[Nonviolenza] Archivi. 320
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- Date: Mon, 7 Oct 2019 11:58:40 +0200
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 320 del 7 ottobre 2019
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di aprile 2019 (parte prima)
2. Parla il ministro dell'onore della stirpe
3. Rileggendo "Il principio responsabilita'" di Hans Jonas. Un incontro di studio a Viterbo
4. Ricorre domani l'anniversario della scomparsa di Jean Goss
5. "Qui fecit misericordiam in illum". Alcune parole dette a Viterbo il primo marzo 2019 in occasione dell'incontro con padre Alex Zanotelli
6. "Umanita', mondo vivente, nonviolenza". Alcune parole dette il 15 marzo 2019 a Viterbo
7. In memoria di don Giuseppe Morosini, presbitero e partigiano
8. Esercitazione al pogrom
9. Cosa fare della Nato
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2019 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2019.
2. PARLA IL MINISTRO DELL'ONORE DELLA STIRPE
'Ste donne cor cervello de gallina
pretenneno uguajanza e libberta'.
S'e' mmai sentita robba piu' cretina?
Puzza de communismo e d'empieta'.
E' legge naturale eppoi divina
che quarcheduno ha da comanna'
l'omo comanna sopra la sbarbina
er ricco su cchi ha da fatica'.
Domineddio comanna a tutto 'r monno
poi vene 'r president'americano
poi c'e' la mafia che nun cia' mmai sonno
poi c'e' la Nato poi c'e' ll'ariano
er maschio er bba' 'r marito lo sbinnonno
e la femmina e' mmeno de 'n tafano.
3. RILEGGENDO "IL PRINCIPIO RESPONSABILITA'" DI HANS JONAS. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Si e' svolto la mattina di lunedi' primo aprile 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio muovendo dal libro "Il principio responsabilita'" di Hans Jonas, di cui sono state lette e commentate alcune pagine dopo aver illustrato la figura e il pensiero dell'autore e l'insieme dei contenuti dell'opera.
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Una breve notizia su Hans Jonas
Hans Jonas e' nato a Moenchengladbach nel 1903, e' stato allievo di Heidegger e Bultmann, ed uno dei massimi studiosi dello gnosticismo. Nel 1933 si e' trasferito dapprima in Inghilterra e poi in Palestina, dal 1949 ha insegnato in diverse universita' nordamericane, dedicandosi a studi di filosofia della natura e di filosofia della tecnica. E' uno dei punti di riferimento del dibattito bioetico. Al suo "principio responsabilita'" si ispirano riflessioni e pratiche ecopacifiste, della solidarieta', dell'etica contemporanea. E' scomparso nel 1993.
Opere di Hans Jonas: sono fondamentali Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1993; la raccolta di saggi filosofici Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il Mulino, Bologna 1994; Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino 1997; Organismo e liberta', Einaudi, Torino 1999; una raccolta di tre brevi saggi di autobiografia intellettuale e' Scienza come esperienza personale, Morcelliana, Brescia 1992. Si vedano anche Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il melangolo, Genova 1995, e La filosofia alle soglie del Duemila, Il melangolo, Genova 1994; cfr. anche Lo gnosticismo, Sei, Torino 1995. Un utile libro di interviste e conversazioni e' Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000.
Opere su Hans Jonas: si vedano i testi segnalati nel saggio di Vallori Rasini: "Recenti sviluppi nella ricezione di Hans Jonas: una rassegna bibliografica", riportato ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 1449 del 15 ottobre 2006; si veda anche la parte su Jonas in AA. VV., Etiche della mondialita', Cittadella, Assisi 1996, e la bibliografia critica li' segnalata; per un profilo sintetico ed una ampia nota bibliografica, cfr. anche Giovanni Fornero, "Jonas: la responsabilita' verso le generazioni future", nella Storia della filosofia fondata da Nicola Abbagnano, Utet, Torino 1994, Tea, Milano 1996.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso gli appelli all'Unione Europea ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
4. RICORRE DOMANI L'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI JEAN GOSS
Ricorre domani, 3 aprile, l'anniversario della scomparsa di Jean Goss, una delle figure piu' vive della nonviolenza, deceduto a Parigi il 3 aprile 1991 dopo un'intera vita dedicata alla lotta nonviolenta, all'impegno per la riconciliazione, alla difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, alla liberazione dell'umanita' da ogni violenza e da ogni oppressione.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo lo ha ricordato la mattina di martedi' 2 aprile con un incontro di commemorazione in cui sono state rievocate la figura, l'azione e la riflessione di Jean Goss e della sua compagna di vita e d'impegno Hildegard Goss-Mayr, tuttora vivente, e sono stati riletti e commentati alcuni loro interventi.
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Jean Goss, insieme alla moglie Hildegard Mayr, e' stato segretario itinerante del Movimento Internazionale della Riconciliazione (in sigla: Mir) e partecipe e suscitatore di numerose esperienze di azione liberatrice nonviolenta in varie parti del mondo.
