[Nonviolenza] Telegrammi. 3402



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3402 del 30 maggio 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Presentato oggi l'appello di Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli e centinaia di altre persone a Mattarella per il salvataggio dei naufraghi nel Mediterraneo
2. Al Presidente della Repubblica un appello da Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli e molte altre persone di volonta' buona
3. Un appello all'Onu
4. Senzacravatta e Collacravatta s'incontrano in tram (senza digestivo)
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
7. Manlio Dinucci: La nave d'assalto dei nuovi crociati
8. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
9. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. L'ORA. PRESENTATO OGGI L'APPELLO DI LIDIA MENAPACE, PADRE ALEX ZANOTELLI E CENTINAIA DI ALTRE PERSONE A MATTARELLA PER IL SALVATAGGIO DEI NAUFRAGHI NEL MEDITERRANEO

Mercoledi' 29 maggio 2019 con una conferenza a Viterbo e' stato presentato l'appello promosso dalla partigiana, femminista e senatrice emerita Lidia Menapace, da padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, da tante altre persone di volonta' buona e numerose associazioni di solidarieta', appello che chiede al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare l'ecatombe nel Mediterraneo.
*
L'appello recita:
"Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
Augurandole ogni bene".
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Tra le centinaia di adesioni alcune delle figure piu' illustri del femminismo, della cultura della pace, dell'impegno di solidarieta', dei movimenti ecclesiali, dei movimenti ecologisti, del movimento operaio, della nonviolenza, dei movimenti antirazzisti e per i diritti umani, dell'impegno civile in difesa della Costituzione della Repubblica italiana.
*
Presentando l'appello, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo che ha ospitato la conferenza e coordina l'iniziativa, ha sintetizzato in poche parole il senso e il fine dell'appello: "Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta': occorre soccorrere, accogliere ed assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Salvare le vite e' il primo dovere".
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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ancora una volta rimarcato che "il governo italiano da mesi sta commettendo abominevoli crimini razzisti, crimini contro l'umanita'. Ed in particolare: omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia; conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza"; sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo; reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso; violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista".
A questi crimini - ha concluso il responsabile della struttura nonviolenta viterbese - e' diritto e dovere di ogni essere umano opporsi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della democrazia, in difesa dello stato di diritto, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa della civilta' che ogni essere umano riconosce, rispetta, sostiene e protegge.
*
Con l'appello al Presidente della Repubblica si sollecita un intervento necessario ed urgente per far cessare la strage in corso nel Mediterraneo e per far tornare l'esecutivo al rispetto della Costituzione italiana, del diritto internazionale, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. REPETITA IUVANT. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UN APPELLO DA LIDIA MENAPACE, PADRE ALEX ZANOTELLI E MOLTE ALTRE PERSONE DI VOLONTA' BUONA

La partigiana, femminista e senatrice emerita Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, e tante altre persone di volonta' buona e varie associazioni di solidarieta' chiedono al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare l'ecatombe nel Mediterraneo.
