[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 167



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 167 del 12 marzo 2019

In questo numero:
1. Massimiliano di Cartagine. Una commemorazione oggi a Viterbo
2. Lettera agli studenti
3. "Ma per seguir virtute e canoscenza". Un'esortazione a inviare due lettere
4. Mao Valpiana: Memoria di Sandro Canestrini
5. Daniele Lugli: Una giornata con Alex Langer
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma

1. MEMORIA. MASSIMILIANO DI CARTAGINE. UNA COMMEMORAZIONE OGGI A VITERBO

La mattina di martedi' 12 marzo 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' tenuta una commemorazione di Massimiliano di Cartagine (274-295), ucciso a Tebessa in quanto obiettore di coscienza al potere militare.
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Nel corso dell'incontro commemorativo - che da circa vent'anni si rinnova ogni anno presso la struttura nonviolenta viterbese - ancora una volta "la scelta e la vicenda di Massimiliano sono state ricordate come pietra di paragone e concreto appello per l'agire nel presente: la scelta di opporsi alla guerra e ai suoi apparati, la scelta di opporsi alla pratica dell'uccidere, la scelta di preferir subire la morte anziche' infliggerla ad altri, costituisce un modello di condotta e adamantino un monito ad assumersi personalmente le proprie responsabilita', a mettere in pratica le proprie convinzioni, a rispondere al volto nudo dell'altro che ti chiede di non ucciderlo, che ti chiede di salvargli la vita".
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Porsi all'ascolto di Massimiliano oggi qui significa opporsi alla partecipazione italiana alle guerre e alle devastazioni in corso ed alle alleanze militari, ai poteri politici oppressivi, ai potentati economici rapinatori ed al sistema di potere globale che quelle guerre e quelle devastazioni fomentano, provocano ed eseguono.
Porsi all'ascolto di Massimiliano oggi qui significa opporsi alla produzione di armi che sempre e solo servono a uccidere esseri umani, ed in particolare e innanzitutto opporsi alle bombe italiane che fanno strage in Yemen.
Porsi all'ascolto di Massimiliano oggi qui significa opporsi alla scellerata persecuzione razzista dei migranti che ogni giorno miete vittime innocenti.
Porsi all'ascolto di Massimiliano oggi qui significa opporsi al riarmo onnicida e alle politiche di sfruttamento e di rapina che distruggono le vite umane e devastano la biosfera.
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Nel corso dell'incontro e' stato diffuso ancora una volta ai partecipanti il testo di "Una leggenda apocrifa ovvero eulogia di Massimiliano di Cartagine", che di seguito si trascrive.

I.
Solo questo so di te, che nell'anno
295 ti fucilarono
perche' obiettore al servizio militare.

Immagino che venne un centurione
coi suoi esperti di pubbliche relazioni,
psicologi, pubblicitari, sceneggiatori di telenovelas,
a dirti mentre eri in galera
sei un bravo giovane, chi te lo fa fare
vieni con noi, imparerai un mestiere.
E Massimiliano rispose di no.

Mandarono da lui certi suoi parenti, certi prominenti
concittadini, a dirgli
lo sai che noi cartaginesi
siamo gia' guardati con sospetto
per certe vecchie storie di Alpi e di elefanti
di annibali e di asdrubali e scipioni
non metterti a fare casino
vesti la giubba, non c'e' altro da fare
e combattere per l'impero ha pure i suoi vantaggi.
Ma Massimiliano rispose di no.

E vennero allora a persuaderlo
certi amici di quando al campetto
giocavano insieme a pallone, gli amici
del bar: Massimilia' falla finita
da quando ti sei messo con quei tizi
del galileo morto ammazzato
ti stai mettendo in un mare di guai.
Che diamine mai hai contro i marines?
Falla finita con quei beduini
da' retta al nostro buon signor Belcore
la paga e' buona ed il lavoro e' poco.
E quello cocciuto, come un mulo a dire no.

II.
Dicono male delle corti marziali
dicono male dei plotoni d'esecuzione
forse che e' meglio farlo col coltello
in un vicolo buio di notte?

Dicono che siamo repressori
e genocidi addirittura; e andiamo!
forse che non ci vuole anche un po' d'ordine
in questo letamaio di colonie?
e il roman way of life non costa niente?
Eppure la volete, la televisione
il telefonino.

E allora poche storie, lo ammazzammo
perche' dovemmo, mica potevamo
lasciarlo andare il vile disertore
oltretutto terrone, anzi affricano.

La civilta', insomma, va difesa.

III.
Quante incertezze, quanta paura certo durasti.
Solo i babbei
pensano che gli eroi sono una specie
di nazisti spretati. E invece i martiri
hanno paura come noi, e tremano
come noi, come noi dubitano
di star tutto sbagliando, di sprecare per nulla la vita.