Jean Goss e' nato a Lione nel 1912 ed e' scomparso a Parigi nel 1991; Hildegard Mayr e' nata a Vienna nel 1930 ed e' tuttora vivente (il padre, Kaspar Mayr, e' stato uno dei fondatori del Movimento Internazionale della Riconciliazione).
Tra le opere di Jean Goss e Hildegard Goss-Mayr: Une autre revolution, Cerf, Paris 1969; La nonviolenza evangelica, Edizioni La Meridiana, Molfetta (Bari) 1991; in francese cfr. anche (con Jean Lasserre), Une revolution pour tous les hommes, Centre d'Information pour l'ouverture au tiers-monde, Tolosa 1969; Evangile et luttes pour la paix, Les Bergers et les Mages, Parigi 1989; tra le opere di Jean Goss: Fede e nonviolenza, L'Epos, 2006; tra le opere di Hildegard Goss-Mayr: Come i nemici diventano amici, Emi, Bologna 1997.
Tra le opere su Jean Goss e Hildegard Goss-Mayr: si veda il libro-intervista curato da Gerard Houver, Jean e Hildegard Goss. La nonviolenza e' la vita, Cittadella, Assisi 1984, nuova edizione accresciuta, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 1994.
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All'ascolto e alla scuola di Jean Goss e di Hildegard Goss-Mayr le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
All'ascolto e alla scuola di Jean Goss e di Hildegard Goss-Mayr le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
All'ascolto e alla scuola di Jean Goss e di Hildegard Goss-Mayr le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
All'ascolto e alla scuola di Jean Goss e di Hildegard Goss-Mayr le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
All'ascolto e alla scuola di Jean Goss e di Hildegard Goss-Mayr le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso gli appelli all'Unione Europea ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
All'ascolto e alla scuola di Jean Goss e di Hildegard Goss-Mayr proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sii tu il buon samaritano.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
5. "QUI FECIT MISERICORDIAM IN ILLUM". ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO IL PRIMO MARZO 2019 IN OCCASIONE DELL'INCONTRO CON PADRE ALEX ZANOTELLI
Si e' svolto a Viterbo il primo marzo 2019 un incontro con padre Alex Zanotelli contro il razzismo e per i diritti umani di tutti gli esseri umani. All'incontro e' intervenuto anche il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini. Di seguito, ricostruita a memoria qualche giorno dopo, una sintesi del suo intervento.
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1. Solo la nonviolenza
Mi e' stato chiesto se la nonviolenza puo' efficacemente contrastare la violenza: io credo che solo la nonviolenza puo' contrastare e sconfiggere la violenza.
Chi ancora si illude di contrastare la violenza con una maggiore violenza in realta' reduplica la violenza, alla violenza si arrende, della violenza si fa stolto adoratore e seminatore.
Chi ancora crede che la violenza sia una risorsa utilizzabile per la gestione e risoluzione dei conflitti (cosi' come chi propugna il modello di sviluppo fondato sulla massimizzazione del profitto o anche solo sulla crescita illimitata della produzione e dei consumi) non si rende conto che tale posizione cozza contro i limiti del mondo vivente e mette in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita' in quest'unico luogo che abbiamo per casa comune.
La violenza non e' uno strumento, e' un nemico dell'umanita'.
Solo facendo il bene si contrasta il male.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Io credo che occorre insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Io credo che occorre insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la pace, la giustizia sociale, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa del mondo vivente, la condivisione del bene e dei beni.
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2. Aprire gli occhi
I poteri dominanti cercano di renderci ciechi dinanzi all'orrore della condizione presente dell'umanita'. Con il consumismo, con la persuasione occulta, con le tecnologie della manipolazione e della sottomissione, con la violenza diretta, strutturale, ideologica.
Dobbiamo aprire gli occhi: ed aprendo gli occhi vedere il dolore degli altri, sentire il dolore degli altri, provarne misericordia, deciderci ad agire per ridurre la sofferenza.
Dobbiamo aprire gli occhi: ed aprendo gli occhi comprendere la paura di tutti, le sue radici, i suoi usi ed abusi, e deciderci a contrastare la paura costruendo solidarieta', condivisione, fiducia, speranza.
Dobbiamo aprire gli occhi: ed aprendo gli occhi riconoscere la realta', la terribile realta' che abbiamo di fronte; e solo quando la riconosciamo possiamo contrastarne la violenza.
La realta' di un pianeta globalizzato nel segno della massimizzazione del profitto ai danni della vita, della dignita' e dei diritti degli esseri umani e della biosfera; la realta' di un potere economico (e sempre meno manifatturiero e sempre piu' finanziarizzato) sfruttatore e rapinatore, di un potere politico che sempre piu' si fa totalitario, di un potere militare che tiene in condizioni di miseria e schiavitu' l'immensa maggioranza dell'umanita', di un potere tecnologico che ottunde i pensieri ed ingabbia le azioni, di un potere mediatico che rende stupidi e malvagi. E questi poteri costituiscono un'alleanza oppressiva, si saldano in un sistema di dominazione che sta portando l'umanita' e il mondo vivente alla catastrofe.
