[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 199



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 199 del 23 aprile 2019

In questo numero:
1. Per dirlo in poche semplici parole
2. Il razzismo non e' un'opinione, e' un crimine
3. Significato del 25 aprile (2018)
4. Antifascismo. Dieci tesi (2018)
5. Dinanzi a tre pietre d'inciampo il 25 aprile a Viterbo (2017)
6. Questo 25 aprile, le domande necessarie, i compiti dell'ora. Un comizio a Viterbo (2016)
7. Il nostro 25 aprile. Un incontro di testimonianza a Viterbo (2015)
8. Il nostro 25 aprile (2014)
9. Dinanzi alla lapide del martire antifascista Mariano Buratti (2014)
10. Contro il fascismo che torna. Il nostro 25 aprile (2013)

1. LE ULTIME COSE. PER DIRLO IN POCHE SEMPLICI PAROLE

Non soccorrere i naufraghi e' un crimine contro l'umanita'.
Diffamare, sabotare e perseguitare i soccorritori che salvano vite umane e' un crimine contro l'umanita'.
Impedire che i superstiti dei lager libici possano salvare la propria vita giungendo in Italia e' un crimine contro l'umanita'.
Perseguitare persone innocenti negando loro diritti fondamentali (come dispone il cosiddetto "decreto sicurezza della razza") e' un crimine contro l'umanita'.
Commettere il reato di sequestro di persona con l'aggravante del razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Istigare all'odio razzista e' un crimine contro l'umanita'.
Il governo italiano da mesi e mesi commette questi crimini contro l'umanita'.
Chi tace, e' complice.
Le competenti magistrature, se non intervengono sono complici.
Le istituzioni internazionali democratiche di cui l'Italia fa parte, se non intervengono sono complici.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. SCORCIATOIE. IL RAZZISMO NON E' UN'OPINIONE, E' UN CRIMINE

Il razzismo non e' un'opinione, e' un crimine.
Un governo che commette crimini razzisti e' un governo criminale.
Un paese civile, uno stato di diritto, un ordinamento giuridico democratico, non puo' avere un governo che commette crimini razzisti.
Un governo che commette crimini razzisti viola la Costituzione della Repubblica cui ha giurato fedelta', ed attentando alla Costituzione cessa altresi' di essere legittimo.
Un paese civile, uno stato di diritto, un ordinamento giuridico democratico, non puo' avere un governo che viola la Costituzione.
Chi commette crimini razzisti va processato e condannato come prevede la legge.
Chi attenta alla Costituzione va processato e condannato come prevede la legge.
Aprire gli occhi, dire la verita'.
Opporsi al razzismo e al golpismo.
Salvare le vite.

3. REPETITA IUVANT. SIGNIFICATO DEL 25 APRILE (2018)

Il 25 aprile commemora e significa cinque cose.
La liberazione d'Italia dal fascismo.
La liberazione d'Italia dalla guerra.
Quindi la liberazione d'Italia dalla violenza che eretta a regime e culto e totalitariamente pervasiva pretendeva annichilire l'umanita'.
Ricorda le innumerevoli vittime del fascismo e delle guerre dal fascismo generate, ed afferma l'impegno affinche' quell'orrore mai piu' si ripeta nella storia dell'umanita'.
Ricorda la luminosa Resistenza degli esseri umani "che volontari si adunarono / per dignita' non per odio / decisi a riscattare / la vergogna e il terrore del mondo" come scrisse Piero Calamandrei nella lapide che si conclude con le parole "ora e sempre / Resistenza", e quindi convoca tutti gli esseri umani a meditare quella testimonianza ed a proseguire quell'impegno in difesa dell'intera umanita' (come scrisse ancora Piero Calamandrei in limine al suo libro Uomini e citta' della Resistenza: "Vivi e presenti con noi / finche' in loro / ci ritroveremo uniti // Morti per sempre / per nostra vilta' / quando fosse vero / che sono morti invano").
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Oggi che in Italia il crimine del razzismo e' cresciuto impunito al punto che le elezioni sono state vinte da partiti che non fanno mistero di condividere elementi cruciali dell'ideologia e della propaganda hitleriana, il 25 aprile e' un appello a proseguire la lotta contro il fascismo, il razzismo, il maschilismo e tutte le persecuzioni: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Oggi che l'Italia partecipa a missioni ed alleanze guerriere e assassine e rifornisce di armi regimi dittatoriali e stragisti, il 25 aprile e' un appello a proseguire la lotta contro la guerra, il militarismo, le armi e tutte le uccisioni: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Oggi che in Italia la violenza piu' scellerata si manifesta non solo nei rapporti di produzione e di proprieta' escludendo e rapinando, sfruttando e schiavizzando, riducendo a preda e merce innumerevoli esseri umani, ma anche nelle case ove imperversano maschi assassini, per le strade in cui i poteri criminali, le mute squadriste e singoli bruti impongono sangue e terrore, e fin nelle scuole in cui i piu' protervi e degradati dei prevaricatori perche' i piu' ignoranti e abbrutiti pretendono di contrastare la civilta' ed imporre la barbarie e con essa il loro personale dominio fascista, il 25 aprile e' un appello a proseguire la lotta contro ogni violenza, contro ogni barbarie, contro ogni disumanita' e contro tutte le oppressioni: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Oggi che in Italia la memoria delle vittime sembra offuscata e troppe persone assistono inerti - e nella loro passivita' facendosi inconsapevoli complici - a nuovi immani orrori ovunque nel mondo ed al rischio reale che l'intera umanita' sia estinta dal dissennato uso di armi mai cosi' potenti ed apocalittiche, il 25 aprile e' un appello a proseguire la lotta contro tutte le uccisioni, per salvare le vite di tutti gli esseri umani, la lotta per la salvezza comune dell'umanita' che e' una: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Oggi che in Italia la memoria e l'eredita' della Resistenza, e la Costituzione democratica e repubblicana che ne e' il frutto piu' grande, vengono irrise e disprezzate e ripetutamente aggredite da chi vuole imporre nuovi regimi antidemocratici, il 25 aprile e' un appello a proseguire la lotta che fu della Resistenza, ad attuare il programma della Costituzione, a difendere ed inverare la legalita' che si oppone alla violenza, a realizzare la democrazia che la dignita' e la liberta' e l'eguaglianza di diritti di ogni essere umano ha come cuore pulsante e fondante impegno: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
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Il 25 aprile ci convoca alla responsabilita' per il bene comune.
Il 25 aprile ci convoca all'impegno per la pace, la democrazia, il riconoscimento e la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il 25 aprile ci convoca all'impegno per la civilta', la convivenza, la condivisione dei beni, la piena eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene, l'azione che soccorre, accoglie e assiste ogni persona bisognosa di aiuto.
Il 25 aprile ci convoca a riconoscerci esseri umani tra esseri umani, responsabili e solidali.
Il 25 aprile ci convoca alla lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' e la protezione dell'intero mondo vivente.