Di seguito il testo dell'appello e le prime adesioni.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
Augurandole ogni bene,
Paolo Adomi, Firenze
Gianfranco Aldrovandi, Guastalla (Reggio Emilia)
Paola Alforno, Carde' (Cuneo)
Rocco Altieri, Pisa
Maria Giulia Amadasi
Nadia Amaroli, Bologna
Ferdinando Aranci, Librerie Silvio D'Amico, Roma
Pier Giuseppe Arcangeli, Viterbo
Monica Ascanelli, Ferrara
Anna Atti, Parma
Franco Avati, Verona
Luciano Bagoli
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, Imola (Bologna)
Marco Barbieri, Collesalvetti (Livorno)
Giuseppe Barone
Vittorio Bellavite
Bruno Bellerate, Rocca di Papa (Roma)
Remo Bellesia, Rolo (Reggio Emilia)
Walter Beltrame, Maser (Treviso)
Pietro Benedetti, Tuscania (Viterbo)
Gabriella Bentivoglio, Macerata
Marilena Bertini, presidente Comitato Collaborazione Medica
Mariaxaveria Bertola, Alba (Cuneo)
Mariateresa Bertoldi, Incisa Valdarno (Firenze)
Cecilia Bevicini, Firenze
Moreno Biagioni, Firenze
Ines Biemmi
Sauro Bigelli, Mondavio (Pesaro e Urbino)
Mauro Bigi, sindaco di Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia)
Marino Bisso, Rete Nobavaglio
Giuliana Bonosi, Firenze
Adriano Borchi
Franco Borghi, Cento (Ferrara)
Tina Borgogni Incoccia
Cesare Borrometi, Ragusa
Anna Bravo
don Roberto Briolotti, Pavia
Valentina Bruno
Giuseppe Bruzzone
Antonio Buono, Napoli
Silvia Burzio, Sori (Genova)
Maria Teresa Cacciari, Bologna
Giuseppe Callegari, Grazie di Curtatone (Mantova)
Dario Cambiano, Torino
Carlo Maria Cananzi, Napoli
Franco Capelli, Voghera (Pavia)
Francesco Domenico Capizzi, Bologna
Maria Agnese Cardini, Rignano sull'Arno (Firenze)
Alberto Caroncini, Udine
Claudio Carrara, del Mir di Padova
Chiara Casella, Travo (Piacenza)
Paola Cavallari, Bologna
Chiara Cavallaro, Roma
Marianna Cavalli, Brescia
Andrea Cecconi, Fondazione Ernesto Balducci
Fiorentina Charrier
Adriana Chemello, Vicenza
Bettina Chiadini, Ravenna
Anna Chiappini
Raimondo Chiricozzi
Stefano Ciccone, Roma
Giorgio Cingolani, Pino Torinese
Maria Paola Clarini, Roma
Ornella Clementi
Giancarla Codrignani
Raya Cohen
Matilde Consoli, Bagheria (Palermo)
Antonio Corbeletti, Voghera (Pavia)
Lucia Corbo, Roma
Alessandro Cortesi op, Pistoia
Ignazio Crivelli Visconti, Napoli
Nicoletta Crocella
Anna Maria Dal Lago
Augusto Dalmasso, Alba (Cuneo)
Roberto Dati
Lucia Davico, Alba (Cuneo)
Maria De Carli
Vincenzo De Florio
Marcella Delle Donne
Adriana De Mitri, Lecce
Giorgio Demurtas
Marcella Denegri
Ivano Di Cerbo
Giustina Diligenza, Arzano (Napoli)
Mario Di Marco, Viterbo
don Pierluigi Di Piazza, parrocchia di San Michele Arcangelo, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Gabriele Di Tonno
Angela Dogliotti
Ugo Donato, La Spezia
Roberto Escobar, Milano
Eva Esposito, Napoli
Lucia Evangelisti
Nica Fabozzi de Maio, Pozzuoli (Napoli)
Sergio Falcone, Roma
Franco Fantozzi, Capannori (Lucca)
Beniamino Favaro, Mogliano Veneto
Biagio Favaro', Palermo
Laura Favro Bertrando, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Giordana Ferron
don Roberto Fiorini, Mantova
Elisabetta Flick, Roma
Giordana Fochi
Lorena Fornasir
Gloria Frittelli Aziz, Firenze
Nicola Froggio Francica
Elena Gajani Monguzzi, Macerata
Giuseppe Gallelli, Cecina (Livorno)
