[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 206
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- Date: Wed, 31 Oct 2018 11:43:24 +0100
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 206 del 31 ottobre 2018
In questo numero:
1. Iniziate oggi a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
2. Movimento Nonviolento, PeaceLink, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, Associazione Antimafie Rita Atria: 4 novembre 2018: non festa, ma lutto. "Ogni vittima ha il volto di Abele"
3. Quid agendum
4. Enrico Peyretti: Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente (edizione aggiornata - parte prima)
1. INIZIATIVE. INIZIATE OGGI A VITERBO LE COMMEMORAZIONI NONVIOLENTE DELLE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
La mattina del 31 ottobre 2018 presso il cimitero comunale di Viterbo una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha reso omaggio alle vittime di tutte le guerre con una commemorazione silenziosa nell'ambito dell'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" che si rinnova dai primi anni Duemila; nel ricordo degli esseri umani che la guerra ha ucciso, assumendo l'impegno ad agire contro tutte le guerre e le uccisioni, nella persuasione che ogni essere umano abbia diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta', e che quindi salvare le vite sia il primo dovere di ogni persona e di ogni umano istituto.
*
Al termine della silente commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha dato lettura dell'appello che anche quest'anno il Movimento Nonviolento ed altre esperienze di pace e di solidarieta' hanno promosso, dal titolo "4 novembre 2018. Non festa, ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele".
Nei prossimi giorni la struttura nonviolenta viterbese realizzera' altre iniziative di commemorazione nonviolenta di tutte le vittime di tutte le guerre.
2. APPELLO. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK, CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI, ASSOCIAZIONE ANTIMAFIE RITA ATRIA: 4 NOVEMBRE 2018: NON FESTA, MA LUTTO. "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Per questo sosteniamo la campagna "Un'altra difesa e' possibile" e chiediamo che il Parlamento approvi finalmente la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Per questo chiediamo una politica di disarmo, poiche' le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che secondo autorevoli stime gravano sul bilancio dello stato italiano per l'enorme importo di settanta milioni di euro al giorno.
Per questo chiediamo che i fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente.
Per questo chiediamo un impegno particolare a contrastare la violenza maschilista, prima radice e primo paradigma di ogni violenza.
Per questo ci opponiamo al razzismo, crimine contro l'umanita', e chiediamo che siano immediatamente revocate tutte le sciagurate decisioni governative che configurano omissione di soccorso, pratiche segregative e persecutorie, flagranti violazioni dei diritti umani e della stessa Costituzione della Repubblica italiana.
*
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail:an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Associazione Antimafie "Rita Atria"
per contatti: e-mail: abruzzo at ritaatria.it, sito: www.ritaatria.it
3. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM
1. Il governo della disumanita' da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
2. esponenti di primario rilievo del governo della disumanita' da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
3. il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo della disumanita' (il cosiddetto "decreto sicurezza") mira a introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista - che sono state autorevolmente definite "apartheid giuridico" - palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
*
4. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita';
5. occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere le dimissioni del governo della disumanita';
6. occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere che i ministri del governo della disumanita' responsabili di crimini abominevoli siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
*
7. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
8. vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera;
9. salvare le vite e' il primo dovere.
*
10. Agisci nei confronti delle altre persone come vorresti che esse agissero verso di te;
11. l'altro dell'altro sei tu;
12. sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
4. MATERIALI. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE (EDIZIONE AGGIORNATA - PARTE PRIMA)
[Ringraziando ancora Enrico Peyretti (per contatti: enrico.peyretti at gmail.com) riproponiamo questa edizione del suo fondamentale lavoro bibliografico nell'ultimo aggiornamento del 3 marzo 2016 (questo testo sostituisce i precedenti e sara' sostituito dai successivi).
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]
"Gli storicisti debbono riconoscere che sul piano storico non è vero che il nonviolento perde sempre e il violento vince sempre, se è vero che i partigiani giudei antiromani furono sopraffatti e venivano crocifissi, e solo si vendicò magnificamente su Cesare uno di questi crocifissi che era per la nonviolenza, e anche Spartaco e i suoi non vinsero affatto; mentre Gandhi ha vinto senza toccare un capello ai soldati inglesi e alle loro famiglie nell'India, e William Penn, quando si presentò con i suoi amici quaccheri ai pellirosse, e senza alcuna arma, i capi gettarono via le proprie armi, e sorse uno stato di pace, a differenza di tutti gli altri dell'America del Nord.
