[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 1019
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- Date: Fri, 11 Jan 2019 15:28:10 +0100
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 1019 dell'11 gennaio 2019
In questo numero:
1. Un esposto al Presidente della Commissione Europea
2. E' il governo che viola la legge, mentre i sindaci difendono legalita' e umanita'
3. Alcuni testi del mese di dicembre 2018 (parte quarta)
4. Un incontro di studio su alcuni recenti libri di Noam Chomsky
5. M'ha detto mio cugino
6. I pensierini del ministrone
7. Esposto al Presidente della Corte Penale Internazionale
8. Il naufragio
9. In memoria di Chico Mendes nel XXX anniversario della morte
10. Nell'anniversario della nascita di Aldo Capitini
11. Di questa infamia, di questo orrore
12. La politica con gli attributi
13. Sfogliando un giornale
14. Per il bambino nella mangiatoia
15. Lo vedo solo io?
16. Insorgere contro il golpe razzista
17. Volersi bene
18. Tout va tres bien
19. Il tormento del grammatico
20. Io non riesco a fingere che sia
21. La stessa ideologia, la stessa prassi
22. Il 28 dicembre a Viterbo dinanzi a una lapide e a tre pietre d'inciampo
22. Amos Oz
24. No e si'
25. Nei giorni del colpo di stato razzista
26. In memoria di Danilo Dolci
1. INIZIATIVE. UN ESPOSTO AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Al Presidente della Commissione Europea
Oggetto: ulteriore segnalazione di gravissimi crimini razzisti commessi dal governo italiano, e reiterazione della richiesta di intervento
Egregio Presidente della Commissione Europea,
facendo seguito alla mia precedente segnalazione del 15 novembre 2018 avente ad oggetto "segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento", confermando pienamente quanto in essa contenuto, con la presente le segnalo inoltre che:
I. i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato come il cosiddetto "decreto sicurezza" recentemente imposto dal governo italiano rechi misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolemente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
II. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista;
III. il governo italiano persiste tuttora nel commettere l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Nuovamente sollecito un tempestivo intervento nelle forme appropriate e per quanto di competenza al fine di contribuire a far cessare la commissione di crimini gravissimi che ledono fondamentali diritti umani.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 11 gennaio 2019
2. REPETITA IUVANT. E' IL GOVERNO CHE VIOLA LA LEGGE, MENTRE I SINDACI DIFENDONO LEGALITA' E UMANITA'
Gli apologeti del razzismo dicono molte scellerate menzogne in questi giorni.
Occorre una volta di piu' replicare con la forza della verita', praticando l'antica virtu' civile della parresia, opponendoci nonviolentemente alla menzogna, alla violenza, alla barbarie.
*
Ripristiniamo la verita'.
1. E' il governo che viola la legge commettendo il reato di omissione di soccorso dei naufraghi negando loro salvezza in un porto sicuro.
2. E' il governo che viola la legge pretendendo di negare diritti costituzionalmente garantiti a tutte le persone che si trovano in Italia.
3. E' il governo che viola la legge con atti e proclami che configurano il reato di istigazione all'odio razziale.
4. E' il governo che viola la legge violando la Costituzione della Repubblica Italiana cui ha giurato fedelta'.
*
Ripristiniamo la verita'.
5. I sindaci che rispettano la Costituzione cui hanno giurato fedelta' stanno compiendo il loro dovere, stanno difendendo e applicando la legge a fondamento dell'ordinamento giuridico italiano.
6. I sindaci che nell'applicare per quanto di competenza le leggi ordinarie lo fanno interpretandole alla luce della Costituzione stanno semplicemente compiendo il loro dovere.
7. I sindaci che denunciano la disumanita' di misure disumane e rifiutano di essere complici di crimini, stanno compiendo il loro dovere di cittadini, di pubblici amministratori, di rappresentanti della popolazione.
8. I sindaci e i presidenti delle Regioni che denunciano alla magistratura l'incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza" stanno compiendo il loro dovere di pubblici ufficiali.
*
Ripristiniamo la verita'.
9. Per sapere che un crimine e' un crimine - ad esempio un omicidio, ad esempio omettere di soccorrere un naufrago in pericolo di morte, ad esempio spogliare un innocente dei suoi diritti umani fondamentali, ad esempio istigare a commettere persecuzioni razziste - non c'e' bisogno di attendere che si pronunci ogni volta la magistratura: ogni persona pensante, ogni persona civile, ogni persona onesta lo sa.
10. Per sapere che e' un delitto negare i diritti umani fondamentali a degli esseri umani che non hanno compiuto nulla di male, per sapere che e' un delitto gettare delle persone innocenti nella miseria e in un baratro di disperazione e negli artigli dell'economia schiavista e della criminalita' organizzata, non c'e' bisogno del latinorum di Azzeccagarbugli: ogni persona pensante, ogni persona civile, ogni persona onesta lo sa.