Lanfranco Genito, WeBottega per la Pace, Napoli
Mauro Gentilini, Roma
Giuseppina Giacomazzi, Roma
Maria Laura Giannini
Maria Gianotti
Pasqualina Gilardi, Castiglione Torinese
Agnese Ginocchio
Rosa Maria Giolitti, Roma
Daniela Giordano, Roma
Laura Giuffrida, Messina
Manuela Giugni, Rete antirazzista, Firenze
Margherita Granero
Raffaella Gritti
Andrea Indellicati
Chiara Ingrao
Vincenzo Iorio
Silvio Lancisi, Pian di Sco' (Arezzo)
Monica Lanfranco
Renata La Rovere, Donne in nero, Napoli
Raniero La Valle
Massimo Lazzarino, Pinerolo (Torino)
Antonella Litta
Alfredo Llana, Buenos Aires
Giampietro Lodi Rizzini, Sabbioneta (Mantova)
Pierpaolo Loi, Monserrato (Cagliari)
Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana (Cuneo)
Edoardo Longobardi
Eugenio Longoni, Monza
Andrea Lopes Pegna
Irene Lopez, Milano
Daniele Lugli, Ferrara
Linda Maggiori
Silvana Magni, Varese
Alessandra Mambelli, Pax Christi, Ferrara
Gianfranco Mammone, Chiaravalle Centrale (Catanzaro)
Isabella Manara, Pistoia
Giovanni Mandorino
Matteo Marabini
Beppe Marasso
Angela Marchini
Luisa Marchini
Alessandro Marescotti, Taranto
Nello Margiotta
Carlo Alberto Mari
Ornella Martella, Roma
Gian Marco Martignoni, Varese
Giuliana Martirani, Napoli
Domenico Massano, Asti
Domenico Matarozzo
Vittorio Mazzone
Clementina Mazzucco, Rivoli (Torino)
Lidia Menapace
Dario Mencagli, Tuscania (Viterbo)
Maurizio Meschino, Roma
p. Carmine Miccoli, Lanciano
Sara Michieletto
Roberto Mina
Francesca Moccagatta, Firenze
Gianfranco Monaca, Asti
Cristina Mondini, Ala (Trento)
Pierantonio Montecucco, Voghera (Pavia)
Enzo Morgagni, Ravenna
Luisa Morgantini
Annamaria Mori, Senigallia (Ancona)
Rosangela Mura
Demir Mustafa
Anna Nacci, Ostuni (Brindisi)
Grazia Naletto, Lunaria, Roma
Laura Nanni, Roma
Pina Natale, Roma
Silvana Natali, Mantova
Amalia Navoni, Milano
Nadia Neri
Gianni Novelli, Cipax, Roma
Emilia Pacelli, Orte (Viterbo)
Giuseppe Padovano, Foggia
Elio Pagani, Punto Pace di Pax Christi di Tradate (Varese)
Vittorio Pallotti
Gaia Pallottino, Roma
Marco Palombo
Edda Pando
Paola Panie', Torino
don Giacomo Panizza, Comunita' Progetto Sud, Lamezia Terme
Sergio Paronetto, presidente del Centro studi di Pax Christi Italia
Maria Luisa Paroni, Sabbioneta (Mantova)
Diego Passini, Comunita' cristiana di base di Bologna
Maria Paola Patuelli, del Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna
Italo Pent, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Maria Speranza Perna, Napoli
Donato Perreca
Enrico Peyretti, Torino
Cinzia Picchioni
Giampaolo Pierotti, Casalecchio di Reno (Bologna)
Francesca Piras, Alba (Cuneo)
p. Giorgio A. Pisano, Portici (Napoli)
Carlo Piazza, Verona
Alessandro Pizzi, Soriano nel Cimino (Viterbo)
Rocco Pompeo
Giuliano Pontara, Stoccolma
Ettore Prattico
Carlo Presciuttini, Terni
Anna Puglisi, Palermo
Alberto Quagliata, Roma
Pilar Quarzell Castel
Massimo Radice
Marco Ramazzotti
Mariella Ratti, La Spezia
Gianluigi Redaelli
Maria Ricciardi Giannoni, Parma
Monica Righini, Gualtieri (Reggio Emilia)
Annamaria Rivera, Roma
Alessandra Romano, Battaglia Terme (Padova)
Roberto Romizi, Arezzo
Dina Rosa, Casalmaggiore (Cremona)
Monica Rostoni, Villa Cortese (Milano)
p. Agostino Rota Martir, Pisa