Esistono vittorie senza violenza"
(Aldo Capitini, La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunità 1962, ora in Aldo Capitini, Le ragioni della nonviolenza, Antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Pisa, Edizioni ETS 2004, p. 136)
"Esiste una storia della nonviolenza, che è anche la storia delle lotte contro la violenza degli 'uomini irragionevoli'. È sorprendente che questa storia non abbia maggiormente attirato l'attenzione degli uomini 'ragionevoli' che raccomandano e giustificano la violenza"
(Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, Edizioni Plus, Pisa University Press, 2004, p. 297)
Questa bibliografia non è una bibliografia generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui casi storici che ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata. Essa comprende fino ad ora circa 60 gruppi di libri, opuscoli, articoli, nella prima parte e circa 20 nella seconda. Ogni gruppo indica per lo più diversi titoli, che quindi arrivano ad essere alcune centinaia.
Questa raccolta è sempre in corso di completamento e aggiornamento. È nata come appendice ad una mia relazione Possibilità del pacifismo nonviolento, tenuta al Centro Studi Piero Gobetti, di Torino, in dialogo con Norberto Bobbio, il 21 gennaio 1994. Una redazione aggiornata alla primavera 1995 è comparsa, insieme a quella relazione, su Testimonianze n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26. Un aggiornamento al marzo 1996 è stato pubblicato in appendice alla mia lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi storici è contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in Effe, rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37, 39. La bibliografia, aggiornata a quella data, è pubblicata anche nell'Annuario di pace, Italia/maggio 2000-giugno 2001, ed. Asterios, Trieste 2001, pp. 339-352 ed è comparsa più di una volta nel quotidiano telematico La nonviolenza è in cammino (nbawac at tin.it). Una selezione della bibliografia è pubblicata in Assessorato all'Istruzione, Regione Campania, Ponti di pace sul Mediterraneo, Agenda 2004, a cura di Giuliana Martirani, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi, AQ, 2003. Una versione ridotta è uscita in appendice al volume di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, editrice Plus, Pisa University Press, 2004. Intera, e via via aggiornata, la bibliografia si dovrebbe trovare ora (ma non sempre nella versione più aggiornata) nei seguenti siti: http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=63 http://www.serenoregis.org (e anche direttamente cliccando in Google "Difesa senza guerra").
Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte nonarmate e/o nonviolente, alternative alla violenza in conflitti politici acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in questi anni. Dico nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per una ragione di fatto, per impossibilità o convenienza, e nonviolente le lotte che fanno questa scelta per una ragione di principio, pur potendo usare le armi. Anche le prime, comunque, dimostrano le possibilità e la relativa efficacia delle lotte condotte con l'arma semplice e potente della noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto. Queste possibilità è dimostrata anche nei casi in cui giuste rivoluzioni nonviolente hanno avuto in seguito delle involuzioni per altri versi negative.
La dominante ideologia della violenza ha di fatto ignorato queste forme di resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto possa essere difficile, quel che è fatto è possibile. Ma anche se non vi fosse alcuna esperienza efficace di lotta nonviolenta, sarebbe un dovere e una necessità inventare oggi questa lotta, per chi vuole affermare la giustizia senza contribuire all'ingiustizia.
Oltre a singoli ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni come quella diretta a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council on Peace Research in History, in Usa, lo European Working Group on Peace Research in History, lo Instituto de la Paz y los Conflictos de la Universidad de Granada, España. I "racconti di pace" presenti in tante culture sono punto d'appoggio per immaginare, volere, costruire la pace (cfr Elise Boulding, Inventare futuri di pace, Ed. Gruppo Abele, Torino 1998). Tutto questo lavoro dovrà poter modificare la cultura della difesa ancora dominante, ristretta sull'esclusivo e riduttivo modello armista del monopolio militare.
La prima parte (p. 3-15) di questa bibliografia indica le opere generali o riguardanti momenti storici diversi, la seconda (p. 16-22) le opere relative alla Resistenza al nazismo e al fascismo. L'ordine è, per quanto possibile, quello di pubblicazione. La documentazione sulle lotte nonviolente di una determinata regione, o problema, può trovarsi indicata in più di una delle voci di questa bibliografia. Si consiglia di cercare col programma "trova": per esempio Palestina, palestinesi, oppure Kossovo (o Kosovo), oppure diritti civili.
Quasi tutti i lavori indicati si possono consultare presso la biblioteca (forse la più ricca in Italia su pace, nonviolenza, ecologia) del Centro Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel 011/53.28.24, fax 011/51.58.000; e-mail: info at serenoregis.org ; http://www.serenoregis.org. A questi indirizzi (o a quello del curatore: enrico.peyretti at gmail.com) sarà gradita ogni segnalazione che integri l'attuale aggiornamento. Ringrazio i molti ricercatori che in tante occasioni mi hanno indicato opere a cui non sarei arrivato da solo.