4. REPETITA IUVANT. ANTIFASCISMO. DIECI TESI (2018)

La mattina del 24 febbraio 2018 a Viterbo, in preparazione e come contributo alla manifestazione nazionale "Contro tutti i fascismi, contro tutti i razzismi" del pomeriggio a Roma promossa dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e da molte altre associazioni democratiche, presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si e' svolto un incontro di riflessione.
Esso e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese con il breve ragionamento una cui sintesi in forma di dieci tesi trascriviamo di seguito.
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1. La democrazia e' il contrario del fascismo. Nel fascismo si rompono le teste invece di contarle, nella democrazia si contano le teste invece di romperle. Gli esseri umani, in quanto dotati di teste, possono vivere una vita degna in democrazia, non sotto il fascismo.
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2. Il fascismo e' violenza, sottomissione alla violenza, adorazione della violenza. L'antifascismo e' opposizione alla violenza, lotta concreta e coerente contro la violenza, quindi nonviolenza. La violenza e' nemica degli esseri umani, poiche' il suo fine ultimo e il suo primo principio e' violentare gli esseri umani fino a sopprimerli; la nonviolenza e' la scelta degli esseri umani che vogliono vivere e convivere e che sanno che il fondamento della convivenza e' nell'agire nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
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3. Il fascismo e' guerriero: e poiche' la guerra consiste nell'uccisione degli esseri umani, caratteristica essenziale del fascismo e' la volonta' di uccidere, di uccidere gli esseri umani. E gli esseri umani che il fascismo brama uccidere siamo tutti noi, tutti gli esseri umani viventi, e noi sappiamo che toltaci la vita piu' nulla ci resta, poiche' il diritto e l'esperienza della vita costituiscono il diritto e l'esperienza senza i quali nessun altro diritto ed esperienza sussiste. Essere esseri umani e' essere antifascisti.
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4. Il fascismo e' razzista: poiche' il razzismo e' l'invenzione attraverso la quale si possono perseguitare innumerevoli innocenti semplicemente dichiarandoli "altri", ed in quanto "altri" privi di diritti e passibili di rapina, di schiavitu' e di morte. Ma ogni essere umano e' un altro rispetto ad ogni altro essere umano, poiche' l'umanita' e' costitutivamente una e plurale: tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti e tutti gli esseri umani sono irriducibilmente diversi per caratteristiche personali. Tutti gli esseri umani sono quindi "altri", e pertanto effettuali o potenziali vittime di razzismo, e il razzismo e' quindi un crimine contro l'umanita' perche' tutti gli esseri umani pretende di escludere ed uccidere. Razzismo e umanita' sono incompatibili.
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5. Il fascismo e' maschilista: per il fascismo le donne sono schiave degli uomini, macchine da riproduzione, strumenti al servizio del potere patriarcale, oggetti in quanto tali privi di diritti. Il fascismo nega l'umanita' delle donne. Per il fascismo violentare una donna non e' un delitto contro una persona, ma solo contro la "stirpe". Per il fascismo un marito che uccide la moglie ha difeso il proprio "onore". Noi crediamo invece che ogni essere umano e' un essere umano. Noi sappiamo che il maschilismo e' la prima radice e il primo modello di ogni violenza. Noi pensiamo che l'umanita' sara' libera solo quando avra' sconfitto il maschilismo.
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6. Poiche' il fascismo e' barbarie, l'antifascismo e' antibarbarie, quindi civilta'. Poiche' il fascismo e' violenza strutturale e in atto, l'antifascismo e' lotta nonviolenta contro ogni oppressione ed edificazione nonviolenta di una societa' di persone libere e responsabili, eguali in diritti, solidali. Poiche' il fascismo e' dittatura di uno, l'antifascismo e' l'alleanza di tutti gli esseri umani per la comune liberazione.
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7. Antifascismo, democrazia, nonviolenza: sono tre parole che significano la stessa cosa. L'antifascismo s'invera nella democrazia. L'antifascismo e la democrazia s'inverano nella nonviolenza. La Resistenza continua e si adempie nella nonviolenza.
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8. Ogni essere umano e' fragile e perituro, esposto alla violenza, al dolore, alla morte. Da questa nozione l'antifascismo, la democrazia, la nonviolenza traggono il dovere del mutuo soccorso, dell'universale aiuto, della compassione e della benevolenza. Questo sentire, questo sapere, questo dovere e' l'umanita' dell'umanita', e' la civilta' come impegno comune al bene di tutti.
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9. Solo la scelta della nonviolenza e' integralmente antifascista. Solo la scelta della nonviolenza pienamente realizza la democrazia. Solo la scelta della nonviolenza riconosce l'umanita' di ogni essere umano. Solo la scelta della nonviolenza umanizza l'umanita'.
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10. Ogni vittima ha il volto di Abele. Pace, disarmo, smilitarizzazione. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Difendere la vita, la dignita', i diritti di ogni essere umano. Difendere il mondo vivente casa comune dell'umanita'. Condividere il bene ed i beni. Decidere insieme cio' che tutti riguarda: una persona, un voto. Nessuno sia abbandonato all'asservimento, alla miseria, alla fame, al freddo, alla solitudine, alla paura, al dolore, al male, alla disperazione e alla morte. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe. La nonviolenza e' l'antifascismo vivente.

