[Nonviolenza] Un incontro di riflessione a Viterbo sulle lettere dal carcere di Nelson Mandela
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- Date: Sat, 28 Jul 2018 15:24:36 +0200
UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO SULLE LETTERE DAL CARCERE DI NELSON MANDELA
Si e' svolto la mattina di sabato 28 luglio 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sulle lettere dal carcere di Nelson Mandela, recentemente pubblicate nel centenario della nascita in una accurata edizione: Nelson Mandela, Lettere dal carcere, Il Saggiatore, Milano 2018, pp. 816 (+ 8 pp. fuori testo di apparato iconografico); lettere che costituiscono una lettura che vivissimamente consigliamo, affiancandola alla lettura o rilettura dell'autobiografia di Nelson Mandela (Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995).
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Una minima notizia biobibliografica su Nelson Mandela
Nelson Mandela e' stato uno dei piu' grandi eroi della lotta contro il razzismo, per la dignita' di ogni essere umano; nato il 18 luglio 1918, tra i leader principali dell'African National Congress, nel 1964 e' condannato all'ergastolo dal regime razzista sudafricano; nel corso dei decenni la sua figura diventa una leggenda e un punto di riferimento in tutto il mondo; uscira' dal carcere l'11 febbraio 1990 come un eroe vittorioso; premio Nobel per la pace nel 1993, primo presidente del Sudafrica finalmente democratico compira' il miracolo della riconciliazione; e' deceduto il 5 dicembre 2013.
Tra le opere di Nelson Mandela: fondamentale e' l'autobiografia Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995; e' ora disponibile anche la raccolta delle Lettere dal carcere, Il Saggiatore, Milano 2018; tra le raccolte di scritti ed interventi pubblicate prima della liberazione cfr. La lotta e' la mia vita, Comune di Reggio Emilia, 1985; La non facile strada della liberta', Edizioni Lavoro, Roma 1986; tra le raccolte pubblicate successivamente alla liberazione: Tre discorsi, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1991; Contro ogni razzismo, Mondadori, Milano 1996; Mai piu' schiavi, Mondadori, Milano 1996 (il volume contiene un intervento di Nelson Mandela ed uno di Fidel Castro); Io, Nelson Mandela, Sperling & Kupfer, Milano 2010, 2013; Bisogna essere capaci di sognare, Rcs, Milano 2013.
Tra le opere su Nelson Mandela: Mary Benson, Nelson Mandela: biografia, Agalev, Bologna 1988; François Soudan, Mandela l'indomabile, Edizioni Associate, Roma 1988; Jean Guiloineau, Nelson Mandela, Mondadori, Milano 1990; John Vail, I Mandela, Targa Italiana, Milano 1990; Fatima Meer, Il cielo della speranza, Sugarco, Milano 1990; John Carlin, Mandela. Ritratto di un sognatore, Sperling & Kupfer, Milano 2013; Christo Brand, Mandela. L'uomo che ha cambiato il mondo, Newton Compton, Roma 2014. Si veda anche: Winnie Mandela, Finche' il mio popolo non sara' libero, Sugarco, Milano 1986; Nancy Harrison, Winnie Mandela, Jaca Book, Milano 1987; ed ancora: Desmond Tutu, Anch'io ho il diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001; Desmond Tutu, Anche Dio ha un sogno, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004; ed anche: Nadine Gordimer, Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990; ed ancora almeno: Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della Commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, Manifestolibri, Roma 1999.
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L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime della violenza razzista.
Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune delle lettere di Mandela, che hanno ovviamente dato luogo a una riflessione sulla situazione odierna e sui doveri di chi si sente impegnato a contrastare la violenza razzista.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso un'analisi della situazione presente cosi' caratterizzata in un recente documento denominato "Dieci evidenze. Un appello per la verita' e la legalita' che salva le vite":
1. Nel Mediterraneo da anni tanti esseri umani che cercano di giungere in Europa muoiono annegati; e chi non li soccorre e non li accoglie, ed anzi ostacola i soccorritori, favoreggia la loro morte.
