[Nonviolenza] La domenica della nonviolenza. 464



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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 464 del 15 aprile 2018

In questo numero:
1. "Fermare la guerra prima che la catastrofe tutti ci sommerga". Una conferenza a Viterbo
2. Alcuni fogli volanti del 2007
3. Brevissima parabola del bicchiere
4. Un distico superstite
5. Qualche misero ottonario
6. La beffa dell'assassino, ovvero: il segreto di Kabul
7. Questo sappiamo, questo diciamo
8. Chi vota per la guerra e' un assassino
9. Una lettera del 1914
10. O la guerra o la pace
11. Nel nome di Achille
12. L'autista
13. Ancora un foglio, una foglia nel vento
14. La rosa
15. Il valletto
16. Il paese dei passi perduti
17. Misero ai voti il prezzo della carne
18. Un'epigrafe
19. Pochi stupidi ottonari in ricordo di K. V
20. Le regole d'ingaggio
21. Ceux qui
22. La guerra preventiva
23. I morti libanesi
24. In cammino verso Tebe
25. Parla ora il portavoce della Nato
26. Quando
27. Assisi alla mensa degli assassini

1. I COMPITI DELL'ORA. "FERMARE LA GUERRA PRIMA CHE LA CATASTROFE TUTTI CI SOMMERGA". UNA CONFERENZA A VITERBO

La mattina di domenica 15 aprile 2018 a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha tenuto una conferenza presso la sede della storica struttura nonviolenta sul tema: "Fermare la guerra prima che la catastrofe tutti ci sommerga".
*
Dopo aver ricostruito le radici prossime e remote della tragica crisi attuale, ed aver evidenziato la complessita' della situazione e denunciato le menzogne delle propagande dei vari soggetti stragisti coinvolti nelle guerre come nel sostegno a dittature e terrorismo, sono stati proposti alcuni punti fermi che dovrebbero guidare una politica internazionale di pace, di difesa dei diritti umani, di promozione della democrazia.
Primo: l'opposizione assoluta alla guerra, alle stragi e alle uccisioni; cosi' come stabilisce la Costituzione italiana che "ripudia la guerra".
Secondo: il disarmo come "conditio sine qua non" per salvare innumerevoli vite umane.
Terzo: la smilitarizzazione come "conditio sine qua non" per soluzioni diplomatiche delle crisi internazionali e come prerequisito per una gestione civile e democratica dei conflitti politici, economici, sociali, culturali.
Quarto: il rispetto delle diversita' fondato sul riconoscimento universale dell'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani.
Quinto: il nesso tra lotta ai regimi totalitari e lotta per la giustizia sociale, con una gestione delle risorse che a tutti i popoli ed a tutte le persone riconosca ed inveri eguale diritto al benessere e che garantisca rispetto e risanamento della biosfera.
Sesto: il riconoscimento che vi e' una sola umanita' in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; che un unico destino tutti ci unisce; che la norma dell'umano vivere deve essere l'universale solidarieta'.
Settimo: la scelta della nonviolenza come metodo d'azione e come forma di organizzazione politica, economica e sociale. Dopo millenni in cui l'organizzazione delle societa' umane si e' fondata prevalentemente sull'esercizio della violenza e' indispensabile che prevalga la civilta' fondata sulla solidarieta' fra tutti gli esseri umani. In questo tempo in cui insensati e scellerati poteri dispongono ormai di tecnologie in grado di distruggere l'umanita' intera, e' giunta l'ora che l'umanita' abbandoni la via della violenza che porta al comune suicidio e scelga finalmente la via della nonviolenza che tutte le grandi tradizioni di pensiero e tutte le grandi esperienze di civilta' indicano come necessaria.
*
Concludendo la sua conferenza il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ancora una volta insistito su alcuni obiettivi specifici.
"Allo stato italiano chiediamo scelte coerenti con la Costituzione repubblicana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani e col comune sentire delle genti: scelte di pace, di disarmo e di smilitarizzazione; scelte di responsabilita' e di solidarieta'; un impegno a salvare le vite umane opponendosi a tutte le guerre; un impegno a salvare le vite umane soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone bisognose di aiuto; ed in particolare e innanzitutto:
1. che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017;
2. che l'Italia cessi di fornire armi a regimi che violano i diritti umani e conducono guerre;
3. che l'Italia cessi di partecipare a operazioni ed alleanze finalizzate alla guerra;
4. che l'Italia adotti due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' nel nostro paese: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese".
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto e' salvare le vite.
O l'umanita' abolira' la guerra, o la guerra estinguera' l'umanita'.