Ma infine ristette fermo nel suo no
Massimiliano di Cartagine. E fu fucilato.

IV.
Ecco, io mi alzo in piedi nell'assemblea
e prendo la parola, e dico:
obietta alla guerra e alle uccisioni
combatti contro gli eserciti e le armi
scegli la nonviolenza.

Ecco, io prendo la parola in assemblea,
mi alzo in piedi e dico:
fermiamo le fabbriche di armi
assediamo le basi militari
impediamo i decolli dei bombardieri
strappiamo gli artigli alle macchine assassine.

Ecco, io dico al soldato: diserta
io dico al ferroviere: ferma il convoglio
io dico al vivandiere: non preparare
di carne umana il pranzo al generale.

Ecco, io dico, la guerra
puo' essere, deve essere fermata.
Con l'azione diretta nonviolenta.
Con il gesto del buon Massimiliano
cartaginese, che i romani fucilarono.
*
Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha riproposto i ragionamenti e i motti con cui in questi mesi si chiama ogni persona di volonta' buona ad opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, ad opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, ad opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni; ad impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Sii tu il buon samaritano.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso l'appello affinche' l'Italia finalmente sottoscriva e ratifichi il trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari.
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso inoltre l'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed affinche' sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso altresi' l'appello a scrivere alle senatrici ed ai senatori affinche' il 20 marzo autorizzino la magistratura a procedere nei confronti dei governanti razzisti che hanno commesso - oltre ad altri crimini contro l'umanita' ed attentato alla Costituzione - il reato di sequestro di persona aggravato.
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso infine anche l'appello al Presidente della Regione Lazio affinche' anche la Regione Lazio presenti ricorso alla Corte costituzionale contro le misure razziste, disumane, criminali e criminogene contenute nell'abominevole "decreto sicurezza della razza".
*
Nel ricordo di Massimiliano di Cartagine denunciamo ancora una volta i crimini commessi dal governo italiano.
I. Il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico.
A questi crimini ogni persona di volonta' buona ha il dovere di opporsi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della legalita' che salva le vite.
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Nel ricordo di Massimiliano di Cartagine ricordiamo che solo la pace costruisce la pace, che solo la pace salva le vite.
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Nel ricordo di Massimiliano di Cartagine la nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. L'ORA. LETTERA AGLI STUDENTI
[Riceviamo e diffondiamo]