Chi ha la mia eta' ricorda con gratitudine le illuminanti analisi e riflessioni di Enrico Chiavacci su questi argomenti.
La realta' italiana odierna e' parte di questo sistema di dominazione, di asservimento, di distruzione.
E nella realta' del pianeta globalizzato cosi' come nel microcosmo della realta' italiana il razzismo come ideologia e come prassi e' punta di lancia del sistema di potere, delle sue strategie discorsive, della sua costruzione del consenso, della sua azione di frammentazione, atomizzazione, anomizzazione ed asservimento della societa', della sua opera imbarbaritrice, della sua organizzazione totalitaria.
Questo vediamo: il razzismo, il nazismo che torna. Perche' a questo assistiamo oggi in Italia: a un governo razzista e golpista; a questo assistiamo oggi in Italia: al nazismo che torna. Come scrisse Bertolt Brecht: anche se la lotta dei popoli riusci' a sconfiggere quel mostro, il ventre di quella bestia era ed e' ancora fecondo.
Se apriamo gli occhi questo vediamo.
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3. Il nazismo che torna
Aprire gli occhi significa vedere il nazismo che torna.
E valga il vero.
Torna con l'istigazione sfrenata all'odio razzista, che ha goduto dell'effettuale complicita' di una lunga sottovalutazione. Ricordo ancora l'episodio del bambino viterbese che tanti anni fa, agli albori del fenomeno leghista, venne torturato da suoi coetanei in un paesino del Veneto in quanto "terrone", e ricordo ancora anche la dichiarazione grottesca e insieme rivelatrice dell'allora sindaco di Viterbo che commento': "Terroni noi? ma se siamo a nord di Roma". Troppi non volevano vedere cio' che gia' allora stava fermentando, troppi non volevano capire, e troppi non vollero agire per contrastare proclami, atteggiamenti ed atti di cui oggi vediamo con flagrante evidenza gli esiti delittuosi.
Quell'istigazione all'odio razzista oggi viene svolta dallo stesso ministro plenipotenziario che appena qualche anno fa vomitava teppistici insulti contro meta' degli italiani, ed oggi pretende tutti cooptarli e contagiarli nell'odio contro il capro espiatorio del momento.
Aprendo gli occhi questo vediamo: il nazismo che torna.
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, l'omissione di soccorso dei naufraghi?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, l'infame aggressione e il virulento sabotaggio contro i soccorritori volontari che salvano vite nel Mediterraneo?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, la volonta' di respingere i superstiti che cercano salvezza in Europa nei lager libici in cui hanno subito sevizie inaudite?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, la persecuzione razzista di innumerevoli innocenti e il favoreggiamento della loro riduzione in schiavitu'?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, la sistematica violazione della Costituzione della Repubblica italiana, con il commettere e per commettere crimini razzisti?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, la commissione di crimini contro l'umanita' e l'attentato contro la Costituzione che da mesi e mesi il governo attua con la sua politica razzista e disumana, criminale e criminogena?
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4. L'orrore del "decreto sicurezza della razza"
Gia' prima Paola e Carlo ed Alex e Piero hanno detto parole nitide e necessarie sul delittuoso ed infame "decreto sicurezza della razza".
Di esso vorrei segnalare ancora una volta solo il primo dei molti profili di incostituzionalita', solo il primo dei molti aspetti criminali e criminogeni, solo il primo dei suoi caratteri palesemente disumani, solo il primo elemento costitutivo del tentativo scellerato e obbrobrioso di imporre un regime di apartheid nel nostro paese: l'abolizione de jure e de facto della protezione umanitaria per migliaia e migliaia e migliaia di persone innocenti, che il "decreto sicurezza della razza" priva di diritti fondamentali, getta letteralmente in mezzo a una strada, privandoli di residenza e di abitazione, di accesso alla pienezza dei servizi educativi, sanitari e assistenziali, del diritto al lavoro e a una vita degna; che tratta come scarti, come rifiuti, come non-persone da annientare.
La conseguenza immediata di questo mostruoso "decreto sicurezza della razza", della sua immane violenza nazista, e' che centinaia di migliaia di persone del tutto innocenti, del tutto inermi, stanno subendo una tremenda privazione di diritti fondamentali.
Come sopravviveranno queste centinaia di migliaia di persone innocenti ed inermi?
E' una domanda cruciale, la ripeto: come sopravviveranno?
La maggior parte, l'immensa maggior parte di loro, sara' vittima della schiavitu', dei poteri criminali, dell'emarginazione e della disperazione.
E certo una esigua minoranza, piu' aggressiva e piu' disperata, postasi alla scuola dei persecutori e fattasi specchio di essi, come quell'umanita' terminale intravista da Svevo al termine della Coscienza di Zeno, diventera' a sua volta criminale. Ed additando quella minoranza di criminali che esso stesso avra' creato il governo razzista allora dira', avete visto? lo dicevamo che se gli avessimo tolto tutto sarebbero diventati dei bruti di cui aver paura, e cosi' la profezia si autorealizza, il disegno hitleriano si compie ancora una volta.