Evidenzio con asterisco * i lavori che mi sembrano di maggiore importanza. (e.p.)
*
I - OPERE GENERALI O SU CASI DIVERSI DALLA RESISTENZA 1939-45
1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli, MIlano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, 1989). Riporta casi storici da Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952, all'India 1917-1947, alla Norvegia 1940-43. Altri casi storici significativi, Capitini elenca nel brano citato in epigrafe, tratto da La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunità 1962.
1 bis. Mulford Q. Sibley, The quite battle - Writings on the theory and practice of non-violent rsistence, pp.386. Beacon Press, Boston, 1963. Sibley era professore di scienze politiche all'Università del Minnesota e un forte oppositore della guerra prima di Galtung e Sharp. Il libro è notevole per la ricchezza di documenti allegati ad ogni personaggio/evento (segnalazione di Piero P. Giorgi).
2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta non-violenta del buddismo nel Vietnam, Città Nuova Ed., Roma 1970.
* 3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo Soccio, Ed. Lanterna, Genova 1977 (1969). L'Autore analizza la resistenza morale francese all'occupazione nazista consistente nella noncooperazione col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors (pseudonimo di Jean Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer (Ed. de Minuit, Paris, 1942, ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin Michel, 1951; traduzione italiana Einaudi, Torino, numerose edizioni a partire dal 1945). Muller esamina poi altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto il governo filo-nazista di Quisling, la resistenza danese all'occupazione nazista, gli avvenimenti della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte operaie con metodi nonviolenti in vari momenti storici.
* 4. M.K. Gandhi Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di Giuliano Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; ediz. economica Einaudi 1996, col saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero etico-politico di Gandhi riveduto e rinnovato, nel quale l'Autore, a p. CXXIX, elenca otto serie di esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in ogni parte del mondo, già registrati in altri punti di questa bibliografia. Libro fondamentale, dal punto di vista storico utile soprattutto per il caso indiano, ma anche per gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti.
5. AA.VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di Verona, ottobre 1979, Ed. Lanterna, Genova 1980. Casi storici del '900 - Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria, India, Vietnam, Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte sociali, antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle commissioni.
* 6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Ed. Gruppo Abele, Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920, Ruhr 1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia 1948, Berlino 1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980.
7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Ed. Gruppo Abele, Torino 1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali nazisti nella 2a guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968, Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e 1981, opposizione di Sacharov 1981.
* 8. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Ed. Gruppo Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973).
- Nel vol 1°, Potere e lotta, cap.III, pp.133-136, Sharp propone sette spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed ignorato questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere come consistente essenzialmente nell'obbedienza dei sottomessi. Questa teoria ha illustri precedenti, p. es. Etienne de la Boétie con Tirannia servitù volontaria, pubblicato tra il 1546 e il 1550. Ciò permette di vedere le possibilità di controllo nonviolento del potere mediante la gestione del proprio consenso da parte della società consapevole.
- Nel vol 2°, Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella storia di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi casi storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte centinaia di realtà storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra. Da oltre 30 anni Sharp promuove questa ricerca nel Program on Nonviolent Sanctions in Conflict and Defense at the Center for International Affairs, Harvard University.
9. W.H.Conser, R.M.McCarthy, D.J.Toscano, G. Sharp, Resistance, Politics, and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne Rienner Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages.
10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Ed. Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi.
* 11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Ed. Sonda, Torino 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti la prima Intifada (1987), il libro contiene una riflessione su questa lotta (violenza limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso, Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi, Claudiana, Torino 1990. Su Mubarak Awad e lo stato attuale delle correnti nonviolente in Palestina: Francesca Paci, La non violenza è viva, in La Stampa, 22 agosto 2003. (Vedi sotto, il n. 58).
* 12. Sull'importantissimo contributo del movimento femminile e femminista ai metodi nonviolenti di lotta:
- Birgit Brock-Utne, La pace è donna (titolo che non rende bene l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, Pergamon, New York 1985), introduzione di Elisabetta Donini, Ed. Gruppo Abele, Torino 1989. Descrive, dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp. 63-70) e le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte nonviolente condotte da donne (fino al 1985, data di pubblicazione dell'originale): per la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro le armi nucleari e per la pace in Danimarca, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, 1979-1981; contro le violenze della dittatura militare e l'occupazione delle Malvine, le Madri della Plaza de Mayo in Argentina, dal 1977; contro l'installazione missilistica di Greenham Common, in Galles, dal 1981; contro le esercitazioni militari nella terra shibokusa, in Giappone, dal 1982; contro la corsa al riarmo le Donne Australiane per la Sopravvivenza, dal 1983; contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze maschili, donne statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne sudafricane fino dal 1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88).
- Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti. Storie e testimonianze su nonviolenza e femminismo, Editrice Intra Moenia, Napoli 2003. Oltre la riflessione problematica sulla predisposizione delle donne alla nonviolenza, il libro - con contributi delle maggiori studiose e guide delle lotte femminili - richiama anche esperienze storiche e contiene un manuale di comportamento per l'azione diretta nonviolenta.
- Si veda anche il n. 7 della seconda parte di questa bibliografia.
13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing Group, Aldershot UK, 1989. Volume ricco di informazioni storiche sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc.
14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS, Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia nell'800.
* 15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Ed. Sonda, Torino 1990 (1984). Il volume è ripubblicato nel 2008 con prefazione di Elvio Arancio e Luisa Mondo, e Postfazione di Nanni Salio. Anche popolazioni guerriere e feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani, seppero adottare la nonviolenza contro le repressioni molto violente del dominio inglese. Il loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovò nella sua fede islamica l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservò che proprio il violento coraggioso nella difesa di diritto e dignità è il più disponibile a capire e vivere la "nonviolenza del forte".
- Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, ed. Gruppo Abele, Torino 1997. L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro, in cui sostiene la speciale attitudine della cultura islamica all'azione nonviolenta (nonostante fenomeni contrari vistosi ma limitati), narra ed analizza (pp. 24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel 1975.
Sulla rivoluzione nonviolenta in Iran nel 1978-1979, posso segnalare:
- Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (ed. La Meri-diana, Molfetta 1993, pp. 163) è la traduzione della seconda edizione 1989 di Les leçons de l'histoire. Résistances civiles et défense populaire non-violente, in Les dossiers de Non-violence Politique, n. 2, che illustra ampiamente numerosi casi storici di lotte nonviolente (vedi sotto, al n. 23), tra cui anche Iran 1978-79. La traduzione italiana purtroppo esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese che descrivono il sollevamento popolare in Iran 1978-1979, il quale, opponendosi senz'armi all'esercito (in quel tempo il quinto al mondo per potenza) per lunghi mesi, portò infine alla cacciata dello Scià senza compiere alcuna violenza, sebbene col sacrificio di centinaia di vittime della repressione. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali. Queste pagine, tradotte da Simona Di Raimondo, dei Traduttori per la Pace, sono disponibili nel mio computer per chi le richiede.
- David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e pace, Ed Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, il caso Iran 1979, insieme a vari altri casi storici. Sull'Iran, l'Autore scrive, alle pp. 138-139: «La più sorprendente rivoluzione basata sui mezzi di comunicazione del popolo - la cosiddetta "stampa di bazar" - per ironia qualificata "anti-moderna" è l'esperienza iraniana».
- Mouna Naïm, La fuite du chah d'Iran, su Le Monde, 18 gennaio 1999, e col titolo Vent'anni dopo, su Internazionale, 19 febbraio 1999.
- Ryszard Kapuscinski ha scritto sull'Iran Sha in Shah (Feltrinelli, 2001). Nell'anno drammatico della rivoluzione, Kapuscinski, il grande viaggiatore, è in Iran per uno dei suoi più brillanti e memorabili reportage, in cerca di risposte: come avviene la rivoluzione in Iran? Quali sono le sue origini? Quali saranno gli esiti? E riesce a temperare la complessa ricostruzione storico-giornalistica con un'appassionante capacità narrativa.
- Sulla vicenda iraniana ha scritto anche Foucault. Devo ancora rintracciare le indicazioni precise dei suoi scritti.
- Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento Islam, pace, nonviolenza in E. Peyretti, La politica è pace, ed. Cittadella, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p. 124, Studi su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p. 131.
- Mahmoud Mohamed Taha (1909 o 1911- 1985, Il secondo messaggio dell'Islam, Emi, Bologna 2002. Taha, detto il Gandhi del Sudan, imprigionato dagli inglesi, fu condannato e impiccato come eccessivo riformatore dell'Islam. Il nuovo messaggio è per lui quello della prima fase del Profeta, alla Mecca, libero dalle compromissioni con le esigenze politiche del periodo di Medina, perciò più spirituale e teso alla pace del musulmano «con sé stesso, con il suo Signore, con ogni essere e ogni cosa».
- Ramin Jahanbegloo, Leggere Gandhi a Teheran, I libri di Reset, Ed. Marsilio 2008. L'autore, filosofo iraniano, incarcerato per 5 mesi nel 2006, lavora oggi alla Toronto University, Canada. La sua interpretazione politica di Gandhi ispira una versione del pluralismo che unisce la libertà alle tradizioni spirituali dell'oriente.