Nel 1967, piu' di 50 anni fa, un gruppo di ragazzi guidati da don Lorenzo Milani, dopo la bocciatura di alcuni di loro agli esami per la maturita' magistrale, decisero di scrivere una lettera ad una professoressa immaginaria di quel tempo, in cui la scuola era fortemente selezionatrice e, con le bocciature, censurava anche i modelli scolastici come quello innovativo e radicale della Scuola di Barbiana.
Oggi, che i nodi del modello di sviluppo occidentale stanno venendo al pettine con i cambiamenti climatici e tutte le conseguenze ad essi connesse, ci sentiamo di scrivere questo messaggio a voi studenti per stimolarvi a prendere in mano la situazione.
Esattamente come chiede Greta Thunberg, la giovane svedese che nonostante i suoi 16 anni mostra una maturita' politica da fare invidia ad ogni adulto. In un'intervista al "Guardian" ha detto: "Ho sentito parlare per la prima volta di cambiamento climatico quando avevo otto anni. Ho imparato che e' una cosa creata dagli esseri umani. Mi dicevano di spegnere le luci per consumare meno elettricita' e di riciclare la carta. Era strano, pensavo, che fossimo in grado di cambiare l'intera faccia del pianeta e il prezioso strato di atmosfera che lo rende la nostra casa: se eravamo capaci di fare questo, perche' non ne sentivo parlare ovunque? Perche' il clima non era la prima cosa di cui sentivo parlare quando accendevo la tv? Titoli, programmi radiofonici, giornali: non avrei dovuto sentir parlare d'altro, come se fosse in corso una guerra mondiale. Pero' i nostri leader politici non ne parlavano mai. Se usare i combustibili fossili minaccia la nostra esistenza, come e' possibile che continuiamo a usarli? Perche' non ci sono dei limiti? Perche' non e' illegale farlo? Perche' nessuno parla dei pericoli del cambiamento climatico che e' gia' in corso? E del fatto che duecento specie animali si estinguono ogni giorno? Ho la sindrome di Asperger e per me le cose sono bianche o nere. Guardo le persone che sono al potere e mi chiedo perche' hanno reso le cose cosi' complicate. Sento la gente dire che il cambiamento climatico e' una minaccia alla nostra esistenza, pero' tutti vanno avanti come se niente fosse. Non possiamo piu' salvare il mondo rispettando le regole perche' le regole devono essere cambiate. Se vivro' cent'anni, saro' ancora qui nel 2103. Quello che facciamo o non facciamo ora condizionera' tutta la mia vita e quella dei miei amici, dei nostri figli e dei loro nipoti. Gli adulti ci hanno deluso. E dato che la maggior parte di loro, compresi giornalisti e politici, continuano a ignorare la situazione, dobbiamo agire, oggi".
Sulla chiamata di Greta, molti studenti di tutta Europa hanno iniziato a ritrovarsi, ogni venerdi', di fronte ai palazzi del potere, in Belgio, Germania, Svezia, Olanda, Australia, Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito... semplicemente per stare con i loro cartelli che chiedono conto agli adulti, "Dite di amare i vostri figli piu' di ogni cosa, invece gli state rubando il futuro". Molti studenti in molte nazioni, ma ancora molto pochi in Italia. Non notiamo in Italia lo stesso fermento che c'e' all'estero e se dovesse essere perche' pensate che i cambiamenti climatici non vi riguardano, vorremmo dirvi che vi sbagliate di grosso: niente piu' di questo fenomeno influira' sul vostro futuro, perche' avra' effetti sulla disponibilita' di acqua, sulla produzione di cibo, sulla sicurezza dei territori, sulle migrazioni.
Vorremmo darvi un consiglio: fate emergere tutto l'egoismo che e' in voi per difendere il vostro futuro, perche' se la temperatura terrestre continuera' a salire la vostra vita sara' un inferno.
Dunque parlatene, studiate, confrontatevi con gli esperti (le autogestioni potrebbero essere delle buone occasioni...) e poi alzate la voce per inchiodare chi puo' decidere alle sue gravi responsabilita'.
La mattina del prossimo 15 marzo e' indetto uno sciopero mondiale per il clima, promosso proprio dagli studenti. Non mancate questa occasione per iniziare un percorso: abbiamo poco tempo per rimediare ma possiamo ancora farlo. Ci avete prestato il futuro ed e' tempo che lo riprendiate nelle vostre mani per renderlo sicuro, possibile e vivibile, non credete?
Francesco Gesualdi, Centro Nuovo modello di Sviluppo (gia' allievo di Barbiana e coautore di Lettera a una professoressa)
Sergio Venezia (Associazione CO-Energia - Progetti collettivi di Economia Solidale)
Oreste Magni (Eco-istituto Valle del Ticino)
Amalia Navoni (Coordinamento Lombardo Nord-Sud)
Roberto Burlando (Docente di Economia Universita' di Torino)
Mario Agostinelli (Associazione Energia Felice e Laudato Si')
Lidia Di Vece (Federazione Italiana Economia del Bene Comune)
Tonino Perna (Ecolandia - Parco Ludico Ecologico Ambientale)
Alberta Cardinali (Rete Gas Marche che aderiscono ad Adesso Pasta!)
Don Virginio Colmegna (Fondazione Casa della Carita' - Associazione Laudato Si')

