[Nonviolenza] Telegrammi. 2898



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2898 del 27 novembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. "Le tre verita' di Hiroshima". Un incontro a Viterbo a sostegno della Carovana delle donne per il disarmo nucleare
2. Checco Roscioni: Se lo dice il partito
3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
4. Il Senato approvi la legge sullo "ius soli / ius culturae"
5. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
6. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
7. Carovana delle donne per il disarmo nucleare
8. Paola Mammani ricorda Kate Millett
9. Luciana Castellina presenta "L'arte non e' faccenda di persone perbene" di Lea Vergine
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. "LE TRE VERITA' DI HIROSHIMA". UN INCONTRO A VITERBO A SOSTEGNO DELLA CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE

Domenica 26 novembre 2017, nell'ambito dell'iniziativa della Carovana delle donne per il disarmo nucleare, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione muovendo da una meditazione dell'indimenticabile Ernesto Balducci sulle "tre verita' di Hiroshima".
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In un suo celebre intervento Balducci scriveva:
"La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.
La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo.che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.
La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l'"accadimento" funesto generava l'"avvenimento" fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".
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Allegato primo: Una breve notizia sulla Carovana delle donne per il disarmo nucleare
Ha preso avvio lunedi' 20 novembre, la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che fino a domenica 10 dicembre attraversera' l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Molte le iniziative programmate in varie citta' d'Italia; l'iniziativa, promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ha infatti saputo suscitare l'adesione e l'impegno del vasto e variegato arcipelago del "popolo della pace", associazioni, movimenti, istituzioni e persone impegnate in difesa dell'umanita' e della biosfera, per la pace e il disarmo, contro tutte le violenze, per la liberazione comune e per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La carovana prende avvio il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia", e si concludera' il 10 dicembre, "Giornata internazionale dei diritti umani"; al suo centro, cuore pulsante, il 25 novembre, "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", con la partecipazione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento "Non una di meno" a Roma.
Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della natura e della civilta' umana, tutte le istituzioni democratiche, ad aderire alla mobilitazione.
Per contattare le donne della "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf-Italia): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.baraldi.sani at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com
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Allegato secondo: Una breve notizia su Ernesto Balducci
Ernesto Balducci e' nato a Santa Fiora (in provincia di Grosseto) nel 1922, ed e' deceduto a seguito di un incidente stradale nel 1992. Sacerdote, insegnante, scrittore, organizzatore culturale, promotore di numerose iniziative di pace e di solidarieta'. Fondatore della rivista "Testimonianze" nel 1958 e delle Edizioni Cultura della Pace (Ecp) nel 1986. Oltre che infaticabile attivista per la pace e i diritti, e' stato un pensatore di grande vigore ed originalita', le cui riflessioni ed analisi sono decisive per un'etica della mondialita' all'altezza dei drammatici problemi dell'ora presente. Opere di Ernesto Balducci: segnaliamo particolarmente alcuni libri dell'ultimo periodo: Il terzo millennio (Bompiani); La pace. Realismo di un'utopia (Principato), in collaborazione con Lodovico Grassi; Pensieri di pace (Cittadella); L'uomo planetario (Camunia, poi Ecp); La terra del tramonto (Ecp); Montezuma scopre l'Europa (Ecp). Si vedano anche l'intervista autobiografica Il cerchio che si chiude (Marietti); la raccolta postuma di scritti autobiografici Il sogno di una cosa (Ecp); la raccolta postuma di scritti su temi educativi Educazione come liberazione (Libreria Chiari); il manuale di storia della filosofia, Storia del pensiero umano (Cremonese); ed il corso di educazione civica Cittadini del mondo (Principato), in collaborazione con Pierluigi Onorato. Opere su Ernesto Balducci: cfr. almeno i fondamentali volumi monografici di "Testimonianze" a lui dedicati: Ernesto Balducci, "Testimonianze" nn. 347-349, 1992; ed Ernesto Balducci e la lunga marcia dei diritti umani, "Testimonianze" nn. 373-374, 1995; un'ottima rassegna bibliografica preceduta da una precisa introduzione biografica e' il libro di Andrea Cecconi, Ernesto Balducci: cinquant'anni di attivita', Libreria Chiari, Firenze 1996; cfr. anche il libro di Bruna Bocchini Camaiani, Ernesto Balducci. La Chiesa e la modernita', Laterza, Roma-Bari 2002; cfr. anche almeno Enzo Mazzi, Ernesto Balducci e il dissenso creativo, Manifestolibri, Roma 2002; e AA. VV., Verso l'"uomo inedito", Fondazione Ernesto Balducci, San Domenico di Fiesole (Fi) 2004. Per contattare la Fondazione Ernesto Balducci: www.fondazionebalducci.it
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Allegato terzo: Disponibilita' del testo integrale dell'intervento
Il testo integrale dell'intervento di cui abbiamo citato il brano sulle "tre verita' di Hiroshima" costituisce l'introduzione del libro di Ernesto Balducci e Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia, Principato, Milano 1983; un ottimo libro per le scuole che illustrava ed antologizzava la tradizione del pensiero per la pace dal Rinascimento a oggi, da Erasmo a Gandhi a Anders. L'introduzione riprendeva un indimenticabile intervento di padre Balducci al convegno di "Testimonianze" del 14 novembre 1981, relazione che fu uno dei punti di elaborazione piu' alti e profondi del grande movimento pacifista che in quegli anni si batteva contro il riarmo atomico dell'est e dell'ovest. Il testo e' disponibile anche nella rete telematica, ripubblicato da ultimo nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 2677 del 13 aprile 2017.

