[Nonviolenza] Archivi. 287



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Numero 287 del 13 marzo 2018

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di dicembre 2017 (parte prima)
2. Con Elsa Morante contro la bomba atomica. Un incontro a Viterbo a sostegno della Carovana delle donne per il disarmo nucleare
3. Omero Delli Storti: Le persone povere. Un falso racconto raccontato tre o quattro volte
4. Vladimiro Oglianovi: Tuffatori
5. Lucio Emilio Piegapini: L'ossessione
6. L'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017. Una lettera aperta a tutte e tutti i parlamentari italiani
7. Una preghiera personale
8. Omero Delli Storti: Romanzi
9. Richiesta che l'Amministrazione Comunale di Viterbo si esprima e si impegni affinche' l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu
10. Omero Delli Storti: Genealogia dell'odio
11. Omero Delli Storti: Certe giornate
12. Omero Delli Storti: Dell'invecchiare
13. Richiesta che l'Amministrazione Provinciale di Viterbo si esprima e si impegni affinche' l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu
14. Adesione alla giornata di digiuno del 10 dicembre 2017 per l'abrogazione dell'ergastolo
15. Omero Delli Storti: Chi troppo studia
16. Richiesta che la Regione Lazio si esprima e si impegni affinche' l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2017 (PARTE PRIMA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2017.

2. CON ELSA MORANTE CONTRO LA BOMBA ATOMICA. UN INCONTRO A VITERBO A SOSTEGNO DELLA CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE

Venerdi' primo dicembre 2017, nell'ambito dell'iniziativa della Carovana delle donne per il disarmo nucleare, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione che ha preso avvio dalla lettura e dal commento di alcuni passi da "Il mondo salvato dai ragazzini", dalla raccolta di interventi "Pro o contro la bomba atomica e altri scritti" e dalla miscellanea "Piccolo manifesto e altri scritti" di Elsa Morante.
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Ha scritto Elsa Morante: "Si direbbe che l'umanita' contemporanea prova la occulta tentazione di disintegrarsi".
Ha scritto Elsa Morante: "Contro la bomba atomica, non c'e' che la realta'".
Ha scritto Elsa Morante: "Chi disprezza la persona umana, e non se ne vergogna, disprezza, per primo, la propria persona".
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Gia' anni fa in un precedente incontro di studio che la struttura nonviolenta viterbese aveva dedicato alla grande scrittrice era stato messo in rilievo "l'appassionato e generoso impegno di Elsa Morante: l'amore per gli umiliati e offesi, i diversi, gli emarginati; l'opposizione ad ogni potere violento, all'ingiustizia sociale, a tutte le forme di sfruttamento, oppressione, persecuzione, denegazione di dignita'. Un'opera come La storia e' una denuncia indimenticabile della guerra e della violenza; Il mondo salvato dai ragazzini e' forse il gioiello del '68 italiano, testimonianza convulsa di un dolore inestinguibile ed insieme un piccolo manuale di meditazione e di proposta politica nonviolenta; e da Menzogna e sortilegio fino ad Aracoeli l'intero arco della sua opera narrativa maggiore configura non solo una testimonianza storica ed un fare artistico e linguistico preziosi e irrinunciabili, ma anche un riflettere e un lottare - con le armi della poesia, pasolinianamente - su decisive questioni esistenziali, sociali, politiche, antropologiche, le questioni che ancora ci arrovellano, le questioni su cui si qualifica e si decide il pensare e l'agire della nonviolenza in cammino, la lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera. Elsa Morante e' ancora una nostra compagna di lotta. Anche nel suo ricordo e alla sua scuola ed in suo nome la nonviolenza e' in cammino".
Ed in un'altra occasione commemorativa si sottolineava come "la coincidenza dell'anniversario della scomparsa della scrittrice con la Giornata indetta dall'Onu contro la violenza sulle donne inviti ad una riflessione e ad un impegno di fedelta' alla lotta nonviolenta di Elsa Morante contro tutte le violenze, le menzogne e le oppressioni; inviti ad una riflessione e ad un impegno contro la violenza maschilista e patriarcale. Il maschilismo e' gia' il fascismo. Esso e' infatti adorazione della violenza ed assunzione della violenza come primaria modalita' relazionale. Ed e' quindi aggressione alla persona: oppressione, sfruttamento, guerra; aggressione alla natura: appropriazione, inquinamento, devastazione; aggressione al linguaggio: turpiloquio, scatologia, afasia; aggressione alle relazioni: brutalita', denegazione della dignita' dell'altro, dissolvimento della convivenza. Di tutte queste forme di aggressione alla realta' la violenza maschilista sulle donne e' il modello e la matrice. Opporsi alla violenza maschilista e patriarcale e' quindi il primo dovere di ogni persona senziente e pensante: e' il primo passo per costruire relazioni autentiche ed armoniose, degne e degnificanti, fondate sul rispetto per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano, cosi' come sul rispetto e la cura per la biosfera, l'unico mondo che abbiamo, casa comune dell'umanita' di cui la stessa umanita' e' parte. All'ascolto di Elsa Morante, nell'impegno contro il femminicidio e contro ogni forma di violenza e menzogna, la nonviolenza e' in cammino, il cammino di liberazione dell'umanita', il cammino della responsabilita', della solidarieta', della comprensione e della condivisione".
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Le persone partecipanti all'incontro, oltre ad esprimere il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato Onu di interdizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, hanno espresso altresi' ancora una volta il loro sostegno anche all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed all'appello affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "ius soli / ius culturae".
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Allegato primo: Una breve notizia sulla Carovana delle donne per il disarmo nucleare
Ha preso avvio lunedi' 20 novembre, la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che fino a domenica 10 dicembre attraversera' l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Molte le iniziative programmate in varie citta' d'Italia; l'iniziativa, promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ha infatti saputo suscitare l'adesione e l'impegno del vasto e variegato arcipelago del "popolo della pace", associazioni, movimenti, istituzioni e persone impegnate in difesa dell'umanita' e della biosfera, per la pace e il disarmo, contro tutte le violenze, per la liberazione comune e per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La carovana prende avvio il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia", e si concludera' il 10 dicembre, "Giornata internazionale dei diritti umani"; al suo centro, cuore pulsante, il 25 novembre, "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", con la partecipazione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento "Non una di meno" a Roma.
Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della natura e della civilta' umana, tutte le istituzioni democratiche, ad aderire alla mobilitazione.
Per contattare le donne della "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf-Italia): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.baraldi.sani at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com
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Allegato secondo: Una breve notizia su Elsa Morante
Elsa Morante (Roma, 18 agosto 1912 - 25 novembre 1985) e' stata una delle piu' grandi scrittrici italiane del Novecento.
Opere di Elsa Morante: segnaliamo almeno Il gioco segreto, Garzanti, Milano 1941; Menzogna e sortilegio, Einaudi, Torino 1948; L'isola di Arturo, Einaudi, Torino 1957; Alibi, Longanesi, Milano 1958; Lo scialle andaluso, Einaudi, Torino 1963; Il mondo salvato dai ragazzini, Einaudi, Torino 1968; La storia, Einaudi, Torino 1974; Aracoeli, Einaudi, Torino 1982. Si veda anche almeno Pro o contro la bomba atomica e altri scritti, Adelphi, Milano 1987; "Piccolo manifesto" e altri scritti, Linea d'ombra, Milano 1988; ed anche Le straordinarie avventure di Caterina, Einaudi, Torino 1959. Un'edizione in due volumi delle Opere e' apparsa presso Mondadori, Milano 1988.
Opere su Elsa Morante: segnaliamo almeno Carlo Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, Mursia, Milano 1972; Gianni Venturi, Elsa Morante, La Nuova Italia, Firenze 1977; Goffredo Fofi, Adriano Sofri (a cura di), Festa per Elsa, Sellerio, Palermo 2011. Cfr. anche il saggio riportato nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 549.