3. REPETITA IUVANT. "MA PER SEGUIR VIRTUTE E CANOSCENZA". UN'ESORTAZIONE A INVIARE DUE LETTERE

Carissime e carissimi,
scusandoci per l'insistenza vorremmo pregarvi di voler inviare al piu' presto due lettere.
Una alle senatrici ed ai senatori che il 20 marzo dovranno decidere se autorizzare la magistratura a procedere nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato, reato di cui sono state vittime innocenti alcune decine di naufraghi inermi.
L'altra alla Regione Lazio affinche' presenti ricorso alla Corte costituzionale contro le misure mostruosamente razziste, criminali e criminogene contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Facciamo sentire la nostra voce a chi siede nelle istituzioni democratiche, chiediamo che cessino le criminali persecuzioni razziste da parte del governo, chiediamo che siano finalmente rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani e con essi la Costituzione della Repubblica italiana.
Di seguito trascriviamo, con una minima argomentazione, due possibili testi che potete riprodurre tali e quali o variandoli come riterrete opportuno, e due serie di indirizzi cui inviare le lettere.
Fin d'ora vi diciamo la nostra gratitudine per quanto vorrete fare o avete gia' fatto.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
* * *
Proosta di lettera alle senatrici ed ai senatori
Il 20 marzo il Senato dovra' decidere se autorizzare la magistratura a procedere nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato.
Quel reato e' stato effettivamente commesso.
E le esimenti invocate dai menzogneri sofisti manutengoli del ministro nel concreto caso specifico palesemente non sussistono.
Tutte le persone sono eguali dinanzi alla legge, il ministro deve essere processato.
Proponiamo a tutte le persone di volonta' buona di scrivere alle senatrici ed ai senatori per chiedere loro di esprimersi affinche' la giustizia faccia il suo corso.
*
Di seguito una traccia di lettera che puo' essere trascritta e inviata.
Gentilissime senatrici e gentilissimi senatori,
tra pochi giorni sarete chiamati a pronunciarvi in merito all'autorizzazione a procedere richiesta dalla magistratura nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato.
Vi saremmo assai grati se leggeste gli atti, che ricostruiscono in modo adeguato le ragioni della richiesta.
E vi saremmo assai grati se teneste a mente cio' su cui siete chiamati a pronunciarvi, ovvero quanto disposto dall'art. 96 della Costituzione ("Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale") e dall'art. 9, n. 3, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1 (che esplicita come l'assemblea della Camera competente - in questo caso il Senato - possa "negare l'autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo").
Ebbene: nel sequestrare i naufraghi trattenendoli contro la loro volonta' sulla nave "Diciotti" il governo certamente non ha "agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante", e non ha agito "per il perseguimento di un preminente interesse pubblico".
Vorremmo pertanto sollecitarvi ad autorizzare la magistratura a procedere nei confronti dei responsabili di quel reato.
Come recita l'incipit dell'art. 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge".
Ringraziandovi per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti.
Firma, luogo e data, recapito postale, telefonico ed e-mail del mittente
*
Di seguito alcuni indirizzi e-mail di senatrici e senatori cui si puo' scrivere.
a) gruppo misto: loredana.depetris at senato.it, maurizio.buccarella at senato.it, riccardo.nencini at senato.it, emma.bonino at senato.it, adriano.cario at senato.it, gregorio.defalco at senato.it, vasco.errani at senato.it, segreteria.pietrograsso at senato.it, francesco.laforgia at senato.it, carlo.martelli at senato.it, ricardo.merlo at senato.it, mario.monti at senato.it, liliana.segre at senato.it,
b) gruppo per le autonomie: julia.unterberger at senato.it, dieter.steger at senato.it, albert.laniece at senato.it, meinhard.durnwalder at senato.it, gianclaudio.bressa at senato.it, pierferdinando.casini at senato.it, elena.cattaneo at senato.it, giorgio.napolitano at senato.it,