2. RACCONTI INVERNALI DI UN'AMBIGUA UCRONIA. CHECCO ROSCIONI: SE LO DICE IL PARTITO

L'altra sera ero al bar con Pippalume che aspettavamo Dogarella e Fischiottone per giocare a quartiglio e c'era la televisione accesa, e alla televisione facevano vedere quel ladrone compare dei mafiosi che si portava a letto le regazzine che era tutto contento che aveva vinto le elezioni non mi ricordo dove e diceva che adesso vinceva pure le elezioni itajane, che era colpa dei comunisti se l'Itaja non andava ai mondiali, e che appena tornava al governo levava le tasse e dava lavoro a tutti. Pippalume che e' materiale come un mazzapicchio gia' cominciava a sacramentare che quello doveva stare in galera e che invece siccome era ricco in galera non ci andava mai, che se un giorno le elezioni le vinciamo noi poi lo andiamo a cercare a casa, gli leviamo pure le mutande e lo mandiamo ad abitare alle case popolari, che poi e' dove abitiamo sia io che Pippalume. Allora gli ho detto che io quello non ce lo volevo dove abito io, che dove abito io sara' pure lo schifo dello schifo ma almeno quello li' non c'e', e lui m'ha risposto quanto sei fesso, se vinciamo le elezioni noi delle case popolari andiamo ad abitare nelle ville sue che dopo espropriate diventano case del popolo e a lui gli diamo da scegliere l'appartamento che gli pare dove abitiamo noi adesso. E perche' quello che gli pare? Io gli lascerei quello proprio sopra la fogna che c'e' una puzza che solo lo zio Bozzagrone riesce ad abitarci. E Pippalume: No, questa sarebbe una crudelta', e noi non siamo come loro, noi siamo per la giustizia e per la misericordia. E io: lo dice il partito? E lui: lo dice il partito. E allora se lo dice il partito va bene cosi', pero' mi rode che quello si sceglie l'appartamento che gli pare, pero' chi se ne frega, che tanto la muffa e la puzza c'e' in tutti.

3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

4. APPELLI. IL SENATO APPROVI LA LEGGE SULLO "IUS SOLI / IUS CULTURAE"

Non e' possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.

5. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.

6. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

7. INIZIATIVE. CAROVANA DELLA DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE
[Riceviamo e diffondiamo]

Carovana delle donne per il disarmo nucleare da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017 promossa dalla Wilpf
Evento nazionale di avvio della Carovana: 19 novembre, ore 10, Livorno, piazza della Repubblica.
La Wilpf Italia ha partecipato, come una delle componenti della societa' civile unite in Ican (Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari), Premio Nobel per la Pace 2017, al lungo percorso diplomatico che si e' concluso con la stesura del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu (122 paesi). Ora il Trattato e' aperto alle firme e ratifiche da parte degli Stati, ed entrera' in vigore alla 51ma ratifica: ha gia' ottenuto 53 firme e tre ratifiche. Gli Stati nucleari e quelli Nato (ad eccezione dell'Olanda) non hanno partecipato alla Conferenza Onu di New York che ha portato al Trattato, e anche l'Italia era assente.
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Antefatti: nel nostro paese si e' avviata una Campagna "Bando delle armi nucleari: Italia ripensaci" perche' l'Italia aderisca al Trattato. Il 14 settembre 2017 e' stato inviato alle Istituzioni - Presidente della Repubblica, Presidenti di Camera e Senato, Capo del Governo - una specifica petizione promossa da Disarmisti Esigenti, Wilpf Italia, Comitato No Guerra No Nato, Pax Christi, Ipri-Ccp, Pressenza, Ldu, Accademia Kronos, Energia felice, Fermiamo chi scherza col Fuoco Atomico (Campagna Osm-Dpn), PeaceLink, La Fucina per la Nonviolenza di Firenze, Chiesa Valdese di Firenze, Comitato per la pace, la convivenza, la solidarieta' "Danilo Dolci" di Trieste, Mondo senza guerre e senza violenza.
Nella Petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine) si chiede al Governo italiano di firmare il Trattato, avviando previamente il necessario processo di denuclearizzazione del territorio italiano che ospita circa 70 bombe nucleari Usa, stoccate nelle basi militari di Ghedi ed Aviano, e che accoglie, nei suoi 11 porti nucleari, sottomarini a propulsione nucleare con bombe nucleari a bordo. E questo in violazione dell'art. 2 del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) firmato dall'Italia nel 1976. La Petizione ora e' aperta alle firme a livello individuale o collettivo. L'orologio dell'apocalisse nucleare segna due minuti e mezzo alla mezzanotte: e' urgente informare, sensibilizzare e mobilitare la gente perche' comprenda che l'impegno su queste tematiche e' di vitale importanza per ottenere la sicurezza dei territori, per tutelare la salute della cittadinanza nonche' per esigere una economia di pace che e' l'unica che puo' garantire la realizzazione dei diritti oggi negati.
Ruolo delle Donne: il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) sottolinea l'importanza della partecipazione delle donne per l'implementazione del Trattato stesso e questo anche in ragione del fatto che le donne sono le prime vittime delle radiazioni nucleari. Si aggiunge poi il grande potere trasformativo delle donne quando esse agiscono in nome dei diritti collettivi che si ispirano alla giustizia sociale, alla pace e alla tutela dell'ambiente. La Carovana delle donne per il disarmo nucleare sara' un evento inclusivo aperto alla partecipazione di tutti coloro che vogliono impegnarsi per il pieno rispetto della nostra Costituzione, a partire dall'art. 11 che nell'affermare il ripudio della guerra richiede che l'Italia svolga un ruolo attivo nella promozione di politiche di pace.
Durata della Carovana da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017: periodo durante il quale nei diversi territori che aderiscono alla Carovana si svolgeranno autonome iniziative di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione attorno alla mozione citata.
Partenza: lunedi' 20 novembre 2017 "Giornata Internazionale dei diritti dell'infanzia": il nostro obiettivo e' quello di evidenziare che vogliamo garantire un futuro alle giovani generazioni perche' possano vivere in un mondo liberato della minaccia nucleare.
Chiusura: domenica 10 dicembre 2017 "Giornata Internazionale dei Diritti Umani": il nostro obiettivo e' quello di evidenziare che il disarmo nucleare e' indispensabile per garantire la sicurezza dell'intera umanita' e che le ingenti spese militari devono essere impegnate per investimenti sociali rivolti a garantire il pieno godimento dei diritti (istruzione, sanita', casa, sicurezza dei territori, tutela dell'ambiente, lavoro). In quella data si chiede che una delegazione della Carovana venga ricevuta dal Presidente della Repubblica, in quanto garante della Costituzione.
Partenza congiunta da vari luoghi: non avendo fondi a disposizione, abbiamo pensato alla partenza congiunta della Carovana da alcuni luoghi simbolici: Ghedi e Aviano (le basi militari dove sono stoccate bombe nucleari Usa), Livorno e Pisa (porto nucleare in sinergia con Camp Darby e Hub militare di Pisa), Trieste (porto nucleare), Napoli (porto nucleare e VI Flotta), alcuni siti della Sicilia e della Sardegna e naturalmente tutte le altre realta' territoriali che vorranno partecipare.
La Carovana si muovera' all'interno del proprio territorio durante il periodo 20 novembre - 10 dicembre, con azioni specifiche di cui sotto diamo alcune indicazioni.
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Attivita'
- Conferenza stampa;
- Incontri con: Comandante della base militare, Presidente dell'autorita' portuale, Sindaco e Prefetto e consegna della Petizione, del Trattato di proibizione delle armi nucleari, Studio dell'Onu sugli effetti delle radiazioni nucleari;
- Presidi cittadini e raccolta di firme per la petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine);
- Conferenze, presentazioni di libri sulla tematica, proiezioni di filmati, ecc.;
- Incontri con gli studenti sul tema del pericolo nucleare, presentazione del libro di Carlo Cassola, "La rivoluzione disarmista";
- FlashMob;
- Attivita' di arte per la pace con un focus specifico sul disarmo nucleare e la tutela dell'ambiente;
- Partecipazione alla manifestazione di NonUnaDiMeno in occasione del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
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Materiali
- Striscione con la scritta "Carovana delle donne per il disarmo nucleare. 20 novembre - 10 dicembre 2017";
- Mostra "Esigete il disarmo nucleare" (esiste in due versioni: 13 pannelli grandi in Pvc oppure 13 locandine plastificate);
- Testo della petizione;
- Testo del Trattato di interdizione delle armi nucleari;
- Libro di Carlo Cassola, "La rivoluzione disarmista", in occasione del centenario della nascita.
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Per informazioni: Antonia Sani: antonia.baraldi.sani at gmail.com e Giovanna Pagani: gioxblu24 at gmail.com