Chi apre gli occhi dinanzi a questo orrore sa quale sia il suo dovere: impedire che questo orrore si compia; opporsi alla disumanizzazione dell'umanita'; contrastare la violenza nazista del governo razzista e golpista.
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5. L'apartheid globalizzato
La cosiddetta globalizzazione neoliberista e' anche intrinsecamente la globalizzazione di un regime di apartheid.
Ricordo che quando in anni lontani coordinavo per l'Italia la piu' vasta campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, andavo ripetendo per ogni dove che l'apartheid non era un anacronistico residuo di tempi passati che sarebbe scomparso da se'; al contrario: era ed e' un fenomeno politico del presente e un progetto sociale ed istituzionale per il futuro, coerente con la societa' dello sfruttamento e del consumismo senza limiti, la societa' della globalizzazione attuale in cui un'esigua minoranza di privilegiati si appropria con la forza e dissipa freneticamente la maggior parte dei beni del mondo e tiene schiava l'enorme maggioranza dell'umanita' con la forza delle armi e degli apparati ideologici ed istituzionali, con la violenza strutturale e culturale, col pieno dispiegamento delle piu' innovative tecnologie della manipolazione e dell'asservimento, dell'alienazione e della devastazione.
A questo oggi siamo: al tentativo flagrante di imporre un regime di apartheid in Italia, di imporre un regime di apartheid globale nel mondo.
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6. Capitalismo, colonialismo, imperialismo: rapporto tra Nord e Sud del mondo, ecocidio
Del resto questo progetto di dominazione e' coerente con l'inizio stesso della fase storica fondata sul modo di produzione ancor oggi al potere.
La fase che si apre alla fine del Quattrocento con l'accumulazione originaria del capitale in Europa attraverso la conquista dell'America, il genocidio degli indios, la riduzione in schiavitu' di forza lavoro africana deportata in America; il modo di produzione capitalistico connotato fin dall'inizio dal razzismo, dal colonialismo, dall'imperialismo, dalla riduzione in schiavitu' della forza-lavoro, dalla rapina, dalla devastazione, dall'etnicidio e dal genocidio.
Ed oggi, dopo il secolo breve dei genocidi, delle guerre di sterminio, dei totalitarismi, noi sappiamo cosa mascheri la parola "globalizzazione": di quale strutturale violenza essa sia definizione che insieme occulta e disvela i reali rapporti di proprieta' e di produzione e riproduzione sociale, rapporti di potere oppressivo che implicano una crescente disumanizzazione e che cozzano coi limiti naturali del mondo vivente.
Noi sappiamo quindi quali siano le cause strutturali delle migrazioni: poiche' la fuga dai luoghi in cui vivere una vita degna non e' piu' possibile, questa tragica e vertiginosa fuga e' diretta conseguenza del sistema di potere che in quei luoghi ha imposto rapina e schiavitu', esaurimento di fondamentali risorse, rottura e denegazione delle culture tradizionali e degli equilibri ecologici, degli istituti della convivenza e dei legami di solidarieta', e desertificazione, imposizione di regimi assassini, gli effetti immediati degli sconvolgimenti ambientali provocati da un modello di sviluppo globale che sta intaccando le fonti stesse della vita, che sta ferendo a morte il mondo vivente di cui l'umanita' stessa e' parte.
Dobbiamo contrastare questi crimini.
E dobbiamo dunque riconoscerci una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune del'umanita' intera; dobbiamo riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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7. Prince Jerry Igbinosa
Qualche settimana fa alla stazione ferroviaria di Tortona si e' tolto la vita, gettandosi sotto un treno, un giovane di origine nigeriana, laureato in chimica, da anni in Italia, impegnato nella solidarieta', stimato ed amato da quanti lo conoscevano e lavoravano con lui; il suo nome: Prince Jerry Igbinosa.
Il motivo del suo terribile gesto: essere stato privato della protezione umanitaria cui aveva pieno diritto; conseguenza diretta del "decreto sicurezza della razza" imposto dal governo della disumanita'.
Appena mi raggiunse la notizia, mi richiamo' alla memoria la morte di Jan Palach, il giovane studente socialista e libertario di Praga: come Jan Palach si tolse la vita per denunciare una brutale, disumana violenza e risvegliare le coscienze, cosi' anche la morte di Jerry Prince denuncia una brutale, disumana violenza e deve risvegliare le coscienze.
La morte di Jerry Prince dovrebbe farci insorgere tutti per contrastare la violenza razzista del governo italiano.
In una lettera che scrissi nell'immediatezza della notizia aggiungevo che "le persone di coscienza si chiedono spesso cosa avrebbero fatto se fossero vissute nella Germania hitleriana. Io credo che dovrebbero, che dovremmo chiederci cosa stiamo facendo oggi qui, mentre degli esseri umani innocenti vengono lasciati morire in mare senza soccorso, mentre degli esseri umani innocenti vengono respinti verso i lager libici, mentre degli esseri umani innocenti subiscono le abominevoli persecuzioni razziste imposte dal governo italiano. E' oggi, e' qui, che dobbiamo contrastare la violenza razzista, che dobbiamo opporci al nazismo che torna".
