianza che oggi chiamiamo ogni persona di volonta' buona a insorgere contro i crimini contro l'umanita' e l'attentato contro la Costituzione commessi dal governo razzista e golpista.
E' anche nella fedelta' alla sua testimonianza che oggi chiamiamo ogni persona di volonta' buona a insorgere in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
E' anche nella fedelta' alla sua testimonianza che oggi chiamiamo ogni persona di volonta' buona a insorgere in difesa della Costituzione della Repubblica italiana scritta col sangue dei martiri della Resistenza.
E' anche nella fedelta' alla sua testimonianza che oggi chiamiamo ogni persona di volonta' buona a insorgere in difesa della democrazia, della civilta', dell'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La Resistenza continua nella nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

6. UN CANNIBALE NON PUO' GOVERNARE, UN RAZZISTA NON PUO' FARE IL MINISTRO

Un cannibale non puo' governare
un razzista non puo' fare il ministro

il governo attuale razzista e golpista
che omette di soccorrere i naufraghi in mare
effettuale complice dei lager libici
effettuale fautore della riduzione in schiavitu'
turpe persecutore di innocenti inermi

il governo attuale razzista e golpista
e' un governo criminale e in quanto tale
non e' un governo legittimo in un paese
democratico retto da leggi e costumi civili
che vietano le uccisioni e le persecuzioni

il governo attuale razzista e golpista
che commette crimini contro l'umanita'
che commette attentati contro la Costituzione
che commette e propaganda disumanita'
che pretende impunita' per i suoi crimini

il governo attuale razzista e golpista
non rappresenta la volonta' popolare
non rispetta le leggi che salvano le vite
non riconosce l'umana dignita'
e' una feroce banda criminale

insorgere occorre con la nonviolenza
per far cessare i crimini razzisti

insorgere occorre con la nonviolenza
per cacciare il governo razzista e golpista

insorgere occorre con la nonviolenza
in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani
in difesa della legalita' che salva le vite
in difesa della Costituzione antifascista
in difesa della civilta'
in difesa dell'umanita' che e' una.