c) gruppo Pd: andrea.marcucci at senato.it, simona.malpezzi at senato.it, franco.mirabelli at senato.it, valeria.valente at senato.it, caterina.bini at senato.it, monica.cirinna at senato.it, alan.ferrari at senato.it, stefano.collina at senato.it, alessandro.alfieri at senato.it, bruno.astorre at senato.it, teresa.bellanova at senato.it, caterina.biti at senato.it, paola.boldrini at senato.it, francesco.bonifazi at senato.it, tommaso.cerno at senato.it, eugenio.comincini at senato.it, giuseppeluigi.cucca at senato.it, luciano.dalfonso at senato.it, vincenzo.darienzo at senato.it, davide.faraone at senato.it, valeria.fedeli at senato.it, andrea.ferrazzi at senato.it, laura.garavini at senato.it, francesco.giacobbe at senato.it, nadia.ginetti at senato.it, leonardo.grimani at senato.it, vanna.iori at senato.it, mauro.laus at senato.it, ernesto.magorno at senato.it, daniele.manca at senato.it, salvatore.margiotta at senato.it, mauromaria.marino at senato.it, assuntacarmela.messina at senato.it, antonio.misiani at senato.it, tommaso.nannicini at senato.it, annamaria.parente at senato.it, parrini.dario at gmail.com, edoardo.patriarca at senato.it, roberta.pinotti.senato at gmail.com, giovanni.pittella at senato.it, roberto.rampi at senato.it, matteo.renzi at senato.it, matteo.richetti at senato.it, tatjana.rojc at senato.it, anna.rossomando at senato.it, daniela at danielasbrollini.it, dario.stefano at senato.it, valeria.sudano at senato.it, mino.taricco at senato.it, vito.vattuone at senato.it, francesco.verducci at senato.it, luigi.zanda at senato.it,
d) gruppo M5s: stefano.patuanelli at senato.it, gianluca.perilli at senato.it, mariadomenica.castellone at senato.it, primo.dinicola at senato.it, arnaldo.lomuti at senato.it, alessandra.maiorino at senato.it, barbara.floridia at senato.it, gabriele.lanzi at senato.it, giulia.lupo at senato.it, stefano.lucidi at senato.it, rosasilvana.abate at senato.it, rossella.accoto at senato.it, donatella.agostinelli at senato.it, alberto.airola at gmail.com, cristiano.anastasi at senato.it, luisa.angrisani at senato.it, giuseppe.auddino at senato.it, vittoria.bogodeledda at senato.it, laura.bottici at senato.it, elena.botto at senato.it, antonella.campagna at senato.it, gianluca.castaldi at senato.it, francesco.castiello at senato.it, nunzia.catalfo at senato.it, alfonso.ciampolillo at senato.it, andrea.cioffi at senato.it, mauro.coltorti at senato.it, gianmarco.corbetta at senato.it, mirghit at gmail.com, vitoclaudio.crimi at senato.it, marco.croatti at senato.it, mattia.crucioli at senato.it, grazia.dangelo at senato.it, gianmauro.dellolio at senato.it, danila.delucia at senato.it, emanuele.dessi at senato.it, gabriella.digirolamo at senato.it, luigi.dimarzio at senato.it, fabio.dimicco at senato.it, stanislao.dipiazza at senato.it, tiziana.drago at senato.it, giovanni.endrizzi at senato.it, elvira.evangelista at senato.it, elena.fattori at senato.it, giorgio.fede at senato.it, emiliano.fenu at senato.it, gianluca.ferrara at senato.it, agnese.gallicchio at senato.it, vincenzo.garruti at senato.it, felicia.gaudiano at senato.it, silvana.giannuzzi at senato.it, mariomichele.giarrusso at senato.it, giannipietro.girotto at senato.it, biancalaura.granato at senato.it, ugo.grassi at senato.it, barbara.guidolin at senato.it, pasqua.labbate at senato.it, virginia.lamura at senato.it, elio.lannutti at senato.it, cinzialeonem5s at gmail.com, barbara.lezzi at senato.it, ettore.licheri at senato.it, pietro.lorefice at senato.it, matteo.mantero at senato.it, marialaura.mantovani at senato.it, giovanni.marilotti at senato.it, gaspare.marinello at senato.it, mariassunta.matrisciano at senato.it, raffaele.mautone at senato.it, cataldo.mininno at senato.it, francesco.mollame at senato.it, michela.montevecchi at senato.it, vilma.moronese at senato.it, nicola.morra at senato.it, gisella.naturale at senato.it, simona.nocerino at senato.it, paola.nugnes at senato.it, fabrizio.ortis at senato.it, franco.ortolani at senato.it, marinella.pacifico at senato.it, gianluigi.paragone at senato.it, marco.pellegrini at senato.it, daniele.pesco at senato.it, vitorosario.petrocelli at senato.it, angela.piarulli at senato.it, elisa.pirro at senato.it, giuseppe.pisani at senato.it, vincenzo.presutto at senato.it, sergio.puglia at senato.it, ruggiero.quarto at senato.it, alessandra.riccardi at senato.it, sabrina.ricciardi at senato.it, sergio.romagnoli at senato.it, iuniovalerio.romano at senato.it, loredana.russo at senato.it, vincenzo.santangelo at senato.it, agostino.santillo at senato.it, segreteria.sileri at senato.it, paola.taverna at senato.it, fabrizio.trentacoste at senato.it, mario.turco at senato.it, francesco.urraro at senato.it, sergio.vaccaro at senato.it, orietta.vanin at senato.it, gelsomina.vono at senato.it,
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*
Grazie per l'attenzione e per quanto vorrete fare.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Nessuno puo' commettere crimini e pretendere impunita'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
