[Nonviolenza] Da Viterbo a Catania. Un incontro di presentazione dell'esposto alla Procura di Catania sui crimini commessi dal governo italiano



DA VITERBO A CATANIA. UN INCONTRO DI PRESENTAZIONE DELL'ESPOSTO ALLA PROCURA DI CATANIA SUI CRIMINI COMMESSI DAL GOVERNO ITALIANO

La mattina di sabato 9 febbraio 2019 a Viterbo presso la sede del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si e' svolto un incontro di presentazione dell'esposto inviato ieri alla Procura della Repubblica di Catania "recante la conseguente richiesta che per i reati per cui si procede nei confronti del Ministro dell'Interno si proceda altresi' nei confronti dei Ministri che se ne sono dichiarati corresponsabili".
Con l'esposto (che si allega in calce) si segnala che il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dello Sviluppo Economico e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si sono dichiarati corresponsabili delle decisioni per cui il Ministro dell'Interno e' imputato del reato di sequestro di persona aggravato, e si richiede quindi che anche per essi si proceda per lo stesso reato per cui si procede nei confronti del Ministro dell'Interno; e che per tutti e quattro i soggetti si proceda altresi' ai sensi dell'art. 110 del codice penale per concorso nel reato.
Nell'esposto si segnala altresi' la commissione da parte del governo italiano di crimini contro l'umanita' e attentato alla Costituzione.
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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini (che negli anni '80 coordino' per l'Italia la piu' vasta campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, e che promosse e presiedette il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi all'indomani della scomparsa dell'indimenticabile testimone dell'umanita'), presentando l'iniziativa ha ricordato ancora una volta come il governo italiano stia commettendo abominevoli crimini contro l'umanita', e come sia dovere di ogni essere umano, e di ogni umano istituto, opporsi a questi crimini ed adoperarsi per soccorrere, accogliere ed assistere ogni persona i cui diritti umani siano stati violati e la cui vita sia in pericolo.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Alle persone partecipanti all'incontro e' stata messa a disposizione anche copia della lettera "ad adiuvandum" inviata il 2 febbraio scorso dalla struttura nonviolenta viterbese alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato (lettera che si allega anch'essa in calce).

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 9 febbraio 2019

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com (segnaliamo che il Centro cura dal 2000 la pubblicazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" cui e' possibile abbonarsi gratuitamente attraverso il sito www.peacelink.it)

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Allegato primo: Esposto alla Procura della Repubblica di Catania dell'8 febbraio 2019

Alla Procura della Repubblica di Catania
e per opportuna conoscenza:
- al Presidente ed a tutti i componenti della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato della Repubblica
- al Segretario generale dell'Onu
- agli Alti commissariati dell'Onu per i diritti umani e per i rifugiati
- all'Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni
- al Presidente della Corte Penale Internazionale
- al Presidente della Corte di giustizia dell'Unione Europea
- al Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo
- al Segretario del Consiglio d'Europa
- al Presidente della Commissione Europea
- a tutti i Commissari dell'Unione Europea
- al Presidente del Parlamento Europeo
- a tutti i parlamentari europei
- al Presidente della Repubblica Italiana
- alla Corte Costituzionale
- al Consiglio Superiore della Magistratura
- alla Presidente del Senato della Repubblica
- al Presidente della Camera dei Deputati
- a tutti i parlamentari italiani
- alla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma
- al Presidente del Tribunale di Roma
- alla Procura della Repubblica del Tribunale di Viterbo
- alla Presidente del Tribunale di Viterbo
- al Prefetto di Viterbo
- al Questore di Viterbo
- ai mezzi d'informazione
Oggetto: Esposto recante la conseguente richiesta che per i reati per cui si procede nei confronti del Ministro dell'Interno si proceda altresi' nei confronti dei Ministri che se ne sono dichiarati corresponsabili
Egregi signori,
i mezzi d'informazione riferiscono che allegate alla memoria inviata dal Ministro dell'Interno alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato vi sarebbero dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dello Sviluppo Economico e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che si dichiarano con essolui responsabili in solido delle decisioni per cui lo stesso e' imputato del reato di sequestro di persona aggravato.
Con il presente esposto si richiede che:
1. tali dichiarazioni siano acquisiti agli atti processuali;
2. per i tre ministri firmatari di esse si proceda quindi per lo stesso reato per cui si procede nei confronti del Ministro dell'Interno;
3. per tutti e quattro i soggetti si proceda altresi' ai sensi dell'art. 110 del codice penale per concorso nel reato.
Si coglie inoltre l'occasione per segnalare che il governo pro tempore sta commettendo vari altri crimini oltre quello per cui e' in corso il procedimento de quo:
I. il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico.
Confidando nella vostra attenzione, vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 8 febbraio 2019

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Allegato secondo: Lettera ad adiuvandum alla Giunta competente per le autorizzazioni a procedere del Senato della Repubblica del 2 febbraio 2019