7. "NANNI SALIO NEL RICORDO DELLE PERSONE AMICHE". UN INCONTRO A VITERBO

La mattina di sabato 6 aprile 2019 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo si e' svolto un incontro di commemorazione, studio e riflessione su: "Nanni Salio nel ricordo delle persone amiche", dedicato alla figura, all'azione e alle opere dell'illustre studioso e militante della nonviolenza deceduto nel 2016, muovendo dal recente libro che raccoglie le testimonianze su di lui di molti suoi amici: Centro Studi Sereno Regis (a cura di), Quel piccoletto con zaino e bicicletta. Nanni Salio: racconti e ricordi di persone che lo hanno conosciuto, Torino 2018, pp. 312, euro 14.
Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune delle testimonianze raccolte nel volume ed e' stata ricostruita la figura e l'opera scientifica, educativa e militante del grande peace-researcher ed amico della nonviolenza.
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Come di consueto negli incontri che si svolgono presso la struttura nonviolenta viterbese in questi mesi, nel ricordo di Nanni Salio le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Nel ricordo di Nanni Salio le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Nel ricordo di Nanni Salio le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Nel ricordo di Nanni Salio le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di Nanni Salio le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso gli appelli all'Unione Europea ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Un breve profilo di Nanni Salio redatto da Paolo Macina e pubblicato su Wikipedia
Giovanni Salio (Torino, 24 dicembre 1943 - primo febbraio 2016) e' stato un attivista, ambientalista e pacifista italiano. Si e' occupato di ricerca, educazione e azione per la pace, ed e' stato tra le voci piu' autorevoli della cultura nonviolenta in Italia. L'attivismo politico: Giovanni Salio si e' appassionato fin da giovane all'antimilitarismo, aderendo a 19 anni al Movimento Antimilitarista Italiano. Negli anni '70 ha partecipato con altri attivisti del Movimento Internazionale della Riconciliazione e del Movimento nonviolento alle lotte per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare; in seguito ad alcune manifestazioni per le vie del centro di Torino con cartelli che recavano scritte in favore degli obiettori, fu denunciato insieme ai pacifisti Domenico Sereno Regis, Vito Bologna, Giovanni Pellissier, Piercarlo Racca, Alberto Perino, Giuseppe Marasso, Gian Antonio Bottino ed Enrico Vanesia e arrestato il 4 novembre 1971 al termine di una manifestazione di protesta durante l'alzabandiera in Piazza Castello. Il processo nei loro confronti, per vilipendio alle Forze Armate e alla bandiera nazionale, ed istigazione dei militari a disobbedire alle leggi inizio' il 17 ottobre 1972 e riscosse una discreta eco perche' in Parlamento si stava discutendo la legge che regolamentera' l'obiezione di coscienza. Gli imputati furono difesi dagli avvocati torinesi Giampaolo Zancan e Maria Magnani Noya, cui si aggiunse in seguito Bianca Guidetti Serra con il sostegno del magistrato Rodolfo Venditti. Nonostante la promulgazione della legge 772/72 che riconosceva l'obiezione di coscienza al servizio militare, la Corte d'Assise di Torino nel settembre 1975 condanno', con pene dai sei ai nove mesi di carcere, sette dei nove pacifisti (Salio fu scagionato per insufficienza di prove), cui segui' la piena assoluzione per tutti in Corte d'Assise d'appello. Laureatosi in Fisica, divento' ricercatore nella facolta' dell'Universita' di Torino (per la quale fu docente dal 1980 al 2000) e cerco' di coniugare i suoi studi all'impegno politico: erano infatti gli anni della guerra fredda e del pericolo dell'olocausto nucleare. Nel 1982 aderi', insieme al altri 800 scienziati tra cui l'amico Antonino Drago, alla nascita dell'Unione Scienziati Per Il Disarmo (Uspid), che aveva l'obiettivo di fornire informazione e analisi sul controllo degli armamenti e il disarmo. Con Drago pubblico' nel 1983 un libro (Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare) destinato a diventare il pamphlet di riferimento degli scienziati contro la bomba atomica. Nel 1982 aderi' anche alla Campagna di obiezione alle spese militari di cui divento' promotore e per la quale subi' un pignoramento. Nel maggio 1985 si candido' per le Liste Verdi al consiglio comunale di Torino. Primo dei non eletti, fece parte del consiglio dopo la rinuncia di Franca Rame e lascio' il posto al secondo dei non eletti un anno dopo, secondo la regola di rotazione concordata all'interno del partito. Il Centro Studi Domenico Sereno Regis: Nel 1982 Salio fondo' a Torino, insieme a Domenico Sereno Regis, Franco Sgroi e Piercarlo Racca, un centro studi e documentazione per l'analisi delle azioni dirette nonviolente. Dopo la morte di Sereno Regis, nel gennaio 1984, il centro venne a lui dedicato e Salio ne divento' presidente, carica che ricopri' fino alla morte. Il Centro studi "Domenico Sereno Regis", diventato punto di riferimento per il mondo pacifista torinese, e' dotato di biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente e sviluppo e nel 2014 ha ottenuto il riconoscimento dalla Soprintendenza per i beni archivistici del Piemonte e Valle d'Aosta, di "Archivio di interesse storico particolarmente importante". Tra le varie attivita', il centro ha sperimentato, dal 1998 al 2008 in collaborazione con il Comune di Torino e l'associazione Telefono Rosa, un