11. E' dovere di ogni persona, ed a maggior ragione di ogni pubblico ufficiale, rispettare la legge ed agire per salvare le vite: per rispettare la legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica Italiana, e per salvare le vite innocenti che il governo italiano sta esponendo alla morte e alle persecuzioni, occorre che tutte le misure razziste volute dal governo siano revocate; occorre che il governo razzista traditore della Costituzione si dimetta; occorre che i ministri responsabili di gravissimi crimini siano processati e condannati.
12. La legalita' salva le vite. Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'. L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile. Un governo razzista che viola la Costituzione e i diritti umani non e' ne' democratico ne' legittimo: e' un'associazione a delinquere.
*
Ripristiniamo la verita'.
13. E' dovere di ogni persona difendere l'umanita' e opporsi alla barbarie.
14. Bene fanno i sindaci e i presidenti delle Regioni ad avviare le procedure affinche' la Corte Costituzionale si pronunci sulla flagrante incostituzionalita' delle scandalose misure razziste contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza".
15. Si adoperi subito e senza esitazioni ogni persona di buona volonta', ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana, per far cessare i disumani crimini razzisti che il governo pretende di realizzare e imporre nel nostro paese.
16. Salvare le vite e' il primo dovere.
3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2018 (PARTE QUARTA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2018.
4. UN INCONTRO DI STUDIO SU ALCUNI RECENTI LIBRI DI NOAM CHOMSKY
Si e' svolto giovedi' 20 dicembre 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio e di riflessione sulla situazione internazionale attuale muovendo da alcuni recenti libri dell'illustre intellettuale americano Noam Chomsky.
In particolare sono stati esaminati e discussi alcuni temi dei seguenti libri di Noam Chomsky, Chi sono i padroni del mondo, Ponte alle Grazie, Milano 2016, 2018; Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano, Ponte alle Grazie, Milano 2017, 2018; Venti di protesta. Resistere ai nemici della democrazia, Ponte alle Grazie, Milano 2018; 2 minuti all'apocalisse. Guerra nucleare e catastrofe ambientale, Piemme, Milano 2018.
*
Noam Chomsky e' nato a Philadelphia nel 1928. Illustre linguista, docente universitario al Mit di Boston, e' uno degli intellettuali americani piu' prestigiosi, da decenni impegnato per i diritti civili e dei popoli, contro la guerra e l'imperialismo. E' autore di numerose pubblicazioni, decine delle quali disponibili in traduzione italiana presso vari editori.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro impegno contro la guerra, contro il razzismo e contro il maschilismo; per la giustizia sociale, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della biosfera.
(...)
*
All'ascolto di Noam Chomsky prosegua e si estenda l'impegno nonviolento in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
5. M'HA DETTO MIO CUGINO
M'ha detto mio cugino che del papa non c'e' da fidarsi, che e' un extracomunitario pure lui.
*
M'ha detto mio cugino che i voti dei terroni a lui non gli fanno mica schifo; sono i terroni che gli fanno schifo, i voti no.
*
M'ha detto mio cugino che quando dice ruspe vorrebbe dire forni, ma mica e' scemo, le sa usare le parole lui.
*
M'ha detto mio cugino che se a rubare e' il partito suo, quello non e' rubare ma arte di governo; perche' tutto e' relativo, come dice la scienza moderna.
6. I PENSIERINI DEL MINISTRONE
I.
E' una fatica governare il popolaccio
neppure con la frusta ci si fa
per fortuna che ci ho il telefonino.
II.
A me le cose difficili
mi fanno venire il mal di testa
allora afferro la sei colpi e sparo.
III.
C'e' un governo e c'e' un contratto
poi niente
poi niente
poi niente
e poi ci sono i sudditi osannanti
e sotto quelli che ognuno che ne ammazzi
sali di un altro punto nei sondaggi.
7. ESPOSTO AL PRESIDENTE DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE
All'on. Chile Eboe-Osuji, Presidente della Corte Penale Internazionale, L'Aja
Oggetto: Segnalazione di atti di persecuzione razzista commessi dal governo italiano e conseguente richiesta di intervento della Corte Penale Internazionale
Egregio Presidente Chile Eboe-Osuji,
con la presente le segnalo che:
1. il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
2. esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni stanno conducendo una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
3. il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza"), convertito in legge dal Parlamento con legge n. 132 del primo dicembre 2018, introduce nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con il diritto internazionale.