3. RACCONTI. OMERO DELLI STORTI: LE PERSONE POVERE. UN FALSO RACCONTO RACCONTATO TRE O QUATTRO VOLTE

Non essendo riuscito a decidersi su quale sia la stesura migliore, chi scrive affida la scelta a chi legge.
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Prima versione. Due o tre cose che so sulle persone povere (quasi un decalogo)
1. Le persone povere odiano chiunque viva meglio di loro, e infieriscono su chiunque viva peggio di loro. Solo in questo sono simili alle persone ricche.
2. Le persone povere mentono sempre. Se non mentissero sempre, e innanzitutto a se stesse, cosa le tratterrebbe dal suicidarsi?
3. Le persone povere non rubano, se rubassero non sarebbero povere.
4. Le persone povere non rigano dritto, non sanno neppure cos'e' una riga dritta.
5. Le persone povere non sanno cosa sia la gratitudine. Anche perche' non hanno nulla di cui debbano essere grate.
6. Le persone povere sono pericolose per le persone ricche. Tutti i rapinati sono pericolosi per i rapinatori, tutti gli schiavi sono pericolosi per gli schiavisti, tutti i perseguitati sono pericolosi per i persecutori, tutte le vittime sono pericolose per i carnefici, tutti i sudditi sono pericolosi per i sovrani.
7. Le persone povere non sanno contare. Sapessero contare, vincerebbero le elezioni.
8. Tutte le persone povere sono comuniste. Ma non lo sanno finche' non cominciano a farsi le domande giuste.
9. Le persone ricche usano arruolare una quota variabile di persone povere per schiavizzare, imprigionare e ammazzare le altre persone povere.
10. Le persone povere sono stupide. Per quelle che vogliono smettere di essere stupide l'appuntamento e' stasera nella mia armeria.
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Seconda versione. Ogni mattina suona la sveglia
1. Le persone povere odiano chiunque viva meglio di loro, e infieriscono su chiunque viva peggio di loro. Solo in questo sono simili alle persone ricche. Ma possono sempre svegliarsi.
2. Le persone povere mentono sempre. Se non mentissero sempre, e innanzitutto a se stesse, cosa le tratterrebbe dal suicidarsi? Ma possono sempre svegliarsi.
3. Le persone povere non rubano, se rubassero non sarebbero povere. Ma possono sempre svegliarsi.
4. Le persone povere non rigano dritto, non sanno neppure cos'e' una riga dritta. Ma possono sempre svegliarsi.
5. Le persone povere non sanno cosa sia la gratitudine. Anche perche' non hanno nulla di cui debbano essere grate. Ma possono sempre svegliarsi.
6. Le persone povere sono pericolose per le persone ricche. Tutti i rapinati sono pericolosi per i rapinatori, tutti gli schiavi sono pericolosi per gli schiavisti, tutti i perseguitati sono pericolosi per i persecutori, tutte le vittime sono pericolose per i carnefici, tutti i sudditi sono pericolosi per i sovrani. E possono sempre svegliarsi.
7. Le persone povere non sanno contare. Sapessero contare, vincerebbero le elezioni. Basterebbe svegliarsi.
8. Tutte le persone povere sono comuniste. Ma non lo sanno finche' non cominciano a farsi le domande giuste. Allora si svegliano.
9. Le persone ricche - che e' gente che non dorme - usano arruolare una quota variabile di persone povere per schiavizzare, imprigionare e ammazzare le altre persone povere. Ma una volta che ci siamo svegliati...
10. Le persone povere sono stupide. Per quelle che vogliono smettere di essere stupide l'appuntamento e' stasera nel retrobottega del mio negozio da orologiaio.
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Terza versione. Portate polvere e miccia
1. Le persone povere possono sempre svegliarsi. Ma come tutti preferiscono dormire.
2. Le persone povere mentono sempre, tranne quando sognano. Ma possono sempre svegliarsi nel cuore della notte e ricordarsi di cosa hanno sognato.
3. Le persone povere non sanno rubare e per questo restano povere. Ma possono sempre imparare.
4. Le persone povere bevono troppo, perche' faticano troppo, e non si svegliano mai.
5. Le persone povere sono ingrate, ed ingrata e' la loro vita. Si svegliassero, sarebbero ancora piu' ingrate, e renderebbero ancora piu' ingrata la vita delle altre persone povere.
6. Le persone povere sono pericolose. Tutte le persone sono pericolose da sveglie.
7. Le persone povere non sanno contare. Quindi non contano. Ma per appiccare il fuoco la matematica non serve.
8. Tutte le persone povere sono fantasmi. E tutte possono diventare comuniste. Comunista e' uno spettro che non ne puo' piu' degli scorpioni e delle frustate.
9. Le persone ricche mangiano le persone povere. E dicono che e' la legge della vita. Poi sghignazzano da strozzarcisi.