5. REPETITA IUVANT. DINANZI A TRE PIETRE D'INCIAMPO IL 25 APRILE A VITERBO (2017)

Il 25 aprile 2017, festa della Liberazione dal fascismo, una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha sostato in silenzio a Porta della Verita' dinanzi all'edificio in cui abitavano tre concittadini deportati ad Auschwitz.
In alto sul muro una lapide ricorda le tre vittime dei lager nazisti, ed a terra ne fanno memoria tre "pietre d'inciampo" realizzate dall'artista Gunter Demnig.
La tragica vicenda di queste tre vittime viterbesi della Shoah, Emanuele Vittorio Anticoli, sua figlia Letizia Anticoli e il marito di lei Angelo Di Porto, e' stata ricostruita anni fa dallo storico Giovanni Battista Sguario, che per primo ne promosse il ricordo e cui va la nostra gratitudine.
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Al termine della commemorazione silenziosa alcune parole sono state dette dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.
Siamo qui questo 25 aprile dinanzi alla lapide e alle pietre d'inciampo che ricordano tre persone assassinate dai nazisti.
Ecco contro cosa lottarono le donne e gli uomini della Resistenza: lottarono contro questa barbarie che milioni e milioni di uomini e donne innocenti perseguito', trucido', ridusse in fumo e cenere.
Ecco per cosa lottarono le donne e gli uomini della Resistenza: lottarono per salvare le vite di tutti gli esseri umani e costruire un mondo in cui nessuno piu' subisse abominevoli persecuzioni.
Ecco quale valore afferma e quale funzione svolge la Costituzione della Repubblica Italiana, frutto luminoso della Resistenza: il valore dell'umanita', della pace, della democrazia, della solidarieta', del bene comune e della civile convivenza che nessun essere umano abbandona nelle fauci del male; la funzione di impedire il ritorno di quella e di ogni barbarie comunque camuffata; il dovere di agire per difendere e sostenere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
E mentre rendiamo omaggio alle donne e agli uomini della Resistenza, mentre ricordiamo con inestinguibile dolore tutte le vittime del fascismo, mentre rinnoviamo la nostra gratitudine a tutte le persone che contribuirono a sconfiggere quel mostro e a donarci la Liberazione e la Repubblica, pensiamo anche al nostro dovere oggi: poiche' la memoria delle vittime del fascismo, e la memoria dei martiri della Resistenza, e la memoria della Liberazione, ci convocano a un ineludibile dovere: il dovere di opporci qui e adesso alla guerra e a tutte le uccisioni; al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; il dovere di difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, e il dovere di difendere questo unico mondo vivente, questa biosfera, senza la cui esistenza - oggi gia' cosi' vulnerata e vieppiu' insensatamente minacciata di irreversibile avvelenamento e distruzione - l'umanita' non potrebbe vivere.
In un mondo ancora funestato dalle guerre e dalle dittature, dai disastri ambientali e dalla schiavitu', da tecnologie distruttive di magnitudine che eccede la stessa pensabilita', da ideologie e sistemi totalitari che sotto spoglie diverse proseguono effettualmente i deliri, i crimini, la barbarie del nazifascismo, e' necessario che ogni persona di volonta' buona, ogni movimento democratico, ogni istituzione civile si impegni in difesa dell'umanita', si impegni per salvare le vite, si impegni per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Molte sono le cose da fare: e tra esse indispensabile e' il disarmo, poiche' le armi sempre e solo servono a uccidere gli esseri umani, e meno armi vi sono nel mondo e piu' vite umane si salvano.
Molte sono le cose da fare: e tra esse indispensabile e' aiutare i migranti in fuga dall'orrore, i migranti che nel nostro paese nella loro generalita' sono in verita' autentici e generosi benefattori dei nativi; e tre provvedimenti sono massimamente necessari e non piu' differibili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia, per contrastare la violenza mafiosa e razzista: il primo, riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; il secondo, riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese; il terzo, abrogare tutte le folli e scellerate misure razziste imposte da governi dementi e sciagurati, dai campi di concentramento alle deportazioni, ad innumerevoli altre ripugnanti vessazioni che costituiscono altrettanti crimini contro l'umanita'.
Molte sono le cose da fare: e tra esse indispensabile e' sostenere i centri antiviolenza promossi dal movimento di liberazione delle donne. Se non si contrasta il maschilismo mai l'umanita' sara' libera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
E poiche' ogni essere umano ha diritto alla vita - senza la quale nessun altro diritto esiste - ne discende che il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite.
Questo diciamo nel ricordo delle vittime della Shoah.
Questo diciamo nel ricordo di tutte le vittime.
Questo diciamo oggi che e' il 25 aprile, festa della Liberazione dal fascismo.
Questo diciamo ogni giorno.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solidarieta', condivisione, convivenza.
Seguire la regola aurea di agire verso le altre persone come vorremmo che si agisse verso noi stessi.
La Resistenza continua nella lotta nonviolenta contro tutte le uccisioni.
La Resistenza continua nella lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' intera.
Poiche' il fascismo e' violenza assoluta, la nonviolenza che ad ogni violenza si oppone e' l'antifascismo vivente e operante, nitido e intransigente, concreto e coerente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.
Nel ricordo di tutte le vittime opponiamoci a tutte le violenze.
Ogni giorno si contrasti il male facendo il bene.
La Resistenza continua, la nonviolenza e' in cammino.

