[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 152
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- Date: Fri, 22 Feb 2019 15:38:35 +0100
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 152 del 22 febbraio 2019
In questo numero:
1. Due proposte alle persone amiche
2. Una lettera mazziniana. Alla Presidente del Senato della Repubblica
3. "Nel paese di Pinocchio, nel paese di Gobetti". Una lettera aperta ai membri della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato
4. Una lettera al Presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato della Repubblica
5. Una lettera ad adiuvandum alla Giunta competente per le autorizzazioni a procedere del Senato della Repubblica
6. Verso lo sciopero femminista dell'8 marzo
7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
8. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
1. QUID AGENDUM. DUE PROPOSTE ALLE PERSONE AMICHE
Due proposte d'iniziativa.
La prima: scrivere alle senatrici e ai senatori per chiedere che votino per autorizzare la magistratura a procedere nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato.
La seconda: scrivere ai presidenti delle Regioni per sollecitare i ricorsi alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale.
*
1. Una bozza di lettera alle senatrici e ai senatori
Gentilissima senatrice, gentilissimo senatore,
tra pochi giorni sarete chiamati a pronunciarvi in merito all'autorizzazione a procedere richiesta dalla magistratura nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato.
Vi saremmo assai grati se leggeste gli atti, che ricostruiscono in modo adeguato le ragioni della richiesta.
E vi saremmo assai grati se teneste a mente cio' su cui siete chiamati a pronunciarvi, ovvero quanto disposto dall'art. 96 della Costituzione ("Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale") e dall'art. 9, n. 3, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1 (che esplicita come l'assemblea della Camera competente - in questo caso il Senato - possa "negare l'autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo").
Ebbene: nel sequestrare i naufraghi trattenendoli contro la loro volonta' sulla nave "Diciotti" il governo certamente non ha "agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante", e non ha agito "per il perseguimento di un preminente interesse pubblico".
Vorremmo pertanto sollecitarvi ad autorizzare la magistratura a procedere nei confronti dei responsabili di quel reato.
Come recita l'incipit dell'art. 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge".
Ringraziandovi per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti.
*
2. Tre bozze di lettere ai presidenti delle Regioni
2.1. Ai presidenti delle Regioni che hanno annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
l'ente da lei presieduto ha annunciato la volonta' di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Apprezzando l'iniziativa, vorremmo sapere se l'iter di essa e' gia' stato concretamente avviato ed a quale punto sia.
E' infatti noto che i tempi del lavoro della Corte Costituzionale sono necessariamente non brevi, mentre gli effetti (che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") del cosiddetto "decreto sicurezza" si stanno gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
2.2. Ai presidenti delle Regioni che hanno annunciato la disponibilita' a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
l'ente da lei presieduto ha annunciato la disponibilita' a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Apprezzando l'intenzione espressa, vorremmo sollecitare la realizzazione dell'iniziativa.
E' infatti noto che i tempi del lavoro della Corte Costituzionale sono necessariamente non brevi, mentre gli effetti (che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") del cosiddetto "decreto sicurezza" si stanno gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
2.3. Ai presidenti delle Regioni che non hanno ancora annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
come certo sapra', varie Regioni hanno annunciato la volonta' di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Vorremmo proporre anche alla Regione da lei presieduta di fare altrettanto.
Gli effetti del cosiddetto "decreto sicurezza" (effetti che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") si stanno infatti gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti, ed e' necessario ed urgente che ogni istituzione democratica nell'ambito delle sue competenze faccia quanto in suo potere per difendere i diritti umani fondamentali e la stessa legalita' costituzionale.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
2. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA MAZZINIANA. ALLA PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
Alla Presidente del Senato della Repubblica
Oggetto: Per il pieno rispetto delle leggi e della verita' in relazione al delitto di sequestro di persona aggravato commesso dal Ministro dell'Interno e dai suoi sodali rei confessi
"L'errore e' sventura da compiangersi;
ma conoscere la verita' e non conformarvi le azioni,
e' delitto che cielo e terra condannano"
(Giuseppe Mazzini, Dei doveri dell'uomo)
Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
come e' noto il 19 febbraio la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato ha deliberato di proporre alla Camera da lei presieduta di non autorizzare la magistratura a procedere nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato in riferimento ai giorni in cui i naufraghi soccorsi dalla nave "Diciotti" furono illegalmente privati della liberta'.
