[Nonviolenza] Ricordando Albert Schweitzer



RICORDANDO ALBERT SCHWEITZER

Ricorrendo l'anniversario della scomparsa di Albert Schweitzer, il 4 settembre 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolta una commemorazione del grande amico dell'umanita', commemorazione che e' stata altresi' occasione per riflettere sui compiti dell'ora delle persone amiche della nonviolenza, con particolar riferimento alla situazione internazionale ed alla situazione italiana attuale.
Il discorso commemorativo e' stato tenuto dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha rievocato la figura, l'azione, le opere e il pensiero dell'indimenticabile filantropo, e che proprio alla luce della riflessione, dell'azione, della testimonianza di Schweitzer, ha proposto alcune piste d'impegnativa riflessione sulla e nella situazione presente.
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Una minima notizia su Albert Schweitzer
Albert Schweitzer, nato a Kaysersberg il 14 gennaio 1875, insigne filantropo, e' stato filosofo e teologo, pastore evangelico, organista, illustre studioso di Bach, medico a Lambarene' nell'ospedale da lui stesso fondato nella foresta africana, promotore dell'impegno contro le armi atomiche; ha pubblicato opere di teologia, filosofia e musicologia; premio Nobel per la pace nel 1952; e' scomparso a Lambarene' il 4 settembre 1965.
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Una riflessione sull'oggi
Ricordare Albert Schweitzer significa porsi alla sua scuola, proseguirne la trama di ragionamenti, proseguirne l'opera nonviolenta per il bene comune dell'umanita'.
E cosi' questa commemorazione e' intrinsecamente un'occasione di riflessione e di esame di coscienza su noi stessi e sui nostri compiti attuali.
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1. I compiti dell'ora
Dopo un "annus horribilis", di infame omissione di soccorso e di persecuzioni scellerate, e' finalmente caduto il governo razzista e golpista; ma e' caduto non grazie alla lotta antirazzista del popolo italiano, ne' grazie all'intervento della magistratura o delle istituzioni democratiche internazionali contro i crimini mostruosi da quel governo commessi, bensi' soltanto per i conflitti interni alle due forze politiche razziste e totalitarie che lo componevano, e piu' particolarmente perche' dopo un anno di insaziabile saccheggio del pubblico erario le mirabolanti promesse di abolizione delle tasse e di regalie generalizzate si scontravano con la necessita' di una legge finanziaria che quelle menzogne avrebbe smascherato. E tuttavia, anche se solo per risse intestine tra predoni, il governo razzista e golpista e' finalmente caduto. E questo e' comunque un bene.
Ora occorre avviare una transizione che porti di nuovo alla democrazia e alla legalita' costituzionale, ed a tal fine occorre:
I. abrogare immediatamente tutte le infami e scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita';
II. soccorrere tutte le persone in pericolo, salvare tutte le vite;
III. far cessare immediatamente tutte le persecuzioni, lo schiavismo e l'apartheid in Italia;
IV. tornare al pieno rispetto della Costituzione repubblicana antifascista;
V. riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro;
VI. riconoscere il diritto di voto, e tutti i diritti sociali, civili e politici, a tutte le persone che vivono nel nostro paese;
VI. non dimenticare mai che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
VII. non dimenticare mai che salvare le vite e' il primo dovere.
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2. Una contraddizione in termini
Nel nuovo governo permangono personaggi - lo stesso presidente del consiglio - che hanno fatto parte del governo razzista e golpista ora caduto, e che in quanto tali sono corresponsabili dei crimini contro l'umanita' e dell'attentato contro la Costituzione, i delitti piu' colossali da quel governo commessi.
E' bene che le competenti magistrature intervengano, e che questi personaggi siano al piu' presto esclusi per sempre non solo dall'esecutivo, ma anche da tutti i pubblici uffici.
Chiunque capisce che la transizione da un regime razzista e golpista alla democrazia e al ripristino della legalita' costituzionale non e' cosa che avvenga in laboratorio, ma nel vivo di conflitti e contraddizioni, e finanche tra ambiguita', confusioni ed incertezze. Fu cosi' anche alla caduta del fascismo, con il mantenimento nelle loro posizioni di potere di tanta parte dei funzionari del regime; ma chiunque capisce anche che almeno i gerarchi del regime, almeno i responsabili primi delle persecuzioni e delle omissioni di soccorso, devono essere allontanati per sempre dal governo della cosa pubblica.
E quindi vi e' qui una contraddizione che non ci stancheremo di segnalare.
Come non ci stancheremo di ricordare e denunciare e contrastare l'orrore dei lager libici e la strage degli innocenti nel Mediterraneo che tuttora continuano; come non ci stancheremo di ricordare e denunciare e contrastare il regime di segregazione e di schiavitu' in Italia che tuttora continua.