6. REPETITA IUVANT. QUESTO 25 APRILE, LE DOMANDE NECESSARIE, I COMPITI DELL'ORA. UN COMIZIO A VITERBO (2016)

Una domanda
La Liberazione dal nazifascismo si e' definitivamente compiuta una volte per sempre?
Piacerebbe poter dire di si', ed invece occorre dire di no.
La lotta contro il nazifascismo deve proseguire poiche' tragicamente tuttora continua la scellerata barbarie del nazifascismo nel mondo, ed in luoghi in cui sembrava sconfitto per sempre esso nuovamente torna. E finche' l'umanita' non estinguera' quel mostro la liberazione comune non sara' compiuta, l'umanita' non potra' vivere in pace e dignita', secondo giustizia e solidarieta'.
Per questo celebrare il 25 aprile costituisce non soltanto una rievocazione del passato, ma anche e soprattutto una dichiarazione di impegno per il presente e per l'avvenire.
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Una seconda domanda
E come si manifesta oggi il nazifascismo?
In primo luogo con la violenza contro gli esseri umani nella forma piu' vasta e brutale: con la guerra e le uccisioni di massa.
In primo luogo con il razzismo che nega la dignita' umana e l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, e condanna alla schiavitu', al terrore, all'abbandono e alla morte innumerevoli persone che l'azione solidale dell'umanita' invece potrebbe e dovrebbe salvare, soccorrere, accogliere, assistere.
In primo luogo con il maschilismo, che e' la forma piu' pervasiva e piu' feroce, il primo modello e la prima radice di tutte le violenze e di tutte le ingiustizie.
In primo luogo con la devastazione della biosfera, che avvelenando e distruggendo il mondo vivente mette a rischio la stessa esistenza dell'umanita'.
In primo luogo con lo sfruttamento che riduce gli esseri umani a oggetti e strumenti del potere altrui, che nega la loro piena umanita' ed i loro fondamentali diritti sussumendoli ed asservendoli al fine della massimizzazione del profitto di pochi rapinatori a danno dell'umanita' nel suo insieme.
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Una terza domanda
E come si contrasta oggi il nazifascismo?
Innanzitutto con la scelta della nonviolenza, dell'azione nonviolenta, della lotta nonviolenta, che e' l'antifascismo che prosegue nelle forme adeguate alla situazione presente, che e' l'antifascismo nella sua essenza e nella sua pienezza, che e' l'antifascismo concreto e coerente. Poiche' essendo il fascismo violenza e barbarie, la nonviolenza - che alla violenza e alla barbarie e' l'opposizione piu' nitida e piu' intransigente, piu' concreta e piu' coerente - e' l'antifascismo intero, integro, integrale.
Innanzitutto difendendo e inverando la Costituzione della Repubblica Italiana, che della Resistenza antifascista e' figlia e che dell'antifascismo, ovvero della nonviolenza, assume i valori e il programma di democrazia progressiva che include il riconoscimento dei diritti di tutti gli esseri umani, il dovere dell'universale solidarieta'.
Innanzitutto ponendosi ancora e ancora alla scuola della Resistenza: con la memoria e lo studio delle esperienze e delle riflessioni, innanzitutto ascoltandone e meditandone le grandi testimonianze: dalle lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana ed europea alle opere di Primo Levi, da tutti i libri di Nuto Revelli alla raccolta di testimonianze realizzata da Bianca Guidetti Serra, dai fondamentali lavori storici di Anna Bravo e di Claudio Pavone ai tanti capolavori non solo storiografici, memorialistici e filosofici ma anche specificamente letterari ispirati dall'esperienza partigiana direttamente vissuta - da Italo Calvino a Beppe Fenoglio, a Luigi Meneghello, a molti altri autori ed autrici.
E innanzitutto con un programma concreto di azione nonviolenta che il fascismo odierno contrasti in ogni campo; ed a tal fine occorre almeno:
I. Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni: e per questo occorre in primo luogo abolire le armi e le organizzazioni armate, realizzare progressivamente il programma del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, cominciando con l'opporsi alle spese militari, con l'opporsi alla produzione - e al commercio e alla detenzione - delle armi che sempre sono nemiche dell'umanita', promuovendo la riconversione dell'industria bellica a produzioni civili di pubblica utilita', promuovendo la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace.
II. Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni: e per questo occorre in primo luogo accogliere tutti i migranti, riconoscerne e difenderne i diritti umani, realizzando gli impegni della Carta di Lampedusa, ed inverando finalmente la Dichiarazione universale dei diritti umani proclamata dall'assemblea generale dell'Onu nel 1948.
III. Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni: e per questo occorre in primo luogo sostenere i centri antiviolenza del movimento delle donne, ed ottenere la piena e adeguata applicazione della Convenzione di Istanbul che e' anche legge dello stato italiano.
IV. Opporsi alla devastazione della biosfera: e per questo occorre in primo luogo realizzare subito - e non tra anni o decenni - gli impegni della Conferenza di Parigi poi ribaditi a New York per contenere immediatamente l'innalzamento del clima e gli sconvolgimenti ambientali locali e globali provocati da un modello di sviluppo dissennato, rapinatore e distruttivo che va fermato al piu' presto avviando una riconversione dell'economia centrata sul primato della conservazione della vita, della dignita' delle persone e del mondo vivente.
V. Opporsi all'economia che uccide: e per questo occorre in primo luogo abolire la schiavitu', proteggere i beni comuni, socializzare il controllo dei mezzi di produzione e delle scelte e strategie di gestione delle risorse e di produzione e consumo (e questa socializzazione e' parte cruciale della democrazia), redistribuire la ricchezza sociale secondo criteri di giustizia e di solidarieta' ovvero di riconoscimento dell'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani, affinche' i diritti degli esseri umani prevalgano sulla rapina capitalistica che sta portando il pianeta alla catastrofe.
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Noi ricordiamo
Celebrando la Liberazione del nostro paese dal barbaro dominio fascista noi ricordiamo.
Noi ricordiamo tutte le vittime del nazifascismo, del terrorismo e delle guerre fasciste, ed in primo luogo le vittime della Shoah - i campi di sterminio essendo il nucleo e l'essenza e il vettore dell'ideologia e del piano fascista di dominazione del mondo e di annientamento dell'umanita'.
Noi ricordiamo tutti i martiri della Resistenza.
Noi ricordiamo tutte le persone che al fascismo si sono opposte.
Noi ricordiamo tutte le persone che ovunque nel mondo si sono opposte e si oppongono alla guerra e alle stragi, che al fascismo resistono ovunque la barbarie fascista agisca e comunque essa si travesta.
E noi ricordiamo i nostri maestri, amici e compagni di lotta antifascista, quindi nonviolenta, che ci hanno lasciato e che pur vivono ancora nei nostri cuori.
E tra loro ricordiamo Sauro Sorbini, Achille Poleggi, Vittorio Emanuele Giuntella, che cosi' tanto ci hanno insegnato e che anche se sono scomparsi da molti anni restano vivi nel nostro ricordo e nel nostro agire.
E ricordiamo Alfio Pannega di cui tra pochi giorni ricorre il sesto anniversario della scomparsa, ricordiamo Gianni Fiorentini che ci ha lasciato cinque anni fa, ricordiamo Mario Onofri che ci ha lasciato un anno fa, ricordiamo Giuseppe Tacconi che ci ha lasciato da pochi giorni, indimenticabili compagni di lotta, amici preziosi da cui molto abbiamo imparato, e con loro tante e tanti altri compagni di esperienze e di riflessioni, di azione nonviolenta, di impegno antifascista.
E ricordiamo Nanni Salio, ricordiamo Fulvio Cesare Manara, ricordiamo Piero Pinna, amici della nonviolenza e costruttori di pace, tra le figure piu' autorevoli della nonviolenza in Italia, che ci hanno lasciato in queste ultime settimane ma la cui testimonianza, la cui opera, il cui impegno, il cui legato illuminano ed illumineranno il nostro presente e futuro lavoro per la pace e la dignita' umana, per la liberazione dell'umanita'.
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Il nostro 25 aprile
Questo e' il nostro 25 aprile: di memoria e di riflessione, ma soprattutto di pensiero e azione. Di impegno antifascista, di azione nonviolenta. Di fedelta' ai valori della Resistenza, di difesa della Costituzione repubblicana, di lotta per la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, di inveramento delle scelte, delle speranza, del lascito dei martiri della lotta antifascista. Come ha scritto Piero Calamandrei nell'epigrafe posta sulla tomba dei fratelli Rosselli: "Giustizia e liberta'/ Per questo morirono/ Per questo vivono".
La Resistenza continua.
La nonviolenza e' in cammino.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Il primo dovere e' salvare le vite.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita'.