2. MATERIALI. ALCUNI FOGLI VOLANTI DEL 2007

Riproponiamo qui alcuni fogli volanti apparsi nel nostro notiziario nel 2007.

3. BREVISSIMA PARABOLA DEL BICCHIERE

Il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. Di sangue.

4. UN DISTICO SUPERSTITE

Tu non temere altro male che il male.
Tu non cercare altro bene che il bene.

5. QUALCHE MISERO OTTONARIO

Al servizio della guerra
tanti cadono asserviti
ne son ben retribuiti
dai signori della guerra.

Nella gora della guerra
tanti cadono stecchiti
fiera offa ai laidi riti
dei signori della guerra.

Delle vittime di guerra
menan vanto assai impettiti
sulle salme e sui detriti
i signori della guerra.

E dei frutti della guerra
tra i cadaveri anneriti
i profitti son graditi
ai signori della guerra.

6. LA BEFFA DELL'ASSASSINO, OVVERO: IL SEGRETO DI KABUL

Traduco nella lingua di noi plebei
le lunghe concioni dei prominenti
dinanzi alle gelide tombe degli assassinati:
morire vi abbiamo lasciati morire
a morire e ad uccidere vi abbiamo mandati
noi siamo ancora vivi.
Quanto e' bella la luce del mondo.

7. QUESTO SAPPIAMO, QUESTO DICIAMO

Questo sappiamo: che la guerra uccide.
Ne' v'e' maggior delitto della guerra:
ogni vita e virtu' soffoca e irride
tutto travolge, acceca, spezza, atterra

nessuno scampa dalle sue corride
nulla si salva di cio' ch'essa afferra
son le sue imprese sempre fratricide
brucia e devasta sia cielo che terra.

Questo diciamo: che nella coscienza
di ogni persona e' incisa quella legge
che afferma "non uccidere". Sapienza

che reca vita e ogni speranza regge.
Chiamiamo questa scelta: nonviolenza.
Felice chi a sua massima la elegge.

8. CHI VOTA PER LA GUERRA E' UN ASSASSINO

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"
(Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 11)

Chi vota per la guerra e' un assassino
razzista, imperialista, disumano.
Nessuno spezzi il pane o beva il vino
alla sua mensa, o stringa la sua mano.

Il voto per la guerra e' artiglio, uncino
che tutto sgarra, strazia, rende vano
annienta anime e corpi, lana e lino
per sempre macula d'orrore arcano.

La guerra dell'umanita' e' nemica
come puo' un parlamento darle il voto?
la legge chiede si spezzi la sica,

la legge che contrasta ogni mal coto,
la legge della pace nuova e antica:
le vite salva dall'orrendo vuoto.

9. UNA LETTERA DEL 1914

"Yo os aconsejo, mas bien, una posicion esceptica frente al escepticismo"
(Antonio Machado, Juan de Mairena, XVII)

Ricordo ancora, Aristo, quel morale
discorrere tra noi nell'altro inverno:
dicevi che la guerra e' sempre un male
e che le armi recano l'inferno

nulla si salva dall'orgia mortale
di guerra, tutto e' rotto in sempiterno
la guerra e' il crimine piu' colossale.
Cosi' dicevi. Ed ora sei al governo

e dici che la guerra e' buona e giusta
le nostre armi benedette, i morti
modico prezzo al trionfar del nostro

dominio su quei barbari, e la frusta
l'emblema e lo strumento di noi forti.
Specchiati Aristo, il tuo volto ora e' un rostro.

10. O LA GUERRA O LA PACE

O la guerra o la pace, la pretesa
di uccidere e sanare, di recare
aiuto e insieme morte, e' bieca offesa
a chi gode del ben del ragionare.

Chi alle vite vuole offrir difesa
cominci allora con il disarmare,
chi vuole costruir dialogo e intesa
rinunci all'aggressione militare.

O il fascismo o la democrazia:
un parlamento che vota la guerra
s'asserve alla barbarie, all'anomia

ogni diritto umano vi sotterra
s'arrende del terrore alla follia.
E questo sa ogni mente che non erra.