Entro un mese il Senato dovra' pronunciarsi in merito, e se le scrivo questa lettera e' perche' confido che ogni senatrice ed ogni senatore vorra' prestare ascolto alla ragione ed alla coscienza, e - se mi concede l'espressione di classica ascendenza: alla voce delle leggi - anziche' sottomettersi ai diktat di gerarchie che agiscono secondo modelli autoritari ed anomici e che da mesi stanno commettendo e propugnando crimini razzisti e un vero e proprio attentato contro la Costituzione.
Come lei ben sa, i parlamentari non sono e non possono agire da sudditi di un qualsivoglia Grande Fratello, capo carismatico o capobastone; la Costituzione della Repubblica italiana all'articolo 67 recita infatti che "ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato".
*
Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
mi permetta di riassumere i termini della questione.
Nessuno nega che il reato di sequestro di persona aggravato sia stato commesso dai ministri che se ne sono dichiarati responsabili: e' un dato di fatto.
Cio' su cui il Senato nella sua pienezza dovra' pronunciarsi e' se quel reato, che e' stato certamente commesso, sia stato commesso - come recita l'art. 9, n. 3, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1 - "per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo".
Il nocciolo giuridico, ma anche morale e politico, della questione e' qui.
Vediamo dunque se commettendo il reato di sequestro di persona aggravato in quel frangente il Ministro dell'Interno ed i suoi sodali rei confessi abbiano agito secondo quei fini e quei criteri che la norma citata precisamente definisce.
1. Nel sequestrare i naufraghi per giorni sulla nave "Diciotti" vi era "un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante"?
Evidentemente no.
L'intera schidionata di grotteschi sofismi di cui consiste la memoria difensiva del ministro crolla dinanzi a una semplice constatazione: nessun interesse dello stato costituzionalmente rilevante vi era, ne' poteva esservi, nella commissione del delitto di sequestro di persona aggravato nei confronti di alcune decine di naufraghi soccorsi da una nave italiana; al contrario: la Costituzione, le leggi e le convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte convergevano tutte nell'imporre lo sbarco immediato dei naufraghi.
2. Nel sequestrare i naufraghi per giorni sulla nave "Diciotti" vi era "il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo"?
Evidentemente no.
Infatti era interesse pubblico portare a termine l'operazione di soccorso con lo sbarco dei naufraghi, nel pieno rispetto delle leggi. Quando il Ministro dell'interno ed i suoi sodali rei confessi del suo medesimo reato pretendono che la politica razzista del Governo costituisca "interesse pubblico", mentono sapendo di mentire: e mentono perche' sanno che riconoscere che ogni politica razzista e' ipso facto criminale, come evidentemente e', significa per gli stessi autoaccusarsi di ulteriori reati, reati che stanno effettivamente commettendo da quando si sono insediati al governo e dei quali dovranno pur essere chiamati a rispondere nelle aule di giustizia.
*
Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
se dunque non sussistono le esimenti invocate dai rei, non resta alcun dubbio che quel reato, la cui commissione e' certa e ammessa dagli stessi ministri, non ha alcuna giustificazione ne' giuridica, ne' morale, ne' politica.
Esso va quindi perseguito dall'autorita' giudiziaria per quanto attiene alla legge, va riprovato dall'opinione pubblica per quanto attiene alla morale, va condannato e contrastato da ogni cittadino, da ogni organizzazione e da ogni istituzione democratica per quanto attiene alla politica, se la politica e', come deve essere, agire per il bene comune con mezzi adeguati nel rispetto dei diritti di tutti.
Orbene, la Giunta per le autorizzazioni a procedere ha espresso un'indicazione manifestamente, sesquipedalmente errata, ed essa del resto non e' in alcun modo vincolante per il Senato; anzi, il fatto che sia cosi' manifestamente, flagrantemente errata, giova alla chiarezza e contribuira' a persuadere ogni senatrice ed ogni senatore a non voler ripetere quell'obbrobrioso errore giuridico, politico, logico e morale.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
non riterrei compiuto il ragionamento svolto in questa lettera se non le segnalassi anche che il reato di sequestro di persona aggravato non e' l'unico di cui i membri del governo in carica si siano macchiati in questi mesi e di cui prima o poi dovranno pur rispondere in tribunale.