Patrizia Rubbiani, Modena
Romilda Saetta, Pistoia
Luciana Salibra, Firenze
Donato Sampietro
Antonia Sani, Roma
Umberto Santino, Palermo
Maria Santo, Viterbo
Alessandro Santoro, prete delle Piagge (Firenze)
Giovanni Sarubbi, Monteforte Irpino (Avellino)
Barbara Savardi Danesi
Luciano Scalettari
Manlio Schiavo, Bagheria (Palermo)
Lilia Sebastiani, Terni
Bruno Segre
Anna Serafini, Alessandria
Giorgio Silvani, Voghera (Pavia)
Peppe Sini, Viterbo
Andreina Siri, Savona
Ezio Smeriglio
Andrea Spila, Traduttori per la Pace
Enza Talciani, Roma
Marino Tambuscio, Vado Ligure
Sergio Tanzarella
Roberta Tarquini, Viterbo
don Marco Tenderini, Lecco
Sandra Teroni, Firenze
Ada Tomasello, Viterbo
Stefano Toppi, Roma
Anna Maria Trevisani, Cento (Ferrara)
Anna Rita Trulli
Olga Turchetto, Treviso
Olivier Turquet
Laura Tussi
Mariangela Vairo, Alassio (Savona)
Mao Valpiana, Verona
Isabella Vecoli
Elio Veltri, Pavia
Donella Verdi, Firenze
Antonio Vermigli, Quarrata (Pistoia)
Guido Viale
Corinna Vicenzi, Capalbio (Grosseto)
Giulio Vittorangeli, Tuscania (Viterbo)
Giancarlo Zambelli, Boretto (Reggio Emilia)
Paola Zampa
Paolo Zanni, Modena
padre Alex Zanotelli
Luisa Zanotelli
Silvia Zaru
Patrizia Zerbini
Franca Zucalli, Roma
Associazione "Amalipe Romano"
Associazione Centro di accoglienza e di promozione culturale "Ernesto Balducci" onlus, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Associazione Ex Lavanderia, Roma
Associazione Italia-Nicaragua, Livorno
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
Associazione Italianisudamericani, Buenos Aires
Associazione "Un bambino per amico", Gualtieri (Reggio Emilia)
Assopace Palestina
Campagna "Balconi Salva Gente"
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Centro Gandhi onlus
"Collettivo nonviolento uomo ambiente" della Bassa (Reggio Emilia)
Comunita' del Carmine di Voghera (Pavia)
Comunita' delle Piagge (Firenze)
Comunita' cristiana di base Viottoli di Pinerolo (Torino)
Donne in nero di Varese
Gruppo Raab
Lega obiettori di coscienza - Casa del disarmo di Verona
Movimento per la pace, Caserta
Noi Siamo Chiesa
Peacelink
rivista "Pretioperai"
Rete civica livornese contro la nuova normalita' della guerra
Rete Radie' Resch di Foggia
Rete Radie' Resch di Mogliano Veneto (Treviso)
Rete Radie' Resch di Quarrata (Pistoia)
Rete Radie' Resch di Treviso
Tavolo per la pace, Monte Orfano Franciacorta Rovato (Brescia)
*
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3. REPETITA IUVANT. UN APPELLO ALL'ONU

Egregio Segretario Generale dell'Onu,
rivolgiamo a lei, e tramite lei anche al Consiglio di Sicurezza e all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un urgente appello ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
In particolare segnaliamo i seguenti crimini:
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
E' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
L'Onu, che ha proclamato la Dichiarazione universale dei diritti umani, deve intervenire in difesa delle vittime dei crimini razzisti commessi dal governo italiano, deve intervenire a sostegno dell'ordinamento giuridico costituzionale democratico italiano, deve intervenire per impedire che in Italia s'imponga il razzismo, l'anomia, la barbarie.