Trattandosi con tutta evidenza di atti di persecuzione razzista, ed essendone vittima persone di vari paesi, chiedo alla Corte Penale Internazionale da lei presieduta di valutare se i flagranti crimini dal governo italiano commessi rientrino anche, come a me sembra, nella tipologia di "crimini contro l'umanita'": nel qual caso e' in potere della Corte Penale Internazionale da lei presieduta procedere motu proprio nei confronti dei responsabili di tali crimini, cosa di cui con questa lettera faccio richiesta.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italy), 20 dicembre 2018
8. IL NAUFRAGIO
Non soccorrere i naufraghi in mare, impedire l'approdo in un porto sicuro, perseguitare i superstiti, infierire sui fuggaschi dall'orrore, imporre schiavitu' e deportazioni: e' il trionfo del nazismo, oggi, qui.
E al trionfo del nazismo oggi qui devi opporti tu, deve opporsi ogni persona decente.
Insorgere occorre contro il governo della disumanita' e le sua mostruosa politica razzista.
Insorgere occorre, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la legalita' che salva le vite, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. IN MEMORIA DI CHICO MENDES NEL XXX ANNIVERSARIO DELLA MORTE
Sabato 22 dicembre 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' tenuto un incontro di commemorazione di Chico Mendes, sindacalista ed ecologista, difensore dei diritti umani, dei popoli e della natura, assassinato trent'anni fa il 22 dicembre 1988.
Chico Mendes, sindacalista, ecologista, amico della nonviolenza, martire; nato nel 1944, operaio nell'attivita' estrattiva del caucciu', sindacalista dei seringueiros, militante del Partito dei Lavoratori, difensore ecologico dell'Amazzonia, premiato dall'Onu per il suo impegno, per il suo impegno fu assassinato il 22 dicembre 1988. Scritti di Chico Mendes: Con gli uomini della foresta, Sonda, Torino 1989. Tra le opere su Chico Mendes: Andrew Revkin, La stagione del fuoco: l'assassinio di Chico Mendes e la lotta per salvare l'Amazzonia, Mondadori, Milano 1990; Vittorio Bonanni, Chico Mendes e la lotta dei seringueiros dell'Amazzonia, Datanews, Roma 1991; A. Schoumatoff, Il mondo sta bruciando. Chico Mendes e la tragedia dell'Amazzonia, Leonardo, Milano 1991; Miriam Giovanzana, Fermo come un albero, libero come un uomo, Terre di mezzo, Milano 2013; Gad Lerner, Chico Mendes, Feltrinelli, Milano 2013 (e-book).
Nel ricordo di Chico Mendes le persone partecipanti all'incontro chiamano ogni persona di volonta' buona a proseguire la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della biosfera.
Siamo una sola umanita' in unico mondo vivente: salvare le vite e' il primo dovere.
Le persone partecipanti all'incontro hanno altresi' condiviso l'appello promosso dalla struttura nonviolenta viterbese affinche' la Corte penale internazionale de L'Aja intervenga nei confronti del governo italiano che perseguitando i migranti, omettendo di soccorrere i naufraghi, ed addirittura sabotando i soccorritori volontari che salvano vite innocenti nel Mediterraneo, commette un abominevole crimine contro l'umanita'.
Uno stesso impegno e' difendere i diritti di ogni persona, difendere i diritti di tutti popoli, difendere i diritti dell'intero mondo vivente: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
Alleghiamo in calce:
1. un testo in memoria di Chico Mendes gia' pubblicato anni fa nel notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino";
2. l'esposto presentato dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" al Presidente della Corte penale internazionale;
3. l'appello "Quid agendum. Dodici considerazioni contro il razzismo".
*
Allegato 1. Una sera di Chico Mendes
"Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho serbato la fede"
(2 Tm 4, 7)
La selva e nella selva l'altra selva
quella nei laghi neri del cuore
quella ove incontri lupe, leoni, lonze
e i killer prezzolati dai padroni.
La selva e nella selva vivi gli alberi
e sotto la corteccia il sangue loro
ed e' mestieri di cavarne stille,
fratelli alberi, abbiamo fame anche noi.
La selva e nella selva gli abitanti
della selva. Ed ecco stabiliamo
un patto nuovo tra noi della foresta,
fratelli umani che dopo noi vivrete.
La selva e noi, le donne antiche e gli uomini
antichi e gli uomini e le donne che eccoci.
Stringiamo un patto, sorelle piante, ci diciamo
parole di rispetto e di dolore, fratelli alberi
abbiamo fame anche noi, hanno fame anche altri, tutti
vogliamo vivere.
La selva e nella selva io Chico Mendes
e tre proiettili che passo dopo passo
di ramo in ramo di talento in talento
dal portafogli e dalla scrivania
fino alla tasca e alla cintura e alla fondina
e' tanto che mi cercano, e cercano me
Chico Mendes, il sindacalista
l'amico della foresta, l'amico della nonviolenza.