11. NEL NOME DI ACHILLE

"Non c'e' un al di la' dello specchio, l'orribile immagine
del terrorista, che la levigata lastra
fedele ti rimanda, signore, e' la tua immagine"
(Dalle Prediche del pio barbiere al visir eccellentissimo di questa antica citta' di Samarcanda)

Col nome di Achille la bestia assassina
chiamano le stragi che vanno menando
in terra afgana i nostri eroi assassini.

La guerra assassina pretendono chiamare
pacificazione, "missione di pace".

Governi assassini, parlamenti
assassini.

Sale dirotto al cielo un pianto infinito.

12. L'AUTISTA

Non c'e' altro deserto che il deserto
ne' altra vita oltre la muraglia.

Chi uccide nel nome del bene
ogni bene ha ucciso per sempre.

Lo stesso rogo si leva da Troia, dagli autodafe'
da Auschwitz, da Hiroshima, da Falluja.

Dal pozzo tirammo su' la luna
pesante come fosse d'argento.

Nessuno pianse per la morte dell'autista.

13. ANCORA UN FOGLIO, UNA FOGLIA NEL VENTO

"E gia' la luna e' sotto i nostri piedi:
lo tempo e' poco omai che n'e' concesso,
e altro e' da veder che tu non vedi"
(Inf., XXIX, 10-12)

Poiche' in questa storia sempre solo vincono
gli assassini, voi assassini non dovete diventare
e un'altra storia e' ancora da inventare.

Poiche' nei governi solo siede chi e' disposto
a mangiare carne umana, nei governi
voi non potete ancora trovar posto.

Poiche' ogni persona deve fare la sua scelta
e voi scegliete di ripudiare le uccisioni:
e ripudiando le uccisioni voi dovete
opporvi alle guerre, agli eserciti, alle armi. Dovete
salvare le vite, non sopprimerle.

14. LA ROSA

Quando il partito del proletariato
voto' la guerra, Rosa non si arrese:
organizzo' la lotta per la pace
per il pane, il diritto, l'internazionale
futura umanita' e presente.

Quando i governi decretarono i corpi
degli esseri umani non altro fossero
che carne da cannone, allora Rosa
non si arrese: continuo' la lotta
per la dignita' e i diritti di ogni essere umano,
per la liberazione di tutti gli oppressi,
perche' l'unico mondo che abbiamo cessasse di essere
vulcano, fornace, inferno
e fosse invece un luogo in cui abitare
libere, liberi, tutti.

Quando molti si arresero alla menzogna che uccide
allora resisteva Rosa Luxemburg:
nella sua cella soltanto vi era liberta'
tutta la verita' serbava nel suo cuore
tutta l'umanita' quella donna salvava.

Quando la uccisero e nel canale la gettarono
da quel canale la sua voce, il suo volto
tutti i mari raggiunse e tutti i cieli:
ci convoca ancora alla lotta la Rosa rossa
per la pace, la liberazione
la responsabilita' che di ogni persona
si prende cura ed ogni oppressione contrasta.

Questo chiamiamo nonviolenza in cammino.

15. IL VALLETTO

"Mentre allo specchio s'aggiusta la cravatta
benevolo sorride l'assassino"
(Le buone maniere spiegate ai governanti e ai cortigiani, fr. I)

Il valletto
che furbetto
l'occhio e il labbro stretto stretto
dal suo pero in mezzo ai rami
sbuffa, ghigna e guarda in giu'

E che audace
si compiace
della guerra eppero' pace
preferisce la si chiami
e non se ne parli piu'

quel valletto
meschinetto
come puoi credergli tu?

16. IL PAESE DEI PASSI PERDUTI

Passeranno queste ore, questi giorni
e qualcuno sara' morto per sempre.
Passeranno i mesi e gli anni
e forse di nuovo c'incontreremo
e ci ricorderemo di adesso e ci diremo
tu votasti la guerra, tu facesti
morire tanti innocenti
e nulla varra' piangere ora insieme.

17. MISERO AI VOTI IL PREZZO DELLA CARNE

Misero ai voti il prezzo della carne
umana, e lo trovaron conveniente:
un ministero, qualche comparsata
televisiva, fondi e posti pubblici.