Cento anni fa in Italia nasceva il fascismo: averlo lungamente sottovalutato ai suoi esordi e negli anni successivi, ha poi provocato la piu' immane tragedia del XX secolo.
Non si commetta di nuovo lo stesso errore.
Si contrasti subito la criminale politica razzista e golpista del governo italiano.
Ci si opponga subito alle abominevoli violazioni dei diritti umani di cui essa consiste.
Ci si adoperi subito per difendere in Italia la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, la civile convivenza.
Nelle forme adeguate ed opportune, ma subito, senza esitazioni e senza ambiguita', l'Onu intervenga nei confronti del governo italiano per far cessare i crimini razzisti in corso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. OPTIMA TEMPORA CURRUNT. SENZACRAVATTA E COLLACRAVATTA S'INCONTRANO IN TRAM (SENZA DIGESTIVO)

- Senzacravatta: E che ci fai qui?
- Collacravatta: Oh bella, sto sul tram.
- Senzacravatta: Ma se giri sempre con l'auto blu.
- Collacravatta: E tu con l'aereo di stato.
- Senzacravatta: Infatti io non prendo il tram, ci salgo solo per farmici qualche selfie, al popolaccio gli piace.
- Collacravatta: E io ci faccio una diretta facebook se proprio vuoi saperlo, perche' al popolaccio gli piaccio anch'io, che sono pure parecchio piu' elegante.
- Senzacravatta: E' come quando si dice che uno si attacca al tram, no?
- Collacravatta: C'e' da ridere?
- Senzacravatta: Mi sembra di percepire una certa acredine.
- Collacravatta: E che vuol dire acredine?
- Senzacravatta: E' quando uno e' cornuto e mazziato e finalmente se ne accorge.
- Collacravatta: E sarei io?
- Senzacravatta: Ma scherzi? Parlavo dell'atmosfera. Noi siamo amici, io poi sono amico di tutti.
- Collacravatta: Bell'amico che sei.
- Senzacravatta: Perche', che c'e' che non va?
- Collacravatta: E me lo chiedi pure? Con tutti i voti che mi hai soffiato domenica.
- Senzacravatta: Se proprio ci tenevi, te li dovevi tener da conto.
- Collacravatta: E come si fa?
- Senzacravatta: Un giorno te lo spiego, mica posso spiegarti tutto in una volta sola.
- Collacravatta: Intanto ci ho preso una bella fregatura.
- Collacravatta: Nessuna fregatura, e' che il popolo ariano e mariano sa riconoscere il suo leader. E il leader e' rassicurante e magnanimo. Come il duce.
- Collacravatta: Perche', invece io sarei isterico e meschino?
- Senzacravatta: Be', con tutto il baccano che hai fatto le scorse settimane per cercare di rubacchiarmi quattro voti.
- Collacravatta: No, questo non posso proprio accettarlo: sei tu che da un anno in qua mi stai sgraffignando voti a piu' non posso, quasi quasi mi pento di aver fatto il governo insieme.
- Senzacravatta: Non dire stupidaggini, se non si faceva il governo insieme finiva che si votava di nuovo e tu gia' eri a spasso.
- Collacravatta: Ah, la metti cosi'.
- Senzacravatta: Certo che la metto cosi', non fare lo smorfioso con me che tanto non attacca.
- Collacravatta: Se vuoi far cadere il governo dillo subito.
- Senzacravatta: Io? Dillo tu se vuoi far cadere il governo.
- Collacravatta: Io non voglio far cadere un bel niente, stiamo facendo un bel lavoro, no?
- Senzacravatta: L'hai detto, giovane, l'hai detto. Quindi lasciami lavorare e piantala di punzecchiare che dagli oggi e dagli domani hai visto poi che succede...