La sua cortesia mi consentira' di ripetere qui ancora una volta le medesime parole che forse lei stessa avra' gia' letto in mie precedenti missive inviate a varie magistrature italiane ed internazionali e per conoscenza anche alla sua attenzione.
I. il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
le sarei assai grato se volesse dedicare adeguata attenzione a quanto precede, ed adoperarsi affinche' il Senato che lei presiede quando sara' chiamato a pronunciarsi in via definitiva in merito all'autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato possa farlo con piena scienza e coscienza e possa pronunciarsi nel pieno rispetto delle leggi e della verita'.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 20 febbraio 2019
3. REPETITA IUVANT. "NEL PAESE DI PINOCCHIO, NEL PAESE DI GOBETTI". UNA LETTERA APERTA AI MEMBRI DELLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE DEL SENATO
Egregie senatrici ed egregi senatori,
Nel paese di Pinocchio il governo sulla nave Diciotti ha difeso la patria in pericolo come alle Termopili, a Valmy o sul Piave.
Nel paese di Gobetti il governo ha illegalmente sequestrato decine di vittime innocenti, reato previsto e punito dalle leggi.
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Nel paese di Pinocchio il governo opera per porre fine alla pacchia (qualunque cosa l'espressioni significhi).
Nel paese di Gobetti il governo omette di soccorrere naufraghi innocenti, reato previsto e punito dalle leggi.
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Nel paese di Pinocchio il governo indossa l'elmo di Scipio.
Nel paese di Gobetti il governo aggredisce e sabota i soccorritori volontari che salvano vite umane in mare, e cosi' favoreggia la strage in corso, reato previsto e punito dalle leggi.
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Nel paese di Pinocchio il governo con fermo braccio respinge l'invasor.
Nel paese di Gobetti il governo si adopera per ricacciare nei mostruosi lager libici le innocenti vittime superstiti che giungendo in Europa si sarebbero salvate da torture e morte, e cosi' favoreggia gli aguzzini schiavisti, reato previsto e punito dalle leggi.
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Nel paese di Pinocchio il governo col cosiddetto "decreto sicurezza" contrasta l'origine di ogni nequizia.
Nel paese di Gobetti il governo con quel decreto razzista perseguita vittime innocenti, le priva di diritti inalienabili, le getta tra gli artigli dei poteri criminali, commette crimini razzisti contro l'umanita', reati previsti e puniti dalle leggi.
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Nel paese di Pinocchio il ministro plenipotenziario da anni si erge a proclamare la Manifesta Supremazia prima del Nord Padano contro i Vili Terroni, oggi della Risorta Italia contro i Barbari Esecrandi, ed a spronare alla pugna il Bivacco di Manipoli dell'Aitante Legionaria Gioventu'.
Nel paese di Gobetti il ministro plenipotenziario da anni istiga all'odio razzista, reato previsto e punito dalle leggi.
*
Nel paese di Pinocchio il governo e solo il governo sa cosa e' bene per il popolo, ed il bene del popolo e' sempre e solo cio' che il governo decide e fa, legibus solutus.
Nel paese di Gobetti il governo viola la Costituzione della Repubblica italiana, reato previsto e punito dalle leggi.
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Nel paese di Pinocchio il duce ha sempre ragione.
nel paese di Gobetti i ministri devono essere processati per i crimini commessi.
*
Egregie senatrici ed egregi senatori,
nel voto che presto vi attende, sappiate e vogliate decidere con umanita' e saggezza, in difesa della legge uguale per tutti, in difesa della legalita' che salva le vite.
E vogliate frattanto gradire distinti saluti.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 18 febbraio 2019
4. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
Al Presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato della Repubblica
"E non bisogna forse apprezzare le opinioni buone e non le cattive?"
(Platone, Critone, 47a)
Egregio Presidente,
credo che lei stia commettendo un grave errore di valutazione, e vorrei invitarla ad un ripensamento.
Lei ha dichiarato che intende votare per il diniego dell'autorizzazione a procedere richiesta dalla magistratura per il Ministro dell'Interno per l'imputazione di sequestro di persona aggravato. E da quanto riferiscono i mezzi d'informazione ha argomentato tale orientamento di voto sostanzialmente sulla base del convincimento che nella commissione del reato (poiche' non vi e' dubbio che sequestro di persona aggravato sia stato commesso) il ministro inquisito "abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo" (questa l'esimente prevista dall'art. 9, n. 3, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1).