10. Le persone povere sono pur sempre persone, e quindi stupide. Per quelle che vogliono smettere di essere stupide non c'e' medicina. Non ci servono medicine, ci servono falci, martelli, cacciavite, libri e scarpe.
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Quarta versione. La nonviolenza e' la via
1. Le persone povere non si lamentano. Perche' non sanno parlare. Ed anche se parlassero, nessuno le ascolterebbe. Ed anche se qualcuno volesse ascoltarle, la loro voce sarebbe coperta dal tuono degli altoparlanti che loro non hanno.
2. Le persone povere si chiedono cosa sia la verita', cosa sia la giustizia. Sanno fare le domande, le persone povere. Esse stesse sono una domanda.
3. Le persone povere sanno di essere derubate. Ma non basta sapere, occorre agire per far cessare la rapina.
4. Le persone povere hanno scienza e coscienza del limite e della mutilazione. Perche' sanno per esperienza cosa significhi essere stati accismati, come sanno che la bocca ingorda di un ricco svuota le ciotole di diecimila poveri, e alla morte li condanna.
5. Le persone povere non conoscono le buone maniere, hanno solo fame e sete di giustizia.
6. Le persone povere sono pericolose per il disordine costituito, a cui pure sono indispensabili.
7. Le persone povere riuscissero a unirsi, salverebbero l'umanita' intera.
8. Tutte le persone povere sono comuniste. Chiamiamo comuniste le vittime dei gulag e dei lager, di ogni guerra e di ogni strage, di ogni dittatura e di ogni gerarchia, di ogni sfruttamento e di ogni oppressione. Chiamiamo comuniste le persone che condividono il pane.
9. Le persone ricche mangiano le persone povere, e ne sputano l'osso. Queste montagne di ossa pretendono che siano la storia universale. E sono solo la preistoria dell'umanita'.
10. Le persone povere sono stupide. Come lo so? Grazie al freddo e alla fame e alla paura e alla vergogna e al dolore che ho patito, che rintontirebbero anche un elefante. Hanno una speranza di riscatto? Quale e' - poiche' deve pur esserci - la via alla comune liberazione?

4. RACCONTI. VLADIMIRO OGLIANOVI: TUFFATORI

Siamo tuffatori, e' uno sport come un altro, pero' ha un certo prestigio, direi. Infatti se uno ti chiede che mestiere fai e tu gli dici "Tuffatore", puoi stare sicuro che quello dice subito: "Eh?". E tu devi ripetere: "Tuffatore, tuffatore", e solo allora capisce, o almeno fa finta di capire, perche' allora, dice "Ah, ecco, dicevo, congratulazioni". Chissa' che pensa.
Forse pensa: "Questo mi cogliona"; oppure pensa: "Sara' uno sportivo famoso?"; o magari pensa: "Vive di rendita, si vede". Ma qualunque cosa pensa io me ne frego. Pero' intanto ho gia' segnato un punto di vantaggio, perche' l'ho messo in soggezione.
Basta niente a mettere in soggezione le persone, e nel nostro lavoro e' tutto. Non servono ne' fruste ne' catene, ne' sbirri ne' cattedre, basta saper dire le parole giuste. Io lo dico sempre: i coltelli, i veleni, i mitra e i carrarmati, e' tutta roba da dilettanti; e' con le parole che si fa tutto.
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Dicono che noi tuffatori siamo individualisti. E' vero e non e' vero. Qualche volta si lavora da soli, qualche volta si fa il gioco di squadra, dipende. L'arte e' cosi': puo' essere solitaria e puo' essere cooperativa. Per esempio una poesia te la scrivi da solo, no? Ma un film ti ci vuole la truppa, la casta. Cosi' anche nell'attivita' nostra.
La cosa che mi piace di piu' di questo lavoro? L'acrobazia. Noi tuffatori siamo sempre acrobatici, e come potrebbe essere altrimenti? Che poi il gusto e' tutto li', nell'arte dell'ingegno. A fare la rapine sono buoni tutti, dov'e' l'arte? A rubare di notte, nel buio, c'e' da vergognarsi come ladri. E' troppo facile, e' troppo rozzo, e' troppo volgare. Io lo dico sempre: ci vuole stile, nella vita. Lo stile e' l'uomo.
L'allenamento? Certo che bisogna allenarsi, non e' che ti butti e via. Niente salti nel buio, niente passi falsi. Si improvvisa, ma tutto deve essere calcolato, ogni minimo movimento. A me mi piace la musica classica, a voi no? Per esempio Bach, no? Tutto calcolato, tutto misurato, non c'e' una mossa fuori posto. Un tuffatore lavora cosi'. Anche Fred Buscaglione mi piace, a voi no?
Se vi racconto qualche storia? Magari ve la racconto pure. Vediamoci oggi pomeriggio al baretto di Strignone, lo conoscete? Quello, si'. Alle tre? Alle cinque? Va bene alle cinque. Magari si fa pure una partitina, eh? Tra amici, tanto per passare il tempo in allegria...