- Collacravatta: Che, mi minacci?
- Senzacravatta: Io? Io voglio bene a tutti. Figurarsi.
- Collacravatta: Figurarsi, come no. Ma se vuoi far cadere il governo...
- Senzacravatta: Io? Io no, tu piuttosto...
- Collacravatta: Ah, io no di sicuro, finche' c'e' un contratto di governo...
- Senzacravatta: E allora e' tutto a posto e andiamo avanti. Avanti cosi', col vento in poppa.
- Collacravatta: Col vento in poppa per te.
- Senzacravatta: Per noi, per noi.
- Collacravatta: Sara', ma intanto io ho perso le elezioni, bella figura m'hai fatto fare.
- Senzacravatta: Ma che vuol dire, l'importante e' come va la coalizione, e la coalizione va bene, no? E poi, e poi...
- Collacravatta: E poi che?
- Senzacravatta: Ma proprio devo suggerirtele sempre tutte io le risposte? E poi c'e' il contratto di governo!
- Collacravatta: Ah gia', c'e' il contratto di governo.
*
- Senzacravatta: E per dimostrarti quanto ti voglio bene oggi t'insegno un altro paio di trucchetti.
- Collacravatta: Hai visto come ho imparato bene quelli che m'hai insegnato l'altra volta?
- Senzacravatta: Bravo, bravo.
- Collacravatta: Me li sono scritti sullo smartphone. Primo: di' sempre il contrario di quello che fai; secondo: a chi ti critica digli che vada in quel posto.
- Senzacravatta: Continua ad applicarti e vedrai che diventi un politico coi fiocchi.
- Collacravatta: Perche' coi fiocchi?
- Senzacravatta: E' un modo di dire. Per dire uno bravo.
- Collacravatta: Ah, con te non si capisce mai.
- Senzacravatta: Non si capisce mai che?
- Collacravatta: Non si capisce mai quando fai un complimento e quando invece offendi.
- Senzacravatta: Ullalla', che parole grosse. Ma bando alle ciance, veniamo a noi. Adesso ti do' un'altra lezione.
- Collacravatta: Sono tutt'orecchi.
- Senzacravatta: Allora, la regola e': piu' la spari grossa e piu' gli abbocconi ci credono.
- Collacravatta: E che c'entra?
- Senzacravatta: C'entra, c'entra. Come pensi che si prendono i voti, governando bene? Andiamo, non siamo mica all'asilo infantile. E poi ti pare che noi due... via, non mi far dire uno sproposito.
- Collacravatta: E come si prendono allora i voti?
- Senzacravatta: Vince chi le spara piu' grosse.
- Collacravatta: Per esempio?
- Senzacravatta: Per esempio hai presente quando dico che piu' naufraghi facciamo affogare nel Mediterraneo e piu' vite salviamo?
- Collacravatta: Come no, lo dici sempre.
- Senzacravatta: E non ti pare che c'e' qualche cosa di strano?
- Collacravatta: No, che c'e' di strano?
- Senzacravatta: Come volevasi dimostrare. Piu' le spari grosse e piu' ti ci credono.
- Collacravatta: Mi sa che non l'ho capita...
- Senzacravatta: Ma si' che l'hai capita, e' come quando ti ho detto di dire il contrario di quello che fai.
- Collacravatta: Ah, e' la stessa cosa?
- Senzacravatta: Piu' o meno.
- Collacravatta: Allora non e' vero che stiamo salvando vite umane chiudendo i porti?
- Senzacravatta: Ah, che pazienza che ci vuole: si' che e' vero, salviamo un sacco di vite umane, piu' naufraghi muoiono e piu' ne salviamo.
- Collacravatta: Eh, dicevo io...
- Senzacravatta: Contento adesso?
- Collacravatta: Si', si', pero' dobbiamo pure fare le deportazioni, eh, e' nel contratto di governo.
- Senzacravatta: D'accordo, faremo pure quelle, per farti contento...