servizio di controllo non armato del territorio con l'utilizzo di obiettori di coscienza in servizio civile, chiamato presenza amica, nei luoghi in cui (parco del Valentino e dintorni di Piazza Vittorio Veneto) si erano manifestati casi di aggressione alle donne. Nel 2012 il Centro Studi Sereno Regis ha acquistato e rimesso in funzione i locali che ospitarono, dal 1907, la prima sala cinematografica di Torino. E' nato cosi' Irenea, un luogo in cui il centro propone attivita' inerenti il rapporto tra cinema e pace. Nel corso delle ristrutturazioni sono emersi i resti di una chiesa risalente all'anno Mille, poi chiusa nel XV secolo, dedicata ai santi Simone e Giuda, la cui abside e' visibile dal pavimento vetrato di uno dei locali del cinema. Legato a Irenea e' il Premio cinematografico "Gli occhiali di Gandhi", assegnato dal 2011 al regista che nel corso del Torino Film Festival presenti il miglior film con contenuti culturali nonviolenti. L'attivita' di peace research: In seguito al consolidamento delle attivita' del Centro Studi Sereno Regis e all'acquisto dei locali presso cui viene adibita la nuova sede, Salio approfondi' a livello teorico le attivita' di peace research. Inizio' una collaborazione con la casa editrice del Gruppo Abele per la quale fu membro di redazione e per cui curo' la sezione dedicata all'educazione alla pace dal 1982 al 2012. Grazie a questa collaborazione vennero tradotti in Italia alcuni teorici del pacifismo e dell'ecologismo come Johan Galtung, Theodor Ebert, Gene Sharp e Arne Naess. Salio conobbe Johan Galtung, sociologo e matematico norvegese padre della Peace Research, nel 1982; ne condivise gli approcci tanto da diventare segretario, dal 1991, del Peace Research Institute (Ipri), fondato nel 1977 da Mario Borrelli, Antonino Drago e Giuliana Martirani e affiliato all'Ipra e lo porto' a pubblicare per la Ega le sue opere piu' importanti. Quando Galtung fondo' nel 1996 la rete Transcend per la trasformazione nonviolenta dei conflitti, Salio ne entro' a far parte come membro esperto, mettendo il Centro Studi Sereno Regis a disposizione per le attivita' italiane delle rete. Salio guido' anche la facolta' di scienze politiche dell'Universita' di Torino a conferire al sociologo, nel gennaio 1998, una laurea honoris causa per le sue battaglie in nome della pace. A partire dal quell'incontro, le iniziative sulla peace research cui Salio partecipo' si moltiplicarono: nel 1988 entro' a far parte della segreteria scientifica del "Progetto nazionale di ricerca sulla difesa popolare nonviolenta"; nel 2001 fece aderire il centro Sereno Regis alla creazione del Centro Interateneo di Studi per la Pace (Cisp) fondato dall'Universita' di Torino, dall'Universita' del Piemonte Orientale e dal Politecnico di Torino con la finalita' di promuovere, coordinare e svolgere studi e ricerche sui temi della pace e della guerra; venne chiamato come docente, dal 2006 al 2007, al master internazionale di peacekeeping promosso dall'Onu e attivato dalla facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Torino; venne inoltre eletto, in qualita' di membro esperto, dal 2008 al 2009, nel Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito dal Ministero della Solidarieta' Sociale. Varie istituzioni che si occupano della formazione degli obiettori di coscienza al servizio militare (Scuola di pace di Boves, Scuola di pace "Ernesto Balducci" di Torino, Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace di Rovereto, Scuola di Formazione alla Protezione Civile della Regione Piemonte, Coordinamento Comasco per la Pace) lo coinvolsero nelle attivita' di docenza. Nel corso degli anni ha collaborato continuativamente con riviste quali "Azione nonviolenta", "Satyagraha" ed "Ecole". Opere di Nanni Salio: Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, ed. Movimento Nonviolento, Perugia 1983; Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983; Giovanni Salio, Antonino Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Le centrali nucleari e la bomba: un legame pericoloso, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Progetto di educazione alla pace (10 fascicoli), Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1991; Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la pace: vol. I. Le ragioni e il futuro, vol. II. Gli attori principali, vol. III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989; cura di Fritjof Capra, Il Tao della fisica, Adelphi, Milano, 1989; Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991; (con altri), Domenico Sereno Regis, ed. Satyagraha, Torino 1994; Il potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995; Gandhi. Economia gandhiana e sviluppo sostenibile. Catalogo della mostra (a cura di), Seb27, Torino 2000; Elementi di economia nonviolenta, ed. Movimento Nonviolento, Verona 2001; G. Salio, D. Filippone, G. Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001; Giovanni Salio, Gianfranco Bologna, Il futuro di noi tutti, saggio introduttivo a Scenari del XXI secolo, Grande Dizionario Enciclopedico Utet, Torino, 2005, e di Sara' il secolo della nonviolenza?, ibidem;  Giovanni Salio, Carla Toscana, Gandhi: pensieri sulla civilta' moderna, la religione, la nonviolenza, Red, Milano, 2008; autore delle voci: Guerra e ambiente e Proliferazione nucleare in Giuseppe Gamba e Giuliano Martinetti, Dizionario dell'ambiente, Isedi, Torino, 1995; autore della voce: Il futuro dell'ambiente per l'Enciclopedia del XXI secolo, Utet, Torino 1999.

