[Nonviolenza] Archivi. 319
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- Date: Sun, 6 Oct 2019 09:31:20 +0200
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 319 del 6 ottobre 2019
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di marzo 2019 (parte settima e conclusiva)
2. Non pirati, ma eroi
3. Carogno Mozzarecchi: La legge nova
4. Nel quarantesimo anniversario dell'incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island un incontro di riflessione a Viterbo
5. Rileggendo "Tu non uccidere" di Primo Mazzolari. Un incontro di riflessione a Viterbo
6. Breve un discorso la sera dell'8 marzo 2019
7. "Creature fatte di acqua". Una meditazione nella Giornata mondiale dell'acqua il 22 marzo 2019
8. Tre brutte copie di una dichiarazione del ministro plenipotenziario dopo le stragi nelle moschee
9. Carogno Mozzarecchi: Me so' ddeciso a ffa' 'r zuprematista
10. Tutto prima o poi viene travolto
11. Alle persone di volonta' buona una proposta di appello all'Onu (con una bozza di testo ed alcuni indirizzi utili)
12. Carogno Mozzarecchi: Le leggi ganze der governo nostro
13. Agnes Varda
14. Le nuove leggi sulla legittima difesa e sulla sicurezza della razza spiegate al popolo
15. Dal balcone di Giulietta parla il ministro plenipotenziario
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2019 (PARTE SETTIMA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2019.
2. NON PIRATI, MA EROI
Sulla base delle notizie diffuse dai mezzi d'informazione, gli aspetti sostanziali della vicenda della nave "El Hiblu 1" ci sembra possano essere riassunti cosi'.
1. I naufraghi soccorsi devono essere sbarcati in un porto sicuro.
2. Riportarli in Libia avrebbe significato non solo sbarcarli in un porto assolutamente non sicuro, ma anzi precisamente esporli a una nuova reclusione negli infernali lager libici.
3. i naufraghi soccorsi che si sono opposti a questa prospettiva hanno esercitato il loro diritto alla legittima difesa.
4. Se i governi europei non impedissero criminalmente da anni di giungere in Europa in modo legale e sicuro a persone che ne hanno pieno diritto, non vi sarebbero le mafie schiaviste dei trafficanti, non vi sarebbero i lager in Libia, non vi sarebbe l'ecatombe nel Mediterraneo.
5. Gli insorti che hanno salvato la vita propria e degli altri naufraghi impedendo che fossero ricacciati in Libia tra gli artigli degli aguzzini dei lager cui erano finalmente sfuggiti, non sono dei pirati, sono degli eroi.
6. Salvare le vite e' il primo dovere.
3. CAROGNO MOZZARECCHI: LA LEGGE NOVA
E' come l'arbero de la cuccagna
'sta legge nova che drentro casa tua
tu ammazzi a cchi tte pare e cciai raggione.
Mo' cco' la scusa de veda la partita
fo vveni' 'r mi cuggino a casa mia
(Oreste, quello ricco, no Gennaro
ch'e' micragnoso piu' de la micragna)
poi tiro fora la baiaffa e dico
mo' si nun stacche subbito 'n'assegno
te sparo e te sfraggello tutto 'r grugno
che mica ade' reato a casa mia
de manna' ar creatore chi mme pare.
Ade' la legge nova der governo
de la difesa ch'e' sempre leggittima
e io me ce difenno e ttu cce pippi.
4. NEL QUARANTESIMO ANNIVERSARIO DELL'INCIDENTE ALLA CENTRALE NUCLEARE DI THREE MILE ISLAND UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO
Nell'anniversario dell'incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island, avvenuto quaranta anni fa il 28 marzo 1979, la sera di giovedi' 28 marzo 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di riflessione cui hanno preso parte sia persone che allora erano gia' attive nel movimento antinucleare, sia persone molto piu' giovani.