La morte di Prince Jerry Igbinosa, cosi' simile al rogo di Jan Palach, avrebbe dovuto suscitare un'insurrezione morale nonviolenta nel nostro paese, invece essa e' stata sostanzialmente occultata dai mass-media, e l'opinione pubblica e' restata ignara e indifferente.
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8. La politica prima
Si pone drammatico e urgente il problema che "che fare".
Ed a questo proposito sovviene un'antica storia inscatolata in un'altra antica storia: e' raccontata in Luca, 10, 25-37. Ne ricordo a memoria il testo latino della Vulgata.
Viene chiesto a una persona buona cosa bisogna fare per essere una persona giusta, e lui risponde con una domanda alla quale l'interrogante risponde a sua volta che nella Legge e' scritto di amare il Bene con tutto se' stesso e di amare il prossimo tuo come te stesso. E la persona buona dice che la risposta e' buona e che cosi' si deve fare e vivere. Ma l'interogante chiede ancora: "quis est meus proximus?". E la persona buona racconta una storia, la storia che tutte le persone qui presenti gia' conoscono, dell'uomo che sulla strada da Gerusalemme a Gerico s'imbatte' in una banda di rapinatori che dopo averlo aggredito e spogliato di ogni bene lo abbandonarono agonizzante; passarono poi una persona autorevole, poi un'altra, e non si fermarono a soccorrerlo. Passo' poi una persona che per il luogo di provenienza era vittima di pregiudizi: un samaritano. E questa persone si ferma e soccorre il ferito, se ne prende cura, non lo abbandona al dolore e alla morte, gli salva la vita. Concluso il racconto la persona buona chiede all'interrogante: "chi dei tre ti sembra sia stato il prossimo di quello che era stato vittima dei rapinatori?". E l'interrogante: "Qui fecit misericordiam in illum". E allora quella persona buona che si chiamava Gesu' di Nazareth conclude: "Va' e fa' lo stesso".
Mi ha sempre profondamente commosso, e scosso, e interpellato questa vicenda; e mi interrogo anche, e ancora, su chi sia io oggi qui, quale parte io svolga in questo dramma che si ripete ogni giorno.
Tutto cio' che ho da dire e' questo: salvare le vite e' la politica prima; salvare le vite e' il primo dovere; salvare le vite e' il fondamento di ogni bene.
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9. Con la forza della verita', con la forza del diritto
Di fronte alla violenza razzista dispiegata, di fronte all'ecatombe nel Mediterraneo, di fronte ai lager libici, di fronte alla schiavitu' sui cigli delle strade e nelle campagne italiane, occorre decidersi a resistere. Occorre uscire dalla complicita', dall'omissione, dalla vilta', dall'infingardaggine, dalla cecita' volontaria, dalla subalternita'; occorre insorgere per la legalita' che salva le vite; occorre contrastare il nazismo che torna, contrastarlo su tutti i piani: culturale, sociale, politico, del diritto.
Ed in particolare sul piano del diritto e della democrazia, due proposte pratiche voglio ancora una volta formulare.
La prima: scrivere ai senatori affinche' non impediscano ai magistrati di processare il ministro reo confesso del delitto di sequestro di persona aggravato. Che sappiano i senatori che il popolo italiano (cui appartiene la sovranita' nel nostro paese, ai sensi dell'articolo primo della Costituzione della Repubblica) li osserva e li giudica; che sappiano che se votassero per garantire impunita' a un ministro reo confesso di un crimine razzista il popolo italiano di quel delitto li riterrebbe complici.
La seconda: scrivere al Presidente della Regione Lazio, la regione in cui la nostra citta' si trova, per chiedere che anche la Regione Lazio - come altre Rgioni hanno gia' fatto - presenti un ricorso alla Corte costituzionale contro le scellerate misure razziste ed incostituzionali, criminali e criminogene, contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Come diceva quel medico argentino e cubano, le uniche lotte che sicuramente perdi sono quelle che rinunci a fare. E se noi oggi rinunciassimo a batterci per la vita, la dignita' e i diritti delle nostre sorelle e dei nostri fratelli perseguitati, loro perderebbero forse anche la vita, noi perderemmo la nostra umanita'.
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10. Infine
Ogni vittime ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Invera la regola aurea di ogni morale: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Pace, disarmo, smilitarizzazione, condivisione del bene e dei beni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nitida e intransigente difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, nitida e intransigente difesa dell'intero mondo vivente.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Sii tu il buon samaritano.
Salvare le vite e' il primo dovere.
6. "UMANITA', MONDO VIVENTE, NONVIOLENZA". ALCUNE PAROLE DETTE IL 15 MARZO 2019 A VITERBO
In occasione della giornata dello sciopero globale per il clima il 15 marzo 2019 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio sul tema: "Diritti umani, ecologia, nonviolenza".
Di seguito, ricostruita a memoria alcuni giorni dopo, una sintesi dell'intervento conclusivo del responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.
