[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 880



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Numero 880 del 28 aprile 2018

In questo numero:
Un Giro dalla parte sbagliata

LETTERE. UN GIRO DALLA PARTE SBAGLIATA
[Da alcune persone amiche molto care riceviamo e diffondiamo questa lettera aperta a Rcs Sport, l'ente che organizza la partenza, il prossimo 4 maggio, del Giro d'Italia da Gerusalemme]

Nel settantesimo anniversario della nascita dello Stato di Israele, data nefasta per i palestinesi che ricordano la Nakba, la piu' importante gara ciclistica italiana partira' da Gerusalemme. Una scelta incomprensibile che verra' usata dal governo di Netanyahu per i propri fini propagandistici.
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Nel prossimo maggio lo Stato d'Israele compira' 70 anni. Se per molti ebrei la memoria del maggio '48 sara' quella di una rinascita portentosa dopo la Shoa' e un'oppressione subita per molti secoli, i palestinesi vivranno lo stesso passaggio storico ricordando con ira e umiliazione la Nakba, la "catastrofe": famiglie disperse, esistenze spezzate, proprieta' perdute, il tragico inizio dell'esodo di una popolazione civile di oltre settecentomila persone.
Molto problematica e' in particolare oggi la situazione di Gerusalemme, citta' che Israele, dopo averne annesso la parte orientale, celebra come "capitale unita, eterna e indivisibile". Tale statuto, oltre a non essere riconosciuto dalla stragrande maggioranza dei governi mondiali, secondo i dettami dell'accordo di Oslo del 1993 doveva essere oggetto di negoziati fra le parti in causa. Gerusalemme Est resta quindi, secondo le norme internazionali, una citta' occupata con i suoi 230.000 ebrei che vi abitano in aperta violazione delle suddette norme.
A rafforzare la pretesa del governo israeliano su Gerusalemme e a infliggere l'ennesima pugnalata al gia' moribondo processo di pace e' calata nel dicembre 2017, come un colpo di maglio, l'iniziativa di Donald Trump di riconoscere ufficialmente la citta' quale capitale dello Stato d'Israele: una decisione che ne trascura completamente la complessita' simbolica, ne ignora la natura molteplice e la condizione giuridica, obliterando l'esistenza dei suoi residenti arabi palestinesi (quasi 350.000, tre quarti dei quali vivono al di sotto della soglia della poverta', privi del diritto di acquistare terreni, costruire o ingrandire le proprie abitazioni - da cui spesso, anzi, vengono scacciati - e di prendere parte alle elezioni in Israele).
L'amministrazione americana ha gia' annunciato che trasferira' l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme proprio in coincidenza con il LXX "Giorno dell'indipendenza", una "scelta che" ha commentato il primo ministro Netanyahu lo "trasformera'... in una celebrazione ancora piu' significativa".
Ma un'altra iniziativa concorrera', nelle intenzioni dei suoi organizzatori, a rendere memorabile la ricorrenza: la partenza del Giro d'Italia da Gerusalemme. A pretesto e giustificazione di questa scelta, la volonta' di onorare la memoria di Gino Bartali che ha trovato un posto nel "Giardino dei giusti" di Yad Vashem, nel 2013, grazie alla sua opera di salvataggio - peraltro non cosi' ben documentata - di alcuni ebrei fra il '43 e il '44. E' invece indubbio il finanziamento che ricevera' la Rcs insieme alla sua "Gazzetta dello Sport" grazie a tale operazione: 12 milioni di euro, piu' altri 4 offerti agli organizzatori dal miliardario israelo-canadese Sylvan Adams, presidente onorario del Comitato Grande Partenza Israele che afferma (da "Nena News", 20 novembre 2017): "Questa storica Grande Partenza della CI edizione del Giro ci permettera' di presentare il nostro paese a oltre cento milioni di spettatori tra quelli collegati via televisione e presenti lungo le strade". E gli fa eco Yariv Levin, ministro del Turismo israeliano: "Come parte di una rivoluzione nel marketing, che vede Israele quale destinazione turistica e per il tempo libero, stiamo portando il Giro d'Italia nel nostro paese".
Se ne puo' quindi dedurre che il Giro d'Italia cosi' concepito assecondi l'esigenza israeliana di presentare al pubblico, nazionale e internazionale, una facciata ripulita dalle immagini di violazioni e violenze coniugandola con la ricerca di Rcs Sport di capitali e di una visibilita' che immetta decisamente anche il ciclismo nel sistema di affari in cui il profitto detta le scelte e le agende dello sport.
A proposito di agende, in quella della prevista kermesse gerosolimitana figura, dal 13 al 15 maggio, la "Marcia delle nazioni: dall'Olocausto alla nuova vita". Stando al testo del programma (http://mon2018.com/), si prevede che si raccolgano a Gerusalemme migliaia di cristiani provenienti da tutti i paesi per prendere parte a un convegno speciale. "Insieme con israeliani di ogni segmento della societa', le masse dei credenti in Cristo marceranno dalla Knesset al Monte Zion e recheranno onore ai sopravvissuti dell'Olocausto, dimostrando pubblicamente che le nazioni si ergono a fianco d'Israele per dire 'No!' all'antisemitismo".
Infine, ciliegina sulla torta, e' del 16 marzo la notizia che la Commissione giustizia della Knesset sottoporra', nelle prossime settimane, al parlamento un pacchetto di leggi che trasformano definitivamente Israele in uno "stato ebraico", abolendo cosi' una volta per tutte la tanto fastidiosa parola "democratico" dal suo statuto e facendo in tal modo, finalmente, "chiarezza" sulla propria natura: sempre, e' ovvio, per festeggiare il LXX anniversario (vedi al link https://www.jonathan-cook.net/2018-03-16/israel-jewish-nation-state-bill/). Tale passaggio sancira', ancora definitivamente, l'esclusione dai diritti dei non ebrei residenti in Israele e facilitera' alle istituzioni preposte il compito di sbarazzarsi innanzitutto dei palestinesi ma anche degli immigrati non graditi.
Legittimando e rendendo irreversibile l'annessione di Gerusalemme Est e l'occupazione della Cisgiordania, l'intera operazione intorno al LXX anniversario della nascita d'Israele viola la legge internazionale e affossa forse definitivamente il processo di pace.
In quanto ebrei, consideriamo tale operazione un vulnus ai valori di giustizia e di ricerca della pace su cui si fonda la parte migliore della nostra tradizione. Ci rivolgiamo quindi a coloro che hanno ancora a cuore tali valori perche' respingano un'operazione cosi' dannosa per gli ebrei e tanta parte di umanita', chiedendo a ciascuno, con un atto di responsabilita' personale, di sottoscrivere la nostra denuncia.
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Bruno Segre, Susanna Sinigaglia, Stefano Sarfati, Anna Farkas, Carla Ortona, Stefania Sinigaglia, Giorgio Forti, Giorgio Canarutto, Joan Haim, Miriam Marino, Paola Canarutto, Sergio Sinigaglia, Marco Ramazzotti, Fabrizio Albert, Marina Ascoli, Guido Ortona, Giovanni Levi, Simona Sermoneta, Shmuel Gertel, Giorgio Segre', Bruno Osimo, Ester Fano, Renata Sarfati, Irene Albert, Paolo Amati, Dino Levi, Barbara Agostini, Ferruccio Osimo, Lavinia Osimo, Antoine Dubois, Daniel Magrizos, Marina Morpurgo, Claudia Osimo

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Numero 880 del 28 aprile 2018

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