Lo ripetiamo ancora, e ancora: sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; sia riconosciuto il diritto di voto, e tutti i diritti sociali, civili e politici, a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
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3. "L'autobiografia della nazione"
L'orribile vicenda di quest'ultimo anno ha confermato che il fascismo e' un rischio immanente alla societa' italiana; che e' - per usare ancora una volta la formula gobettiana - "l'autobiografia della nazione": e quindi l'impegno antifascista non e' un'esperienza del passato da consegnare alla storia una volta per tutte, ma un dovere costante di ogni persona di volonta' buona: ieri, oggi, domani.
Non solo: se il fascismo - il razzismo, il totalitarismo - puo' tornare in una societa' cosi' meticcia come quella italiana, che fin dall'antichita' e' frutto dell'incontro e della convivenza di cosi' tanti popoli e culture e che reca nel suo patrimonio monumentale le tracce meravigliose di questa ricchezza di esperienze culturali e civili, a maggior ragione esso e' un rischio per l'umanita' intera, poiche' in ogni luogo del mondo il fascismo puo' nuovamente irrompere nella storia a far scempio dell'umanita', ed oggi con risorse distruttive di gran lunga maggiori, immensamente, sciaguratamente maggiori, di quelle di cui disponevano Mussolini e Hitler.
Ne discende che l'impegno antifascista, il riconoscimento dell'umanita' di tutti gli esseri umani, la civilta' come universale benevolenza e cura per il bene comune, costituiscono il primo dovere di ogni persona e di ogni umano istituto. Chiamiamo nonviolenza questa piena consapevolezza; la nonviolenza e' l'antifascismo concreto e coerente, persuaso e adeguato, nitido e intransigente, dell'epoca presente, del tempo scaturito dagli orrori di Auschwitz e di Hiroshima, dell'umanita' vivente ed avvenire.
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4. L'umanita' e la tecnica
Le nuove tecnologie possono essere utilizzate a fini di solidarieta' e di liberazione, ma recano anche rischi impliciti di totalitarismo: la presunzione che il sapere (l'apprendimento, il linguaggio, il ragionamento, la comunicazione e la deliberazione) possano esser delegati alle macchine e non essere invece impegno diuturno degli esseri umani; col conseguente delirio di onnipotenza, l'adorazione della tecnologia come feticcio, la deresponsabilizzazione e l'autoinflitto degrado intellettuale, morale e civile.
I piu' grandi pensatori e le piu' grandi pensatrici del Novecento, da Guenther Anders a Bertrand Russell, da Martin Buber a Emmanuel Levinas, da Rosa Luxemburg a Franca Ongaro Basaglia, da Simone Weil a Hannah Arendt, ci hanno chiarito quanto grande e irreversibile sia il pericolo e messo in guardia dal cadere in una barbarie tecnologicamente avanzata e proprio per questo ancor piu' ferina.
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5. "Le tre verita' di Hiroshima"
E in questo mondo interconnesso e periclitante sull'orlo dell'abisso, ripetiamo ancora una volta quelle "tre verita' di Hiroshima" che l'indimenticabile padre Balducci argomento' con rigore logico e persuasione morale ineguagliabili: che il genere umano ha un unico destino di vita o di morte; che ormai l'imperativo morale della pace e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione; che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'.
Ripetiamo ancora una volta con padre Balducci che e' necessario essere un'umanita' planetaria, l'orizzonte della cui responsabilita' coincide con l'intero mondo vivente; che e' necessaria la scelta della nonviolenza.
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6. Ergo
E quindi riproponiamoci ancora una volta i doveri piu' urgenti, i doveri irrinunciabili:
a) la lotta contro il razzismo, per la democrazia planetaria e i diritti umani di tutti gli esseri umani;
b) la lotta contro la distruzione della biosfera;
c) la lotta contro il modo di produzione intrinsecamente schiavista e onnidistruttivo;
d) la lotta per la pace e il disarmo;
e) la lotta contro il maschilismo, prima radice e primo paradigma di ogni violenza e oppressione;
f) la lotta per la condivisione della conoscenza e dei beni, per la condivisione della responsabilita' e della solidarieta'; contro la barbarie dilagante veicolata da tecnologie - e forme di comunicazione ed organizzazione sociale - intrinsecamente tendenzialmente totalitarie, asservitrici, deresponsabilizzanti, disumananti.
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7. Hic et nunc, quid agendum
Alla scuola di Albert Schweitzer rinnoviamo l'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Alla scuola di Albert Schweitzer rinnoviamo l'impegno per la liberazione comune dell'umanita'.
Alla scuola di Albert Schweitzer rinnoviamo l'impegno per la salvaguardia di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Sii tu il buon samaritano.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Chi salva una vita salva il mondo.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 4 settembre 2019

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it