8. MAESTRE. PAOLA MAMMANI RICORDA KATE MILLETT
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo]

Nell'introduzione all'edizione del 1990 di Flying, In volo, Kate Millett scrive: "C'e' un'intera generazione di giovani donne nelle cui mani voglio affidare questo libro...". E piu' avanti: "In effetti, In volo ha segnato il momento piu' divertente della mia attivita' di scrittrice - questo libro e' la mia gioventu': trentacinquenne non avevo ancora scritto col mio registro. La politica del sesso era stata una tesi di dottorato, redatta con un linguaggio ufficiale e asettico, cosi' da accattivarmi una commissione formata da professori di Letteratura inglese...".
Non ho notizia di come le giovani statunitensi degli anni '90 del secolo scorso abbiano accolto la nuova edizione di Flying, il fitto racconto di anni ribollenti di ricerca, di sperimentazione di nuovi rapporti, di convivenze, di amori coniugali ed extraconiugali, etero e omosessuali. So che in Italia molte donne negli anni settanta e nei decenni successivi hanno letto voracemente le molte centinaia di pagine di quel testo, alla ricerca di esperienze, di parole per mettere in forma un nuovo modo di essere donna.
Forse ancora piu' numerose, pero', furono quelle rimaste avvinte da Sexual Politics, La politica del sesso, trattenute da quel linguaggio solo apparentemente ufficiale e asettico che sembra invece imbrigliare a stento una forza quasi incontenibile e una dissacrante ironia.
E' Millett che squaderna l'universo mondo e chiama a raccolta tutto quanto ha capito, tutto quanto ha studiato per dare forza e tenuta a cio' che ha "visto" bene, accuratamente e fino in fondo: il dominio del patriarcato sulle donne, sul loro corpo, sulla loro sessualita', sulla loro capacita' riproduttiva.
Convoca tutte e tutti quelli che conosce, da Hannah Arendt a Virginia Woolf, a Charlotte Bronte, a Margaret Mead e Melanie Klein, e poi John Stuart Mill, Marx, Engels, Freud, Bachofen, Malinowski e decine d'altri, evocati dal passato piu' lontano fino ai suoi contemporanei, per portarli a testimoniare a suo favore o per metterli alla gogna.
Vuole mostrare minutamente e poderosamente gli effetti di oppressione, di schiacciamento, di proterva prevaricazione sessuale e culturale che il patriarcato esercita sulle donne, infilzando ad una ad una le categorie della classe, della razza, della minoranza oppressa, eccetera, a dimostrazione che al fondo e prima di tutto e' in gioco il potere dell'uomo sulla donna.
Non e' possibile dare l'idea, in breve, dell'enorme quantita' di piani, di tematiche, di scenari storici che Millett affronta nel suo immenso affresco. Ne' pare rilevante annotare se e quando alcune sue interpretazioni appaiono forzate o parziali, perfino fuorvianti. E' forse il caso di alcuni giudizi sulla psicoanalisi, sul ruolo della famiglia o della funzione materna.
Quel che e' certo e' che il suo testo ha rappresentato per moltissime donne una potente chiamata alla lotta, una grande spinta a sottrarsi al dominio maschile, l'innesco di un'esplosiva consapevolezza che il personale e' politico, e ha determinato per molte una convinta adesione al movimento delle donne, ai temi che alcune chiamarono della liberazione sessuale.
Per molte e' passata di li' la strada che ha portato poi ad intendere il valore della liberta', a saper ascoltare la voce di quelle che gia' avevano colto il senso della grandezza femminile, da sempre mai del tutto cancellata dalla storia.
In Italia La politica del sesso, il frutto pieno del pensiero e dello studio di una donna, non e' disponibile sul mercato librario. E' una mancanza che oggi si avverte piu' viva. Una riedizione de La politica del sesso potrebbe essere un degno atto di omaggio a Kate Millett, che e' morta a Parigi lo scorso settembre, all'eta' di 83 anni.