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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ricordato le esperienze e le riflessioni della lotta antinucleare in Italia dagli anni Settanta ad oggi, in particolare rievocando l'esperienza dell'opposizione alla costruzione della centrale nucleare a Montalto di Castro, mettendo in evidenza i molti temi che in quella lotta si intrecciarono.
Nella ricostruzione della lotta antinucleare nell'Alto Lazio e' stata richiamata l'importanza di alcune riflessioni e pratiche specificamente nonviolente, e come siano state efficacemente utilizzate le analisi, le ricerche e le proposte dei movimenti femministi e di importanti figure della teoria e dell'azione nonviolenta, dell'ambientalismo scientifico, dell'ecopacifismo socialista e libertario (da Laura Conti a Carla Ravaioli, da Guenther Anders a Bertrand Russell, da Ivan Illich a Murray Bookchin, da Barry Commoner a Dario Paccino, da Enzo Tiezzi a Marcello Cini, da Alberto L'Abate ad Alex Langer, da Adrienne Rich a Wangari Maathai... per ricordare soltanto alcune delle principali personalita' ormai scomparse).
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Nel corso dell'incontro si e' tornati a riflettere anche su Hiroshima e Nagasaki, su Cernobyl e Fukushima, sulle vittime degli esperimenti nucleari e su quelle dei proiettili a uranio impoverito; ed in particolare si e' ancora una volta sottolineata la necessita' e l'urgenza che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Come e' stato scritto in un documento di qualche anno fa, "dopo il crimine originario di Hiroshima e dopo la tragedia apocalittica di Chernobyl e' a tutti evidente che occorre il completo disarmo nucleare e che occorre rinunciare al cosiddetto nucleare civile per varie ottime ragioni, tra cui: la sua complementarita' al nucleare militare; il pericolo che gli impianti diventino bersaglio di attentati terroristici con conseguenze terrificanti; la militarizzazione del territorio e della vita civile che cio' implica; l'inquinamento che l'utilizzo della tecnologia nucleare inevitabilmente produce; l'assoluta mancanza di sicurezza degli impianti; l'irrisolvibile problema della gestione delle scorie. Per la produzione energetica occorre utilizzare unicamente fonti pulite e rinnovabili, tecnologie sicure e non inquinanti. Il nucleare e' un crimine e una follia".
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Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
5. RILEGGENDO "TU NON UCCIDERE" DI PRIMO MAZZOLARI. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO
Venerdi' 29 marzo 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di riflessione muovendo dalla lettura e il commento del libro di don Primo Mazzolari "Tu non uccidere", uno dei testi fondamentali per una cultura della pace e della nonviolenza.
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Una breve notizia su Primo Mazzolari
Primo Mazzolari, nato nel 1890 a S. Maria di Boschetto (Cremona), ordinato sacerdote nel 1912, partecipo' alla prima guerra mondiale; parroco tra i poveri, antifascista e uomo della Resistenza, precursore del Concilio Vaticano II; nel 1949 fondo' la rivista "Adesso", svolse un'intensa attivita' di pubblicista e scrittore; e' morto a Cremona nel 1959. E' una delle figure piu' vive della nonviolenza in cammino.
Tra le opere di Primo Mazzolari: naturalmente nell'ambito che particolarmente ci interessa e' fondamentale Tu non uccidere, La Lucusta, Vicenza 1955, ora anche Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1991; si veda anche La chiesa, il fascismo e la guerra, Vallecchi, Firenze 1966. Presso La Locusta di Vicenza sono state pubblicate decine di opere di Mazzolari. Vari volumi sono stati pubblicati dalle Edizioni Dehoniane di Bologna. Viaggio in Sicilia e' stato ripubblicato nel 1992 da Sellerio.
Tra le opere su Primo Mazzolari: A. Bergamaschi, Mazzolari, un contestatore per tutte le stagioni, Bologna 1969; L. Bedeschi, L'ultima battaglia di don Mazzolari, Morcelliana, Brescia; AA. VV., Don Primo Mazzolari, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1999.