5. RACCONTI. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: L'OSSESSIONE

Non so che farci se ho quest'ossessione. E le ho provate tutte per levarmela. Ma niente, non riesco a farne a meno. E per fortuna che quasi nessuno riesce a farci caso ma io si'. E dire che mi scoccia e' dire niente. Mi fa sentire peggio che ridicolo, mi fa sentire come fossi nudo, e mentre parlo cerco di scoprire se chi mi ascolta se ne accorge o no. Mi pare sempre stiano per scoppiare nella risata piu' grassa del mondo che io vorrei soltanto sprofondare. Ma come posso fare? di lavoro faccio il commesso qui al banco del pesce, non e' che posso fare scena muta, alla clientela piace chi e' garbato e dice due parole spiritose o almeno sia gentile e sappia dire buongiorno e buonasera e arrivederla. Ma io mi sento come se ogni volta che apro bocca vomitassi un topo. Volesse il cielo che mi capitasse un lavoraccio dove si sta zitti, si sta da soli, che ne so, il guardiano notturno oppure di guidare i camion o fare a casa qualche cosa a cottimo, o stare su una gru, battere a macchina, giuro che cambierei lavoro subito. Basta che la mesata sia decente. Che faticare non mi fa problema. Non sono uno che fa tante storie. Voglio soltanto poter stare zitto, ci avro' diritto o no a un po' di silenzio?
*
Ma fosse vero che bastasse questo. Il fatto e' che non solo quando parlo ma pure quando penso ho 'st'ossessione. Non ci riesco proprio a non pensarci. Lo so che non e' come avere un cancro, e che non e' un delitto ne' una colpa. Lo so, pero' ci sto male lo stesso. E piu' ci penso e piu' mi ci torturo, e certe volte certe idee mi vengono, idee malsane, di farla finita. Davvero non so piu' che cosa fare.

6. L'ITALIA RATIFICHI IL TRATTATO ONU DI PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI. UNA LETTERA APERTA A TUTTE E TUTTI I PARLAMENTARI ITALIANI

Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
si concludera' tra pochi giorni a Roma la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che in queste settimane sta attraversando tante citta' italiane per diffondere e sostenere l'appello affinche' l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, un trattato che costituisce un necessario reale progresso per il bene comune dell'umanita'.
Gia' numerosi parlamentari italiani hanno espresso la loro personale adesione a questo appello, ma riteniamo che l'adesione possa e debba essere unanime.
In queste settimane ripetutamente il pontefice cattolico ha dato voce alla preoccupazione dell'intera umanita' ed invitato a un impegno corale per l'eliminazione delle armi atomiche prima che esse distruggano innumerevoli vite e la stessa civilta' umana.
E mesi fa l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace all'Ican - la rete delle campagne, delle associazioni e dei movimenti impegnati per il disarmo nucleare - ha evidenziato come ovunque si avverta che questo impegno e' improcrastinabile.
E non vi e' persona assennata che non tremi dinanzi alla minacciosa escalation della crisi coreana.
All'invito di tante autorevoli istituzioni e personalita' vorremmo aggiungere anche il nostro: vogliate legiferare al piu presto un atto che ogni persona ragionevole ritiene necessario ed urgente: l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari.
Augurandovi ogni bene

7. UNA PREGHIERA PERSONALE

A persone amiche, associazioni, istituzioni ed esperienze viterbesi ed altolaziali impegnate per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la salvaguardia della biosfera
Carissime e carissimi,
vorrei segnalarvi (ma sicuramente ne siete gia' al corrente) che fino a domenica 10 dicembre e' in corso l'iniziativa della "Carovana delle donne per il disarmo nucleare", che sta attraversando l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
L'iniziativa e' promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ed in collegamento con essa in molte citta' si sono realizzati incontri e si sono raccolte adesioni.
Vorrei pregare singolarmente ogni persona, associazione, istituzione ed esperienza destinataria di questa lettera di voler aderire all'iniziativa ed associarsi alla richiesta che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu (sarebbe utile che le adesioni fossero comunicate alle promotrici della Carovana - agli indirizzi e-mail: antonia.baraldi.sani at gmail.com e gioxblu24 at gmail.com -; e particolarmente nel caso di associazioni, istituzioni ed esperienze, che fossero rese pubbliche attraverso i mass media e i social media).
Vorrei anche pregare le associazioni, istituzioni ed esperienze in grado di farlo, di organizzare iniziative pubbliche qui a Viterbo e nell'Alto Lazio (alcune iniziative - in forma di seminari di studio - si sono gia' svolte, ma sarebbe bene che se ne svolgessero anche altre, che estendessero l'informazione, la coscientizzazione e la partecipazione).
Per contattare la "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (promotrice della Carovana delle donne per il disarmo nucleare): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.baraldi.sani at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com
Un cordiale saluto
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Allegato: L'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017. Una lettera aperta a tutte e tutti i parlamentari italiani
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
si concludera' tra pochi giorni a Roma la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che in queste settimane sta attraversando tante citta' italiane per diffondere e sostenere l'appello affinche' l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, un trattato che costituisce un necessario reale progresso per il bene comune dell'umanita'.
Gia' numerosi parlamentari italiani hanno espresso la loro personale adesione a questo appello, ma riteniamo che l'adesione possa e debba essere unanime.
In queste settimane ripetutamente il pontefice cattolico ha dato voce alla preoccupazione dell'intera umanita' ed invitato a un impegno corale per l'eliminazione delle armi atomiche prima che esse distruggano innumerevoli vite e la stessa civilta' umana.
E mesi fa l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace all'Ican - la rete delle campagne, delle associazioni e dei movimenti impegnati per il disarmo nucleare - ha evidenziato come ovunque si avverta che questo impegno e' improcrastinabile.
E non vi e' persona assennata che non tremi dinanzi alla minacciosa escalation della crisi coreana.
All'invito di tante autorevoli istituzioni e personalita' vorremmo aggiungere anche il nostro: vogliate legiferare al piu presto un atto che ogni persona ragionevole ritiene necessario ed urgente: l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari.

