[Nonviolenza] Un invito al Presidente Zingaretti: la Regione Lazio presenti ricorso alla Consulta contro l'incostituzionale "decreto sicurezza della razza"



UN INVITO AL PRESIDENTE ZINGARETTI: LA REGIONE LAZIO PRESENTI RICORSO ALLA CONSULTA CONTRO L'INCOSTITUZIONALE "DECRETO SICUREZZA DELLA RAZZA"

Egregio Presidente della Regione Lazio,
il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" (il decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018, poi convertito con modificazioni nella legge n. 132 del primo dicembre 2018) reca misure razziste e persecutorie che sono state autorevolmente definite "disumane, criminali e criminogene", e presenta numerosi flagranti profili di incostituzionalita'.
Varie Regioni italiane, dal Piemonte alla Toscana ad altre ancora, hanno gia' presentato ricorsi alla Corte costituzionale affinche' tali misure incostituzionali, razziste e persecutorie, siano cassate.
Lei stesso alcune settimane fa espresse una nitida opposizione a quelle misure persecutorie e razziste, e dichiaro' che la Regione Lazio stava valutando a sua volta di presentare un ricorso alla Corte costituzionale.
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In particolare vorremmo ricordare che tra le misure razziste e persecutorie del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" vi e' l'abolizione della protezione umanitaria, misura che letteralmente criminalmente getta nella piu' terribile emarginazione, nel piu' grave pericolo e nella disperazione piu' profonda centinaia di migliaia di persone che non hanno commesso alcun reato, persone oneste, persone gia' vittime di gravi sofferenze che in Italia avevano trovato legale e doverosa accoglienza, persone che ora diventano vittime innocenti ed inermi di una persecuzione razzista semplicemente barbara e abominevole, la persecuzione razzista imposta dal folle e scellerato "decreto sicurezza della razza".
Chiunque comprende l'orrore di questa violenza contro vittime innocenti ed inermi; chiunque comprende che il "decreto sicurezza della razza" viola fondamentali diritti umani; chiunque comprende che quelle misure razziste e persecutorie confliggono con la Costituzione della Repubblica, con la democrazia, con lo stato di diritto, con la civilta', con l'umanita'.
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I mostruosi effetti di persecuzione razzista del "decreto sicurezza della razza" si stanno gia' dispiegando; molti sindaci lo hanno gia' denunciato ed hanno chiamato all'impegno comune in difesa della Costituzione, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa della vita di tanti esseri umani innocenti; e' urgente chiedere alla Corte costituzionale di pronunciarsi ed abrogare quelle misure criminali. Le Regioni hanno la facolta' di ricorrere alla Corte costituzionale, facolta' che cittadini ed associazioni non hanno. Lei presiede la Regione Lazio: si impegni e si adoperi affinche' la Regione Lazio presenti al piu' presto ricorso.
E' noto che la Corte costituzionale avra' bisogno di mesi per giungere a pronunciarsi: a maggior ragione e' necessario che la Regione Lazio presenti al piu' presto il suo ricorso.
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Del resto, come e' stato gia' osservato in una lettera inviatale alcuni giorni fa, "consideri anche che se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza, nulla impedisce che lo stesso Parlamento possa rendersi conto del colossale, sciagurato errore commesso accondiscendendo alla richiesta governativa di approvare il "decreto sicurezza della razza", e possa quindi revocare in tempi rapidi con una nuova legge le incostituzionali, disumane, criminali e criminogene misure razziste che esso contiene. Consideri anche che se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza, i sindaci che gia' hanno colto quei profili di incostituzionalita' saranno confortati nel loro impegno in difesa della legalita' costituzionale, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, contro il razzismo criminale e le criminali persecuzioni. Consideri anche che se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza le vittime innocenti che ne hanno diritto soggettivo e legittimo interesse saranno confortate nel rivolgersi alla magistratura ordinaria in difesa delle proprie esistenze, e la magistratura ordinaria adita sara' a sua volta confortata nel chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale sui profili di flagrante incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza". Consideri anche che se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza tutti i pubblici ufficiali che verranno raggiunti dalla palese "notitia criminis" dell'incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" saranno confortati nel farne doverosa segnalazione alla magistratura ordinaria affinche' essa possa chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale".
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Egregio Presidente della Regione Lazio,
ieri lei ha preso parte a Milano alla grande manifestazione antirazzista "People. Prima le persone". Gliene siamo grati. Coerentemente con quella sua impegnativa partecipazione agisca ora anche nella sua veste istituzionale per contrastare il razzismo, per difendere insieme la legalita' costituzionale e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Le scriviamo pertanto questa lettera per sollecitare la Regione Lazio a presentare al piu' presto, come gia' altre Regioni hanno fatto, un ricorso alla Corte costituzionale avverso le misure palesemente incostituzionali, razziste e persecutorie, contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Augurandole ogni bene,

"Viterbo oltre il muro", gruppo di formazione e informazione nonviolenta

Viterbo, 3 marzo 2019

Mittente: "Viterbo oltre il muro", gruppo di formazione e informazione nonviolenta, recapito presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com