[Nonviolenza] A che punto siamo con i ricorsi alla Corte costituzionale contro il "decreto sicurezza della razza"? Da Viterbo un incontro e un appello



A CHE PUNTO SIAMO CON I RICORSI ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL "DECRETO SICUREZZA DELLA RAZZA"? DA VITERBO UN INCONTRO E UN APPELLO

A che punto siamo con i ricorsi delle Regioni alla Corte costituzionale contro le parti palesemente razziste ed incostituzionali del cosiddetto "decreto sicurezza della razza"?
E' l'urgente domanda posta dall'incontro che si e' svolto a Viterbo la mattina di domenica 24 febbraio 2019 presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani".
Come e' noto il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" (decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018, poi convertito con modificazioni nella legge n. 132 del primo dicembre 2018) reca flagranti profili di incostituzionalita'; reca misure disumane, criminali e criminogene; priva di protezione umanitaria e perseguita scelleratamente persone del tutto innocenti; introduce in Italia elementi di un regime di apartheid.
Come e' noto alcune Regioni hanno gia' presentato ricorso alla Corte costituzionale, alcune hanno annunciato l'intenzione di farlo, alcune hanno dichiarato che stanno valutando se farlo, altre sembra non si siano ancora poste la questione forse non rendendosi conto dell'impatto che anche sui loro territori e sulle loro competenze sta gia' avendo ed avra' il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
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Un minuto di silenzio
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio in memoria di Prince Gerry Igbinosa, che si e' tolto la vita, vittima innocente, dopo che il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" lo aveva privato della protezione umanitaria precipitandolo nella disperazione.
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Fare presto e bene, perche' si muore
Sollecitando un'intensificazione e una adeguata argomentazione dei ricorsi alla Consulta da parte dei soggetti che ne hanno titolo (come appunto le Regioni, oltre alla magistratura ordinaria), e' stato evidenziato che mentre i lavori della Corte costituzionale richiederanno mesi, gli effetti nefasti del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" si stanno gia' dispiegando, provocando tremendi drammi umani, e mettendo in profonda angoscia e gravissimo pericolo le esistenze di migliaia e migliaia di persone innocenti.
E proprio perche' i tempi della Corte costituzionale non sono brevi, e' ancor piu' necessario sia che i ricorsi siano tempestivi, adeguati e pongano tutti - e sono molti - i profili di incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza"; sia anche che essi divengano occasione di presa di coscienza da parte dei cittadini e delle istituzioni.
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Non solum, sed etiam
Infatti se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza, nulla impedisce che lo stesso Parlamento possa rendersi conto del colossale, sciagurato errore commesso accondiscendendo alla richiesta governativa di approvare il "decreto sicurezza della razza", e possa quindi revocare in tempi rapidi con una nuova legge le incostituzionali, disumane, criminali e criminogene misure razziste che esso contiene.
Non solo: se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza, i sindaci che gia' hanno colto quei profili di incostituzionalita' saranno confortati nel loro impegno in difesa della legalita' costituzionale, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, contro il razzismo criminale e le criminali persecuzioni.
Non solo: se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza le vittime innocenti che ne hanno diritto soggettivo e legittimo interesse saranno confortati nel rivolgersi alla magistratura ordinaria in difesa delle proprie esistenze, e la magistratura ordinaria adita sara' a sua volta confortata nel chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale sui profili di flagrante incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Non solo: se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza tutti i pubblici ufficiali che verranno raggiunti dala palese "notitia criminis" dell'incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" saranno confortati nel farne doverosa segnalazione alla magistratura ordinaria affinche' essa possa chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale.
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E' stata quindi formulata nell'incontro di Viterbo la proposta di una iniziativa nonviolenta dal basso per sollecitare le Regioni a presentare i ricorsi alla Corte costituzionale, a sollecitarne l'esame, a diffondere l'informazione alla cittadinanza sull'iniziativa e le sue ragioni.
In particolare la struttura nonviolenta viterbese propone come primo passo ad ogni persona di volonta' buona e ad ogni associazione democratica di inviare lettere a tutti i Presidenti delle Regioni (e per opportuna conoscenza ai componenti delle Giunte Regionali e dei Consigli Regionali) a sostegno dei ricorsi alla Corte costituzionale avverso il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
La struttura nonviolenta viterbese ha predisposto tre modelli di lettera che ogni persona o associazione che vuole aderire all'iniziativa puo' inviare ai Presidenti delle Regioni.
Di seguito tre possibili tracce delle lettere.
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1. Ai presidenti delle Regioni che hanno annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
l'ente da lei presieduto ha annunciato la volonta' di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Apprezzando l'iniziativa, vorremmo sapere se l'iter di essa e' gia' stato concretamente avviato ed a quale punto sia.
E' infatti noto che i tempi del lavoro della Corte Costituzionale sono necessariamente non brevi, mentre gli effetti (che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") del cosiddetto "decreto sicurezza" si stanno gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
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2. Ai presidenti delle Regioni che hanno annunciato la disponibilita' a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
l'ente da lei presieduto ha annunciato la disponibilita' a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Apprezzando l'intenzione espressa, vorremmo sollecitare la realizzazione dell'iniziativa.
E' infatti noto che i tempi del lavoro della Corte Costituzionale sono necessariamente non brevi, mentre gli effetti (che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") del cosiddetto "decreto sicurezza" si stanno gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
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3. Ai presidenti delle Regioni che non hanno ancora annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
come certo sapra', varie Regioni hanno annunciato la volonta' di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Vorremmo proporre anche alla Regione da lei presieduta di fare altrettanto.
Gli effetti del cosiddetto "decreto sicurezza" (effetti che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") si stanno infatti gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti, ed e' necessario ed urgente che ogni istituzione democratica nell'ambito delle sue competenze faccia quanto in suo potere per difendere i diritti umani fondamentali e la stessa legalita' costituzionale.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
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E' decisivo
E' decisivo insistere nell'evidenziare l'incostituzionalita' del "decreto sicurezza della razza".
E' decisivo sostenere i sindaci che intendono restare fedeli alla Costituzione, allo stato di diritto, alla legalita' che salva le vite, alla democrazia, all'umanita'.
E' decisivo creare una rete sociale di sostegno alle vittime innocenti che il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" perseguita.
E' decisivo denunciare e contrastare la violenza razzista e golpista del governo della disumanita'.
Occorre che siano chiari a tutte le persone, a tutte le associazioni ed a tutte le istituzioni i termini reali della questione, la verita' effettuale: con un'antilegge razzista il governo golpista sta perseguitando persone innocenti violando la Costituzione della Repubblica italiana; e' quindi dovere di ogni persona, di ogni associazione, di ogni istituzione democratica fedele alla Repubblica italiana e alla sua Costituzione opporsi alla commissione di crimini contro l'umanita' (il razzismo e' un crimine contro l'umanita'), opporsi a un attentato contro la Costituzione (il "decreto sicurezza della razza" - e la politica razzista del governo golpista di cui e' cristallizzazione e punta di lancia - viola flagrantemente la Costituzione); difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 24 febbraio 2019

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com