* * *
Proposta di lettera alla Regione Lazio
Carissime e carissimi,
vi proponiamo di scrivere al Presidente della Regione Lazio per sollecitare che anche l'istituzione da lui presieduta presenti - come gia' hanno fatto altre Regioni - un ricorso alla Corte costituzionale contro le parti palesemente razziste ed incostituzionali del cosiddetto "decreto sicurezza".
Di seguito una traccia di testo che potete utilizzare, e una serie di indirizzi cui inviare la lettera.
*
Traccia di testo
Gentilissimo Presidente della Regione Lazio,
l'ente da lei presieduto ha annunciato alcune settimane fa la disponibilita' a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Apprezzando l'intenzione espressa, vorremmo sollecitare la realizzazione dell'iniziativa.
Anche la tempestivita' e' importante: e' infatti noto che i tempi del lavoro della Corte Costituzionale sono necessariamente non brevi, mentre gli effetti (che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") del cosiddetto "decreto sicurezza" si stanno gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
Firma, luogo e data, recapito postale, telefonico e di posta elettronica del mittente
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a) indirizzo del Presidente della Regione Lazio: presidente at regione.lazio.it,
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Riteniamo di fondamentale importanza sollecitare le Regioni che ancora non l'abbiano fatto a presentare al piu' presto ricorsi alla Corte costituzionale. Le Regioni hanno infatti la facolta' di poter presentare tali ricorsi, facolta' che i cittadini, le associazioni, gli stessi enti locali non hanno.
La presentazione dei ricorsi alla Corte costituzionale puo' e deve anche essere un'importante occasione di informazione e coscientizzazione dell'opinione pubblica.
Ad esempio sul fatto che tra le misure razziste e persecutorie del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" vi e' l'abolizione della protezione umanitaria, misura che letteralmente criminalmente getta nella piu' terribile emarginazione, nel piu' grave pericolo e nella disperazione piu' profonda centinaia di migliaia di persone che non hanno commesso alcun reato, persone oneste, persone gia' vittime di gravi sofferenze che in Italia avevano trovato legale e doverosa accoglienza, persone che ora diventano vittime innocenti ed inermi di una persecuzione razzista semplicemente barbara e abominevole, la persecuzione razzista imposta dal folle e scellerato "decreto sicurezza della razza".
Ebbene, la presentazione dei ricorsi alla Corte costituzionale puo' e deve essere parte e fulcro di un piu' ampio impegno in difesa della Costituzione, della democrazia, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Un impegno che deve essere per quanto possibile tempestivo ed esteso.
Inoltre si consideri che se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza, nulla impedisce che lo stesso Parlamento possa rendersi conto del colossale, sciagurato errore commesso accondiscendendo alla richiesta governativa di approvare il "decreto sicurezza della razza", e possa quindi revocare in tempi rapidi con una nuova legge le incostituzionali, disumane, criminali e criminogene misure razziste che esso contiene.
Se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza, i sindaci che gia' hanno colto quei profili di incostituzionalita' saranno confortati nel loro impegno in difesa della legalita' costituzionale, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, contro il razzismo criminale e le criminali persecuzioni.
Se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza le vittime innocenti che ne hanno diritto soggettivo e legittimo interesse saranno confortate nel rivolgersi alla magistratura ordinaria in difesa delle proprie esistenze, e la magistratura ordinaria adita sara' a sua volta confortata nel chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale sui profili di flagrante incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza tutti i pubblici ufficiali che verranno raggiunti dalla palese "notitia criminis" dell'incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" saranno confortati nel farne doverosa segnalazione alla magistratura ordinaria affinche' essa possa chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Grazie fin d'ora per l'attenzione e per quanto vorrete fare.
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... E cinque cose da ricordare
I. Il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico.