Ed e' gia' questo ventidue dicembre
del mille novecento ottantotto
questa e' la porta di casa mia, sono
le cinque e tre quarti. E mi sotterreranno
nel giorno di Natale antica festa.
Piangono nella selva lente lacrime
di caucciu' le piante, piange l'indio
piange Ilzamar, Sandino ed Elenira
piangono e piangono i compagni tutti,
il sindacato piange e piange il cielo
in questa sera senza luce e senza scampo.
Mentre mi accascio guardo ancora il mondo
che possa vivere
ho fatto la mia parte.
*
(...)
10. NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI ALDO CAPITINI
Il 23 dicembre 1899 nasceva a Perugia Aldo Capitini, che a Perugia mori' cinquant'anni fa il 19 ottobre 1968.
Antifascista, liberalsocialista, apostolo della nonviolenza, ideatore della marcia per la pace Perugia-Assisi, fondatore del Movimento Nonviolento, Aldo Capitini resta un punto di riferimento per tutte le persone impegnate per la pace, per la difesa della biosfera, per la giustizia sociale ed il bene comune dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Fosse vivo oggi, chiamerebbe alla lotta contro la violenza razzista del governo della disumanita'; organizzerebbe l'obiezione di coscienza contro la violenza razzista del governo della disumanita'; promuoverebbe l'insurrezione nonviolenta contro la violenza razzista del governo della disumanita'.
Fosse vivo oggi, si adopererebbe ancora per salvare tutte le vite e per liberare tutte le persone; con la scelta della nonviolenza opponendosi alla violenza razzista del governo della disumanita' che condanna innumerevoli esseri umani innocenti a patire violenze indicibili negli artigli dei trafficanti schiavisti, a subire indicibili orrori negli infernali lager libici, alla morte nel Mediterraneo, alla schiavitu' qui.
Fosse vivo oggi, s'impegnerebbe con tutte le forze affinche' fosse riconosciuto a tutti gli esseri umani in fuga da guerre e fame, da dittature e disastri ambientali, il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro; ed affinche' fosse riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese, fondamento della democrazia essendo il principio "una persona, un voto".
Ricordare Aldo Capitini significa meditare, suscitare e condurre noi oggi qui le lotte che lui mediterebbe, susciterebbe e condurrebbe, e nel farlo sentirne viva la presenza - in quella che lui chiamava la compresenza dei morti e dei viventi, il sentimento della solidarieta' che unisce l'umanita' intera, passata, presente e ventura, nel comune impegno per il bene comune.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
Nel ricordo di Aldo Capitini denunciamo ancora una volta che il governo della disumanita' da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia; denunciamo ancora una volta che esponenti di primario rilievo del governo della disumanita' da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo; denunciamo ancora una volta che il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo della disumanita' (il cosiddetto "decreto sicurezza", convertito in legge dal Parlamento con legge n. 132 del primo dicembre 2018) introduce nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista - che sono state autorevolmente definite "apartheid giuridico" - palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Alla scuola di Aldo Capitini chiamiamo ancora una volta ogni persona di volonta' buona ad impegnarsi per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita'; chiamiamo ancora una volta ogni persona di volonta' buona ad impegnarsi per ottenere le dimissioni del governo della disumanita'; chiamiamo ancora una volta ogni persona di volonta' buona ad impegnarsi per ottenere che l'Italia torni a rispettare la sua stessa Costituzione e con essa i diritti umani di tutti gli esseri umani.
All'ascolto di Aldo Capitini riaffermiamo che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; riaffermiamo che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; riaffermiamo che salvare le vite e' il primo dovere.
Camminando sulla via di Aldo Capitini - e di Lev Tolstoj e di Rosa Luxemburg, di Virginia Woolf e di Simone Weil, di Mohandas Gandhi e di Martin Luther King, di Hannah Arendt e di Danilo Dolci, di Wangari Maathai e di Berta Caceres, e di innumerevoli donne e uomini che hano contrastato il male facendo il bene -, ricordiamo la regola aurea dell'agire morale: agisci nei confronti delle altre persone come vorresti che esse agissero verso di te; l'altro dell'altro sei tu; sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
*
Nel ricordo di Aldo Capitini la nonviolenza e' in cammino.
Solo facendo il bene si contrasta il male.
11. DI QUESTA INFAMIA, DI QUESTO ORRORE
Negando l'approdo in un porto sicuro in Italia ai naufraghi salvati dai soccorritori volontari nel Mediterraneo, il governo italiano continua a commettere il reato di omissione di soccorso.
Proseguendo nella sua propaganda di oscene menzogne e di immonde brutalita', il governo italiano continua a commettere il reato di istigazione all'odio razzista.