7. REPETITA IUVANT. IL NOSTRO 25 APRILE. UN INCONTRO DI TESTIMONIANZA A VITERBO (2015)

Si e' svolto venerdi' 24 aprile 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di testimonianza sul tema: "Il nostro 25 aprile, il 25 aprile dell'umanita'. La Resistenza continua nella nonviolenza".
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Nel corso dell'incontro sono state lette alcune lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana ed europea, ed alcune testimonianze delle e dei martiri per la liberta' di tutti i luoghi del mondo.
Un minuto di silenzio e' stato osservato in memoria delle vittime della strage in corso nel Mediterraneo.
E' stato condiviso un appello al presidente del consiglio dei ministri affinche' sia finalmente consentito a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di entrare in modo legale e sicuro in Italia e in Europa salvando così le proprie vite e trovando qui finalmente accoglienza, assistenza, rispetto.
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L'incontro e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese.
"Il nostro 25 aprile e' memoria della liberazione d'Italia dal fascismo. Ed insieme e' figura e presagio e mandato della liberazione dal fascismo dell'intera umanita'.
E quindi per esser fedeli alla lotta, ai valori, al messaggio, al legato dei resistenti che allora il fascismo nel nostro paese sconfissero, questo e' l'impegno da adempiere oggi: proseguire la lotta per la liberazione dell'intera umanita'.
Il programma della Resistenza, cosi' come poi scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana, è ancora il nostro orizzonte di impegno, il senso del nostro agire: che ogni essere umano abbia finalmente riconosciuto il suo diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che ogni essere umano rechi aiuto ad ogni altro essere umano; che si realizzi nel mondo intero una societa' libera e giusta, responsabile e solidale, in cui da ciascuno sia dato a seconda delle sue capacita' ed a ciascuno sia dato a seconda dei suoi bisogni; in cui si realizzi il bene comune.
La Resistenza prosegue nella nonviolenza.
E quindi nel ricordo dei martiri della Resistenza proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.
La Resistenza continua.
La nonviolenza e' in cammino".

8. REPETITA IUVANT. IL NOSTRO 25 APRILE (2014)

Il 25 aprile non e' solo il giorno in cui festeggiamo la Liberazione d'Italia nel 1945 e del Portogallo nel 1974, e' anche il giorno in cui nel 1992 ci ha lasciato Ernesto Balducci, indimenticabile maestro e compagno, una delle figure piu' vive del pensiero e dell'azione per la pace, la solidarieta' universale, la liberazione comune, la nonviolenza.
E quindi il nostro 25 aprile e' un giorno insieme di festa e di lutto; festa per la Liberazione dal fascismo, e lutto per le innumerevoli vittime del fascismo e delle guerre fasciste; ed anche lutto per le innumerevoli vittime di tutte le dittature e di tutte le guerre; e infine lutto per tutti coloro che hanno lottato contro il fascismo, per la pace e la dignita' umana, e che non sono piu' vivi: e padre Balducci tutti li rappresenta.
Ma il nostro 25 aprile e' un giorno di memoria che convoca all'agire, un giorno di impegno nel presente, un giorno di lotta; il nostro 25 aprile e' un giorno di lotta nonviolenta contro tutte le uccisioni e le persecuzioni, e' un giorno di lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita'.
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Ed in Italia oggi due sono le lotte principali e decisive da condurre con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza: la lotta contro la guerra e per il disarmo; la lotta contro il razzismo e per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Infatti tragicamente l'Italia ancora partecipa a guerre scellerate come quella afgana in flagrante violazione della Costituzione repubblicana posta a fondamento del nostro ordinamento giuridico; e ancora in flagrante violazione della Costituzione l'Italia tuttora attua una mostruosa persecuzione razzista nei confronti dei migranti con tanto di campi di concentramento, deportazioni, schiavitu', morti.
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Non festeggi il 25 aprile chi e' complice delle politiche di guerra e di riarmo; non festeggi il 25 aprile chi e' complice delle politiche razziste. Chi impone o favoreggia la guerra e il riarmo, chi impone o favoreggia il razzismo, costui e' complice del fascismo, costui tradisce la Costituzione della Repubblica italiana, costui non e' degno di commemorare la Resistenza e la Liberazione.
Festeggia degnamente il 25 aprile, onora degnamente le vittime del fascismo e della guerra, ricorda degnamente i martiri antifascisti e tutte le donne e gli uomini costruttori di pace, di giustizia e di liberta', solo chi si impegna, oggi ed ogni giorno, contro la guerra e contro le armi, contro il razzismo e contro tutte le discriminazioni, le persecuzioni, le violenze; solo chi si impegna, oggi ed ogni giorno, in difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, e in difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.
Festeggia degnamente il 25 aprile solo chi rispetta e difende la Costituzione della Repubblica Italiana, la Costituzione antifascista, la Costituzione democratica, la Costituzione che ripudia la guerra, che difende i diritti di tutti gli esseri umani, che accoglie e protegge tutte le persone che cercano pace, giustizia e liberta'.
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Ma non solo il 25 aprile la memoria della Resistenza e della Liberazione deve tradursi in pensiero coerente ed azione costruttiva: tutti i giorni occorre lottare contro la guerra assassina, contro le armi assassine, contro le strutture armate assassine; tutti i giorni occorre lottare contro il razzismo, l'imperialismo, il totalitarismo, il maschilismo, lo sfruttamento; tutti i giorni occorre lottare per la pace e la solidarieta'.
E per inverare il senso e i fini, i valori e il progetto della Resistenza, della Liberazione, della Costituzione repubblicana, occorre la scelta della nonviolenza.
La nonviolenza deve divenire non solo scelta personale e collettiva quotidiana, regola e metodo condivisi, ma anche politica comune, principio organizzatore della civile convivenza, delle relazioni e delle istituzioni, fondamento delle leggi e dei costumi, realizzazione della democrazia nella sua estensione piu' ampia: omnicrazia, ovvero potere di tutti.
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Per tutto cio' questo 25 aprile 2014 trova in Italia il suo luogo di chiarificazione e la sua traduzione in proposta d'azione adeguata nell'iniziativa nonviolenta nazionale che si svolge a Verona, l'"Arena di pace e disarmo" che giustamente afferma che "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo" e quindi propone un'autentica e adeguata politica di pace fondata sul disarmo immediato, sul passaggio immediato alla nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