8. RACCONTI. OMERO DELLI STORTI: ROMANZI

A me invece i romanzi m'annoiano.
Non e' che ne ho letti parecchi, anzi. Una volta ne ho cominciato uno, ma non l'ho mai finito. Primo, non ci si capiva niente e era pieno d'errori. Poi era pure troppo lungo e uno non e' che si puo' ricordare tutto da una sera all'altra, che per leggerlo tutto ci sarebbero voluti almeno almeno un paio di mesi. Io poi di giorno lavoro, e la sera preferisco guardare le partite. Anche perche' ho fatto l'abbonamento per vedere le partite e devo ammortizzare la spesa. Pero' le sere che le partite non ci sono volevo leggere 'sto libro, ma finisce sempre che guardo lo stesso la televisione, anche se non fanno mai niente. Se non ci sono le partite cerco il pugilato, ma non lo fanno quasi mai in televisione.
Mi piacciono pure i film del vecchio West, ma pure quelli non li fanno mai, fanno solo film di poliziotti ma a me non mi sono mai piaciuti gli sbirri. E poi raccontano tutte storie americane che uno non ci capisce niente, coi nomi americani, le macchine americane, tutto americano, ma qui stiamo in Italia, no? E allora alla televisione facessero i film italiani. Per esempio Franco e Ciccio, Staglio e Oglio, Sciarlo' e Toto'. Invece fanno solo 'sti film che li capiscono solo i professori. Pero' i soldi lo stato ce li leva pure a noi che lavoriamo: e questa sarebbe 'na cosa giusta? Io dico de no.
All'officina tutti che dicono che io non leggo, che non m'informo, e che allora sarei l'ultimo dei fessi. Intanto informarsi di che? Il giornale lo leggo al bar. Le pagine sportive, che tanto il resto sono sempre le solite buffonate, non c'e' una parola di vero sui giornali, lo sanno tutti. E poi quell'altri che chiacchierano tanto vorrei vedere se veramente loro li leggono tutti 'sti giornali e tutti 'sti libri; io dico che non legge niente nessuno.
Pero' insomma quella sera che ho trovato quel libro su una panchina me lo sono preso, perche' non sono l'ultimo dei fessi. Ho preso pure tutto lo zaino che dentro c'era il libro. A dire il vero quando ho preso lo zaino non lo sapevo che dentro c'era il libro, e non e' che mi sono messo a guardare dentro, l'ho preso e mi sono messo a correre, cosi' quello zozzone che era andato a pisciare dietro la siepe s'impara a fare gli atti osceni in luogo pubblico. Ma lo zozzone poi m'e' pure venuto dietro de volata come 'n berzajere con la patta ancora aperta che strillava alladralladro e pretendeva pure di prendersela con me, con me che sono un cristone mentre lui era un soldo di cacio, che m'e' toccato metterlo a posto li' per li'. Quando sono arrivato a casa ho aperto lo zaino e ho trovato il libro, i quaderni, il diario e l'astuccio con le matite, la penna e la gomma per cancellare: nient'altro. Ditemi voi che gioventu' sta crescendo. Ho buttato tutto nella stufa, ci ho la stufa a legna ma la legna costa, cosi' ci brucio quel che capita. Il libro no, il libro l'ho tenuto. Che e' un libro famoso: I promessi sposi. Ho pensato che se proprio dovevo leggere un libro tanto valeva che leggevo un libro famoso.
Pero' era lungo una quaresima e non ci si capiva niente, e non c'erano neppure le figure. A me mi piace Tex perche' ci sono le figure. Di Tex ne avro' letti piu' di cento. Pero' dice che non vale come libro. Comincio 'sto libro e non si capisce una parola. Allora salto una manciata di pagine e dopo si capiva un po' meglio, pero' non ci si capiva niente lo stesso, pensate che certi tizi che chiunque lo capiva da lontano un chilometro che eano mafiosi, embe', li' li chiamava bravi. Bravi, bravi. Come la brava gente. Ditemi voi se uno che scrive certi spropositi puo' fare lo scrittore. E era Manzoni, dico, mica Checco de la sora Nena. Insomma, ho lasciato perdere.
Poi ieri e' successo l'affaraccio. Io stavo all'officina che lavoravo quando arrivano 'sti du' carabinieri e dicono che mi hanno denunciato per aggressione e rapina e dovevo andare con loro. Ma quale aggressione e quale rapina, dico io, vedete d'annavvene. Non fare il furbo, Smoccolo', dicono loro (Smoccolone sarei io, non e' il nome vero, mi ci chiamano perche' bestemmio facile). Che furbo e furbo, dico io. E per far capire che non scherzavo tenevo la chiave inglese per aria pronta all'uso. Hai rapinato uno studente ai giardinetti, e l'hai pure massacrato di botte che sta ancora all'ospedale - dicono - ma t'ha riconosciuto e a casa tua abbiamo gia' trovato il libro suo, sei fatto, Smoccolo', sei proprio fatto stavolta. Cosi' sareste entrati in casa mia in mia assenza e senza la mia autorizzazione, eh? E vi fate chiamare la legge, eh? Questa e' violazione di domicilio, ve lo dico io, vedete se non vi faccio passare un guaio, vedete. Ma quelli piu' ingrugnati di prima: Falla finita, Smoccolo', e vie' co'nnoi senza tante storie. A me pretendevano di parlare cosi', come si parla a un cane? Qei due corvacci neri neri. Allora ho detto: Ma io ve roppo la chiavinglese sur muso ve roppo. Non aggravare la tua posizione Scanocchi Ruggero, dice il carabiniere che pensava di comandare (a proposito: Scanocchi Ruggero sono sempre io, Smoccolone, che mi chiamano pure Ruggeraccio). Nun aggrava' tu la tua e vedi d'annattene, ripeto io perche' io sono uno che non cerca rogne e avvisa sempre prima, sono uno leale io, come Tex Viller.
Fu a quel punto che il carabinieretto sottoposto ebbe la bella penzata de volemme leva' la chiave da le mano. E il resto gia' si sa: gliela diedi sulla fronte una, due, te volte, e le ossa scrocchiarono, eccome se scrocchiarono, poi feci scrocchiare le ossa pure a quell'altro, il capoccia suo che faceva tanta cacca e se credeva d'esse 'sto nun ve dico che. Poi uscii dall'officina per andare al bar a farmi un camparino. Ci voleva.
Quando tornai all'officina qualcuno aveva gia' chiamato l'ambulanza, e il principale, che poi e' il padrone dell'officina, Tombolone, mi levo' la chiave inglese mezza bella rossa e mi disse che facevo bene se me n'annavo. E 'nd'ho d'anna'? dissi io. E lui: 'Ndo' te pare, ma lontano, e pure svelto. E' facile dirlo ma io non ci ho neanche il motorino, e figurarsi se qualcuno era disposto a darmi un passaggio (e dove?), cosi' tornai al bar. Dopo un par d'ore mi sono venuti a prendere che saranno stati almeno in venti coll'artiglieria spianata manco s'ero Rambo. Il carabinieretto era morto. Quell'altro ancora non si sapeva. Adesso sto al gabbio. E perche'? Per aver cercato di leggere quel libraccio che era meglio se gli avevo dato fuoco.
I romanzi, bella roba.