8. QUOUSQUE TANDEM

Ancora una volta il governo italiano ha reiterato il reato di omissione di soccorso impedendo a una nave che aveva soccorso dei naufraghi e che si trovava nelle vicinanze di Lampedusa di portare a termine il salvataggio sbarcandoli nel piu' vicino porto sicuro.
Ancora una volta il governo italiano reitera un reato aggravato dal razzismo, come accade ormai da mesi e mesi.
Da mesi e mesi il governo italiano commette crimini razzisti violando convenzioni internazionali, leggi ordinarie, la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
*
E per elencarli una volta ancora, i crimini commessi dal governo italiano:
1. omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
2. conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte;
3. persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza";
4. sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo;
5. reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
6. reterata violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
Questi i fatti, i tragici fatti.
*
Cosa attendono ancora le competenti magistrature ad intervenire?
Cosa attendono ancora le istituzioni internazionali di cui l'Italia fa parte ad intervenire?
Cosa attende ancora il popolo italiano ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per far cessare questi crimini razzisti, questi crimini contro l'umanita'?

9. IL MINISTRO PLENIPOTENZIARIO AL MERCATO DEGLI SCHIAVI IN ALTO MARE

I.

La femmina e il cucciolo li prendiamo
il nostro e' un popolo sentimentale
siamo il paese del melodramma
neppure il duce riusci' a raddrizzarli
e poi le femmine sono un genere che tira
il nostro e' un popolo di latin lover
e i ragazzini metti poi si perdono
magari se ne cava qualche cosa
con la richiesta d'organi che c'e'
il maschio no qui proprio non ci serve
se lo prendano i crucchi se gli garba
che dicono che dicono i baluba?
dicono che non vogliono dividersi?
dicono che sono una famiglia?
da quando in qua i selvaggi 'ste pretese?
da quando in qua chi e' schiavo mette becco?
che non lo sanno che ci basta un fischio
non dico altro ci siamo capiti.

II.

Nusmundia e' il paese che amo
anche i terroni per quanto fanno schifo
e i confini della patria io li difendo
con il sangue se occorre con il sangue
dei clandestini invasori con il sangue
nero che sporca il mare nostro e dico
che ci dovrebbero risarcire il danno
morti di fame e bestie tutti quanti
gli piacerebbe di venire qui
gli piacerebbe di rubare il pane nostro
gli piacerebbe la ferrari e il risotto
e invece trovano il governo tosto
del cambiamento la manovra del popolo
le nuove leggi in difesa della razza
e' legge di natura l'inferiore
deve perire perche' il forte viva
e noi modestamente siamo i forti
per questo ci vota la gente
per questo e per vedere il sangue.

III.

Fuggono dalla guerra? vigliacchi
combattessero invece a casa loro
se una casa loro poi ce l'hanno
perche' chi ce la vuole certa gente
che fugge fugge fugge finche' sbatte
fuggono dalla fame? e perche' invece
non s'ingegnano a farsi un capannone
la fabrichetta e poi l'azienda loro?
la verita' e' che non hanno voglia
di lavorare e aspettano la pacchia
ma qui la pacchia bamboli e' finita
(mo' lo ridico che quando lo dico
c'e' sempre lo scrosciare degli applausi)
signori buggiaroni qui la pacchia
finita e' fernuta stop kaputt

IV.