Adoperandosi per impedire che i superstiti dei lager libici possano giungere in salvo in Europa, il governo italiano continua a favoreggiare i poteri criminali e la commissione di crimini contro l'umanita'.
Perseguitando i migranti giunti in Italia, il governo italiano favoreggia le mafie e gli schiavisti e riduce il nostro paese a un regime di apartheid.
Imponendo misure persecutorie razziste e incostituzionali, il governo italiano continua a violare diritti umani fondamentali e la stessa Costituzione cui pure ha giurato fedelta'.
*
Come e' possibile che queste infamie, che questi orrori avvengano senza che il popolo italiano insorga?
Come e' possibile che queste infamie, che questi orrori avvengano senza che le magistrature preposte intervengano per far cessare crimini cosi' flagranti e abominevoli?
Come e' possibile che queste infamie, che questi orrori avvengano senza che le istituzioni sovranazionali di cui l'Italia fa parte battano ciglio?
Come e' possibile che queste infamie, che questi orrori avvengano senza che l'umanita' civile si ribelli a tanta violenza, a tanta barbarie?
*
Ripetiamolo una volta ancora: insorgere occorre.
Insorgere con la forza della verita', con la scelta dela nonviolenza, per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita'.
Insorgere con la forza della verita', con la scelta dela nonviolenza, per ottenere le dimissioni del governo della disumanita'.
Insorgere con la forza della verita', con la scelta dela nonviolenza, per ottenere che i ministri del governo della disumanita' responsabili di crimini abominevoli siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
*
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. LA POLITICA CON GLI ATTRIBUTI
Mio cugino si' che ce lo sa
quello che ci piace agli elettori
agli elettori ci piace sentire che smarroni di brutto
agli elettori ci piace guardare torturare le femmine gnude
agli elettori ci piace menare i selvaggi di razza inferiore
agli elettori ci piace gridare viva il duce
e le partite in televisione tutti i giorni
Mio cugino lo sa come si fa contento
il buon padre di famiglia
il giovinotto in gamba
il padrone del capannone
l'amico svelto di mano
l'ufficiale delle SS in congedo
e quello che il popolo vuole
mio cugino glielo da'
Per la campagna elettorale in primavera
m'ha detto che pensa di riaprire il colosseo
il governo ha gia' stanziato i fondi
per l'acquisto dei leoni e il bando e' pronto
per i diritti tv in mondovisione
13. SFOGLIANDO UN GIORNALE
Cerco invano la parola onesta
che dica quello che dai tempi dei tempi
tutti sappiamo:
soccorrere i naufraghi e portarli
in un porto sicuro
Cerco invano la parola buona
che dica quello che dai tempi dei tempi
tutti sappiamo:
l'ospite e' sacro
soccorrerlo accoglierlo assisterlo devi
Cerco invano la parola giusta
che dica quello che dai tempi dei tempi
tutti sappiamo:
riconosci l'umanita' in ogni essere umano
sii tu il buon samaritano
Cerco invano la parola vera
che udii una volta dalla viva voce
di Primo Levi
14. PER IL BAMBINO NELLA MANGIATOIA
Per il bambino nella mangiatoia
piange commosso ogni core bennato
ma nulla sente quel dall'epa croia
per il bambino nel gommone nato
se non disprezzo indifferenza noia
per chi nei di' di festa ha disturbato
e quel bambino tiri pur le cuoia
che troppo fiato ci si e' gia' sprecato
Per la famiglia che fuggi' in Egitto
ancora trepida ogni galantuomo
e di bonta' si sente tracimare
ma per chi fugge attraverso il mare
dai lager libici sia donna o uomo
farli morire non gli par delitto
15. LO VEDO SOLO IO?
Che il governo della disumanita'
compie il delitto di omissione di soccorso
lo vedo solo io?
Che il governo della disumanita'
sabotando chi soccorre lascia morire i naufraghi
lo vedo solo io?
Che il governo della disumanita'
vuole respingere nei lager libici i fuggiaschi
lo vedo solo io?
Che il governo della disumanita'
negando protezione umanitaria
esseri umani espone a male e morte
lo vedo solo io?
Che il governo della disumanita'
violando la Costituzione perseguita innocenti
e impone un regime di apartheid
lo vedo solo io?
Che il governo della disumanita'
contro l'umanita' commette crimini
lo vedo solo io?
Lo vedo solo io?
Lo vedi anche tu?
Che fare dunque?
16. INSORGERE CONTRO IL GOLPE RAZZISTA
In pochi mesi il governo della disumanita', il governo dell'estrema destra golpista e razzista, ha imposto nel nostro paese l'anomia, la barbarie, le persecuzioni razziste, la violenza piu' brutale contro le persone piu' indifese, la sistematica violazione della stessa legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico.