9. REPETITA IUVANT. DINANZI ALLA LAPIDE DEL MARTIRE ANTIFASCISTA MARIANO BURATTI (2014)

La lapide che ricorda Mariano Buratti all'ingresso del liceo viterbese a lui intitolato e' seminascosta da due tavole da cantiere, prigioniera dietro una cancellata chiusa da una catena e un lucchetto; per "lavori in corso" da molti mesi quell'ingresso e' chiuso e la pavimentazione tra il colonnato e il muro ove e' la pietra che reca memoria del martire antifascista e' coperta dalla polvere, dagli escrementi di uccelli e da altra sporcizia.
Domani e' il 25 aprile e tradizionalmente si depone una corona dinanzi alla lapide. Spero che in fretta e furia una qualche istituzione oggi provveda a pulire e rendere accessibile l'area e a restituire pienamente visibile la lapide.
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Questa mattina, 24 aprile, mi sono recato a meditare dinanzi a quella lapide.
Lo faccio quando posso, memore della mia lontana gioventu' quando la lapide di Mariano Buratti leggevo ogni mattina prima di entrare al liceo allora in piazza Dante, ed ogni mattina mi dicevo che occorreva essere degni di quella memoria, fedeli a quel martire. E fedele a quella memoria, a quel martire, erano certo i maestri di vita che in quella scuola incontravi: tra i quali per me "primi e principi" (per riprendere una formulazione leopardiana) Raimondo Pesaresi ed Alessandro Balicchi. Sono passati molti anni, la mia lunga barba e' bianca, il mio passo si e' fatto lento, confido di non aver tradito quei valori, quella memoria, quell'insegnamento, quel dovere morale e civile.
E meditando dinanzi a quella lapide, semioccultata dai tavolacci, tenuta a distanza dalle sbarre e dalla catena e dal lucchetto, in un luogo sporco e abbandonato, mi e' parso sia di cogliere un segno di questo amaro tempo, sia di sentire nitido e forte un appello, quel medesimo appello: a resistere contro l'inumano, a lottare per la liberazione dell'umanita', a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
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La Resistenza fu infatti innanzitutto rivolta morale di persone che vollero restare umane di fronte all'inumano.
Fu rivolta contro la guerra assassina.
Fu rivolta contro la dittatura che intrinsecamente era gia' guerra e persecuzione e omicidio, e che la guerra mondiale e i suoi cinquanta milioni di uccisi preparava, incubava, recava in grembo come la nube porta la tempesta.
E' una menzogna la museificazione della memoria della Resistenza: la Resistenza non finisce finche' una sola persona e' ancora oppressa.
E' una menzogna la ritualizzazione della memoria della Resistenza: chi la officia come una liturgia la pensa morta e sepolta, ed invece essa e' viva nella lotta contro ogni menzogna, contro ogni violenza, contro ogni barbarie.
E' una menzogna la burocratizzazione della memoria della Resistenza: la burocrazia e' sovente la prima complice del totalitarismo, e' sovente - insieme all'esercito, macchina assassina - l'organizzazione della banalita' del male e lo strumento principe del male radicale.
E' una menzogna la militarizzazione della memoria della Resistenza: la Resistenza fu innanzitutto un grande moto nonviolento di opposizione alla guerra e alle stragi, alle uccisioni ed alle persecuzioni, alle gerarchie e all'ubbidienza cieca e vile; il militarismo e' precisamente l'opposto della Resistenza.
La Resistenza nel nostro paese e' stata l'autentico contributo italiano, del popolo italiano, alla liberazione dell'umanita' dal fascismo, quell'immondo crimine che proprio in Italia era nato e dall'Italia aveva contagiato l'Europa  e il mondo con gli esiti piu' atroci.
Frutto maggiore della Resistenza e' la Costituzione repubblicana, la fedelta' ad essa e' fedelta' alla Resistenza e sua prosecuzione, eredita' e adempimento della Liberazione.
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Oggi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione, e' continuarne l'impegno e il programma, difendendo la democrazia e i diritti umani, opponendosi alla guerra, alle dittature, al razzismo, alla schiavitu', ad ogni forma di sfruttamento e di oppressione, di devastazione e distruzione.
In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi per la cessazione della partecipazione militare italiana alla guerra afgana ed a tutte le altre cosiddette "missioni internazionali" che gia' troppe morti hanno provocato.
In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi per il disarmo, poiche' le armi sempre e solo servono a uccidere: occorre cessare di produrre, commerciare ed usare le armi; occorre far cessare ogni addestramento all'uso delle armi ed ogni assuefazione all'uccidere; occorre abolire gli eserciti; occorre riconvertire l'industria bellica a produzioni civili: meno armi, piu' vite umane salvate.
In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi per l'abrogazione di tutte le infami misure razziste imposte nel nostro paese da governi golpisti: occorre abolire i campi di concentramento, occorre abolire le deportazioni, occorre abolire la schiavitu', occorre accogliere tutti gli esseri umani in fuga dalla guerra e dalla fame, occorre riconoscere e difendere i diritti di tutti gli esseri umani: vi e' una sola umanita'.
In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi per difendere la biosfera, casa comune dell'umanita' intera.
In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi affinche' la nonviolenza divenga il criterio, il programma e il metodo della civile convivenza, delle istituzioni democratiche, della politica necessaria.
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Per tutto cio' ricordare la Resistenza e la Liberazione, onorare e difendere la Costituzione della Repubblica Italiana, richiede la scelta del disarmo e della nonviolenza, come giustamente evidenzia l'iniziativa nonviolenta nazionale "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' questo 25 aprile a Verona col motto: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
Ripetiamolo una volta ancora: il disarmo e la nonviolenza sono le scelte oggi necessarie per salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Questi pensieri questa mattina ho meditato dinanzi alla lapide del martire antifascista Mariano Buratti. Con questi pensieri ho voluto rendergli omaggio. Con questi pensieri rivolgo a chi legge queste parole l'invito a proseguirne la lotta: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".