4. MEMORIA. MAO VALPIANA: MEMORIA DI SANDRO CANESTRINI
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo la commemorazione di Sandro Canestrini pronunciata da Mao Valpiana, a nome del Movimento Nonviolento, nell'Auditorium "Fausto Melotti" del Mart di Rovereto, nel corso della cerimonia del giorno 8 marzo 2019 in onore di Sandro Canestrini]

Alcune brevi note sull'intreccio della storia di Sandro Canestrini, con la storia della nonviolenza italiana.
Sul finire degli anni '60 si offre come avvocato difensore degli obiettori di coscienza allora detenuti nelle carceri militari di Gaeta e di Peschiera. Non si limita all'assistenza legale. In qualche modo, quando puo', fa anche da tramite tra il movimento, i parenti, e i giovani detenuti. Porta messaggi, biglietti, lettere, e per questo subira' anche una sanzione disciplinare.
Nel frattempo si coinvolge sempre di piu' sul tema dell'obiezione di coscienza. Partecipa attivamente alle Marce antimilitariste da Trieste ad Aviano (organizzate dal Partito Radicale con il Movimento Nonviolento e Lotta Continua). E' una delle punte della Campagna per il riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza, che avverra' nel 1972.
Seguira' poi una lunghissima vicenda processuale, durata quasi 9 anni, sul tema dell'obiezione fiscale alle spese militari. I promotori venivano accusati di "disobbedienza alle leggi di ordine pubblico"; vi furono piu' di 20 processi, nei tribunali di tutta Italia. Sandro Canestrini coordina un formidabile collegio di difesa. Si arrivera' fino alla Cassazione, e per tutti vi sara' l'assoluzione.
La sera, prima dei processi, ci spronava ad organizzare dei dibattiti pubblici, nei quali interveniva lui stesso ed invitava il pubblico ad essere presente il giorno dopo in aula: "dobbiamo far sentire ai Giudici il fiato del Movimento sul collo".
Canestrini segui' anche, per il Movimento Nonviolento, la vicenda del "Monumento antimilitarista" (un vero e proprio monumento itinerante, in ferro battuto, che rappresentava un'idra a tre teste, militarismo, capitalismo, fascismo, che uccideva un soldato); il monumento era dedicato ai caduti di tutte le guerre, obiettori, disertori. Venne denunciato per "vilipendio alle forze armate" e sequestrato. Canestrini ne segui' la vicenda giudiziaria e riuscì ad ottenere, dopo due anni, il dissequesto, con una grande festa e la riproposizione del Monumento a Verona.
Venne poi la stagione di Comiso, nei primi anni '80, con il movimento contro l'installazione dei missili nucleari nella base siciliana. Vi furono processi per l'occupazione della base e per manifestazioni non autorizzate. Canestrini patrocino' tutti i processi, compreso quello che vedeva imputate donne pacifiste provenienti da vari paesi europei.
Poi vi fu la lunghissima vicenda degli imputati per il "blocco ferroviario" del "treno della morte" che trasportava armi per la prima guerra del Golfo, nel 1991. Canestrini riusci' a conquistare l'assoluzione, che arrivo' 14 anni dopo i fatti: "per noi e' una bella medaglia; e' una sentenza modello che andrebbe studiata sui banchi di scuola", diceva Sandro. E ci teneva molto che i giovani, gli studenti, prendessero parte ai processi. Era lui stesso che spiegava ai ragazzi il senso del diritto, l'importanza della difesa, la ricerca della verita' processuale.
In questa lunga storia di decine e decine di processi ai pacifisti, non abbiamo mai visto una parcella. Anzi, spesso era lui a lasciare un generoso contributo "per le spese dell'organizzazione".
Infatti era molto attento anche alle forme organizzative del Movimento nel quale si sentiva sempre piu' coinvolto. Centinaia gli scambi, con tutti noi, di lettere e telefonate (ed avendo lui un carattere forte ed anche esigente, a volte erano letteracce o telefonate incandescenti con le quali si lamentava per qualche nostra mancanza, distrazione, approssimazione, ritardo). Ma era anche affettusissimo e attentissimo ai rapporti umani. Ci teneva a mantenere l'amicizia, e dopo ogni processo od ogni riunione politica, cercava un momento di convivialita', "una pastasciutta, un bicchiere di vino".
In questi lunghi anni, in cui cresceva il suo impeccabile impegno professionale con il pacifismo, cresceva anche il suo legame personale con la nonviolenza. Ad un certo punto decise di iscriversi al Movimento Nonviolento. Fu lui ad inaugurare la Casa per la Nonviolenza nel 1989 a Verona. Negli anni '91 e '92 tenne una bella rubrica fissa su "Azione nonviolenta" (cui era fedelissimo abbonato ed attento lettore), "Al Megafono" (ho riletto in questi giorni i suoi scritti; davvero varrebbe la pena raccoglierli e ripubblicarli). Dal 1994 al 1997 venne eletto Presidente nazionale del Movimento. Partecipava ad ogni incontro, anche semplicemente organizzativo. Frequentava le nostre sedi, acquistava e divorava la letteratura nonviolenta. Dal 1997 in poi venne nominato "Presidente onorario", fino ad oggi...
Questa personale maturazione di coscienza, la sua "persuasione" intima verso la nonviolenza, la racconta lui stesso in un intenso articolo del 1994, scritto per "Azione nonviolenta": "In quel pomeriggio d'autunno (ma quale sara' stato l'anno preciso?) la passeggiata lungo il corso principale di Perugia, da una parte la Martha, dall'altra Aldo Capitini, era la realizzazione di un sognato incontro con il grande pensatore, con il compagno fraterno, con l'uomo che aveva segnato le linee di un avvenire possibile. Prendendo un caffe', parlando per ore ed ore, cercavo di costruire dentro me stesso una coerenza che veniva messa a prova: venivo dalla Resistenza, venivo dalla lotta armata, mi accostavo a quest'uomo nuovo, che diceva parole nuove, fino a quel momento anche da me poco intese e anche per me di difficile condivisione. Gandhi, la nonviolenza, la scoperta di una resistenza nonviolenta, il diritto alla rivoluzione, ad una rivoluzione diversa che pur intendendo vincere la lotta per una diversa umanita' voleva nello stesso tempo rispettare, nel fisico e nello spirito, l'avversario (...) Si', la nonviolenza e' la chiave per capire i veri problemi del nostro tempo, e' l'unico strumento possibile per superare l'orrore della morte. Un avvocato democratico che ha dietro di se' tanti decenni, tra la polvere dei tribunali e quella delle piazze, credo possa essere orgoglioso di constatare che il seme e' germogliato".
Una testimonianza commovente.
Voglio concludere come farebbe lui, con le sue parole:
Teniamo alta la bandiera della pace, della giustizia, della liberta'!
Viva l'Italia resistente!
Viva Sandro Canestrini.