Per una piu' ampia nota biografica cfr. il n. 901 de "La nonviolenza e' in cammino"; per una bibliografia piu' ampia, il n. 898; molti utilissimi materiali sono reperibili naturalmente nel sito www.fondazionemazzolari.it
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Nel ricordo e alla scuola di don Primo Mazzolari
Nel ricordo e alla scuola di don Primo Mazzolari le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Nel ricordo e alla scuola di don Primo Mazzolari le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Nel ricordo e alla scuola di don Primo Mazzolari le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
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Un appello all'Unione Europea
Nel ricordo e alla scuola di don Primo Mazzolari le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso l'appello all'Unione Europea affinche' intervenga nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
Di seguito riportiamo il testo integrale dell'appello.
"Egregio Presidente della Commissione Europea,
da molti mesi il governo italiano commette il delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
Con il cosiddetto "decreto sicurezza" il governo italiano ha imposto misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la stessa Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid".
Ministri del governo italiano persistono in una propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Nel commettere e per commettere i summenzionati crimini razzisti il governo italiano non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana...
Questo e' cio' che accade in un paese dell'Unione Europea.
Chiediamo che l'Unione Europea intervenga nei confronti di un governo che commette flagranti crimini razzisti; chiediamo che l'Unione Europea intervenga in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere".
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
6. BREVE UN DISCORSO LA SERA DELL'8 MARZO 2019
La sera dell'8 marzo, conclusasi la manifestazione promossa da "Non una di meno" che ha attraversato le vie di Viterbo, alcune persone amiche della nonviolenza si sono incontrate per una riflessione a caldo sulla giornata.
Ricostruita a memoria questa e' una sintesi del ragionamento svolto dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani".
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Noi siamo di quelli che sanno che la violenza maschile contro le donne e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza.
E quindi sappiamo che opporsi al maschilismo e' il primo impegno di ogni persona di volonta' buona impegnata per il bene comune dell'umanita'.
Poiche' non si da' impegno per la pace, per la giustizia sociale, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera se non si inizia dalla lotta contro la violenza maschile, che e' l'ideologia profonda, il metodo operativo e il sistema di potere che nutre ogni altra forma di sopraffazione.
E cosi' quando affermiamo il dovere di opporci ad ogni volenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, questo innanzitutto intendiamo: che il pensiero e il movimento di liberazione delle donne e' la corrente calda e il decisivo inveramento storico della nonviolenza; che solo il movimento di liberazione delle donne libera l'umanita' intera.
Una riflessione onesta sulle vicende del XX secolo a questa conclusione giunge.
E giunge a questa conclusione una riflessione onesta sulle drammatiche sfide dell'ora presente, a cominciare dalla crisi ecologica.
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Anni addietro fummo tra chi promosse un appello affinche' nel nesso tra ecologia, femminismo e nonviolenza il movimento delle oppresse e degli oppressi trovasse una base d'azione politica adeguata a contrastare la violenza onnicida della cosiddetta globalizzazione neoliberista.
Quel ragionamento ci sembra ancora, ed anzi ancor piu' urgentemente, necessario.
Nell'opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, nell'opposizione al razzismo e a tutte le persecuzioni, nell'opposizione al modo di produzione fondato sulla schiavitu' e la rapina, sull'alienazione delle persone e sulla devastazione del mondo vivente, nell'opposizione alla riduzione di ogni bene a merce ed alla stessa mercificazione delle persone, nell'opposizione ad ogni rapporto predatorio e consumista, assumendo il dovere di questa necessaria opposizione a tutte queste manifestazioni di violenza, noi riconosciamo e denunciamo che esse sono forme di dominazione in cui agisce quell'"essere per la morte" proprio dell'ideologia e della prassi maschilista; nell'opposizione a queste manifestazioni della violenza maschile noi assumiamo il punto di vista e la posizione di lotta del pensiero e del movimento delle donne, che a quel sistema di relazioni violente ed in ultima istanza annichilitrici contrappone il miracolo della vita, la scelta del prendersi cura, l'universale riconoscimento di dignita', la liberazione comune dell'umanita', l'amore per il mondo vivente.