Orbene, questo suo convincimento e' errato.
E le ragioni per cui e' errato le ho gia' illustrate in dettaglio nella lettera che le inviai il 2 febbraio scorso; qui ed ora mi preme segnalarle solo il punto fondamentale della questione.
Che mi pare sia il seguente: commettendo il reato di sequestro di persona aggravato il ministro non agi' "per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante"; non agi' "per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo"; agi' invece attuando una politica razzista effettualmente ed inequivocabilmente contraria all'interesse dello Stato, effettualmente ed inequivocabilmente contraria al dettato costituzionale, effettualmente ed inequivocabilmente contraria al preminente interesse pubblico.
Interesse dello stato e' infatti il rispetto delle leggi: e il ministro le ha violate.
La Costituzione impone il rispetto dei diritti umani: e il ministro li ha violati.
Preminente interesse pubblico e' il rispetto della legalita', della democrazia, della civile convivenza, della liberta' personale, della dignita' umana: e il ministro le ha violate.
Il fatto poi che del reato imputato al Ministro dell'Interno si siano sostanzialmente dichiarati correi il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dello Sviluppo Economico e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, non solo non toglie l'effettualita' e non diminuisce la gravita' del reato, ma anzi la conferma e l'accresce.
Il che pone anche un'altra drammatica questione: ovvero la necessaria constatazione del fatto inconfutabile che da mesi il governo sta perseguendo una politica razzista la cui esecuzione si concretizza nella commissione di reati che che si configurano altresi' come crimini contro l'umanita' ed attentato contro la Costituzione.
E per ripetere ancora una volta cio' che dal sottoscritto e da molti altri e' stato gia' piu' volte segnalato a varie magistrature ed istituzioni:
I. il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico.
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Egregio Presidente,
per tutto quanto sopra esposto mi consenta di proporle di riconsiderare quel suo pronunciamento manifestamente errato, e di esprimersi invece affinche' la legge faccia il suo corso.
Voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 16 febbraio 2019
5. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA AD ADIUVANDUM ALLA GIUNTA COMPETENTE PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
Al Presidente della Giunta competente per le autorizzazioni a procedere (scilicet: la Giunta per le elezioni e le immunita' parlamentari) del Senato della Repubblica
a tutti i componenti della stessa
Oggetto: Ad adiuvandum in relazione alla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell'art. 96 della Costituzione nei confronti del senatore Matteo Salvini nella sua qualita' di Ministro dell'interno pro tempore, per i reati di cui all'articolo 605, commi primo, secondo, numero 2, e terzo del codice penale (sequestro di persona aggravato).
Egregio presidente,
Egregie senatrici ed egregi senatori,
ci sia consentito mettervi a disposizione alcune considerazioni relative all'oggetto di questa missiva.
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1. I termini della questione de facto
Non vi e' dubbio che per volonta' del governo italiano ad alcuni naufraghi soccorsi da una nave italiana fu per giorni impedito l'approdo in porto sicuro e che essi furono trattenuti contro la loro volonta' a bordo della nave, configurando cosi' il reato previsto e punito dall'art. 605 del codice penale.
Ne' vi e' dubbio che tale reato sia stato commesso come parte di una piu' ampia azione criminosa esplicitamente razzista dispiegata dal governo italiano in danno di naufraghi, profughi e migranti in fuga da guerre e dittature, fame e disastri ambientali, riduzione in schiavitu' e lager.
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2. I termini della questione de jure
Fortunatamente l'art. 96 della Costituzione e' chiarissimo: esso recita che "Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale".
Ed e' chiarissimo l'art. 9, n. 3, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1, che esplicita come l'assemblea della Camera competente (in questo caso il Senato) possa "negare l'autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo".
Orbene: nel sequestrare i naufraghi trattenendoli contro la loro volonta' sulla nave "Diciotti", il governo - e per esso il Ministro dell'Interno che con tutta evidenza opera come effettuale dominus dell'esecutivo - ha "agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico"? Evidentemente no.