Al Presidente della Giunta competente per le autorizzazioni a procedere (scilicet: la Giunta per le elezioni e le immunita' parlamentari) del Senato della Repubblica
a tutti i componenti della stessa
Oggetto: Ad adiuvandum in relazione alla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell'art. 96 della Costituzione nei confronti del senatore Matteo Salvini nella sua qualita' di Ministro dell'interno pro tempore, per i reati di cui all'articolo 605, commi primo, secondo, numero 2, e terzo del codice penale (sequestro di persona aggravato).
Egregio presidente,
Egregie senatrici ed egregi senatori,
ci sia consentito mettervi a disposizione alcune considerazioni relative all'oggetto di questa missiva.
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1. I termini della questione de facto
Non vi e' dubbio che per volonta' del governo italiano ad alcuni naufraghi soccorsi da una nave italiana fu per giorni impedito l'approdo in porto sicuro e che essi furono trattenuti contro la loro volonta' a bordo della nave, configurando cosi' il reato previsto e punito dall'art. 605 del codice penale.
Ne' vi e' dubbio che tale reato sia stato commesso come parte di una piu' ampia azione criminosa esplicitamente razzista dispiegata dal governo italiano in danno di naufraghi, profughi e migranti in fuga da guerre e dittature, fame e disastri ambientali, riduzione in schiavitu' e lager.
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2. I termini della questione de jure
Fortunatamente l'art. 96 della Costituzione e' chiarissimo: esso recita che "Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale".
Ed e' chiarissimo l'art. 9, n. 3, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1, che esplicita come l'assemblea della Camera competente (in questo caso il Senato) possa "negare l'autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo".
Orbene: nel sequestrare i naufraghi trattenendoli contro la loro volonta' sulla nave "Diciotti", il governo - e per esso il Ministro dell'Interno che con tutta evidenza opera come effettuale dominus dell'esecutivo - ha "agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico"? Evidentemente no.
Interesse dello Stato costituzionalmente rilevante e' l'esatto opposto di quanto dal governo commesso: ai sensi degli artt. 2 e 10 della Costituzione (e delle convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte - e richiamate dall'autorita' giudiziaria nella richiesta di autorizzazione a procedere) occorreva che i naufraghi fossero immediatamente sbarcati nel porto sicuro presso cui la nave soccorritrice li aveva trasportati.
E preminente interesse pubblico e' ancora una volta l'esatto opposto di quanto dal governo commesso: primario interesse pubblico e' rispettare i diritti umani, rispettare le leggi, non omettere di soccorrere.
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3. La pretesa di impunita'
Che il Ministro dell'Interno pretenda una sorta di impunita' per il suo operato quale che esso sia, dimostra ad un tempo la sua grottesca ignoranza delle piu' elementari nozioni di diritto e la sua tracotante aspirazione ad imporre la sua volonta' quasi fosse legibus solutus. Ma in uno stato di diritto, in una democrazia, nessuno e' al di sopra delle leggi. La pretesa assolutistica del Ministro dell'Interno va quindi respinta.
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4. L'ignobile sofisma
Pretende il Ministro dell'Interno di sostituire al rispetto delle leggi il suo arbitrio, argomentando che disponendo della fiducia di una maggioranza parlamentare il governo e' ipso facto legittimato a qualunque scempiaggine o scelleratezza. Anche a commettere abominevoli delitti? Evidentemente no.
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5. La spudorata menzogna
Quando il Ministro dell'Interno sostiene di star semplicemente realizzando il suo programma di governo, dimentica che se tale programma consiste di crimini, tali crimini vanno giudicati e perseguiti dall'autorita' giudiziaria.
Quando il Ministro dell'Interno sostiene di star realizzando il cosiddetto "contratto di governo" tra due partiti politici, dimentica che esso non e' al di sopra delle leggi, e che se implica la commissione di crimini, tali crimini vanno giudicati e perseguiti dall'autorita' giudiziaria.
Quando il Ministro dell'Interno sostiene di realizzare la volonta' dell'intero popolo italiano, mente sapendo di mentire. Il popolo italiano non ha mai delegato il Ministro a commettere reati.
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6. La palese correita'
Nel tentativo di soccorrere il Ministro dell'Interno, altri ministri - quello delle Infrastrutture e lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri -, hanno dichiarato la loro corresponsabilita' nella decisione per cui e' richiesta l'autorizzazione a procedere per l'ipotesi di reato di sequestro di persona. Tali dichiarazioni ovviamente non possono costituire una sorta di assoluzione, per lo stesso motivo per cui se un criminale ha dei complici non per questo il reato commesso cessa di essere reato.
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7. Non solum, sed etiam
Occorrera' infine pur dire quel che e' sotto gli occhi di tutti e che solo una stupefacente cecita' puo' negare.
Ovvero che il Ministro dell'Interno, e con essolui l'intero governo italiano, da mesi sta attuando una politica razzista, che si concretizza nella reiterata commissione di reati fin mostruosi.
E valga il vero.
Come e' stato gia' piu' volte segnalato alle magistrature italiane ed internazionali variamente competenti:
"I. il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico".
Sovvengono ad interpretare cio' che sta avvenendo oggi in Italia alcune indimenticabili analisi di Ernst Fraenkel ne Il doppio stato, di Hannah Arendt ne Le origini del totalitarismo e ne La banalita' del male, di Primo Levi ne I sommersi e i salvati, di Zygmunt Bauman in Modernita' e Olocausto, di Tzvetan Todorov in Memoria del male, tentazione del bene, di Nelson Mandela in Lungo cammino verso la liberta'.
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Egregio presidente della Giunta,
Egregie senatrici ed egregi senatori componenti della stessa,
vi ringraziamo per l'attenzione ed auspichiamo che il vostro giudizio nella vicenda de quo sia illuminato dalla ragione e dalla coscienza.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Vogliate gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 2 febbraio 2019

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