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Nelle riflessioni e nelle esperienze del movimento delle donne, dalla Wilpf alle "donne in nero", dall'"One Billion Rising" al "Me Too", da "Se non ora quando" a "Non una di meno" per ricordarne solo alcune delle piu' note, noi riconosciamo oggi il piu' solido fondamento del movimento di resistenza all'inumano, la forza trainante del movimento di liberazione dell'umanita' da ogni menzogna e da ogni oppressione, l'espressione piu' viva ed autocosciente della nonviolenza in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. "CREATURE FATTE DI ACQUA". UNA MEDITAZIONE NELLA GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA IL 22 MARZO 2019
Il 22 marzo 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di riflessione sul tema: "Diritto all'acqua, diritto alla vita" in occasione della "Giornata mondiale dell'acqua" indetta dall'Onu. Di seguito una sintesi - ricostruita a memoria - dell'intervento conclusivo del responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ed allegato un testo ("Breve un discorso dell'acqua e del fuoco") scritto anni addietro e messo a disposizione dei partecipanti all'incontro.
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Quando nel 1992 le Nazioni Unite istituirono la "Giornata mondiale dell'acqua" per invitare le istituzioni, le forze sociali e le persone tutte ad una presa di coscienza e ad azioni concrete ed immediate per la conservazione e la gestione adeguata dell'acqua e per garantire a tutti gli esseri umani l'accesso alla vitale risorsa, gia' allora la situazione era drammatica, ed oggi e' ancor piu' tragica.
Una parte consistente dell'umanita' non ha accesso ad acqua pulita e salubre; l'avvelenamento delle acque e la desertificazione del pianeta proseguono a un ritmo sempre piu' incalzante; la crisi ecologica (ed i fenomeni alla crisi ecologica connessi come cause e come effetti: le oppressioni e i conflitti politici, economici, sociali; la rapina, la devastazione e la distruzione delle risorse e la riduzione in schiavitu' degli esseri umani, le dittature e le guerre; le strutture di dominazione, le dinamiche di assoggettamento e deprivazione, le violenze imperialiste, colonialiste, razziste, totalitarie; l'ideologia e le prassi dello sfruttamento e del consumismo; ed il maschilismo che e' prima radice e primo paradigma di ogni violenza) sta minacciando la sopravvivenza stessa dell'umanita' intera e gia' oggi milioni e milioni di esseri umani sono costretti a un biblico esodo abbandonando ogni loro bene per cercare scampo ove vi siano ancora condizioni di vita degne, trovando spesso non l'aiuto ma l'ostilita' dei loro simili dimentichi di appartenere tutti ad un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Di acqua consiste la gran parte dei nostri stessi corpi; di acqua consiste la gran parte del mondo vivente; e' l'acqua la sostanza della nostra esistenza.
Negare acqua potabile a un essere vivente equivale a ucciderlo.
Avvelenare l'acqua del pianeta equivale a concorrere ad uccidere tutti gli esseri viventi.
Chiunque capisce che difendere l'acqua dall'avvelenamento e garantire a tutti gli esseri viventi la disponibilita' di acqua potabile e' un'estrinsecazione del primo dovere dell'umanita': salvare le vite.
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Abbiamo aperto questo incontro nel ricordo dell'ultima vittima di un rogo nella tendopoli di San Ferdinando, ed abbiamo contestualizzato questo incontro all'interno della "settimana d'azione contro il razzismo", che e' per noi un appuntamento annuale non rituale ma espressione di un intimo ed ineludibile dovere di resistenza all'inumano, di solidarieta' con l'umanita' intera.