Interesse dello Stato costituzionalmente rilevante e' l'esatto opposto di quanto dal governo commesso: ai sensi degli artt. 2 e 10 della Costituzione (e delle convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte - e richiamate dall'autorita' giudiziaria nella richiesta di autorizzazione a procedere) occorreva che i naufraghi fossero immediatamente sbarcati nel porto sicuro presso cui la nave soccorritrice li aveva trasportati.
E preminente interesse pubblico e' ancora una volta l'esatto opposto di quanto dal governo commesso: primario interesse pubblico e' rispettare i diritti umani, rispettare le leggi, non omettere di soccorrere.
*
3. La pretesa di impunita'
Che il Ministro dell'Interno pretenda una sorta di impunita' per il suo operato quale che esso sia, dimostra ad un tempo la sua grottesca ignoranza delle piu' elementari nozioni di diritto e la sua tracotante aspirazione ad imporre la sua volonta' quasi fosse legibus solutus. Ma in uno stato di diritto, in una democrazia, nessuno e' al di sopra delle leggi. La pretesa assolutistica del Ministro dell'Interno va quindi respinta.
*
4. L'ignobile sofisma
Pretende il Ministro dell'Interno di sostituire al rispetto delle leggi il suo arbitrio, argomentando che disponendo della fiducia di una maggioranza parlamentare il governo e' ipso facto legittimato a qualunque scempiaggine o scelleratezza. Anche a commettere abominevoli delitti? Evidentemente no.
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5. La spudorata menzogna
Quando il Ministro dell'Interno sostiene di star semplicemente realizzando il suo programma di governo, dimentica che se tale programma consiste di crimini, tali crimini vanno giudicati e perseguiti dall'autorita' giudiziaria.
Quando il Ministro dell'Interno sostiene di star realizzando il cosiddetto "contratto di governo" tra due partiti politici, dimentica che esso non e' al di sopra delle leggi, e che se implica la commissione di crimini, tali crimini vanno giudicati e perseguiti dall'autorita' giudiziaria.
Quando il Ministro dell'Interno sostiene di realizzare la volonta' dell'intero popolo italiano, mente sapendo di mentire. Il popolo italiano non ha mai delegato il Ministro a commettere reati.
*
6. La palese correita'
Nel tentativo di soccorrere il Ministro dell'Interno, altri ministri - quello delle Infrastrutture e lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri -, hanno dichiarato la loro corresponsabilita' nella decisione per cui e' richiesta l'autorizzazione a procedere per l'ipotesi di reato di sequestro di persona. Tali dichiarazioni ovviamente non possono costituire una sorta di assoluzione, per lo stesso motivo per cui se un criminale ha dei complici non per questo il reato commesso cessa di essere reato.
*
7. Non solum, sed etiam
Occorrera' infine pur dire quel che e' sotto gli occhi di tutti e che solo una stupefacente cecita' puo' negare.
Ovvero che il Ministro dell'Interno, e con essolui l'intero governo italiano, da mesi sta attuando una politica razzista, che si concretizza nella reiterata commissione di reati fin mostruosi.
E valga il vero.
Come e' stato gia' piu' volte segnalato alle magistrature italiane ed internazionali variamente competenti:
"I. il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico".
Sovvengono ad interpretare cio' che sta avvenendo oggi in Italia alcune indimenticabili analisi di Ernst Fraenkel ne Il doppio stato, di Hannah Arendt ne Le origini del totalitarismo e ne La banalita' del male, di Primo Levi ne I sommersi e i salvati, di Zygmunt Bauman in Modernita' e Olocausto, di Tzvetan Todorov in Memoria del male, tentazione del bene, di Nelson Mandela in Lungo cammino verso la liberta'.
*
Egregio presidente della Giunta,
Egregie senatrici ed egregi senatori componenti della stessa,
vi ringraziamo per l'attenzione ed auspichiamo che il vostro giudizio nella vicenda de quo sia illuminato dalla ragione e dalla coscienza.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Vogliate gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 2 febbraio 2019
6. INIZIATIVE. VERSO LO SCIOPERO FEMMINISTA DELL'8 MARZO
"Non una di meno" promuove lo sciopero femminista del'8 marzo.
Per informazioni e adesioni: https://nonunadimeno.wordpress.com
7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
8. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA
L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 152 del 22 febbraio 2019
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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