9. LIBRI. LUCIANA CASTELLINA PRESENTA "L'ARTE NON E' FACCENDA DI PERSONE PERBENE" DI LEA VERGINE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo originariamente apparso su "Il manifesto" del 6 dicembre 2016 col titolo "Autobiografia di una generazione politica"]

Lea Vergine, L'arte non e' faccenda di persone perbene. Conversazione con Chiara Gatti, Rizzoli, Milano 2016, pp. 144, euro 18.
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Lea l'abbiamo conosciuta assieme - Rossana Rossanda e io - e cosi', per qualche ragione che in seguito ci fu piu' chiara, si instauro' fra di noi un rapporto particolare. Voglio dire: una relazione a parte rispetto a quella derivata dal fatto che avevamo tutte e tre in vario modo a che fare con lo stesso giornale. Si potrebbe dire che fra noi, come spesso capita in un luogo di lavoro, s'era aggiunta un'amicizia personale. E pero' non e' tanto vero, perche' un'amicizia presuppone una frequentazione attiva, che in realta' non c'e' mai stata per via delle distanze geografiche e dei rispettivi affanni. Cosi' come non c'e' stata, almeno per me ma penso anche per Rossana che pure proveniva dagli studi dell'arte, un dialogo "professionale". Io anche venivo da quel "settore", perche' fino a quando non mi sono imbattuta nel Pci facevo (o meglio, tentavo di fare ) il pittore. E invece no, perche' le scoperte artistiche di Lea erano talmente lontane dal mio orizzonte dall'impedirmi anche solo di aprire un discorso. Credo che anche per Rossana la "body art", con cui Lea aveva allora appena appitonato il dibattito culturale, non fosse cosa che la appassionava. O forse no, sono io che non lo so. E pero' vorra' pur dire qualcosa che di questo assieme non abbiamo mai parlato.
In effetti fu Luigi - come Lea scrive in questa intervista-biografia appena uscita (L'arte non e' faccenda di persone perbene, conversazione con Chiara Gatti, Rizzoli, pp. 144, euro 18) - ad avere la straordinaria idea di chiederle - "il manifesto" quotidiano stava per uscire - se avesse avuto voglia di collaborare. Una proposta che meraviglio' molto Lea: ma come, un foglio di battaglia politica cosi' militante, si interessava all'arte contemporanea? Si', se ne interessava. Per fortuna, e questa e' la ragione per cui il giornale ha avuto sempre della politica un'idea meno meschina di quello che correntemente si pensa sia la politica.
Lea non era comunque affatto estranea all'avventura complessiva del giornale. C'era stata subito affinita' con la nostra battaglia e poi - scrive - "mi piaceva far parte della macchina". E infatti racconta con affetto e nostalgia le stanzette di via Tomacelli e chi le abitava, l'hotel Plaza, elegante e demode', subito al di la' del Corso, nella cui grande hall andavamo a prendere un te' quando dovevamo parlare con un po' di riservatezza. Era anzi cosi' coinvolta nelle sorti della nostra impresa che una volta, preoccupata, venne a dire a me e Rossana che aveva deciso di scrivere nel suo testamento che i suoi beni dovevano andare al "manifesto".
Piu' straordinario fu pero' che abbia accettato di scrivere sulle nostre pagine; e che abbia continuato a farlo per mezzo secolo. Una bella stravaganza, perche' contemporaneamente lei scriveva sulle piu' sofisticate riviste di critica d'arte, cosi' come su quotidiani di ben maggiore tiratura. Perche' Lea Vergine e' stata, ed e' tutt'ora, una delle piu' autorevoli critiche d'arte, e - non capita sempre a chi si occupa di questa materia - anche una delle piu' lette. Il libro sulla body art che la lancio' nel 1974 - Il corpo come linguaggio - fu quasi un best seller internazionale. Era accaduto perche' Lea era riuscita a far capire che quanto era sembrato solo un pretenzioso scandalismo era in realta' un modo per cercare di creare un rapporto fra l'arte e il proprio corpo seguendo il ritmo del tempo, un modo "di rimettersi al mondo presentandosi al pubblico attraverso il corpo". Una nuova maniera di creare sculture, queste viventi.