'Sta lagna poi del diritto d'asilo
mo' m'ha stufato quale asilo e asilo
all'eta' loro vogliono l'asilo?
lo dicono da soli che non sono
che un branco d'ignoranti e d'incapaci
buoni soltanto a coglier pomodori
se c'e' la frusta che li tiene svegli
buone soltanto al piu' antico mestiere
se c'e' il pappone che le piazza alle piazzole
la civilta' signori si guadagna
col merito perche' e' sapienza antica
che la natura non da' pasti gratis
e figurarsi se li offriamo noi
con la crisi che c'e' qui a casa nostra.

V.

Dicono i comunisti che il governo
e' responsabile dei morti in mare?
che glielo ho detto io di affogarsi?
se sono cosi' fessi affari loro.

Dicono i comunisti che il governo
perseguita gli inermi e gli innocenti?
se erano innocenti se ne stavano
a casa loro e invece guarda un po'.

Dicono i comunisti che il governo
e' razzista e fascista? io gli rispondo
che tutto quello che gli esce di bocca
dovrebbe uscirgli da un altro orifizio.

Dicono i comunisti che il governo
e' criminale e tutte quelle balle?
non perdo tempo con i comunisti
finche' il paese non e' liberato
da tutti i clandestini e judenrein.

10. RICORDANDO LE VITTIME DELL'ORRORE DI 25 ANNI FA IN RUANDA OPPORSI OGGI AL RAZZISMO E A TUTTE LE UCCISIONI E LE PERSECUZIONE

Ricorrendo il venticinquesimo anniversario dell'inizio del massacro in Ruanda, domenica 7 aprile 2019 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo sono state commemorate tutte le vittime della furia razzista.
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio.
E' stata poi ricostruita nei suoi elementi essenziali quella immane tragedia, ed e' stato altresi' analizzato nei suoi tratti salienti, nei suoi caratteri di lungo periodo e nelle sue rotture, il piu' ampio quadro storico e geopolitico di allora e di oggi.
L'incontro e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che dal ricordo delle vittime ha tratto alcune esortazioni per l'impegno necessario oggi.
*
Nel ricordo delle vittime innocenti che a centinaia di migliaia furono allora sterminate, opponiamoci oggi al razzismo e a tutte le persecuzioni, alle guerre e a tutte le uccisioni, a tutte le violenze e a tutte le oppressioni; difendiamo oggi i diritti umani di tutti gli esseri umani, difendiamo oggi l'intero mondo vivente casa comune dell'umanita' che e' una.
Occorre contrastare tutte le ideologie, le strutture e le manifestazioni della violenza: cominciando col contrastare il maschilismo, il razzismo, il militarismo; cominciando col contrastare l'imperialismo, il colonialismo, lo schiavismo; cominciando col contrastare l'interminabile rapina attuata dai poteri dominanti del Nord ai danni dei popoli del Sud del mondo; cominciando col contrastare un modo di produzione che per massimizzare l'arricchimento di una esiguissima minoranza senza scrupoli non esita a sfruttare ferocemente, a ridurre in miseria, e finanche a mandare a morte innumerevoli esseri umani innocenti ed inermi e a devastare irreversibilmente la biosfera.
Consapevole di tutto cio' ogni persona di volonta' buona si impegni oggi a porsi alla scuola del pensiero e delle pratiche del movimento di liberazione delle donne, si ponga oggi alla scuola della teoria e della prassi della nonviolenza, e con la forza della verita' agisca per contrastare la violenza, agisca per salvare le vite, agisca per il bene comune dell'umanita' intera.
Solo il bene puo' sconfiggere il male.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
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Nel ricordo delle vittime del massacro in Ruanda le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Nel ricordo delle vittime del massacro in Ruanda le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita' con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Nel ricordo delle vittime del massacro in Ruanda le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Nel ricordo delle vittime del massacro in Ruanda le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo delle vittime del massacro in Ruanda le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso gli appelli all'Unione Europea ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 321 dell'8 ottobre 2019
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