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Una sola umanita', un solo mondo vivente
Gli innumerevoli giovani e giovanissimi che oggi in tutti il mondo hanno inondato le vie e le piazze con le loro manifestazioni ad un tempo serissime e preoccupatissime per il futuro dell'umanita' e del mondo vivente ed insieme allegrissime e gioiosissime nel modo di porsi e incontrarsi, convocano l'umanita' intera ad agire subito per il bene comune.
Noi sappiamo che occorre agire in piu' direzioni.
Agire contro la guerra e tutte le uccisioni.
Agire contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Agire contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Agire contro ogni inquinamento, contro ogni devastazione, contro ogni distruzione.
Agire contro ogni denegazione della dignita' umana.
Agire contro rapporti di proprieta' e un modo di produzione che portano l'umanita' alla catastrofe.
Agire affinche' di contro alle tendenze schiaviste, neocolonialiste, imperialiste, totalitarie ed onnimercificatrici ed onniconsumiste si affermi la solidarieta' internazionale che tutti gli esseri umani riconosce e comprende, si affermi la liberazione comune dell'umanita' da ogni violenza adempiendo la speranza che da sempre alberga nel cuore di ogni persona che nelle altre persone riconosce il proprio stesso volto, di ogni persona che sa che solo essendo umano tra umani s'invera la propria esistenza, si realizza nella sua concreta plenitudine il valore infinito che ogni persona e'.
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Alcune esperienze e riflessioni nell'Alto Lazio
Pace, giustizia sociale, liberazione dei popoli e riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, difesa della biosfera, solidarieta' concreta e operante, condivisione del bene e dei beni: costituiscono un unico impegno.
Nell'Alto Lazio da decenni a questa parte questa consapevolezza ha guidato la parte piu' autocosciente dei movimenti che hanno condotto le piu' importanti lotte ambientaliste, affermando una prospettiva complessa, globale e unificatrice, affermando la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, riprendendo e valorizzando l'approccio maieutico e cooperativo, dialogico e dialettico, fondato sul riconoscimento dell'altro e sulla condivisione del bene e dei beni, l'approccio proprio delle grandi esperienze storiche della nonviolenza, da Mohandas Gandhi a Danilo Dolci, dalle grandi lotte liberatrici del movimento operaio, socialista e libertario, alle decisive esperienze e riflessioni del movimento di liberazione delle donne, che della nonviolenza in cammino e' la corrente calda e la maggior realizzazione storica.
Con questa consapevolezza e con queste caratteristiche nell'Alto Lazio abbiamo condotto la lotta infine vittoriosa contro la costruenda centrale nucleare di Montalto, la lotta vittoriosa contro la folle e distruttiva Supercassia, la lotta vittoriosa contro lo scellerato e insensato mega-aeroporto nell'area del Bulicame; con questa consapevolezza e con queste caratteristiche nell'Alto Lazio deve proseguire la lotta contro i veleni nell'acqua da bere, la lotta contro l'avvelenamento dei laghi di Bolsena e di Vico, la lotta contro il catastrofico abuso della chimica in agricoltura, la lotta contro la dissennata speculazione edilizia.
Con questa consapevolezza e con queste caratteristiche nell'Alto Lazio abbiamo condotto le esperienze di solidarieta' con i popoli in lotta del Sud del mondo contro razzismo, colonialismo, imperialismo, alla scuola di compagni indimenticabili come Benny Nato e Giulio Girardi.
Ecologia, pace, liberazione dei popoli e delle persone, costruzione di una societa' mondiale in cui allo sfruttamento e alla rapina si sostituisca la condivisione del bene e dei beni, in cui alla violenza si sostituisca il riconoscimento, il rispetto, il dialogo, la responsabilita', la relazione di cura e la solidarieta': e' un unico impegno di cui il movimento delle oppresse e degli oppressi nelle sue esperienze e riflessioni piu' adeguate e' sempre stato consapevole.
E qui nell'Alto Lazio nelle esperienze condotte in cui abbiamo esercitato una funzione di orientamento abbiamo cercato di proporre sempre un approccio coerente e unitario, un approccio nonviolento che unisse lotta concreta e puntuale ed orizzonte globale; etica e politica; ecologia, economia, diritto, amministrazione: un'azione per il bene comune in cui si realizzasse anche una concreta gestione accudente del territorio e delle relazioni, ecopacifista ed equosolidale; che fosse anche cammino di autoeducazione come pratica della liberta' e percorso e legame di autoaiuto e di mutuo soccorso.
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Una scelta necessaria e urgente
Un'ecologia politica femminista, socialista, libertaria e nonviolenta, e' oggi la scelta necessaria per la salvezza dell'umanita'.