9. RICHIESTA CHE L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VITERBO SI ESPRIMA E SI IMPEGNI AFFINCHE' L'ITALIA RATIFICHI IL TRATTATO DI PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI (TPNW) ADOTTATO IL 7 LUGLIO 2017 DALL'ONU

Al Sindaco del Comune di Viterbo
al Presidente del Consiglio Comunale di Viterbo
a tutti gli assessori della Giunta Comunale di Viterbo
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale di Viterbo
Oggetto: Richiesta che l'Amministrazione Comunale di Viterbo si esprima e si impegni affinche' l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu
Egregio Sindaco,
egregio Presidente del Consiglio Comunale,
egregi assessori,
egregi consiglieri,
come sicuramente gia' saprete, fino a domenica 10 dicembre e' in corso l'iniziativa della "Carovana delle donne per il disarmo nucleare", che sta attraversando l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu. L'iniziativa e' promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ed in collegamento con essa in molte citta' si sono realizzati incontri di informazione, documentazione e coscientizzazione sul gravissimo pericolo che le armi atomiche costituiscono per l'umanita' intera.
In queste settimane ripetutamente il pontefice cattolico ha dato voce alla preoccupazione dell'intera umanita' ed invitato a un impegno corale per l'eliminazione delle armi atomiche prima che esse distruggano innumerevoli vite e la stessa civilta' umana.
E mesi fa l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace all'Ican - la rete delle campagne, delle associazioni e dei movimenti impegnati per il disarmo nucleare - ha evidenziato come ovunque si avverta che questo impegno e' improcrastinabile.
E non vi e' persona assennata che non tremi dinanzi alla minacciosa escalation della crisi coreana.
Vorremmo pertanto pregare l'Amministrazione Comunale di Viterbo di voler aderire alla richiesta che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu, e di inviare un messaggio ai Presidenti delle Camere per sollecitare che il Parlamento italiano si esprima a tal fine.
Vogliate gradire un cordiale saluto

10. RACCONTI NERI DEL FREDDO INVERNO (PER LA FENOMENOLOGIA DEL MASCHILISMO). OMERO DELLI STORTI: GENEALOGIA DELL'ODIO

Tutto comincia sempre con un mal di denti. Il mio mal di denti e' cosi' violento, cosi' furioso, cosi' incessante, che l'unico modo che conosco per lenirlo e' uccidere.
Non e' che non le abbia provate tutte, prima. Gli analgesici, il dentista, il neurologo, le bestemmie, il ferirmi sulle mani, sulle braccia, sulle cosce, con la penna, con il cacciavite, con le forbici, con ogni oggetto appuntito che mi capitava a tiro. Niente. Niente.
Dormire, poi, neanche a parlarne. Mi rigiro, sobbalzo, ruggisco, e passo la notte a mettermi a letto e rialzarmi, svestirmi e vestirmi, caffe', pasticche, liquori, accendere e spegnere la televisione, afferrare gli occhiali e posarli di nuovo sul comodino e aver voglia di spaccarli, e sentirmi ridicolo e grottesco e furibondo, e di colpo pensare di aver voglia di bere del sangue, a sorsi, a fiotti, a litri, mentre lo sputo nel lavandino.
E mangiare, mangiare e' la tortura delle torture: il minimo movimento della bocca e sobbalzo e mi scontorco tutto, e non serve a niente che batto i pugni sul muro e sul tavolo, che stringo la lama del coltello, le punte della forchetta. NIente, solo un dolore lancinante, accecante, abbrutente.
Poi ho trovato il rimedio.