- Collacravatta: Non e' che mi fai contento, e' nel contratto di governo, bisogna salvare l'Italia dall'invasione delle razze inferiori.
- Senzacravatta: Vedo che hai studiato, bravo, bravo.
- Collacravatta: L'ho letto quel libro che m'hai dato.
- Senzacravatta: Si vede, si vede.
- Collacravatta: Pensavo pure che quasi quasi smetto di mettere 'sto completino giacca e cravatta e mi faccio una divisa militare, tu che dici? Casomai dovessimo invadere la Polonia.
- Senzacravatta: Un abito confacente al portamento marziale proprio di chi e' in vetta alla gerarchia di una razza superiore e' una buona idea, io quando capita l'occasione arraffo sempre giubbotti e uniformi di polizia e carabinieri, mi donano anche se siccome sono un po' robusto mi fanno un po' troppo bombato.
- Collacravatta: E' che non ti curi il personale, ma il personale conta. Un giorno t'insegno a truccarti. Ci ho tutto il necessaire.
*
- Senzacravatta: E adesso senti quest'altra perla di saggezza: devi fare il magnifico coi soldi degli altri.
- Collacravatta: Coi soldi degli altri?
- Senzacravatta: Coi soldi degli altri.
- Collacravatta: Quindi bisogna prenderli ai ricchi?
- Senzacravatta: Ma allora non capisci proprio niente: i ricchi non sganciano uno sghei neanche se gli dai fuoco alla casa: ai poveri li devi prendere, che quelli sono cosi' fessi che piu' li derubi e piu' sono contenti.
- Collacravatta: Ma se non ci hanno un occhio per piangere.
- Senzacravatta: Infatti tu mica glieli levi mettendogli le mani in saccoccia che ci trovi solo il moccio dei fazzoletti; tu glieli levi con le tasse e le imposte.
- Collacravatta: E come?
- Senzacravatta: Fai pagare di meno ai ricchi (cosi' poi ti fanno la mancetta, no?), e fai pagare di piu' ai pezzenti. E' la flattazza.
- Collacravatta: La flattazza?
- Senzacravatta: La flattazza, e' nel contratto di governo.
- Collacravatta: Ah, la flattazza. Nel contratto di governo.
- Senzacravatta: Proprio.
- Collacravatta: Ma pensa un po', che forza. La sai lunga tu e a starti a sentire s'impara sempre qualche cosa. Grazie, grazie.
- Senzacravatta: Di niente, di niente. Quando ci si vuole bene e si e' di razza ariana... (A parte: Che spassetto, ragazzi miei, e' la fine del mondo).

5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

6. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. HIC ET NUNC. MANLIO DINUCCI: LA NAVE D'ASSALTO DEI NUOVI CROCIATI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 maggio 2019]

Alla presenza del Capo della Stato Sergio Mattarella, del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, del ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio, e delle massime autorita' militari, e' stata varata il 25 maggio nei Cantieri di Castellammare di Stabia (Napoli) la nave Trieste, costruita da Fincantieri.
E' una unita' anfibia multiruolo e multifunzione della Marina militare italiana, definita dalla Trenta "perfetta sintesi della capacita' di innovazione tecnologica del Paese".
Lunga 214 metri e con una velocità di 25 nodi (46 km/h), ha un ponte di volo lungo 230 metri per il decollo di elicotteri, caccia F-35B a decollo corto e atterraggio verticale e convertiplani V-22 Osprey.
Puo' trasportare nel suo ponte-garage veicoli blindati per 1200 metri lineari. Ha al suo interno un bacino allagabile, lungo 50 metri e largo 15, che permette alla nave di operare con i piu' moderni mezzi anfibi della Nato.
In termini tecnici, e' una nave destinata a "proiettare e sostenere, in aree di crisi, la forza da sbarco della Marina militare e la capacita' nazionale di proiezione dal mare della Difesa".