5. MEMORIA. DANIELE LUGLI: UNA GIORNATA CON ALEX LANGER
[Dal sito di "Azione nonviolenta"]

Sono passati trenta anni dalla bella giornata con Alex a Brescia. E' stato il contatto piu' vicino. Mi torna in mente ora.
Forse anche perche' Mao Valpiana, suo buon amico, ha presentato martedi' 26 febbraio a Ferrara il libro che ha curato: "Alexander Langer. Una buona politica per riparare il mondo". Uno scritto sul "Ponte" e' il mio primo contatto con Langer. E' il 1967. Mi piace pensare che questa collaborazione con Enriquez Agnoletti abbia ispirato il mensile "Die Bruecke" ("Il ponte"), da lui promosso lo stesso anno.
L'articolo mi dice del Sud Tirolo, che frequento e amo fin dal tempo di guerra, molto di piu' di quanto avessi mai capito fino ad allora. Eppure mi sono sforzato. Il 1961, prima di essere l'anno della marcia Perugia-Assisi, e' per me quello della notte dei fuochi, degli attentati dinamitardi, della frattura profonda tra italiani e tedeschi, che gia' vivono in un apartheid, che sembra naturale: diverse le lingue, diverse le scuole, diverse le chiese, diversi i lavori, diversa la cucina...
Lo scritto di quel sapiente, piu' giovane di me, mi colpisce. Chiedo di lui a Pietro Pinna. Ricorda un contatto preso, forse a proposito dell'obiezione. Anche Alberto L'Abate mi dice qualcosa di una frequentazione, mi pare, all'Isolotto. Avrei potuto incontrarlo in quegli anni, che mi portano anche a Firenze e dintorni, nell'impegno per una legge che riconosca l'obiezione di coscienza, a fugaci contatti con Balducci e la Pira. Non con don Lorenzo Milani. Una nostra piccola manifestazione, per il riconoscimento dell'obiezione, provoca pero' la stizzita reazione dei cappellani militari e la splendida lettera "L'obbedienza non e' piu' una virtu'". Queste persone sono per Alex particolarmente importanti nella permanenza fiorentina, dal '64 al '67. Qualche volta si rammarichera' di non aver accolto l'invito di Lorenzo Milani di lasciare gli studi per fare il maestro. Maestro lo e' stato e lo e' per molti. Non il saggio, che ti indica come meglio adattarti alla realta', ma il profeta che ne intravvede una diversa, altra e migliore, e ti aiuta a cercarla.
In tutti gli anni '70 ho piu' occasioni di apprezzare il ruolo particolare di Langer. Una conferma del suo valore mi viene dal giudizio di mia zia, che abita in Sud Tirolo / Alto Adige a San Michele Appiano. L'adesione di mia zia a un partito e' lontana: Partito d'Azione. Per due soli esponenti bolzanini mi dice la sua considerazione: Lidia Menapace e Alex Langer. L'obiezione di questi al censimento etnico dell'81 mi pare molto importante. Gli costera' allora e poi. Anche per questo continuo a seguire il percorso e a rintracciare i suoi contributi negli anni '80.
E' bello ritrovarci assieme nell'autunno del '91 a Brescia, elezioni amministrative, per sostenere la candidatura di un amico, attivo nel Movimento Internazionale della Riconciliazione e nel Movimento nonviolento. All'incontro elettorale io dico cose irrilevanti, che considero divertenti, per invitare al voto. Alex collega le vicende di Brescia a un quadro piu' complesso, dilatato all'Europa e non solo. Da poco si e' conclusa una manifestazione a Sarajevo, una catena umana dalla Chiesa cattolica a quella ortodossa, alla moschea ed alla sinagoga. Passo la giornata con lui. Mi dice molto dell'Albania, che ha visitato per conto del parlamento europeo, e dei contatti presi. Piu' ancora sulla situazione dei Balcani, da Belgrado a Pristina. Me ne ricordero' anni dopo. Mi dice come lo imbarazzino i privilegi di parlamentare europeo. Eletto deputato al Parlamento europeo nel 1989 nella circoscrizione Nord-Est, diventa primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde. Cerca di far fruttare creativamente i forti privilegi economici legati al mandato e, nel pieno di "tangentopoli", decide di rendere periodicamente pubblici i rendiconti delle sue entrate e uscite, trattenendo per se' solo l'equivalente del suo stipendio d'insegnante. I contributi che sa far avere, sia a Verona che a Brescia per le Case della Pace e della nonviolenza, la' realizzate, forse attenuano questa sensazione. Apprendo cose sul suo ritmo di lavoro, che non ha soste. Io gli dico dei nostri mancati incontri, di Sarajevo nel '68, di amicizie e passioni comuni.
Ci lasciamo con l'idea di mantenere il contatto. Non ci sara' piu'. Per me una conseguenza pero' c'e'. L'incontro con Langer ha influito nell'accettazione della candidatura, come indipendente, nelle liste dei verdi nelle elezioni del '92. Si tengono in aprile, che si conferma "il mese piu' crudele".
Il suo commiato, prima di togliersi la vita a 49 anni, e' straziante, anche se si conclude con l'esortazione nei nostri confronti: "I pesi mi sono diventati davvero insostenibili, non ce la faccio piu'. Vi prego di perdonarmi tutti, anche per questa mia dipartita. Un grazie a coloro che mi hanno aiutato ad andare avanti. Non rimane da parte mia alcuna amarezza nei confronti di coloro che hanno aggravato i miei problemi. 'Venite a me voi che siete stanchi ed oberati'. Anche nell'accettare questo invito mi manca la forza. Cosi' me ne vado piu' disperato che mai. Non siate tristi, continuate in cio' che era giusto". Avrebbe potuto dire, lo diciamo noi per lui, "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede", come Paolo scrive al prediletto Timoteo.

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

7. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 167 del 12 marzo 2019
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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