11. RACCONTI NERI DEL FREDDO INVERNO (PER LA FENOMENOLOGIA DEL MASCHILISMO). OMERO DELLI STORTI: CERTE GIORNATE

Certe giornate non avresti voglia di fare niente di niente.
Certe giornate prenderesti un martello e spaccheresti tutti i vetri delle macchine parcheggiate, le vetrine dei negozi, la televisione.
Certe giornate ti pare d'incontrare per strada quel tizio che ammazzasti tanti anni fa, il primo, e lui ti guarda e ti sorride e non dice niente.
Certe giornate daresti l'ordine di usarla una buona volta quella bomba atomica della malora e farla finita con tutta questa gran pagliacciata del mondo.
Certe giornate neppure ti sembra di essere il presidente dell'America.

12. RACCONTI NERI DEL FREDDO INVERNO (PER LA FENOMENOLOGIA DEL MASCHILISMO). OMERO DELLI STORTI: DELL'INVECCHIARE

Di essere diventato vecchio lo scoprii cosi', che nessuno per strada mi riconosceva piu', che io non riconoscevo piu' nessuno.
Neppure io, a dire il vero, mi riconoscevo piu', mi guardavo allo specchio e  mi dicevo ma sono io o non sono io, e ci passavo le ore.
Se non ci penso mi pare di ricordarmi come ero e cosa ho fatto, ma quando provo a pensarci tutto si confonde. Ero davvero io? L'ho fatto veramente?
Una volta, quando ero giovane, allora si' che il mondo era grande e terribile, e la vita degna di essere vissuta. Ogi il mondo e' solo una cloaca. Potessi deciderne la distruzione, non esiterei.
Pensare la morte, via, e' impossibile. Ma pensare di uccidere, che gran consolazione.

13. RICHIESTA CHE L'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI VITERBO SI ESPRIMA E SI IMPEGNI AFFINCHE' L'ITALIA RATIFICHI IL TRATTATO DI PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI (TPNW) ADOTTATO IL 7 LUGLIO 2017 DALL'ONU

Al Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Viterbo
Oggetto: Richiesta che l'Amministrazione Provinciale di Viterbo si esprima e si impegni affinche' l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu
Egregio Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Viterbo,
come sicuramente gia' sapra', fino a domenica 10 dicembre e' in corso l'iniziativa della "Carovana delle donne per il disarmo nucleare", che sta attraversando l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu. L'iniziativa e' promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ed in collegamento con essa in molte citta' si sono realizzati incontri di informazione, documentazione e coscientizzazione sul gravissimo pericolo che le armi atomiche costituiscono per l'umanita' intera.
In queste settimane ripetutamente il pontefice cattolico ha dato voce alla preoccupazione dell'intera umanita' ed invitato a un impegno corale per l'eliminazione delle armi atomiche prima che esse distruggano innumerevoli vite e la stessa civilta' umana.
E mesi fa l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace all'Ican - la rete delle campagne, delle associazioni e dei movimenti impegnati per il disarmo nucleare - ha evidenziato come ovunque si avverta che questo impegno e' improcrastinabile.
E non vi e' persona assennata che non tremi dinanzi alla minacciosa escalation della crisi coreana.
Vorremmo pertanto pregare l'Amministrazione Provinciale di Viterbo di voler aderire alla richiesta che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu, e di inviare un messaggio ai Presidenti delle Camere per sollecitare che il Parlamento italiano si esprima a tal fine.
Voglia gradire un cordiale saluto

14. ADESIONE ALLA GIORNATA DI DIGIUNO DEL 10 DICEMBRE 2017 PER L'ABROGAZIONE DELL'ERGASTOLO

Aderisco alla giornata di digiuno del 10 dicembre 2017 per l'abrogazione dell'ergastolo.
Mi e' sempre sembrato evidente che condannare una persona alla detenzione fino alla morte - con cio' privandola per sempre della quasi totalita' delle liberta' personali e delle relazioni sociali al di fuori delle quali l'umanita' e' pressoche' annichilita - costituisce quasi una sorta di condanna a morte in forma differita attraverso una segregazione senza speranza che si configura come una tortura senza scampo.
La Costituzione della Repubblica Italiana, che all'articolo 13, comma quarto, stabilisce che "e' punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di liberta'", e che all'articolo 27, comma terzo, stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato", ed al comma quarto del medesimo articolo ribadisce che "non e' ammessa la pena di morte", ebbene, inequivocabilmente dichiara la flagrante illiceita' della pena dell'ergastolo.
Ogni essere umano ha diritto alla vita e alla dignita'; e cosi' come e' inammissibile l'omicidio, e' altresi' inammissibile la perpetua segregazione di una persona dall'umanita' e l'imposizione dell'incessante tortura del sapersi per sempre privati di tantissima parte di cio' che rende umana l'umana esistenza.