2. In Libia i migranti subiscono violenze mostruose; e chi si adopera per impedire che lascino la Libia e trovino salvezza in Europa, favoreggia il perpetuarsi di quelle mostruose violenze.
3. Se i governi europei consentissero di giungere in Europa in modo legale e sicuro a chi ne ha pieno diritto fuggendo da guerre e fame (guerre e fame di cui i governi europei sono spesso storicamente ed attualmente corresponsabili), sarebbe di colpo annientata la mafia dei trafficanti schiavisti e il suo lucrosissimo e ferocissimo ed infamissimo sanguinario mercato.
4. Negli scorsi anni l'Italia, pur essendo i suoi governi corresponsabili come gli altri governi europei nell'aver creato quel mercato mafioso e schiavista e nell'aver contribuito a creare e perpetuare le storiche ed attuali strutturali tragiche ingiustizie che sono causa prima delle migrazioni, tuttavia si adoperava a vari livelli e in varie forme per salvare le vite nel Mediterraneo, per soccorrere, accogliere ed assistere i naufraghi, come vogliono la legge italiana, il diritto internazionale, il cuore di ogni persona e il comune sentire delle genti.
5. Il governo attuale invece ha come perno della sua politica la volonta' di non accogliere i naufraghi, di non accogliere i fuggitivi dai lager libici, di non accogliere chi fugge dalle guerre e dalla fame.
6. Questa politica scellerata del governo italiano attuale si concretizza nei seguenti atti:
a) negare l'approdo in Italia ai naufraghi;
b) diffamare e ostacolare i soccorritori;
c) adoperarsi per impedire che lascino la Libia - cioe' gli orrendi lager libici - gli innocenti che cercano di giungere in salvo in Europa.
7. Questa politica del governo italiano e' razzista, e' criminale, e' incostituzionale; configura un'omissione di soccorso e costituisce un crimine contro l'umanita'.
8. Il governo italiano che sta commettendo reati cosi' mostruosi dovrebbe essere costretto alle immediate dimissioni.
9. I ministri responsabili di reati cosi' mostruosi dovrebbero essere processati e condannati a sensi delle leggi vigenti.
10. E' dovere di ogni pubblico ufficiale e dell'intero popolo italiano impegnarsi per far cessare questo orrore: impegnarsi per salvare gli esseri umani in pericolo, impegnarsi per difendere ed attuare la legalita' che salva le vite, impegnarsi per far dimettere il governo responsabile di cosi' mostruosi crimini, impegnarsi affinche' siano processati e condannati i ministri responsabili di cosi' mostruosi crimini.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso altresi' l'appello denominato "Il primo dovere" che di seguito si trascrive:
Minimo e urgente un appello alle persone amiche della nonviolenza
Salvare le vite e' il primo dovere.
Quattro cose chiediamo qui e adesso ad ogni persona amica della nonviolenza.
I. Di impegnarsi per far cessare la strage nel Mediterraneo: e per questo occorre ottenere che finalmente si riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro; ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
II. Di impegnarsi per far cessare la schiavitu' in Italia: e per questo occorre ottenere che finalmente si riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese; il principio "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia e della civile convivenza.
III. Di impegnarsi per le immediate dimissioni del governo delle persecuzioni razziste, dell'omissione di soccorso, della violazione della Costituzione.
IV. Di impegnarsi affinche' i ministri responsabili di criminali politiche razziste siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Costruiamo qui ed ora un movimento nonviolento per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la legalita' che salva le vite, per contrastare la criminale politica delle persecuzioni razziste.
Vi preghiamo di far circolare questo appello.
Vi preghiamo di un impegno comune per questi fini.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 28 luglio 2018
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com (segnaliamo che il Centro cura dal 2000 la pubblicazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" cui e' possibile abbonarsi gratuitamente attraverso il sito www.peacelink.it)
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