10. REPETITA IUVANT. CONTRO IL FASCISMO CHE TORNA. IL NOSTRO 25 APRILE (2013)

Il nostro 25 aprile non e' il loro.
Non e' quello degli ipocriti complici della guerra e del razzismo.
Non e' quello dei prominenti del regime della corruzione, dell'eversione dall'alto, del populismo sciovinista.
Non e' quello delle menzognere liturgie, delle routine arrugginite, dei discorsi recitati con parole insincere e stantie, del frettoloso fingere una passione spenta.
Non e' quello delle parate chiassose, delle visite cieche ai monumenti corrosi, delle voraci scampagnate.
Non e' quello della societa' dello spettacolo, della barbarie consumista, della retorica degli imbonitori.
No, il nostro 25 aprile non e' il loro.
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Il nostro 25 aprile e' la fedelta' alla Resistenza.
Il nostro 25 aprile e' la fedelta' alla Liberazione.
Il nostro 25 aprile e' la fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana.
Il nostro 25 aprile e' la fedelta' alla Dichiarazione universale dei diritti umani.
Fedelta' alla Resistenza, che fu luminosa e dolorosa la lotta delle persone migliori, e la sollevazione dei popoli oppressi per far cessare tutti i fascismi, per far cessare tutte le guerre, per restituire l'umanita' all'umanita' intera. La Resistenza che ancora ci chiama alla lotta solidale ovunque una persona e' umiliata e offesa.
Fedelta' alla Liberazione, che fu la sconfitta della barbarie, la cessazione della dittatura e delle stragi, la fine del regno della violenza; la Liberazione che fu il ritorno della dignita' umana, la riconquista della convivenza, della solidarieta', della civilta'. La Liberazione che ancora ci chiama alla lotta finche' l'intera umanita' sia libera, finche' ad ogni persona siano egualmente riconosciuti tutti i diritti nel rispetto della diversita' di ciascuno; per una societa' di liberi ed eguali - ed eguali in quanto tutti irriducibilmente diversi - in cui ad ogni essere umano sia dato a seconda dei suoi bisogni e da ogni essere umano sia dato a seconda delle sue capacita'; per quella che con antiche parole ancora chiamiamo l'internazionale futura umanita' - futura, e gia' compresente ogni volta che tu fai l'azione buona, l'azione responsabile, l'azione giusta.
Fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana ed alla Dichiarazione universale dei diritti umani, i patti in cui si e' giurato il senso e il fine della Resistenza e della Liberazione. La Costituzione della Repubblica Italiana e la Dichiarazione universale dei diritti umani che ancora ci chiamano alla lotta finche' quegli impegni solennemente sanciti siano inverati ovunque.
Questo e' il nostro 25 aprile.
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Ci convoca il nostro 25 aprile.
Ci convoca a denunciare e contrastare il tradimento di quella liberazione: il tradimento attuato dalle classi dominanti che hanno operato per ripristinare il regime della violenza, della menzogna, dell'ingiustizia, della sopraffazione, della distruzione.
Ci convoca al dovere di continuare la lotta contro il fascismo che torna: e quindi ci convoca alla lotta contro la guerra, gli eserciti e le armi; ci convoca alla lotta contro il razzismo ed ogni pregiudizio e persecuzione; ci convoca alla lotta contro i poteri criminali, i poteri occulti, il regime dello sfruttamento e della corruzione; ci convoca alla lotta contro il sistema di potere maschilista e patriarcale che non solo criminalmente nega piena dignita' a meta' dell'umanita', ma precipita anche l'altra meta' in una condizione disumanata; ci convoca alla lotta in difesa della biosfera che e' la casa comune dell'umanita' intera, ed altresi' il sistema vivente complesso ed olistico a un tempo di cui anche l'umanita' e' parte.
Ci convoca il nostro 25 aprile.
Convoca ogni persona di retto sentire e di volonta' buona ad uscire dalla rassegnazione, ad uscire dalla subalternita', ad uscire dalla contemplazione atterrita dell'orrore; a contrastare ogni ignavia e rompere ogni complicita'; ad assumere personalmente la responsabilita' della lotta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e in difesa del mondo vivente.
Convoca all'agire comune per il bene comune: convoca alla democrazia progressiva, alla responsabilita' e alla condivisione, alla socializzazione delle risorse fondamentali e dei fondamentali mezzi di produzione, all'accudimento in comune dei beni comuni, al dovere di ognuno che fonda i diritti di tutti.
Ci convoca, infine e soprattutto, all'unica scelta intellettuale, morale e politica concretamente adeguata e coerente con la Resistenza, con la Liberazione, con la Costituzione repubblicana e con la Dichiarazione universale dei diritti umani unite in un sinolo: questa scelta e' la nonviolenza.
Nella scelta, nella lotta nonviolenta oggi rivive la Resistenza; nella scelta, nella lotta nonviolenta e' la fedelta' alla Liberazione; nella scelta, nella lotta nonviolenta e' l'inveramento del patto giurato nella Costituzione repubblicana e nella Dichiarazione universale dei diritti umani.
E questo e' il nostro 25 aprile.

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 199 del 23 aprile 2019
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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