15. RACCONTI. OMERO DELLI STORTI: CHI TROPPO STUDIA

Studiano studiano studiano e poi fanno la fame. La fame fanno. Capirei se fossero ricchi di famiglia ma ricchi ricchi. Allora magari uno s'annoia e non e' che puoi passare le giornate a giocare sempre a pallone o a dama o a correre dietro alle gonnelle che pure quella dopo un po' diventa una fatica. Allora se per esempio il bar e' chiuso e in televisione non fanno niente uno ricco ma ricco ricco s'annoia dentro casa sua con tutto che e' una bella casa magari un castello come quelli antichi di quando la gente andava in giro a cavallo con la spada e senza calzoni. E allora se proprio s'annoia mettiamo cosi' per dire che si mette a studiare. Che tanto gia' e' ricco di suo e puo' pure perdere tempo che nessuno gli corre dietro. Io dico che essere ricchi e' la meglio cosa perche' poi puoi fare quello che ti pare. Pure studiare che a niente serve ma intanto passi il tempo. Fa pure la sua figura che uno dice io studio questo e quello e magari c'e' pure la donzella che ne resta affascinata. Che pero' mica e' affascinata che quello studia. E' affascinata che quello ci ha i soldi che gli escono dalle orecchie. E le proprieta'. La robba. Studiare non serve a niente. Sono i soldi che contano. Adesso non lo so se e' vero che chi studia troppo diventa matto come dicono. Se lo dicono qualche cosa di vero ci sara'. Pero' la gente ne dice talmente tante di fesserie che non ci dormono la notte per inventarsele. La gente e' fatta cosi' che non capisce un colpo neanche se li meni. Ve la raccomando la gente. La verita' e' che mirano tutti al soldo ma siccome sono stupidi come le crastiche il primo fesso che passa li frega tutti. Piu' studiano e piu' si fanno fregare. Stanno li' a fare tutte quelle chiacchiere e non si accorgono di quello che intanto gli sfila il portafoglio che poi tanto che vuoi che ci sia nel portafoglio della gente. La micragna c'e'. E chiacchierano chiacchierano che certe volte ti viene voglia di dargli una sventagliata solo per farli stare zitti. Io per me dico che una persona sveglia lo sa che meno parla e meglio e'. Tutte 'ste parole fossero soldi allora si' ma invece e' il contrario. Chi ci ha i soldi sta sempre zitto e chi chiacchiera e' sempre un poveraccio come se dicesse guardate quanto sono fesso guardate. Li prenderei a schiaffi se non fosse che me ne frego. I soldi contano. Solo i soldi. Coi soldi ti compri quello che ti pare. E campi come ti pare cosi' per dire.
*
Studiare. Io non ne ho voluto mai sapere niente. Io faccio il lavoro mio faccio. Fatto il lavoro non sono piu' cavoli miei. Riscuoto ringrazio e chi s'e' visto s'e' visto. Io la vedo cosi' e mi ci sono sempre trovato bene. Tutti quei grilli per la testa non portano mai a niente di buono. Quanti ne ho visti fare una brutta fine a forza di fare le domande sbagliate. Che poi non c'e' niente da domandare. C'e' da fare il lavoro e via. Io dico che quando hai i soldi in tasca la smetti di avere i cattivi pensieri. I soldi in tasca e lo stomaco pieno. Se proprio ci hanno tutti 'sti scrupoli parlassero col prete che glielo dice lui come si campa. Quello che e' mio e' mio e quello che e' tuo e' mio pure quello. Io se non facevo il lavoro che faccio quasi quasi facevo il prete o l'avvocato o che ne so basta che era un lavoro che non si doveva lavorare. Un lavoro che si chiacchiera e basta. Cioe' che non si lavora. Non dico che il lavoro mio non mi piace. Mi piace. Mi piace mi piace senno' non lo farei. Ma certe volte tutto quel sangue.

16. RICHIESTA CHE LA REGIONE LAZIO SI ESPRIMA E SI IMPEGNI AFFINCHE' L'ITALIA RATIFICHI IL TRATTATO DI PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI (TPNW) ADOTTATO IL 7 LUGLIO 2017 DALL'ONU

Al Presidente della Regione Lazio
al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio
a tutti gli assessori della Giunta Regionale del Lazio
a tutti i consiglieri del Consiglio Regionale del Lazio
Oggetto: Richiesta che la Regione Lazio si esprima e si impegni affinche' l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu
Egregio Presidente della Regione,
egregio Presidente del Consiglio Regionale,
egregi assessori regionali,
egregi consiglieri regionali,
come sicuramente gia' saprete, fino a domenica 10 dicembre e' in corso l'iniziativa della "Carovana delle donne per il disarmo nucleare", che sta attraversando l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu. L'iniziativa e' promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ed in collegamento con essa in molte citta' si sono realizzati incontri di informazione, documentazione e coscientizzazione sul gravissimo pericolo che le armi atomiche costituiscono per l'umanita' intera.
In queste settimane ripetutamente il pontefice cattolico ha dato voce alla preoccupazione dell'intera umanita' ed invitato a un impegno corale per l'eliminazione delle armi atomiche prima che esse distruggano innumerevoli vite e la stessa civilta' umana.
E mesi fa l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace all'Ican - la rete delle campagne, delle associazioni e dei movimenti impegnati per il disarmo nucleare - ha evidenziato come ovunque si avverta che questo impegno e' improcrastinabile.
E non vi e' persona assennata che non tremi dinanzi alla minacciosa escalation della crisi coreana.
Vorremmo pertanto pregare la Regione Lazio di voler aderire alla richiesta che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu, e di inviare un messaggio ai Presidenti delle Camere per sollecitare che il Parlamento italiano si esprima a tal fine.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 287 del 13 marzo 2018

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