*
Tutti vedono cio' che accade, ma ancora non c'e' una risposta adeguata da parte delle persone di volonta' buona, delle persone civili, delle persone fedeli alla Costituzione antifascista scritta col sangue dei martiri della Resistenza.
Ma questa risposta e' necessaria, e urgente: perche' ogni giorno esseri umani indifesi perdono la vita nel Mediterraneo; perche' ogni giorno esseri umani indifesi subiscono torture indicibili nei lager libici; perche' ogni giorno esseri umani indifesi sono ridotti in condizioni di miseria, terrore e schiavitu' nel nostro paese.
*
Insorgere occorre contro il colpo di stato razzista.
Insorgere occorre in difesa della legalita' che salva le vite.
Insorgere occorre in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, insorgere occorre.
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
17. VOLERSI BENE
Volersi bene
e lasciar annegare nel Mediterraneo
i naufraghi in fuga dai lager libici.
Volersi bene
e lasciar schiavizzare chi lavora nei campi e nei cantieri
sotto la sferza di caporali e mafie.
Volersi bene
e decretare l'abolizione della protezione umanitaria
per chi senza essa subira' violenze e morte.
Volersi bene
e predisporre lager e deportazioni
e sempre piu' brutali persecuzioni razziste.
Volersi bene
e imporre in Italia un regime di apartheid
violando la stessa Costituzione repubblicana.
Non solo il governo della disumanita'
e' colpevole di crimini contro l'umanita'
ma anche chi non denuncia questo orrore
ma anche chi non insorge a contrastarlo.
18. TOUT VA TRES BIEN
I potenti assassinano gli oppressi
i ricchi schiavizzano persone e devastano il pianeta
il governo perseguita i migranti
gli uomini violentano e uccidono le donne
alla televisione un botto di bei film
Tutto va bene
continuiamo cosi'
19. IL TORMENTO DEL GRAMMATICO
Dicono di amare il bambino nella mangiatoia
ma amano solo il dio degli eserciti
Dicono di amare il perseguitato il crocifisso
ma amano solo il potere imperiale
Dicono di amare le donne
e uccidono le loro compagne
Poi l'ho capita
l'amara verita'
20. IO NON RIESCO A FINGERE CHE SIA
Io non riesco a fingere che sia
cosa normale abbandonare i naufraghi
lasciare che se li divori il mare
e intanto mandar giu' pane e nutella
per colazione e ridere e scherzare
con i seguaci proni a ogni nequizia
buffoneggiando dal telefonino.
Io non riesco a fingere che sia
cosa normale la persecuzione
la schiavitu' e la segregazione
recludere nei campi e deportare
le vittime sfuggite ad altri orrori
e intanto farsi selfie sorridenti
e senza tregua vomitar menzogne.
Io non riesco a fingere che sia
cosa normale agire da nazisti
imporre un regime di apartheid
e menar vanto del male commesso.
Io non riesco a fingere che sia
normale e lecito quello che accade
oggi in Italia la violenza sorda
di un governo tanto disumano
ed il silenzio vile di chi lascia
che il razzismo si faccia regime
che il fascismo torni e la barbarie.
Io credo che sia necessario insorgere
e con la forza della verita'
e con la scelta della nonviolenza
difendere l'umanita' di tutti.
Io credo che sia necessario insorgere
perche' l'Italia resti una repubblica
e democratica e antifascista.
Io credo che sia necessario insorgere
se non per altro per salvare vite
se non per altro per restare umani.
21. LA STESSA IDEOLOGIA, LA STESSA PRASSI
La stessa ideologia, la stessa prassi condividono le tifoserie razziste, accoltellatrici e assassine e il governo della disumanita'.
La stessa ideologia, la stessa prassi.
22. IL 28 DICEMBRE A VITERBO DINANZI A UNA LAPIDE E A TRE PIETRE D'INCIAMPO
La mattina di venerdi' 28 dicembre 2018 una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha ricordato le vittime viterbesi della Shoah, e con esse tutte le vittime di persecuzioni e stragi, sostando in silenzio in via della Verita', dinanzi alla lapide e alle "pietre d'inciampo" che ricordano una famiglia viterbese deportata e uccisa ad Auschwitz: Emanuele Vittorio Anticoli, sua figlia Letizia Anticoli e il marito di lei Angelo Di Porto; famiglia la cui tragica vicenda e' stata ricostruita anni fa dallo storico Giovanni Battista Sguario, che per primo ne ha promosso il ricordo e cui rinnoviamo la nostra gratitudine.