Votarono di uccidere gli afgani
(che tanto e' gente povera e lontana)
e qualche giovane in divisa se va male.

Votarono di uccidere. La guerra
votarono. Di uccidere votarono.
Per sempre
si resero assassini.

18. UN'EPIGRAFE

"Anche il carnefice non lesinava
il di' di festa la sua lacrimuccia"
(Triboletto Senzaveri, Cose inaudite ed altre strambe ancora, I, 1)

19. POCHI STUPIDI OTTONARI IN RICORDO DI K. V.

"Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'e' certezza"
(Lorenzo de' Medici, Canzona di Bacco)

Questo Curzio che ora giace
non si diede giammai pace
finche' visse rise e amo'
guerra e stragi contrasto'

contrasto' i fascisti tutti
le cui gesta grondan lutti
mai volle esser della corte
dell'impero della morte

della morte e del dolore
mai volle essere cantore
delle fabbriche di esequie
fu nemico senza requie

senza requie e senza inganni
via strappava agli orchi i panni
smascherando eccidi e borie
della storia e nelle storie

nelle storie che inventava
la menzogna denunciava
nelle fiabe sue beffarde
la pieta' perenne arde

arde e illumina la via
della pace e tuttavia
non si diede giammai pace
questo Curzio che ora giace.

20. LE REGOLE D'INGAGGIO

Qui vi ricordo le regole d'ingaggio:
mirare al cuore, predare i telefonini
bruciare al semaforo il lavavetri
bere, vestire, inalare profumo
parlare con voce di cane, di topo
uscire dal folto nelle notti senza stelle
cucinare a fuoco lento gli asini

che nessuno esca vivo da Falluja.

21. CEUX QUI

"Ceux qui tricolorent"
(Jacques Prevert, Tentative de description d'un diner de tetes a' Paris-France)

Quelli che si opponevano alla guerra quando al governo c'erano altri partiti
quelli che si opponevano alle stragi quando non avevano un ministero
quelli che erano per il disarmo prima di avere una presidenza
quelli che erano antimilitaristi prima d'imparare a sbattere i tacchi

Quelli che tutto il potere ai gulag
quelli che l'uomo e' uomo
quelli che i nostri ragazzi
quelli che la nostra civilta'

Quelli che o Francia o Spagna
quelli che non e' un pranzo di gala
quelli che mors tua vita mea
quelli che la guerra vinciamola noi

Quelli che Dio riconoscera' i suoi
quelli che Parigi val bene una messa
quelli che non vedono l'ora di metterti spalle al muro
quelli che non vedono l'ora di metterti al muro

22. LA GUERRA PREVENTIVA

Dice la televisione che un raid aereo
della coalizione di buona volonta'
ha colpito una scuola in Afghanistan
assassinando sette bambini.

Ammazzarli da piccoli e' l'essenza
della guerra preventiva. Sara' lieto
di tanta lungimiranza il colto pubblico.

23. I MORTI LIBANESI

Tu
produci e vendi armi
cooperi affinche' con la violenza
sia retto e rotto il mondo e oppressi i popoli
mandi eserciti dove servirebbero case e scuole e ospedali
aiuti gli assassini

e ti stupisci
che gli assassini uccidano.

24. IN CAMMINO VERSO TEBE

Tu sai che la sfinge sei tu.
Che e' te stesso che devi contrastare.

Ogni uccisione la stessa uccisione.
Ogni persona l'intera umanita'.

Ogni colpo che affonda nelle carni
un diluvio di sangue che sconvolge
e terra e cielo.

Nulla salva il mondo
se non la scelta della nonviolenza.

25. PARLA ORA IL PORTAVOCE DELLA NATO

Cosi' composte nei loro sudari
dal commosso compianto circondate
dovrebbero esserci le vittime grate
di averle rese civili
da selvaggi straccioni che erano.

26. QUANDO

Quando tu cedi a un orrore
un altro subito ne segue.

Cosi' non chiedere quando sia il momento
di iniziare a resistere. Il momento
e' adesso.

27. ASSISI ALLA MENSA DEGLI ASSASSINI

Assisi alla mensa degli assassini
gli arresi non credono piu'
che si debba e si possa resistere al male.

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Numero 464 del 15 aprile 2018
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