Un'ecologia politica che ponga le questioni cruciali in modo complesso e strutturale, nella concretezza del conflitto e nell'ampiezza della riflessione traendo ispirazione da molteplici esperienze storiche e da analisi e proposte depositate in una ormai lunga tradizione di ricerche ed elaborazioni. Da testi di riferimento come "Etica e generazioni future" di Giuliano Pontara e "Il principio responsabilita'" di Hans Jonas; dalle testimonianze di pensiero e azione di Wangari Maathai, di Chico Mendes e di Berta Caceres, dall'ecofemminismo in lotta innanzitutto nel Sud del mondo contro tutte le violenze e le oppressioni. Come anche da tante altre maestre e tanti altri maestri indimenticabili quali Ivan Illich e Murray Bookchin, Barry Commoner e Robert Jungk, James O'Connor e Carla Ravaioli, Dario Paccino e Giulio A. Maccacaro, Laura Conti ed Alex Langer, Enzo Tiezzi e Alberto L'Abate; come Jose' Ramos Regidor che fu uno degli animatori della Campagna Nord/Sud, come Marcello Cini, come Gregory Bateson.
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Tre voci
Oggi abbiamo utilizzato come avvio alla riflessione tre testi, un discorso di Greta Thunberg, un capitolo di un libro di Vandana Shiva e un'enciclica di papa Bergoglio: le parole di una bambina, la riflessione di una studiosa e militante che e' forse la piu' importante voce dell'umanita' sui temi che qui ci interessano, ed un religioso che nella sua riflessione e nella sua azione in questi ultimi anni ha saputo raccogliere le istanze fondamentali su cui il movimento delle oppresse e degli oppressi e' impegnato da decenni nella sua lotta contro la violenza onnicida dei potenti che minaccia ormai di distruzione l'umanita' intera.
Sono tre voci che ripropongono un medesimo appello: che l'umanita' intera sappia prestarvi ascolto.
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Qui e adesso: opporsi alla violenza razzista
E in questo nostro incontro ancora una volta ricordiamo innanzitutto anche le vittime del razzismo: dalle vittime delle stragi in Nuova Zelanda, a quelle dell'ecatombe nel Mediterraneo e dell'orrore dei lager libici che sono esito diretto della scellerata decisione dei governi europei di impedire a chi e' in fuga da fame e guerre di giungere in salvo qui in modo legale e sicuro; alle vittime delle condizioni di emarginazione, di abuso, di terrore, di ricatto, di vero e proprio schiavismo imposte qui in Italia a persone innocenti ed inermi.
A fronte di questo orrore dobbiamo continuare a lottare per affermare il diritto di ogni essere umano di muoversi liberamente su quest'unico pianeta casa comune dell'umanita', il diritto di giungere in modo legale e sicuro dove poter vivere una vita degna.
A fronte di questo orrore dobbiamo continuare a lottare per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese: in questi anni molte volte abbiamo ripetuto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui: vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano. Una persona, un voto. Il momento e' ora.
E molte volte in questi ultimi mesi abbiamo denunciato che l'attuale governo italiano sta commettendo crimini razzisti contro l'umanita' e con essi un abominevole attentato contro la Costituzione; che il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia; che addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte; che come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid"; che l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso; che nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico.
E molte volte abbiamo chiamato le competenti magistrature e le istituzioni internazionali di cui l'Italia fa parte, ad intervenire contro la commissione di questi crimini razzisti; cosi' come abbiamo chiamato ogni persona di volonta' buona ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per salvare le vite in pericolo, per contrastare i crimini razzisti, per ottenere che siano revocate tutte le misure razziste imposte dal governo italiano, per ottenere le dimissioni del governo della disumanita', per ottenere che i ministri macchiatisi di gravissimi crimini razzisti ne rispondano nelle aule di tribunale.
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Qui e adesso: pace e disarmo
Ed alcuni impegni ancora occorre aggiungere: che l'Italia finalmente sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017; che l'Italia cessi di fornire le bombe che fanno strage di innocenti in Yemen; che si avvii finalmente una politica di disarmo cominciando con una drastica riduzione delle scellerate spese militari e con la promozione di un'iniziativa per lo scioglimento della Nato.
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Qui e adesso: conoscenza e democrazia
Ed ancora un altro decisivo impegno aggiungere occorre: l'impegno a difendere la democrazia minacciata da epocali innovazioni tecnologiche che possono favorire in misura mai sperimentata nella storia del mondo le piu' profonde manipolazioni, la narcosi piu' demente, il totalitarismo piu' pervasivo che gia' denunciarono in opere indimenticabili Guenther Anders, Theodor W. Adorno e Max Horkheimer, George Orwell, Hannah Arendt.
E in questo impegno ricordiamo e mettiamo a frutto altresi' la testimonianza e il lascito di due indimenticabili maestri e compagni di lotte come Norberto Bobbio e Stefano Rodota'.
Pace, giustizia sociale, diritti umani, democrazia come metodo e come sistema, difesa della biosfera: costituiscono un insieme coeso, ed il contenuto reale dell'impegno cui ogni persona di volonta' buona e' oggi chiamata.
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Qui e adesso: opporsi al maschilismo
Poichi giorni fa, l'8 marzo, abbiamo riflettuto ancora una volta sul fatto che la violenza maschile contro le donne e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza; che quindi opporsi al maschilismo e' il primo impegno di ogni persona di volonta' buona impegnata per il bene comune dell'umanita'; poiche' non si da' impegno per la pace, per la giustizia sociale, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera se non si inizia dalla lotta contro la violenza maschile, che e' l'ideologia profonda, il metodo operativo e il sistema di potere che nutre ogni altra forma di sopraffazione.