*
Dopo aver sostato in silenzioso raccoglimento dinanzi alla lapide e alle tre "pietre d'inciampo" realizzate e collocate dall'artista Gunter Demnig, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha espresso il sentimento comune delle persone presenti alla commemorazione delle vittime della barbarie nazista.
*
Il ricordo addolorato delle vittime dei campi di sterminio nazisti ci convoca a un'assunzione di responsabilita', al dovere di agire per impedire che quell'orrore possa ripetersi. La memoria delle vittime del nazismo ci aiuta a discernere quali siano i nostri doveri. E il nostro primo dovere e' salvare le vite, soccorrere i perseguitati, contrastare tutte le violenze.
Nessuno ignora che da anni e' in corso una strage nel Mediterraneo.
Nessuno ignora che in Libia i migranti subiscono violenze mostruose.
Nessuno ignora che sono le politiche dei governi europei a provocare questa strage e queste mostruose violenze: le politiche dei governi europei di effettuale negazione del diritto d'asilo; le politiche dei governi europei che favoreggiano le mafie schiaviste dei trafficanti impedendo che le vittime innocenti in fuga da guerre e fame, da enormi soprusi e tremende devastazioni, possano giungere in modo legale e sicuro in salvo in Europa come sarebbe loro pieno diritto.
E nessuno ignora che responsabilita' ancora piu' gravi le ha in particolare l'attuale governo italiano razzista e golpista.
*
Ripetiamo quindi ancora una volta che il governo italiano, il governo della disumanita', da mesi sta attuando una criminale politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di aggressione e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Ripetiamo ancora una volta che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo.
Ripetiamo ancora una volta che con il cosiddetto "decreto sicurezza" (lo sciagurato ed incostituzionale decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 convertito in legge da un Parlamento asservito con legge n. 132 del primo dicembre 2018) il governo della disumanita' ha introdotto nell'ordinamento italiano scellerate misure di discriminazione razzista - che sono state autorevolmente definite "apartheid giuridico" - palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
*
E ripetiamo ancora una volta che occorre che ogni persona di buona volonta' si impegni per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita'.
Ripetiamo ancora una volta che occorre che ogni persona di buona volonta' si impegni per ottenere le dimissioni del governo della disumanita'.
Ripetiamo ancora una volta che occorre che ogni persona di buona volonta' si impegni per ottenere che i ministri del governo della disumanita' responsabili di crimini abominevoli siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
Ed ancora una volta ripetiamo che per far cessare la strage nel Mediterraneo occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro.
E nuovamente ripetiamo che per far cessare la schiavitu' in Italia, per difendere la democrazia in Italia, occorre riconoscere tutti i diritti ed in primo luogo il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese; "una persona, un voto" e' il principio fondamentale di ogni ordinamento democratico: oggi in Italia questo diritto e' negato a milioni di persone.
*
E ricordiamo una volta ancora cio' che ogni persona nel suo cuore sa e non dovrebbe mai dimenticare: che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ricordiamo che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ricordiamo che salvare le vite e' il primo dovere di ogni persona e di ogni umano istituto.
Ricordiamo che abbiamo il dovere di soccorrere, di accogliere, di assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
*
Nel ricordo delle vittime della Shoah impegniamoci qui e adesso, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro il razzismo, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le violenze, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
23. AMOS OZ
E' deceduto Amos Oz, scrittore e uomo di pace.
Con gratitudine lo ricordiamo.
24. NO E SI'
Chiudere gli stadi agli hooligans? No.
Chiudere i porti ai naufraghi? Si'.
La sa lunga mio cugino.
25. NEI GIORNI DEL COLPO DI STATO RAZZISTA
I.
Nei giorni del colpo di stato razzista
le persone diventano di sabbia e di ghiaccio
il vento sradica le case e le trascina nel nulla
dove era l'accampamento serpenti
dove era la piazza le ortiche
dove volavano parole d'amore
solo strida e lacrime di spettri
le camicie brune giocano alla riffa
mangiano ossa filano filo spinato
sul dosso e sul volto fogli di carta oleata
al posto delle mani artigli sgocciolanti
invece delle scarpe zoccoli di ferro
e garze e diplomi e speroni e cravatte di vetro
ovunque passino schiacciano grilli
ovunque giungano notte e silenzio
II.
Io non riesco ad ammettere
che in questo paese governi un governo
che non soccorre i naufraghi
che istiga all'odio razzista
che propugna e realizza persecuzioni
e campi di concentramento e deportazioni
che instaura un regime di apartheid
io credo che sia necessario insorgere
che occorra denunciare e contrastare i crimini
del governo razzista del fascismo che torna
io credo che sia necessario insorgere
III.