- Cfr anche il n. 24 di questa prima parte della bibliografia, sulla resistenza nonviolenta della popolazione albanese del Kossovo, in gran parte musulmana.
- Cfr anche il n. 59 sulla resistenza civile della popolazione al terrorismo islamista in Algeria.
- Nel corso del 2015, di fronte alle violenze dell'Isis/Daesh, spettacolarizzate più che in ogni altra guerra, stanno uscendo numerosi scritti, articoli e più ampie pubblicazioni, che distinguono tra Islàm religioso, civile, anche nonviolento, e abuso che ne viene fatto da chi conferisce una giustificazione ideologico-religiosa a feroci lotte di potere.
- Siti consultabili anche sulle pubblicazioni recenti: www.transcend.org (col servizio settimanale di Transcend Media Service).
16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo Minervini, Ed. La meridiana, Molfetta 1991, pp.82-89.
* 17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il libro a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993, contiene un'ampia bibliografia.
- Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, Yexu by Michael S. Durham. Introduction by Anfrew Young. Stewart, Tabori & Chang. N. York, 1984.
- The Power of the People. Active Nonviolence in the USA. Edited by Robert Cooney & Helen Michalowski, New Society Publishers, Philadelphia 1987.
- King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese, la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di M.L. King e mostra dal vivo sia le grandi manifestazioni, nel loro spirito e nei metodi organizzativi, sia gli episodi di repressione.
- Una pagina di bibliografia su Martin Luther King è comparsa in Cahiers de la Réconciliation, n.1, 1998.
* 18. Sulle esperienze e ricerche di riconciliazione nella verità e giustizia, senza violenza, nei conflitti profondi, troviamo anzitutto lavori sul caso della lotta contro la segregazione razziale in Sudafrica, poi su altri casi nel mondo:
- Eugenio Melandri, I protagonisti, Emi, Bologna 1984, contiene anche un breve profilo di Albert Luthuli.
- Michael Cassidy, Politics of Love, con introduzione di Desmond Tutu, Hodder & Stoughton, London 1991.
- Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard Arnold, Vintage Books, New York 1979.
- Mary Benson, Nelson Mandela, biografia, ed. Agalev, Bologna 1988. Il capitolo 9 di questo libro descrive la separazione di Mandela da Luthuli, il capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia di lotta, proprio nel 1961, quando Luthuli ricevette il premio Nobel per la pace per la cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National Congress); Mandela decise di adottare dapprima il sabotaggio, che non comportava perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur rispettando l'impegno di Lutuli per la nonviolenza.
- Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Oscar Mondadori, Milano 1989.
- Allan A. Boesak, Se questo è tradimento, sono colpevole, Claudiana, Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si è opposto all'ideologia giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante in quella chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza Riformata Mondiale, di cui Boesak è stato presidente.
- Per un avvio alla conoscenza di Nadine Gordimer, Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990.
- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà, libro autobiografico, Feltrinelli, Milano 1995.
- Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio magistralis" nell'Università di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione Verità e Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo è pubblicato in inglese col titolo After the Violence: Truth and Reconciliation? South Africa, Latin America: Reflections on a New Jurisprudence, sul Notiziario dell'Università di Torino L'Ateneo , Anno XIV, n. 5, novembre-dicembre 1998, pp. 17-22; testo italiano presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino. Galtung indica nell'esperienza sudafricana la possibilità di una modifica della concezione del processo penale nel senso di ridurre la violenza punitiva dello stato e di ricostruire il rapporto umano e sociale tra reo e vittima.
- Marcello Flores (a cura di), Verità senza vendetta. L'esperienza della commissione sudafricana per la verità e la riconciliazione, manifestolibri ed., Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto finale della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere violento tanto della repressione governativa quanto della lotta anti-apartheid condotta in un secondo tempo dall'African National Congress, ma indica l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli negli anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della violenza per merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel rapporto della commissione, introdotto dal presidente, il vescovo anglicano Desmond Tutu, si vede la scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare la riconciliazione della società sulla base della verità e della dignità restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verità e ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia retributiva.
- Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli editore, Milano 2000: lo straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace interrazziale, che è problema della nostra società.
- A.M. Gentili, A. Lollini, L'esperienza delle Commissioni per la verità e la riconciliazione: il caso sudafricano in una prospettiva giuridico-politica, in G. Illuminati, L. Stortoni, M. Virgilio (a cura di), Crimini internazionali fra diritto e giustizia, Torino, Giappichelli 2000, pp. 163-215.