Questa consapevolezza illumina e guida l'agire di ogni persona di volonta' buona che voglia ad un tempo difendere i diritti di tutti gli esseri umani ed il mondo vivente nella sua integrita'.
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Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta comune per il bene comune dell'umanita' e la difesa del mondo vivente casa comune dell'umanita' e di cui l'umanita' stessa e' parte.
Agisci verso le altre persone ed il mondo vivente cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. IN MEMORIA DI DON GIUSEPPE MOROSINI, PRESBITERO E PARTIGIANO
Il 3 aprile 1944 a Forte Bravetta i fascisti fucilavano don Giuseppe Morosini, sacerdote e resistente.
Ricorrendo l'anniversario del suo martirio, la mattina di mercoledi' 3 aprile 2019 presso presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo si e' tenuta una commemorazione della sua figura e della sua testimonianza.
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In don Morosini s'invera una volta ancora la scelta della Resistenza come scelta di amore per l'umanita', come coscienza del dovere di salvare le vite opponendosi alla violenza onnicida del nazifascismo, come impegno di solidarieta' con ogni persona oppressa e sofferente, come azione costruttiva di una societa' della condivisione fraterna e sororale del bene e dei beni, come operoso contributo al bene comune dell'intera umana famiglia.
La Resistenza antifascista oggi prosegue nella scelta nitida e intransigente della nonviolenza che a tutte le violenze si oppone in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
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Nel ricordo di don Giuseppe Morosini le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Nel ricordo di don Giuseppe Morosini le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Nel ricordo di don Giuseppe Morosini le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Nel ricordo di don Giuseppe Morosini le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di don Giuseppe Morosini le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso gli appelli all'Unione Europea ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
8. ESERCITAZIONE AL POGROM
I. Il lampo
In un lampo si sparge la voce arrivano gli italiani
sono piccoli e ladri bruni di pelle e puzzano
portano le infezioni vivono come le bestie
avvelenano col respiro se tossiscono vomitano rospi
arrivano gli italiani in un lampo si sparge la voce
Non nel nostro quartiere soffriamo gia' tanto noi
non nel nostro quartiere abbandonato da dio
non nel nostro quartiere abbiamo gia' dato e gia' dato
non nel nostro quartiere questa razza di cani e di ratti
e' l'ora di fare qualcosa di ricacciarli via
Eccoli gli italiani prolifici come conigli
ne arriva uno e gia' sono cinque dieci cinquanta
se gli offri un tozzo di pane ti morde rabbioso la mano
dal mattino alla sera gia' la fanno da padroni
insozzano rompono tutto eccoli gli italiani
Vanno fermati subito dopo e' troppo tardi
vanno fermati subito col fuoco e le catene
tornino al posto loro tornino all'inferno
i loro occhi bassi e torvi i loro sguardi unti e cattivi
il loro sorriso bavoso di belve i loro denti guasti
Qui non c'e' posto per gli italiani
che sono tutti porci e lupi e piattole e zecche
e come porci e lupi e piattole e zecche vanno trattati
con le docce e col forno con le docce e col forno nei campi
lontano da qui lontano da ogni dove gli italiani
Nelle tasche le lame respirano forte attendono l'ora
di scintillare oggi sara' battaglia finalmente
la patria ha sete di sangue la patria oggi siamo noi
arrivano gli italiani e lo sentiranno
quanto acuti sono i nostri ferri quanto friggono le nostre fiamme
II. Il ministro plenipotenziario
Sul sacro suolo della patria nostra
non metteranno piede gli italiani
che siamo noi i padroni a casa nostra
Noi siamo sempre contro la violenza
ma gli italiani sono la violenza
la testa del serpente va schiacciata
E poi basta guardarli gli italiani
i gesti i versi e come stanno in branco
si vede bene che non sono umani
Qui c'e' un governo che sa quel che fare
qui c'e' un governo che difende i cittadini
qui non c'e' posto per i clandestini
Si faccia quello che si deve fare
difendere il nostro spazio vitale
e la nostra purezza della razza
III. Giunge la sera
Giunge la sera e le televisioni
si accendono in tutte le casa perbene
sono stati ricacciati gli italiani
sono stati affogati in mare gli invasori
come moleste nidiate di animali
sono stati bruciati sul rogo i caporioni
i vagoni bestiame viaggiano in orario
verso le sabbie favolose di Libia
In questo antico e nobile reame di Nusmundia
tutto va bene come deve andare
la gente perbene non esca di casa la notte
le grida che sentite sono solo gatti in amore
i patrioti vigilano
9. COSA FARE DELLA NATO
Scioglierla e processarne i responsabili per i crimini commessi.
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Cosa fare di tutte le organizzazioni armate?
Abolirle.
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Cosa fare di tutte le armi assassine?
Distruggerle.
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Le guerre sempre e solo consistono dell'uccisione di esseri umani.
Ogni organizzazione finalizzata alla guerra e' ipso facto criminale.
Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 320 del 7 ottobre 2019
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