Mentre arroventa i ferri mattiniero il carnefice
e alza e alza e alza il volume della musica
caffe' cornetti tramezzini conditi con dita umane
e tutti ridono e sono felici coloro che godono
di non essere nel numero dei perseguitati oggi
che del domani si sa non vi e' certezza
in questo antico e nobile reame di Nusmundia
IV.
Deliberano la disumanizzazione
di coloro che vogliono perseguitare
contando sulla disumanita'
di chi potrebbe opporsi e invece tace
deliberano in fretta di furia ruggendo
soffiando saliva per chiuderci gli occhi
delle parole fanno giavellotti
dagli schermi alitando la peste
deliberano lo spettacolo della tortura
e della morte
che sempre allieta il cuore dei sudditi
e al posto loro li tiene
deliberano la strage degli innocenti
cui gia' hanno mozzato la lingua
carne da frusta e da acqua salata
teste da giogo nei campi del raccolto
corpi di spugna sul ciglio delle strade
pretendono chiamarla legge
questa barbarie
credono che non vediamo
credono che non capiamo
cio' che stanno facendo
V.
Ad avere l'integrita' morale
di George Orwell di Hannah Arendt
di Albert Camus di Amos Oz
di Virginia Woolf di Simone Weil
di Ruth First e di Sandro Pertini
oggi non solo dovremmo dire
che in Italia c'e' un regime razzista
ma insorgere per abbatterlo
con la forza della verita'
con la scelta della nonviolenza
per tornare alla Costituzione antifascista
per tornare una repubblica democratica
per tornare uno stato di diritto un paese civile
per salvare tutte le vite
per affermare la dignita' umana
di tutti gli esseri umani
26. IN MEMORIA DI DANILO DOLCI
Ricorre il 30 dicembre l'anniversario della scomparsa di Danilo Dolci, che ci lascio' sul finire del 1997, ventun anni fa.
Porsi all'ascolto di Danilo e' porsi alla scuola di Socrate e di Gandhi: di Socrate Danilo condivideva il metodo maieutico, l'arte di prestare ascolto ponendo domande per far scaturire la verita' dall'intimo di chi prima ignorava di saperla ma gia' la recava con se', ed attraverso quell'emersione della verita' far scaturire anche l'azione necessaria per la liberazione comune, per il bene di tutti; di Gandhi la persuasione che l'unica cosa che conta e' la testimonianza personale, la concreta condivisione della condizione reale e della necessaria lotta delle persone oppresse, il farsi prossimo del piu' sofferente, l'amore per la verita' che libera, la scelta della nonviolenza per contrastare ogni violenza.
*
Oggi che un governo razzista e golpista trascina l'Italia nella barbarie, negando soccorso ai naufraghi in pericolo di morte, aggredendo e sabotando i soccorritori volontari che salvano vite nel Mediterraneo, istigando all'odio razzista, negando protezione umanitaria a chi ne ha bisogno e diritto, cercando di imporre nel nostro paese un regime di apartheid, di persecuzioni razziste e campi di concentramento e deportazioni, io non ho dubbi su cosa farebbe Danilo: insorgerebbe, organizzerebbe la resistenza popolare nonviolenta, si batterebbe con tutte le sue forze contro il razzismo, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni persona e dell'umanita' intera.
Questo farebbe Danilo: insorgere per salvare le vite.
Questo dobbiamo fare noi.
Vi e' infatti, io credo, un solo modo onesto di ricordare Danilo: proseguirne l'azione nonviolenta per il bene comune dell'umanita' intera e del mondo vivente tutto.
*
Allego una breve notizia biografica e trascrivo ancora una volta alcune righe di ricordo gia' piu' volte apparse su "La nonviolenza e' in cammino".
*
Allegato primo: Una breve notizia su Danilo Dolci
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) il 28 giugno 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso il 30 dicembre 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recente e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006.
*
Allegato secondo: Cantata per Danilo
Giunse Danilo da molto lontano
in questo paese senza speranza
ma la speranza c'era, solo mancava
Danilo per trovarcela nel cuore.
Giunse Danilo armato di niente
per vincere i signori potentissimi
ma non cosi' potenti erano poi,
solo occorreva che venisse Danilo.
Giunse Danilo e volle essere uno
di noi, come noi, senza apparecchi
ma ci voleva di essere Danilo
per averne la tenacia, che rompe la pietra.
Giunse Danilo e le conobbe tutte
le nostre sventure, la fame e la galera.
Ma fu cosi' che Danilo ci raggiunse
e resuscito' in noi la nostra forza.
Giunse Danilo inventando cose nuove
che erano quelle che sempre erano nostre:
il digiuno, la pazienza, l'ascolto per consiglio
e dopo la verifica in comune, il comune deliberare e il fare.
Giunse Danilo, e piu' non se ne ando'.
Quando mori' resto' con noi per sempre.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 1019 dell'11 gennaio 2019
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