Peraltro in tutti i nostri incontri di studio e di riflessione da quando il governo italiano commette mostruosi crimini razzisti noi ricordiamo le vittime di quei crimini e riaffermiamo il dovere di opporsi ad essi.
Ed anche in questa occasione ancora una volta denunciamo che da molti mesi il governo italiano commette il delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia; che addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; che con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" (che e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di apartheid) il governo italiano ha imposto misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la stessa Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; che ministri del governo italiano persistono in una propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso; che nel commettere e per commettere i summenzionati crimini razzisti il governo italiano non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana.
E quindi anche in questa occasione ancora una volta invitiamo ogni persona di volonta' buona ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro il razzismo, per salvare le vite; ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per l'immediata revoca di tutte le misure razziste imposte dal governo della disumanita'; ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per le immediate dimissioni del governo razzista e golpista; ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, affinche' i ministri responsabili di gravissimi ed infami crimini razzisti ne rispondano nelle aule di tribunale secondo le leggi vigenti della repubblica italiana fondata sulla Costituzione antifascista.
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E rileggendo e rimeditando insieme alcuni testi di maestre e maestri che ci hanno nutrito, riaffermiamo concretamente ancora una volta la condivisione di quel "pane degli angeli" di cui parlava Dante nel Convivio, la condivisione del bene comune della conoscenza che apre alla comprensione del comune dovere di agire per la preservazione e la condivisione universale di ogni bene, la persuasione del dovere morale e politico di adoperarsi per realizzare una societa' cosmopolitica che ogni persona riconosca e comprenda in condizioni di eguaglianza di diritti nella messa in comune dei beni e del bene, nel comune impegno a difendere il mondo vivente nella sua integrita'.
*
E cogliamo infine questa occasione per inviare un saluto e un ringraziamento alla nostra amica e compagna di lotte Antonella Litta dell'Associazione italiana dei medici per l'ambiente, che da molti anni dedica un infaticabile generoso impegno alla difesa dei beni comuni e del bene comune, in difesa del diritto alla salute, in difesa del diritto ad avere acqua pulita e salubre, in difesa dell'ambiente ed anche e particolarmente dei bacini idrici del territorio altolaziale.
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Siamo creature fatte prevalentemente di acqua in un mondo vivente di acqua prevalentemente fatto: nella giornata mondiale dell'acqua riaffermiamo quindi il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta' di ogni essere umano, dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente; riaffermiamo il primo dovere di ogni persona: salvare le vite, condividere il bene.
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Allegato. Breve un discorso dell'acqua e del fuoco
L'esperienza della fame e della sete, l'esperienza del freddo e del buio. Ma l'acqua e' anche il biblico diluvio universale, e il fuoco l'universale conflagrazione stoica. La pioggia che tutto sommerge, l'incendio che tutto distrugge.
Realta' concretissime e sfuggenti, senza forma ovvero di forme infinite: l'acqua che si fa ghiaccio o vapore o che liquida mutua la forma di cio' che ne e' recipiente; il fuoco che e' lingue salienti, e fumo in alto e cenere in basso, che insieme divora e svanisce. E simboli archetipici quant'altri mai.
Senza acqua - che nutre e trascina, che lava e che scorre - non vi e' mondo vivente; senza fuoco - energia, mutamento, distruzione, ricambio - non vi e' civilta' umana.
Nel segno dell'acqua e del fuoco la catastrofe dei mutamenti climatici provocati dall'uomo - dallo sviluppo industrialista e dall'ideologia della crescita illimitata e dell'illimitato consumo - ci raggiunge ed attosca e terrorizza.
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Parlare oggi di acqua e di fuoco e' questione politica e morale, non solo economica ed ecologica; ma poiche' nell'etimo ecologia significa scienza e discorso della casa comune, ed economia regola e responsabilita' della casa comune -, e' anche pertanto questione di diritto, e di legislazione e di giurisprudenza, e di sapere, la scienza che anche dev'essere saviezza, la sapienza che anche saggezza dev'essere.