- Desmond Tutu, Non c'è futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001: "Fare giustizia non significa punire bensì risanare" (p. 119-120). Arcivescovo anglicano di Città del Capo e protagonista nella vicenda, Tutu racconta intensamente e documenta l'esperienza sudafricana dall'apartheid alla riconciliazione. Dello stesso autore e protagonista di questa vicenda, si veda pure: Anch'io ho il diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; e Anche Dio ha un sogno, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004.
- Alejandro Bendaña, Charles Villa-Vicencio, La riconciliazione difficile. Dalla guerra a una pace sostenibile, Ed Gruppo Abele, Torino 2002. La prima parte del libro, stesa da Villa-Vicencio, direttore dell'Institute for Justice and Reconciliation di Cape Town, analizza con acume critico l'esperienza sudafricana.
- Enrico Peyretti, Una giustizia ricostruttiva: la Commissione Verità e Riconciliazione in Sudafrica, in Minorigiustizia, rivista interdisciplinare di studi giuridici, psicologici, pedagogici e sociali sulla relazione fra minorenni e giustizia, n. 1-2/2002 (minorigiustizia at dag.it ), Pinerolo, febbraio 2003, pp. 214-222. Si tratta di una relazione e ulteriore riflessione attuale sul caso sudafricano e le indicazioni che offre. Ho ripreso e aggiornato queste considerazioni nello scritto Sul processo "Verità e Riconciliazione" in Sudafrica per uscire dalle violenze dell'apartheid, seguito da schede sui film che trattano questa vicenda, nel libro collettivo Teoria e pratica della riconciliazione, Edizioni Qualevita 2009, pp. 39-50.
- Danilo Franchi, Laura Miani, La verità non ha colore, Aguzzini e vittime dell'apartheid testimoniano alla Commissione per la verità e la riconciliazione sudafricana, Edizioni Comedit 2000, Milano 2003. In 200 pagine su 270 il libro riporta ventuno drammatiche testimonianze rese alla Commissione, più alcuni documenti tra cui le conclusioni di Desmond Tutu, presidente della TRC.
- Nell'aureo libretto di Carlo Maria Martini e Gustavo Zagrebelsky, La domanda di giustizia, Einaudi 2003, (una serie di Note a margine ho pubblicato in il foglio, n. 307, dicembre 2003, p. 6), il secondo dei due Autori dedica grande attenzione alla vicenda sudafricana (pp. 28-40), che valorizza acutamente. Egli fornisce anche una breve bibliografia, grazie alla quale integro la presente:
- R. A. Wilson, The Politics of Truth and Reconciliation in South Africa. Legitimizing the Post-Apartheid State, Cambridge University Press, Cambridge 2001.
- T. Groppi e X. Philippe, La Démocratie imparfaite en Afrique du Sud, in S. Siccardi (a cura di), Le democrazie imperfette, Giappichelli, Torino 2002.
- Missione oggi, mensile dei missionari saveriani, n. 6/2004, giugno-luglio 2004, è tutto dedicato (pp. 3-47) agli atti del convegno Verità e Riconciliazione. Lezioni dal Sudafrica, Brescia, 8 maggio 2004, con relazioni di Massimo Toschi, Michael Lapsley, Valerio Onida, e altri, con indicazioni bibliografiche e sitografiche.
- Il film di John Boorman In my country, (2004), racconta questa vicenda sudafricana, ed esprime bene, incarnato da diversi personaggi, il civile concetto africano di Ubuntu, che significa senso di umanità, sentire gli altri come se stessi. Pur col legittimo carattere celebrativo di epopea nazionale, il film rende correttamente il singolare lavoro della Commissione Verità e Riconciliazione, attraverso toccanti storie personali di vittime e di aguzzini, ora posti faccia a faccia, e sono storie fedeli ai documenti. Il film può servire bene a far conoscere al grande pubblico la nuova via sudafricana alla giustizia, nella trasformazione dei conflitti.
- A numerose altre ricerche e azioni di riconciliazione è dedicato un numero della rivista teologica Concilium, n. 5/2003 (www.queriniana.it) . La prima parte tratta di esperienze in Perù, Nepal, Australia, Stati Uniti e Canada (popoli nativi), America Centrale; la seconda parte contiene riflessioni di autorevoli rappresentanti di buddhismo, induismo, ebraismo, cristianesimo; la terza parte offre articoli sulla prospettiva delle Nazioni Unite, sul processo di riconciliazione sociale, sulla religione come risorsa di riconciliazione, sull'amore dei nemici nelle lotte sociali. Una conclusione fa il punto sul movimento verso una cultura di riconciliazione.