In termini pratici, e' una  nave da assalto anfibio che, avvicinandosi alle coste di un paese, lo attacca con caccia ed elicotteri armati di bombe e missili, quindi lo invade con un battaglione di 600 uomini trasportati, con i loro armamenti pesanti, da elicotteri e mezzi di sbarco.
In altre parole, e' un sistema d'arma progettato non per la difesa ma per l'attacco in operazioni belliche condotte nel quadro della "proiezione di forze" Usa/Nato a grande distanza.
La decisione di costruire la Trieste fu presa nel 2014 dal governo Renzi, presentandola quale nave militare adibita principalmente ad "attivita' di soccorso umanitario".
Il costo della nave, a carico non del Ministero della difesa ma del Ministero dello sviluppo economico, veniva quantificato in 844 milioni di euro, nel quadro di uno stanziamento di 5.427 milioni per la costruzione, oltre che della Trieste, di altre 9 navi da guerra. Tra queste, due unita' navali ad altissima velocita' per incursori delle forze speciali in "contesti operativi che richiedano discrezione", ossia in operazioni belliche segrete.
Al momento del varo, il costo della Trieste e' stato indicato in 1.100 milioni di euro, oltre 250 in piu' della spesa preventivata. Il costo finale sara' molto piu' alto, poiche' va aggiunto quello dei caccia F-35B e degli elicotteri imbarcati, piu' quello di altri armamenti e sistemi elettronici di cui sara' dotata la nave nei prossimi anni.
L'innovazione tecnologica in campo militare - ha sottolineato la ministra della Difesa - "deve essere supportata dalla certezza dei finanziamenti". Ossia da continui, crescenti finanziamenti con denaro pubblico anche da parte del Ministero dello sviluppo economico, ora guidato da Luigi Di Maio. Alla cerimonia del varo, ha promesso agli operai altri investimenti: ci sono infatti da costruire altre navi da guerra.
La cerimonia del varo ha assunto ulteriore significato quando l'ordinario militare, monsignor Santo Marciano', ha esaltato il fatto che gli operai avevano affisso sulla prua della nave una grande croce, composta da immagini sacre alle quali sono devoti, tra cui quelle di Papa Wojtyla e Padre Pio. Monsignor Marciano' ha elogiato la "forza della fede" espressa dagli operai, che ha benedetto e ringraziato per "questo segno meraviglioso che avete messo sulla nave".
E' stata cosi' varata la grande nave da guerra portata a esempio della capacita' di innovazione del nostro paese, pagata dal Ministero dello sviluppo economico con i nostri soldi sottratti a investimenti produttivi e spese sociali, benedetta col segno della Croce come all'epoca delle crociate e delle conquiste coloniali.

8. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

9. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Jacques Prevert, Il Prevert di Prevert, Feltrinelli, Milano 1967, 1970, pp. 200.
- Jacques Prevert, Immenso e rosso, Feltrinelli, Milano 1967, 1970, pp. 196.
- Jacques Prevert, Storie e altre storie, Feltrinelli, Milano 1965, 1970, pp. X + 258.
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Riedizioni
- Oriol Ponsati'-Murla', Pascal, Rba, Milano 2019, pp. 156, euro 9,99.
*
Maestre
- Lidia Menapace, Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968, pp. 120.
- Lidia Menapace, L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968, pp. 76.
- Lidia Menapace, La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974, pp. 220.
- Lidia Menapace, Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987, pp. VIII + 140.
- Lidia Menapace (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988, pp. 244.
- Lidia Menapace, Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000, pp. 32.
- Lidia Menapace, Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001, pp. 86.
- Lidia Menapace (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004, pp. 140.
- Lidia Menapace, Lettere dal palazzo, Marea - Erga Edizioni, Genova 2007, pp. 160.
- Lidia Menapace, ... A furor di popolo!, Marea, Genova 2012, pp. 134.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3402 del 30 maggio 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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