Il mondo vivente non e' un magazzino ne' un immondezzaio.
E gli esseri viventi non sono merci ne' scarti.
Costitutivo dell'essere esseri intelligenti e' la responsabilita' per il bene comune.
Sapere di essere tutti uniti da un unico destino di vita e di morte in almeno due sensi: nel senso biologico del nascere e del morire come esperienza individuale universalmente esperita; nel senso culturale dell'esser partecipi di una comunita' che tutti gli esseri umani - passati, presenti e venturi - comprende, e dell'esser quindi vincolati al dovere di far quanto e' in proprio potere perche' l'umanita' non scompaia anzitempo nel nulla.
Responsabili quindi del bene comune delle generazioni tutte; responsabili quindi dell'intero mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e senza del quale l'umanita' stessa si estingue. "I care", "mi sta a cuore", era scritto su di una parete della scuola di Barbiana, che era centro e cuore pulsante del mondo (ma ogni luogo, spiegava Alce Nero, e' il centro del mondo).
Occorre cessare di uccidere, cessare di distruggere, salvare le vite, prendersi cura di se', degli altri, del mondo.
E' palese che un modello di societa' fondato sull'universale sfruttamento e sull'universa rapina, sulla crescita illimitata della produzione di manufatti e dei consumi - e conseguentemente anche dei rifiuti -, cozza contro i limiti della natura, cozza contro la capacita' di carico della biosfera, distrugge il mondo vivente e l'umanita'.
E' palese che un modello relazionale fondato sulla sopraffazione e sull'asservimento dell'altro riduce il mondo a una totale prigione, a una guerra di tutti contro tutti, fino alla barbarie piu' estrema, fino alla fine dell'umanita' come valore morale e come esperienza storica.
E' palese che il vertiginoso sviluppo tecnologico degli ultimi secoli e massime degli ultimi decenni pone l'umanita' dinanzi a un bivio: se si prosegue lungo la via della violenza sia intraspecifica che contro il resto del mondo vivente, da noi stessi ci condanneremo a sofferenze crescenti e inaudite fino all'estinzione dell'umana civilta', dell'umana vicenda. Se si sceglie invece subito la via della nonviolenza una possibilita' resta aperta, una speranza di salvezza comune.
Alcune scelte politiche sono quindi urgenti, non piu' differibili.
Adottare in ogni azione il criterio della responsabilita' per l'umanita' intera incluse le generazioni future, adottare in ogni azione il criterio della responsabilita' per l'intero mondo vivente.
Riconoscere che siamo una sola umanita', cessare quindi tutte le guerre e adottare il principio della fraternita' e sororita' universale.
Dismettere ogni produzione e consumo palesemente insostenibili, porre ragionevoli limiti alle attivita' consentite, condividere i beni.
Ripensare il lavoro come diritto e come dovere, ripensare il lavoro come mediazione tra umanita' e natura, ripensare il lavoro come produzione e riproduzione sociale: ponendo un rigido limite all'appropriazione privata, vincolando al bene comune ogni intrapresa economica, garantendo ad ogni persona le risorse per una vita degna, riducendo il tempo di lavoro per realizzare la piena occupazione.
Risanare i guasti prodotti, prima che sia troppo tardi.
Riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla condivisione.
*
Per fermare gli incendi non basta arrestare il singolo idiota o criminale che appicca materialmente il fuoco alle foreste, occorre una politica di difesa attiva della natura che ogni essere umano chiami ad essere custode del mondo vivente, una politica di pace tra umanita' e biosfera.