19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in Conflict, Harvard University, 1992, pagg.142. Il libro è recensito da Chiara Pent in IPRI Newsletter n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace Research Institute, via Garibaldi 13/a, 10122 Torino, tel 011/53.28.24).
20. AA.VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam, Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume (altri saggi sono teorici) riguardano casi studio di lotte nonviolente.
* 21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN (Progetto Nazionale di Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel 081/55.10.286, fax Antonino Drago 081/239.45.08) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque Convegni nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di lotte popolari nonviolente:
- Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (1° convegno, Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Ed. Fuori Thema 1993;
- La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali (3° convegno, Bologna, nov. 1991), a cura di Gino Stefani, Ed. Fuori Thema 1992;
- Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, (4° convegno, Vicenza, nov.1994), a cura di A. Drago e M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995.
- La difesa della pace con mezzi civili, (5° convegno, Roma, 4-5 novembre 1995), a cura di A. Drago, Ed. Qualevita, Torre dei Nolfi, 1997. Da notare la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile della Comunità di S. Egidio nella guerra in Mozambico.
* 22. Sulle esperienze di Difesa Popolare Nonviolenta: I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalla Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est, Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forlì.
- Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene il saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I precedenti storici (pp. 17-35), che raccoglie molti casi storici.
- Sui fatti dell'Europa orientale nel 1989 (vedi anche sotto, al n. 28): il n. 27 della collana Quaderni della DPN, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite, Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995.
* 23. Il n.22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (già citato sopra, al n. 15), illustra ampiamente i casi: Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr 1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire 1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia 1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. La traduzione italiana esclude i capitoli, particolarmente ampi, sulla Resistenza per non interferire col libro di Semelin Senz'armi di fronte a Hitler, indicato nella seconda parte di questa bibliografia. Purtroppo la traduzione italiana esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese sul sollevamento popolare in Iran 1978-1979, che portò alla cacciata dello Scià senza alcuna violenza. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali.
Si possono aggiungere i seguenti altri Quaderni DPN e altre pubblicazioni:
- n. 20 Peace Brigades International: Dossier, 1993.
- n. 32. M.G. Bonollo, Solidarietà e pace a Sarajevo,Un'esperienza di diplomazia popolare di "Beati i costruttori di Pace", 1997.
- Due libri a cura di Francesco Tullio, La difesa civile e il progetto Caschi Bianchi, F. Angeli, Roma, 2000; Le ONG e la trasformazione dei conflitti. Le operazioni di pace nei conflitti internazionali. Analisi, esperienze, prospettive., Edizioni Associate, Roma, 2002.
- Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, L'attività dei volontari civili a protezione delle popolazioni nei territori di guerra, Atti del Convegno 29 marzo 2003, Repubblica di San Marino.
* 24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90% di popolazione albanese (in massima parte musulmana; vedi sopra, n. 15) del Kosovo al regime di occupazione militare serba, resistenza che, se fosse stata capita e sostenuta dalla comunità degli stati, avrebbe fatto evitare la guerra Nato alla Serbia del 1999, si possono vedere:
- Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Ed Fayard, Paris 1994.
- Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, Ed. EMI, Bologna 1993.
- V. Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza è vita, Velar, Gorle (Bergamo), 1994.
- Giancarlo e Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997.
- Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in Religioni e società, n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997.
- Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare la destabilizzazione dei Balcani. Attività e proposte della diplomazia non ufficiale. Quaderni della DPN n. 33, Ed. La Meridiana, Molfetta 1997. Il quaderno è stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione dell'Autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra annunciata, Ed. La Meridiana, Molfetta 1999. L'Abate riprende tutta la vicenda nel suo contributo Il Kossovo e la riconciliazione. Una speranza o una tradizione perduta?, nel libro collettivo già citato Teoria e pratica della riconciliazione, Edizioni Qualevita 2009, pp. 55-70. Ancora, L'Abate, nel suo libro L'arte della pace, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2014, ricapitola la sua esperienza in Kossovo (pp.56-58; 65-68; 93; 117) per la prevenzione della guerra e la trasformazione nonviolenta dei conflitti.
- Campagna Kossovo, Conflitto e nonviolenza. Dieci anni di impegno, Cdrom a cura di M. Cucci, Bologna, 2003.
- P. Fumarola, G. Cartelloni, Il Kossovo tra guerra e soluzioni politiche del conflitto. I care!, Sensibili alle foglie, 2000.
- M. Cereghini, Il funerale della violenza. La teoria del conflitto nonviolento e il caso del Kossovo, Ist. Di Sociologia Internazionale, Gorizia 2000.
- Una sintesi di tutta la vicenda storica fino ad oggi è nell'articolo di Alberto L'Abate e Etta Ragusa, Un'occasione perduta, in Mosaico di pace, giugno 2008, pp. 30-32.