Non era - non e' - facile rimettere a fuoco lo sguardo di un fruitore di quadri dopo che da sempre e' stato abituato a vedere in altri modi.
La storia dell'arte dai Bizantini a Giotto e poi dai naturalisti agli impressionisti, agli espressionisti, i cubisti, agli astrattisti, e' scandita da questi salti traumatici. In questa ultima stagione a cavallo del secolo il salto e' stato ancora piu' spericolato.
Se Lea e' riuscita a farsi seguire - il libro che ora ha scritto consente di capirlo anche meglio - e' perche' lei stessa ogni volta vive su di se' lo stravolgimento di quella "emozione quasi dolorosa", "disorganizzante", quel "terremoto" che l'arte puo' farti sentire quando di fronte a dei segni o dei segnali vieni "posseduto da qualcosa di ineffabile e intangibile". Accade quando l'arte produce un "rivolgimento interiore", quando ti costringe "a confrontarti con il tuo lato oscuro".
In questo suo libro non c'e' in realta' molto di critica d'arte. C'e' anche molto altro. Molto. Intanto un racconto della Milano che tutti abbiamo amato, quella di quando questa citta' divenne davvero il centro culturale e politico fondamentale della modernita' italiana, come provano del resto i nomi di tutti, tantissimi, gli intellettuali che Lea vi incontra (e che cita quasi meticolosamente) quando approda nella capitale del nord, ancora giovanissima, bellissima, intelligentissima. Sono pagine preziose per ricostruire quell'epoca. Ahime' poi tramontata.
Ma in questa autobiografia in forma di intervista c'e' sopratutto la storia della sua infanzia ed adolescenza napoletana. Privilegiata ma in realta' durissima, per via di come le strutture di classe si sono incrociate con le passioni, di come l'abbiano privata di una formazione normale, e anzi ferita per via delle contraddizioni che hanno segnato gli affetti. Ne conoscevo solo schegge, e mi appare anche piu' un miracolo che lei sia venuta fuori cosi'.
Una sola cosa rimprovero a Lea per questo suo libro. Di Enzo Mari, suo marito, scrive una sola riga: "Una pietra. Indispensabile". Capisco che e' una frase lapidaria. Ma siccome so - lo si vede, anzi lo si palpa anche adesso che hanno 80 anni - che fra loro c'e' stato e c'e' un grandissimo amore, avrei voluto saperne di piu'.
Devo a questo punto ancora spiegare come mai sia durato il rapporto personale che ha legato me e Rossana a Lea attraverso questo mezzo secolo in cui in realta' ci siamo viste poco (e pero' se capito a Milano mi piace andarla a trovare. Non per abitudine sociale, ma perche' mi piace davvero parlare - di me e di lei oltreche' del mondo). Se leggete questo libro che spiega come e' Lea, credo capirete il perche'.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Dino Carpanetto, Hugo, Centauria, Milano 2017, pp. 160, euro 4,90.
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Riletture
- Mario Lopez Martinez (dir.), Enciclopedia de Paz y Conflictos, Instituto de la Paz y los Conflictos, Universidad de Granada, Granada 2004, 2 voll. per complessive pp. LXVI + XVIII + 1228.
- Beatriz Molina Rueda, Francisco A. Munoz (eds.), Manual de Paz y Conflictos, Instituto de la Paz y los Conflictos, Universidad de Granada, Granada 2004, pp. 560.
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Riedizioni
- Carlo Maria Martini, Il vescovo, Rosenberg & Sellier, Torino 2011, Rcs, Milano 2017, pp. 108, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Gialli
- Pieter Aspe, Caos a Bruges, Fazi, Roma 2010, Gedi, Roma 2017, pp. 286, euro 7,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").
- Andrea Ballarini, Viola nel Bordeaux, Gedi, Roma 2017, pp. 480, euro 7,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").
- George Harmon Coxe, Fotografia rivelatrice, Rcs, Milano 2017, pp. 224, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- David Goodis, C'e' del marcio in Vernon Street, Rcs, Milano 2017, pp. 160, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2898 del 27 novembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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