Per garantire acqua potabile all'umanita' intera occorre fermare gli inquinatori - che non sono miseri fattucchieri, ma i maggiori potentati economici e politici del mondo, e la microfisicamente, pervasivamente diffusa rete del regime della corruzione e della polluzione -; occorre una politica di giustizia e di solidarieta' che raggiunga e riconosca come esistenze dotate di intrinseco valore e quindi come soggetti titolari di diritti - il diritto alla vita, in primis et ante omnia - non solo tutti gli esseri umani, ma l'intero mondo vivente nella varieta' e nell'equilibrio delle sue concrete forme.
Occorre una politica nonviolenta.
Occorre una politica del bene comune.
Occorre la politica dell'umanita'.
8. TRE BRUTTE COPIE DI UNA DICHIARAZIONE DEL MINISTRO PLENIPOTENZIARIO DOPO LE STRAGI NELLE MOSCHEE
Prima stesura cancellata: Lo dicevo io che 'ste moschee bisognerebbe da vietalle.
Seconda stesura cancellata: Avete visto? Basta che 'n cristiano entra ma 'na moschea e subbito lo contaggeno e diventa terrorista pur'esso.
Terza stesura cancellata: Pe' 'mpedi' le straggi ne le moschee bastarebbe che 'sti mussurmani se la piantassero de vole' ffa' li mussurmani. Ce provocheno oggi, ce provocheno domani, se sa che ll'omo e' omo e a 'n certo punto...
9. CAROGNO MOZZARECCHI: ME SO' DDECISO A FFA' 'R ZUPREMATISTA
Me so' ddeciso a ffa' 'r zuprematista
e mmo' vve spiego la mi' religgione:
s'ha dda ammazza' chi e' nnegro e pezzentone
e mmussurmano abbreo e communista
s'ha dd'ammazza' 'gni donna femminista
ch'ade' disubbediente ar zu' padrone
perche' ciavra' da esse 'na raggione
si e' ll'omo che 'ndo' la pija la pista.
Perch'ade' cchiaro com'e' cchiaro er zole
che ppure ddio ade' maschio e cristiano
e a ddilla propio tutta 'n du' parole
se vede subbito ch'ade' ariano
e come 'nzegneno 'n tutte le scole
quann'uno e' mmorto smette d'esse umano.
10. TUTTO PRIMA O POI VIENE TRAVOLTO
Tutto prima o poi viene travolto
il tempo drago vorace
tutto divora, ogni corpo, ogni volto
riduce in brace.
Perche' allora senti questa piaga nel cuore?
Perche' il rimpianto, il rimorso non ti lascia?
Perche' ti opprime e ti accascia
questo incessante inestirpabile dolore?
11. ALLE PERSONE DI VOLONTA' BUONA UNA PROPOSTA DI APPELLO ALL'ONU (CON UNA BOZZA DI TESTO ED ALCUNI INDIRIZZI UTILI)
Carissime amiche e carissimi amici, gentili signore e gentili signori,
vi scriviamo per proporvi di scrivere lettere all'Onu affinche' intervenga al piu' presto nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
Di seguito trascriviamo una bozza di lettera che potete utilizzare tal quale o variare come meglio riterrete.
Ancora sotto indichiamo alcuni indirizzi utili cui inviarla.
E' ovvio che scrivere all'Onu per chiederne l'intervento non puo' sostituire altre forme di impegno contro il razzismo e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ma e' altrettanto evidente che un adeguato intervento dell'Onu potrebbe contribuire in misura decisiva a contrastare la folle violenza razzista del governo in carica, e soprattutto potrebbe contribuire a salvare tante vite umane che quella folle violenza razzista sta mettendo o abbandonando o ricacciando nel piu' estremo pericolo.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Fin d'ora vi ringraziamo per quanto vorrete fare.
*
Bozza di lettera
Egregio Segretario Generale dell'Onu,
rivolgiamo a lei, e tramite lei anche al Consiglio di Sicurezza e all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un urgente appello ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
In particolare segnaliamo i seguenti crimini:
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
E' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
L'Onu, che ha proclamato la Dichiarazione universale dei diritti umani, deve intervenire in difesa delle vittime dei crimini razzisti commessi dal governo italiano, deve intervenire a sostegno dell'ordinamento giuridico costituzionale democratico italiano, deve intervenire per impedire che in Italia s'imponga il razzismo, l'anomia, la barbarie.