* 25. François Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo Gentiloni, Ed. Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant, considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesù, esamina alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti dal tempio (interpretata di solito come violenta!) (pp. 31-39), la donna adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58). Anche Gesù, minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella preghiera si convertì alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91).
26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della non-violenza, in Il Regno-attualità, n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realtà storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio giro d'orizzonte, a mostrare la possibilità della strategia nonviolenta.
27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection encyclopédique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris 1994. In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il 1770 e gli anni successivi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la Francia tra il 1957 e gli anni '90.
* 28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, che sono un notevole esempio delle possibilità dell'azione nonarmata e nonviolenta:
- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di Berlino al Nuovo Disordine Mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995. Contiene la più ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli avvenimenti.
- Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra citato Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35.
- Sul maggio cinese, vedi sotto, n. 37.
- AA. VV., Le rose sbocciano in autunno. La rivoluzione nonviolenta dell'89, Quaderni Satyagraha n. 15, Gandhi Edizioni, Pisa 2009.
- Pechino/Berlino: i due Ottantanove, fascicolo di Testimonianze, n. 466-467, luglio-ottobre 2009, pp. 31-134 (infotestimonianze at gmail.com ).
29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Résistances civiles à l'Est et au Sud, Culture de paix, Desclée de Brouwer, Paris 1995. Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e diritti dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimità) singoli studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio precedente le rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza cecoslovacca dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza Tiananmen a Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a Mosca 1991.
30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza e la politica, elenca circa 15 casi recenti in N. Bobbio Elogio della mitezza e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra, Milano 1994, p.44. Questo testo riveduto compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Ed. Gruppo Abele 1996, raccolta di saggi su etica e politica, pace e guerra (casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95).
31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict. The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana 1930-1931; Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Soldarnosc 1980-1981.
32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la Difesa Popolare Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede, ampliabile, preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri, per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel e fax 049/80.73.836). La prima parte presenta, in ampie schede con relativa bibliografia, undici casi tratti dalla storia del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44, Montgomery 1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso 1981-87, Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93.
33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di Gianni Caligaris ed Emilio Rossi, Ed. Alfazeta, Parma 1995. Documenta la realtà di oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie né riconosce come dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le sue conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata alla frontiera.
34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la pace, in Testimonianze n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del 1986, con speciale riferimento al ruolo della religione.
35. Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford), Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian Conflict, in Journal of Peace Research, vol 32, no. 4, 1995, pp. 453-467. L'articolo dimostra che le possibilità di intervento nonviolento sono molto più ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale.
36. Alexander Allan, Le Larzac et après: l'étude d'un mouvement social novateur, ed. L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992).
37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria, esempi concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene, Studi per la pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel 035/26.00.73). Il fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo è il 16° opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende anche: S. Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel Maggio Cinese. Pechino 1989.
38. Alberto Melandri, José Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo, leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in Azione Nonviolenta, nov. 1996, pp. 6-7.
* 39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento. Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti, organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino, tel. 011-56.28.836). Sono 15 lezioni distribuite nelle seguenti sezioni del corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la seconda guerra mondiale (J. Semelin, A. Bravo, A.M. Bruzzone, E. Peyretti, A. Dogliotti Marasso, F. Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G. Sofri); 3) Lotte politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E. Donini); 4) Lotte nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile nell'ex-Jugoslavia (G. Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I movimenti per la pace (S. Albesano, G. Salio).
40. AA.VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta, corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa Popolare Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo, ed. Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti di una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta, Partecipazione Popolare, Obiezione di Coscienza" tenutasi a Firenze nel settembre 1992 con la presenza dei maggiori studiosi mondiali (Pontara, Papisca, Sharp, Ebert, Muller, Galtung); nella seconda parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp. 29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967, Pechino 1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e indica diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di peace research.
41. Voci e azioni di nonviolenza nell'antichità classica, a cura di Rocco Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, 1996. Nel libro leggiamo le pagine di Giuseppe Flavio (37-100 d.C.) sulla resistenza nonviolenta degli ebrei sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d.C.) e Caligola (37-41 d.C.) e quelle di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel 494 e nel 471 a.C.).
* 42. David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e pace, Ed Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), raccoglie ed esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, i casi Iran 1979, India 1975-77, OLP, Filippine 1986, Europa orientale 1989, America Latina in vari momenti. Si può aggiungere qui la Resistenza danese, caratterizzata dal mezzo della comunicazione popolare (v. il n. 1 della seconda parte di questa bibliografia).
(Parte prima - segue)
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 206 del 31 ottobre 2018
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