Cento anni fa in Italia nasceva il fascismo: averlo lungamente sottovalutato ai suoi esordi e negli anni successivi, ha poi provocato la piu' immane tragedia del XX secolo.
Non si commetta di nuovo lo stesso errore.
Si contrasti subito la criminale politica razzista e golpista del governo italiano.
Ci si opponga subito alle abominevoli violazioni dei diritti umani di cui essa consiste.
Ci si adoperi subito per difendere in Italia la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, la civile convivenza.
Nelle forme adeguate ed opportune, ma subito, senza esitazioni e senza ambiguita', l'Onu intervenga nei confronti del governo italiano per far cessare i crimini razzisti in corso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Firma, luogo e data, recapito postale, telefonico ed e-mail del mittente
*
Alcuni indirizzi utili
(...)
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. CAROGNO MOZZARECCHI: LE LEGGI GANZE DER GOVERNO NOSTRO
Da quanno governamo finarmente
famo le leggi come ddio comanna
padroni a casa nostra e corpo in canna
difesa de la razza e der varzente.
Le femmine? accucciate e ubbidiente.
Li negri? a la catena e a la capanna.
Li momettani? schioppettate e a nnanna.
Voi apri' bocca? sarta quarche ddente.
S'ha dda fa' ccome che ffaceva 'r duce
chi rroppe i zzebbedei 'na bbotta e vvia
mozza' le lingue troppo tajeccuce
e dda' ffoco a cchi dice 'n eresia.
E quannno serve se spegne la luce
eppoi chi e' mmorto e' mmorto e ccosi' ssia.
13. AGNES VARDA
E' deceduta Agnes Varda, cineasta e mito.
Con gratitudine la ricordiamo.
14. LE NUOVE LEGGI SULLA LEGITTIMA DIFESA E SULLA SICUREZZA DELLA RAZZA SPIEGATE AL POPOLO
Per primo ammazzo chi non e' europeo
e poi ammazzo chi non e' italiano
ammazzo poi chi non e' viterbese
e dopo chi non e' del mio quartiere
e poi chi non e' del mio palazzo
poi faccio fuori pure i coinquilini
e alla fine ammazzo anche mia moglie
mi piace esser padrone a casa mia.
15. DAL BALCONE DI GIULIETTA PARLA IL MINISTRO PLENIPOTENZIARIO
Noi non tocchiamo i diritti di nessuno
a parte gli africani che mica sono umani
l'avete visto quanto sono neri?
Noi non tocchiamo i diritti di nessuno
a parte i musulmani che sono troppo strani
l'avete visto che pregano in ginocchio?
Noi non tocchiamo i diritti di nessuno
a parte le signore femministe
che sotto sotto sono tutte comuniste.
Noi non tocchiamo i diritti di nessuno
a parte il fesso disarmato quando incontra
Ramon con la sua fida carabina.
Noi non tocchiamo i diritti di nessuno
a parte i nostri schiavi che non li hanno
per legge di natura e del mercato.
Noi non tocchiamo i diritti di nessuno
chi sbaglia sesso e razza e' colpa sua
chi e' povero la frusta se la merita.
Noi non tocchiamo i diritti di nessuno
il pesce grosso mangia il pesce piccolo
e' sacrosanta legge di natura.
Noi non tocchiamo i diritti di nessuno
a parte chi ostacola il progresso
ed il progresso e' quando incasso i talleri.
Siamo il governo della difesa della razza
siamo il governo del legittimo omicidio
siamo il governo della gioventu'.
Siamo il governo delle grandi opere
siamo il governo padrone a casa nostra
siamo il governo che durera' mill'anni.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 319 del 6 ottobre 2019
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